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IRON MAIDEN - Nel nome di Eddie
20/04/2011 (22028 letture)
Uno dei principali aspetti che ha reso mitici gli Iron Maiden (oltre, banalmente, ad album stratosferici) è la presenza di un personaggio, l'arcinoto Eddie, che letteralmente monopolizza il principale spazio visivo di cui una band dispone, e cioè le copertine. Solo due sono le costanti negli artwork della Vergine di Ferro: il logo e Eddie, di certo non immutabili ma rassicuranti, sempre lì in quanto simboli identificativi. Attorno a questi due elementi ruota una selva di riferimenti, spesso tortuosi e dotati di vita propria, a forte valenza simbolica. Notato come il concetto di simbolo venga fuori con facilità? Bene, perché è per questo che ho scelto di avvalermi della collaborazione di Francesca Basso, redattrice di Metallized laureata in Storia dell'Arte con una tesi incentrata sui simboli. Senza ulteriore indugio direi allora di cominciare questa escursione tra le copertine dei full-lenght degli Iron Maiden -più un live, vedrete quale.

IRON MAIDEN
Cominciamo con un po' di storia: Rod Smallwood vide, nello studio dell'illustratore Derek Riggs, un disegno che raffigurava un'icona punk chiamata Electric Matthew. Ne fu colpito, chiese a Riggs di renderla più simile ad un headbanger (da qui i capelli lunghi) e Eddie era nato. Sull'origine del nome ci sono varie teorie (Eddie The Head, protagonista di una nota barzelletta, o Ed il motociclista lobotomizzato del Rocky Horror Picture Show, sono solo alcune delle ipotesi avanzate), ma quello che conta e colpisce è la figura. Un volto scarnificato e distorto, un corpo scheletrico vestito alla bell'è meglio, una città tetra alle spalle -eppure non c'è cattiveria nello sguardo di Eddie, anzi. L'espressione del "mostro" è perplessa, forse un po' impaurita, e ci sono alcuni dettagli estremamente significativi, per i quali passo la palla a Francesca:

Trattandosi dell'album d'esordio, l'immaginario doveva essere inequivocabile, per cui Eddie è centro esatto dell'immagine. I suoi occhi sono, assieme ai lampioni e alla luna, le uniche luci presenti, e non a caso sono disposte lungo una diagonale: Eddie non è di questo mondo, vive sospeso tra la Terra e l'aldilà. Si veste come un giovane, per camuffarsi tra di loro -ha appena bevuto da una lattina, che è accartocciata nel cestino. Dietro di lui ci sono una porta e una finestra, entrambe chiuse: il mondo, e in particolare il mondo adulto, rifiuta di accorgersi del "mostro" che cresce nelle nuove generazioni, e si limita a temerlo.

Ma è un mostro senza scopo e senza futuro -la situazione politica dell'Inghilterra nel 1980 era tesissima e non offriva prospettive a una generazione intera di sbandati- che si limita a guardare chi lo osserva. Se poi nel pubblico si scatena un senso di repulsione, allora Eddie sarà ciò che deve essere: il simbolo della gioventù metal londinese, abbandonata a se stessa e additata come "sporca" e sbagliata dai conservatori.

KILLERS
Forse sorpreso dal successo e dall'attenzione ricevuta, Eddie è passato all'azione. Uccide perché è naturale, eppure la prima volta merita di essere ricordata e immortalata. Della vittima vediamo solo le mani ancora calde e imploranti, ma ricostruire la sua identità non è difficile:

I polsini che scorgiamo sono quelli di una camicia dura, ben inamidata, simbolo estetico della borghesia inglese più classica: puritana, tradizionalista, bigotta. Sono gli stessi già visti nelle copertine di Sanctuary e Women in Uniform addosso alla Lady di Ferro, Margaret Thatcher, premier inglese del periodo.

Quella di Eddie -e, per mano sua, degli Iron Maiden- è una lotta sociale e politica senza bandiere e senza quartiere: non ci sono logiche di partito o ideologie che tengono, l'obiettivo è ribaltare l'ordine esistente. Che la borghesia sia impotente di fronte a tutto ciò è evidente:

Le tende delle finestre sono tirate: c'è paura e omertà, meglio lasciare chi muore al proprio destino, salvo poi condannare i gesti come criminosi e immorali. C'è qualcuno che sbircia: probabilmente un giovane, sia per il fascino morboso generalmente esercitato dal sangue sui ragazzi, sia per la speranza che l'eroe-mostro vinca, che faccia a pezzi gli adulti -che sono più mostruosi di lui, alla fin fine.

L'ambientazione non è solo genericamente urbana: è proprio londinese, si intravede in basso a sinistra l'insegna bianca e rossa del pub Ruskin Arms, teatro delle prime, infuocate esibizioni dal vivo degli Iron Maiden.

THE NUMBER OF THE BEAST
Il cambio di singer (Dickinson per Di'Anno) è anche un cambio di filosofia: via dalle città, via dalla squallida vita di guerriglia urbana, l'obiettivo è ben altro. Se è vero che l'Eddie-ragazzo visto finora è uno strumento del demonio -come insinuavano i detrattori- è ancora più vero che lo stesso Satana non è che un giocattolo nelle mani del vero Eddie, del potere del metal.

L'attacco alla religione è molto articolato. In un'atmosfera a metà tra un sabba e la Notte sul Monte Calvo di Mussorgskij, Eddie è già Dio, in grado di mandare se stesso sulla Terra a predicare e allo stesso tempo di reggere le fila del teatrino. La morale tradizionale è annientata: si noti il dettaglio, quasi minuscolo accanto alla mano destra di Eddie, degli angeli che cadono -e quello nella sfera rosea potrebbe ben essere addirittura lo Spirito Santo, soprattutto se pensiamo che Eddie ha in mano la Fiamma, e dunque il potere supremo.

Il mondo è messo a ferro e fuoco: è come se l'intero movimento metal, dapprima sconcertato e fuori posto, poi appena conscio delle sue possibilità, viva ora un momento di splendore dato da una forza inarrestabile in grado di controllare l'Universo e di ribaltare le gerarchie consolidate -e, perché no, di seppellire i dinosauri del rock, di abbatterli nel loro stanco volo.

PIECE OF MIND
Eppure il momento non era maturo, perché Eddie paga caro il suo tentativo di aggressione al cielo, ritrovandosi incatenato e rasato in una stanza imbottita. Pochi dettagli, ma importantissimi, tutti legati al sociale. Eddie, come detto, è stato rasato -ha cioè subito una tradizionale forma di umiliazione corporale, in quanto gli è stato tolto uno dei simboli di appartenenza alla comunità- e probabilmente lobotomizzato, ma senza che l'operazione lo abbia reso innocuo.

Le catene sono tre, e disposte in modo da suggerire interpretazioni mistiche legate alla precedente (e breve) esperienza "divina". Anche la ferita sulla fronte è un richiamo (non troppo blasfemo) a Cristo, dato che non può essere autoinflitta.

L'ambiente è quello di un manicomio: anziché cercare di capire le ragioni della ribellione, la società ha represso i ribelli, bollandoli ancora una volta come mostri e come pazzi, delegittimando le loro pretese con l'uso della forza. Ma fino a che punto le mura sono imposte dall'esterno, e non siamo invece in presenza di un atteggiamento autoghettizzante? Forse è proprio il metal stesso ad aver sprecato un'opportunità, optando o per l'omologazione totale al sistema (si pensi ai Def Leppard, che pure erano un patrimonio NWOBHM) o per l'attacco a oltranza (il nascente movimento thrash, ma anche alcune frange estreme del metal inglese) con conseguente chiusura verso tutto ciò che è "altro". Fatto sta che ora Eddie viene usato come strumento dai suoi nemici, e mandato in guerra (The Trooper).

POWERSLAVE
Ma la guerra ha un prezzo, e una morte poco onorevole (ricordiamo en passant quanto gli Iron Maiden siano estranei alla retorica per certi versi militarista di molto metal) viene comunque ripagata, perché Eddie è il principio primo che deve sopravvivere.

Il funerale egizio è realizzato con cura, ma sono le imponenti statue a catturare la nostra attenzione: mentre Eddie pone le sue mani sulle donne-sfingi, in posizione subalterna, gli sciacalli sono invece al suo fianco. L'umanità è sottomessa, la "bestia" è al pari di Eddie, che affronta la morte come un passaggio e non come una fine, come se non contasse più di tanto. L'iconografia funebre è rappresentata anche da un piccolo gruppo di avvoltoi che volteggiano alla destra della statua di Eddie.

Spesso si è ritenuto che la copertina di Powerslave fosse ambientata nel passato, ma questo comporterebbe un salto logico difficilmente spiegabile. In realtà, come testimonia la punta elettrificata della piramide, l'ambientazione è un auspicabile futuro neopagano, in cui il culto di Eddie vive, seppur in modo underground. Come modello ritualistico, e perdonatemi se dico un'ingenuità, mi sembra curiosamente vicino alla Krypton dei sogni di Superman (Per l'Uomo che Aveva Tutto, soggetto di Alan Moore), seppur mantenendo i tradizionali simboli di potere della cultura egizia (il cobra sormontato dall'aureola, che nasce ben prima del cristianesimo).

LIVE AFTER DEATH
Può un'entità come Eddie restare rinchiusa in una tomba? Ovviamente no, e nella copertina dello storico live degli Iron Maiden un fulmine (o forse un raggio) lo riporta in vita, irradiandolo di energia là dove era stato ferito tempo addietro.

Le catene vengono finalmente spezzate dalla rinnovata vitalità di Eddie, il cui nome inciso sulla lapide (Edward T. H...) oltre a richiamare Eddie the Head potrebbe essere una citazione-omaggio a Edward T.Hall, l'antropologo autore de La Dimensione Nascosta. Ben più palese è l'omaggio a Lovecraft, noto scrittore di fantascienza (e che ha anche raccontato di morti viventi) molto amato dalla band.

Ma dov'è Eddie? La risposta è data dal retro copertina: lì dove è stato sepolto. Sullo sfondo della città del futuro -Los Angeles 2019?- si ergono le piramidi elettriche sul modello di Powerslave.

SOMEWHERE IN TIME
Il metal cede ben volentieri alle suggestioni tecnologiche degli anni ottanta (il 1986 è anche l'anno del contestatissimo Turbo dei Judas Priest), e gli Iron Maiden ci consegnano una copertina ricchissima di riferimenti, spesso giocosi, e distribuiti in peso ancora maggiore sulla quarta di copertina del booklet. Per citarne alcuni: il pub Ruskin Arms, i club Rainbow e Marquee e la Long Beach Arena sono tutti luoghi storici di esibizioni live della band; la Phantom Opera House, l'Ancient Mariner Seafood Restaurant, l'Aces High Bar e il Sand Dune Nightclub richiamano altrettanti titoli di brani dei precedenti album; l'orologio digitale segna le 23 e 58, cioè due minuti a mezzanotte, e sopra si legge che il West Ham (squadra nelle cui selezioni giovanili giocò Steve Harris) ha battuto 7 a 3 i ben più blasonati rivali dell'Arsenal. Abbandonando questa succulenta "quarta" (in cui ci sono anche richiami a precedenti artworks, come quello di Flight of Icarus), troviamo nella copertina vera e propria un Eddie-cyborg, killer spietato.

L'idea è quella di un secondo ciclo della vita di Eddie, che torna nella città per ricominciare come assassino; ma ad essere ucciso non è più un corpo estraneo, bensì un suo simile, un altro membro della comunità-cyborg, sotto un manifesto che ritrae la sua prima incarnazione con la scritta Eddie Lives, affisso in Acacia Avenue. Il continuo scambio tra morte e vita è una costante, accomunata all'idea di un mondo pagano, contrario cioè al vivere comune.

Eddie che uccide se stesso può facilmente essere spiegato come il metal che si colpisce da solo -è, suppergiù, il periodo delle polemiche tra glamsters, thrashers, defenders e chi più ne ha più ne metta, ed è un tema che ritroveremo in seguito.

SEVENTH SON OF A SEVENTH SON
Non inganni l'apparenza: la copertina di Seventh Son potrebbe sembrare spoglia, se confrontata al tripudio di dettagli di Somewhere in Time, ma la cura simbolica è sempre alta.

L'approccio mistico pervade tutta l'immagine, a cominciare dalla sostituzione del cuore (simbolo della natura umana) con una mela (simbolo per eccellenza del peccato), per arrivare ad un altro numero tre che ricorre, questa volta, nelle increspature dell'acqua al di sotto di Eddie. Il tre è l'unione tra qualcosa e il suo contrario (due più uno), in questo caso la coincidenza di morte e rinascita. Il ghiaccio esprime silenzio, solitudine e la freddezza della riflessione più profonda.

Ma il fuoco non è del tutto abbandonato, visto che la fiamma brucia, costretta nel cervello di Eddie. Poco più in basso, un curioso dettaglio riguarda gli occhi: quello sinistro è l'occhio del cyborg di Somewhere in Time, quello destro è l'occhio-fulmine di Live After Death. Eddie si disfa della sua anima (che regge in mano) e conserva la sua identità: gli Iron Maiden cambiano forma con un album differente e coraggioso, ma restano sempre loro, senza possibilità di errore.

NO PRAYER FOR THE DYING
La copertina originale e quella della ristampa del 1998 sono molto diverse, pur mantenendo lo stesso tema di fondo (Eddie che emerge dalla tomba ultraterrena in cui lo abbiamo osservato nella copertina precedente).

La prima versione, quella con il becchino per intenderci, è più "terrena": la presenza di un essere umano ci indica il luogo -un cimitero- e mostra un terreno erboso.

Un'ambientazione simil-realistica, che molto deve ai cult dell'horror Romero-style e che vede Eddie rinascere nella sua forma primigenia (il ragazzo con la canottiera strappata) ma con la consapevolezza dei tempi passati (gli occhi dell'Eddie risorto in Live After Death).

La copertina della ristampa elimina l'altra figura, ponendo Eddie come dominatore incontrastato della scena. Viene così meno l'esigenza di una dimensione terrena e terrestre, e a circondare la tomba c'è un mare di scheletri e cadaveri: siamo in una dimensione idealizzata in cui Eddie è la versione "nera" di Gesù, e trionfa ogni volta sulla morte che gli viene imposta. Lo conferma l'iscrizione aggiunta sulla lapide, che recita: "Dopo la luce del giorno, la notte del dolore: non è morto ciò che può sorgere ancora". La luce artificiale della lanterna del becchino è sostituita da una luce naturale (o, meglio, "innaturale") la cui provenienza è ignota.

Aggiungerei che, così come per il debut album, gli occhi sono stati colorati di rosso in modo molto discutibile. Ora, sul significato complessivo si potrebbe dire molto a posteriori: No Prayer for the Dying è un album in cui gli Iron Maiden inseguono i propri inizi di carriera, eppure non ci riescono perché sono loro ad essere cambiati, ad avere altri occhi. Probabilmente nell'intento iniziale questo doveva essere un bonus, in realtà sappiamo come è andata a finire.

FEAR OF THE DARK
Prima copertina non disegnata da Riggs, con tutto il rispetto per Melvyn Grant (che come illustratore avrebbe anche una certa fama) ma la differenza si vede eccome, e un po' pesa. Al di là del layout poco convincente (il logo sulla sinistra a fondo nero ruba solo spazio all'immagine vera e propria), perplime la trasformazione di Eddie. Non perché non ci siano legami logici e simbolici, ma perché spezza il continuum narrativo che si era creato.

L'albero è simbolo (nella cultura norrena ma non solo) di rinascita e di rigenerazione, di movimento dalla Terra verso il Cielo, ma anche di congiunzione tra questi due elementi. Ancora una volta Eddie è a metà tra la vita e la morte, come la forza dell'occulto che risorge sempre in nuove forme.

Questo caso di "licantropia vegetale" (si noti la luna piena sullo sfondo) visivamente convince poco, e concettualmente si apre a poche possibili interpretazioni: l'heavy tradizionale che, per quanto il mondo della musica cerchi di stanarlo e di "ucciderlo", risorge sempre adattandosi al momento storico -non è un caso che Fear of the Dark sia il disco più venduto della storia degli Iron Maiden.

THE X FACTOR
Un nuovo cambio di cantante (Bayley per Dickinson) e i drammi personali di Steve Harris portano una novità sostanziale nell'artwork (affidato a Hugh Syme, che già aveva lavorato con i nomi più importanti della scena metal): Eddie è reale. Il corpo è vivo, la sofferenza autentica, le macchine che lo seviziano letali. La quarta di copertina ci mostra Eddie ancora integro, su una sorta di sedia elettrica che in realtà lo taglierà in due.

Interessante notare che ciò che resta del corpo di Eddie è la stessa parte già vista in Seventh Son of a Seventh Son -il cranio è nuovamente scoperchiato, il tronco è reciso all'altezza dello stomaco. Non bastano più le catene da manicomio per fermare il "mostro", serve il meglio (o il peggio) che la tecnologia abbia da offrire. La luce, presente nella quarta di copertina sotto forma di lanterna, scompare nella cover vera e propria: la natura corporea di Eddie appare irrimediabilmente sconfitta.

Senza dubbio pesano le cupissime suggestioni tecnologiche date in quegli anni dal "nuovo metal" che avanzava, ma lo sforzo di Syme di riallacciare il filo logico con il lavoro di Riggs è encomiabile -notare come la calotta cranica non venga tagliata, ma semplicemente rimossa, dato che Eddie è già stato lobotomizzato anni prima (con scarso successo).

VIRTUAL XI
Copertina, lasciatemelo dire, bruttina, per un album altrettanto zoppicante. La chiave è nelle due parole che compongono il titolo: la realtà virtuale e il numero undici. Il primo concetto è legato a doppio filo con Ed Hunter, il deludente videogame per pc targato Iron Maiden che uscirà l'anno successivo, ma non manca di introdurre una nuova forma di orrore, l'antisocialità degli adolescenti catturati dalla non-realtà. Era, d'altra parte, il periodo in cui i quotidiani angosciavano le famiglie con le storie dei ragazzi-tartaruga giapponesi, in cui i videogiochi erano il male per eccellenza, capace di traviare chiunque. Ebbene, gli Iron Maiden, anziché pazientemente smentire questa assurda teoria, la ribaltano con sorprendente sagacia: i videogiochi sono il male perché sono controllati da Eddie, che è ancora considerato il Male con la emme maiuscola...dunque per un fan della band sono in realtà cosa buona e giusta!

Il numero undici, invece, oltre ad essere il numero di album in studio pubblicati dalla band fino a quel momento, è anche il numero dei giocatori di una squadra di calcio (e ricordiamo che in quel periodo Steve Harris formò un team che si impegnò in varie partite di beneficenza, ndZarathustra); ma undici, in numerologia, rappresenta anche l'apertura mentale, l'intuizione e la riflessione. Oppure, in senso negativo, il tradimento di un nemico interiore: Eddie, ormai privo di una sua corporeità, prende dominio mentale del ragazzo senza che questi se ne renda conto. "Apre la mente" ed è un nemico silenzioso, interiore.

Il messaggio, al di là di tutto, è chiaro: non esiste il male, dunque non ha senso additare alcuni prodotti come "malvagi", e tuttavia non bisogna abusarne per non perdere il contatto con la realtà, che resta il campo d'azione privilegiato dell'uomo. Un modo intelligente e creativo di dare insegnamenti morali ai fan della band, che sono per la gran parte adolescenti bisognosi di attenzione (senza che in questo ci siano connotati negativi, sia chiaro). Da notare che la raffigurazione di Eddie, a cura di Melvyn Grant, è una delle più brutte mai viste in copertine ufficiali (non considero neanche gli scempi dei tribute album e altre amenità).

BRAVE NEW WORLD
Torna Mr. Dickinson, è tempo di conquistare il mondo: Eddie transustanza e diventa spirito, nube, tempesta, demone guardiano e padrone della città.

La città è la stessa già vista in Somewhere in Time, cioè una Londra del futuro qui malamente digitalizzata, solo che la prospettiva si trasforma totalmente con il mutare del ruolo: l'Eddie uccisore e strumento si aggirava per le vie, l'Eddie spirito sostituisce la piramide nella liturgia, ponendosi come dio malvagio da temere e adorare. Apprezzabile, a sinistra del volto mostruoso, un piccolo omaggio all'Urlo di Munch.

Il culto degli Iron Maiden ha ormai tutte le sembianze di un rito pagano, in cui milioni di fan si prostrano per adorare un dio che agli altri appare maligno e repulsivo, ma che in realtà è benevolo verso i suoi adepti. Una piccola osservazione sul modo in cui è raffigurata Londra: nelle prime copertine si parlava sempre di East End, la zona proletaria in cui la band ha mosso i primi passi. Qui ad essere sotto lo sguardo di Eddie è la Londra "per turisti", quella delle zone centrali bagnate dal Thames: i Maiden non sono un fenomeno giovanile né tantomeno suburbano, ma raccolgono simpatie e consensi ovunque -con buona pace di chi li vede come "mostri".

DANCE OF DEATH
Una copertina così obbrobriosa che l'ideatore originale, David Patchett (che già aveva lavorato agli artwork dei Cathedral con risultati ben diversi), chiese di non essere creditato, non è in realtà priva di riferimenti interessanti. Eddie è, naturalmente, la morte, e si trova per la prima volta a dividere la scena con un folto di gruppo di personaggi senza nome.

La particolarità di questo festino satanico è data dalla simbologia degli animali. Il cane rappresenta sì la fedeltà e la devozione, ma anche la ferocia; il serpente sotto di lui è il peccato o l'invidia; la maschera di caprone è una tradizionale simbologia satanica, mentre la maschera di maiale raffigura l'ingordigia, la lussuria e in generale tutti gli istinti più bassi dell'uomo. La maschera in sé, oltretutto, rappresenta un inganno: è un vero e proprio invito a partecipare per scoprire quale sia il peccato preferito.

Voleva essere un tentativo di richiamare atmosfere à la Eyes Wide Shut? Detto in grande tranquillità, fa pena: la resa digitale è dilettantistica, le proporzioni e la profondità non vengono mai rispettate, le figure umane sono quasi comiche. Un particolare interessante: per la prima volta vediamo il piede di Eddie, che sbuca dal mantello. Ben poco per nobilitare una Danza della Morte che riuscirà molto meglio a livello sonoro (fortunatamente).

A MATTER OF LIFE AND DEATH
L'immagine in sé è piuttosto eloquente, ma è curioso notare una contrapposizione. Quelli che avanzano e sono teoricamente vivi sono in realtà scheletri. A terra ci sono invece giovani non ancora decomposti, con pelle e capelli -torna l'idea di un passaggio non netto tra la vita e la morte, una continua sfumatura. Eddie è in piedi sul carro armato, e alle sue spalle la luce è data dall'esplosione di una bomba, che sostituisce le altre fonti di luce normalmente presenti per dare intensità alla sua figura.

Se già in Dance of Death Eddie non era più protagonista unico, qui risulta addirittura difficile distinguerlo dalle altre figure presenti. L'immagine è guerresca tanto quanto l'album, eppure è il messaggio a sfuggire: della retorica antimilitaristica presente nei testi dei Maiden non c'è traccia, solo un manipolo di non-uomini che avanza e uccide con determinazione. Il lavoro di Tim Bradstreet è dunque sicuramente encomiabile da un punto di vista strettamente tecnico (anche il nuovo logo della band funziona, eccome), ma fa sorgere qualche perplessità da un punto di vista concettuale: non è che la copertina è quella solo perché fa figo?

THE FINAL FRONTIER
Altra copertina discutibile, altra opera di Melvyn Grant (che ha anche dichiarato di non apprezzare il lavoro di Riggs...). Non c'è assolutamente nulla da dire su questo artwork, se non che:

La frontiera imposta da Eddie non è più la Terra (ma quando l'avrebbe conquistata, poi? ndZarathustra) ma lo spazio, con il nostro pianeta che appare sullo sfondo.

Il tutto è piuttosto comico, anche perché non si capisce cosa stia facendo questo Eddie-alieno, né chi fossero gli astronauti uccisi. Un finale ben poco glorioso per una storia di immagini di ben altro spessore: non ci resta che sperare nel prossimo artwork -non che sia bello, ci mancherebbe, ma perlomeno che abbia senso!



Masterburner
Martedì 2 Ottobre 2018, 10.38.41
57
Non sapevo che DoD era di Patchett... probabilmente era una prova per un dipinto, chissà! In effetti se l'avesse fatta con i pennelli sarebbe stata molto bella
Argo
Martedì 2 Ottobre 2018, 10.27.42
56
La copertina di Dance of Death è stata scelta personalmente da Steve Harris, tra le tante disponibili. E' chiarissimo che Steve e la computer grafica vanno poco d'accordo.
Fabio Rasta
Martedì 2 Ottobre 2018, 9.24.06
55
Bell'articolo che approfondisce e spiega tutto un film che mi ero fatto già x conto mio, almeno fino a Live After Death, che poi è fin dove li ho seguiti. E' firmato Metallized, ma secondo me c'è lo zampino di Raven. Mi sbaglio? E come si potrebbe commentare, in relazione a quanto espresso nell'articolo, il successivo The Book Of Souls? Ed anche: come si è permesso questo Melvyn Grant di criticare i lavori di Riggs, neanche avesse fatto lui un cazzo di capolavoro. The Final Frontier ha la copertina pallosa come l'album che rappresenta. Nota di poco conto attinente ad una curiosità espressa riguardo Dance Of Death: il piede di Eddie si vede x la prima volta già in Piece Of Mind. X concludere: il tipo qui sotto, peraltro anche educatissimo, che voleva la discografia completa ed è stato (giustamente) cagato zero, ...se ha un computer x scrivere qui, nel 2016, la discografia la può scoprire x conto suo, senza contare che a destra ci sono tutte le recensioni. Certi tizi non si capisce se ci sono, ci fanno, o ti ci vogliono fare. La natura umana non smette mai di stupirmi (purtroppo quasi sempre in negativo!). Saluti a Metallized.
Sig.Anonimo
Martedì 7 Giugno 2016, 7.23.17
54
Buongiorno a tutti, cortesemente desideravo una delucidazione... Ho intenzione di procurarmi tutte le copertine dei loro album, magari per farne dei poster. Conosco solamente UN loro album, "The X Factor", ma essendo che sono particolarmente legato a questa band, voglio procurarmele tutte. A tal proposito desideravo chiedervi: quanti sono, effettivamente, i loro album? Così da farmi un'idea su quante copertine cercare. GRAZIE in anticipo!
Buried Alive
Venerdì 1 Gennaio 2016, 22.44.32
53
Un excursus molto interessante, complimenti agli autori
Riot into Fire
Mercoledì 28 Ottobre 2015, 8.17.02
52
Pensandoci, Eddie compare anche su almeno una copertina extra-Maiden: Metallo Italia. Ma magari ce ne sono anche altre ...
Christian death rivinus
Sabato 17 Ottobre 2015, 23.31.04
51
La cover dell'omonimo e' stata rovinata nella versione rimasterizzata....peccato, secondo me non dovevano ritoccarla....e' come aver ritoccato la gioconda come paragone.....menomale ke killers non l'hanno ritoccata...
Ishgral
Sabato 17 Ottobre 2015, 16.53.58
50
Powerslave! tutta la vita!
Christian death rivinus
Sabato 17 Ottobre 2015, 13.19.29
49
La mia copertina preferita dei maiden e' quella dell,omonimo album,tempo fa c'e' l'avevo aerografata nel mio vecchio basso blu elettrico con impressa la scacchiera nella parte bianca centrale, Che poi a malincuore avevo venduto per comprare la chitarra elettrica....fantastico era quel basso...peccato che non avevo fotografato mai quello strumento...poi al secondo posto c,e' quella di somewere in time :ricca di particolari e molto futuristica e originale per il periodo che era stata fatta,per finire molto bella anche quella di killers e relal dead one che raffigura eddie singer che si esprime con un acuto alla bruce ....
tpr
Sabato 17 Ottobre 2015, 13.16.18
48
@ masterburner dimmi come fare .
Renzo mattei
Sabato 17 Ottobre 2015, 11.53.55
47
Io avevo 12anni...
Diego
Sabato 17 Ottobre 2015, 10.30.40
46
Chi è che non aveva la toppa di Killers sul giubbino jeans all'epoca? Io quella grande
Renzo mattei
Sabato 17 Ottobre 2015, 10.22.29
45
Uno dei motivi che mi hanno avvicinato alla band e al metal nei primi anni 80 sono le copertine e i loghi. Ricordo che a 11 anni due bulletti più grandi del quartiere avevano una semplice toppa di killers sul giubbino di jeans che sfoggiavano con orgoglio. In quegli anni un semplice giubbotto di jeans era da duri...comunque mi sono innamorato di quella copertina che rimane tuttora la mia preferita, una vera opera d'arte. Al secondo posto sempre per motivi temporali metto the number e piece. A pari merito fuori concorso ma che mi avvicino a suo tempo alla band c'è la mitica copertina gialla di dont break the oath
Masterburner
Sabato 17 Ottobre 2015, 2.05.26
44
tpr voglio la foto!
tpr
Sabato 17 Ottobre 2015, 0.32.19
43
dall''81 a casa mia esiste un murales (a tutta parete) di KILLERS !!! credo nn ci sia altro da aggiungere .
Bloodborne
Sabato 17 Ottobre 2015, 0.08.10
42
Volevo aggiungere una chicca si POM, le tre catene disposte in quel modo riguardano una tortura medioevale dove il condannato non poteva cambiare posizione essendo obbligato a restare (scomodo) per lunghi periodi.
Psychosys
Venerdì 16 Ottobre 2015, 23.53.06
41
Le copertine di Killers, Somewhere In Time e Virtual XI sono fra le più belle del Metal. Veramente bellissime!
G
Mercoledì 11 Marzo 2015, 16.30.07
40
Si la copertina di The Final Frontier è bruttina ... si riscatta alla grandissima x il video omonimo e x la copertina di EN VIVO
Sambalzalzal
Sabato 19 Maggio 2012, 19.58.36
39
Valkyria Celtica@ parecchi anni fa ad un mercatino del libro trovai questo libello con pochi orpelli grafici... solo una fotografia di Bruce Dickinson in calzoncini corti e t-shirt bianca. E' una specie di diario/intervista di un fotografo che li segue negli USA e che ha come interlocutore principale proprio bruce... Dickinson spiega come fosse venuto fuori il concept di seventh son of a seventh son. A quanto pare ad un certo punto iniziò a ricevere lettere da una donna ricoverata in un ospedale psichiatrico che lo aveva visto in tv in un intervista ed era rimasta colpita dalla sua intelligenza... questa donna lo mette al corrente di un "piano" che a detta sua coinvolge la chiesa, gli eserciti, gli stati tutti in guerra fra loro schierati in fazioni a contendersi l'arrivo di questo possibile salvatore/anticristo... bruce quindi venne ispirato da questa cosa e nacque SSOASS...
Argo
Sabato 19 Maggio 2012, 19.33.02
38
Per capire il senso della copertina di Final Frontier bisogna vedere il video-film dell'omonima canzone.
paride rossi
Sabato 19 Maggio 2012, 12.46.17
37
EDDIE è immortale. Complimenti per l'intero articolo.IRON MAIDEN FOREVER !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Renaz
Venerdì 22 Aprile 2011, 11.47.32
36
"Il culto degli Iron Maiden ha ormai tutte le sembianze di un rito pagano, in cui milioni di fan si prostrano per adorare un dio che agli altri appare maligno e repulsivo, ma che in realtà è benevolo verso i suoi adepti." Parole sante, e quanto mai attuali.
Gemini
Venerdì 22 Aprile 2011, 11.40.45
35
grazie Derek Riggs è un genio, oltre che un grande disegnatore; infatti, esclusa FotD, tutte le cover degli album successivi sono nulla confrontate con le prime, almeno fino a SSoaSS. Le 2 migliori senza dubbio "Live After Death" e "Killers" (anche se "Powerslave"...) e tanto per fare la classifica al contrario le peggiori di sempre "Dance of Death" e "Virtual XI" (anche se "The X Factor"... )
Valkyria Celtica
Venerdì 22 Aprile 2011, 11.38.38
34
Cmq grazie a tutti ragazzi, voi siete encomiabili perchè avete la sensibilità e la testa per apprezzare questo genere di cose Da tempo spingo per fare una cosa del genere perchè le copertine sono pezzi d'arte esattamente come i quadri e ci dicono tante cose in più..... Le mie preferite sono Fear of the Dark e la copertina del singolo Rainmaker mentre quella di The Final Frontier è un insulto a tutto quello che venuto prima... \m/
Valkyria Celtica
Venerdì 22 Aprile 2011, 11.33.19
33
@ GEMINI: Il pesce è simbolo di asservimento ma anche di profondità spirituale (per il suo continuo contatto con l'acqua). Se invece lo vediamo con un uccello, esso domina l'elemento aria e in generale rappresenta una mediazione tra mondo fisico e mondo astratto. Tutto quello che riguarda Eddie è il risultato di una mediazione tra due. Infatti nel retro ci sono sia gli "Eddies ghiacciati" che sono qualcosa di fisico e che riprendono tutte le volte in cui il mostro è stato in carna (le catene e la camicia di forza di Piece of Mind, visibili nel ghiaccio) e c'è una visione evanescente di un Eddie astratto appunto, lo spirito che non potrà mai essere abbattuto. Il libro è il simbolo del profeta, quello che si accinge ad essere il settimo figlio del compact. Il libro è il punto di mezzo tra le due dimensioni di Eddie, non a caso il pesce-uccello-razzo è appena entrato in acqua dall'aria (contatto tra due)
Radamanthis
Giovedì 21 Aprile 2011, 18.42.13
32
@A-Lex: Si, ero fuso io...pensavo alle copertine e intanto scrivevo le mie songs preferite dei Maiden...se non me lo dicevi tu neanche mi accorgevo! Comunque rimedio all'errore: le mie cover preferite sono Seventh son e Brave new world.
A-Lex
Giovedì 21 Aprile 2011, 16.28.18
31
@radamanthis: ma non c'è la copertina di sign of the cross...
A-Lex
Giovedì 21 Aprile 2011, 16.27.43
30
grande articolo ragazzi...complimenti! davvero spunti interessanti in questo articolo sulle cover dei maiden! le mie preferite?Seventh son sicuro al number 1...per l'altra sono un pò indeciso ma direi powerslave. la piu' brutta invece è the x factor!
AL
Giovedì 21 Aprile 2011, 16.07.25
29
ottimo articolo, complimenti. tanti spunti interessanti. le mie preferite sono killers e brave new world. in assoluto però è quella del singolo di run to the hills
Gouthi
Giovedì 21 Aprile 2011, 15.12.24
28
Complimenti ad entrambi, davvero un bellissimo articolo!
Dann
Giovedì 21 Aprile 2011, 12.05.39
27
Ottimo articolo, molto interessante notare le sfumature presenti nelle copertine. Sarebbe bello poter leggere altre recensioni di questo tipo su altri gruppi.
Harris95
Giovedì 21 Aprile 2011, 11.27.40
26
veramente complimenti per l'articolo! le mie preferite powerslave somewhere e killers
Zarathustra
Giovedì 21 Aprile 2011, 10.03.57
25
@Maurilio: per un momento, mentre pianificavamo l'articolo, c'è stata la folle tentazione di inserire anche i singoli, che hanno copertine bellissime. Però puoi immaginare il delirio che ne veniva fuori
Maurilio
Giovedì 21 Aprile 2011, 8.12.37
24
Anche per me comunque il disegno di Fear of... é uno dei piú belli. All´epoca comprai subito la maglietta e fra le tante che avevo era una delle mie preferite. Poi da sottolineare anche gli innumerevoli stupendi disegni per i vari tour o per i singoli. Fra questi cito The trooper, di cui ho poster,adesivo, maxi-singolo,e The beast on the road.
Flight 666
Giovedì 21 Aprile 2011, 0.02.40
23
Comunque se dovessi sceglierne due tra tutte, sarebbero (alla pari) Powerslave e Brave New World!
Flight 666
Mercoledì 20 Aprile 2011, 23.58.19
22
Un articolo encomiabile...mi ha fatto capire un'infinità di cose mai viste prima! Grazie!!!
Room 101
Mercoledì 20 Aprile 2011, 22.55.04
21
Complimentoni a Filippo e Francesca per l'articolo!! Ho imparato un pò di cose nuove !
Matocc
Mercoledì 20 Aprile 2011, 22.01.00
20
ma quante seghe mentali mi son fatto nel mio commento precedente? dimenticavo una cosa: a me la copertina di Fear of the Dark piace un casino!
Matocc
Mercoledì 20 Aprile 2011, 21.58.35
19
@ Zarathustra: probabilmente hai ragione, però anche i becchini (ma da quando fanno la ronda notturna?) hanno la pala -che chissà magari è fuori campo, anche se di notte non la usano- e poi la tomba non è del tutto interrata: a me tra fisionomia e orecchino sembra uno che ha il carrozzone da zingaro parcheggiato fuori dal cimitero, però è solo la mia opinione, adesso che incontro Derek glielo chiedo (magari!) quanto a TXF, che bastardi! lobotomizzano uno tranciato a metà (quindi già morto... evidentemente essendo Eddie uno zombie son voluti andare sul sicuro)
Master Of Pizza
Mercoledì 20 Aprile 2011, 21.26.55
18
Madonna che articolo!
Zarathustra
Mercoledì 20 Aprile 2011, 20.55.04
17
@Matocc: fosse stato un tombarolo avrebbe avuto una pala, invece è il becchino che fa il giro di ronda come guardiano e le macchine di X Factor sono due diverse, certamente -ma arriva alla macchina che lo lobotomizza quando è già stato tagliato in due secondo me.
Matocc
Mercoledì 20 Aprile 2011, 19.36.08
16
solo 2 cosine... 1- quello raffigurato nella prima copertina di NPFTD secondo me più che un becchino dovrebbe essere un tombarolo: sembra un gitano (ha pure l'orecchino tipico) e poi che caxxo ci fa in un cimitero di notte se non rubare? tiè, ben ti sta così impari ... 2- in quarta di copertna di TXF Eddie è su una sedia elettrica (la X indica il 10° album) ma la macchina in copertna che lo lobotomizza e squarta non è la sedia stessa: nel booklet interno si vede che è una macchina messa in orizzontale, quindi l'immagine di copertina è ripresa dall' alto e comunque le differenze di questi due simpatici oggetti si vede
Ubik
Mercoledì 20 Aprile 2011, 18.48.25
15
Bellissimo articolo! Le mie preferite sono TXF (anche musicalmente è il mio preferito) e Powerslave
Frankiss
Mercoledì 20 Aprile 2011, 18.45.04
14
Bel pezzo....complimenti guys....le copertine e il macabro Eddie, unite alla musica, sono certamente un elemento che li ha portati al successo .....con Eddie si sono resi riconoscibili a tutti, detrattori e loro ammiratori!
Screamforme77
Mercoledì 20 Aprile 2011, 16.11.09
13
Articolo molto molto interessante.Le mie preferite sono quelle di BNW e 7SOA7S,su quest ultima volevo far notare un particolare che tra i tanti non è stato menzionato:Le crepe del ghiaccio sullo stesso spazio dei cerchi d'acqua il che da un forte senso della surrealità dell'immagine.Cio nonostante per il mio tatuaggio tributo ho scelto quella del primo album poichè la ritengo la piu simbolica ove il soggetto in questione non è legato ad alcun contesto particolare.Ho avuto la fortuna di scoprire i Maiden ancora in epoca dei vinili e vi garantisco che aquistare un album loro in LP con immagini di maggior dimensioni ha ben altra valenza.Non ho piu il giradischi ma li tengo conservati come delle reliquie.
Zarathustra
Mercoledì 20 Aprile 2011, 16.07.40
12
@Gemini: torno a casa, guardo l'immagine e ti saprò dire
Metal4ever
Mercoledì 20 Aprile 2011, 15.52.10
11
Complimenti ragazzi!!! un lavoro fantastico, che mi ha fatto notare un sacco di dettagli che mi erano sfuggiti. Magari ritornasse il caro Riggs... @Maurillo: le mie sono TNOTB e Powerslave.
Anthony
Mercoledì 20 Aprile 2011, 15.45.18
10
Se non è zuppa è pan bagnato...
Matte Piras
Mercoledì 20 Aprile 2011, 15.37.17
9
che bella mezz'oretta che ho passato
Gemini
Mercoledì 20 Aprile 2011, 15.17.15
8
Articolo molto interessante, anche se a me la cover di FotD è sempre piaciuta così come mi ha sempre fatto ribrezzo quella di TXF. Domanda (una tra le tante che mi sono venute in mente): sul retro-copertina di SSoaSS (oltre alle varie sculture di ghiaccio che rappresentano varie forme di Eddie ed allo stesso Eddie in versione TNotB nel cielo) c'è il terreno ghiacciato che termina nel lembo di un libro; inoltre, poco sotto l'acqua si vede un pesce-uccello-siluro che insegue un altro esserino: che vogliono dire?
Lord_of_all_fevers
Mercoledì 20 Aprile 2011, 14.54.04
7
killers e somewhere in time
zoso82
Mercoledì 20 Aprile 2011, 14.32.38
6
somewhere in time e piece of mind
Radamanthis
Mercoledì 20 Aprile 2011, 14.06.04
5
Colgo il sondaggio di maurilio...le mie preferite sono Run to the hills e Sign of the cross!
leonardo
Mercoledì 20 Aprile 2011, 14.05.50
4
la copertina di the final frontier mostra in eddie l' evoluzione e il futuro della scena metal per adattarsi alle nuove condizioni (in questo caso lo spazio) , mentre gli astronauti morti rappresentano la fine della vecchia generazione inadatta all' attuale panorama musicale
Maurilio
Mercoledì 20 Aprile 2011, 13.24.05
3
Propongo un sondaggio: dite le vostre 2 preferite. Le mie sono: The number of... e Live after death.
Lizard
Mercoledì 20 Aprile 2011, 13.17.31
2
Che bel lavoro ragazzi! Molto bello e riuscito... Effettivamente la mancanza di una continuity nelle copertine post-No Prayer For The Dying pare proprio indicare anche una cesura col proprio passato ed una mancanza di chiarezza univoca sul percorso da seguire. Non vorrei sembrasse un collegamento forzato e valido solo a posteriori, ma mi sembra plausibile.
BILLOROCK fci.
Mercoledì 20 Aprile 2011, 11.48.35
1
indubbiamente le copertine degli iron maiden sono tra le più belle e particolari di tutto il mondon rock/metal..... the number of the beast........
IMMAGINI
Clicca per ingrandire
Eddie, simbolo degli Iron Maiden
RECENSIONI
62
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80
81
81
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s.v.
s.v.
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