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METALCAMP - # 2 - Tolmin, Slovenia, 11-17/07/2011
24/07/2011 (4324 letture)
“Marjaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaannnnn” (chiunque a qualsiasi ora gli ultimi giorni del Metalcamp)

I primi tre giorni di Metalcamp sono passati, tra svariate ore di musica, bagni nell’Isonzo, notti insonni e fiumi di birra, ma il popolo del metal sembra non accusare la stanchezza e anzi l’entusiasmo sembra crescere esponenzialmente ogni giornata, preparandosi ad un venerdì e un sabato all’insegna di alcuni dei miti della musica pesante teutonica! Stacchiamo però momentaneamente la spina dal main stage…

IL SECOND STAGE
Il second stage si trova al “centro” del Metalcamp, a metà tra main stage e beach bar, e ha un vantaggio rispetto al palco principale: di giorno è piacevolmente all’ombra! Senza contare che è circondato dalle varie bancarelle di merchandise e di ristoro... la zona è quindi fondamentalmente un crocevia e un posto d’incontro. Ma quanti si attardano ad assistere alle band che si propongono al second stage? Quanti riescono a coinvolgere e a riscuotere successo nonostante l’agguerrita concorrenza del main stage? È stato un piacere constatare che, al contrario di quello che spesso accade in Italia, molti metallers seguono con piacere anche i cosiddetti gruppi emergenti, chi in prima fila, chi seduto su una panca a mangiare un cheeseburger; il merito, soprattutto, spesso veniva pagato: la qualità delle canzoni è stato determinante nell’ottenere un certo seguito. Per ovvi motivi non potevamo assistere ai concerti di tutte le band, ma non si può dire che non ci siamo dati da fare e quindi ecco una sintesi dei gruppi che ci hanno particolarmente colpito in positivo e in negativo.

I PIÙ Halor: band thrash metal, gruppo che appare piuttosto solido e che con la sua velocità riesce a coinvolgere e a richiamare molti accoliti dalle retrovie. Teneteli d’occhio.
Illuminata: band gothic con due ragazze alla voce, il livello tecnico medio è davvero notevole e nonostante il genere non sia tra quelli di grande richiamo al festival, i nostri riescono comunque ad ottenere un po’ di attenzione.
Hellcats: band heavy metal di sole ragazze, una rarità, conquistano una grande fetta di pubblico dimostrando di sapere fare il loro lavoro e di poter insegnare a molti maschietti come tenere un palco, anche se non so quanti dei presenti fossero realmente interessati alla musica.
Evile: uno dei grandi nomi del second stage, nonostante siano un po’ sacrificati e penalizzati dal fatto di suonare praticamente in contemporanea con i Blind Guardian, gli inglesi riescono a suonare la carica e con determinazione strappano un ottimo numero di spettatori al main stage. Forse una delle band thrash del futuro.
Alestorm: altro nome importante, chiude la serata di venerdì con un ottimo show che riesce a radunare i metallari vaganti non ancora in spiaggia o in campeggio. Ampiamente promossi.
Moonsorrow: il noto gruppo viking metal chiude l’ultima notte di Metalcamp, un ruolo di prestigio che si mettono sulle spalle ed esaudiscono alla perfezione grazie ad una prestazione ottima e un muro sonoro invidiabile.

I MENO
Doomed: band death metal, non riesce a esaltare il pubblico che rimane troppo sulle sue; il chitarrista solista pecca forse un po’ sulla tecnica, al contrario del cantante/chitarrista, veramente molto bravo.
Black Dynamite: gruppo heavy metal abbastanza banale composto di giovanissimi musicisti, che pagano l’inesperienza ed una certa ingenuità. Un chitarrista solista a cui si slaccia la tracolla due volte non aiuta, mentre spaccare la chitarra sul palco fa più tenerezza che ribellione.
Locracy: la band sembra un po’ “impallata”. I brani mancano d’energia, manca poi la presenza scenica, appena accennata. Peccato, mi è sembrato che tecnicamente i ragazzi non fossero messi male... Rinviati.

Al second stage è sempre affidata la chiusura della serata dei concerti. Ma cosa si fa al Metalcamp terminata la musica? Come si trastulla la fauna metallara?

LA VITA NOTTURNA… A NUDO
Finiti gli spettacoli, si può restare a curiosare tra le bancarelle o mangiarsi qualcosa (cibo disponibile 24 ore su 24, una manna), andare alla tenda a bere e fare due chiacchere, andare a dormire (opzione raccomandata solo per temerari: le urla e la musica proiettate dai campeggiatori durano tutta la notte e iniziano a rarefarsi non prima delle quattro del mattino) o andare in zona spiaggia. Quest’ultima, in cui non può mancare un bar e qualche baracchino in cui si può mangiare, è la preferita dei campeggiatori, e non solo perché, a seconda delle esigenze, ci si può buttare a rilassarsi o fare casino tutta la notte. Un piccolo palco ospita delle casse che mandano musica tutto il giorno, mentre ogni notte, finiti i concerti, vi salgono due spogliarelliste! La musica viene improvvisamente cambiata e vengono trasmessi grandi classici a tema, come I Was Made For Lovin’ You dei KISS o Poison di Alice Cooper. Le ragazze eseguono il loro spettacolo fino ad arrivare al nudo integrale di fronte a una folla di metallari sbavanti; a un certo punto dell’esibizione un paio di ragazzi vengono ogni notte chiamati sul palco a ballare con le spogliarelliste bollenti: a chi allunga troppo le mani viene intimato di finirla. Di sicuro uno degli show che la comunità del Metalcamp apprezza di più!
Durante la notte non mancano alcuni coraggiosi/folli intenti a farsi il bagno nell’Isonzo gelido mentre altri, annoiati, si divertono a lanciarvi sassi. L’attrazione principale dei metallari, comunque, rimane l’inossidabile e sempre fedele birra, venduta ad un buon prezzo trattandosi di un festival (3 euro).

DAY 4
Ma torniamo a narrare le gesta delle band “maggiori”! In fondo siamo arrivati agli ultimi due giorni di festival e, dopo gli Slayer, la gente non aspetta che replicare una serata del genere.
Il primo gruppo ad avere un ampio riscontro di pubblico sono i Powerwolf, band power metal tedesca. La band, che attacca a suonare alle otto, esegue alla perfezione i pezzi, ma la vera marcia in più sono forse i travestimenti e la scenografia assai coinvolgente. Aiuta non di poco la simpatia del frontman, che non esita a fare due chiacchere con il pubblico.
Scendono poi sul palco i sette elementi degli In Extremo: la band folk metal (anch’essa tedesca) delizia gli spettatori con la loro particolarissima proposta. Per chi non lo conoscesse il gruppo è fortemente influenzato dalla musica medievale ed offre al pubblico un ventaglio di strumenti e di suoni non indifferente. Aiutati dai testi epici e da un’ottima presenza scenica, gli In Extremo compiono uno show brillante a dispetto dell’ombra ingombrante dei…
... Blind Guardian! Il gruppo power è uno dei più attesi ed amati del festival e la folla presente al loro concerto lo testimonia. In molti cominciano già a intonare alcune delle canzoni storiche della band molto prima del loro arrivo sul palco, e al loro arrivo è festa. Il pubblico, per lo meno quello nelle prime file, è tra i più coinvolti dell'intera manifestazione nell’intonare in coro le canzoni dei propri idoli. La scenografia è scarna, ma i Guardian compensano con un’ottima presenza scenica ed un’attenzione particolare alle luci, perfettamente coordinate alle canzoni. La resa sonora è esente da errori, e la scaletta soddisfa tutti i fan che, intervistati, esaltano le virtù della band affermando che non sbaglia un colpo.
Sono poi i danesi Mercenary a chiudere la serata con il loro death metal melodico combinato al power: avendoli già visti suonare live in passato, ho confermato le mie buone impressioni dell’epoca, vista l'esecuzione magistrale dello spettacolo, carico di cattiveria nonostante un ruolo forse non troppo comodo.

SETLIST BLIND GUARDIAN
1. Sacred Worlds
2. Welcome to Dying
3. Nightfall
4. Time Stands Still (at the Iron Hill)
5. Turn the Page
6. Time What Is Time
7. Majesty
8. Tanelorn (Into the Void)
9. And Then There Was Silence
10. A Voice in the Dark
11. The Bard's Song - In the Forest
12. Mirror Mirror


DAY 5
Eccoci infine arrivati all’ultimo giorno del festival, probabilmente il più ricco sotto il profilo dei nomi. Il popolo metallaro è in subbuglio, è davvero brutto che la settimana sia già finita: gli animi sono comunque esaltati dall’idea degli headliner della serata…
Alle 16:45 suonano, inspiegabilmente, i Virgin Steele: lo storico gruppo statunitense padre dell’epic metal è relegato al pomeriggio. Un buon numero di persone viene a vedere la band capitanata da DeFeis, comunque poche rispetto alla fama della band. Ma parliamo della prestazione: privi del bassista, il concerto della band sarebbe anche molto piacevole se non fosse stato danneggiato dalla breve durata (solo mezzora) e da un fonico tra i più incompetenti che abbia sentito (il suono era davvero a tratti mortificato). Peccato, anche perché DeFeis sembrava in buona forma canora.
Seguono gli Steelwing che, purtroppo, confermano l’impressione che ho avuto ascoltando il loro cd: più che un omaggio la band sembra una caricatura dell’heavy anni ottanta. Non basta vestirsi con pantaloni di pelle e suonare un heavy mummificato per essere dei grandi artisti; a tratti, in aggiunta, il cantante sembra non essere abituato a tenere in mano il microfono, mangiandosi parole e ciccando vari attacchi.
Successivamente è il turno dei Belphegor: non posso dire di essere un grande esperto di black metal, ma la band mi ha fatto una buona impressione, le canzoni erano potenti e coinvolgenti, la scenografia accattivante; i pareri dei fan, infine, ampiamente positivi (ed è forse la cosa più importante).
Ecco poi una leggenda del death, i Deicide. La nota band fornisce un’ottimo spettacolo che manda i fan in visibilio. Il muro sonoro generato dagli statunitensi è imperioso e scatena i fan. I Deicide raramente deludono le aspettative, anzi, il riffing aggressivo, la batteria incalzante e la voce rabbiosa di Glen Benton realizzano un concerto che non poteva essere più azzeccato. Peccato solo per l’orario (19.30-20.30), certamente non tra i migliori in cui i nostri hanno suonato.
E così siamo già arrivati, purtroppo, alla terzultima band del main stage, gli Amorphis. Il gruppo folk/progressive finlandese ha un seguito che non mi aspettavo tanto ampio: nelle prime file i fan supportano il gruppo urlando a squarciagola le canzoni, scatenando valanghe di applausi. In effetti i sei musicisti sanno intrattenere molto bene il pubblico, specialmente il cantante Tomi Joutsen, ottimo giostraio di folle. Ad ogni modo la maggior parte dei metallers non è al main stage per gli Amorphis, per quanto bravi…
Finita la prestazione degli Amorphis cresce l’attesa per uno dei gruppi più celebri della storia dell’heavy metal, ossia gli Accept. La folla aumenta, la pressione sale e si libera non appena scendono sul palco i cinque “vecchietti”. C’è poco da dire: la prestazione è esemplare, credo che tanti giovani musicisti dovrebbero prendere esempio da una band tanto solida ed inossidabile. I movimenti sul palco sono perfetti ed il concerto è ottimamente studiato. Wolf Hoffman esalta il pubblico con la sua chitarra, le coreografie con Herman Frank e Peter Baltes sono perfette; Mark Tornillo continua a non far rimpiangere troppo Udo, anche se verso le ultime canzoni inizia a subire un po’. Ad ogni modo l’accoglienza del pubblico è totale e i brani estratti da Blood Of The Nations sono accolti bene; è sui classici tuttavia che i metallari si scatenano: brani come Fast As A Shark, Metal Heart e Balls To The Wall continuano ad entusiasmare ed a fare alzare le corna. Concerto eccezionale.
Ma non è ancora finita, anzi. Si prepara l’ultimo concerto del main stage, forse il più duro del festival: stanno per suonare i Kreator, e la gente si prepara alla botta sonora che sta per arrivarle nelle orecchie. I quattro thrasher effettuano una partenza lampo con il brano Hordes Of Chaos: alla prima nota parte già il pogo, tuttavia Mille Petrozza appare in difficoltà: sembra non riuscire a reggere vocalmente la velocità del brano e ad un certo punto si dimentica di cantare una frase della canzone! Preoccupato, ho atteso il secondo brano: l’eccezionale frontman tedesco, fortunatamente, si è subito ripreso, è sembrato quasi che dovesse scaldare la voce; ad ogni modo, il resto del concerto è stato perfetto. La violenza generata dalla musica dei Kreator si concretizza nel wall of death ed in svariati mosh pit sempre più grandi, richiesti dallo stesso Mille Petrozza, che chiede più di una volta di realizzare la mosh pit più grande della storia del Metalcamp (ad occhio direi che il desiderio è stato probabilmente esaudito). Non credo che i Kreator potessero regalare un concerto migliore, grazie anche ai classici che tutti volevano sentire. La chiusura del Metalcamp non poteva essere affidata ad un gruppo più adatto!

SETLIST KREATOR
1. Hordes of Chaos (A Necrologue for the Elite)
2. Warcurse
3. Pleasure to Kill
4. Destroy What Destroys You
5. Voices of the Dead
6. Enemy of God
7. Phobia
8. People of the Lie
9. Reconquering the Throne
10. The Patriarch
11. Violent Revolution
12. Betrayer
13. Flag of Hate
14. Tormentor


Ed eccoci arrivati alla fine: avrò ottimi ricordi di questa vacanza, della splendida location e, ovviamente, di questi eccezionali concerti. Onore agli organizzatori, in grado di proporre ancora una volta un festival d’eccezione, al centro dell’Europa e con dei nomi sempre più importanti: ottimo lavoro!



Laura
Mercoledì 27 Luglio 2011, 1.35.29
4
Beh ragazzi io quest'anno c'ero e vi dico che è un'esperienza da fare assolutamente! Non pensateci soltanto: andateci!!!
Exar Kun
Lunedì 25 Luglio 2011, 13.34.06
3
Ad Agosto l'anno prossimo? Meglio! Comincio a pensarci seriamente allora.
piggod
Domenica 24 Luglio 2011, 20.42.39
2
Come ogni anno, il Metalcamp si è rivelato un'esperienza divertente. Ovviamente, l'anno prossimo si torna, anche se vi è stato un cambiamento del periodo di svolgimento del festival (05/08/12 - 11/08/12).
Lizard
Domenica 24 Luglio 2011, 18.13.39
1
Uhm.... Mi state seriamente tentando per l'anno prossimo....
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