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SIN CITIES - # 2 - Firenze
25/10/2011 (4885 letture)
FIRENZE CITTA’ DEL ROCK: I PRIMORDI
Parlare di Firenze come Città del Rock è un argomento affascinante ed impegnativo, che si confronta e si intreccia con la storia di una città unica, croce e delizia dei suoi abitanti, che ne vanno tanto fieri e sono ad essa tanto legati, quanto la odiano e la vorrebbero “migliore” e più degna del proprio passato. Un passato che finisce poi per rinchiudere la città moderna, quasi soffocandola col suo splendore ed il proprio insuperabile apice. Centro culturale ed artistico mondiale, Firenze deve la propria fama e la propria fortuna ad un’epoca irripetibile che ne ha fatto un punto di riferimento mondiale ed ha esercitato allora come oggi un’attrazione piena di fascino, rendendola una meta imprescindibile del turismo, che quotidianamente prende di assalto un centro urbano di dimensioni ridotte, tipico di ogni città di impianto medievale italiana. I legami internazionali della città nascono e si rafforzano proprio allora, nell’epoca dorata del Rinascimento: usando una terminologia oggi tristemente famosa, potremmo dire che il primo collasso la città lo ha sofferto proprio in quell’epoca lontana, quando la Corona inglese si trovò impossibilitata a rimborsare i propri creditori e smise di onorare il proprio debito sovrano, che si trovava quasi tutto nelle mani dei banchieri fiorentini. La Storia sarebbe davvero maestra, se solo la ascoltassimo. Tornando alla contemporaneità, è indubbio che il legame che la città ha sviluppato col linguaggio del rock si debba anche e proprio al richiamo che essa esercita in tutto il Mondo e sui paesi di lingua anglosassone –e tedesca- in particolare. Che si tratti di puro turismo di massa o di turismo culturale e di elite, l’abitudine che i cittadini fiorentini hanno sviluppato alla presenza continua di persone provenienti da ogni angolo del globo, ha sicuramente contribuito a renderla una città aperta, le cui avanguardie artistiche hanno saputo trarre grande ispirazione da ogni movimento culturale che si affacciasse sulla ribalta cittadina. Oltre a questo, va segnalata anche la presenza di numerose scuole stabili che attirano centinaia se non migliaia di studenti americani, australiani ed inglesi, che hanno fatto di Firenze la loro casa per qualche anno e costituiscono uno dei bacini di utenza più interessanti ed entusiasti per gli spettacoli dal vivo. I primi segni di contaminazione culturale risalgono indubbiamente agli anni ’50 e ’60, con l’avvento del rock’n’roll prima e del beat inglese poi, due correnti che in città attecchiranno immediatamente, dando poi luce a numerose formazioni autoctone. La fame di musica che il pubblico internazionale e cittadino contribuì ad esaltare, riempì una città architettonicamente medievale e, poi, ottocentesca di piccoli locali e club fumosi nei quali era facilissimo trovare esibizioni dal vivo o improvvisate discoteche, che contendevano alle classiche balere il primato della musica da ballare. La ricaduta fu, quindi, la nascita di numerose band locali che proponevano spesso un repertorio interamente composto da hit internazionali o dai classici beat italiani, fino anche ai coraggiosi che iniziavano a proporre un repertorio originale.

GLI ANNI ’70 E ’80: FIRENZE CAPITALE DELL’UNDERGROUND
Questo tessuto underground trovò un proprio consolidamento negli anni ’70, nei quali l’endemica assenza di luoghi preposti ai grandi eventi di carattere musicale, vera piaga della città come di molte altre realtà italiane, fu ovviata col trasferimento di tali eventi nel Palazzetto dello Sport ed allo stadio Comunale: memorabile in questo senso fu l’esibizione di Patti Smith, la poetessa del rock che tenne qui un acclamatissimo concerto. La stessa artista lo ricorda così: “almeno una volta al giorno, tutti i giorni, dal 10 Settembre 1979, io ripenso a quel concerto memorabile, forse il migliore ma sicuramente il più potente, di tutta la mia carriera artistica”. Indimenticabile fu anche l’esibizione di Fabrizio De André accompagnato dalla P.F.M. nel tour che li vide assieme, anch’esso del gennaio 1979, con le date tenute al Teatro Tenda che finiranno poi sul memorabile album Fabrizio De André in Concerto – Arrangiamenti PFM. Citare solo questi due esempi finisce però per far torto ad una decade fondamentale per la città, nella quale si gettano le basi per tutto il successivo sviluppo musicale, che troverà negli anni ’80 la sua consacrazione definitiva. Nascono in questi anni i locali destinati a diventare il fulcro dell’attività concertistica cittadina: l’Auditorium F.L.O.G. (1972), il Tenax (1981) ed il Manila. Nascono anche i primi studi di registrazione professionale di livello internazionale, come una delle prime radio libere italiane, Controradio, che si costituirà in cooperativa nel 1976 e, a partire dal 1984, organizzerà il famoso Rock Contest. Nascono infine numerose sala prova e le prime etichette indipendenti, come ad esempio la Materiali Sonori di San Giovanni Valdarno, attiva già dai primi anni Settanta sotto la guida dei fratelli Bigazzi (poi famigerati autori sanremesi per molte delle celebrità neomelodiche-piagnone degli anni ’90) che licenzierà, tra gli altri, i dischi di Alexander Robotnick, Neon, Bisca, Orient Express, TuxedoMoon, Litfiba; la Kindergarten Records che lancerà Sandro Tamburi, (ancora) Neon, Martine Michellod, Pankow, Scudocrow; la IRA che invece produrrà i debutti di Litfiba, Diaframma, Detonazione, Moda, Violet Eves: leIndustrie Discografiche Lacerba che stampavano anche la fanzine Free con allegati cd, cassette e poesie (allego l’intervista ad uno dei suoi redattori, Paolo Cesaretti firma anche di Rockerilla, perché ricchissima di informazioni e conferme su tutto il tema del presente articolo). Per arrivare, infine, alla Contempo Records, fondata nel 1983, etichetta storica che aveva nel proprio roster gruppi del calibro di Diaframma, Litfiba, Clan of Xymox, Christian Death, Venus in Furs, Pankow, Cocteau Twins, Dead Can Dance, Nuova Era, Fields of The Nephilim, Throwing Muses, Death SS/Sylvester’s Death, Extrema e molti altri ancora. Siamo ormai arrivati agli anni ’80, la decade d’oro per la Firenze musicale, anni nei quali i semi abbondantemente gettati nei decenni precedenti trovano la loro germinazione. E’ questo il periodo dell’affermazione discografica delle principali band fiorentine e della nascita di gruppi ormai dediti all’hard rock/heavy metal come gli storici Sabotage e gli indimenticabili livornesi Strana Officina guidati dal singer di origini Pratesi Daniele ”Bud” Ancillotti. Anche in questo caso, citare i primi della lista vuol dire nascondere un sottobosco fittissimo di band più o meno fortunate che calcheranno i palchi cittadini in quegli anni, sognando un’affermazione futura che non arriverà mai. Da ricordare, invece, la nascita della prima televisione europea –e seconda al Mondo, dopo MTV- interamente dedicata alla musica, Videomusic, fondata nel 1984 nella tenuta Il Ciocco, in provincia di Lucca ed, ancora, il primo Pistoia Blues Festival nel 1980 e l’Arezzo Wave nel 1987. In quegli anni, la scena fiorentina è senza dubbio la più importante in Italia, tanto che lo scrittore Pier Vittorio Tondelli, nominerà Firenze Capitale dell’Underground italiano nel suo libro Un Weekend Postmoderno (Bompiani, 1991). Sempre nel 1984 si terrà la prima mostra mercato, l’Indipendent Music Meeting, che riuniva tutte le principali etichette indipendenti italiane ed internazionali, all’interno della quale si terrà il memorabile concerto tenuto da Litfiba, Diaframma e Neon: un evento epocale di cui segnalo questa gustosa presentazione tratta dal quotidiano Paese Sera. Sempre in questa cornice, che si è mantenuta fino ai primi anni ’90, si sono tenute le esibizioni di moltissimi artisti stranieri di livello internazionale e si sono decisi i destini di tante band poi divenute famose in tutto il mondo. Torniamo ancora a citare gli storici locali Tenax e Manila ed il Casablanca dove si terrà il primo festival rock, denominato Il Rock Mette i Denti, che sarà poi vinto –indovinate- proprio dai Litfiba. Da citare, inevitabilmente, anche le rockoteche che nacquero da lì in avanti: il Brighton, il Lion’s Garden, il Backdoors, lo Stravaganzia. Locali questi sparsi nel territorio della provincia e quasi tutti ospitati all’interno delle Case Del Popolo, allora –come in parte oggi- vero fulcro dell’aggregazione sociale e del cazzeggio cittadino, impegnato e non. Chiunque abbia vissuto quegli anni potrà testimoniare il tripudio culturale della Firenze di allora (non a caso eletta Capitale della Cultura Europea nel 1986, seconda dopo Atene nel 1985, anno di istituzione del premio), nella quale concerti, performances, eventi artistici e notturni di ogni sorta trovavano spazio e pubblico e nella quale, la comunità rock e metal eleggeva i propri luoghi di ritrovo e trovava una sua dimensione ragguardevole, considerando la dimensione media della città. Si trattava insomma di un felice punto di incontro tra componenti diverse, che nascevano tutte da un volano indispensabile: la presenza di un pubblico. La vita si svolgeva ancora per le strade, dall’incontro tra persone ed individualità, tra aspirazioni artistiche personali e dimensione internazionale, tra istituzioni culturali e sociali e cittadinanza, tra offerta e domanda di arte e cultura, di cui il rock costituiva un elemento fondamentale, assieme al retaggio artistico rinascimentale ed all’industria della Moda rilanciata dall’evento Pitti Immagine.

PICCOLI METALLARI CRESCONO
E’ in questo scenario che cominciai ad ascoltare la musica che avrebbe segnato da lì in avanti la mia vita. Come molti, iniziai sin da piccolo un profondo rapporto di scambio con la bambinaia di molte generazioni: la tv. Fu grazie alla tv, più che alla radio, che scoprii la musica del mio tempo. L’amore per la musica mi è stato trasmesso dalla mia famiglia: vinili e musicassette dei generi più disparati hanno da sempre fatto parte del mio curriculum grazie alla vera passione che i miei genitori mi hanno trasmesso, ma il primo contatto con la musica degli anni ’80 arrivò con il programma Deejay Television, del quale fui appassionato spettatore fin da bambino. Da lì alla scoperta di quello scrigno di meraviglie che era Videomusic il passo fu breve: la programmazione prevedeva in quei primi anni molti videoclip, alcuni con il commento dei VJ dell’epoca, molti altri in semplice rotazione. Si andava dall’elettropop tipico di quegli anni fino all’hard rock ed all’heavy metal. La folgorazione, lo ricordo ora come fosse oggi, arrivò con i video dei Guns’n Roses e quello di Headless Cross dei Black Sabbath. A seguire, Bon Jovi, Whitesnake, Poison, Aerosmith, Metallica e così via. Una vera manna per un ragazzino in cerca di nuove emozioni. Fui molto fortunato, perché mio fratello mi seguì in questa passione, diventando il mio primo alleato in questa scoperta. Fu un mio compagno di scuola, però, ad intraprendere con noi questo percorso e, con lui ed altri, iniziammo presto a comprare le cassette ed a scambiarcele via via, dato che il costo per l’acquisto era sicuramente alto per le nostre tasche, già all’epoca. Il primo punto di approdo fu un piccolo negozietto di paese, il DiscoPiù. Era poco più di un buco, forse 5 metri quadrati in tutto e ricordo che più che il negozio ad attirarmi fu la splendida commessa. In seconda battuta, il Music Rama, che aveva due negozi, uno dei quali dedicato solo alla vendita di dischi mentre l’altro, tutt’ora esistente, è un negozio di strumenti musicali. L’approdo in città arrivò presto e la prima meta fu uno dei punti nevralgici per i rockers dell’epoca: l’American Transfers, un negozio di abbigliamento “alternativo”, nel quale si trovava davvero di tutto, dalle toppe alle magliette, dalle felpe alle borchie, perfino stampe a caldo, pantaloni di pelle… Un vero paradiso, insomma. All’epoca l’acquisto di t-shirts e toppe andava davvero forte, era un rituale immancabile. Ricordo la trepidazione, l’emozione della scelta, di fronte a quei nomi a cui spesso non riuscivi ad assegnare dei volti, per non parlare di una musica. Non nascondo che molti acquisti si basavano più che altro sull’estetica, con grossissimo disappunto di mia madre, che odiava quelle magliette coi mostri che la costringevano a sedute infinite al ferro da stiro. L’American Transfers si trova tutt’ora in Via Nazionale, vicino alla stazione di Santa Maria Novella, centro nevralgico dei mezzi di trasporto della città e, di lì a poco, anche degli acquisti. I piccoli negozi di paese non potevano offrire quella qualità e quella competenza indispensabile per uno che doveva assolutamente allargare le proprie conoscenze. Fu così che, mentre la collezione cresceva, anche le riviste musicali cominciarono ad entrare nella mia casa, costringendomi poi a cercare negozi all’altezza delle mie richieste. Fortunatamente, nei dintorni della Stazione, oltre all’American Transfers si trova anche il mercato stabile di San Lorenzo, con le sue bancarelle sempre aperte piene di magliette metal ed il negozio di musica Alberti nel quale presto cominciai a fare i miei acquisti. Ma la vera rivoluzione fu la ristrutturazione del sottopassaggio della Stazione, al termine del quale, ben tre nuovi negozi furono aperti: parlo della Galleria del Disco (con due negozi posti ai due capi estremi del sottopassaggio) e della Superecords. Mete fisse delle mie peregrinazioni, grazie al loro sterminato catalogo ed alla forte predisposizione per l’hard’n’heavy. Qua trovavi praticamente di tutto, dischi nuovi, offerte, magliette, demo, promo… Ma, soprattutto, i consigli di gente che sapeva cosa ti vendeva ed una volta imparati i tuoi gusti, sapeva orientarti nell’acquisto. La comunità metal era allora davvero folta, anche tra i compagni di scuola. Molti metallari, molti scambi, molti consigli. Ricordo gli anni delle Superiori come il momento di massima esplosione della passione ed anche dei primi tentativi di ordinare una collezione che cresceva davvero a forti ritmi. Arrivarono i primi concerti al Palasport e poi all’Auditorium F.L.O.G., l’acquisto delle magliette si trasferì quindi direttamente durante le esibizioni ed il sottoscritto iniziò a prendere le prime lezioni di canto, entrando quasi subito nel primo gruppo metal. Ecco che il problema si spostò da dove andare a vedere i concerti, a dove andare a suonare. I locali famosi non prendevano certo gruppi di perfetti sconosciuti, quindi furono le Case del Popolo, le Feste dell’Unità ed i localini minori ad essere presi d’assalto, mentre i Centri Sociali diventarono riferimento fondamentale in città per i concerti. Nel frattempo, il metal italiano cominciava a diventare qualcosa di un po’ più grande, tanto da proporre i primi video in rotazione su Videomusic, vero punto di riferimento, oltre al giro di amicizie ed ai negozi specializzati. Scoprimmo così, che molti gruppi incidevano per la Contempo Records e grande sorpresa fu leggere sui booklet delle cassette che si trattava di un’etichetta di Firenze!! Correre subito al negozio fu un attimo, come scoprire lì un archivio di vinili mai visto prima. Ma le cose stavano per cambiare irreversibilmente.

LA FINE DI UNA SCENA? GLI ANNI ’90 E 2000
Come avviene spesso, all’epoca di splendore degli anni ’80, seguì un periodo di relativa stagnazione nei primi anni ’90. Non che venissero a mancare gli eventi, anzi, sono memorabili ad esempio il tour Iron Maiden/Anthrax del 1990, anno anche del Clash of The Tytans, come i concerti di Bruce Springsteen ed il primo –ed unico?- Italian Monsters of Rock che si tenne in uno straripante Auditorium F.L.O.G. il 20 Novembre 1993 con una scaletta da paura: Electrocution, Tossic, Broken Glazz, Strana Officina, Extrema, Sylvester’s Death. Anzi, proprio nel 1990 nasce a Firenze quella che presto diventerà uno dei protagonisti assoluti della scena italiana, la Rock’n’Dogs, promoter che cambierà il proprio nome in Live nel 2000 ed infine in Live In Italy, divenendo il principale operatore in Italia per l’heavy metal, nel bene e nel male. Quello che piano piano viene ad erodersi, però, è proprio il circuito virtuoso che fino a quel momento aveva garantito il grande sviluppo della scena: il pubblico comincia a settorializzarsi e segmentarsi, così che i sostenitori di un certo filone smettono di sostenere gli altri gruppi e non si recano più agli eventi per il solo scopo di divertirsi e stare insieme, di scambiare cultura, preferendo i “propri” eventi a discapito degli altri; i gruppi cittadini, Litfiba in primis, cominciano a mostrare il fianco alle critiche e si ritrovano col fiato corto e numerosi problemi di formazione ed interpersonali, sciogliendosi o accettando definitivamente la propria dimensione cult (Diaframma); la Contempo Records dichiara il fallimento nel 1995 ed il negozio di dischi cambia gestione e diventa Data Records; il Manila chiude i battenti e diventa uno strip bar, così come chiuderanno anche il Backdoors ed il Lion’s Garden, pur tentando entrambi ritorni purtroppo effimeri, il glorioso Teatro Tenda diventa Saschall e chiude quasi definitivamente i propri battenti alle esibizioni live, mentre anche il Tenax si trasforma piano piano in discoteca tout court e l’Auditorium F.L.O.G. diventa locale alternativo, ancora dedito al rock ma anch’esso sempre meno propenso all’esibizione live e tanto meno al metal; il centro cittadino comincia a trasformarsi in un enorme centro commerciale uguale a quello di ogni altra città, mentre gli affitti proibitivi spingono i fiorentini in provincia, svuotando la città dei propri abitanti; le amministrazioni pubbliche sposano il sogno della città-museo tutta turismo e passato ingessato e tradito. Gli anni ’90 si caratterizzano quindi come un periodo di sostanziale stallo, nel quale ancora ci si nutre dei fasti del passato ma la crisi comincia a mordere, mentre la scena cittadina si fa conoscere solo per i solisti neomelodici della scuderia Bigazzi: Marco Masini, Irene Grandi, Paolo Vallesi, Alessandro Canino. Parziale eccezione a questo periodo di crisi fu l’affermarsi dei Necromass e dei Domine. Dalle ceneri dei Necromass nascono i GF 93, ma questa onda si esaurisce presto e non riesce a trasformarsi in una mareggiata ed anche l’esplosione della scena power, che comunque porta alla nascita di molte formazioni, non sposta di una virgola questa tendenza. Il percorso continua quindi verso il basso, nonostante le Mostre del Disco che si tengono inizialmente al Saschall. Non si tratta di un percorso di discesa lineare e questo ha forse mascherato la grande crisi che sarebbe esplosa di lì a poco: nuovi locali nascono (cito ad esempio il Cencio’s -oggi chiuso-, il Siddharta -che si è poi trasferito-, l’Exenzia, e l’ultimo venuto, il Viper Theatre inaugurato nel 2007), nuove etichette vengono lanciate (la Audioglobe) e sale prova sono sparse ovunque, mentre il numero di band si conferma altissimo; la famigerata acustica del Palasport viene in parte migliorata ed, ultimamente, anche l’Anfiteatro Delle Cascine viene riaperto al pubblico. Ma il rock, quello duro, quello che trattiamo giornalmente su MetallizeD, scompare gradatamente dalle preferenze del pubblico, mentre si segnala un piccolo e significativo ritorno della scena jazz e blues nei primi anni 2000. Cambiano piano piano anche le abitudini: i concerti rock e metal diminuiscono, sia da vedere che, purtroppo, da proporre. Videomusic che era arrivata a proporre diversi programmi dedicati anche alle esibizioni in studio ed aveva mandato uno special sul Monsters of Rock del 1992, viene venduta al gruppo Cecchi Gori nel 1995, il suo logo sparisce definitivamente nel 1997 e le sue frequenze passano prima a TMC2 e, a partire dal 2001, a MTV Italia. L’avvento di internet e degli MP3 mette alle corde i negozi di dischi, che cominciano a chiudere: prima i più piccoli –tra cui il DiscoPiù, in cui la mia avventura di acquirente era cominciata e dove, per un caso curioso, acquistai anche il mio primo CD, Nola dei Down- e poi anche i più grossi, tra cui il Music Rama e la Superecords. Sparisce il giro abituale in Centro: le magliette si comprano sempre più raramente e solo ai concerti, i dischi si ordinano via internet o, qualche volta, alla sopravvissuta Galleria, i piccoli locali non danno più spazio al metal. Chiude l’Hard Rock Cafè (in realtà, piuttosto squallido e mai frequentato più di tanto), chiude l’effimera esperienza del Transylvania che qua è durato veramente lo spazio di una stagione e non ha mai rappresentato un vero ritrovo per rockers e tutta la musica dal vivo, o quasi, diventa appannaggio delle cover bands, o di correnti musicali lontane dal rock duro.

Firenze oggi resta una città multiculturale ed aperta, meta di turismo internazionale e di eventi culturali ma anche iniziative come L’Estate Fiorentina organizzata per anni da Mauro Pagani e poi passata alla disastrosa gestione di Piero Pelù, che si concretizza sostanzialmente nell’esibizione tenuta dai Radiohead nella prestigiosa vetrina del Piazzale Michelangelo, non riescono a riportare in città i fasti passati; persino una delle principali istituzioni culturali italiane, l’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, subisce gli effetti dei pesanti tagli imposti alla Cultura da governi ciechi ed insensibili ed ogni anno si deve confrontare col problema della propria esistenza. Sintomo di questa difficoltà sono state anche la disastrosa gestione dell’Italia Wave Love Festival nel 2007, prima incarnazione del dopo Arezzo Wave, glorioso festival indipendente che ha tentato il rilancio in terra fiorentina trovando invece infiniti problemi ed una edizione da dimenticare prima dell’approdo di Livorno e la fuga di quest’anno in terra di Puglia, e l’edizione dell’Evolution Festival sempre del 2007, speranza morta di avere in Italia un concorrente credibile del Gods of Metal. Indicare un colpevole di questo stato di cose, che ha trasformato la Capitale dell’Underground in una città tutto sommato periferica, è impossibile e forse anche ingiusto: troppe le concause. Di sicuro, si può pensare che manchino alcune basi primarie che invece avevano permesso lo sviluppo della scena decenni orsono: non mancano certo i turisti e gli studenti stranieri, né il loro entusiasmo e la loro partecipazione; quindi a mancare è il pubblico fiorentino, probabilmente non più interessato, a partire dagli anni ’90, al rock duro divenuto –inevitabilmente- magari troppo settoriale ed autoreferenziale ed abbandonato dalle major e dai media. Mancano, con poche eccezioni, gli investimenti in locali di qualità che offrano esibizioni di livello internazionale, a parte i grandi nomi che passano dal Palasport piuttosto che dallo Stadio Franchi. Mancano band autoctone importanti, in grado di catalizzare ed attirare pubblico di fasce diverse, che non siano le solite cover band. Manca il coraggio di investire nella musica dal vivo, un settore che richiede grande costanza e qualità e che è ormai quasi totale appannaggio delle cover band, uniche, a quanto pare, in grado di garantire un ritorno ai promoter. Ma queste sono variabili di livello superiore, citando le quali si finisce quasi sempre per diventare fumosi e poco concreti, pretendendo di spiegare tutto senza in realtà spiegare niente. Quel che è certo, è che ai pochi concerti rock e metal in particolare, si finisce per conoscerci di vista praticamente tutti mentre la trasferta è diventata quasi obbligatoria per assistere a concerti degni di questo nome. Anche il locale da rockers per eccellenza di questi anni, il Trip Per Tre, ha assunto l’aspetto del classico pub dove tutti si conoscono e si ritrovano per passare un’altra serata. Di sicuro, non è il ritorno “patinato” dell’Hard Rock Cafè, con la nuova prestigiosa posizione di Piazza della Repubblica, a fianco dei caffè più famosi e costosi del Centro, a potersi proporre come alternativa per i metalheads, dati i prezzi medi. Quel che è certo, scendendo nel piccolo del consumatore singolo, è che anche la progressiva sparizione del luogo di aggregazione per eccellenza, ovverosia il negozio di dischi, ha sicuramente contribuito al frazionamento della scena. Può sembrare un evento minore e per i molti che hanno vissuto solo parzialmente quel periodo, questo passaggio non avrà nessun significato, ma non avere un luogo dove andare ad ascoltare le nuove uscite, dove sapevi di trovare altri come te con cui scambiare opinioni e due chiacchiere, con un negoziante di fiducia che conosceva i tuoi gusti e ti proponeva ascolti mirati, nel quale attaccare manifestini dei concerti, adesivi del proprio gruppo, piuttosto che il demo nella speranza che qualcuno lo comprasse/prendesse… Beh, è stato un tracollo significativo, che le sempre più sparute Fiere del Disco non riusciranno mai a riempire. Insomma, per Firenze vale –più in piccolo e con qualche differenza specifica- quello che vale anche per Milano, come sottolineato nel precedente articolo della serie: cambiano le abitudini, cambia l’identità, cambiano e forse scompaiono, i luoghi di aggregazione tipici. I “metallari” sono forse meno identificabili dagli abiti, forse più rinchiusi in casa. Probabilmente, l’esperienza musicale diventa più individuale e legata ad internet. Certo che il numero di gruppi che affollano le sale prova deve essere considerato un segnale importante del fatto che un underground resta ed è forse molto meno piccolo di quello che si è portati a pensare. Resta, casomai, il problema di capire dove questa moltitudine di band trovi il suo spazio una volta uscita dalle sale prova, ma questo è evidentemente, un argomento che esula dal presente articolo.



Vitadathrasher
Martedì 15 Settembre 2020, 20.34.15
34
Il tormentone Valerio io lo sentivo all'anfiteatro e quel tizio di video music che parlava italiano con accento marcatamente inglese, ci chiese chi fosse sto Valerio pensando fosse un musicista.
fasanez
Martedì 15 Settembre 2020, 8.22.26
33
@Lizard, già, hai spalancato un portone . Non era a Pisa, dove ricordo c'era anche il Macchia Nera se non erro, un centro sociale molto "borderline" imho, era in provincia, vicino San Giuliano o giù di li. E' vero, pure il Sonar, che era un bel locale, grande, ma durò poco. L'easy rider a terranova era frequentato dal gruppo del "valdarno" col mitico Paletta, il frata, Giannino (appassionatissimo di Ducati), e compagnia. Paletta suonava il basso e ha cantato per un certo periodo nei Facinorosi, gruppo di Cover soprattutto dei Maiden. Ricordo una cover Band con un cantante STRATOSFERICO, i Bang a Tout, poi rimpiazzato dal buon Bud Ancillotti e se non erro cambiarono nome. Ma quel ragazzo biondo, mai più rivisto aveva una voce... facevano cover hard rock, dagli skid row ai whitesnake, cantava 18 & life in un modo spettacolare. Racconto di tutti questi nomi.... magari qualcuno è qui o ha passato quelle serate o si ricorda. Sono portoni ormai chiusi, ma se ritrovassi qualcuno mi farebbe piacere. A Firenze se non erro c'era anche Fantasilandia, dove le miniature di warhammer andavano a ruba...E poi l'easy rider era pure a Castelfranco di sotto, 5 minuti da casa mia....
Lizard
Lunedì 14 Settembre 2020, 21.50.12
32
@fasanez: spalancato il pozzo delle memorie eh?? grazie mille, davvero... Mi sono rifatto anche io il viaggio leggendo le tue parole. A Pisa c'è il Borderline, ma ho capito a quale locale ti riferisci tu. Non mi viene in mente adesso. A Colle Val d'Elsa c'era (c'è?) il Sonar, a Terranova Bracciolini l'Easy Rider. Aggiungiamo il Santomato e naturalmente oggi il Circus Club. Comunque già che ci sono colmo una grave lacuna: mi sono scordato il negozio di fumetti/vinili/CD vicino Porta Romana a Firenze, con quei bravissimi ragazzi che ho spesso trovato alle Mostre del Disco.... Ma sono sicuro che dimentico ancora qualcosa!
fasanez
Lunedì 14 Settembre 2020, 18.06.21
31
E poi c'era anche il parco delle Cascine, dove d'estate il buon Larry di Videomusic metteva dischi tra il profumo di rosmarino che pervadeva chilometri quadrati di parco...
fasanez
Lunedì 14 Settembre 2020, 17.58.58
30
Negli ultimi anni andava anche un locale vicino Pisa, del quale mi sfugge il nome, dove conobbi una "carinissima" sorta di tour manager dei white skull.... e.... poi gli innumerevoli live dell'epoca. Dal cult del Backdoors quanto nel 1993 suonarono i Death SS, ai Virgin Steele al Flog quando aspettai ore sotto il BUS di De Feis e quando scese per farsi una foto, gli intimai "David... with the sword please" ))), mentre il pomeriggio un fantastico Mark Reale suonava l'acustica sotto gli alberi.... Appena uno dei ragazzi di Livorno gli stese TUTTA la discografia dei RIOT da firmare, EP e singoli compresi, non ci credette e si stupì.... un grande. O il Topsy di LIvorno dove vidi gli Overkill mi sembra nell'88 o 89, davanti a cinquanta persone. Concerto devastante, alla fine del quale parlammo tutta la notte coi chitarristi che volevano tutffarsi in mare "i need a shower, i stink....". Me lo ricordo come fosse ora.... Per un nostalgico come me, bellissimo articolo che mi ha fatto fare un viaggio bellissimo. Potrei andare avanti con ricordi, aneddoti, serate, luoghi, facce.... che hanno condiviso e vissuto con me un'epoca irripetibile. (aimiei occhi). Comunque, tra i luoghi e le rockoteche, il Backdoors è stato in assoluto il migliore, quello più "assurdo"; il più bello con buon Piero dietro il bancone e col tormentone "VALERIO!!!!!" che si ricorderà chi lo ha vissuto... E poi il gruppo delle ragazze di Lucca, con la bella Lucia e la nerissima, di capelli, Lisa con la passione per il black, ma che scapocciava sui Savatage . E poi tutta la gente che si ritrovava ai concerti, andavamo ai monsters, ai Manowar o ai Maiden e ci ritrovavamo tutti, quelli del venerdì e del sabato. Che tempi, che luoghi, niente social, pochi telefonini... l'emozione della Galleria del Disco, logo SACRO per me, dove ho lasciato stipendi... o il Contempo dove presi prgogliosamente il singolo di Defender dei Manowar... lo ricordo ancora... E poi il negozio di dischi a Viareggio, non ricordo il nome, specializzato in vinili giapponesi, dove presi Angels Cry in "anticipo", specializzato in bootleg VHS tutto fuorchè ufficiali.... Era una mia mania comprare i VHS dei live a cui avevo assistito. Una mia ex mi regalò il VHS del Blind Guardian a Firenze nel tour di SFB. Gli detti un assegno in bianco per la felicità. Meno male che non lo sfruttò Potrei andare avanti per ore...
fasanez
Lunedì 14 Settembre 2020, 17.44.32
29
Mamma mia che ricordi e.... complimenti per l'articolo. Direi che il Backdoors è stata la mia seconda casa dal 90 alla sua "chiusura". Successivamente, l'avvento del grunge, ecc, è andato per la maggiore il Cencio's, mentre il "metal" è rimasto nelle serate del buon Dadex di MetalMillennium, in primis al Siddartha. Avete giustamente detto del "Trasfer's", dove acquistai la maglietta che indossava AXL af Freddie Mercury tribute e i pantaloni del buon Bruce in Tears of a dragon e... miliardi di altre cose. Come non citare poi i ragazzi di Livorno, capitanati dal buon Paolone (Judas DJ), che ci allietava nelle serate del Savana di Altopascio o del Tower di Torre del Lago (saletta interna). Lavoro, famiglia e poi l'età mi hanno fatto abbandonare le serate, dal 2004, ma quegli anni, dal 90 al 2004 (dai 18 ai 32), nei luoghi e nei modo descritti dall'articolo sono stati, per buttarla in musica "Those were the best days of my life".
Lizard
Giovedì 10 Settembre 2020, 8.21.32
28
In effetti, fu un bellissimo concerto, anche se ricordo polemiche roventi al set di Sebastian Bach che era arrivato lungo e gli tagliarono il bis di Youth Gone Wild. Ma vabbe, sono particolari organizzativi normali in una giornata del genere, alla fine l'organizzazione fu rigida, ma aveva torto lui. Piuttosto, mi è sempre piaciuto un botto Arezzo Wave, come idea. Al Comune furono pazzi a non rinnovargli più il permesso.
Vitadathrasher
Mercoledì 9 Settembre 2020, 22.41.07
27
Quando ci fu quel festival di più giorni in quel campo di fronte alla motorizzazione parallelamente ci fu anche il concerto all'indiano, ricordo che Piero voleva accontentare anche i metallari e non solo i fan di Mika ecc.
Lizard
Mercoledì 9 Settembre 2020, 21.54.51
26
Pardon...Evolution non Download.
Lizard
Mercoledì 9 Settembre 2020, 21.47.48
25
Grazie vitadathrasher!! Credo fosse il Download Festival, può darsi? Bellissima esperienza che purtroppo chiuse i battenti dopo quella edizione. Ci fu anche quel megaflop dell'ultima edizione dell'Arezzo Wave, che tentarono di fare a Firenze, in un prato dimenticato da Dio e dagli uomini davanti alla Motorizzazione... Uno scempio
Vitadathrasher
Mercoledì 9 Settembre 2020, 18.58.04
24
Si hai toccato tutti i nomi del periodo, ricordo ogni singolo aneddoto e ogni singolo momento vissuto in ogni locale e negozio che hai citato. Comunque il Piero, mi pare fosse il 2007, tra l'ippodromo e l'indiano organizzò anche un bel concerto, con Sodom, Nevermore, Sebastan Bach. Poi è da citare in questa selva di nomi anche il centro sociale dell'indiano, piccolo e marcio e più metal rispetto all' emerson e al cpa. Per il resto, salviamo gli anni 90, ma dai primi anni 2000 si può dire che è morto tutto a Firenze metallicamente parlando, gli ultimi colpi di coda sono stati a Prato e calenzano con piccoli club. Comunque ottimo articolo che non avevo letto.
lisablack
Mercoledì 30 Novembre 2016, 11.48.27
23
Che bell'articolo! Complimenti..l'ho trovato per caso, la mia amata Firenze, stupenda come da sempre...e poi la Galleria del Disco, un negozio dove io lascio gli occhi...avete proprio descritto bene, la scena musicale di questa città unica al mondo. Molto bello!
The Sentinel
Martedì 12 Agosto 2014, 2.19.25
22
Poi va beh, per i nomi grossi vari tipici di passaggio in tour, esteri soprattutto, prima ancora dell'apertura di posti come il Siddharta e altri, c'erano il Flog fin dai primissimi '90, ma poi successivamente spesso anche il Tenax ha ospitato varie cose medio-grosse di passaggio in campo hard/metal anche fino alla prima metà dei 2000 per poi essere praticamente abbandonato dal punto di vista dell'ospitare live di certi generi (io c'ho visto per dire di sicuro Stratovarius + Rhapsody + Sonata Arctica nel 2000, Gamma Ray + Vanishing Point e forse un altro che non ricordo nel 2001, poi Malmsteen nel 2003 e forse un altro). Sempre dai primi '90 fino alla seconda metà c'è stato anche tale Topsy a Livorno, un buchetto sul lungomare (lo scoprii e ci capitai solo per un concerto nel '97, Malevolent Creation + Vader e altri) ma che era un altro dei pochissimi locali specializzati in live metal al tempo in tutta la Toscana.
The Sentinel
Martedì 12 Agosto 2014, 2.10.17
21
Devo leggere ancora l'articolo che ho riscoperto solo ora, ma essendo toscano e conoscendo bene da lustri ormai la "scena" o presunta tale, dico che riguardo gli ultimi 10-15 anni ha detto praticamente tutto quello che c'era da dire Thunderthrash, che conosco da anni avendolo incontrato proprio prima sui forum vari locali e poi in giro per serate varie. Solo che per me il picco di qualità media, passione e partecipazione del pubblico ecc. si è avuta prima del 2004, nelle prime stagioni del Siddharta per esempio (o al Deliria di Torre del Lago per uscire dal fiorentino ma cmq sempre Toscana, anzi alta Toscana in particolare, anche se quello faceva cose più piccole ovviamente, e anche tante cover e tributi, ma cmq solo hard/metal come i clienti, totalmente metallari praticamente), con regolari concerti di nomi esteri o italiani di quasi ogni stile di metal, a prezzi sempre molto bassi (tipo massimo 10 o 12 euro con consumazione anche per certi nomi), il locale stesso era ganzo di per sé anche se non nato proprio per i live questo si vedeva, però era stato arrangiato bene. Quei livelli e regolarità nel tempo non sono stati toccati più dopo, da nessuno, nemmeno dallo stesso Siddharta.
Lizard
Martedì 13 Dicembre 2011, 21.44.02
20
Grazie per il commento ThiunderThrash! Conosco molto bene le realtà di cui parli e posso testimoniare che il "sottobosco" o underground che dir si voglia a Firenze (e dintorni) esiste eccome e come giustamente hai detto tu, quello che colpisce è forse proprio lo "sbandamento" degli appassionati che forse mancano di punti di riferimento certi e soffrono invece di una grande frammentazione di proposte di piccole-medie dimensioni che non riescono loro malgrado a ricreare un movimento forte ed unitario. Sicuramente anche gli "utenti" del metal sono molto frammentati negli ascolti e nelle preferenze ed è difficilissimo accontentare tutti o comunque coinvolgerli in qualcosa di più "grande", che in realtà avvantaggerebbe tutti, ma di cui pochi sembrano davvero rendersi conto. Diciamo che sì, mancano gli investimenti, mancano i locali e le proposte di qualità, mancano gruppi di rilievo assoluto che possano funzionare da traino... Insomma, manca quel qualcosa che possa far riaccendere la fiamma che sotto sotto cova. Già prendere coscienza che qualcosa esiste e resiste e che la qualità delle proposte è forse anche meglio di quello che si pensa e che basterebbe anche poco per farsi coinvolgere, sarebbe un bel passo avanti.
Khaine
Martedì 13 Dicembre 2011, 18.28.26
19
@ ThunderThrash: grazie del contributo. Io continuo a restare dell'opinione che la mancanza d'amore puro verso la musica è la causa dei nostri problemi (chiaramente non mi riferisco a chi si sbatte per un idea, questo è ovvio).Continuano ad esserci troppe inimicizie ingiustificate... ci si fa la guerra tra poveri anzichè mettere insieme le forze.
ThunderThrash
Martedì 13 Dicembre 2011, 18.15.04
18
Avendo preso parte in maniera attiva allo sforzo di riaccendere la scena metal fiorentina in questo ultimo decennio vorrei dire la mia. Dunque in primis: Mancano i locali disposti a rischiare nel metal a Firenze, anche perchè spesso a mancare è anche il pubblico fiorentino. Poi non so per quale motivo, l'utenza c'è, anche se non si capisce se questa è effettivamente consistente, i numeri spesso li ho visti e certo devo puntualizzare che a fare massa con i fiorentini cerano anche pratesi e pistoiesi ma anche pisani, lucchesi etc.. Anche le band ci sarebbero e se non sempre proprio fiorentine comunque dei dintorni o comunque toscane, ma che spesso qui sono quasi come di casa. Tuttavia nell'ultimo decennio la scena a Firenze è rimasta in uno stato larvale, pronta a sbocciare da un momento all'altro, realtà come GranducatoDiMetallo ha fatto grandi sforzi per cercare di realizzare questo salto e c'erano anche altre realtà come SCMF e soprattutto MetalMillennium che hanno contribuito secondo me a una grande stagione tra il 2004 e il 2007 a creare un humus che poteva essere fertile. Ma per una serie di concause: locali e situazioni stabili assenti, pubblico frammentato e ripeto di difficile interpretazioni, una o più band di punta che potesse essere in grado di fare da vero traino e/o se preferite da trampolino di lancio. Infine molto spesso a questa situazione statica hanno contribuito pure litigiosità varie all'interno della scena stessa che hanno danneggiato e vanificato gli sforzi delle band e delle associazioni che in quegli anni stavano costruendo qualcosa. Tuttavia band valide emerse in questo periodo cui facevo riferimento, ad oggi a Firenze ci sono, faccio solo qualche esempio e perdonatemi se dimentico qualcuno: Sickening, Dragonia, Junkie Dildoz, Flashback Of Anger, Gum, Funeral Marmoori, senza contare band comunque toscane che a Firenze sono quasi di casa, come Subhuman, Dysthymia, Jolly Rox etc. Resta da vedere cosà accadrà nel futuro prossimo e quale eredità possano lasciare. Sperando nel frattempo che passi un nuovo treno di opportunità, che questa volta non deve essere assolutamente perso.
Lou Reed
Giovedì 27 Ottobre 2011, 20.07.07
17
Scusate, ma Firenze si trova in Umbria o nel Lazio ?? Oibò che turbinio d incertezze !!
Lizard
Mercoledì 26 Ottobre 2011, 19.35.50
16
@Simone: spero che di tutto l'articolo quello non fosse l'unico particolare che ti è rimasto in mente comunque grazie della segnalazione, ho corretto la frase: era un refuso di una precedente stesura.
Simone
Mercoledì 26 Ottobre 2011, 14.15.03
15
Il Siddartha a trasferito le serate rock all'exenzia???? ma quando mai???
Edoardo ( EdgarAllanCrow )
Mercoledì 26 Ottobre 2011, 7.26.25
14
Mi piacerebbe poter discorrere dei bei tempi come voi, penso però che qualcosa sia cambiato profondamente e lo dico nella mia (in)esperienza da ventenne. Gli interessi sono standardizzati e socialmente siamo abituati a vedere solo il bianco o il nero, tanto che il momento del concerto è diventato per me, anzi lo è sempre stato, qualcosa di sacro, facente parte di una condivisione assoluta che normalmente non riesco ad avere. Eppure mi ritrovo a dire che ritrovarsi il sabato con quei quattro amici a discutere di dischi o dell'ultima sconvolgente notizia che ho letto qui su Metallized accompagnadosi con qualche birra fa sentire vivi, molto di più che buttarsi in posti pieni di persone. Io sono originario delle Marche, una zona un po' messa in disparte da questo punto di vista, lontano dai grandi centri abitati ma non per questo privo di ragazzi che amano la musica. Rimpiango davvero tanto di far parte di questa generazione e non me ne trovo condiviso se non per ciò che riguarda l'amore per la musica.
Undercover
Mercoledì 26 Ottobre 2011, 1.49.07
13
Allora ci siam beccati di sicuro con Diego abbiamo passato notti e notti insieme a far baldoria e quante risate, c'era una bella vita defunta da tanto ormai. Per quanto riguarda il discorso Nosferatu conosco i ragazzi che ci lavoravano e amici compravano lì come da altre distro locali anch'esse scomparse e comunque gira furia e vota i nomi nel catanese sempre quelli erano e sono, il metal è imperniato sempre alle stesse persone che cercano di portarlo avanti, purtroppo il buco nero non molla e la città è na merda sotto questo punto di vista quindi nada... Adesso basta occupare lo spazio che non ci tocca, chiedo scusa a Lizard per la divagazione di un giovane-vecchio nostalgico
freedom
Mercoledì 26 Ottobre 2011, 0.48.13
12
Undercover: e certo che frequentavo Le torce del simpaticissimo Diego! ma non assiduamente (sono sempre stato un pò un solitario io...), c'ho anche suonato lì...probabilmente ci conosciamo, anche solo di vista. Cmq adesso anch'io al centro storico ci vado ogni morte di papa, sai com'è, lavoro, ragazza, ecc...e a parte qst, mi pare che non si respiri più l'atmosfera di un tempo. @ Fabio II : quelle cose riguardo la Nosferatu records e la Catania del metal, le conosco perchè me le hanno raccontate...negli '80 ero un infante
Mickey
Martedì 25 Ottobre 2011, 20.48.49
11
Ah!La mia città...che dire,io son giovincello e mi dispiace non aver assistito all'era dorata della mia musica preferita a Firenze.Per dirla tutta oggi i ragazzi vanno più allo Yab o al Tenax piuttosto che alla Flog o a qualche concerto.L'Hard Rock Cafè è scandaloso,ci sono passato all'inaugurazione e non ci sono tornato spesso ( più che altro vado all'edison quando passo di lì);apparte il commesso rompipalle,i prezzi delle varie magliettine (23 euro per quella classica bianca con scritto solo Hard Rock Cafè Florence) ho visto il menù dei vari piatti e mi stava per venire un infarto,14 euro per un hamburger!Ahah poi vabbè ci vengono anche i vecchi,si potrebbe dire che è una sorta di rimpiazzo del Gambrinus.La nota positiva è che sono venuti i Simple Minds,ma da me i soldi per comprare una t-shirt non li avranno mai. Anche i concerti (Metal) non sono così frequenti,al Siddharta comunque lo scorso Sabato c'erano i Furor Gallico. Alla Galleria del disco ci passo spesso,molto fornita e ci ho trovato i vecchi dischi degli Ulver,altro che mail order. Ma la foto a piazza san Lorenzo è quella del negozio gestito dagli Indiano?Io ci vado spesso e ci ho trovato molte magliette di buona qualità ^^.
Undercover
Martedì 25 Ottobre 2011, 17.41.02
10
Beh fra Schizo e Incinerator non è che c'andasse proprio male a quel tempo anche se io ero troppo bimbo per ricordarmi i primi passi di entrambi le band. Poi va beh di gruppi nati e morti nel tempo di mezza giornata ce ne son stati davvero tanti. Non conosco l'ambiente messinese ma quello catanese della prima e seconda metà anni Novanta e degli anni duemila sino al 2004-2005 non era per nulla male, la qualità della gente era diversa, è quella che faceva la differenza poi... rotoli... rotoli... cumuli e macerie. @Freedom è molto probabile che ci si conosca se hai frequentato il centro storico e posti come la Chiave o Le Torce di Diego, per anni e anni son stato buttato lì, chissà... ormai non mi si vede quasi più in giro e mantengo i contatti con uno sparuto numero di conoscenti/amici. Comunque per tornare in argomento, la Toscana è un buonissimo serbatoio metal Eldritch, Subhuman, Profanal, Renegade, Tommi Vitaly, Humangled, Devastator, cioè le band mica mancano anche odiernamente sta ben messa e per fortuna hanno ancora qualche negozio valido e seppur sparute le fiere ci stanno, cose che qui ci sognamo è questo il problema del Sud e che non credo sia solo della Sicilia, forse se la passa meglio in questo periodo la Puglia grazie all'organizzazione nella zona del barese dei Festival che qui non possiamo mai mettere in piedi causa tremiladuecento rotture di palle che confluiscono sempre e comunque nello stesso momento stile uccello padulo e qui il discorso si allarga e riprende altri temi quindi la smetto subito...
fabio II
Martedì 25 Ottobre 2011, 17.19.27
9
Undercover & Freedom, ma infatti negli anni '80, credo tra Messina e Catania, non si parlava di Thrash Bay Area?Mi ricordo la fanzine Metal Militia ( oddio spero di non confondere il nome..) che promuoveva ciò. A Firenze comprai qualcosa al Contempo che, sempre negli anni '80, era ben fornito
freedom
Martedì 25 Ottobre 2011, 17.13.32
8
Undecover, tra un pò esce fuori che siamo vicini di casa o parenti...
Undercover
Martedì 25 Ottobre 2011, 17.06.09
7
Mi sa che a sto punto a Raven toccherà raccontare di Catania regina incontrastata del metal nel sud Italia (e non solo) nel periodo anni Ottanta e Novanta quando la Nosferatu Records aveva serie relazioni commerciali (e non solo 2) con il panorama che odiernamente chiamiamo dei big dell'estremo... che tristezza pensare che siamo messi peggio di Milano e Firenze, non siamo più neanche una città degna di nominare la parola Metal, i due scritti di Giasse e Lizard mi hanno messo un'angoscia allucinante. P.S. Firenze l'ho visitata un bel po' di volte, non c'ho mai comprato dischi ma quanti bei ricordi.
fabriziomagno
Martedì 25 Ottobre 2011, 16.17.53
6
ricordo però che rampage aveva un tutore al ginocchio, e nonostante il problema fisico si buttò sul pubblico durante l'ultima canzone! peccato per i dismember, dovevano aprire il concerto. Non li ho mai visti dal vivo
Metal4ever90
Martedì 25 Ottobre 2011, 14.22.41
5
A Firenze ci sono stato una volta sola nel 2007, in occasione di un concerto di Vasco (ok lapidatemi pure) ed ho avuto sempre il rimpianto di non averla visitata per bene. Comunque, è triste che non sia più la città dell'underground. Ma al giorno d'oggi quale città lo è?
Moro
Martedì 25 Ottobre 2011, 11.25.24
4
alla galleria del disco c'ho trovato delle botte di culo incredibili: prime stampe dei Troll, Thou Shalt Suffer, Trelldom, Deinonychus...
leonardo
Martedì 25 Ottobre 2011, 11.00.42
3
a Firenze ormai non è rimasto nulla , tutto inghiottito da discoteche e da una generazione di illusi ed infantili , la mia città è ridotta davvero male...
Lizard
Martedì 25 Ottobre 2011, 9.09.18
2
C'ero anch'io a quel concerto!!!!! Era all'Auditorium Flog, il tour di "Criteria for a black widow", con Rampage che non si reggeva in piedi sul palco
fabriziomagno
Martedì 25 Ottobre 2011, 0.26.35
1
leggerò domani l'articolo perchè adesso c'ho sonno, però ricordo che nel febbraio 2000, prima di andare a vedere overkill + annihilator, comprai left hand path degli entombed in un negozio sotto la stazione ferroviaria, se ricordo bene. c'aveva un buon reparto metal, soprattutto agli occhi di chi veniva da negozi con metallica-megadeth-iron maiden-judas priest e korn... sto invecchiando... :-|
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