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ALTER BRIDGE + BLACK STONE CHERRY - Atlantico, Roma, 25/10/2011
30/10/2011 (5087 letture)
E’ difficile mettere in fila i pensieri per questo report a causa di eventi che nulla hanno a che fare con la musica, che purtroppo hanno in parte funestato quella che era stata una bellissima serata di festa. Fortunatamente, la musica ha la meglio su tutto e quindi, a mente fredda, cercherò di rendere al meglio questa esperienza in quel di Roma.

Vedere finalmente gli Alter Bridge dal vivo costituiva un pallino da tempo, visto che per ben tre volte, per un motivo o l’altro, avevo perso questa occasione. Questo tour arrivava quindi proprio al momento giusto e non potendo onorare l’appuntamento con l’esibizione all’Estragon di Bologna, ci siamo recati di buona lena a Roma nella cornice dell’Atlantico, ottimamente disposti e pronti finalmente a godere di una esibizione che, ne eravamo certi, ci avrebbe regalato momenti indimenticabili. Purtroppo, a causa di una coda imprevista a meno di cinque Km dal locale, siamo arrivati a pochi minuti dall’inizio del concerto e, senza badare troppo al posto dove lasciavamo l’auto, confortati dal gran numero di vetture presenti, ci siamo fiondati verso l’ingresso, dove una lunga fiumana di persone annunciava una partecipazione entusiasta e significativa, quasi da sold out. A causa del ritardo accumulato, entriamo nel locale mentre l’esibizione dei Black Stone Cherry è iniziata da qualche minuto. L’entusiasmo del pubblico è già percepibile a livelli che francamente non ci saremmo attesi e la cosa non può che ben disporci. L’acustica del locale pare essere più che buona e la temperatura interna molto elevata. Ci gettiamo nella mischia.

BLACK STONE CHERRY
Ovvero, quando portarsi dietro un gruppo di supporto in serata di grazia finisce per mettere nei guai la band headliner. Il gruppo di Edmonton, Kentucky, sembra davvero in forma smagliante ed il boato che accoglie ogni loro canzone testimonia chiaramente quanto questa loro prima calata fosse attesa dal pubblico italiano. Si segnala da subito una prestazione ottima sotto ogni aspetto, con Chris Robertson in perfetto controllo della situazione. La musica coinvolgente della band, tutta centrata su di un hard rock potente ed anthemico, venato di southern e di linee melodiche che rimandano all’esperienza del post grunge, senza mai perdere di vista un groove potente e dinamico, li rende, di fatto, una alternativa credibile proprio ai loro compagni di tour. Un confronto che la band accetta e rilancia con forza, senza il minimo imbarazzo, complice un pubblico davvero coinvolto e partecipe. Nell’ora a disposizione, non si fatica ad apprezzare la bellissima voce di Robertson, punto nevralgico della proposta dei Black Stone Cherry, assieme all’esuberanza della sezione ritmica, che vede un John Fred Young alla batteria cotonatissimo ed assolutamente devastante, autore di una performance da ricordare per potenza e dinamismo. Certo, il gruppo non sembra brillare per qualità tecniche straordinarie ma, in questo caso, la forza dell’ensemble sta tutta nel groove inarrestabile ed in linee melodiche trascinanti, che vengono cantate a gran forza da quasi tutta la platea presente. Il gruppo è consapevole che la serata si sta risolvendo in un trionfo e non manca di ringraziare più volte il pubblico romano, ma si dimostra anche maturo ed in grado di cavalcare l’onda portando in fondo un’esibizione senza sbavature, che tocca tutta la propria discografia. Sinceramente, non mi aspettavo una reazione così convinta da parte dell’audience presente, che canta a più riprese brani che senz’altro rendono molto più sul palco che da disco, in particolar modo in una serata riuscita come questa. Si fanno apprezzare pregi individuali rimarchevoli, ma è la compattezza il vero punto di forza dei Black Stone Cherry, mentre canzoni come Peace is Free, White Trash Millionaire, Killing Floor e Blame it on the Boom-Boom, non possono che mettere tutti d'accordo e di buon umore. Da ricordare quando ripasseranno in Italia e, dopo stasera, sono certo che non ci sarà da attendere a lungo. Si segnala anche una buona qualità dei suoni, non proprio chiarissimi e definiti, con il basso che soverchia a volte le ritmiche di chitarra, senza però che questo pregiudichi la resa complessiva. Un problema che invece riscontreremo nell’esibizione degli headliner.

ALTER BRIDGE
L’esibizione dei Black Stone Cherry termina alle nove. L’attesa per il cambio palco è spasmodica, manco a dirlo e ci si domanda come la band di Kennedy possa riuscire a fare meglio dei propri compagni di tour. E’ passata poco più di mezz’ora, il pubblico reclama a gran voce gli headliner e quando le note dell’intro di Slip To The Void riempiono l’aria e la band si presenta sul palco, viene accolta da un’ovazione mastodontica. E’ chiaro che l’attesa per la loro esibizione è altissima e l’energia che promana dalla platea investe gli Alter Bridge in pieno. Kennedy si conferma ormai frontman a tutto tondo e regala sorrisi a 360°, piacioneggiando per tutto il concerto, con un atteggiamento comunque molto simpatico; eppure, è abbastanza chiaro che il frontman evita con cura gli acuti delle strofe della canzone opener, come per preservare la voce. Fortunatamente, l’entusiasmo iniziale è tale da instradare subito il concerto nel migliore dei modi, permettendo al cantante di portare in fondo i primi due preziosissimi brani, che gli consentono di rompere il fiato e prendere il controllo della situazione. E’ così Before Tomorrow a mietere vittime, mentre anche Mark Tremonti sembra non essere proprio al suo meglio, risultando molto meno preciso e pulito nell’esecuzione di quanto ci si sarebbe aspettato. Il chitarrista, come anche il suo compagno di reparto, migliora però durante l’esibizione, come se la band avesse dovuto macinare un po’ di note per ritrovare se stesso ed il bandolo della matassa. In questo senso, la differenza la fanno i brani e la scaletta messa su stasera non lascia dubbi sulla profonda qualità del songwriting della band, che riesce egregiamente a tenere in pugno la situazione puntando su un repertorio ormai metabolizzato, che richiede solo la celebrazione del rito. La solidità della sezione ritmica di Brian Marshall e Scott Phillips aiuta non poco in questo compito, garantendo la lucidità e la potenza necessarie a mantenere il gruppo in carreggiata finché il pilota automatico non viene innestato e tutti e quattro i musicisti cominciano ad esprimersi al loro meglio. Come detto in precedenza, anche i suoni nella prima parte della serata non sono eccelsi ed a volte le due chitarre tendono a confondersi ed a sparire. Si tratta comunque di un dettaglio non rilevantissimo, che non guasta la serata a nessuno e che viene poi ovviato man mano che le canzoni si succedono. E’ con Brand New Start e White Knuckles che il gioco comincia davvero ad entusiasmare, mentre All Hope is Gone è finalmente trionfo. Kennedy conferma tutto il proprio carisma conducendo le danze e riempiendo finalmente l’aria con la sua vocalità superba e piena, preparandosi per una seconda parte di concerto condotta a livelli davvero elevati, a cominciare da una Metalingus potentissima e sparata in faccia ad un pubblico adorante. Broken Wings spezza il ritmo e consente a Kennedy di far cantare il pubblico, mentre Tremonti inciampa ancora negli accordi di chiusura, decidendo comunque di farsi una bella risata. Dopo aver ringraziato i compagni di strada, Kennedy annuncia il ritorno di Chris Robertson sul palco, per una versione infuocata di One Day Remains, introdotta da un gigantesco Phillips, che pare avere un conto da saldare con le pelli del suo drum-kit. Arriviamo così al trittico pauroso che chiude la prima parte di setlist dopo oltre un’ora di esibizione: Ties That Bind è forse il pezzo che Kennedy soffre di più, ma mantiene un impatto clamoroso e quando le note di Blackbird risuonano nell’aria, ogni considerazione critica va a farsi benedire e sono solo entusiasmo e brividi a sfare, per una esecuzione perfetta da parte di tutti. Non faccio fatica a dire che si trattava del brano che attendevo di più ed in questo caso il cantante è praticamente perfetto, toccando punte di espressività ed estensione mirabili, con un controllo da vero fuoriclasse. E’ il momento di Open Your Eyes e l’Atlantico viene letteralmente giù, mentre tutto il pubblico intona il famoso refrain regalando tutto il suo affetto al gruppo. Il primo set si conclude, ma fortunatamente la band non ha intenzione di tirarla troppo per le lunghe e dopo pochi minuti Kennedy imbraccia l’acustica e ci regala una versione toccante e perfetta di Watch Over You, fugando così ogni dubbio sullo stato di salute della sua ugola; da brividi, davvero. C’è ancora tempo per altri due estratti da Ab III, ovverosia Ghost of Days Gone By e Isolation ed anche se la band sembra davvero stanca in queste battute conclusive, lo scambio di assoli tra Kennedy e Tremonti e la conclusiva, vincente, Rise Today sugellano una prova da ricordare a lungo.

In conclusione, il gruppo è apparso forse col fiato corto ed ha impiegato un po’ ad ingranare, ma una scaletta così composta, ricchissima di brani di alto livello, unita alle qualità tecniche della band, hanno senz’altro garantito uno show memorabile anche rispetto alle alte aspettative iniziali. Non c’è dubbio che i presenti siano usciti tutti con il sorrisone sulle labbra, consapevoli di aver assistito ad un concerto splendido, anche se sicuramente non il migliore che gli Alter Bridge sono in grado di offrire. Resta comunque da elogiare una band che onora la propria presenza con una esibizione di classe che sfiora le due ore e se è vero che nel confronto forse i Black Stone Cherry hanno fornito un concerto più compatto e vivace, altrettanto vero resta che il livello di songwriting degli Alter Bridge e la loro ormai consolidata esperienza dal vivo hanno riportato il giudizio finale sul “pareggio”, per la gioia dei presenti.

SETLIST ALTER BRIDGE
1. Slip To The Void
2. Find The Real
3. Before Tomorrow
4. Come To Life
5. Buried Alive
6. Brand New Start
7. White Knuckles
8. All Hope is Gone
9. Metalingus
10. Broken Wings
11. One Day Remains
12. The End is Here
13. Ties That Bind
14. Blackbird
15. Open Your Eyes

--- Encore ---

16. Watch Over You
17. Ghost of Days Gone By
18. Isolation
19. Duelling Solos: Myles Vs Mark
20. Rise Today


SERATA PERFETTA? QUASI…
Come il buon Myles aveva preannunciato, le esibizioni degli Alter Bridge in questo tour sono tutte registrate ed all’uscita è così possibile acquistare una penna usb a forma di chitarra Paul Reed, che consente l'accesso ad un sito da cui è possibile scaricare il file della serata per la modica cifra di 20€; un costo che ho sostenuto volentieri pensando di acquistare la registrazione del concerto appena concluso, salvo poi trovare all’interno il concerto di Bologna della sera precedente. Tutto sommato la cosa non mi è dispiaciuta, visto che permette di godere di due esibizioni leggermente differenti per tracklist, che confermano però quanto detto anche per la data di Roma, con una prima fase di riscaldamento ed una conclusione trionfale. Purtroppo, le sorprese non erano però destinate a chiudersi qua ed al ritorno alla macchina ci attendeva uno spettacolo di tutt’altro genere: il lunotto anteriore era stato sfondato, l’auto frugata ed alcune cose erano state rubate; una doccia scozzese emotiva tutt’altro che piacevole ed indolore. Risparmio ulteriori dettagli, compreso il viaggio di ritorno sotto un nubifragio con il finestrino tamponato alla meglio e la notte insonne per la rabbia e l’impotenza. Fortunatamente, queste sono brutte avventure che passano, mentre i bei ricordi restano e questa serata ne ha riservati comunque tanti. Ringrazio la mia compagna per avermi spinto a scrivere comunque questo report un po’ anomalo a causa dello stato d’animo con cui è stato redatto e per essere una persona coraggiosa e positiva. Alla prossima, nonostante tutto, non mancheremo.



hm is the law
Lunedì 31 Ottobre 2011, 12.12.09
13
Come già evidenziato, per me è stato migliore questo concerto rispetto al precedente di Roma perchè Kennedy è stato il vero mattatore della serata ed ha cantato da Dio. In effetti, però, va pure detto come afferma Lizard che Tremonti ha sbagliato spesso ed è apparso stranamente un po' in disparte. Una serata storta può capitare
Lizard
Lunedì 31 Ottobre 2011, 9.24.15
12
@BinaryDigit: ti ringrazio per il commento e per aver confermato in gran parte le mie impressioni. Pur non avendoli visti prima ero certo della loro levatura tecnica e mi sono sentito di sottolinearlo nel report. Detto questo una serata storta capita a tutti e visto che mi confemi che si e' trattato di un episodio, aspetto di rivederli in azione, perche' comunque il loro standard e' elevatissimo.
BinaryDigit
Domenica 30 Ottobre 2011, 23.53.15
11
Apro una parentesi brevissima per il recensore: leggo che sfortunatamente non avevi mai avuto prima modo di vedere gli Alter Bridge dal vivo, per cui ci tengo a dirti che in altre performance in Italia (Imola 2011, roma 2010) Mark Tremonti non aveva sbafato nemmeno una nota, e vederlo arrancare ha stupito tutti noi che eravamo abituati a sentire un Mark tecnicamente perfetto.. La cosa è particolarmente importante da sottolineare in quanto oggigiorno in giro ci sono diversi chitarristi che live non rendono quello che sembrano dare in studio, ma generalmente Mark Tremonti non è uno di questi... in effetti ci siamo scervellati a capire perchè avesse potuto sbagliare così tanto e così frequentemente quando l'anno scorso era stato forse lui il protagonista della serata!!
Lizard
Domenica 30 Ottobre 2011, 23.05.47
10
@Jek: in effetti, proprio come nel film, metà viaggio di ritorno lo abbiamo fatto sotto un vero diluvio
Lizard
Domenica 30 Ottobre 2011, 22.10.52
9
Promesso
hm is the law
Domenica 30 Ottobre 2011, 22.03.56
8
A Savè guarda il bicchiere mezzo pieno te potevano frega la mxcchina! Daje ce vedemo al prossimo concerto a Roma!
jek
Domenica 30 Ottobre 2011, 20.57.41
7
Parafrasando il vecchio Igor in Frankenstein Junior "poteva andare peggio... poteva anche piovere"
Lizard
Domenica 30 Ottobre 2011, 20.36.57
6
Grazie ragazzi, molto gentili, mi fate un gran piacere comunque, a distanza di qualche giorno, come speravo, ricordo molto bene il concerto, gran bella prova!!
Jimi The Ghost
Domenica 30 Ottobre 2011, 20.30.24
5
Bell'articolo. Alla fine mi è venuto in mente una risposta di Homer Simpson quando il figlio, Bart, disperato dopo un giornata terribile esclama:"...che bruttissima giornata", e il buon saggio Homer gli rispose:"Si, una brutta giornata,...fino ad oggi...".. Ciao Saverio! Jimi TG
xutij
Domenica 30 Ottobre 2011, 20.24.43
4
mi dispiace Lizard, ma come ben dici: i bei ricordi sono fatti per rimanere, i brutti momenti, invece, non sono eterni
Lizard
Domenica 30 Ottobre 2011, 19.27.38
3
Grazie Albi!
Subhuman
Domenica 30 Ottobre 2011, 18.45.13
2
Solidarietà per la brutta esperienza!
hm is the law
Domenica 30 Ottobre 2011, 12.57.15
1
Ero presente anhce io al concerto di Roma con mio figlio. Validii nel complesso i Black Stone Cherry, davvero bravi come presenza scenica in particolare il batterista è spettacolare. Gli Alter Bridge sono stati fenomenali ed hanno fatto un 'esibizione superiore al precedente concerto romano che troverete recensito nel sito. Kennedy eseguendo con la chitarra acustica Watch Over You ha colmato la lacuna ai romani (il pezzo non fu eseguito durante il già citato show) ed è stato il momnento più bello della serata. Poteva essere migliorata l'acustica non buona per gli headliner. Grade serata!
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