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CHUCK SCHULDINER - # 1 - I Mantas, i Death e tutto quello che ci sta dietro...
11/11/2011 (6670 letture)
Come l’alito di un vento che spegne la fiamma, come la notte che scaccia la luce, come un fulmine che squarcia i nostri cieli, così la Morte s’erge a summa delle nostre esistenze, spettro eterno da temere e fuggire, specchio riflesso dei nostri dolori e dei nostri tormenti. Cingendo la falce con avido sadismo, la bieca Mietitrice accompagna passo dopo passo, indistintamente, i cammini dei buoni e dei malvagi, dei ricchi e dei poveri, dei falsi e degli onesti, trapassando con identica e perversa cronicità le carni di ognuno, senza alcuno sconto o privilegio. La vita della famiglia Schuldiner cambiò drasticamente e violentemente in un maledetto giorno del 1976, quando il primogenito Frank, di soli sedici anni, perse la vita in un terribile incidente stradale: uno strazio per tutti, ed in particolare per il minore dei tre figlioletti, il piccolo Charles Michael, affettuosamente chiamato Chuck, che al tempo aveva sette anni ed era profondamente legato al suo fratellone. Gli occhi gonfi di quel bambino, le lacrime copiose che rigavano la pelle morbida del suo volto e le urla di dolore che gli fecero vedere così presto l’orrore della vita ne segnarono in maniera perenne il cuoricino, ponendo le basi di tutto quello che in seguito sarà creato dalla sua fervida genialità. Si presterà alla storia come il Creatore del death metal, riempirà le esistenze di intere generazioni di metal kids disagiati, con i suoi testi ed il suo chitarrismo torrenziale, dividerà critica e stampa nascondendo sotto un carisma da leader la fragilità e la sensibilità del suo ego; semplicemente, rivoluzionerà a sua immagine e somiglianza la musica metal estrema a cavallo tra gli anni ottanta e la decade successiva. La famiglia, composta da due insegnanti di origine ebrea da poco trasferitisi ad Altamonte Springs, un sobborgo di Orlando (Florida), aveva lasciato New York andando incontro ad un destino tremendo. Invano si cercò di confortare la piccola Bethann e, soprattutto, il piccolo Chuck: la perdita di Frank sembrava incolmabile, e solo in parte si riuscì ad arginarlo regalando al bimbo una chitarra, come ricorderà in seguito proprio mamma Jane, una donna forte, sensibile e dallo spirito invidiabile: Chuck e Frank erano molto legati e per lui fu un colpo tremendo. Mio marito Malcom ed io gli regalammo una chitarra acustica e gli pagammo delle lezioni con un insegnante, nella speranza di distrarlo dalla tragedia. Con la chitarra fu amore a prima vista: dal primo giorno in cui ne ha imbracciata una, non l’ha più lasciata. Da quel momento in poi si esercitò giorno e notte, imparando tutto da solo. Possiamo tranquillamente dire che fu autodidatta. Io e suo padre fummo anche severi con lui, gli spiegammo che prima sarebbero venuti gli studi, poi la chitarra, ma non ci fu nulla da fare. Parlammo allora con gli insegnanti e capimmo che Chuck faceva sul serio, per cui decidemmo che aveva diritto di perseguire i suoi sogni. Non aveva ancora diciott’anni quando gli demmo un ultimatum: avrebbe cercato di ottenere un contratto con un’etichetta discografica entro un anno e, se in quel lasso di tempo non l’avesse ottenuto, sarebbe tornato a scuola e avrebbe terminato gli studi. Un anno dopo aveva firmato un contratto e da lì non si fermò più’.

Il ragazzo aveva le idee chiare: prese un paio di lezioni di chitarra, ma si rifiutò di proseguire perché già allora rifiutava qualsiasi forma di nozione, classificazione, imposizione. Preferiva imparare da solo, il giovane Chuck, che non riusciva a riproporre i riff degli Exciter e decise allora di scriverne di suoi, creandosi tutta una serie di accordi, metodologie, sonorità. Proprio grazie ad Heavy Metal Maniac della speed band canadese si avvicinò alla musica dura ed iniziò a maturare quella passione per l’estremo, che lo porterà alla furia di band come Venom e Slayer. Quasi un esorcismo nei confronti degli spettri che lo avevano tormentato, quasi una sfida alla morte attraverso quei suoni veementi e quei testi oltraggiosi, per sfogare una rabbia ed un disgusto latente nei confronti del destino a cui siamo sottoposti. Il ragazzo si chiuse in garage, da solo, a provare e riprovare le sue scale e i suoi accordi, mentre i coetanei godevano sulla propria pelle il sole della Florida: un’altra scelta di vita che denota immediatamente uno spirito tranquillo, solitario, lontano dagli eccessi e dallo stile di vita seguito dalla massa. Un metallaro emarginato, solo con i suoi pensieri, le sue sofferenze, le sue riflessioni, che non si è mai stancato di tributare il giusto riconoscimento alla musica che è diventata prestissimo la sua vita: Ero e rimango un defender of the faith; i dischi dei Maiden e dei Priest non hanno eguali ed hanno segnato un’epoca. Hanno cambiato il corso della musica, e senza di loro non solo non esisterebbero i Death, ma centinaia di altri gruppi in circolazione. Insieme a Malmsteen ed Eddie Van Halen, Dave Murray e Adrian Smith sono i miei idoli. Quando sono cresciuto nei primi anni ottanta era normale comprare album degli Iron Maiden e dei Queensryche, ma anche degli Slayer, dei Metallica, tutta quella roba.. Show No Mercy, Kill'Em All, The Number Of The Beast. E' ciò da cui proviene tutta la mia ispirazione. Non uno specifico album, non una specifica band o uno stile particolare, ma proprio tutti i musicisti e gli stili. Il gusto melodico, l'intensità di Kill'Em All. Quando quest'album é uscito, era questo. Allo stesso modo Show No Mercy, semplicemente non avrebbe potuto essere più veloce in quel momento. Nessuno avrebbe potuto immaginare ciò che sarebbe stato. Tutto questo è così entusiasmante. In quel periodo sono usciti alcuni dei più grandi album di musica melodica mai pubblicati: The Number of The Beast, Iron Maiden, poco dopo Piece Of Mind. Solo pietre miliari, roba incredibile.

Eppure venne un giorno in cui la solitudine ed i riff ripetuti in cantina non bastavano più: la sete di mostrare al mondo l’impeto e la prestanza che bruciava su quelle sei corde era diventata ormai sufficiente per decidere di fondare una band. Dopo una ricerca insistita, Chuck arruolò il chitarrista Frederik “Rozz” De Lillo e il batterista Barney “Kam” Lee, con i quali compose il primo nucleo dei Mantas, un evidente tributo agli stessi Venom, e non solo nella musica scarna, caotica, virulenta, ma nel moniker stesso, ispirato dallo pseudonimo dell’ascia del combo britannico, alias Jeff Dunn. L’intenzione, però, era diametralmente opposta rispetto all’idea di una coverband: mai e poi mai Chuck Schuldiner si sarebbe limitato ad essere un clone, e difatti iniziò da subito a scrivere musica propria e da alcune studio session nacquero i primi cinque pezzi; questi vennero rozzamente incisi in un demo denominato Death by Metal, che a conti fatti è la prima traccia concreta di un genere feroce e che sarebbe stato ribattezzato in seguito proprio death metal. Fu il garage di casa Schuldiner ad ospitare lo storico recording, dal quale uscì un dischetto successivamente spedito persino oltreoceano, al fine di far conoscere a quante più persone possibile il progetto di rabbia che covava nella mente e nel cuore di un giovane chitarrista ferito a morte. Feroce, pesante, primordiale e scarna, la musica dei Mantas poggiava sul growling vocale del batterista-cantante Kam Lee, inaudito per l’epoca, e sembrava voler abbattere ogni barriera per spingersi laddove nessuno dei più malsani musicisti thrash metal si era mai spinto. Il demo, dotato di una qualità audio assolutamente scadente, conteneva pezzi come la titletrack, Mantas, l’opener Legion of Doom, Power of Darkness (cantata da Chuck) e una versione primordiale di Evil Dead, che comparirà, in seguito, rivisitata e più curata, nel debut dei Death. “Evil” è anche il nickname con il quale molti iniziano a chiamare Chuck, per la sua indole seriosa, il suo distacco sprezzante verso la gente e la società, che lo faceva sembrare quasi un ragazzo cattivo, mentre nel più profondo della sua anima pulsavano emozioni forti ed una sensibilità spiccata. Il primo agosto 1984 fu una data da segnare in rosso per il ragazzo: i Mantas, infatti, debuttarono davanti ad un pubblico, con tanto di colore nero attorno agli occhi e sangue finto colato sui volti, segno di un approccio ancora adolescenziale alla musica. Tuttavia il demo non riscosse il successo sperato e la formazione continuò a sguazzare nell’anonimato, come ricorderà in seguito proprio Chuck: La situazione locale era quasi impossibile. Un sacco di gente ci guardava dall'alto in basso, abbiamo ricevuto un sacco di merda dalle band della scena locale. Tutte le band provenienti da Orlando pensavano che fossimo merda pura, perché eravamo molto rumorosi allora, ma stavamo mettendo in piedi un death metal molto brutale, ed era troppo presto perché la gente lo comprendesse. Sarò il primo ad ammettere che alcuni dei nostri primi nastri non erano troppo buoni, ma non siamo mai stati una band di puro rumore, anche se la qualità sonora di alcune registrazioni potrebbe suggerire il contrario. Ripensandoci ora, credo che la maggior parte dei demo rilasciati negli anni faccia abbastanza schifo, ma nel momento in cui uscirono erano esattamente quello che i ragazzi di quell'epoca volevano sentire.

Anche a causa di insanabili frizioni interne, i Mantas furono sciolti da Schuldiner a metà 1984, anche se il ragazzo non perse certo la grande ambizione di suonare più veloce e pesante di chiunque altro: in sé covava già le idee che avrebbero portato alla nascita di una band come i Death e il suo desiderio più grande era quello di volare in California: da San Francisco, infatti, giungevano voci di una scena fervente e di un movimento estremo del tutto rivoluzionario e il chitarrista sapeva bene che laggiù avrebbe avuto più possibilità di quante ne assicurasse la Florida in quel momento. Attendendo spasmodicamente il diciottesimo compleanno, dunque, il ragazzo ricucì i rapporti con Kam Lee e Rick Rozz e li trascinò nel retrobottega di un negozio di dischi per la registrazione del primo demo a nome Death, intitolato Reign of Terror: il propretario del negozio possedeva degli apparecchi per l’incisione di alcuni nastri e con cinque ore di lavoro e ottanta dollari i tre giovani realizzarono alle meno peggio sei tracce brutali e caotiche, dai titoli eloquenti (tra gli altri, Corpsegrinder, Witch of Hell, Slaughterhouse), che iniziarono a far girare il nuovo moniker nel circuito locale. Con grande orgoglio di Schuldiner, la band fu invitata a supportare i Nasty Savage nella data live del 30 ottobre al Ruby’s Pub di Tampa: rispolverando le vecchie Mantas ed Evil Dead e sferrando nuove brucianti cartucce come Beyhond the Unholy Grave, i tre giovani musicisti crearono scompiglio tra i presenti e il tutto fu immortalato in un nastro intitolato Live at Ruby’s Pub, che a detta di Chuck superava di gran lunga i demo precedenti. Simbolica fu la scelta di concludere lo show con la traccia Death by Metal, una dichiarazione di militanza che contribuirà a creare una nomenclatura per il genere intero. Quando capitò l’occasione di registrare in maniera più evoluta tre nuove canzoni, Chuck non si tirò indietro, nonostante sapesse che sarebbe stata l’ultima tetimonianza di quella line-up: dopo l’incisione del demo Infernal Death (che conteneva la traccia omonima, Arch Angel e la pseudo-satanica Baptized in Blood), infatti, il ragazzo chiamò un bassista del Michigan, Scott Carlson, a sostituire Rozz; il nuovo entrato, che aveva colpito Chuck con un nastro da lui stesso inviatogli, portò con se Matt Olivo, il chitarrista della sua band, i Genocide, perché era ormai diventata cosa normale dotarsi di due asce gemelle. La fusione tra Death e Genocide si compì così dopo ventiquattr’ore di guida verso la Florida da parte dei neo arruolati e fu santificata dalle prime prove in un garage umido e infuocato dalla canicola, nel quale i giovani musicisti provarono le canzoni dei Death senza mai averle sentite prima! Chuck, Scott e Matt legarono presto e divennero buoni amici, spesso ospitati dalla dolcissima madre di Schuldiner, che preparava la cena per tutti ogni sera: i genitori di Chuck non gli hanno fatto mai mancare nulla e nonostante ciò il ragazzo si era trovato un piccolo impiego in un fast-food per mantenersi la strumentazione. Eppure le cose sarebbero andate bene solo per poco tempo: Kam Lee attraversava un periodo di problemi personali ed entrò in conflitto con i compagni, che cementavano il rapporto tra loro e quasi lo esclusero, portandolo fuori dalla band: sostituirlo si rivelò impresa improba e, rassegnati, i due ragazzi del Michigan tornarono a casa, piantando in asso il povero Chuck col compito di ripartire da zero. La rassegnazione non era contemplata, però, dal giovane musicista: compiuti i diciott’anni partì alla volta della California, destinazione San Francisco, dove conobbe il batterista Eric Brecht (già nei DRI) e lo convinse ad unirsi al suo progetto; la ricerca stilistica era ora virata sulla pura velocità. Inizialmente trovarono un bassista, anch’egli chiamato Eric (resta sconosciuto il cognome), con cui fu registrato un demo di sette tracce, Back from the Dead: al fianco dei classici più efferati e consolidati, spiccava la brutale Mutilation, dal testo veramente violento e shockante. In quel periodo, Schuldiner si avvicinava per la prima volta al microfono, adottando uno stile vocale cavernicolo ed estremo. Migliorava inoltre la sua tecnica musicale, ispirata da musicisti come Kerry King, Mille Petrozza e Tom Warrior. Era il periodo d’oro del thrash ed anche il chitarrismo di Schuldiner si gettava in furibondi assoli al fulmicotone, imbizzarriti e devastanti, anche se non sarebbe stata la tendenza imperante per quello che egli stesso stava modellando come sound base dei suoi Death: ben presto, dopo un paio di date live registrate al Ruthie Inn (tra ottobre e novembre 1985), il ragazzo capì che la velocità fine a sé stessa non faceva per la sua band e, parimenti al declino imminente della scena, decise di tornare sui suoi passi. Per la sua creatura bramava un sound sicuramente veemente e assassino, ma modulato in composizioni più elaborate e ricche di cambi di tempo e cadenzamenti inscalfibili, più pesanti e marmorei delle limitate scorribande della Bay Area. Decise dunque di accettare l’offerta dei canadesi Slaughter, che gli avevano telefonato affascinati dai suoi demo, e si trasferì a Toronto, dove la band stava registrando il debut Strappado, una sorta di thrash death scarno e ignorante. Era il gennaio 1986 e fu, a detta dello stesso Chuck, un grande errore: non si adattò mai, soffriva la scarsa dedizione al lavoro dei suoi nuovi compagni, le temperature rigide dell’inverno canadese, la mancanza di una minima progressione tecnica e la possibilità di creare qualcosa di proprio.

Le telefonate di depressione al vecchio amico Olivo e i presunti messaggi vessatori dei suoi amici agli altri membri degli Slaughter (accusati senza mezzi termini di fare schifo e di non valere quanto Chuck) fecero il resto: dopo sole due settimane, il ragazzo tornò in Florida e quindi a Frisco, dove conobbe Chris Reifert, un batterista che aveva già registrato qualcosa a livello amatoriale con i Guillotine e gli Holocaust; egli aveva conosciuto i Death acquistandone i demo in un negozio di dischi e aveva ricevuto il numero di Chuck da un amico. Leggenda narra che riuscì a contattarlo poco prima che questi si recasse in una stazione radio per pubblicare un annuncio. L’incontro fu la svolta definitiva: i due ragazzi strinsero un’amicizia fortissima e, sotto forma di duo, registrarono il demo Mutilation, che attirò le attenzioni della Combat Records: appena diciannovenne, Schuldiner firmava un contratto di cinque anni, che lo ripagava di tantissimi sacrifici e significava la realizzazione del suo primo obiettivo. Il demo era il migliore tra tutti quelli prodotti fino a quel momento: vedeva lo stesso chitarrista impegnato anche col basso e conteneva la traccia omonima, Land of No Return e l’inquietante Zombie Ritual, ammorbata da un riffing catacombale e da un testo infarcito di cadaveri, macabri stupri a confine tra horror e gore ed efferatezze assortite. Era la canzone migliore mai scritta dai tempi dei Mantas e avrebbe dovuto anche essere la titletrack del nuovo disco, per il quale Chuck iniziò presto a scrivere nuovi brani. Successivamente preferì un più attraente Scream Bloody Gore, ma sempre mantenendo i piedi saldi per terra: sapeva che un album d’esordio non poteva contenere errori di sorta. Durante questa esperienza californiana, i due conobbero i ragazzi dei Sadus, una band estrema molto affine alla loro musica e con loro strinsero un’altra bella amicizia; in particolare fu il bassista Steve Di Giorgio a lasciare un segno importante, tanto che sarà egli stesso una colonna fondamentale dei Death diversi anni dopo. Il suo ricordo dell’incontro con colui che stava per diventare il padrino del death metal è significativo: Aveva la nostra età, noi avevamo appena terminato il liceo, per cui avevamo molto tempo libero durante il giorno. Abbiamo fatto un giro e parlato molto con Chuck, gli abbiamo chiesto dove fosse la sua band, e lui disse: “Oh, saranno fuori da scuola tra un paio d'ore”. Rimanemmo stupiti: “Scuola? Porca puttana! Questi ragazzi sono giovani”. Ci fece ascoltare il demo Mutilation: cazzo, non potevamo crederci. “Questi ragazzi sono brutali!” ci dicemmo. La sua “band” arrivò poco dopo. Era solo Chris. Come è possibile che suonino così, due soli ragazzi? Andammo a casa di Chris e ci sedemmo ai bordi del muro. Chuck suonava la chitarra attraverso un amplificatore, Chris era seduto alla batteria: suonarono un sacco di canzoni. Fummo spazzati via. Abbiamo pensato che non conoscevamo molte altre band della zona, siamo sempre stati da soli, ed ecco ora un paio di ragazzi della nostra età suonare il nostro tipo di musica. Così, abbiamo iniziato a frequentarci. Andavamo a bere una birra a volte, o a fare escursioni su una montagna. Una volta ogni tanto ci suonavamo insieme. Questo è fondamentalmente come ci siamo incontrati. Il senso di unione tra le due band era forte, tuttavia l’entusiasmo e l’inesperienza portarono non pochi intoppi. Per esempio, i due adolescenti tornarono in Florida e registrarono alla bene e meglio le dieci tracce, composte velocemente da Schuldiner, inviandole alla Combat in forma non certo soddisfacente: difatti, la label rispedì il lavoro al mittente e chiese un record più professionale. Fu dunque doveroso un nuovo ritorno in California ed una nuova registrazione, al Grinder Music e questa volta sarà quella definitiva. Intanto i Death, ancora alla ricerca di un bassista e di un secondo chitarrista, si imbatterono in John Hand, che militerà nella band per un periodo limitatissimo ma sufficiente ad ottenere una foto sul retro copertina del debut, pur senza mai aver inciso nemmeno mezza nota per un album dei Death. L’imminente pubblicazione del tanto sospirato Scream Bloody Gore stava per segnare un momento storico come pochi altri dischi hanno saputo sancire. Eppure Chuck Schuldiner non era mai stato uno che si adagiava sugli allori e ben presto avrebbe nuovamente rigirato come un calzino la propria esistenza. Tutte le immagini tratte da emptywords.org, esclusa l'immagine intitolata 'Chuck Schuldiner in una celebre foto' (fotoritocco, fonte web) e la serie d'immagini intitolata 'Chuck Schuldiner, ricordi di gioventù, tratte da deathtr.blogspot.com



Psychosys
Venerdì 11 Settembre 2015, 1.41.25
56
L'uomo che ha inventato il Death Metal e metà dei sottogeneri ad esso associati. Non ha mai sbagliato un colpo, ha regalato emozioni a tutti gli amanti della Musica (quella con la M Maiuscola) con alcune delle composizioni più apprezzate in campo Metal. Only The Good Die Young...
ObscureSolstice
Giovedì 10 Settembre 2015, 21.30.18
55
ogni persona che suona death deve essere devoto a quest'uomo, a dischi come Symbolic e Leprosy. Era cervello, anima e corpo.
lisablack
Giovedì 10 Settembre 2015, 20.46.42
54
Forse symbolic è il più grande album metal, ma sono tutti straordinari. Leprosy uno dei migliori dischi death metal che abbia sentito
Mulo
Giovedì 10 Settembre 2015, 20.31.59
53
Il numero uno,non ha mai sbagliato un disco... Ognuno avrà il suo preferito ma sono tutte opere di enorme valore... Riposa in pace Chuck.
ObscureSolstice
Giovedì 10 Settembre 2015, 20.28.37
52
uno che col death metal poteva suonare quello che voleva e farlo in modo straordinariamente bene. L'esempio del genere
draKe
Giovedì 10 Settembre 2015, 20.26.23
51
Chuck The Philosopher....un genio!!!Davvero una perdita enorme tenendo conto di come la sua abilità nel suonare death l'avesse anche nel suonare heavy classico..."the fragile heart of existance" sta lì a dimostrarlo....numero 1
lisablack
Giovedì 10 Settembre 2015, 20.18.28
50
Un genio un poeta..i Death miglior band di sempre.
metallo
Giovedì 10 Settembre 2015, 19.28.39
49
Chuck e' un grande, e' stato capace di creare uno dei rarissimi gruppi che non ha mai sbagliato un disco, sempre tanto impegno unito a tanta vena creativa, tanta bravura e tanta ispirazione, credo che la sua mancanza si senta eccome.
ToxicChef
Giovedì 10 Settembre 2015, 18.41.50
48
Chi non ha un pò di Schuldiner in ognuno di noi ?
The Nightcomer
Martedì 3 Gennaio 2012, 16.14.38
47
Questo articolo è davvero bello, sia per quanto concerne le conoscenze sulla materia trattata che per il sentimento con il quale è stato scritto. Un sincero complimento a Rino per l'ottimo lavoro, in cui emerge molto anche l'umanità di Chuck. Ricordo bene la stroncatura di Scream Bloody Gore su Metal Shock a cui si riferisce Fabio: all'epoca mi aveva non poco infastidito, perché l'avevo trovata sbilanciata e poco oggettiva... Presi il disco appena uscì e subito mi conquistò, attratto com'ero dalle sonorità estreme, ma più di qualcuno mostrò di non apprezzarle, soprattutto se legato al metal classico. A posteriori quasi tutti tributano (giustamente) Chuck per quanto ha saputo dare al metal, ma quando uscirono i primi dischi dei Death non ci fu lo stesso entusiasmo. Concordo sul fatto che i Death abbiano fatto un notevole passo in avanti da Human in poi per quanto riguarda tecnica, maturità, personalità ed influenza, ma -considerata la media dell'epoca- albums come il debutto, Leprosy e Spiritual Healing non sfigurarono assolutamente. In particolare Scream Bloody Gore, con la sua ruvidezza primordiale, si contendeva il primato di release più estrema con capolavori del thrash quali Darkness Descends, Reign in Blood e Pleasure To Kill, tanto per citarne tre... Per me i Death sono una tra le pochissime bands a non aver mai prodotto dischi brutti; tutti, a loro modo, posseggono un fascino particolare che li rende ben riconoscibili e ricchi di sfumature. Dettagli che ad un ascolto frettoloso potrebbero sfuggire, soprattutto non tenendo conto del contesto storico, ma sicuramente apprezzabili da un orecchio maturo ed obbiettivo. Alcune delle informazioni riportate nell'articolo ricordo di averle lette anche all'epoca (ma non so più dove!); in particolare, mi riferisco alla crescita artistico/stilistica del giovane Chuck ed all'influenza che egli avrebbe avuto nella musica estrema, nonostante l'epoca di uscita relativamente tardiva del debut album (ma il "dietro le quinte" contava eccome, anche se molti lo ignoravano e Chuck l'avrebbe dimostrato nella sua incredibile carriera).
Filippo
Mercoledì 30 Novembre 2011, 12.07.48
46
grandioso...chi ha scritto questo è stato davvero mitico!!grazie...dopo aver letto questo ho capito molto della sua musica...ma soprattutto grazie a Chuck che ha creato un mondo nuovo e che mi ha fatto rendere conto che l'uomo è capace di fare davvero molto anche con cose semplici...R.I.P. Charles Michael Schuldiner!
fabio II
Venerdì 25 Novembre 2011, 9.26.21
45
Ragazzi grazie a tutti per il confronto - Tommy: se lo trovi puoi provare proprio con gli Obliveon che ho menzionato; la voce non è tipicamente growl, ma come dice anche Giasse più old school, simil Coroner proprio a volerla accostare a qualcuno; ma la musica è estremamente tecnica come nella seconda fase dei Death
the Thrasher
Giovedì 24 Novembre 2011, 22.42.25
44
@Giasse: come si dice? de gustibus.. pensa che ITP è forse il mio preferito, mentre considero leprosy e symbolic inferiori a human e TSOP! parlando solo del gusto all'ascolto e non della componente tecnica...
tommy
Giovedì 24 Novembre 2011, 22.26.10
43
Giasse grazie ho ascoltato su you tube giorni fa il pezzo strumentale dell album di cui parli dei death ed è superlativo...approfondirò death e cynic...sai dirmi qualcosa che si avvicina allo stile di quel brano? un gruppo con sonorità simili ed un cantato più "morbido"
the Thrasher
Giovedì 24 Novembre 2011, 21.58.00
42
@fabio II: ammetto di non consocere il disco da te menzionato, provvederò volentieri a colmare la lacuna!
Undercover
Giovedì 24 Novembre 2011, 18.57.14
41
Ecco per me invece "Focus" e sopravvalutato a bestia come disco, tutti quelli della seconda era dei Death gli fanno il di dietro.
Giasse
Giovedì 24 Novembre 2011, 18.55.09
40
@tommy: ma ti infastidisce anche il registro leggero di The Sound Of Perseverance? Prova con i Cynic di Focus che hanno meno growl...
Giasse
Giovedì 24 Novembre 2011, 18.53.53
39
Per me Individual è troppo prog-addicted. Ovviamente non si può discutere, ma è sotto per i miei gusti, praticamente ultimo... Oh, ragazzi, parlo da ascoltatore, non da valutatore...
Undercover
Giovedì 24 Novembre 2011, 18.48.59
38
Fabio II si ce l'ho quell'album purtroppo non ho reperito ancora il secondo "Nemesis" che ricordo fosse altrettanto bello. @Giasse premetto che per me il miglior disco dei Death non è "Human" ma "Individual Thought Patterns" al secondo posto però metto proprio "Spiritual Healing" e al terzo il debutto. Gli ultimi due osannatissimi da critica e pubblico, stupendi entrambi sia chiaro, sono la dimostrazione di quanto Chuck amasse la scena heavy/power, amore mai celato del resto, io rimango però legato particolarmente a quei tre con "Human" e "Leprosy" ovviamente a seguire.
tommy
Giovedì 24 Novembre 2011, 18.41.11
37
ho letto con piacere questo articolo complimenti. non conoscevo i death li trovo un po troppo estremi per i miei gusti posso chiedere di consigliarmi qualche gruppo di livello simile ma senza il cantato "growl"?
Giasse
Giovedì 24 Novembre 2011, 18.39.09
36
Lo conosco. Bello: tecnico e old school allo stesso tempo! Però per me, nel materiale pre-Human, ci sono 2 dei 3 migliori dischi dei Death (Leprosy e Spiritual Healing) che vengono solo dopo Symbolic...
fabio II
Giovedì 24 Novembre 2011, 14.28.14
35
Undercover & Rino, voi che ( mi sembra ) siete particolarmente amanti della scena estrema, conoscete il debut del '90 dei canadesi Obliveon 'From This day forward'? Lo trovavo splendido, superiore alle cose fatte dai Death pre 'Human'. Mi piacerebbe sapere il vostro parere, grazie!
xXx
Domenica 20 Novembre 2011, 23.47.47
34
chuck la tua vita rivive nella tua musica e resterà x sempre con tutti noi! RIP GRANDE UOMO!
Ian "criminal mind"
Sabato 19 Novembre 2011, 21.31.24
33
Per l'esattezza c'è uno speciale sul metal classic n°9 nov-dic tutto su Chuck sul periodo nei Mantas e poi con i Death. Oppure c'è un bel libro choose death(tsunami editore) dove Chuck occupa una buona parte del libro. il 13 dicembre sono 10 anni ...
the Thrasher
Lunedì 14 Novembre 2011, 23.07.04
32
eheh grazie infinite! con un pò di pazienza arriverà tutto il resto...
nocturnal pulse
Lunedì 14 Novembre 2011, 23.00.19
31
Ogni volta che penso a Chuck mi vengono i brividi, lui era IL MONUMENTO del metal. Grazie per l'articolo, splendido, vogliamo però il sequel subito
the Thrasher
Lunedì 14 Novembre 2011, 19.58.31
30
@Ascarioth: grazie dei complimenti! continua a seguirci, nelle prossime settimane arriverà tutto il resto!
Ascarioth
Lunedì 14 Novembre 2011, 13.49.31
29
The Thrasher sei stato bravissimissimo, ma a quando il sequel della storia?
fabio II
Lunedì 14 Novembre 2011, 13.37.30
28
Figurati buon Therox68, stavo rovistando tra cose varie e mi è capitato in mano proprio uno dei primi numeri di Metal Shock dove c'era la recensione di 'Scream', ovviamento non lo ricordavo nemmeno io. Chi scrisse la recensione, disse testuali parole:'il pipistrello è dovuto unicamente allo sforzo profuso in fase di registrazione!'. Il soggetto in questione diventò poi capo redattore di un'importante rivista italiana ( senza alcuna nota polemica, sto ripordando solo i fatti ). Chi invece lo esaltò fu Metal Forces che infatti proprio in quegli anni prese il sopravvento in Inghilterra a discapito d'un imbolsito Kerrang
the Thrasher
Domenica 13 Novembre 2011, 21.43.54
27
@luci di ferro: grazie infinite, mi lusinghi! sono felice che il mio operato venga apprezzato, perchè io lascio che sia il cuore a dettare ciò che scrivo: e suscitare altre emozioni attraverso i miei articoli è una cosa che da immensa soddisfazione.
luci di ferro
Sabato 12 Novembre 2011, 21.34.31
26
@ "The Thrasher", tu si che sei veramente intelligente io non sarei mai capace di scrivere degli articoli cosi BELLISSIMI. I miei più sinceri complimenti. Questo articolo è STUPENDO, è un piacere leggerlo.
Anthony
Sabato 12 Novembre 2011, 16.38.42
25
Difficile esprimere un pensiero su un personaggio tanto famoso quanto influente come Schuldiner, il rischio è di risultare banali. L’unicità delle sue idee unita a delle capacità artistiche non indifferenti lo hanno reso un musicista di livello superiore, e con questo non intendo certo dire che fosse semplicemente migliore di altri ma piuttosto che apparteneva ad un'altra categoria… Le cose che mi hanno sempre stupito di Chuck sono state da un lato l’evoluzione artistica che ha contraddistinto la sua carriera e dall’altro la sua indole umana; è uno dei classici esempi in cui la bellezza interiore di una persona si fonde alla perfezione con il suo estro creativo: il mondo del metal è pieno di personaggi che da un punto di vista musicale sono lodevoli e degni di rispetto ma che da un punto di vista umano non lo sono altrettanto, nel caso di Schuldiner, invece, credo che si possa dire che fosse un esempio per tutti... Da un punto di vista strettamente musicale credo che con la sua band abbia rappresentato al meglio le due anime del death metal, quella rozza e primordiale da una parte e quella più raffinata e progressiva dall’altra (ma direi che i Death siano quasi l’incarnazione stessa del genere); incredibile, dunque, per quanto mi riguarda, il suo percorso evolutivo e la capacità di guardare sempre avanti (e puntare sempre in alto, rischiando sempre di più), roba che al confronto molti dei musicisti metal che vengono osannati dai più dovrebbero solo nascondersi per la vergogna (tipo i signori di cui si parla sempre su questo sito). L’album che mi ha introdotto nell’universo musicale di Chuck è stato “Individual Thought Patterns”, me lo prestò un amico e ne rimasi piacevolmente colpito, quei riffs così ispirati, gli assoli melodici e curatissimi, quelle linee vocali così passionali e comunicative da farmi venire il nodo alla gola e il basso di Di Giorgio mi stregarono…! “Jealousy” e “Trapped in a Corner” i miei pezzi preferiti, ma un pò tutta la prima parte è da antologia… Ad ogni modo, l’album che preferisco di più dei Death è “The Sound of Perseverance”, credo che lì Chuck abbia fornito una prestazione memorabile dimostrando al mondo intero quali erano le sue straordinarie capacità artistiche.
Roberto 70
Sabato 12 Novembre 2011, 16.09.25
24
Da quarantenne non posso non condividere quello scritto da Andy....ricordo che sream bloody gore venne impietosamente stroncato da tutti solo HM ne parlo piu' che bene ed io appassionato di estremismi sonori non esitai ad acquistarlo, adoravo ed adoro tutto cio' che era estremo quindi gran parte delle uscite della Wild Rags records e questo platter mi strego' da qui e' nato il death metal signori.
Andy71
Sabato 12 Novembre 2011, 9.46.37
23
Grande "The Thrasher" proprio un bel articolo....bravo!leggendo questo bellissimo articolo,mi è venuto in mente quel periodo magico negli anni'80,avendo 40 anni,dove giravano demo,cassette e si suonava in sale di fortuna.....ma con gran passione e voglia di heavy metal.....anni indimenticabili!ricordo come fosse ieri l'aquisto in vinile di"Scream bloody Gore"e purtroppo tutte le stroncature,praticamente su ogni rivista specializzata....ma noi kids già amavamo quel ragazzino riccio che tanto ci avrebbe dato in futuro...UNICO!!!Stay brutal!!!
xutij
Venerdì 11 Novembre 2011, 20.03.03
22
bellissimo articolo, aspetto con ansia il suo seguito .... naturalmente grandissimo Chuck
ian666metalintheblood
Venerdì 11 Novembre 2011, 18.19.49
21
Grande Chuck ai tempi c'era Metal Shock e mi ricordo anche delle proposte deitempi ..cmq su metal classic di qualche tempo fa c'è tutta la storia di un grande del Metal .... Bell'articolo
Radamanthis
Venerdì 11 Novembre 2011, 17.44.12
20
Grande Rino,complimenti per un grande articolo su un immenso artista! Grazie a Chuck e ai Death per la bellissima musica che ci han dato nei loro anni d'attività!
therox68
Venerdì 11 Novembre 2011, 16.30.34
19
fabio II: grazie per avermi rinfrescato la memoria; all'epoca leggevo anche MS ma questo "dettaglio" non lo ricordavo proprio.
MrFreddy
Venerdì 11 Novembre 2011, 15.34.27
18
Comunque Scream Bloody Gore, Leprosy e Spiritual Healing sono dischi eccezionali. Ma da Human in poi, parliamo di perfezione o qualcosa che le si avvicina molto.
francesco
Venerdì 11 Novembre 2011, 15.32.08
17
chuck era ed è ancora oggi insostituibile ed ineguagliabile....grazie mr chuck.....r.i.p.
letypaxxa
Venerdì 11 Novembre 2011, 15.26.32
16
bellissimo aritcolo per un grande genio!!!!!!!!!!
MrFreddy
Venerdì 11 Novembre 2011, 15.19.00
15
Meraviglioso articolo. Nella mia esperienza musicale, i Death sono il gruppo che mi ha introdotto al death metal e me l'ha fatto amare. Chuck Schuldiner, questo genio musicale che io trovo insuperato, sinora, è stato uno dei maggiori artisti che questa scena abbia mai visto. Ci terrei a ringraziarlo, soprattutto in questa occasione, in quest'anno che rappresenta il decimo anniversario della sua prematura morte.
Maiden1976
Venerdì 11 Novembre 2011, 15.13.49
14
Ho cominciato ad ascoltarli appena uscito Individual...e per me da quel giorno niente è stato + come prima. Bravo Rino x quanto hai scritto, personalmente poi io pubblicherei un articolo al giorno per celebrare degnamente il compianto Chuck e ciò non basterebbe!!! SUPPORT MUSIC, NOT RUMORS. Ci manchi!!!!
freedom
Venerdì 11 Novembre 2011, 14.52.25
13
Vero quanto scritto da fabio II. Da Human in poi hanno dimostrato di avere veramente qualcosa in più rispetto agli altri.
hm is the law
Venerdì 11 Novembre 2011, 14.23.07
12
Un grandissimo musicista, uno splendido articolo
Ascarioth
Venerdì 11 Novembre 2011, 13.42.23
11
Complimenti a chi ha scritto questo articolo e complimenti a Chuck per avermi cambiato la vita!
the Thrasher
Venerdì 11 Novembre 2011, 13.38.28
10
ragazzi grazie a tutti per i complimenti: per me è un onore contribuire alla memoria di un personaggio come Chuck, nel decennale della sua morte; @fabio II: troppo buono! @freedom: continua a seguirci, prossimamente la serie continuerà con altri articoli su schuldiner!
fabio II
Venerdì 11 Novembre 2011, 13.35.33
9
Ciao Therox68 era Metal Shock: un pipistrello su cinque. Ma era una nota di colore, personalmente 'S.B.G.' mi è piaciuto subito; ma non molto di più rispetto ai gruppi oltranzisti del'epoca: Cryptic Slaughter, Septic Death, Possessed, Messaih ecc...ecc... Un saluto!
therox68
Venerdì 11 Novembre 2011, 13.24.53
8
fabio II: non so a quale rivista ti stia riferendo ma io mi ricordo che H/M ne parlò benissimo.
Macbeth
Venerdì 11 Novembre 2011, 11.55.08
7
semplicemente grande!
fabio II
Venerdì 11 Novembre 2011, 11.48.13
6
Personalmente penso che i Death abbiano innestato il turbo da 'Human' in poi, li hanno davvero staccato più o meno tutti nell'extreme metal ( senza fare tante divisioni e sotto categorie ). 'Scream Bloody Gore' ( ricordo all'epoca l'unica rivista decente in Italia valutò l'album con 1/5, per quello che un voto può valere ) e i due successivi a parer mio sono buoni, oggi diventati dei classici; ma c'erano parecchie bands sulla stessa lunghezza d'onda. Dopo, ripeto, sono entrati nella mia personale 'Walk Of Fame': stella sul pavimento per Chuck and stand up!....anche per l'ottimo Rino
Metal4ever90
Venerdì 11 Novembre 2011, 11.09.03
5
Mitico Chuck! Uno così era destinato a fare grandi cose. Bravo Rino!
freedom
Venerdì 11 Novembre 2011, 11.04.50
4
Bellissimo articolo per un artista immenso, fondamentale. A quando la seconda parte?
domenico
Venerdì 11 Novembre 2011, 10.53.44
3
articolo bellissimo complimenti
Gianluca
Venerdì 11 Novembre 2011, 10.45.22
2
In effetti, volendo pensare ad una band che rappresenti il death metal, a me vengono subito in mente i DEATH... proprio il nome della band è l' essenza della categoria metal... ricordo quando avevo portato la copia ( allora su LP...) di Leprosy a casa... i solchi di quel disco trasudavano death, spettacolare!! ... poi il mitico Spiritual Healing è decisamente il miglior prodotto che la band abbia procurato ai fans... almeno per me... io ora ho poco più di 40 anni, eppure riesco quasi a commuovermi, ancora adesso, per le emozioni che mi tira fuori quest' album... grande!!...naturalmente io mi rapporto con il periodo in cui uscì l' album... allora il death metal era ancora allo stato primordiale... aveva più impatto, era assolutamente l' estremismo di ogni espressione musicale... comunque per me, ripeto, Spiritual Healing su tutti... il massimo...
Giasse
Venerdì 11 Novembre 2011, 9.30.45
1
Da grande ammiratore e profondo conoscitore dei Death non posso far altro che apprezzare questo tributo e le persone che l'hanno voluto su Metallized (lettori inclusi). Conoscere la storia di Chuck stimolerà nuovi ascolti e nuovi ascoltatori che tengano sempre vivo il ricordo di questa insostituibile band. Ho sentito (e fatto) molti paragoni nel corso degli anni, ma ciò che mi hanno dato i Death non me l'ha mai data nessun'altra realtà musicale. E non vedo l'ora di leggere il fiume di commenti dei tanti compagni d'avventura di questa fantasmagorica storia chiamata death metal!
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