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SIN CITIES - # 4 - Roma
05/12/2011 (8347 letture)
Il rapporto tra la Città Eterna ed il rutilante universo del metal è stato da sempre conflittuale; i motivi sono molteplici e, di certo, l’Urbe non è stata aiutata né dalla sua particolare collocazione geografica (Milano è inserita in un contesto senza dubbio più europeistico), né tanto meno dalla presenza dei palazzi del potere come pure del Vaticano, che ha sempre visto come fumo agli occhi la vituperata Musica del Diavolo. Dalla metà degli anni settanta fino alla fine degli anni ottanta gli organizzatori hanno a lungo evitato di tenere concerti metal a Roma, quando, invece, da tempo immemorabile, gli appassionati anelavano a location decenti e munite di un’acustica adeguata, salvo vedere sempre, poi, le loro aspirazioni impietosamente disilluse. Negli anni ottanta, quando il metal esplose in tutta la sua dirompenza, era davvero raro riuscire ad assistere ad uno show heavy metal nella Capitale, tanto che la mia personale media (sigh!) arrivava ad un massimo di uno, due spettacoli l’anno ed in contesti del tutto inadeguati. Negli anni novanta c’è stata una svolta significativa, per non dire epocale, con l’apertura del Frontiera, un locale capiente sulla via Aurelia sotto l’egida di Giuseppe Zappimbulso, meglio conosciuto come Baffo Jorg. È grazie a questo personaggio, molto somigliante a Tony Iommi, che i metallari romani ed in generale del centro sud hanno potuto godersi live show straordinari, fino a quel momento, appannaggio unico della rivale Milano. L’avventura è durata solo sei anni, ma è stato un periodo spettacolare; tanti ragazzi non hanno perso la loro fede nel metal proprio grazie all’attività febbrile del Frontiera, altrimenti, nel ristagno assurdo in cui versava Roma e nell’oggettiva difficoltà di sobbarcarsi ogni volta un viaggio verso il nord per poter finalmente vedere dal vivo i propri beniamini, forse nemmeno io, Fabio Rossi “Hm is the law”, starei qui a scrivervi. Con l’avvento del nuovo millennio, la crisi del mercato discografico e della musica in generale, la Capitale si è riscattata e, sebbene le location continuino ad essere non del tutto soddisfacenti, il numero dei concerti metal si è fatto a poco a poco ragguardevole: beh, meglio tardi che mai, anche se la qualità non potrà mai essere quella degli anni ottanta e novanta! Insieme ad “Persephone” abbiamo incontrato Baffo Jorg al Closer Club, un piccolo locale sulla via Tiburtina dove si esibiscono molte cover band e gruppi emergenti. Ecco il resoconto della piacevole chiacchierata:

BAFFO JORG
Hm is the law : Baffo, raccontaci come è nata la tua grande passione per l’heavy metal.
Baffo Jorg: La passione c’è sempre stata, sin da quando avevo quindici anni: all’epoca ascoltavo The Rolling Stones, Deep Purple, Led Zeppelin ed, in particolar modo, i Black Sabbath. Nel 1980, poi, fui letteralmente folgorato dalla NWOBHM e, in quel periodo, guarda caso, mi trovavo a Londra e fu un momento della mia vita favoloso: vivevo nel paese dove è nato l’heavy metal! Ebbi modo di vedere dal vivo gli Angel Witch, i Saxon, i Motorhead ed ho avuto la fortuna di incontrare parecchi musicisti. Non mi posso mai dimenticare una sera al Marquee in cui conobbi personalmente i Motley Crue che il giorno dopo avrebbero suonato al Donnington Park ed un’altra volta in un pub ho chiacchierato fino a tarda notte con le Girlschool. Che tempi!

Hm is the law: Come giudichi l’attuale scena metal romana?
Baffo Jorg: Oggi c’è un netto ritorno alle sonorità degli anni ottanta ed io cerco con tutte le mie forze di aiutare la rinascita del classic metal, anche se molte band propendono per generi estremi a me non troppo consoni ed un po’ in decadenza, parlo del death e del black.

Hm is the law: Da romano mi sento di dire che, se il metal nella Capitale non è morto, il merito è della tua caparbietà nel voler aprire un locale come il Frontiera, peraltro pure vicino casa mia, dove, negli anni ’90 sei riuscito miracolosamente ad organizzare concerti che all’epoca parevano solo un sogno. Come nacque l’idea di un progetto così ambizioso, purtroppo naufragato nel giro di soli sei anni?
Baffo Jorg: Purtroppo la colpa di tutto è stata dei gestori del locale che, affamati di soldi, decisero di organizzare afterhours e rave dove affluivano ragazzi che creavano problemi a non finire – altro che i metallari! –, che si strafacevano di droga; da quel momento ci impedirono di programmare concerti come avevamo con successo fatto in passato. Il locale, prima era un ristorante (e qui quasi si commuove, ndr), era bello, ho fatto suonare lì gente come i Motorhead, gli Immortal, i Sinister, i Fear Factory, i Cannibal Corpse, gli Obituary, i Porcupine Tree (l’album live Coma Divine è stato registrato proprio al Frontiera, ndr), Bruce Dickinson, gli Helloween, i Cradle Of Filth, i Marduk, ecc... Avevo numerosi contatti con agenzie straniere… sei anni favolosi di grande sacrificio e paura di non farcela, soprattutto per via delle immani spese da sostenere. Poi tutto è finito ed ora c’è una salseria, ironia della sorte! I proprietari sono gente attaccata al denaro e non alla qualità artistica, si sono rovinati con le loro mani.

Persephone: Ma come, materialmente parlando, sei riuscito ad aprire un locale del genere nella ghettizzata Roma, tra l’altro in un momento in cui tutti i grandi concerti di cui parlavamo prima venivano organizzati, generalmente, solo a Milano?
Baffo Jorg: Molto mi ha aiutato il fatto di essere stato a Londra e di aver lavorato per dieci anni a Radio Rock – quando era Radio Rock e la mia radio Metal Massacre. Quando mi fecero la proposta pensavo ad un locale piccolino, invece mi ritrovai in una location ampia e non mi feci sfuggire l’occasione. Il primo show che organizzai furono i Malevolent Creation. Che soddisfazione, veniva tantissima gente del sud: dalla Sicilia, dalla Campania, dalla Calabria…bellissimo!

Persephone: Oggi a Roma non mancano le serate metal, ma i tempi d’oro sono ormai passati. Come mai, secondo te, la gente non accorre in massa per concerti come, ad esempio, quello dei Mayhem o dei Rotting Christ?
Baffo Jorg: La generazione è cambiata, è molto meno appassionata e, poi, bisogna essere anche un minimo versatili: ad esempio, io ascolto i Deep Purple come i Cannibal Corpse, mentre i giovani di oggi sono troppo selettivi e, quindi, se ascoltano il death, evitano il prog e via discorrendo e, naturalmente, questo è un problema… la musica metal va ascoltata tutta se ben realizzata! Comunque la realtà è che oggi si fanno troppi concerti, pure troppi, ma la qualità è scarsa.

Hm is the law: Passano gli anni, ma il metal non viene supportato in nessun modo a Roma, niente manifesti per pubblicizzare eventi, niente articoli sui giornali e sulle riviste. Sei d’accordo?
Baffo Jorg: Non c’è un supporto adeguato nemmeno dalle radio, né tanto meno dalle TV private (e nemmeno cito la RAI o Mediaset per quanto mi fanno schifo!) e non c’è gente veramente preparata tipo Richard Benson un’autentica enciclopedia del metal che ha dato un grande supporto allo sviluppo del genere nella Città Eterna .

Persephone: E tu, invece, dove trovi ancora tutta l’energia per portare avanti il tuo sogno?
Baffo Jorg: Ho cinquantacinque anni ed il 16 dicembre sarà il mio compleanno: vi invito, a questo proposito, ufficialmente al Closer Club per la mia festa, sarà una serata che ricorderà il metal anni ottanta. L’energia non manca mai, perché la passione è immensa, senza musica non saprei vivere, vivo per organizzare concerti!

Hm is the law: Baffo, grande amico mio, non torneranno più i mitici anni 80!
Baffo Jorg: Negli anni ‘80 c’era più fratellanza nel metal, che splendidi momenti quando stavamo tutti insieme a Piazza di Spagna! Oggi si è perso tutto, ognuno pensa a se stesso, non c’è più cameratismo. Rammento ancora il primo raduno al Pantheon: era il 1980, centocinquanta persone circa che cantavano tutte felici in nome del metal! Una volta per poco non ci arrestavano perché la polizia pensava che fossimo dei terroristi! Ma poi si chiarì subito tutto…per fortuna!

Persephone: Bella Baffo, il 16 saremo di sicuro al Closer Club a berci una birra in tuo onore! Intanto, grazie del tempo che ci hai concesso!
Baffo Jorg: Grazie a voi ed un caloroso saluto a tutta la redazione di Metallized!

Fin qui le parole, a tratti commoventi, del nostro sempre entusiastico Baffo. Ma quale la visione di qualcuno (la sottoscritta Persephone) che non ha, purtroppo, avuto la fortuna di vivere la scena dell’Urbe ai tempi gloriosi di quella tanto decantata fratellanza metal? Parlando con il veterano Hm is the Law, gli ho raccontato la mia versione dei fatti. Sono ormai trascorsi quattro anni da quando sbarcai in quel della Stazione Termini per inseguire il mio sogno di archeologa. Welcome to the Jungle era l’unico loop adatto che continuava a suonarmi nel cervello… camminavo per le strade della città, tra palazzi imponenti e rovine dei tempi che furono, sperando di poter, in qualche modo, trovare rifugio nella mia più grande alleata: sua maestà la musica, quella che sentivo nell’aria, quella che riempiva il mio i-pod, quella di cui parlava la mia collezione di t-shirt e di polsini, quella di cui, spesso, leggevo i manifesti nella zona universitaria. E fu proprio lungo il percorso delle Mura Aureliane che incrociai un gruppo di metallari, i primi che vidi a Roma, i quali, complice la mia maglietta dei Darkthrone, mi salutarono rigorosamente alla nostra maniera… cosa dire, se non horns up? Da quel giorno, però, trascorsero molti mesi, prima che potessi entrare realmente in contatto con il vero cuore del metallo capitolino: non conoscevo nessuno, né sapevo dove avrei potuto incontrare altri appassionati come me. Certamente, però, non rimasi con le mani in mano, ma per quasi un anno andai a tutti i concerti ai quali, durante i miei primi ventisei anni di vita, avevo dovuto rinunciare a causa della pallida scena che da sempre aveva caratterizzato le serate della mia illustre città natale… come direbbe Igor, quale scena? Delirio ed esaltazione: ero sola sì, ma stavo finalmente dando un senso alla mia innata attitudine di bad apple… non sarò mai abbastanza grata a Roma di questo! E, poi, non mancavano le occasioni in cui ci si incrociava con conoscenze provenienti da tutto il resto d’Italia: indimenticabile il concerto dei Satyricon all’Alpheus, vissuto con il mio storico amico marchigiano Evil che, anche lui redattore per una webzine e originario di Roma, mi aveva raccontato, in fila al meet and greet con Satyr e Frost presso lo Yama Tatoo Studio, un po’ di storie dei tempi che furono. La chiave di volta dell’arcano, comunque, mi si presentò al supermercato sotto casa: ero in fila alla cassa con il mio tamarrissimo cappellino con la scritta Black Metal – lo so, fa molto poser, ma, in fondo, chisselincula? – e il cassiere, dopo avermi guardato dritto negli occhi, si tirò su, con espressione serissima, la manica della divisa a mostrarmi il suo martello di Thor tatuato sul braccio: era Marco, detto Er Console, metallaro della vecchia guardia, grazie al quale conobbi la maggioranza delle persone della scena romana passata e attuale. Da quel momento in poi, non ricordo più un concerto da sola e anche il mio migliore amico, addetto, suo malgrado, all’infelice ruolo di accompagnatore nel caso dei ritorni più impossibili, sentitamente ringrazia. Er Console ed il nostro compare Stefano furono i primi metallari romani presenti al mio compleanno, ormai storicamente festeggiato al Malatempora, truce pub punk/metal che Giorgione e Er Mazzo aprirono – casualità! – un paio di anni fa, forse più, proprio sotto al portone di casa mia a San Lorenzo. Vennero, poi, Apollyon (un tempo dj per Metal Massacre, il programma radio del Baffo), Alex e MaxSlayer, tutti conosciuti al concerto dei Mayhem, se l’alcool bevuto quella sera non m’inganna…(!) Non so in che altre circostanze ebbi, invece, a che fare con lo Sceriffo, un tempo singer dei Rainspawn, praticamente un’istituzione della scena in fatto di indimenticabili spacconate…(!) … forse saranno stati gli ZZTop al Rock in Roma, lì dove anche Ordnal dei Southern Drinkstruction si aggirava per il prato con un’invidiabilissima barba bionda indossata ad hoc in onore del trio texano…(!) Insomma, una serie di felici incontri fortuiti, tra cui Aldo Luigi Mancusi, che molti ricorderanno come direttore di Metal Shock, e Satana, voce degli storici Defunctis, entrambi conosciuti quest’estate in occasione dello show dei Black Label Society (con spettacolare chiacchierata/bevuta pre-concerto annessa!)… e che dire della cazzutissima Danyrock74, una delle habituè di Piazza di Spagna, tra gli amministratori di The Page of Rock su facebook, spesso compagna di live memorabili – vedasi il recentissimo Slayer/Megadeth all’Atlantico – e del mio amico di vecchia data Verminaard degli Apolokia, ritrovato per caso grazie all’intervento del nostro Simone Ferri “Blackout” in occasione dell’acidissima performance romana degli straordinari Electric Wizard

Ma ecco, finalmente, per voi il vero e più importante nocciolo di tutta la questione: chiamati all’appello da me e, ovviamente, da Hm is the law, molte delle persone qui citate, insieme con altri notevoli nomi della scena romana, non hanno mancato di esporci la propria versione dei fatti che, tra il commovente, l’esaltante e l’amaro, ritrae lo spaccato di una città e di un tempo che, forse, oggi più non sono. Certo è che per me – opinione personale – anche i brandelli di ciò che è stato hanno rappresentato una vera e propria svolta. Perché il metal non sono solo le strade, le piazze e i locali frequentati, ma la gente che li popola e la stramaledetta voce dei loro ricordi… un grazie di cuore a tutti: ancora una volta, al grido del metallo, la nostra Roma non si fa trovare impreparata, ma risponde adeguatamente… eddaje!

E per chi, alla fine di questo lungo viaggio tra le fiamme della Capitale, non dovesse ancora averne abbastanza, consiglio a tutti le storie, gli aneddoti e le leggende metropolitane minuziosamente raccolti a cura di Maurizio “Angus” Bidoli sulla pagina facebook Con le Borchie nel Cervello.

MAURIZIO “ANGUS” BIDOLI (FINGERNAILS)
Quando il metal ci colse tutti come un fulmine nel 1980, Roma prediligeva la gioventù punk che aveva nei Centocelle City Rockers la rappresentanza più importante. Dai vari ritrovi in cui ci riunivamo, come la Stazione Termini, ci spostammo al quartiere Rione Monti in Piazza Degli Zingari, dove c’era la maggiore concentrazione di cantine sale prove e i gruppi metallari pestavano duro per emergere. I nostri “nemici” punk dividevano con noi il quartiere, per cui la convivenza, a volte, risultava piuttosto difficile: avevamo così deciso di non calpestarci i piedi rimanendo ognuno al proprio posto. Eravamo nell’ ‘81/’82 e io avevo da poco formato i Fingernails, ma erano i Raff il gruppo di punta che aveva addirittura aperto i concerti italiani dei Ramones e dei nostri eroi Iron Maiden… ricordo che ci si trasferiva tutti in massa dopo essersi riuniti almeno un centinaio di persone nel nostro rifugio e s’invadeva la città mandando in tilt ogni possibile controllo da parte delle pattuglie della polizia e dei carabinieri, i quali si trovavano costretti al lavoro straordinario ogni volta che ci riversavamo nelle strade, facevamo casino, si urlava e ci si ubriacava (se non ci si impasticcava) prima ancora di arrivare nel locale del concerto. Avevamo la discoteca Much More ai Parioli, il teatro Mongiovino alla Garbatella e altri luoghi che, però, duravano troppo poco, in quanto la nostra irruenza creava sempre problemi ai gestori che mal digerivano la nostra presenza. Ecco perché ogni serata veniva organizzata in club sempre differenti, bastava una sola serata per venire poi cacciati e mai più ospitati: la discoteca WK vicino Cinecittà subì danni e lo stesso teatro Colosseo rabbrividì dopo che svuotammo il bar rubando tutto l’alcool possibile, senza trovare nessuno disposto ad impedircelo. I concerti più importanti si svolgevano al Tendastrisce di via Colombo alla Montagnola, ma prima ancora ci fu il Pianeta Seven Up al Flaminio. In seguito, il locale s’ingrandì per accogliere il crescente pubblico metallaro che riempiva all’inverosimile il Tenda, quando approdavano band come Saxon, Maiden, Motorhead, Gillan… ricordo il grido di riconoscimento urlato a squarciagola Metalloooooooooooooo e accolto con un mastodontico boato dai presenti in pelle nera borchiata e capelli lunghissimi bagnati di sudore impellente. Era l’epoca in cui tutti ci riconoscevamo, eravamo numerosi, si partiva tutti insieme anche per seguire i festival italiani come il Certaldo dell’83, dove ogni band aveva il proprio seguito: noi romani facevamo un bordello inverosimile e al nostro arrivo la gente si scansava. I pub romani ci ammonivano spesso perché, dopo aver bevuto anche il piscio, urlavamo come ossessi e importunavamo i presenti, meglio ancora se ragazze, fino a farci cacciare dal locale… ricordo un infernale battaglia fuori da un pub a colpi di pane duro e piante sradicate dai vasi dei giardini antistanti il locale: poco ci mancò che spaccammo una vetrina, con il gestore infuriato che immediatamente chiamò le forze dell’ordine, alle quali sfuggimmo correndo urlanti e rifugiandoci sotto la metropolitana (entrando, naturalmente, senza pagare il biglietto), salvo, poi, vedere le forze di polizia in assetto da e guerra pronte ad aspettarci alla fermata della stazione Termini per chiederci i documenti. Quando salivo sul palco con i Fingernails avevo il vizio di caricare d’energia i ragazzi del pubblico, i quali mi prendevano in parola e spaccavano tutto quello che trovavano a tiro: credo di aver rischiato di dover pagare i danni più di una volta, nel momento in cui gli organizzatori venivano incazzati a chiedermi come mai avessi aizzato le violenze dei barbari metallari presenti… mi viene anche in mente quella volta in cui la polizia entrò in sala dopo una violenta zuffa e minacciò di arrestarmi perché le dedicai il nostro cavallo di battaglia Aids. C’era il coraggio dell’incoscienza, eravamo fuori di testa per tutto l’alcool che ingurgitavamo oppure per le anfetamine che scuotevano i nostri corpi. Verso l’84/’85 con l’avvento del thrash e del glam, i metallari si divisero in due tronconi, o meglio tre, dato che i black metallers si erano imposti grazie a Venom e Mercyful Fate e anche i luoghi di ritrovo cambiarono: venne il periodo del Pantheon di sabato e, anche lì, alla fine, le forze dell’ordine furono costrette ad appostarsi con una roulotte della polizia che, uno alla volta, visitammo tutti, in genere dopo aver spaccato qualche bottiglia davanti alle facce dei turisti sconvolti. Piazza Di Spagna divenne ritrovo della nascente scena hard’n’heavy e glam, mentre noi della vecchia guardia ci ritrovavamo ancora al Rione Monti oppure salivamo in sella alle nostre moto e ci trasferivamo in qualche pub di provincia a passare il sabato. Era il tempo dei centri sociali e dell’ideale politico, ma a noi poco importava, perché ciò che contava davvero era il divertimento, non il cercare di cambiare qualcosa nel nostro paese: noi eravamo innamorati di Londra e della Germania, lì c’era il vero movimento, mentre noi eravamo solo una debole imitazione. Sul finire degli anni ’80 le cose cambiarono drasticamente, il Metropolis (ex Esperimento), adiacente Piazza Barberini in zona centro, era un piccolo club dove si riuniva ogni genere di metallari, ma era certo che la genuinità del verbo metal si stava sfaldando inesorabilmente. Il crescente movimento black e grind ci fece allontanare ancora di più e tutti ci ritrovammo a frequentare giri differenti. I Fingernails, assieme a tante altre band, si sciolsero per mancanza di interesse da parte dei fan, i quali ora cercavano qualcosa di nuovo. Gli anni ’80 furono per me non solo lo sfogo giovanile e la voglia di appartenere ad un gruppo di ragazzi, ma anche e soprattutto il desiderio di vivere quello spirito metal in cui tutti noi, nel nostro piccolo, credevamo per risultare invincibili e ribelli di fronte ai benpensanti e a tutti quelli che si dimostravano critici nei confronti del nostro modello di vita.

ROBERTO “SATANA” BUCCOLINI (DEFUNCTIS)
Negli anni ‘80 il metal a Roma si viveva soprattutto nelle comitive di piazza (Piazza di Spagna) e nei rari concerti che sovente si tenevano al Tendastrisce, o ancora più raramente al Palaeur (ora credo Palalottomatica). Negli anni ‘90 la cosa migliorò sensibilmente, anche in virtù del fatto che Roma poteva contare su una buona scena death-black, riconosciuta a livello internazionale, e un paio di organizzazioni che gestivano gli eventi musicali e le serate metal prima quasi inesistenti. I locali principali erano dapprima il Circolo degli Artisti (nella vecchia sede a via Lamarmora) e successivamente il Frontiera, dove suonarono gruppi del calibro di Motorhead, Fear Factory e dove i Cannibal Corpse erano praticamente di casa. Nell'underground il locale faro era invece il Moon Club (ora Closer) dove trovavano spazio numerose band dell'underground italiano che allora era molto apprezzato anche fuori dai confini nazionali. Sfortunatamente nei primi anni del 2000 ci fu una rovinosa decadenza che cancellò i progressi fatti nel decennio precedente, decadenza che pare ci stiamo lasciando alle spalle, visti i segnali di ripresa da un anno a questa parte. Non posso certo affermare che Roma sia mai stata una capitale del metal mondiale (purtroppo), anche se nei momenti migliori si è avvicinata parecchio al ruolo che le sarebbe dovuto competere, certamente però, tra i suoi alti e bassi, una scena c'è sempre stata… l'unica cosa di cui mi dolgo è che non vedo più il livello qualitativo delle band nuove rispetto a quelle degli anni ‘90, che davvero erano considerate al pari di quelle nordeuropee, anche se, in fondo, ci stiamo tutti un po’ adeguando al trend più basso che impera ovunque. Aspettiamo ulteriori sviluppi e speriamo bene!

CRISTIANO BORCHI (STORMLORD)
Mi soffermerò solo sul lato band, perché il discorso sarebbe davvero enciclopedico altrimenti! La situazione a Roma è estremamente cambiata negli anni e, benché ancora lontana dagli standard europei, oggi gode di strutture dedicate, agenzie e negozi. Quando, a fine anni ottanta, mi sono affacciato in questo universo, la situazione era pressoché inesistente: nessun posto per i concerti, men che mai dedicato al rock duro, e una scena locale che aveva visto, negli anni precedenti, Fingernails e Raff unici ad uscire dal crepuscolo totale. Di lì a poco sono nati i Desecration, il cui chitarrista suona oggi con i Klimt 1918, i Catacomb, poi diventati Novembre, gli Stormlord e altre band che non sono poi riuscite ad uscire dall'underground. C'erano anche i Theatres Des Vampires, seppur con una formazione al 100% diversa da quella attuale e dediti a tutt'altro genere. Carenza totale di studi specializzati, etichette o anche di una local-scene consapevole del suo essere rendevano i tempi molto lunghi per fare le cose, con prospettive veramente minime. I primi di quest’ondata che riuscirono ad uscire fuori furono i Desecration, che firmarono per Zasko Lab, etichetta romana che, all’epoca, si era ritagliata un posto al sole per un modus operandi più professionale, in un contesto in cui il tape trading sembrava essere l’unico canale raggiungibile. Poi, a seguire, i ribattezzati Catacomb e più avanti noi Stormlord. Eravamo tutti ragazzi pieni d'entusiasmo che volevano muoversi in un universo sconosciuto, in cui l’obiettivo era trovare qualcuno che pubblicasse il tuo disco. Nessuno sognava tour o anche concerti sparsi, era difficile organizzare anche un singolo show in città. Ci pensò Baffo, che oggi organizza le serate metal al Closer Club e all'epoca aveva un programma radio metal (Metal Massacre), a smuovere le acque e ad aprire varchi nelle strutture per far suonare le band, per poi portare a Roma negli anni novanta tutto il meglio del metal estremo internazionale, toccando il suo apice organizzativo con i Motorhead. La scena romana deve molto a lui che ancora oggi lavora con gli esordienti, dimostrando una coerenza ammirevole. I gruppi nel frattempo si cominciavano ad organizzare, i contatti con il mondo estero iniziavano, seppur internet ancora non esistesse, e la scena iniziava a prendere forma. Oggi tutto è diverso e, benché abbia perso in buona parte i contatti con l’underground, vedo che in città c’è spazio per tutti dal vivo, fioriscono promo agency, e anche trovare un’etichetta, seppur sempre difficile, non è così “impossibile” come un tempo. Quello che mi sembra ancora essere un problema per le giovani band è il riuscire a portare la propria musica fuori dalla zona: starà alle nuove leve impegnarsi per cambiare le cose. La nostra era una battaglia idealista contro i mulini a vento, oggi i canali esistono, e se si crede davvero in ciò che si fa e si è disposti a scommettere tutto su se stessi e sulla propria musica, le possibilità di crescere sono potenzialmente illimitate. Basti vedere i risultati di acts come Hour Of Penance o, spostandoci geograficamente di poco, Fleshgod Apocalypse.

CARMELO ORLANDO (NOVEMBRE)
La scena metal con cui entrai in contatto quando venni a Roma (1990) non aveva la forma di una comitiva, ma aveva come luogo di riferimento Disfunzioni Musicali, storico negozio di dischi nel quartiere San Lorenzo. I ragazzi che si intendevano veramente di death metal underground (quello, per intenderci, che non passava per i soliti canali delle riviste metal italiane, ma per le fanzine internazionali, fotocopiate e brutte) erano pochissimi, non più di dieci elementi (aumentarono esponenzialmente dopo che il fenomeno divenne una moda da carta stampata). A farci buona compagnia in quel di San Lorenzo c’era l’ottima scena hardcore, molto più in salute della nostra, con personaggi come Paolo Petralia (S.O.A. Records) e i ragazzi dei Growing Concern. Poi c’era una seconda “scena” fatta da gente un po’ meno “addetta ai lavori”, più scanzonata e meno intellettuale, non priva di soggetti tipo “rutti e Metallica” (o anche “rutti e Guns”, a seconda), che invece si divideva fra Piazza di Spagna e il Pantheon. Insomma, spero di non fare troppo la parte del guastafeste, ma devo dire che la scena metal in questa città non era eccelsa, specialmente se paragonata a quella di centri molto più piccoli come Genova o Catania dove si concludeva molto di più. Non ho la più pallida idea di quello che accade da qualche anno a questa parte. Posso solo dire che ho visto tantissimi ragazzi giovanissimi che sembrano parecchio più seri di quanto non lo fosse la gente di venti anni fa. E’ una generazione che, a giudicare dalle loro toppe e t-shirt, ascolta i nostri gruppi, perché di loro non ne hanno, e mi pare lo facciano con molta più dedizione e serietà.

MARCO “CINGHIO” MASTROBUONO (BUFFALO GRILLZ)
La bellezza di Roma sta nel vedere che tutti si lamentano dei problemi sperando che, prima o poi, questi spariscano magicamente, quando invece basterebbe osservare tutto in maniera ciclica, senza stupirsi di ogni cosa che vediamo o ascoltiamo. “Non ci sono concerti, poi ci sono ma costano troppo, il locale non ha l'aria condizionata, e lì per la birra si spende un boato, lì si sente male, tanto suonare in Italia non serve a nulla, e i locali non pagano i gruppi, e io devo tirare fuori i soldi per suonare...” Queste sono le frasi che abbiamo sentito, sentiamo e sentiremo da quando abbiamo iniziato a suonare/interessarci dell'ambiente musicale. Il fatto è che, quando pensiamo a questi problemi, dobbiamo semplicemente guardare in faccia alla realtà: è tutto vero. Se nella musica vuoi ottenere dieci secondi di gloria, un mezzo complimento strappato o la vendita di un cd, dovrai sudare anni, spendere quintali di soldi e passare giornate intere senza dormire per cercare di scrivere un disco decente. I locali, i promoter, i gruppi cambiano, ottenendo quel minimo di visibilità a seconda della moda del momento, ma la sostanza rimane la stessa. Per vivere meglio nella “musicalità” romana non dobbiamo cercare di superare i problemi, ma di conviverci...

PINUCCIO “ORDNAL” (SOUTHERN DRINKSTRUCTION)
Come sono per fare pochi riff, sono anche per poche parole! Ahahah! Bello ritornare indietro a quando si era “ragazzini”…! I miei ricordi legati al metal romano vanno in due posti che mai dimenticherò: tutte le domeniche al Coetus Club con le serate live Metal Massacre del grande Baffo e tutti i mercoledì al Bunny’s Pub con il dj set metal del grande Aner! Ci siamo conosciuti tutti lì! Quelle due serate erano sacre! Eh già…un salutone a tutti voi e KEEP THE METAL FAITH ALIVE!

MATTEO “THRASHER” BELLEZZA (ENEMYNSIDE)
La scena rock/metal romana ha subito nel corso degli anni un’evoluzione che definirei piuttosto “involuzione”. Ho iniziato a bazzicare l'ambiente intorno al 1995 e, tra locali e gentaglia varia (molti conosciuti nel famoso ritrovo di Piazza di Spagna che ho frequentato dal 1997 al 2000 più o meno, fino a quando tutti non si sono trasferiti al Pantheon), c’era davvero un bel fermento. Molti posti come il Moon Club (ora Closer Club) o il Coetus (che ha cambiato programmazione da anni) avevano una clientela fissa e i gruppi in media suonavano sempre davanti ad un bel po’ di gente. Internet c’era, ma era poco diffuso e la gente era ancora invogliata ad andare a vedersi i live delle band locali. Da un paio d’anni la situazione purtroppo è precipitata, i live delle band locali sono quasi ignorati (e anche ai gruppi medi che vengono da fuori non è che vada meglio....). Non so se dipenda da un discorso di mode musicali o se la gente si sia ormai completamente impigrita a causa di internet/Facebook/YouTube, ma sicuramente l'unica cosa che resiste ancora qui a Roma sono le discoteche rock e le cover band. Continuo a pensare che internet abbia influito molto su questa involuzione, così come lo stesso download ha influito sulla chiusura di molti negozi di dischi storici della capitale come Revolver e Disfunzioni Musicali, tappe fisse di tutti noi ex-adolescenti metallari dieci o quindici anni fa! Quello che invece non è cambiato nel corso degli anni è l'aspetto provinciale della scena. A onor del vero, la qualità delle band è sempre stata buona, ma il problema è l'atteggiamento: qui basta fare mezza cosa che subito ci si atteggia a star… è un continuo ostentare. Sembra che molti facciano a gara a chi è più metallaro grazie al numero di tatuaggi o di concerti alle spalle. È una cosa che ho sempre trovato infantile: noto che molta gente suona più per status che per reale passione, più per mettersi in mostra che per altro. Non voglio generalizzare, perché ci sono gruppi che suonano da anni e che si vede che vanno avanti per passione, ma, per quella manciata di band sincere, ce n'è sempre una moltitudine che sta li e invidia, rosica e sparla, invece di concentrarsi su costruire qualcosa di valido e gratificante dal punto di vista artistico.

ROBERTO “SCERIFFO” DI LEO (RAINSPAWN)
Parlando di metal a Roma a cavallo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, la prima cosa che mi viene in mente è: Metal Massacre. È impossibile non citare Baffo e la sua organizzazione concerti che, credetemi, ha fatto tanto per il metallo capitolino. Il mio primo incontro con lui fu al Frontiera (locale per concerti sulla via Aurelia, oggi pizzeria/ristorante), ed io ero ancora un metallarino imberbe alle prime armi… non ricordo perfettamente l’occasione, suonavano alcuni gruppi, ed io avevo perso per poco il concerto dei Motorhead (ad oggi li ho visti mille volte e li amo alla follia, ma allora non erano ancora diventati il mio gruppo favorito); pensai: “Cazzo! Questo è vecchio!!!”, ed infatti avevo ragione!!! Il Frontiera è stato solo uno dei tanti locali che hanno caratterizzato quel periodo, ne ricordo altri come il Metropolis (dietro Piazza Barberini), un posto assurdo, pieno di scale, con una piccolissima saletta per concerti che si riempiva di fumo dopo i primi cinque minuti (eh sì, bei tempi quando si fumava nei locali); io ho vissuto molto poco il periodo di questi posti leggendari, il mio ricordo più affettuoso va al Moon Club (esiste ancora oggi come Closer e, se non rammento male, fu gestito anche da Baffo e, successivamente da Verdell), al Black Out (quello originale era in via Saturnia, oggi ne esiste una copia malriuscita sulla via Casilina), la Cripta e, successivamente, il Jungle, due discoteche dark oriented che, ovviamente, hanno chiuso! Ma io, come molti altri, abbiamo amato in particolar modo il Coetus Pub in via dei Volsci, quartiere San Lorenzo. Il Coetus era un bel locale. Non eccessivamente spazioso e con un palco messo a cazzo che comunque ha offerto ottimo metal per parecchio tempo. Baffo organizzava lì le serate Metal Massacre la domenica sera e, nonostante il giorno successivo fosse lavorativo, il locale era sempre pieno. Era confortante avere una “base d’appoggio”. Non ci si domandava mai chi suonasse o che genere facesse, si andava e basta, perché il metal era lì. Ricordo con piacere numerosi concerti, ed in particolare gruppi come Kaledon, Savers Chthonian Nemeton, My Sixt Shadow, svariate band con Jonna, e tanti altri che non riuscirei a ricordare neanche se da questo dipendesse la mia sopravvivenza… anche Richard Benson suonò lì un paio di volte e ricevette parolacce a raffica e polli a pioggia (in particolare durante il Natale del Male, reperibile in rete). In quel periodo la “comitiva” heavy metal aveva eletto Piazza del Pantheon come luogo di ritrovo del sabato e della domenica pomeriggio, mentre prima il luogo d’incontro era la scalinata di Piazza di Spagna, e quella se la ricordano bene Baffo ed Angus, io appartengo ad una generazione successiva! Comunque era divertente passare il pomeriggio facendo cose tipicamente metallare come bere, ruttare, parlare di metal ed organizzare l’uscita del sabato, anche perché quella della domenica era ovvia: Coetus! Successivamente, venne aperto un altro pub chiamato HM Cafè. Baffo spostò lì l’organizzazione delle serate Metal Massacre. Ricordo bene la prima volta che ci andai: era il locale PERFETTO. Metallo tutta la settimana, posto spazioso, palco enorme, ecc…ecc… Sembrava che finalmente anche Roma avesse un locale a misura di metallaro dopo tanti anni di pellegrinaggi. E infatti, come volevasi dimostrare, il locale durò solo una stagione e venne chiuso, se non sbaglio per problemi di rumore (si trovava nel centro storico a due passi dal Colosseo). Potete chiedere a chiunque abbia frequentato quel posto: “Ti ricordi l’HM? Com’era?”, tutti ti risponderanno con un’espressione triste in volto, senza dire una parola! Fu un brutto colpo. Avevamo trovato questo locale così bello e, tutto d’un tratto ci veniva tolto. Da un momento all’altro eravamo di nuovo a spasso… La comunità spaesata si divise, alcuni (come me) si spostarono al Full Moon, altri in diversi locali ancora. Nel frattempo, anche la comitiva del Pantheon si trasferì in Piazza del Popolo, ma solo alcuni continuavano a frequentarla; se non sbaglio, ancora oggi sopravvive qualcosa a Piazza del Popolo, ma mi sembra siano tutti emo… Baffo ha continuato ad organizzare serate, ma, senza un locale di riferimento, è stato sempre più difficile riunire il tutto. Solo ultimamente il Jailbreak ha offerto quello che sembrava un ritorno al passato: serate metal il venerdì, e la presenza di moltissimi metallari, anche dell'ultima ora, ma non è durato molto. Poi, la direzione musicale è cambiata ed anche Baffo ha ripreso a peregrinare... Ultimamente ha preso piede il nuovo Black Out, buona discoteca e concerti dal vivo, ma non fa per me, ormai le nuove tendenze hanno preso il sopravvento, ed io non mi ritrovo più tanto all’interno del circuito attuale. Sono legato alla mia vecchia tradizione musicale, ed il nu metal non fa proprio per me. Preferisco chiudermi in locali più piccoli come, per esempio, il Lex Paul, che possiede un’anima più intima. Ovviamente, quando si presenta l'occasione di fare casino durante un concerto, sono in prima linea! In quello, per fortuna, non sono cambiato! Durante un live dei Motorhead sarò sempre nel mio posto naturale: SOTTOPALCO!

VERMINAARD (FROM DEPTHS/UGLUK/APOLOKIA)
Nei primi anni '90 la scena metal romana si incontrava quasi esclusivamente sulle scale di Piazza di Spagna. La macchia nera dei metallari era ben distinguibile e, di sicuro, faceva un effetto piuttosto “estraniante” alla vista. I turisti e i “civili” semplicemente passavano di fianco lanciando sguardi di disappunto a quest’orda di giovinastri bardati con maglie nere, borchie e pelle, quasi tutti con in mano la famigerata tre quarti di Peroni. Non vivendo a Roma in quel periodo, l’ho vissuta sporadicamente, ma i miei ricordi sono piuttosto nitidi. Ricordo membri di alcune band in stato embrionale come Catacomb (ora Novembre), Defunctis, Sepolcrum (ora VII Arcano), Dungeon e altri. Ci si incontrava lì nel tardo pomeriggio più che altro per scambiare pareri sull’ultimo album di death metal ascoltato (il black metal della “seconda ondata” ancora non esisteva o, comunque, muoveva i suoi primi passi solo nel ‘92 con A Blaze in the Northern Sky dei Darkthrone). Altri luoghi di incontro erano sicuramente Disfunzioni Musicali (negozio della zona San Lorenzo, chiuso ormai da alcuni anni) e Bacillario (negozio che, al tempo, era specializzato in abbigliamento, per così dire, “oscuro”). Non conosco bene la realtà dei quindicenni/sedicenni di oggi (l’età mia al tempo), ma posso tranquillamente affermare che quello era un altro mondo...un mondo fatto di vinili e tape-trading, di fanzine ultra underground e di corrispondenze via lettera con gruppi di tutto il mondo (badando bene a spennellare di colla il francobollo al fine di poterlo riutilizzare più volte possibili), un mondo dove le “comunicazioni” erano più vicine a quelle dell'800.... niente Internet e telefoni cellulari, niente mp3, niente “social” network di sorta. Il “social” network del tempo era la strada, a volte uno stereo con qualche demo messo su, birra a fiumi e discussioni infinite del tipo: “Hai sentito l’ultimo dei....? Fa cagare!” per sentirsi rispondere “No, è bellissimo!

Fin qui le dichiarazioni dei musicisti, quali, invece, le impressioni di quei metalheads che hanno contribuito alla scena in maniera altrettanto incisiva, ma comunque diversa? Dai Persephone andiamo ad indagare!

ALDO LUIGI MANCUSI (DIRETTORE, AI TEMPI, DI METAL SHOCK)
Attualmente non mi sembra che si possa parlare di una Roma metal, o almeno di una Roma in cui si vedono tanti metallari per strada o con chissà quante serate. Se escludiamo i soliti come Baffo (Dj storico della scena metal italiana, non solo capitolina) e pochissimi altri che ancora continuano a fare serate ed a portare qualche nome medio piccolo da fuori, definire la città eterna “borchiata” è un eufemismo. Per assurdo però va detto che a Roma ci sono molti più concerti oggi di quanti ce ne fossero ai tempi in cui non potevi camminare per strada senza vedere qualcuno con il chiodo e la toppa dei Sodom attaccata sulla schiena. Senza entrare in discorsi strettamente musicali, anche per evitare di rendere un piccolo intervento un’inutile enciclica, quando anche io frequentavo attivamente la scena, ci si vedeva tutti a Piazza di Spagna per la gioia del Tea Room (Babington’s, ndr) accanto alla scalinata, un luogo extra raffinato che noi riuscivamo a trasformare, almeno da fuori, in un club anarco punk per giovani deviati con gli Slayer in cuffia e la quarta birra in mano. In comitiva trovavi di tutto, dal musicista più noto al semplice appassionato, dal punk con la cresta da caimano, alla ragazzina tutta composta che era lì per accompagnare la giovane amica gotica. Era un bel fritto misto di mille colori, mettiamola così, ad ogni modo si trattava quasi esclusivamente di bravi ragazzi uniti dalla passione per la musica. Ad un certo punto, come in fondo per tutte le cose, la comitiva si sciolse ed ognuno di noi iniziò a frequentare posti e locali diversi, l’unico problema è che non ci fu un vero riciclo e ad oggi il Tea Room è tornato ad avere esteriormente un’immagine di tutto rispetto. So che qualche “nuova leva” si incontra dietro via del Corso, mi è capitato di vedere qualche mio clone di gioventù passeggiando, è stato commovente. Ad ogni modo non sono un nostalgico, io, come chi era con me, la mia parte l’ho fatta e la mia esperienza l’ho vissuta. Attualmente mi limito a vedere qualche concerto quando capita, niente di più. Non sono vecchio, ma non ho più vent’anni, il mio momento “heavy” è un bellissimo ricordo, ma è giusto che resti tale, pur essendo questo l’unico genere musicale che ho sempre amato veramente. Chi oggi ha vent’anni, tra qualche anno la penserà esattamente come me adesso, ma per il momento è giusto che se la viva tutta, anche più intensamente di quanto ho fatto io.

WELT (YAMA TATOO STUDIO)
Anche se vive di profondi up & down, la scena romana metal c’è sempre stata. Ho iniziato ad ascoltare l’hard ‘n heavy dai sette anni, ed era il 1987. I primi passi li ho fatti con un amico più grande di me che già suonava heavy metal in quegli anni (il mitico Picchio) che, oltre a farmi approcciare al basso, mi ha fatto conoscere band come Iron Maiden, Slayer e Anthrax e mi ha fatto entrare per la prima volta in un negozio di vinili a Terracina (vicino Roma). Da lì in poi, varie ricerche personali mi hanno portato a fare i miei primi acquisti in negozi di musica romani come Disfunzioni Musicali e Millerecords (oggi chiusi entrambi). Questo era dal 1989. In quei negozi ci si trovavano metallari, punk e gotici, ognuno pronto, vedendomi pischello, a consigliarmi quale erano i gruppi fichi da acquistare piuttosto che altri. Pensavo: “Cavolo ho trovato la mia seconda famiglia!”. Passare il dopo scuola in un negozio di vinili, ascoltando musica il pomeriggio con vari personaggi dell’epoca, era veramente magico. Da Disfunzioni Musicali a San Lorenzo, ad esempio, eravamo un bel gruppetto di metallari e skaters attentissimi alle ultime uscite in sette pollici tra metal e HC. Un vero luogo di incontro dove condividere le stesse passioni e stili di vita: musica, skateboard e concerti. In giro si vedevano molti metalheads e sapevo di luoghi di ritrovo dei metallari come Piazza di Spagna, il muretto del Rione Monti (dove tra l’altro c’erano tantissime sale prove delle band romane) e il Pantheon, ma io ero piuttosto solitario all’epoca e preferivo passare il tempo a disegnare e a fare skateboard. Anche perché poi di gente nuova se ne conosceva ai concerti direttamente tra un moshpit e uno stage diving! Poi c’erano locali come il Fullmoon, Coetus, Uonna Club, il vecchio Circolo degli Artisti, il Blackout e il mitico Tendastrisce (nel quale ogni volta vedevamo chi riusciva a rompere una parte del tendone entrando gratis, se la sicurezza non ti beccava cacciandoti a pedate!). In quegli anni fui veramente impressionato da concerti come Pantera, Judas Priest, Iron Maiden, Anthrax, Annihilator, Malmsteen, D.R.I., Morbid Angel, Carcass, Megadeth, Dismember, Napalm Death ecc.ecc… Ma anche dalla scena hardcore-punk come Fugazi, D.O.A., Ramones, Tromatism, Agnostic Front, Public Enemy, Body Count, Mutoid Waste Company, ecc… Questo per parlare dei più famosi, poi c’è tutto l’underground che aveva gruppi veramente ottimi. Insomma era un vero periodo fertile e pieno di connessioni tra le varie realtà underground, sempre in sviluppo, almeno rispetto alla mia esperienza: è tramite questo background musicale che ho cominciato ad interessarmi alla pittura, al disegno, agli effetti speciali horror, alla scultura e, infine, al tatuaggio che è oggi la mia professione. Tutte forme d’ arte strettamente legate agli ambienti musicali metal e underground. La scena metal oggi è riapparsa in modo piuttosto improvviso sei anni fa circa. Diciamo che dall’anno 2000 in poi il metal ha avuto un grosso calo a Roma. Qualche concerto grande ogni tanto, mentre nell’underground c’era solo il Baffo con il suo Metal Massacre e il Bunny’s Pub. Ho seguito anche meno gli eventi di quel periodo, in quanto facevo avanti e indietro da Londra per lavoro. Poi, come dicevo, qualche anno fa, con la chiusura del Bunny’s Pub, varie entità romane si sono unite per riproporre il sano metal old school con le Neurot Night dj set, create da me, Corpse (Despise The Sun Records, Corpsefucking Art), Morbo e Viktor (Viktor Piercing). Facevamo questo dj set che riproponeva musica metal dagli anni ‘60 ad oggi, a trecentosessanta gradi e su tutti gli stili, in un pub a San Giovanni (Rocket Queen). Tempo un anno e abbiamo spostato il dj set al Sinister Noise Club dove in collaborazione con BJ (Doomraiser, Kick Agency/Wall of Music) e Gabbo (No Sun Agency), abbiamo iniziato ad abbinare anche i concerti al piano di sotto del locale. Cosi avevamo un dj set fisso al piano di sopra e i concerti a quello di sotto (Fingernails, Infernal Poetry, Gama Bomb, Kongh, Doomraiser, Baphomet’s Blood, Bonded by Blood e molti altri). Da lì in poi, devo dire che la scena metal si è rigenerata un bel po’, forse perché la filosofia era coinvolgere il più possibile anche chi aveva attività commerciali inerenti al metal: negozi di dischi e di tatuaggi, label indipendenti, merchandise dei gruppi underground, ecc... I dj diventarono almeno quattro fissi (io, Corpse, Mirko Offender dei Settimo Arcano, Throat Violence, Morbo e BJ) più tre in sostituzione (Maya Maiden, Jacob di R.o.t.a. e Rock Art Pub, Dario Doom). Insomma le cose per almeno due, tre anni andarono benissimo, eravamo riusciti a far uscire dalle cripte i metallari romani! Ed eravamo ormai, insieme a Metal Massacre, un punto di riferimento per tantissimi nuovi gruppi che potevano, grazie a noi, suonare e confrontarsi. Qualche volta il dj set Neurot diventava itinerante a seguito di concerti grandi come Motorhead, Testament, Kreator, Electric Wizard, Cathedral, ecc…, o anche festival come lo Stoned Hand of Doom. Tra i problemi che influenzano la scena di Roma ci sono alti e bassi talmente estremi che, a periodi, se qualcuno propone qualcosa di nuovo, esplode la scena, mentre, al contrario, se c’è un periodo più calmo, in molti si chiudono in un lungo letargo. Credo che basterebbe semplicemente collaborare in maniera più compatta piuttosto che fare a gara a chi è più figo e polemico all’italiana, cosa che rimane oggettivamente controproducente per tutti. È una questione di mentalità prima di tutto, almeno per la mia esperienza. Comunque sia, per fortuna, c’è sempre qualcuno che non smette mai di fare le cose sia per passione sia per professione inerente al metal, mitiche teste dure! Tra i punti di ritrovo dei metalheads romani adesso ci sono locali come il Closer Club, il Traffic Club, l’Init e, tra i pub, il Lex Paul, il Rock Art e, ormai da molti anni, il Mastro Titta. Per quanto riguarda, invece, il mio contributo alla scena con lo Yama Tattoo Studio, vi dirò che, sin da principio, volevo aprire uno studio di tatuaggi con un suo carattere specifico, connesso alla musica e ad altre espressioni artistiche. Un punto di riferimento in cui connettere, oltre al lavoro, anche tutte le altre mie passioni. Ho collaborato con importanti entità del mondo della musica come Roadrunner, Season Of Mist, agenzie musicali, riviste specializzate (Rockhard, Inferno) e tanti altri ancora, proponendo Meet & Greet presso il mio studio; per citarne alcuni : Satyricon, Lamb Of God, Desaster, Pungent Stench, Bulldozer, Pestilence, Necrodeath, Vomitory, Prostitute Disfigurement, Aura Noir, Obliteration, Nekromantheon, ecc….. A Roma, poi, mancava uno studio di tatuaggi legato veramente alla scena metal e sono felicissimo di essere riuscito almeno in parte a creare una realtà unica nel suo genere. Oltre ad avere clienti di gruppi famosi e underground esteri, molte band romane e italiane si vengono a tatuare allo Yama, oltre che per i miei stili artistici, credo anche per l’atmosfera e la situazione che c’è dietro e che gli appartiene come attitudine e stile di vita e questa è una cosa favolosa e stimolante! Al di fuori dei tatuaggi, solo per passione continuo il dj set Neurot Night (ora con Corpse e Pinuccio dei Southern Drinkstruction + guest), sempre abbinato a concerti della scena italiana underground in vari locali romani. Oltre alle Neurot Night, prendo parte qualche volta all’organizzazione di concerti più grandi con altre agenzie musicali come Master, Voivod, Malevolent Creation, Dying Fetus, Rotten Sound, Bulldozer, Electric Wizard. Ora, ad esempio, in collaborazione con Davide (AL Produzioni), Jorge (Altamira Events) e altre agenzie romane, stiamo lavorando per la data degli Entombed il prossimo 4 febbraio a Roma, e ci sono altre idee future in programma. Praticamente tra lavoro, mostre, serate metal e viaggi di lavoro connessi al metal (Norvegia, Inghilterra, ecc) non ho mai tempo libero! D’altronde, mi piace troppo complicarmi la vita con le passioni che la alimentano…METAL INK UP!

RICCARDO CECCHINI (LIBRERIA ESOTERICA PAN)
Mi chiamo Riccardo Cecchini e sono stato uno dei fondatori della mitica comitiva “alternativa” di Piazza di Spagna che nasce intorno alla fine degli anni ‘80. Il gruppo originario, in realtà, fu quello del Pantheon che, appunto nel 1987, decise di spostarsi sulle scalinate di Piazza di Spagna. La comitiva del Pantheon era un insieme storico che da anni stazionava di fronte al millenario monumento ed era prevalentemente formato da dark, punk e metallari. Io appunto appartenevo a quest’ultimo gruppo metropolitano. La decisione di spostarsi scaturì sia da lotte con altre fazioni metropolitane, come i cosiddetti “tozzi” o “paninari” del Pantheon, sia dal fatto che, già da tempo, presso Piazza di Spagna esistevano gruppi hippy e comunque “alternative” che potevano offrire un interessante humus culturale alla scena. La comitiva di Piazza di Spagna, quindi, che termina la propria esistenza verso la fine degli anni ‘90, ha rappresentato una delle più grandi realtà alternative del mondo, dove coesistevano, in maniera abbastanza pacifica, dark, punk, metallari e, a volte, anche qualche skin (di vario orientamento politico). I diversi gruppi metropolitani non erano chiusi in se stessi e spesso dialogavano e collaboravano insieme. Possiamo calcolare che, in oltre dieci anni di esistenza, nella comitiva siano circolate circa mille persone. Ogni giorno sulle scalinate erano presenti circa cinquanta persone e il sabato, che era il giorno di maggiore affluenza, si potevano toccare le punte anche di centocinquanta-duecento persone. La comitiva ha rispecchiato, durante la sua esistenza, la mentalità “alternativa” degli anni ‘80: la volontà di rompere gli schemi sociali ed etici attraverso un nichilismo non privo di un forte humus culturale. Era tanta, quindi, la voglia di trasgredire, voglia che porterà, poi, una parte del gruppo verso l’autodistruzione…certo è che il ricordo di quell'esperienza resterà vivido in ognuno di noi. Tutti quanti noi, seppure reintegrati nella cosiddetta società civile, porteremo indelebile il marchio di quell’esperienza e non saremo mai propriamente come tutti gli altri. Eravamo, siamo e saremo sempre degli uomini “nuovi”. Purtroppo oggi non esistono più gruppi del genere (sia a livello culturale che numerico) e adesso anche nell'ambiente metal è forte la tendenza al conformismo e alla mentalità borghese. Spero che le cose cambino e che esperienze come quelle di Piazza di Spagna possano essere ripetibili, seppure considerando il nuovo contesto sociale.

DAVID “APOLLYON” GIANNATIEMPO (DJ METAL MASSACRE)
Non mi dilungherò a raccontare le storie di Piazza di Spagna su cui ci sarebbero da declamare innumerevoli episodi, miti e leggende, ma, avendo sempre voluto partecipare attivamente alle vicende della scena, ricordo volentieri del periodo in cui ho partecipato all’organizzazione di eventi live come promoter o semplice facchino (pagato in birra – mi sa che ci hanno rimesso!)... Quanti personaggi storici! Il mitico Mancusi con cui era sempre baldoria, il Baffo con la tradizionale sosta alla fontana del metallaro (passate per via Giulia e la vedrete), Giannone con i suoi racconti di strada in dialetto napoletano, Jorge, allora giovane, ma già abile e competente! Come non rimembrare la giornata passata con gli Obituary e i Samael, le mangiate, le bevute, l’erba e il divertimento... Ma è stato bello conoscere anche i ragazzi comuni, mi hanno dato più loro durante una chiacchierata che gente squallida e inutile con cui condivido la vita...Ricordi indelebili,storie di vita on the road, sesso, droga e musica...sempre e per sempre musica!

DANIELA “DANYROCK74” TARTAGLIA (UNA VOCE FEMMINILE DALLA COMITIVA DI PIAZZA DI SPAGNA)
Piazza di Spagna è una delle più belle e suggestive piazze situate al centro di Roma, dove ogni turista ha senz’altro l’obbligo di passare...per noi “ragazzi di Piazza di Spagna” (i metallari), invece, era semplicemente un ritrovo (anzi IL RITROVO) dove poterci svagare dopo le fatiche scolastiche e/o lavorative. I veri anni d’oro per noi sono stati i primi '90, quando imperavano le thrash band fronteggiate dalle glam band...che bello era scambiarci idee e, perché no. anche prenderci un po’ in giro per i gusti musicali! Poco più in là, c’era il Mac Donald's, tappa fissa per noi “affamati” e “squattrinati” che inesorabilmente dovevamo ricorrere all'arte dello “scollettamento” in quel di Via Del Corso e zone limitrofe per poter “scroccare” la merenda. Per i più chic (i dark), c'era Bacillario, l'ineguagliabile negozio di via Laurina, dove tutti noi, almeno una volta, abbiamo messo piede…e anfibio! Ricordo anche che c’è stato un periodo in cui ci spostammo al Pantheon – non rammento il motivo – ma ammetto che non era la stessa cosa. Poi c’erano le varie “sale prova”: una delle più famose era Il Teschio (esiste ancora?), di cui non mi viene in mente l’ubicazione…Tanti sono i ricordi legati alla mia bellissima città, alla bellissima Roma... oggi ripercorro quelle vie e in ogni angolo, in ogni vicolo so che c’è un pezzo della mia storia... della NOSTRA STORIA! METAL UP FOR ALL!!!!

Qui termina la nostra galleria di testimonianze… e davvero possiamo dire che a Roma di gente “con le borchie nel cervello” ce n’è stata e ce n’è ancora tanta, con più o meno voglia, ma comunque pur sempre segnata dal nero marchio del metallo. E non è vero che, come molti dicono, la fratellanza si è sfaldata: la maniera con cui tutti hanno calorosamente partecipato alla realizzazione di questo articolo ne è la prova. Ci teniamo a concludere con una riflessione epocale, si tratta di una frase che rubiamo per l’occasione all’amico Verminaard:

Il “social” network del tempo era la strada.

Perché quello che conta veramente non è il numero di “mi piace” che abbiamo cliccato in un anno sulla nostra inseparabile schermata di facebook, ma lo sguardo speranzoso di un nostro amico che ci invita alle prove del suo gruppo semisconosciuto, l’ennesimo ”Skål!” sbraitato davanti ad un boccale di birra con la nostra comitiva di sempre, il ritrovarsi tutti insieme a sguaiare un coretto se, per caso, in sottofondo sembrano attaccare le note di Ace of Spades o Master of Puppets… perché questa è la scena, ragazzi cari, questo è il dannato metal che ti fa muovere il culo, questo è il verbo che sempre ci unirà…e noi: WE WANT YOU!

Articolo a cura di Fabio Rossi “HM is the law” e “Persephone” .



Persephone
Mercoledì 7 Marzo 2012, 14.15.32
54
E' stato un onore avere a che fare con lui. Un uomo e la musica che amava. Non c'è altro da dire.
Sambalzalzal
Mercoledì 7 Marzo 2012, 10.50.02
53
Speriamo che qualcuno con fondi e cuore nel futuro più prossimo riesca ad aprire a Roma un locale di ambientazione SOLO metal e chiamarlo DA BAFFO! Sarebbe un grandioso tributo ad un uomo che ha vissuto fino alla fine nel nome dell' heavy metal e di Roma! Riposa in gloria, Giuseppe!
Raven
Mercoledì 7 Marzo 2012, 10.16.12
52
RIP
hm is the law
Mercoledì 7 Marzo 2012, 9.47.41
51
Mitico Baffo Jorg riposa in pace!
Marco
Lunedì 9 Gennaio 2012, 13.59.34
50
Complimenti!!! Articolo grandioso e Roma Caput Mundi!!!
Alessandro Bevivino
Domenica 11 Dicembre 2011, 11.44.33
49
GRANDI.
Room 101
Venerdì 9 Dicembre 2011, 16.21.53
48
Ho finito di leggerlo solo ora ! che dire ragazzi..complimenti ! vi siete sobbarcati un lavoro mastodontico !
Persephone
Giovedì 8 Dicembre 2011, 12.21.37
47
@Alex Ve: grazie mille! Ci abbiamo messo l'anima!
Sambalzalzal
Mercoledì 7 Dicembre 2011, 21.54.05
46
@Bloody Karma- cavolo che ricordi... il Frontiera.... ma anche il Castello non era male... dubito possano tornare giorni ed emozioni di quel periodo ma comunque è già tanto conservarne il ricordo! Grande articolo!
Alex Ve
Mercoledì 7 Dicembre 2011, 19.13.13
45
@hm is the law: di niente... sexyman
hm is the law
Mercoledì 7 Dicembre 2011, 19.02.07
44
@ Alex Ve: grazie di cuore!
Alex Ve
Mercoledì 7 Dicembre 2011, 13.38.55
43
Complimenti ad Alice e a Fabio per l'interessante articolo!
total satan
Mercoledì 7 Dicembre 2011, 11.54.36
42
ROMA RISPONDE!!!!!
IlFantasmadelNatalePassato
Mercoledì 7 Dicembre 2011, 11.46.47
41
Dimenticavo (che pirla!): articolo fa-vo-lo-so. Complimentissimi a Fabio & Alice.
IlFantasmadelNatalePassato
Mercoledì 7 Dicembre 2011, 11.46.14
40
Premessa: non sono un nostalgico, anzi. Per cui guardo al passato (che non ho vissuto) con simpatia, sicuramente con tanta, tanta stima per chi c'era e si è dato da fare (a Baffo come minimo andrebbe fatta una statua), ma insomma preferisco guardare avanti. E se guardo avanti (o intorno a me) vedo una cosa: sempre le stesse facce ai concerti metal nel senso stretto del termine. Con tutto che non sono tra i frequentatori più assidui (non mi vergogno di dire che preferisco la proposta del Circolo degli Artisti a quella di locali più "true"), quando vado a sentire i gruppi indipendenti romani vedo poca gente e tutta nota, almeno di vista (ovviamente non contando amici&parenti di chi suona). Basta cambiare un minimo concerto (che ne so, un gruppo di "frontiera" come gli Earth) e il pubblico è molto più variegato. Ecco, io penso che se prima si doveva stare insieme fra metallari e quindi ci si facevano anche andare bene stili più diversi per stare con il gruppo, oggi l'individuo è spinto a coltivare passioni estremamente specifiche, quasi maniacali. Da una parte questo è un bene: internet favorisce la cultura musicale (è anche il megafono della stupidità umana, ma lasciamo perdere). Dall'altra parte, ovviamente, questo ha portato ad una frammentazione tale che, alla fine, molta gente non esce neanche di casa. Però i social network (ovvero il grande passo avanti di internet negli ultimi anni) possono provare ad invertire la tendenza - ad esempio Baffo Jorg fa ottima promozione su facebook. Speriamo bene, nel frattempo chi c'è continui a supportare la scena...anzi, prometto di impegnarmi di più! Mi sembra quantomeno doveroso nei confronti di chi ci mette tanto impegno e tanta passione.
AdemaFilth
Mercoledì 7 Dicembre 2011, 11.31.09
39
La Capitale è vicina
Ares
Mercoledì 7 Dicembre 2011, 10.58.47
38
Bello spaccato della storia del metal romano..che tempi quelli di Pioazza di Spagna.
Radamanthis
Mercoledì 7 Dicembre 2011, 10.53.47
37
Eh eh, Hm is the law, io sono interista e quindi gemellato con gli aquilotti! La B (mai vissuta dal serpente...) non è altro che un passaggio, verso...l'olimp(ic)o! Dai, chiudo questa parentesi extra-musicale, Ciao e complimenti ancora!
Ulo Ditark
Martedì 6 Dicembre 2011, 22.21.03
36
COMPLIMENTI!!!
hm is the law
Martedì 6 Dicembre 2011, 20.10.02
35
@ Metal4ever90: grazie sono Highlander l'ultimo immortale!
Metal4ever90
Martedì 6 Dicembre 2011, 19.39.00
34
"al quartiere Rione Monti in Piazza Degli Zingari, dove c’era la maggiore concentrazione di cantine sale prove e i gruppi metallari pestavano duro per emergere." Se penso a come è ridotto oggi il mio quartiere, un covo di ricconi naif... Io il metal l'ho sempre vissuto tra casa e concerti - salvo qualche sporadico contatto a scuola - . Per questioni anagrafiche non ho potuto vivere quello sviluppo e tipo di compagnia raccontato dalle testimonianze (peccato), ma sono anche cambiati i tempi... Al giorno d'oggi, capita che se ascolti un genere al posto di un altro, una ipotetica compagnia di metalheads potrebbe non vederti di buon occhio, e quindi la compagnia potrebbe non essere gradita...La situazione della scena metal qua a Roma non la trovo disastrosa, ma potrebbe essere migliore, e generalmente anche la situazione concerti. Aggiungo un ringranziamento a tutti coloro che si danno da fare per tenere viva la scena in questa città, poi dichiaro: se ascolto metal, una parte di ringraziamento lo devo anche a Welt (il negozio suo sta a 50 mt da casa mia), ma il perchè di questo lo dirà un'altra persona Complimentissimi a Fabio e Alice, siete grandi!!! \m/ P.s Fabio: Ahò, non me pari cambiato tanto da quella foto di 20anni fa...
Ale78
Martedì 6 Dicembre 2011, 17.15.05
33
Baffo grazie di esistere!
Bloody Karma
Martedì 6 Dicembre 2011, 16.46.48
32
bel viaggio di amarcord con personaggi che non vedo da almeno un decennio...cmq roma dal mio punto di vista non è mai stata una città ben predisposta verso il metal, probabilmente per via dellla vicinanza con il Vaticano...fatto sta che l'unica cosa che rimpiango dei tempi andati, non sono tanto le persone (si sa la gente va e viene) quanto il mitico Frontiera citato più volte nell'articolo. Un baraccone piantato tra l'Aurelia ed il raccordo anulare, nei quale durante la mia adolescenza ho visto concerti che, sia qualità sonora che per atmosfera, non più riscontrato nell'età adulta. Chiuso il momento di amarcord, ritorno al mio presente...
valereds
Martedì 6 Dicembre 2011, 16.39.42
31
...e che dire bravo papaà e brava Alice!
hm is the law
Martedì 6 Dicembre 2011, 16.31.14
30
@ SteveJocker: questo è poco, ma sicuro!
SteveJocker
Martedì 6 Dicembre 2011, 16.24.20
29
A Roma se non ci fosse stato il Vaticano ci sarebbero stati anche meno problemi per organizzare certi concerti soprattutti estremi.
dani
Martedì 6 Dicembre 2011, 15.49.49
28
Complimenti veramente per l'articolo, poi essendo io romano de roma e dunque romanista (piccola nota di colore solo per scherzare) ho sentito particolarmente questo articolo che parla di questo binomio tra la mia città e la musica da me tanto amata, effettivamente chi segue il metal a Roma conosce almeno di nome alcuni dei personaggi citati nell'articolo e sicuramente il più famoso è proprio il grande baffo!
Persephone
Martedì 6 Dicembre 2011, 15.45.27
27
Vero, vero, grazie a te, amico mio!!!
PINUCCIO "ORDNAL"
Martedì 6 Dicembre 2011, 15.34.42
26
E NON DIMENTICHIAMOCI DI ANGELO E ISTINTI MUSICALI A CENTOCELLE!!!
PINUCCIO "ORDNAL"
Martedì 6 Dicembre 2011, 15.32.57
25
RIGA DOPO RIGA C'E' DA COMMUOVERSI...! \m/\m/
Raven
Martedì 6 Dicembre 2011, 15.14.28
24
Si comprava per corrispondenza ed affidandosi esclusivamente alle recensioni di Rockerilla o sulla fiducia nei confronti di un gruppo. qualche volta però si saliva da Messina per un concerto, ed anche vedere revolver dal vero era un qualcosa di indescrivibile. che ingenuità....
fabio II
Martedì 6 Dicembre 2011, 15.05.29
23
Ma...se è quello il nome non mi si è riacceso proprio nulla, comunque grazie fabriziomagno
fabriziomagno
Martedì 6 Dicembre 2011, 14.30.57
22
@ fabio II: forse "discoteca laziale"?
fabio II
Martedì 6 Dicembre 2011, 14.28.54
21
Scusa hm is the law, ma il negozio in via Palermo come si chiamava ( o chiama ?) che non ricordo? l' altro in cui mi rifornivo era praticamente di fianco a Termini . Sapessi i dischi che ho comprato per la copertina, per mancanza di informazioni: ma quasi sempre ci si prendeva, Complimentoni per l'articolo ovviamente.
hm is the law
Martedì 6 Dicembre 2011, 14.21.58
20
@ Raven: Da Revolver e Disfunzioni Musicali ci ho lasciato una mare de soldi quando con i miei amici ce compravamo de continuo dischi (poi CD) diversi per poi scambiarci le opinioni. Mica c'era internet per sentire prima i pezzi; compravi sulla base del mero intuito o perchè avevi letto una recensione su H/M o Metal Schock...che tempoi..che nostalgia!
fabio II
Martedì 6 Dicembre 2011, 14.21.26
19
Ok Dr. Khaine!
Khaine
Martedì 6 Dicembre 2011, 14.17.08
18
@ Fabio II:
fabriziomagno
Martedì 6 Dicembre 2011, 14.15.16
17
raven, grandissima canzone i'm a rebel!!!
fabio II
Martedì 6 Dicembre 2011, 14.10.08
16
Vedo con piacere che il 'commento' 7 è stato cambiato
Raven
Martedì 6 Dicembre 2011, 13.57.40
15
Da revolver ho comprato anch'io qualcosa, anche una t-shirt di I'm a Rebel degli Accept, se non erro. Comq: se non è un articolone questo...
Lizard
Martedì 6 Dicembre 2011, 12.36.38
14
Eh sì! I Cathedral ed una bella ragazza con i doposci bianchi che diceva di essere entrata da poco in redazione
Persephone
Martedì 6 Dicembre 2011, 12.27.34
13
@Lizard: eheheheh, galeotti furono i Cathedral!!!
fabio II
Martedì 6 Dicembre 2011, 12.26.06
12
A Roma ho trascorso un bel periodo, andavo sempre a comprare vinili in un negozio in via Palermo, più un altro sempre abbastanza vicino a Termini. ehm ovvimente il commento 7 è una provocazione, se siamo in tema di stronzate nè aggiungo una dello stesso tenore: w i fuzzi mib!
Lizard
Martedì 6 Dicembre 2011, 12.20.57
11
Bellissimo... Me lo sono bevuto d'un fiato!! Roma, nonostante l'ultima brutta esperienza, resta un posto dell'anima, una città meravigliosa che per me ha un significato particolare, visto che devo proprio ad una trasferta romana la decisione di provare ad entrare nella famiglia di Metallized. Un saluto agli amici romani!!!
Persephone
Martedì 6 Dicembre 2011, 12.20.47
10
Grazie mille per i complimenti, ma un grazie più che speciale va, in primis, a tutti gli amici che sono qui intervenuti !!! METAL UP YOUR ASS!!! \m/
Livius
Martedì 6 Dicembre 2011, 12.15.46
9
Bellissimo!!!
Frankiss
Martedì 6 Dicembre 2011, 12.14.38
8
Ottimo direi!!!
mahatma ghandi
Martedì 6 Dicembre 2011, 12.10.22
7
evviva la pace nel mondo.
melomitru
Martedì 6 Dicembre 2011, 12.06.07
6
@hm is the law Pardon, ero troppo preso dal tuo intervento. Ovviamente complimenti anche a lei!
hm is the law
Martedì 6 Dicembre 2011, 12.03.08
5
@ melomitru: grazie, ma vanno estesi anche alla mia preziosa collaboratrice Alice senza il suo entusiasmo e sacrificio non sarebbe stato possibile un articolo così; @ Radamanthis: grazie anche a te per i complimenti e ricordate però che sete stati 11 anni in B
Radamanthis
Martedì 6 Dicembre 2011, 11.59.56
4
E bravi i ragazzi romani, complimenti x il bell'articolo e ricordatevi che a Roma c'è solo la LAZIO!!!
melomitru
Martedì 6 Dicembre 2011, 11.59.27
3
Complimenti a Fabio per l'articolo, come al solito sempre molto chiaro e senza "peli sulla lingua"!
Royal
Martedì 6 Dicembre 2011, 10.07.29
2
Bellissimo e commovente, complimenti vivissimi ai due redattori
fabriziomagno
Martedì 6 Dicembre 2011, 8.28.37
1
che spettacolo di articolo!!!!!
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