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IRON MAIDEN - Steve Harris, la biografia
08/01/2012 (19413 letture)
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Come la musica che ha contribuito a creare e la band della quale é sempre stato l'alfiere, Steve Harris non é mai cambiato: lo sguardo é lo stesso del 1975, identico, come se i segni del tempo non avessero sfiorato questo baldo e fiero ragazzo inglese, capace con la sua determinazione di creare una leggenda praticamente dal nulla. Imparando a suonare il basso da autodidatta, creando uno stile unico e considerato oggigiorno fonte di influenze universali, poi tenendo duro quando le mode e le sterline avrebbero potuto spalancare porte più facili, ma meno dorate al cospetto dei posteri. Steve Harris é un uomo tutto d'un pezzo, un tipico inglese testardo dalla scorza dura, prendere o lasciare: ma alla fine non si può dire che la sua fermezza non abbia premiato, visto che é divenuto l'iconico bassista di una delle band più influenti, amate e conosciute band della storia dell'heavy metal, gli Iron Maiden, oltre ad essere colui che ne muove tutti i fili, o quasi. Figlio di un camionista, Stephen Percy Harris viene alla luce a Leytonstone (Londra) il 12 marzo 1956 e cresce in una casa nella quale la musica é una presenza immancabile, con le tre sorelle e le quattro giovani zie; il ragazzino si appassiona al football, ovvero il calcio, e diventa tifoso del West Ham United, club fondato nel 1895 e dai colori bordeaux ed azzurro cielo. L'amore per il rock nasce a casa di un amico, dove Harris scopre i Jethro Tull, i Genesis, i King Crimson, tanto da manifestare il desiderio di cimentarsi con la batteria: non sapendo però dove collocarla, viste le dimensioni modeste della propria dimora, optò per uno strumento più pratico, il basso, un Fender pagato 40 sterline, al quale si approcciò da autodidatta, ispirandosi ai propri beniamini: UFO, Nektar, Golden Earring, Emerson, Lake & Palmer, Wishborne Ash, i Deep Purple. Aveva 17 anni e intanto sgambettava nelle giovanili del West Ham, ma le probabilità di un debutto in Premier League erano molto scarse, così Harris non esitò a scegliere la musica, sopratutto quando il suo allenatore iniziò a fare pressioni riguardo il taglio di capelli del giovane calciatore. Messa in piedi una prima band, gli Influence, la quale coverizzava band come i The Who, Harris iniziò a comporre i primi brani propri, come Innocent Exile; presto cambiò il moniker in Gypsy's Kiss ma -non riscontrando la giusta attitudine tra i suoi compagni- passò agli Smiler, migliori come musicisti ma focalizzati troppo sulle cover. Steve Harris era il più propositivo ed il più determinato, ma non voleva suonare cose già decise e scritte da altri, così pensò di creare una nuova band tutta sua: in questo progetto rientrarono il drummer Ron Matthews, il cantante Paul Mario Day ed i chitarristi Terry Rance e Dave Sullivan. Harris portò diverse idee nuove per i testi e contribuì alla scelta del moniker, Iron Maiden, ispirato dall'omonimo strumento di tortura del XVIII secolo, che tanto aveva impressionato il ragazzo durante la visione del film L'uomo Dalla Maschera Di Ferro. I cambi di line-up, tuttavia, sarebbero stati frequenti fin da subito, per esempio con l'avvicendamento di Dennis Wilcock al microfono e l'arrivo alla chitarra di un ragazzino biondo e paffutello, un tale Dave Murray.
In quel periodo Steve Harris faceva il disegnatore di bozze in uno studio di architetti, impegnava nella band tutti i suoi soldi e dedicava i weekend ai concerti: se qualche compagno non faceva lo stesso, compreso il forte impegno economico, semplicemente lo cacciava. Murray e Wilcock abbandonano presto la barca, e come cantante arriva un giovane punk dal carattere forte, Paul Di Anno, il quale notò immediatamente, negli occhi di Harris, la sua ambizione: confesserà, in seguito, che il bassista aveva già all'epoca la consapevolezza di quello che sarebbe diventata quella band, nonostante fossero ancora a metà degli anni settanta. Con le prime canzoni composte, la band incise un demo di quattro brani promozionali a fine 1978 (il 30 o il 31 dicembre, secondo la leggenda) agli Spaceward Studios di Cambridge: la scelta del luogo fu determinata dal fatto che proprio lì aveva registrato un demo anche la band di Wilcok, anche se ben più interesse destò il frizzante nastro degli Iron Maiden, così fresco rispetto al sound ormai assimilato dell'hardrock classico. L'annata successiva vide i giovani musicisti impegnati nelle fasi di songwriting, mentre l'icontro con l'esperto e pratico Rod Smallwood, tutt'oggi manager della band, fornì un valido supporto all'energico spirito di iniziativa di Harris. Nella band rientrò Murray, mentre all'altra chitarra si stabilizzò Dennis Stratton. Era il periodo d'oro del punk e soltanto il caro vecchio pub Ruskin Arms permetteva agli Iron Maiden di suonare il proprio heavy metal energico, melodico e stradaiolo: non erano tempi facili per emergere, sopratutto se il punk non era quello che veniva proposto, eppure la giovane ciurma di Harris andò avanti per la propria strada, accontentandosi della posizione di culto rivestita nell'underground e fiera della crescente popolarità di Eddie, la testa-zombie che la raffigurava nell'immaginario collettivo. Anche i discografici sapevano come spennare i propri polli, e chiedevano ad Harris di sterzare il proprio sound verso lidi più modaioli; ma il ragazzo, sfoggiando la sua proverbiale testardaggine, rifiutò pedissequamente ogni clausola alla sua creatività, fino al giorno in cui non gli arrivò la proposta giusta. La EMI non imponeva nessuna scelta artistica e la cocciutaggine del Nostro venne premiata con la pubblicazione dei tanto sospirati primi due dischi, iron Maiden e Killers, che di punk avevano soltanto l'attitudine, l'energia e la vitalità: più esplosivi di ogni altro album metal precedentemente pubblicato, questi full length contribuirono al rifiorire del genere che conobbe una nuova, vitale, linfa rigenerante. Su quei giorni eroici e sulle sue influenze, ricorda lo stesso Steve Harris: 'Sin dagli inizi ho sempre avuto la fissazione di suonare musica veloce ed aggressiva, che incorporasse variazioni di ritmi e avesse inoltre una parte melodica. Agli inizi tutti credevano che le mie influenze si rifacessero ai Thin Lizzy. Nonostante io fossi un fan dei Lizzy, devo confessare che i Wishbone Ash furono la mia vera ispirazione, in modo particolare i loro assoli di chitarre pieni di armonie, che sono riuscito a fondere col mio modo di suonare veloce per arrivare ad uno stile estremamente personalizzato. Il primo album fu davvero un incubo. Eravamo giovani e inesperti ma con un pugno di canzoni molto forti tra le mani! E’ fondamentale assecondare i desideri dei fans, entro i limiti però perché, come musicista ho sempre fatto tutto ciò che ho voluto e che mi ha dato soddisfazione. Ho imparato che non puoi voltarti troppo indietro se non unicamente per non ripetere ciò che hai già fatto in passato'.
Col secondo album la band potè contare sul cristallino apporto di Adrian Smith, chitarrista eccellente che rilevò Stratton, ma per il definitivo salto di qualità serviva ancora qualcosa: Bruce Dickinson. Il cantante dei Samson era l'ideale, secondo Steve Harris, per dare un tocco di classe alla propria creatura, anche a causa delle note turbolenze di Di Anno, ma Smallwood si opponeva fermamente a questo cambio; alla fine, il sempre cocciuto bassista ebbe la meglio, ma anche con Dickinson stesso emersero subito frizioni e incomprensioni. Pomo della discordia era il ruolo del frontman: Steve Harris era abituato a catalizzare l'attenzione su di sè, e considerare gli Iron Maiden come la sua band, mentre il singer sosteneva che fosse il cantante a doversi trovare al centro dell'attenzione. Entrambi erano personaggi di immenso carisma e fortissima personalità, ma puntavano al bene della band, non al proprio: per questi motivi vennero quasi alle mani durante il tour di The Number Of The Beast, il disco della consacrazione, quello che voltava verso strutture e armonie più epiche e complesse, quasi power-oriented; nonostante la band avesse raggiunto uno status-quo di leggenda, influenzando l'intero movimento metal internazionale, Steve Harris iniziò a pensare di licenziare il vocalist di Worksop, ma fu fermato in tempo dal redento Smallwood, ormai convinto dalle enormi qualità vocali di Dickinson e dalla stupefacente chimica instauratasi tra lui e la band, origine ed essenza di trame maestose e potenza travolgente. Queste vengono liftate e ulteriormente melodicizzate nel più raffinato Piece Of Mind, disco che conerma la band in uno stato di grazia, dopo che il predecessore l'aveva ormai incoronata come potenza principale dell'heavy metal europeo: é il 1983, anno importante per Steve Harris, che sposa Lorraine, dalla quale avrà tre figlie ed un figlio. Elemento imprescindibile nell'economia della band britannica, Steve Harris non si limita a seguire le chitarre ma forgia una tecnica capace di influenzare intere generazioni di bassisti, originale e basata sulle celebri "galoppate", capaci di dare un tocco trascinante a testi già intrisi di fascino grazie alle loro ispirazioni mitologiche, storiche, sociali, letterarie e cinematografiche; una band colta e dal forte impatto visivo, peraltro rafforzato dalla grande energia on the road del suo totem, che sul palco non esita a coinvolgere i fans utilizzando il proprio strumento a mò di arma da fuoco. Ogni concerto é una sfida, una battaglia fisica, e per Harris deve essere perfetto: per questo ha sempre apprezzato la grande maneggiabilità del suo basso Fender, morbido e affidabile, suonato rigorosamente senza plettro, preferendo il modello Precision '70, ridipinto prima di nero, poi di blu ed infine di bianco, bardato con gli stemmi del West Ham, un amore mai sepolto; a impressionare é sopratutto la grande semplicità con la quale il vecchio Steve si presta alla musica: non si riscalda mai prima di un live-show, raramente fa esercizio e non si sforzava di farlo nemmeno quando stava imparando a suonare. Gli Iron Maiden, all'apice del loro splendore, emozionano e stupiscono con album spettacolari e ricchi di melodie e trame intricate, atmosfere imponenti e potenti sfumature d'epicità, come nel caso di Powerslave, un autentico manifesto della grandeur maideniana; a ribadire questa leadership contribuivano i magniloquenti concerti a base di fuochi d'artificio, palchi giganteschi, luci pirotecniche e scenografie mozzafiato, come quella egizia ammirata nel World Slavery Tour, il più imponente e impegnativo tour affrontato dalla corazzata inglese: a meno di dieci anni dai primi, difficoltosi passi nei sobborghi londinesi, Steve Harris poteva dire di aver coronato il proprio sogno. Certo, gli attriti con Dickinson proseguivano, ma venivano puntualmente mitigati dal successo continuo ed imperterrito, derivato da una serie di album strepitosi, che proseguiva con Somewhere In Time e Seventh Son of A Seventh Son; ma non sarebbe durata in eterno e l'arrivo dei nineties portò i primi venti di sventura. La band cercò di ripescare le radici stradaiole in No Prayer for The Dying, ma non andò molto bene; Dickinson proponeva da tempo una modifica nel sound ormai tipico della band, avanzando idee acustiche ed introspettive, ma veniva prontamente zittito da Steve Harris, padrone assoluto dei destini della band: i contrasti aumentarono in concomitanza con le voglie soliste del singer, che affrontò svogliato il tour di Fear of The Dark e lasciò la band al termine dello stesso. Fu un periodo veramente duro per Harris che, mentre cercava di tenere in piedi la baracca, dovette dolorosamente divorziare anche dalla moglie, cadendo in una sorta di depressione dalla quale nacquero i testi cupi e le melodie oscure del disco successivo, The X Factor, affidato all'ugola di Blaze Bailey, ex dei Wolfsbane, non completamente accettato dai fans storici della band.
Anche Adrian Smith lasciò la band a inizio decennio e fu sostituito da Janik Gers; proprio la nuova ascia contribuisce a fornire una descrizione attendibile del carattere determinato, ma intelligente, del bassista: 'Mi é sempre sembrato una persona seria e aggiornata su quello che succede nel mondo. E' una delle poche persone di cui puoi fidarti completamente. Non ti venderà al primo che passa, non parlerà male di te alle spalle. E' uno molto diretto, ci si può fidare di lui. Ha la capacità di fare marcia indietro e tenere in considerazione più opinioni, ma se pensa di avere ragione difenderà la sua posizione con tutte le sue forze. Ha anche una grande immaginazione e un modo molto spontaneo di scrivere i testi. I pezzi che ha scritto ci permettono di cogliere Steve più in profondità rispetto a quanto si possa fare parlandogli normalmente. Nessuno può imitare il suo modo di suonare lo strumento senza rimandare immediatamente a lui. E' come se fosse una chitarra solita, lui e Nicko sono il battito dei Maiden. E senza la sua ambizione e la sua guida non ci sarebbero stati gli Iron Maiden, questo é sicuro. Lui rappresenta il cuore e la potenza dei Maiden'. L'addio di Dickinson portò sconcerto, tristezza e senso di fregatura nel cuore del bassista che, però, nel corso degli anni, maturava una sapienza pratica davvero a tutto campo: é lui stesso a introdurre i sintetizzatori da
Somewhere In Time, rivelandosi anche abile tastierista, produttore, responsabile dell'editing, del missaggio, della regia dei videoclip e dei live, occupandosi delle backing vocals e di tutto quanto possa fare al caso della Vergine di Ferro. Mentre la band si riprendeva dal suo periodo di declino, riabbracciando Dickinson per una nuova età di successi, Steve Harris si é risposato, con Emma (dalla quale ha avuto altri due figli, un maschio e una femmina) ed ha seguito la carriera da cantante della figlia Lauren (per il cui album Calm Before The Storm ha anche inciso alcune parti di basso), spesso accusata di nepotismo a causa delle diverse apparizioni di supporto agli stessi Iron Maiden; in genere tutti e sei figli del bassista tendono a seguirlo in tour. Steve Harris possiede una tenuta a sessanta miglia da Londra, all'interno della quale ha fatto costruire i suoi personali Barnyard Studios e nella quale é presente una piccola riproduzione degli interni del Ruskin Arms, così come erano durante i primi, focosi giorni di vita degli Iron Maiden. Nella vita di tutti i giorni é schivo, pacato, timido, ma quando si tratta della band diventa un inflessibile padre-padrone, pur avendo imparato, col tempo, ad ascoltare gli input dei compagni. Ha sempre difeso l'essenza e la tipicità peculiari dell'Iron Maiden-sound, mantenendolo puro ed incontaminato da modernità assortite ed evitando con sapienza passi falsi eccessivamente rovinosi: è un dato di fatto che nella discografia dell'act britannico manchino album veramente negativi, perché ogni release, bene o male, si fa ascoltare piacevolmente e gode di (almeno) qualche traccia valida e azzeccata. Qualche tempo fa, Harris rilasciò una dichiarazione sintomatica del suo modo di concepire la musica dura in rapporto alla sua storia e all'attitudine con la quale suonarla: 'Ritengo il metal uno dei generi ancora più in auge, una delle risposte più concrete al pop commerciale ed alla disco-music. E' vero, ultimamente si tende a considerare valide ed innovative solo le cosiddette tendenze alternative, e questo è veramente ridicolo se si pensa che un tempo lo stesso heavy metal veniva ritenuto musica di rottura, fuori dalle righe. Le etichette vanno e vengono, e con loro i gruppi scadenti: solo quelli realmente dotati di coglioni sono destinati a durare nel tempo'. Quasi una sorta di autodescrizione del leader di una band eterna.
Gli attributi agli Iron Maiden non sono mai mancati, men che meno al loro padre fondatore, quell’inglesaccio tutto d’un pezzo capace di scrivere canzoni memorabili e di colpire dritto in fronte con le sue galoppate pulsanti, oltre che di catturare l’attenzione delle prime orde di metallari con i suoi coloratissimi spandex a strisce, così orgogliosamente retrò, così candidamente consegnati al ricordo soffuso dei dolci anni ottanta e di quella macchina da guerra, splendidamente oliata e coordinata alla perfezione, che rispondeva al nome glorioso di Steve Harris; l’incedere dei lustri non ha certo modificato l’impatto pirotecnico che questa formazione sa garantire ogni volta che calca gli assi di qualche palco, e se le uscite più recenti hanno fatto storcere qualche naso (anche tra gli aficionados più intransigenti) è innegabile che l’appeal rivestito dalla Vergine di Ferro è, anche grazie a Steve Harris, qualcosa di immortale, speciale, difficile da spiegare a parole a chi non lo ha vissuto sulla propria pelle. Neanche la vecchia passione per il calcio ha accennato a smorzarsi: il cuore di Steve pulsa ancora per il West Ham (i cui giocatori, guarda caso, sono soprannominati proprio The Irons), e il musicista non disdegna ancora oggi qualche sgambata dietro ad un pallone: negli anni novanta, addirittura, mise in piedi una sorta di Iron Maiden-team, rafforzato da vecchie glorie della Premier League, impegnato in partite promozionali e di beneficienza: affrontarono anche la Nazionale Italiana Cantanti (naturalmente sconfitta a suon di reti dagli inglesi). Agile e scattante, sulla fascia come quando imbraccia il suo Fender: poche storie, Steve Harris resta un autentico fuoriclasse.
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Allora papà Steve Harris, l'hai rimandato nel tombino da dove è venuto Dennis Willcock per la disputa sulla scrittura dei brani aperta da lui? |
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klostridiumtetani, non l'ho mai notato, ma devo dire che da decenni non seguo la band religiosamente quindi magari mi son persa qualcosa. Se ha fatto cosi', beh, non e' tanto professionale |
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Pienamente d'accordo con te. |
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Come rapporto con i fans sono d'accordo sul fatto che sono tutte sei delle persone alla mano e sembrano il "vicino della porta accanto", ma quello che intendevo è che nelle interviste Bruce di solito è quello più "malato di protagonismo", e molte volte non si è risparmiato a "sparare merda" (a volte a torto altre a ragione) su altri generi e altri artisti. Questa cosa personalmente non l'ho mai gradita, neanche quando magari la pensavo come lui. Sono cose che un artista dovrebbe sempre evitare. Imho. |
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Ma nessuno dei due se la tira, non mi sembra proprio! Avete mai visto le loro interviste? Steve quasi quasi non riesce ad alzare lo sguardo, lol! @terzo menati @mulo concordo con i vostri post! Un mio conoscente li ha incontrati in un backstage una decina di anni fa e mi ha detto che si aspettava tutto fuorche' delle persone normalissime, gentili che addirittura bevono responsabilmente (lui voleva farsi a pezzi e gli e' andata male, hehehe!). Comunque anch'io li ammiro tanto entrambi x le loro personalita', Bruce poi riesce in tutto quello che fa, incredibile! |
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Non so se qualcuno l'ha già fatta la battuta, ma Gers dal vivo assomiglia sempre più al secondo degli 883... Non è un po' assurdo? |
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Alla faccia dei vincenti...se la tirano tutti gli sfigati di sto mondo specie sui social, costoro sono fin troppo umili...semidei |
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Harris e Dickinson sono persone vincenti,con moltissima fiducia in loro stessi (cosa che li ha fatti arrivare ad essere ricchi,famosi e felici).Persono così suscitano invidia e commenti come "se la tira" eroba simile (che poi chi li dice manco li conosce o li frequenta personalmente).Ragazzi gente così è da ammirare e prendere esempio x avere successo nelle vostre attività non da denigrare! |
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Steve "Se la "tira" notevolmente...??'?" . Non mi sembra proprio. Basta leggere o ascoltare le sue interviste. Se una persona con le idee chiare (condivisibili o meno), che tira dritto per la sua strada fregandosene dei giudizi e pregiudizi di sedicenti guru che ne sanno sempre una più di Bertoldo, e continua alla sua veneranda età a coltivare con la passione e l'autorità che il suo ruolo di master mind impone senza deroghe, vuol dire che "Se la tira "... allora ok. Per me quelli che "se la tirano" sono altri. Ad esempio Bruce Dickinson , altro che Steve! |
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Se la tira notevomente, ma chi non lo farebbe in quella posizione? E comunque, grande persona, non per niente i Maiden sono ancora in giro e fanno il pieno. Diciamocelo, i pezzi li ha scritti quasi tutti lui e non esce nulla che non sia approvato e controllato da Harris. E mi sembra che la ricetta funzioni |
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Mulo concordo! E senza fronzoli da rockstar dannata, insomma una persona normalissima. Comunque x quanto riguarda gli albums a me piace molto anche Piece of Mind (quello che preferisco con Dickinson) e Rime of The Ancient Mariner da sola fa di Powerslave un grande disco. Anche se nulla e' come i primi due x me. Anche i testi mi piacciono molto, anche se a volte sono un po', come dire, grandguignoleschi... x esempio, Iron Maiden, violentissimo ma comunque molto ben scritto. Poi guardi chi l'ha composto e non ci credi che possa essere uno con la faccia cosi' fanciullesca hahaha! Mitico Steve! |
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Immenso Steve Harris! Autore e "maidenmind" di una band leggendaria e autore di almeno 3 dischi perfetti (i primi 3 dei Mainden). X me è un esempio,contro tutti e tutti credendo ciecamente nella sua arte ha realizzato i suoi obiettivi e sogni,rendendo la sua vita un capolavoro. Gente simile andrebbe clonata. |
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Che bell'articolo, complimenti! E' vero, il tempo x lui sembra essersi fermato, nel senso che le rughe sul suo volto ci sono ovviamente ma l'espressione e' la stessa di sempre, cosi' come la sua grinta. Non ci sono parole x definire la grandezza di Steve che non siano gia' state scritte nei commenti precedenti o nell'articolo, incredibile anche la sua caparbieta' nell'inseguire il suo sogno contro ogni moda. |
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che dire.......the king |
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Per quanto mi riguarda, da quello che so sul mondo della musica (ascolto hard rock e metal dagli anni 70) l'unico vero grande esempio di genio/musicista da seguire e perseguire per talento, visione artistica, coerenza, tempra, incorruttibilità, e custode di valori genuini e semplici! Steve Harris is the law! Da ammirare e basta!!! Ora e sempre!!! AMEN! |
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Questo signore nel 1984 mi indicò la via... |
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Semplicemente un eroe!Grazie per tutta la buona musica che hai scritto e che continui a scrivere tutt'oggi! UP THE IRONS! |
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esempio per tutti i metalhead cazzo! |
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Su questo articolo non c'è scritto niente su di lui che io non sapessi gia.Pera fa sempre piacere leggerne le lodi.Lui è uno che sa sempre cio che vuole e sa come ottenerlo.Solitamente la gente è attratta dallo stereotipo della rock-star tutto sesso droga e RnR,come se la sua vita sregolata gli desse quel qualcosa in più o ancor più se così non fosse non sarebbe una vera rock star.Steve Harris è l'eccezione che conferma la regola,lui riesce ad essere una Vera Rockstar senza comportarsi da rockstar;sono quelli come lui i veri esempi da seguire e da imitare in tutto e per tutto.Lunga vita a Steve Harris e Up The Irons !!! \m/ |
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The thrasher...ti stimo!!!! |
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ehehe quella copertina è veramente piena di particolari e riferimenti a canzoni passate della band! per esempio, in altro a destra c'è il nome della via e, guarda caso, è proprio acacia avenue! XD |
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Cazzo è vero vista....." latest result West ham 7 arsenal 3 eh eh eh birbantelli.... |
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The Thrasher: eh ma và ?? Non ci ho mai fatto caso.. controllo subito !! |
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come l'aces high bar, l'orologio che segna 23.58 (2 minutes to midnight) o la scritta herbert ails (che dovrebbe stare per 'deve morire') |
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Ho passato ore a studiare i particolari di quella bellissima copertina |
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E avete mai notato,m sulla copertina di Somewhere In Time, lo storico risultato west ham-arsenal 7-3? è nel retro cpertina, sopra i membri della band disegnati... |
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Peccato che quella cover, faccia da simpatico contorno ad un disco pessimo, eccezion fatta per Como estas amigo.. oh yeah |
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Eh già, lui è un super tifoso degli Hummers, nonchè amante del calcio infatti nell'album Virtual XI c'è una gran bella foto della formazione calcistica con n. 1 Niko Mc Brian, 2. Dave Murray, 3.Pearce (all'epoca del Newcastle) 4. Vieira (Arsenal) 5. Janick Gers 7. Overmars (Arsenal) 8. Gazza Gascoigne (un tizio moooolto rock, Rangers) 9. Wright (Arsenal) 10. Faustino Asprilla (Parma) 11. il nostro buon Harris e infine 16. Blaze Bayley. Quindi devo quotare Billo...Steve approverebbe!!!! |
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ok !! Steve Harris approverebbe, lui tifa il West ham!! |
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Dai ragazzi su, rientriamo nei ranghi |
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Thiè... \../ |
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Tòh gufo... |
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Non vogliatemene ragazzi ma secondo me il Milan farà un culo grande così all'Inter... poi per carità mai dire mai vista la riscossa nerazzura nelle ultime partite |
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ah aha aha |
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Ah ah Billo...dillo a me che la mia è milanista...il derby a casa è già iniziato... Il sidro non mi dispiace anche se un paragone con birra (qualunque), vino rosso e soprattutto il sacro idromele è quantomeno improponibile... |
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ps. se cè una cosa che mi fa schifo è il Sidro.... bleah... |
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Beh stasera stapperò un buon vinello rosso e brinderò alla nostra salute !! Radamanthis; pronto ?? per Odino, prontissimo!! Specialmente la moglie, ih ih ih come ha sentito la parola derby stava svenendo ... (non per la felicità ) |
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ok Finntrollfan, brindisi accettato, vado in salotto a prendere un bicchierino di idomele e brindo a voi! Hail |
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L'heavy metal e la birra hanno un filo conduttore (ricordo il mio paragone in qualche post tra vari tipi di birre e vari sottogeneri di metal) e l'idromele è un pò la ciliegina sulla torta, quella bevanda divina che lega la musica alle lyrics. Chissà se metallized farà un bell'articolo su questo...se volete mi candido io a farlo! ps: Billo, pronto x il derby? Sperèm... |
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Propongo un brindisi! Viva Odino e viva il vino! PS: mi piace molto l'idromele!! |
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ah ahaa, bravo Radamanthis, questo si che è essere coerenti con il pensiero metal per eccellenza, hail... |
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Ah il rum...buongustaio! Io invece, da amante delle divinità norree mi sono ammazzato di birra e idromele...W ODINO! |
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Hail brother... cin cin.. |
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Odio il rum (eh eh che ci posso fare) ma in compenso adoro il vino bianco, rigorosamente prodotto dal mio vecchi zio. In alto i calici!! |
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Finntrollfan: Probabilmente sono i postumi di capodanno, aver bevuto 1 bottiglia e mezzo di Vino bianco e 2 bicchieri di Rum Dominicano, mi hanno leggermente devastato eheh ehe |
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Grande Radamanthis, ben trovato !! Ma cazzo... è vero, è un bassista avete ragione, porca eva è come darmi del milanista.... arrgh |
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E dai, sarà stato un errore di battitura / fretta nel scrivere! Hail Billo! |
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Per gli dei! Steve harris un chitarrista??? Probabilmente Billorock era ubriaco, o intontito dal troppo lavoro |
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Grande STEVE.......@Billo, non è che a priori sono contro di te, ma non ne azzecchi una, STEVE HARRIS è un BASSISTA (dei MAIDEN) e non un chitarrista......sbagliarsi su una cosa del genere in ambito musicale è terrificante!!! |
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Ciao Billo!! ( l'articolo non sono riuscito ancora a guardarlo, a poi per commenti ) |
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Hola mitico Radamanthis; si todo bien sopravviviamo a sti tempi cupi!! ciao Fabio ll !! |
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continua a seguirci, come al solito , e non ne resterai deluso... |
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Hola Billo,come va?Todo bien? Io da grande amante dai Maiden non posso che inchinarmi a sua maestà Steve Harris, uno dei migliori bassisti in circolazione, anche se a mio parere il migliore alle 4 corde è Steve Di Giorgio. Comunque sarebbe interessante un articolo per ogni membro degli Irons, credete sia possibile? |
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Non sono un mega fan dei Maiden, ma non nego che Steve Harris sia uno dei migliori chitarristi di sempre... |
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Posso dire una cosa? Sua figlia è un bel pezzo di f...a. Onore a Steve Harris comunque! |
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"impegnava nella band tutti i suoi soldi e dedicava i weekend ai concerti" riassume tutto!! Se non esistesse Lemmy sarebbe il bassista numero uno al mondo, ma per fortuna ci sono entrambi! |
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...ottimo articolo, ma "rifiutò pedissequamente" non credo sia nelle capacità di Harris! |
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@Liquidsoul: mah non saprei cosa dirti,m le bio ufficiali riportano 1956, potrebbe essere solo un errore di stampa... |
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Mitico "Arry", questo si che è un tizio con le palle! |
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Articolo ottimo,ho solo una piccola curiosità,quando nel 1980 ho scritto ai Maiden il loro manager mi rispose con una lettera,oviamente un prestampato che spedivano a tutti i fans,mi inviò anche una foto della band in una camera delle torture medioevale e una biografia del gruppo con dati anagrafici ed equipaggiamento on stage,in questo foglio alla voce Steve Harris c'è scritto come anno di nascita 1959,errore di stampa o vezzo del nostro?Chissà se l'autore dell'articolo ne sà qualcosa. |
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Penso sia scontato dire che è il mio bassista preferito!! Uno dei più importanti e influenti personaggi della NWOBHM!!! |
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Bell'articolo su un grande bassista...ma ora arriveranno articoli anche sugli altri membri dei Maiden? Il migliore x me (dopo Bruce) è Adrian Smith, sarebbe interessante un articolo su di lui anche x via della sua uscita dalla band, le sue collaborazioni nel mentre e il suo come-back alla Vergine di Ferro! |
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Favoloso articolo per uno dei migliori bassisti del Heavy Metal , direi un mito !!! |
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Alto sublime articolo di Rino per incensare uno dei più grandi personaggi della storia del Metal. |
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