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STORMZONE - Il terzo album? Non è un problema...
11/01/2012 (1717 letture)
Ci sono musicisti per i quali suonare la propria musica davanti ad un pubblico è ancora una ragione di vita. Abbiamo incontrato per voi John Harbinson, cantante degli irlandesi Stormzone, in occasione dell’uscita del loro terzo album Zero to Rage. Quella che poteva essere solo una intervista di routine si è rivelata invece una bella chiacchierata sulla lunga carriera di questo musicista umile, entusiasta e fiero della propria musica come un esordiente. Ecco le risposte di questo vero metal headbanger!

Lizard: Ciao John, come va? Benvenuto su Metallized! Mi piacerebbe iniziare con una domanda semplice: Zero to Rage è stato appena pubblicato, siete felici del risultato? Secondo te mostra di cosa sono capaci gli Stormzone al loro meglio?
John: Ciao Saverio, grazie per permetterci di parlare ai lettori di Metallized! Siamo molto contenti di come le cose sono andate con Zero to Rage, specialmente perché avevamo una certa pressione per far arrivare i masters alla nostra label –la SPV- entro i tempi previsti. All’inizio di questo anno, il 2011, avevamo appena reclutato il nostro nuovo chitarrista Steve Moore e la nostra priorità iniziale era concentrarci sugli show dal vivo che dovevamo fare: un tour con gli Stryper e, naturalmente, la nostra apparizione al Wacken. Così, registrare un album quest’anno non sembrava affatto una cosa possibile, anche perché Death Dealer era "vecchio" solo di un anno e quindi non sentivamo nessun obbligo reale per concentrarci così presto su un altro disco. Poi abbiamo iniziato a scrivere qualche pezzo con Steve, per vedere cosa sarebbe venuto fuori per quando avremmo iniziato veramente a lavorare sulle registrazioni del nostro terzo album. Solo che un sacco di idee hanno cominciato a girare e, prima di essercene resi conto, avevamo scritto diverse canzoni che erano qualcosa di più di semplici esercizi per vedere come scrive un nuovo membro. Quelle canzoni erano pronte per essere inserite in un album e abbiamo detto alla SPV che eravamo molto soddisfatti di quello che stavamo realizzando. Loro ci hanno detto che se fossimo stati in grado di realizzare il tutto entro metà settembre, ci avrebbero garantito l’uscita del disco entro la fine del 2011. Dopo Wacken abbiamo iniziato a velocizzare le cose, completare gli arrangiamenti e registrare le nuove canzoni finite al meglio delle nostre possibilità e… Abbiamo rispettato la scadenza! Quindi, non sono sicuro che Zero to Rage mostri gli Stormzone al loro meglio, ma siamo assolutamente contenti di come questa fase della carriera della band è stata portata a termine, considerando quanto velocemente abbiamo dovuto lavorare per realizzarlo.

Lizard: E’ noto che il terzo album è molto importante, un punto di volta nella carriera di una band: avete sentito questo tipo di pressione?
John: So cosa intendi, ma credo che questo fosse molto più vero vent’anni fa. Di questi tempi le band preferiscono firmare contratti per i live shows piuttosto che contratti per un album, dato che le vendite di un album non sono più così importanti per una band quanto essere on the road e vendere biglietti e merchandising. Questo album per noi è importante perché rappresenta un altro capitolo nella storia degli Stormzone, che noi sappiamo potrà andare avanti per molti altri anni, anche se Zero to Rage non ci farà diventare grandi. Io credo sia questo il motivo per cui non abbiamo sentito alcuna pressione scrivendo e registrando. Inoltre, sapevamo di dover concludere il tutto entro una certa scadenza, quindi non avevamo davvero il tempo di preoccuparci se quello che stavamo facendo sarebbe diventato il “grande ed importante terzo album”. E’ diventato un punto di volta per noi, perché abbiamo scoperto che abbiamo trovato la giusta chimica tra di noi per scrivere grandi canzoni: abbiamo passato un anno fantastico suonando live assieme e sappiamo che il futuro sarà in crescendo fino a quando le nostre performances sul palco saranno valide. Cosa ancora più importante, potranno anche esserci aspetti in Zero to Rage che riflettono i tempi serrati che abbiamo dovuto rispettare, ma nessuno potrà mettere in dubbio la qualità del suono e della produzione. Con questo nuovo album abbiamo scoperto realmente come registrare, ed anche se nel prossimo disco dovremmo comunque pensare bene a cose come la lunghezza delle canzoni e la varietà nelle ritmiche, non cambieremo niente nel comportamento che noi e le persone coinvolte nel processo di registrazione andremo a tenere in studio.

Lizard: Parliamo del processo di scrittura delle canzoni: come sono nate e quanto tempo siete riusciti a dedicare alla fase di composizione?
John: Abbiamo sviluppato un bel metodo per scrivere le nostre canzoni; ogni membro della band è coinvolto, sia a livello individuale che collettivo. Graham, Steve e Keith arrivano generalmente con un riff particolarmente interessante, magari scaturito da una base ritmica creata da Davy. I ragazzi si trovano nello studio di Graham coi loro piccoli amplificatori e un set di batteria ridotto all’essenziale e insieme mettono su un pezzo strumentale che secondo loro può costituire un buon intro, una strofa, un ritornello o la parte solista. Tutto quanto viene spedito a me per e-mail e subito mi metto a lavorare sulla parte melodica e sul testo. Solitamente ci basta un’ulteriore serata per eventuali modifiche. Poi, i ragazzi vanno da Steve, al suo studio, in momenti diversi della giornata. Lui ha tutte le strumentazioni adatte e l’equipaggiamento per registrare; lì viene effettuato il primo mixaggio della canzone, che viene spedita a me ed io elaboro la versione finale della melodia e del testo. A quel punto è il mio turno allo studio di registrazione di Steve, dove registro il tutto. Steve è anche un notevole produttore e tecnico del suono, quindi è lui stesso a mixare le canzoni ed a fare il mastering. Questo è il modo in cui è stata creata ogni canzone di Zero To Rage, ed è stato tutto molto veloce e funzionale. Sicuramente utilizzeremo questo metodo per scrivere e registrare anche i prossimi album.

Lizard: Come già detto, Zero to Rage è un album importante per voi: che tipo di reazioni avete raccolto dopo la sua uscita?
John: Le reazioni all’album sono state principalmente ottime e le recensioni che ho gradito maggiormente sono quelle dei giornalisti che hanno fatto qualche ricerca sulla band prima di scrivere qualcosa del nuovo album. Quello che voglio dire, è che anche una recensione critica è accettabile se è fatta in una maniera costruttiva ed informata. La maggior parte delle recensioni sono state molto positive ma ne ho lette alcune nelle quali il recensore sembrava proprio non aver compreso chi siamo! Alcune persone si domandano come mai gli Stormzone, una band che registra i propri album nel 2011, suona musica che sembra mostrare una mancanza di “progressione”. Queste persone non capiscono che Davy ed io siamo in giro da parecchio tempo ed anche se gli Stormzone sono una band relativamente nuova, noi suoniamo assieme sin dai tempi degli Sweet Savage, nei primi anni ’80. La NWOBHM ha chiaramente una fortissima influenza su di noi, in gran parte perché fummo così fortunati da essere travolti dalla sua prima emersione e potemmo vedere bands come Saxon ed Iron Maiden sviluppare una nuova ed eccitante forma di potente heavy metal che ha continuato ad influenzarci fino ad oggi. Cercare di far suonare gli Stormzone in qualunque altra maniera vorrebbe dire non essere sinceri con quello che abbiamo nei nostri cuori. Nel corso degli anni abbiamo osservato ed ammirato il modo in cui l’heavy metal è cresciuto, sviluppandosi in ogni direzione ma siamo soddisfatti della musica che scriviamo e registriamo e questo significa rimanere all’interno del sentiero del metal tradizionale, che continua ad eccitarci. Questo non significa che dobbiamo suonare datati e cerchiamo di spingerci oltre certi limiti per suonare moderni, ma per noi è importante dare ai ragazzi l’opportunità di provare quegli stessi sentimenti che provavamo noi ascoltando heavy metal anni fa. E’ una crociata per mantenerlo vivo e continueremo a fare quello che facciamo: alcuni recensori lo apprezzano e coloro che non lo fanno certamente non potranno impedirci di rimanere fedeli a noi stessi.

Lizard: La vostra musica viene generalmente descritta come un incrocio tra Iron Maiden, Saxon e Judas Priest: siete d’accordo con questo tipo di considerazione o pensate che gli Stormzone abbiano raggiunto una loro precisa identità?
John: Beh… Io spero che quando le persone ci ascoltano capiscano che stanno ascoltando gli Stormzone! Sicuramente abbiamo un sound che ci riconduce, attraverso l’influenza che hanno avuto su di noi, alle band da te citate, ma onestamente non abbiamo alcuna intenzione di provare ad essere gli Iron Maiden o i Saxon. Il nostro scopo è di mantenere viva la musica che grandi band come Judas Priest ed Iron Maiden hanno reso popolare in tutto il mondo. Speriamo che loro siano ancora con noi per molto tempo, ma quando decideranno di darci un taglio, non dovrà significare che questo grande stile di metal debba essere confinato ai libri di storia. Io non credo che noi suoniamo realmente come i gruppi che ci hanno influenzato, ma credo che se lo facessimo sarebbe una cosa del tutto naturale. Sono un grande fan di Helloween, Iron Maiden, Judas Priest, HammerFall, Edguy, UDO etc. e gli altri ragazzi amano le stesse bands, quindi ovviamente ci sono tracce di quelle band all’interno della nostra musica. Il nostro album precedente, Death Dealer, era stato molto paragonato agli Iron Maiden così, con Zero to Rage, ci siamo ricordati di queste critiche ed eravamo tutti d’accordo nel non farci catalogare come cloni degli Iron Maiden. Quando l’album è stato completato abbiamo sentito di aver realizzato un album migliore del precedente ed i recensori sono stati d’accordo su questo ma hanno continuato a menzionare Iron Maiden, HammerFall ed Helloween!! Semplicemente non so che farci! Scriviamo liberamente, senza nemmeno pensare a queste band ma, a quanto pare, finiamo sempre per avere tracce di loro nel nostro sound. Non che mi interessi molto, in ogni caso: sono grandi band a cui essere comparati e sarebbe fantastico raggiungere il loro livello!

Lizard: Zero to Rage è un solido album di puro heavy metal, nessun compromesso e nessuna influenza derivante da forme più estreme di metal: pensate che l’heavy metal classico sia ancora più interessante e "fresco" del metal che abbiamo ascoltato negli ultimi anni?
John: Penso che risponderò al meglio descrivendoti la nostra esibizione al Wacken Open Air di quest’anno. Sta diventando sempre più difficile per una band come gli Stormzone avere l’opportunità di suonare ad un evento come questo senza essere al livello degli HammerFall, per fare un esempio, e la maggior parte dei fans che vanno ai festival sono più o meno maggiormente interessati a band più pesanti della nostra, specialmente a Wacken. Quello che ho veramente amato di Wacken è il fatto che eravamo incastrati tra queste band estreme ma quando abbiamo cominciato a suonare, siamo riusciti ad attrarre molta gente attorno al W.E.T. Stage e siamo andati davvero forte di fronte a quella che ha finito per essere un’arena molto affollata! Se riesci ad esprimere heavy metal in una maniera entusiastica e potente, allora riuscirai ad attirare l’attenzione anche dei fan più accaniti dell’estremo e Wacken ha provato che, contro ogni previsione, noi non eravamo fuori posto. Credo che i promoter e gli organizzatori di festival abbiano scordato quanto sia valido ed eccitante il tradizionale heavy melodico e penso che abbiamo rappresentato un cambiamento "rinfrescante" per tutte quelle persone che erano state bombardate con ogni sorta di metal estremo. Siamo heavy in una maniera diversa, ma siamo sempre una heavy metal band e speriamo che dopo la nostra apparizione a Wacken gli organizzatori leggano le nostre recensioni e concedano qualche opportunità in più a band come la nostra.

Lizard: Parlaci un po’ dell’artwork: siete soddisfatti del risultato? Cosa rappresenta?
John: La bellezza dell’artwork di Zero to Rage è il suo impatto attraverso la semplicità. E’ un’immagine molto ben realizzata della porta di un manicomio con un paziente che osserva attraverso una feritoia di sicurezza, ma la maggior parte dello spazio alla sua destra è nero. L’idea era di far domandare alla gente cosa c’è dentro, cercare di attirare la curiosità, chiedendo infine di unirsi a lui dietro la porta per poi sperimentare la musica nel CD, che la copertina rappresenta. L’immagine riflette anche il titolo dell’album, che era una cosa importante per noi, dato che l’artwork di Rodney Matthews per Caught in the Act lo rifletteva molto bene, mentre quello di Death Dealer non aveva alcun legame con il titolo dell’album o con la canzone dietro ad esso. Quindi, questa volta volevamo assolutamente che il titolo dell’album fosse rappresentato da qualcosa di appropriato a livello di atmosfera. Molte delle canzoni hanno un titolo che avrebbe funzionato anche come titolo per l’album, ma quando Zero to Rage è stato concepito, abbiamo preso in considerazione l’artwork che ci era stato suggerito da numerosi artisti con cui eravamo in contatto per la copertina. Il titolo che pensavamo funzionasse meglio è quello della seconda traccia dell’album, anche se forse la scelta finale dell’artwork non riflette esattamente il contenuto lirico di quella particolare canzone. Ogni brano dell’album ha una sua storia individuale, ma c’è anche un tema sotterraneo che percorre l’intero album. Zero to Rage, come canzone, parla di un’attitudine, mia certamente, ma anche tua e del ragazzo o della ragazza accanto a te. Parla del sentirsi intrappolati dalle circostanze quando sai che anche un solo cambiamento nella tua vita ti permetterebbe di raggiungere quegli obbiettivi di cui ti senti capace. Potrebbe essere liberarsi di una relazione, trovare un nuovo lavoro, dire ad un idiota di fottersi. Parla di coraggio ed onestà e di essere capaci di fare i conti con le conseguenze delle proprie azioni. D’altra parte, se presa come parte della storyline dell’intero album, si può notare come essa sia importante per il tema sotterraneo della "rivolta", che è quello che sta accadendo in paesi che sono stati oppressi per secoli e stanno scoprendo che il coraggio ed il potere del popolo può realmente portare alla caduta delle dittature! E’ una storyline abbastanza oscura ed estremamente attuale ed interessante; speriamo che la copertina renda merito alla materia contenuta nell’album.

Lizard: Volete parlarci un po’ dei vostri inizi? Qual è il vostro background, perché gli Stormzone sono nati e dove volete arrivare?
John: Beh… Davy Bates ed io abbiamo iniziato a suonare assieme dopo che Vivian Campbell lasciò la sua band, gli Sweet Savage per unirsi a DIO, attorno al 1982. Gli Sweet Savage divennero così famosi come la band in cui Ronnie James Dio ha scoperto Vivian Campbell. Sono tornati più recentemente all’attenzione generale quando i Metallica hanno deciso di coverizzare una loro canzone, Killing Time, all’interno dell’album Garage Days; tra l’altro quella canzone è anche andata sul lato B del singolo di The Unforgiven. Abbiamo proseguito assieme, con numerosi cambi di line up, anche negli Emerald e nei Den of Thieves, basilarmente delle variazioni sulla falsa riga degli Sweet Savage. Con i Den of Thieves abbiamo prodotto due album: Honour Amongst Thieves e Conspiracy con una label giapponese, la Zero Corporation. Hanno chiuso i battenti nel 1998 ma a causa di alcuni obblighi contrattuali, io e Davy non potevamo registrare nuovo materiale con una nuova band, così per qualche anno abbiamo messo assieme una tribute band dei Whitesnake, chiamata Snakebite, che ha ottenuto anche un certo successo. Nel 2004 abbiamo ottenuto finalmente la risoluzione degli obblighi nei confronti della Zero Corporation e ci è stato chiesto di supportare i Danger Danger. Abbiamo subito capito che non potevamo farlo come tribute band dei Whitesnake, così abbiamo velocemente creato un live set con i brani degli Emerald e dei Den of Thieves. Abbiamo così riscoperto il piacere di suonare del materiale originale e la tribute band dei Whitesnake si è trasformata negli Stormzone. Dopo altri concerti di supporto nel 2005 a Jeff Scott Soto e Tyketto, abbiamo pensato di registrare nuovamente qualcosa del nostro materiale più datato. In questa fase, non pensavamo di far uscire niente a livello discografico, volevamo soltanto riprovare la sensazione di tornare in studio, ma la Escape Music ottenne il controllo delle registrazioni finite e decise di pubblicarle come primo album degli Stormzone e così è nato Caught in the Act. Il resto, come si dice, è storia: abbiamo firmato per la SPV per i due album successivi e siamo andati in tour con band fantastiche come Y&T, Stryper, Cinderella e Tesla ed abbiamo anche avuto la possibilità di suonare in alcuni dei maggiori festival europei come Wacken Open Air, Sweden Rock ed Headbangers Open Air.

Lizard: L’Irlanda del Nord è una terra meravigliosa, con una cultura ed una Storia molto affascinanti, purtroppo ferita da numerose tragedie: pensi che la vostra musica sia stata influenzata in qualche modo dalla vostra Storia?
John: Ci sono state alcune grandi band che provenivano dall’Irlanda e probabilmente i Thin Lizzy sono ancora la rock band più significativa e riconoscibile in questo senso, ma credo che la maggior parte delle metal bands che si sono formate negli anni ’80 guardassero al di là del Mar d’Irlanda, per capire cosa stesse succedendo sull’altra costa del Regno Unito durante il periodo della NWOBHM. E’ stato fantastico vivere la nascita di band come Saxon, Iron Maiden, Diamond Head etc la potenza originaria e l’atmosfera di quella era non potevano essere ignorate quando ti trovavi a formare una band, specialmente se le combinavi con quanto usciva anche dagli Stati Uniti, come ad esempio i Queensryche. Onestamente, però, credo che essere un irlandese del nord abbia avuto un’influenza molto forte nel diventare un fan dell’heavy metal, forse anche più dell’influenza diretta di qualche band. Ci sono stati dei momenti terribili nel triste periodo tra il 1969 ed il 1987, momenti che oggi sono conosciuti come “The Troubles”. Attraverso i media, viene percepito come uno scontro di religione, con una confessione che cerca di sconfiggerne un’altra, ma il conflitto è stato quasi sempre orchestrato da politici e terroristi, mentre le persone che vivevano qui si trovavano spesso intrappolate nella linea di fuoco. Così, scoprire l’heavy metal, per un giovane ragazzo, ha permesso a tanti di trovare una scappatoia da tutti questi problemi e quando le band metal venivano a suonare a Belfast, la nostra capitale, tutti avevano una sola ed unica religione, l’heavy metal. Noi volevamo alzare i nostri pugni nell’aria tutti assieme, non puntarli verso le facce l’uno dell’altro!!

Lizard: Facciamo un piccolo gioco: dicci la tua line up ideale e poi indica quattro musicisti ancora in attività con i quali faresti di tutto pur di avere una collaborazione!
John: Prima di tutto, se intendi la mia line up ideale per una band che morirei per vedere dal vivo, hmmmmm, è davvero dura dato che potrei scegliere così tanti grandi musicisti… Ma, sotto tortura, una line up fantastica per me sarebbe composta da Thomen Stauch (ex-Blind Guardian) alla batteria, Roland Grapow (Masterplan, Helloween) e Kai Hansen (Gamma Ray) alle chitarre, Peter ‘Peavy’ Wagner (Rage) al basso, Jens Ola Johansson (Stratovarius) alle tastiere ed Eric Adams alla voce. Per me, sarebbe incredibile essere il cantante in questa band, quindi se vuoi puoi togliere Eric Adams dall’equazione e avresti anche la collaborazione per cui morirei (ride)!! In realtà, come Stormzone, abbiamo già realizzato una delle nostre più grandi ambizioni, lavorando col leggendario chitarrista dei Dokken, George Lynch! Ci fu chiesto di fargli da supporto mentre girava l’Europa facendo basilarmente delle clinic di chitarra. Avremmo dovuto suonare un set di 45 minuti tutte le sere e poi lui sarebbe salito sul palco suonando da solo sulle basi. Stavamo facendo il soundcheck a Londra e George è arrivato sul posto. Per coincidenza, stavamo suonando la canzone Breaking the Chains, solo per divertimento; George, mentre andava verso il suo camerino, si è fermato ad ascoltarci. Più tardi, una volta finito il nostro show di supporto, George è salito sul palco con la sua apparecchiatura e noi ci siamo seduti dietro le quinte per ascoltare. Sembrava non avere nessun interesse per quello che stava facendo e così, dopo neanche 20 minuti, ha annunciato al pubblico che avrebbe portato sul palco la “sua band”!! Noi stavamo facendo i nostri show in quattro perché la moglie del nostro chitarrista Steve stava per avere un bimbo e, quindi, sapevamo che avremmo potuto tranquillamente accompagnarlo. Così siamo corsi sul palco e prima che ce ne rendessimo conto, avevamo suonato un set completo di 45 minuti di canzoni dei Dokken e dei Lynch Mob, con uno dei più grandi chitarristi al mondo!! Cantare con lui è stata un’esperienza fantastica ed è continuata per tutto il tour con la parte solista di George che diminuiva di volta in volta ed il nostro show come Lynch Mob “europei” (così ci chiamava lui) che aumentava sera dopo sera fino a sorpassare l’ora di esibizione. Naturalmente è stato abbastanza duro, perché venivamo da un set di 45 minuti come Stormzone e dovevo scaldarmi nuovamente per fare un’altra ora di canzoni dei Dokken e dei Lynch Mob, mentre George suonava un paio dei suoi brani strumentali e li allungava considerevolmente, il che metteva a dura prova Davy alla batteria… Ma è stata un’esperienza che non dimenticheremo mai; strana ed inusuale, ma tutte le più belle lo sono!

Lizard: Avete già pianificato un tour? Pensate di riuscire a fare un tour da headliner in Europa questa volta o aprirete gli shows per qualche grosso nome?
John: Assolutamente, in questo momento stiamo trattando con le agenzie per essere in tour sin dall’inizio del 2012 al fine di promuovere Zero to Rage. Scrivere canzoni per un album è sempre eccitante, ma è qualcosa che può essere fatto individualmente o collettivamente, mentre una performance live ci unisce tutti, perché semplicemente è così che deve andare ed è senz’altro la parte che preferiamo dell’essere negli Stormzone. Anche le prove sono interessanti, perché ci permettono di scoprire quanto di quello che abbiamo creato come compositori può essere portato sul palco, e siamo stati così fortunati da scoprire che non c’è una perdita di potenza ed eccitazione quando si tratta di suonare live le canzoni di Zero to Rage! Suoneremo live in Irlanda subito dopo l’uscita del nuovo album per promuoverlo a livello locale, così ci abitueremo a suonare le nuove canzoni davanti ad un’audience, per poi iniziare il tour vero e proprio nel 2012. Speriamo di avere un lungo tour di supporto per il nuovo album che ci porti sul continente europeo. Suoneremo certamente anche canzoni dai dischi precedenti, in particolare da Death Dealer. In Spagna abbiamo trovato dei grandi amici che ci hanno supportato negli ultimi anni ed abbiamo suonato lì recentemente in supporto a Stryper, Cinderella e Y&T e sicuramente torneremo laggiù presto, qualunque cosa accada.

Lizard: L’intervista è finita, grazie ancora. Vuoi aggiungere qualcosa per i metalheads italiani?
John: Certamente! Voglio aggiungere che i fans italiani sono molto importanti per noi e stiamo cercando assolutamente di arrivare in Italia per ripagare la vostra fede nella nostra musica nell’unico modo in cui possiamo farlo, cioè ricreare Zero to Rage sul palco. Spero sinceramente di vedervi e sentirvi tutti molto presto e vorrei davvero ringraziarvi per avermi dato l’opportunità di parlare con te, Saverio, e con tutti i metalheads di Metallized.



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