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OVERLOAD - Quando la musica non è arte
12/01/2012 (6323 letture)
UN DOCUMENTARIO A NOI VICINO
Sono certo che molti di voi ricorderanno le nostre battaglie a favore della partecipazione fisica ad eventi che prevedono musica originale, e contro le cover/tribute band. Questo atteggiamento si è chiaramente manifestato sia nel modo in cui (non) trattiamo la presenza di questo tipo di gruppi on stage quando partecipiamo ad eventi dal vivo (o con semplice citazione della loro presenza, o nemmeno quella) che nella pubblicazione di alcuni articoli di pesante denuncia, come quello intitolato LA POLEMICA - # 5 - Quelli che... i concerti me li vedo sul tubo, che tanti commenti hanno scatenato. Ebbene, girando un po' in rete, e seguendo alcuni link di amici, qualche settimana fa mi sono imbattuto nel lavoro di Daniele Farina, un filmaker indipendente del quale avrete certamente visto dei video musicali. Il nostro, in maniera indipendente e rendendo poi il tutto disponibile gratuitamente su youtube, ha prodotto Overload, il primo episodio relativo ad una trilogia il cui secondo capitolo è imminente, che nel caso in esame tratta del fenomeno delle tribute band.

L'ORGANIZZAZIONE DEL DOCUMENTARIO
Dal punto di vista tecnico, il documentario è relativamente scarno, sia a causa di una precisa scelta stilistica (una serie di interviste alternate ad immagini live, ed un intervento in post-produzione discreto e professionale per rendere il tutto dotato del giusto ritmo, con una trattazione moderna delle immagini), che a causa di ristrettezze del budget a disposizione. Tutto ciò, comunque, è assolutamente secondario rispetto ai contenuti, che sono precisi, importanti e, a mio parere, anche inquietanti.
La lista dei musicisti che ha partecipato all'operazione è lunghissima, non li citerò tutti nel presente pezzo (ma c'è la lista completa in calce all'articolo) ma alcuni di loro hanno rilasciato delle dichiarazioni talvolta spiazzanti, talaltre pesanti, altre volte ancora pienamente in sintonia con la posizione di questa testata, ed altre assolutamente "lunari". Il meccanismo che regge il documentario è didascalicamente semplice: alle dichiarazioni delle tribute band, si alternano quelle di musicisti che giudicano in massima parte negativamente questa realtà, per poi giungere a delle conclusioni finali che, via via che il tempo passa, sono spesso gli stessi "accusati" a trarre, non senza dei distinguo e, soprattutto, non senza tirare in ballo quello che è il colpevole principale di una certa situazione; ma di questo parleremo alla fine.

I CONTENUTI: TRA FACCE DI BRONZO ED INTEGRITA'
Le tribute band che si alternano, dapprima nello spiegare cosa le spinge a fare ciò che fanno, sono quelle dedicate a Ligabue, Vasco Rossi, Iron Maiden e Queen, mentre dall'altro lato una batteria di musicisti che da anni si sbatte per fare la propria strada annovera tra le sue fila Extrema, Sergio Pagnacco, Pino Scotto, Blackie Lawless, Blaze Bayley (grandissimo Blaze, gustatevi il suo intervento) Dannis Stratton, Andrea Rock di Virgin Radio, Paul DiAnno (ma qui non ci sarà conflitto di interessi, vista la presenza nel documentario dei Children Of The Damned?) ma anche musicisti e professionisti extra metal come Nesli, Mara Maionchi, Matteo Becucci, Enrico Ruggeri, quest'ultimo molto indulgente con le cover band, ma coinvolto spesso con i Queenmania, il quale addebita alla mancanza di idee valide il proliferare di cover band, mentre io sostengo che sono proprio le cover band ad impedire alle nuove idee -od alle semplici buone evoluzioni/rielaborazioni- di affermarsi.
Ciò che spicca in questa fase è l'assoluta pochezza dei motivi che hanno spinto questa gente a formare le rispettive tribute band, motivi che non vanno oltre il desiderio di riproporre emozioni pensate e confezionate da altri, senza metterci nulla di proprio (ed al di là di alcune dichiarazioni di facciata) e quello di avere un'occupazione stabile e remunerativa, utilizzando la musica alla stregua di un lavoro in catena di montaggio o da impiegato del catasto. Anche le dichiarazioni di taluni, che presentano le cover band come le orchestre sinfoniche moderne, che ripropongono standard nè più nè meno come fanno quelle che suonano pezzi di Bach, Beethoven ed altri, lasciano il tempo che trovano, dato che se è vero che le orchestre suonano pezzi scritti da questi illustri compositori, è altrettanto vero che ogni appassionato saprà citare le infinite differenze nelle varie esecuzioni, date dallo stile del direttore d'orchestra che interpreta il pezzo, dalla presenza di questo o quel solista e, nelle opere, dall'interpretazione dei vari cantanti, mentre le cover band funzionano solo e soltanto nella misura in cui riescono e clonare esattamente la band originale.
Non voglio descrivervi la singole dichiarazioni di ognuno, mi limiterò pertanto a citare la invettive di Sergio Pagnacco, quelle un po' più lucide del solito di Pino Scotto e, soprattutto, le parole di Andrea Rock, che dice senza mezzi termini che le cover band rubano i palchi a chi se li merita, ossia a chi propone musica propria, creando terra bruciata per loro. C'è tuttavia un colpevole maggiore che emerge a detta di tutti, e siamo noi, il pubblico. Perchè se è vero che questi parassiti musicali prosperano in Italia come in nessun altro posto del mondo, è anche vero che la colpa è della gente che li va a vedere. Basterebbe semplicemente sostenere la musica originale, anche criticandola e fischiando esibizioni live, quando sotto la sufficienza, e penalizzare chi sfrutta il parto artistico altrui per riempirsi le tasche, in modo da ribaltare la situazione ed avviare un circuito virtuoso in grado di portare vantaggi a tutti. Il problema è il solito, la gente è amebica, prona, disitenressata, abulica, nella musica come in tutto, e vuole solo risentire ciò che conosce senza impegnare un singolo neurone in attività stancanti come stare attenti, discernere e giudicare, e questo è un discorso affrontato più e più volte da Metallized, sempre con tantissimi commenti, ma anche presenziando pervicacemente ad eventi live anche molto piccoli, troppo spesso riservati a pochi intimi.

QUANDO NON C'E' LIMITE ALLA VERGOGNA
In mezzo a dichiarazioni inutili e di facciata, poi, c'è chi riesce lo stesso a distinguersi in peggio (!) come chi dichiara che chi fa cover è un artista allo stesso modo di chi fa musica propria ma, soprattutto, chi cerca di convincerci/convincersi che la gente non va a vedere i loro concerti per vedere i cantanti imitati, ma proprio loro, per quello che sono. Incommensurabilmente patetico.
Sono comunque i Queenmania -peraltro eccellenti musicisti- a distinguesi in peggio, riuscendo a polemizzare tra loro, con Andrea Ge che almeno mostra di avere un quadro chiaro della situazione, e risultando i più agghiaccianti nella persona di un ex-Extrema come Mattia Bigi, che riesce a togliere qualsivoglia poesia alla musica per ridurla a merce/lavoro e basta, ma soprattutto con un cantante come Sonny Ensabella, che ho scoperto purtroppo essere mio concittadino, il quale è seriamente convinto che la gente va a vedere lui e solo lui, per come canta, e non un clone di Freddie, conquistando la palma di più "convinto" del lotto. Verso la fine del documentario, però, alcune confortanti ammissioni da parte di alcuni, che confessano che alla fine dei conti essere qualcun altro non è poi così esaltante, e che fare musica propria è certamente meglio, cosa che un paio degli interessati hanno già cominciato a fare.

AMARE CONCLUSIONI
Quel che rimane, alla fine, è un quadro desolante, composto da un lato da gente senza personalità propria, o che la annulla per soldi o per viltà, che in alcuni casi si sforza andare oltre e, dall'altro, la schiera dei lottatori contro i mulini a vento, contro gestori di locali che non sanno fare il loro mestiere, ma soprattutto contro di noi, contro un pubblico di ignavi lobotomizzati, dediti solo alla ricerca di ciò che altri hanno già trovato, al comodo usufruire di cose già testate, rassicuranti, perchè in caso contrario bisognerebbe mettere in gioco sè stessi, la propria personalità, la propria cultura, bisognerebbe faticare mentalemente ed essere partecipi del proprio tempo e della società in cui si vive, e questo è rischioso e stancante, ed inoltre si rischierebbe di scoprire di non essere poi così bravi a stare al mondo. Meglio mimetizzarsi e sfruttare chi rischia in proprio, no?

A giorni sarà disponibile la seconda parte del lavoro di Daniele Farina, riguardante i talent e la crisi dell'industria discografica (altro tema a noi molto caro, trattato anche con i pezzi sulla Smaterializzazione Dei Supporti), e più in là quella circa il rapporto tra musica e possibilità di viverci. Di seguito la lista dei partecipanti ad Overload.

Ambra Marie
Andrea Rock
Asilo Republic
Blackie Lawless
Blaze Bayley
Children of the Damned
Clairvoyants
Dennis Stratton
Enrico Ruggeri
Extrema
Fabrizio Palermo
Tra Liga e Realtà
Mara Maionchi
Matteo Becucci
Nesli
Paul Di'Anno
Pino Scotto
Queenmania
Randy Hansen
Rio
Roberto Tiranti
Sergio Pagnacco



Azaghtoth84
Giovedì 15 Dicembre 2022, 21.17.22
129
Ho suonato e cantato in 2 cover band, ma ho perso solo tempo. Inoltre la gente non è più abituata all\' improvvisazione e vuole sentire una cover rifatta tale e quale, Creare musica, fare dei demo e distribuirli per diffondere la propria creazione quella si è soddisfazione, E la gente alla fine apprezzerà il coraggio, la voglia di suonare qualcosa con la propria testa e le proprie mani, ma soprattutto col cuore..
Irene Vanni
Sabato 26 Maggio 2012, 15.39.58
128
Purtroppo un altro grosso problema è la guerra civile fra sottogeneri e periodi all'interno dello stesso pubblico metal. Se gli ascoltatori la piantassero con le solite frasi fatte e facessero fronte comune, già le statistiche prenderebbero un verso differente.
Sambalzalzal
Domenica 20 Maggio 2012, 19.05.21
127
p.s. Ligabue già fa cagare, dovevano farci pure il gruppo cover!??!? mah...
Sambalzalzal
Domenica 20 Maggio 2012, 18.46.28
126
Elio@ tantopiù che quando c'è musica "live" il prezzo di entrata in un locale sei costretto a pagarlo. Non me la prendo tanto con chi organizza e con i proprietari dei locali (ovvio che a loro fa piacere dovendo lucrarci) ma con chi interviene numeroso ad eventi insensati tipo questi. A Roma l'hanno disintegrata con eventi del genere. O becchi bands che pagano x suonare (quindi immagina la qualità) oppure gruppi cover. Ricordo nel 93 quando vennero gli Unleashed... 40 paganti. Sere dopo in un altro locale ci fu un gruppo covers Aerosmith e ci fu il pienone. Mi sono già risposto da solo con il post precedente ma continuo a chiedermi come mai alla gente piace così tanto spendere i soldi per una mera copia della proposta musicale che apprezzano e che poi risultano totalmente sordi, invece, al discorso originale. Dipende dai 10 euro di più chiesti all'ingresso? Non penso sia quello il discorso. Avrebbe più senso fare covers stravolgendole del tutto, mettendoci sopra una propria impronta, ed invece niente da fare: addirittura i componenti di questi combi si immedesimano talmente nella parte tanto da atteggiarsi poi ai personaggi di cui per quella sera fanno il verso. "C'mon!!!! Forza Roma!!!" gridato con accento inglese. Ma che cristo!?!?!? Purtroppo è la norma a quanto sembra! Io credo che il modo migliore per pagare tributo ed omaggio al gruppo del cuore sia quello di fare musica personale ispirata a quella band... che ne so, mettendo in scaletta un brano... ma non fare finta di essere quella band!
Elio
Domenica 20 Maggio 2012, 18.01.07
125
Sambalzalzal hai completamente ragione. Inoltre le cover band, semplicemente, riempiono una fetta di mercato. Il pubblico è ignorante per definizione e, in generale, sono veramente pochi gli illuminati curiosi per le novità. Credo che anche qui troveremmo ben poche persone disposte ad ascoltare qualcosa di veramente diverso da quello che ascoltano di solito. E dunque perché uno che ascolta i Queen dovrebbe venire a vedersi i Destrage?
Elio
Domenica 20 Maggio 2012, 17.50.53
124
Delirious: I draugr? Tutti vestiti di nero, riff velocissimi, urla e testi satanici? Aaah che figata. Aaah che originalità, non me la sarei mai aspettata da un gruppo black metal. I Tool sono in giro da 22 anni, e, non vorrei sconvolgerti, ma non si parla proprio di novità. Gli Eluveitie praticamente fanno folk, nessuno si caga i Modena City Ramblers o i Mercanti di liquore.. perchè qualcuno dovrebbe ascoltare gli Eluveitie?
Elio
Domenica 20 Maggio 2012, 17.15.36
123
E dagliela con la retorica da metallaro sul pubblico di teenagers che ascoltano Marylin Manson. Un pubblico come te, non ignorante, che ascolta metal da anni è un pubblico specializzato. Che quindi non è il pubblico. Se fai la musica di nicchia per un pubblico specializzato e non ti caga nessuno dov'è la sorpresa? Non puoi pretendere che il pubblico capisca le innovazioni che cogli tu, per lui sarà sempre musica "poco orecchiabile" e "piena di urlacci".
Sambalzalzal
Domenica 20 Maggio 2012, 17.03.42
122
Io intervengo nel dibattito agganciandomi a questo ultimo post di Elio per dire la mia (e cercare a mia volta di capire come mai in Italia il discorso delle cover bands ha preso così piede). Mesi fa proprio qui su Metallized ebbi a che ridire con vari utenti per una mia presa di posizione su una band romana (i Rosae Crucis). La cosa che scatenò il sommo sdegno nei miei confronti fu il fatto di aver detto che i componenti credono veramente nel metal tantopiù che hanno tatuato DEATH TO FALSE METAL sul braccio... ne venne fuori che erano dei pagliacci, che il fatto che qualcuno si faccia un tatuaggio non lo fa essere meglio di un altro e bla bla bla. Ora già il fatto che in Italia una cosa come il tatuaggio è vista ancora come qualcosa di cui avere "paura" la dice lunga ma cmq il punto è questo... Io credo che faccia molto comodo suonare in una cover band (probabilmente anche andarla a vedere) perchè si suona semplicemente senza prendersi determinate responsabilità a livello attitudinale. Ne ho conosciute parecchie di persone che hanno fatto delle cover il proprio motivo di vita (solo a metà però). Da un lato vanno a lavorare in ufficio, magari hanno mogli e figli, una vita normale di facciata. Poi a sera tirano fuori da sotto l'armadio la vecchia cara valigia con dentro i pantaloni di pelle, le canottiere lise, anche la parrucca in molti casi, e via a fare il concerto della loro vita, a suonare pezzi classici della band per la quale impazziscono da quando sono giovani. Così sono contenti loro che riescono ad immedesimarsi nel personaggio senza così "danneggiare" la propria immagine di persona normale di tutti i giorni e fanno felici tante persone che appunto, qui è chiaro, vedono nella esibizione tribute un qualcosa che è li per far divertire senza tante pretese (da vero fan della musica heavy quale mi considero, ho sempre boicottato questo tipo di iniziative perchè l'unica cosa che portano sono i soldi al proprietario del locale che le ospita. Posso benissimo vivere senza un POSER che si agita inutilmente in 60 centimetri di spazio facendo finta di essere Rob Halford o Axl Rose con 40 kg di sovrappeso!) Qui in Italia, io credo che il metal più che uno stile di vita sia per molti un modo diverso per passare le serate, una cosa che è accettata se rimane al livello di "innocuo" passatempo. Le cover bands rappresentano secondo me questo bellissimo modo di pensare. Ho torto?
Delirious Nomad
Domenica 20 Maggio 2012, 17.03.41
121
Caro Elio, mi indicheresti chi sono i vecchi Orphaned Land, i vecchi Baroness, i vecchi Opeth, i vecchi Draugr, i vecchi Periphery, i vecchi Tool, i vecchi Eluveitie, tanto per fare nomi? Chi hanno copiato?
il vichingo
Domenica 20 Maggio 2012, 16.50.02
120
A parte la battuta tremendamente puerile sul mio nickname che lascia decisamente il tempo che trova, non capisco dove tu voglia andare a parare. Un pubblico ignorante (oppure un 15enne invasato di Children of bodom) conosce soltanto i grandi nomi, ma una persona che ascolta metal da anni (come il sottoscritto) sa bene che ci sono sottogeneri metal dove vi è sperimentazione e non si sente la puzza di stantio. Ovvio che se come esempio si portano i Manowar, che ripetono sempre le solite solfe da più di vent'anni, allora si arriva a dire che non vi è sperimentazione. Per quanto riguarda i Maiden il discorso è già diverso, dato che hanno avuto un loro percorso evolutivo, o vuoi darmi a bere che 7h son è indentico A KIllers? Poi se con pubblico si intendono intendono le teenagers che ascoltano Marilyn Manson, allora sitamo freschi...
Elio
Domenica 20 Maggio 2012, 16.40.42
119
Ma scusa Vichingo (oh già il nome è proprio originale) il pubblico conosce solo i grossi nomi..se no chi è il pubblico? Un pubblico di specializzati? E allora il problema è che ci sono pochi specializzati? Ma va contro la stessa definizione...
il vichingo
Domenica 20 Maggio 2012, 16.37.14
118
Si vabbè, se citiamo sempre i soliti 3-4 gruppi che ormai conoscono anche i sassi.... che poi uno che prende come esempio i Manowar, senza offesa, mi sa tanto che vuole vedere solo una faccia della medaglia...
Raven
Domenica 20 Maggio 2012, 16.35.38
117
Scusa Elio, ma sveglia tu. I gruppi che innovano ci sono, e sono tanti.
Elio
Domenica 20 Maggio 2012, 16.25.27
116
So che mi tirerò dietro un sacco di insulti, ma per favore aprite gli occhi. Metallari che si lamentano che il pubblico "vuole sentire sempre le stesse cose"..ma figa..il metal è la morte della creatività e dell'innovazione. Gli Extrema..bravissimi per carità! Ma cosa portano di nuovo alla scena musicale? Nulla. Una continua pallida imitazione dei mostri sacri. Ma perché dovrei ascoltare i "nuovi" Manowar quando ci sono i vecchi Manowar? O i nuovi Iron Maiden quando ci sono gli Iron Maiden? O i nuovi Slayer? O i nuovi Pantera..vabè ci siamo capiti. Sveglia! Non è colpa del Sistema o di Amici di Maria De Filippi!
Raven
Giovedì 19 Aprile 2012, 7.38.57
115
Senza confronto avrebbe poco senso pubblicare questi pezzi.
Let the music play
Mercoledì 18 Aprile 2012, 23.35.08
114
Ciao Raven, tranquillo, il commento numero 95 è l'unico in cui mi sono espresso in merito al taglio dell'articolo. Dopo, la discussione si è spostata sul tema principale. La differenza tra editoriale e art. di cronaca mi è ben chiara, te lo garantisco; ho voluto citare in via provocatoria "l'oggettività di cronaca" perchè non ho apprezzato, per il mio gusto, le modalità di esposizione del tuo pensiero nell'uso di certi appellativi. Oltre al fatto che non condivido minimamente questa crociata contro le cover band che emerge da quanto hai scritto. Ad ogni modo, apprezzo molto la possibilità fornita a chi legge di poter dire la propria, perchè consente un confronto diretto e, come nel mio caso, l'opportunità di evidenziare punti di vista differenti sui temi trattati. Buon lavoro.
Raven
Mercoledì 18 Aprile 2012, 23.03.04
113
@LTMP: ho letto solo il tuo commento 95 pechè ora non ho tempo di leggere il resto, ma credo che tu non abbia chiara la differenza tra articolo di cronaca e editoriale. Nel primo si riportano i fatti nudi e crudi per come sono, nel secondo si tratta di un certo fatto o situazione, riportandone i contenuti, e poi esponendo il proprio punto di vista critico e se possibile le soluzioni ad un certo problema, che di solito riflette il punto di vista della testata che lo pubblica. Ciò nè più nè meno come potrai trovare editoriali diametralmente opposti sul medesimo accadimento da parte de La Repubblica ed Il Giornale. Quello che hai letto è uno dei nostri numerosissimi editoriali. Piuttosto nota quanti ne pubblichiamo e su quali argomenti, come nessuno obblighi i lettori come te ad essere d'accordo, e come a tutti vienga concesso di dire la propria nell'anonimato senza nemmeno registrarsi. Prova a fare lo stesso altrove.
Let the music play
Mercoledì 18 Aprile 2012, 22.40.32
112
Io sono sempre dell'idea che se una band è valida la gente la va a vedere... Nel caso delle metal band c'è anche un problema di frammentazione del pubblico: esempio, se io ascolto solo Black metal (perchè mi piace solo quello) non me la vado a vedere la band che fa power metal, per quanto ottima possa essere... moltiplica ciò per buona parte dei generi e sottogeneri del metal che esistono e ti renderai conto di come il pubblico potenziale diminuisce a priori. Questa è la situazione. Non è nè giusta, nè sbagliata. E' così e basta.
Er Trucido
Mercoledì 18 Aprile 2012, 22.23.08
111
Però come dicevamo prima un locale chiama band che attirano pubblico no? Beh se la gente presenziasse alle serate metal l'obiettivo del proprietario del locale sarebbe raggiunto no? e quindi invece di organizzare 9 serate tribute ed una no si potrebbe passare magari a 5 e 5. Ripeto è un circolo vizioso, il pubblico ha la possibilità di provare a cambiare le cose, che, tra l'altro, a mio parere avanti questo passo peggioreranno sempre più
Let the music play
Mercoledì 18 Aprile 2012, 22.12.41
110
e cmq ragazzi, quì si sta facendo confusione paragonando la band death alla tribute band dei Queen... Lasciando stare la tribute band, ma cosa vi aspettate che un gestore tra un tributo a Vasco Rossi e una super death metal band scelga la seconda? E' una cosa fisiologia... il metal come altri generi, in Italia sono generi di nicchia. A prescindere dalle tribute band che giocano un ruolo, PER ME, marginale in questa situazione...
Let the music play
Mercoledì 18 Aprile 2012, 22.07.45
109
@Undercover @Trucido probabilmente abbiamo parametri qualitativi e di giudizio differenti... Non sto dicendo che le band italiane fanno cagare, ma ultmamente di rado ho sentito -per i miei gusti- lavori che attraessero il mio interesse. E comunque il mio discorso va contestualizzato in un ambito di band locali e non di underground a livello nazionale. Ho dato un ascolto poco fa ai Gory Blister, che non conoscevo: a primo ascolto posso dirti: Death metal / tecnico / ben suonato (su disco) / produzione ottima... fine. Tutto però purtroppo nei clichè del genere; soliti riff, soliti tempi di batteria; Purtroppo il metal è un genere che ti costringe dentro certi clichè... fa parte del gioco; Innovare è difficile; ciò è alquanto noioso.
Er Trucido
Mercoledì 18 Aprile 2012, 21.45.48
108
Quindi per te il problema è che le band italiane fanno cagare e non meritano un cazzo (detta così brutale)? Interessante, però fai qualche nome perchè a questo punto mi viene da pensare che non piacciano a te. Sul fatto che non bisogna supportare "tanto per" ma solo se meritano sono d'accordo, però sai quante volte ho sentito "non li conosco, non ci vado"? I gruppi italiani validi ci sono, dire che non ne esistano o che siano pochi è davvero distogliere lo sguardo, perdonami. Sugli Airbourne sono d'accordo ma lì è una cosa ben oltre i nostri confini, dato che suonaon pure a Wacken
Undercover
Mercoledì 18 Aprile 2012, 21.42.53
107
@Let the music play, non so in quale mondo tu viva ma non è proprio così soprattutto nell'ambient metal e rock le band valide in Italia sono un fottio quelle supportate appena decentemente saranno un 5 o max 10% perché grandi nomi o pagano per averi gli spazi e suonare, quelli che stanno al gioco o non hanno la fortuna di aver avuto sulla loro strada chi ha realmente creduto nelle loro potenzialità rimane nel limbo e i nomi sono tanti e in homepage a questo giro c'è uno dei monicker più eclatanti in ambito death quello dei Gory Blister. Se fossero stati americani i Black Rainbows ce li ritroveremmo nelle classifiche di vendita invece sono italiani e ristagnano con piacere per chi ama la musica, nel mare della conoscenza di chi ha voglia di cercare ma non è che vendano chissà quanto, se poi vogliamo concentrarci sulla piaga cover e tribute band, non c'è niente di più squallido di gente che si cala volutamente nella realtà di altri per incapacità di proporre la propria idea di musica, un po' come se uno scrittore copiasse un libro di Stephen King ponendogli su la propria firma, bella figura di merda, solo che noi siamo talmente "bip" da aver fatto in modo che sia una regola far suonare queste band e tagliare le palle a quelle originali tant'è che il numero dei locali che offre spazio a musica ORIGINALE è sempre più ridotto, uno degli esempi più palesi è Catania dove la gente al posto di esaltarsi per la band vere fa la fila il sabato per guardarsi le tribute pagando anche 15 euro e poi uscirsene con frasi tipo: io supporto il rock e ti verrebbe cuore d'infilargli un paio di CULT (qualcuno le ricorderà) su per il deretano, la mentalità italica è comunque questa, poi possiamo anche credere che gli asini volano e Biancaneve non è quella della Disney ma quella che sta sotto i nani, purtroppo non è così. Concedi spazio alla non-arte? Uccidi l'arte.
Let the music play
Mercoledì 18 Aprile 2012, 21.32.02
106
Non è che io distolgo lo sguardo, io credo che il problema sia nell'errata associazione tra il fenomeno tribute band e il problema della diffusione della musica inedita. I gestori si rivolgono a chi gli porta più gente. E' umano, è commerciale... lo faremmo tutti al posto loro. Quì invece leggo che la la gente deve andare ai concerti giusto per supportare la scena (pure se la scena è pessima); personalmente, se vado a vedere un concerto ci vado perchè ritengo valida la band che suona e non perchè la devo "supportare", pure se non mi piace. Vorrei capire cosa c'entrano le tribute band in tutto ciò. Il focus del problema è che non sono troppe le cover band ma pittosto sono poche le band inedite valide al livello da smuovere la gente. Poi però siamo tutti bravi a osannare gli "Airbourne", band preparatissima ma clone spudorato degli Ac Dc... lì nessuno parla di parassiti; gente che costruisce la propria carriera imitando, al limite del plagio, lo stile di qualcun altro.
il vichingo
Mercoledì 18 Aprile 2012, 21.18.32
105
Ahhahah grande Lambrusco anche se, per la cronaca, sono bianconero . Comunque io denuncerei la scomparsa del nerazzurro, dato che non lo vedremo neanche l'anno prossimo . @Let the Music play: la verità sta nel mezzo, come sempre. E' indubbio che in alcuni frangenti vi sia stato un (anche netto) calo compositivo e una certa crisi di idee, ma non mi sembra che per nascondere sotto terra tutto ciò si ricorra ad usare le cover band come capro espiatorio. Per come la vedo io la colpa è anche, in parte, di queste band. Il proprietario di un locale, rispondimi sinceramente, chiamerà a suonare una band che propone un Prog rock, tutta farina del suo sacco e magari anche accattivante, oppure la cover band di Ligabue o degli Ac/dc? Lo sanno anche i sassi che la risposta è la seconda. La cover band, sia di quello che vuoi, attirerà sempre più gente al locale rispetto ad una nuova leva che propone materiale nuovo ma sconosciuto. E poi, come ha detto giustamente il Trucido, alcune cover band prendono il volo e da suonare alla sagra della polenta finiscono magari per aprire i concerti a grandi gruppi o addirittura a intraprendere tour. La colpa di tutto questo di chi è? A me sembra palese....
Er Trucido
Mercoledì 18 Aprile 2012, 21.04.40
104
Beh ma i Queenmania fanno date europee facendo finta di essere i Queen, mica vanno alla festa della salsiccia. Sono cazzi loro? La colpa è della band? A me il tuo sembra solo girarsi dall'altro lato e guardare quello che t'interessa, atteggiamento legittimo per carità, ma forse non ti fa mettere le cose a fuoco. Parli d'incapacità, però com'è possibile che se ti proponi a dei locali la prima cosa che ti chiedono non è un demo, ma quanta gente porti? Come ho già detto in precedenza tutto questo è un circolo vizioso: i locali vogliono che sia gente, la gente molte volte muove il culo per la cover band di Ligabue, tutti quelli che si propongono successivamente hanno questo esempio ed alimenta il circolo. Dici che non deve interessare?
LAMBRUSCORE
Mercoledì 18 Aprile 2012, 21.03.20
103
@Vichingo, Waste of air, Billo....stasera non guardate Chi l'ha visto? Cercano in esclusiva dei colori rossonerazzurri.....
Let the music play
Mercoledì 18 Aprile 2012, 20.47.59
102
Vedi Trucido, come ho specificato prima, a me di queste band me ne frega poco; e ognuno è libero di vivere la musica come meglio crede... se uno non ha personalità e vuole imitare un altro, che lo faccia pure... saranno anche cazzi suoi e sopratutto non è un mio problema nè tantomeno mi permetto di dare del parassita a qualcuno, pur parlando in generale. Ma da quello che leggo quì, il punto è che c'è gente che pensa veramente che il fenomeno delle cover band possa ostacolare il diffondersi della musica inedita. "Vergognoso" per me è trovare un capro espiatorio per giustificare la crisi creativa dilagante che c'è, per giustificare la propria incapacità di valutare criticamente la propria musica e rendersi conto, magari, che fa cagare. Più facile è dare la colpa e quei poveracci delle cover band, che sono stati scelti al posto mio per suonare alla festa del paese o nel localino di provincia. Spero che adesso il mio pensiero sia più chiaro.
il vichingo
Mercoledì 18 Aprile 2012, 20.44.54
101
Ahahahahahh gli off topic di Lambrusco mi ammazzano sempre dalle risate!!!
Er Trucido
Mercoledì 18 Aprile 2012, 20.40.20
100
Tasso alcolico alle stelle immagino eh?
LAMBRUSCORE
Mercoledì 18 Aprile 2012, 20.36.04
99
@Er Trucido, un mio amico ad una festa ha fatto finta di essere una bella zoccoletta, a momenti lo inchiappettavamo....
Er Trucido
Mercoledì 18 Aprile 2012, 20.28.18
98
Vedila così: Fare finta di essere qualcun altro (e non vuol dire solo fare cover) è da parassiti ed è vergognoso
Let the music play
Mercoledì 18 Aprile 2012, 20.08.32
97
ok, dato che non c'è pretesa di obiettività giornalistica allora il problema non si pone. Però mi pare oltremodo eccessivo da parte dell'opinionista l'uso di termini come "parassiti della musica", "quando non c'è limite alla vergogna". E non ritengo di appartenere alla schiera degli "ignavi lobotomizzati" solo perchè a volte preferisco un concerto di cover fatto bene piuttosto che una band di inedito che suona male.
Khaine
Mercoledì 18 Aprile 2012, 19.52.18
96
@ Let the music play: non siamo giornalisti. Detto ciò, in un articolo opinionista l'opinione dev'essere espressa. Anche se fossimo giornalisti, comunque non saremmo dei cronisti...
Let the music play
Mercoledì 18 Aprile 2012, 19.24.34
95
Scusate se magari ribadisco concetti già detti in precedenza ma non ho avuto modo di leggere tutti i commenti. Lasciando perdere il fatto che documentario e articolo sono assolutamente tendenziosi e poco obiettivi poichè si schierano a favore di un pensiero piuttosto che dell'altro... vabè. Ma l'obiettività giornalistica che fine ha fatto? ... vabè. Punto 1. Le cover band non tolgono denaro agli artisti clonati, anzi contribuiscono a diffonderne il nome e la musica. E' lapalissiano. Punto 2. cito testualmente: "la colpa è della gente che li va a vedere" Ma per favore! Vi garantisco che se una band che suona inediti ha le palle e fa bella musica, non ci sono cover band che tengono. Nella mia città ci sono un paio di band di inedito validissime che ogni volta che suonano fanno sold out. Piuttosto che accusare il pubblico, fate autoanalisi e cercate di capire perchè la gente ai vostri concerti non ci viene. Magari la vostra musica non è così valida come pensate. Punto 3. NON suono in una cover band. Faccio inedito... ma certe inutili "crociate" proprio non le digerisco. Addirittura girare un video, tra l'altro demagogico da fare paura. Ma che fine ha fatto l'oggettività giornalistica? Stessa cosa vale per questo articolo. Io, personalmente, le cover band le ho sempre ignorate.
Sorath
Mercoledì 18 Aprile 2012, 18.24.32
94
Eh mi scuso volevo scrivere Lager 18
Sorath
Lunedì 16 Aprile 2012, 21.34.22
93
Listick vorrei rispondere personalmente al tuo commento. Se una band come i maiden non la riesco a vedere dal vivo(effettivamente i maiden ancora non sono riuscito a vederli dal vivo), per una x ragione, a sto punto mi prendo un dvd e buona notte ai suonatori o sognatori, non corro il rischio( e qua potete dire che ho torto) di beccarmi la ciofeca di cantante che non sa cantare e che personalità sul palco pari a zero...come effettivamente mi è successo; pechè diciamoci la verità se sei bravo riesci a rifare stve harris ma bruci dickinson chi lo imita? Faccio il nome della cover band che si chiama Maiden Ireland...il biglietto iniziale mi è venuto a costare 10 euro...dopo tre o quattro canzoni incazzato come una iena me ne sono andato. 10 euro spesi per nulla e questi fanno concerti, ultimamente si sono esibiti i Lost Paradise cover band indovinate di chi?...Paradise Lost, una cover band che ripercorreva solo la primissima parte della carriera del gruppo inglese, pur apprezzando i Paradise Lost non mi presto a queste cose perchè non è per me. Comunque io devo dirla tutta la storia e ammetto che mi sono divertito a uno show di cover band, nella stessa sera si esibirono gli Hangar 18 e gli Slayar...io lo devo ammettere che quella sera io mi sono divertito a cantare le canzoni e vedere la gente che era sul palco ma questa come sempre è l'eccezzione che convalida la regola.
Listick
Lunedì 16 Aprile 2012, 19.26.21
92
D'accordo su tutto, tutto bello, tutto giusto, però una cosa: ho tanti, tanti amici (della mia età) che hanno formato cover band e suonano in giro: vi posso assicurare che non gira un euro (nel circuito "junior", almeno). Nel giro dei locali "underground" (molto tra virgolette) di Genova che ho avuto il piacere di girare, molto spesso si va là per ascoltare l'amico che suona e per stare in compagnia a bere qualcosa. Certo, ci sono anche molte altre persone che propongono pezzi propri, ma questa rimane una minoranza, perchè al concerto spesso e volentieri si cerca di far divertire e cantare tutti, non solo chi conosce i pezzi. Detto questo, aggiungerei anche una considerazione personale sul motivo che forse ha fatto proliferare questo genere di band: non ho assolutamente letto tutti i 90 e rotti commenti che precedono il mio, quindi non so se nessuno ha già fatto questa osservazione, però ritengo che la principale causa di questo proliferare di cover band ad esempio dei Maiden (solo per fare un nome a caso) derivi dal fatto che la maggior parte delle persone i Maiden veri non riesce ad andare a vederli (vuoi per impegni lavorativi, mancanza di liquidi, mancanza di location e organizzazione nel nostro paese ecc..) e allora questo crei una base di pubblico effettivamente consistente nelle realtà locali. Questa è solo un'idea personale sul perchè si verifichi questo fenomeno (in realtà molto strano, se ci pensate bene) della replica in posizione di supremazia rispetto all'originale
Sorath
Lunedì 16 Aprile 2012, 18.40.01
91
Prima di tutto chapeau per il lavoro di Daniele Farina. Guardando e riguardano il documentario posso affermare che gli unici provati sono stati: sconforto e disgusto. Sconforto perchè non pensavo che la gente fosse così triste e rendesse la musica un mezzuncolo per arrotondare(per non parlare di quello che parla come Ligabue). Disgusto per il fatto che queste cover band siano parte dell'ignoranza musicale italiana, fa rabbia sapere che ci sono band valide nell'undergorund che si vedono negare la serata perchè sta quel sosia del cazzo di Freddy con una voce ancore più di merda. Per quanto riguarda ò'ex bassista degli Extrema va beh no comment. A mio modestissimo parere dalla cover band di Ligabue a quel tamarro che imita Vasco Rossi dovrebbero solo ed esclusivamente suonare nelle sagre di paese e basta e basta. Non è qualunquismo, non faccio pate di una band e non so cosa si prova a negarsi una serata per colpa di questi mercenari della musica, mi fa solo schifo pensare che in Italia molto probabilmente abbiamo veramnte la next big thing nel senso più puro del termine ma che non riuscirà mai ad emergere perchè questi mercenari devono "suonare".
Raven
Martedì 24 Gennaio 2012, 21.26.07
90
L'ho anche scritto: la colpa principale è del pubblico.
Flag Of Hate
Martedì 24 Gennaio 2012, 19.32.42
89
Ciao Raven, rispondo un pochetto in ritardo, ma di questa discussione me ne ero scordato (Alzheimer incipiente). Si, il documentario l'ho visto, e mi è parso molto interessante e ricco di spunti. Il fatto è che, partendo dal presupposto che la situazione musicale italiana sia quello che è ovvero "deserto dei Tartari", secondo me le cover band non sono la CAUSA di questi mali, ma una delle CONSEGUENZE. Come ammesso da molt delle personalità intervistate, è il pubblico ad essere una massa di amebe che fluttua nel già sentito e nella faciloneria più qualunquista. Sul perchè di questa mancanza di cultura musicale (dal punto di vista sociale e storico-culturale) nella nostra penisola potremmo scrivere intere opere saggistiche, quindi non approfondisco perchè in questa sede non penso che sia il caso. Quello che non mi è piaciuto è proprio questa eccessiva durezza contro 'sti poveretti che fanno cover per professione. Eliminandoli risolveremmo qualcosa? Se una bella legge li mettesse al muro, pensi che le persone che pagano per vedere i Queenmania si riversino in massa a vedere gli Extrema o uno dei millemila gruppetti thrash sparsi in giro? Dubito: rimarrebbero sempre lo stesso agglomerato amorfo e disinteressato, DISEDUCATO all'ascolto e al piacere della scoperta, facilmente plagiabile dall' X-Factor di turno. Come pensare che, se eliminassimo i libri del cazzo di "Twilight", le tredicenni ripiegassero a leggere Lovecraft o Stoker. Ho voluto spezzare una lancia per questi signori che, alla fine, offrono un prodotto: se sono apprezzati, bene. Molti di questi musicisti mi sono sembrati onesti e "disincantati", consapevoli di essere, per scelta, solo degli "attori" (tranne quel pallone gonfiato del cantante dei Queenmania, che era oltremodo autoreferenziale ed antipatico). E ripeto un concetto: meglio uno che ammette di suonare per soldi che AndreaRock che fa il fighetto sentenzioso dal suo pulpito (che ha mai fatto nella vita per la musica, a parte condurre programmi mainstream dal discutibile livello??).
Raven
Martedì 17 Gennaio 2012, 15.45.58
88
Flag, qui si tratta di ben altro che il gruppetto che coverizza Ligabue alla fiera, hai visto il documentario?
IlFantasmadelNatalePassato
Martedì 17 Gennaio 2012, 15.41.14
87
@Flag: diciamo che dovremmo sostituire "tutti" con "una buona maggioranza", tanto per cominciare. Dopodiché, bisogna distinguere fra fini. Se io faccio musica per comunicare, per creare etc e nel contempo ci faccio su due soldi, benone. Se io parto con l'idea di guadagnare due soldi...ops.
il vichingo
Martedì 17 Gennaio 2012, 15.36.52
86
@ Flag of Hate: mi hai fatto piegare in due dal ridere col tuo "avvicinati allo schermo"
Flag Of Hate
Martedì 17 Gennaio 2012, 15.34.15
85
@Trucido: concordo sul discorso del pubblico. E su questo non aggiungerò nulla, dato che hanno detto tutto altri utenti. @IlFantasmadelNatalePassato: "perché una persona che suona per fare due soldi è la rovina della musica" Pss, avvicinati allo schermo che ti rivelo un segreto: TUTTI fanno musica per soldi, o nella speranza di farli. Elvis, Ray Charles, Led Zeppelin... Chi dice il contrario è in malafede. La rovina della musica è ben altro che un gruppetto che coverizza Ligabue alla fiera della castagna di Biassono...
Er Trucido
Martedì 17 Gennaio 2012, 13.02.37
84
@Ra: infatti ho parlato di problema di pubblico
waste of air
Martedì 17 Gennaio 2012, 13.02.18
83
Mah...penso che la colpa non sia delle cover band, ma della gente che riempie i locali per andarle a vedere! A me non piacciono e non ci ho mai speso un centesimo, ma se vuoi suonare ovunque e farti qualche soldo è la strada più facile! Chi te lo fa fare di crearti un repertorio tuo tra mille sbattimenti e prove quando in un mese riesci a mettere su 20 canzoni di altri e ti pagano pure? Le band guadagnano, i locali pure e sono tutti contenti; va a puttane solo l'arte, ma davanti ai soldi si sa, non conta un cazzo. Deve essere la gente a boicottare il tutto: se cala la richiesta cala anche l'offerta; io intanto prego per i Nasum in Italia, che sarebbero molto più edificanti.
IlFantasmadelNatalePassato
Martedì 17 Gennaio 2012, 12.56.05
82
@Flag of Hate: perché una persona che suona per fare due soldi è la rovina della musica. Chi non ha la spinta a fare qualcosa di proprio e proporlo (tirando fuori l'orchestra che è un'altra realtà, peraltro con contraddizioni e disagi infiniti che da fuori non si avvertono) NON è un musicista.
Ra
Martedì 17 Gennaio 2012, 12.48.23
81
Personalmente non so quanto una cover band porti via pubblico o locali. Probabilmente il gestore del locale se non ci fosse la coverband di Ligabue e Vasco ad attirare il pubblico, ci piazzerebbe un Dj Set "Revival". Purtroppo Er Trucido tutto funziona in base al seguito che la tua arte crea, in Tv, sui giornali, nei locali. E comunque resto dell' idea che suonare in una cover band non sia poi così differente dal fare il sessionman, o dal suonare in gruppi dove il leader scrive i testi, la musica e produce il disco, lasciando agli altri solo l' esecuzione musicale.
Er Trucido
Martedì 17 Gennaio 2012, 12.31.58
80
@Flag: il mio era un pensiero personale dettato anche dalla mia esperienza dell'epoca. Sinceramente ho avuto a che fare con i proprietari dei locali che prima di ascoltare il tuo demo ti chiedono quanta gente gli porti, con un pubblico che si gasa se gli fai i pezzi più conosciuti. Ad un certo punto mi sono trovato a fare qualcosa che non mi dava la stessa soddisfazione di prima perchè dovevo accontentare questi fattori, allora ho lasciato perdere perchè soldi o no doveva essere un divertimento non un lavoro. Ripeto è un'opinione mia dettata da un certo tipo d'esperienza, quindi non pretendo che sia condivisa da tutti. Mi fa tristezza però vedere alla notte bianca di Genova una caterva di persone invasate per due cloni di Vasco e Ligabue, manco fossero a Donington. Personalmente non credo che il problema siano le coverband in se ma il pubblico, che poi come ho detto nel post precedente è tutto di conseguenza
Flag Of Hate
Martedì 17 Gennaio 2012, 12.10.26
79
@Trucido: premettendo le seguenti: 1) Non ho mai pagato un centesimo in tutta la mia carriera per vedere una cover band 2) Personalmente, sento il bisogno delle cover / tribute band quanto un pesce per un paio di ciabatte 3) Non ho amici o parenti che suonano in queste condizioni - vorrei farti un appunto: tu dici che "in teoria arrivati ad un certo punto dovrebbe essere naturale o evolversi o piantarla lì, purtroppo non è così". Allora io mi chiedo "perchè"? Se mi faccio un nome, se attiro gente, se ricevo molte proposte di serate da locali, privati o fiere paesane, se la gente è soddisfatta, se mi pagano.... perchè dovrei smetterla o dovrei modificare il mio modus operandi? Se riesco a viverci sopra, o a rimpinguare le mie entrate di fine mese facendo cover, perchè dovrei smettere o essere additato come "parassita" (manco fossi un Lele Mora qualsiasi) o come "rovina" di una scena metal italica che NON E' MAI ESISTITA? La musica non è fatta solo da geni, anzi di questi ce ne sono pochissimi, ma anche da mestieranti di vari livelli, e questo sono i componenti dlle cover bands. E lasciami dire una cosa: è 1000 volte più ONESTO chi dice "io faccio cover per i $$$$" di chi, come gli Extrema o Andrea Rock, pontifica sulle scelte degli altri dall'alto di una carriera insignificante (i primi hanno copiato i Pantera per tutta la vita, il secondo non ha mai fatto un emerito cazzo).
Raven
Martedì 17 Gennaio 2012, 11.11.43
78
E' proprio nel periodo e con le modalità citate da Fabio II che l'Italia si è posta fuori dalla scenA europea e mondiale, con la sola parentesi (sprecata) del prog nostrano.
fabio II
Martedì 17 Gennaio 2012, 10.53.26
77
Comunque credo che sia un fatto di cultura dominante nel nostro paese, quello delle cover, che parte da molto lontano, almeno per ciò che concerne il rock. Se è vero, come è vero che Raven afferma che solo in italia c'è una tendenza così massiccia verso di esse, mi viene da pensare che l'intero mondo del rock mainstream si è sviluppato attorno a radio e juke-box, che negli anni '50 e '60, erano i punti forti della comunicazione; e che cosa proponevano nei bar di tutta Italia? Cover, anzi standard classici del rock '50 massacrati ( quasi tutti con testi riadattati in italiano ) da Gianni Morandi & C. ( invitato anche al concerto degli Zeppelin, tanto per peggiorare le cose). Poi ci fu il periodo beat con il Piper, altro tragico scimmiottamento della swinging London. Non abbiamo mai avuto una cultura rock e forse questo ha sempre favorito, nei grandi numeri, lo sviluppo appunto di questo tipo di andamento che è ancora dominante.
Lizard
Martedì 17 Gennaio 2012, 8.38.24
76
Ad esempio, ho anche letto di alcuni gestori che sono "costretti" a far suonare tribute band per far cassa e lasciare qualche serata ai gruppi "originali" che puntualmente gli affossano gli incassi... Ci vuole molta pazienza e molta oculatezza in questo settore, bisogna essere in grado di riconoscere un talento e valorizzarlo. Mi viene sempre in mente l'esempio dei Doors, che hanno iniziato in un localaccio, suonando anche tre set a sera, magari quasi sempre cover, poi piano piano inserendo brani propri, finché mese dopo mese poi la gente ha cominciato ad andare lì apposta per vedere loro... Quanti oggi sarebbero disposti a dare una serata fissa a settimana ad un gruppo, per vedersi poi ripagati dopo qualche mese?
Lizard
Martedì 17 Gennaio 2012, 8.30.51
75
Il pubblico va anche "educato" all'ascolto. Non basta dire "apro questa bettola, ci schiaffo su sta band di sconosciuti, annacquo la bira tanto so tutti dei pezzenti e se poi stasera c'è il vuoto da domani si va con le tribute band"... Non si può sempre pensare alla gallina oggi e poi tanti saluti. Non vorrei sembrare troppo ipocrita a fare i conti coi portafogli degli altri, ma investire in musica richiede un minimo di competenza e devi conquistarti la fiducia degli ascoltatori, che già di loro non hanno né pazienza né propensione al rischio. Occorre una programmazione oculata e fidelizzare gli appassionati, come gli ascoltatori distratti. La tribute band è come una cola da discount: va bene se non c'è altro e se non conosci la differenza. Poi ha ragione anche Tony quando dice che la band che suona musica propria non è meglio a priori, deve esserci anche tanta qualità. Ma certo, se non si dà mai alle band l'opportunità di crescere e si prende sempre il prodotto preconfezionato... Un po' come dire: mi serve una pianta, aspetto che cresca o la compro di plastica? Ovviamente, il gestore cieco che pensa solo a come riempire la stanza non ha pazienza di aspettare, né la competenza per far crescere la pianta e quindi la compra di plastica, tanto fa figura lo stesso e poi magari alla fine gli costa anche di più!!
Raven
Martedì 17 Gennaio 2012, 7.46.30
74
esatto, e la colpa di questa situazione è del pubblico che non vuol muovere un neurone.
Mariangela
Lunedì 16 Gennaio 2012, 23.16.40
73
Le tribute band fanno cagare, non dimenticate che e' arte la musica, se nessuno propone brani loro non si inventera' mai nulla! Andate a vedervi una mostra di quadri falsi di picasso, dalì, e leonardo allora . Se i locali che ospitano le tribute falliscono non e' certo colpa di coloro che fanno brani propri ma degli stronzi che non ci vanno ad ascoltarli! Anch'io concordo con Sergio Pagnacco e Extrema bisogna inventare a tutti i costi mai mollare !
Er Trucido
Lunedì 16 Gennaio 2012, 23.15.39
72
Il problema è che come al solito in Italia abbiamo il cane che si morde la coda: i locali vogliono la gente, la gente va a vedere le coverband, ed i musicisti si arrangiano a fare cover perchè è quello che vogliono i locali e così via. Di chi è la colpa? Difficile stabilirlo, certo è che se poi troviamo date di gruppi stranieri semideserti (chi ha detto Redemption?) e ci lamentiano del fatto che non venga nessuno in Italia io un'idea ce l'avrei. Infine una cosa: io stesso ho fatto parte di coverband facendo qualche tributo occasionale, la cosa è durata quallo che doveva durare, poi è finita. in teoria arrivati ad un certo punto dovrebbe essere naturale o evolversi o piantarla lì, purtroppo non è così. Ah, ancora una cosa: un annetto fa era comparsa una notizia su blabbermouth in cui si raccontava di una coverband dei Def Leppard in cerca di un batterista con un braccio solo. Ora, mossa pubblicitaria o meno, penso che l'autoimmedesimazione sia parecchio triste, stessa cosa per chi se crede Ligabue, Vascoo chi per essi
Lizard
Lunedì 16 Gennaio 2012, 18.59.55
71
Nessuno discute il libero arbitrio, almeno, non io. Discuto, critico e motivo le mie critiche su una scelta che resta libera, ma molto discutibile ed estremamente deprecabile, dal mio punto di vista. Ho detto perche' e percome, quindi ti ringrazio per la pacatezza dei tuoi toni e ti saluto
Finntrollfan
Lunedì 16 Gennaio 2012, 18.45.50
70
Io quoto il commento 66 di Cuordipietra! Ha ragione da vendere. La band originale con canzoni belle ma sconosciute attirerà sempre meno di una cover band degli Iron maiden, per fare un esempio! E dato che il gestore deve portare a casa anche lui la famosa pagnotta a fine mese si preoccupa di scegliere la band che più attirerà persone nel suo locale, e al diavolo l'originalità! Grande Cuordipietra, hai detto la sacrosanta verità!!
Tonythecat
Lunedì 16 Gennaio 2012, 18.44.10
69
Lizard non difendo l'indifendibile,difendo il libero arbitrio di ogni musicista a scegliersi la strada che gli pare senza che nessuno,tanto meno un Pino Scotto o un Andrearock abbia a sentenziare che la situazione di merda che tra l'altro in Italia c'è da un pezzo,sia responsabilità di uno che suona iin una tribute band,tra l'altro questo si che è uno sport Italianissimo : l'addossare la responsabilità del proprio insuccesso e delle proprie difficoltà a terzi,e questo si che è pretestuoso. Si Raven,non sono un ragazzino,e mi dispiace ma credo che la musica,allora come oggi,fosse un business,anche se proprio negli anni 60 circolava questa favola sul potere rivoluzionario della musica,mentre le etichette incassavano profitti record,altro che Flower Power..
Lizard
Lunedì 16 Gennaio 2012, 17.29.18
68
E' facile anche sparare giudizi superficialissimi, offendendo oltretutto, pero' vedo che non ti tiri indietro. I portafogli degli altri lasciali fare, che quando ti senti chiedere quanta gente porti, senza neanche che abbiano ascoltato quello che fai, per poi darti poco o nulla e magari ti mamdano anche via senza cena... Poi tanta voglia di fare discorsi come i tuoi non te ne resta.
Raven
Lunedì 16 Gennaio 2012, 17.23.04
67
Tony scusa, ma continui ad ignorare il contesto culturale e sociale delle band che facevano cover (ma qui si parla di tribute), negli anni 50/70, quando la musica era di tutti, specie nei 60, e quando soi usava per fini doiversi da quelli di ora. NOn so quanti ani tu abbia, ma ho l'impressione che tu abbia qualche anno, ho ragione? Allora dovresti conoscere questa realtà. Ribadisco che nessuno sostiene che le tribute band esistano solo in Italia, ma solo in Itlalia ne esitono così tante e con questo peso nella scena.
Cuordipietra
Lunedì 16 Gennaio 2012, 17.17.20
66
Qui mi sembra che ci sia troppa ipocrisia... un locale non rimane a galla da solo, belli!!! Se il gruppo di cover mi porta 100 persone e il gruppo che propone musica originale soltanto 20, io chimo la cover band, cazzo! Poi si piangono lacrime amare se i locali storici falliscono e chiudono a favore delle disco. E' facile pontificare, con i portafogli degli altri però!
Lizard
Lunedì 16 Gennaio 2012, 17.05.24
65
Il discorso qualita' e' estremamente interessante ma mi sembra usato pretestuosamente: siamo poi cosi' sicuri che sia quella a mancare? Io non ne sono cosi' convinto. Sul discorso gestori, invece, io credo che una grossissima fetta di responsabilita' per lo stato delle cose ricada proprio su di loro. La merce che vendono va conosciuta bene e va saputa vendere e, da quel che vedo, spesso mancano sia uno che l'altro elemento. Se poi volessimo andare a vedere anche i disastri commessi da Siae ed Enpals, come dal sistema Sanremo-case discografiche-radio-mtv etc etc... Ma qua parliamo di tribute band e loro sono un anello di questa catena, inutile continuare a difendere l'indifendibile.
Tonythecat
Lunedì 16 Gennaio 2012, 16.23.17
64
Ai gestori dei locali generalmente importa proprio una sega quanto siano bravi i musicisti sul palco,ma gli importa eccome se il locale funziona,rischio impresa dici?e proprio questa la realtà dei fatti,i gruppi originai,metal soprattutto,non fanno gente,le cover e i tributi si,premesso che nessuno dei gruppi originali intervistati ha mai prodotto capolavori,e quì stà il problema : quanto valgono i gruppi italiani originali rispetto agli originali inglesi e americani che scimmiottano?'molto di più di una tribute band?non credo proprio,la gente è anche stufa di vedere l'ennesimo gruppo che scopiazza,l'originalità non è data solo dal non fare le cover.
Flag Of Hate
Lunedì 16 Gennaio 2012, 16.06.21
63
Ah, dimenticavo un'altra cosa divertente: il buon Andrea "Rock" Toselli nel corso della sua produttiva carriera ha fondato ben 2 tribute band. Ecco perchè conosce così bene l'argomento! Coerenza, portami VIA!!!
Lizard
Lunedì 16 Gennaio 2012, 16.01.11
62
Il musicista il suo lavoro lo fa suonando ed offrendo uno spettacolo che valga il prezzo del biglietto. Se poi il locale è vuoto, è troppo facile far cascare sul musicista il prezzo del rischio di impresa del gestore!!!! Se hai un locale con un'identità e ci fai suonare gente che vale, lo riempi -più o meno- perché la gente sa che chiunque ci suoni è all'altezza. Oltre a questo poi c'è tutto il resto: qualità dell'audio, costo di bibite e cibo, qualità dello stabile, dello staff etc etc Dici che suonare cover o fare tribute è la stessa cosa? Mi spiace, altra toppa clamorosa, che dimostra quanto poco sia credibile la difesa che stai tenendo su con le unghie contro la realtà dei fatti, fermo restando che comunque la differenza è tra chi suona e chi scimmiotta.
Flag Of Hate
Lunedì 16 Gennaio 2012, 15.54.58
61
Poi è divertentissimo appurare la presenza degli Extrema a parlar di queste cose, proprio loro che hanno passato una carriera intera a scopiazzare in maniera spudorata lo stile dei Pantera...
Flag Of Hate
Lunedì 16 Gennaio 2012, 15.52.09
60
Il problema esiste, ma dire "le cover band rubano i palchi a chi se li merita, ossia a chi propone musica propria, creando terra bruciata per loro", come afferma quel convinto poseruccio di AndreaRock, mi pare esagerato. Credete davvero che se tutte le cover band si estinguessero, la stessa massa di gente che ascoltava i tributi a Vasco si fiondi in massa ai concerti della band X-Y-Z di Calolziocorte / Cesenatico / Gambettola? Se un gruppo decide di far cover per vivere di musica, si mette in gioco, proprio come quelle band che decidono di far musica propria. Così come il gestore del locale sceglierà liberamente chi e come chiamare per una serata, perchè con l'aria che tira oggi in Italia non ci si può permettere di far carità a nessuno. La verità è che l'ambiente italiano non si merita un cazzo, secondo me: una comunità piccola, sempre più piccola, che pullula di band sostanzialmente mediocri e prive di mordente, che campano di campanilismi e di ridicole invidie con altre band ugualmente scarse. Seguendo questo sito ho visto delle flame e delle rivalità ridicole nella loro dimensione da bega di paesino di periferia (ricordate i MegaHera? Gli Asgard?) Senza contare le arie da star che si danno, e il modo in cui si atteggiano da superfighi davanti a un "fan club" di 20 paesani. Quindi perchè un ragazzo random deve spendere soldi per queste cose? Meglio invitare la tipa a sentire le cover di Ligabue, così può anche darsi che la serata prenda una piega, ehmm, "produttiva" dal punto di vista dei rapporti di coppia .... sarò pessimista? SI, ma è quello che penso.
Tonythecat
Lunedì 16 Gennaio 2012, 15.28.14
59
Ho molto da obiettare ma imprecare contro un determinato fenomeno non lo farà scomparire. Le condizioni base da te citate Lizard,paga equa,locale adeguato alla spesa del biglietto,cena per i musicisti e via dicendo,non sono così scontate,e le si può imporre solo se chi suona da una contropartita al locale,in altre parole se chi suona riempie il locale,indipendentemente da ciò che fà. Suonare in una cover band o in un tributo comporta poche differenze a mio avviso per risponderti,non credo che suonare tutta la sera brani di Ligabue sia molto diverso da avere un repertorio di cover a 360 per quanto riarrangiate,sempre brani di altri sono. Volevo semplicemente far riflettere sul punto che le cover band e le tribute band sono sempre esistite e non solo in Italia,e non solo ora. Le band originali che vengono ignorate si facciano l'esame di coscienza.
Lizard
Lunedì 16 Gennaio 2012, 15.04.45
58
Continui a non rispondere sul punto Tony, mi spiace. Evidentemente non hai poi molto da obbiettare rispetto alla realtà dei fatti, se non una generica e comoda mancanza di cultura o di realtà italiana, come se le cose fossero in una certa maniera per qualche atavica ragione totalmente al di fuori dal nostro presente e dalla nostra responsabilità. Troppo facile, troppo comodo, troppo falso. Io non vado a vedere tribute band, pago il biglietto per chi suona la sua musica e pretendo che lo faccia bene, perché i soldi non li regalo per amor di patria. Pretendo che il locale in cui si suona sia all'altezza di quello che mi chiede ed all'altezza dell'importanza che la musica ha. Pretendo anche che i musicisti siano trattati bene, che gli si dia da mangiare e da bere e che siano pagati per il loro lavoro in maniera equa. Se manca qualcuna di queste condizioni, vado da un'altra parte. Non è vero che in Italia per campare di musica bisogna accettare qualunque compromesso e non è vero che va rispettato chiunque. Rispetto per la persona sempre, ci mancherebbe. Ma i miei soldi non glieli dò perché sta contribuendo a distruggere una delle più belle forme di espressione artistica e per me non merita niente.
Tonythecat
Lunedì 16 Gennaio 2012, 15.04.39
57
Sono d'accordo con te D.R.I. quando dici che un musicista debba prima o poi provare a fare cose proprie,anche se nella musica rock in generale,ed anche heavy,abbondano i cloni di gruppi più importanti,non saranno cover o tributi,ma quanto quello che fanno è veramente originale e non mutuato da influenze altrui? Va benissimo mettersi in gioco e ho stima di chi o fà,ma quale è il piano B se le cose non dovessero funzionare?perchè uno non può scegliere di fare il musicista invece di fare altri mestieri,che quelli sì rubano tempo ed energie alla vera passione di un musicista che è avere il proprio strumento in amno?Se suonare cover o tributi è triste lo è anche suonare in locali vuoti quando la musica originale che si propone non interessa nessuno tranne chi la suona.
D.R.I.
Lunedì 16 Gennaio 2012, 14.48.32
56
Tonythecat: Ti posso dire in base alla mia esperienza che se salire su un palco per proporre delle cover riarrangiate (cosa che nella mia carriera di musicista ho fatto in alcuni periodi) ti dà grandi emozioni, allora puoi solo immaginare quali emozioni e soddisfazioni può dare riuscire a proporre propri brani e riuscire con questi a trasmettere energia al pubbliico e ottenerlne in cambio. Certo è che bisogna anche evitare quelle situazioni in cui si suona davanti 4 gatti perchè in quei casi si rischia veramente di demotivarsi e la voglia di lasciar perdere una dimensione così importante come quella Live può facilmente prendere il sopravvento. Onestamente è anche giusto iniziare, se si è una band agli inizi, a proporre delle cover, può essere una scuola importante anche questa, che consente di confrontarsi con cose più difficili concepite da gente con più esperienza di noi e che possono aiutarci pertanto a crescere. Ma credo sia importante che ad un certo punto i musicisti prendano la decisione di far emergere un proprio suono, una propria personalità, ma questi elementi non potrano mai venir fuori se si fa parte di una tribute band, in quel caso di deve eesere bravi a copiare, bisogna comprare la stessa strumentazione, vestiti simili ai propri idoli, imitarne fedelmente le movenze...a me onestamente tutto ciò sembra un pò troppo. La musica dovrebbe essere una valvola di sfogo, renderci liberi durante quei minuti in cui ci esibiamo...ma così...va tutto a farsi fottere!
fabio II
Lunedì 16 Gennaio 2012, 14.40.09
55
Giustissimi i commenti di Lizard e di Raven al 51; il documentario non sono riuscito ancora a vederlo. Le cover....artisticamente ,per quello che realmente valgono oggi -quasi tutte,= stadio terminale prima del piano-bar ( figura di una tristezza unica ), almeno questa è la mia speranza per chi intraprende questa strada
Tonythecat
Lunedì 16 Gennaio 2012, 14.37.44
54
Rimarremo di opinioni diverse temo,ma non sono le tribute band il problema della musica Italiana,tutti gli intervistati di band originali hanno avuto la loro chance e non hano avuto successo,possono andare avanti a proporre la loro musica finche vogliono,ci mancherebbe,ma è inutile scatenare una caccia alle streghe alle tribute bands,che ora vanno di moda ma tra un paio d'anni chissà. Ho visto il film Ray,bellissimo tra l'altro,e premesso che non credo che Pino Scotto sia Ray Charles,bisogna riconoscere che ha goduto di un grande successo in tempi ragionevoli,se fosse stato costretto a sbattersi per 20 anni chissà cosa sarebbe successo,non lo sappiamo,in realtà,magari avrebbe continuato a scimmiottare The Duke.... Non basta investire soldi come dice sempre Pino perchè una musica abbia successo,quindi lui farebbe un etichetta se avesse 2 milioni di euro ecc,secondo me farebbe meglio a tenerseli,se spera di imporre ad un gusto mainstream in Italia gruppi come il suo,non funzionerà,e butterebbe via un sacco di soldi. Non penso che sia stata una perdita di tempo per gli Stones,o i Beatles fare materiale originale,visti anche i risultati,che hanno la loro importanza a mio avviso. Semplicemente suonare può diventare un lavoro in Italia a determinate condizioni di adattamento,c'è chi sceglierà altro da fare e chi si adatterà come ci si deve adattare a fare un qualsiasi lavoro per sopravvivere,sono scelte personali e che ognuno le faccia secondo le sue inclinazioni e aspirazioni,senza insulti e sbeffeggiamenti.
Lizard
Lunedì 16 Gennaio 2012, 13.59.34
53
Tonythecat, scusa ma leggendoti fai un gran calderone di tutto, senza per questo dare una risposta netta: fare cover, innanzitutto, è cosa ben diversa da fare tribute. Nella cover si può, ed anzi spesso di deve, dare una propria interpretazione del brano, qualcosa che parli della tua personalità. Nei tribute no, anzi, sei più bravo quanto più sei uguale all'originale. E' qui che si fa la differenza: tutti gli artisti da te citati proponevano una "loro" versione del brano, unica. Chi fa tribute no, fa una riproduzione sterile di quanto fatto da altri artisti. Questo spiega anche la differenza con gli interpreti (interpretare significa questo, a mio avviso) di musica classica che, come giustamente aveva già rilevato Raven nell'articolo, non si limitano a leggere lo spartito, a maggior ragione quando si parla dei Direttori d'orchestra. Non tutti imusicisti sono compositoi, verissimo. Questo significa che debbano scimmiottare gli altri? No, mi spiace. E' verissimo che le tribute band rubano la scena ai gruppi che propongono musica propria ed è verissimo che a lungo andare questo impedisce alla musica di rinnovarsi ed alla fine la impoverisce. Rovesciando il tuo discorso: perché rischiare con musica originale sulla quale ci si deve sbattere come pazzi, quando si suona e si campa ugualmente copiando l'identità altrui? Hai visto il film "Ray", quando persino un genio come Ray Charles vivacchiava facendo il clone di Duke Ellington? Pensi che sarebbe mai stato Ray Charles se avesse continuato in quell'attività? Tu mi dici che i Rolling Stones furono costretti a scrivere materiale originale... Pensi che sarebbe stata una perdita da poco se loro, Frank Zappa, Ray Charles e tanti altri, non avessero trovato qualcuno disposto ad investire su di loro ed avessero continuato a suonare cover? Riesci ad immaginare la musica di oggi senza il loro contributo di musica originale? Si vivacchia, dici tu. Ecco, esatto. Si vivacchia, in tutti i sensi. E, ripeto, c'è una bella differenza, in ogni caso, tra "fare le cover" per farsi le ossa e vedere musicisti di livello che fanno i tribute per campare e non c'è niente di bello in questo, mi spiace.
Tonythecat
Lunedì 16 Gennaio 2012, 13.04.02
52
Se il problema è culturale allora ha radici lontane,e ,ripeto,non è così solo in Italia. Checchè ne dica Roberto Tiranti,conosco almeno 4 musicisti italiani che vivono in Inghilterra,tutti hanno provato a fare le loro cose,tutti sono finiti a suonare in cover band,tribute band,musical,e tutti sono concordi nel dire che là c'è molto più lavoro che in Italia,magari non facendo cover di Vasco,ma che centra?sempre cover sono. Leggendo le biografie di Lemmy,Ozzy Osbourne,Frank Zappa si scopre che tutti hanno fatto cover per anni,fino a quando la loro musica non gli ha dato di che vivere. Quando Zappa parla dell'America degli anni 50,quando faceva cover R&B,racconta di come per ottenere ingaggi dovessero sempre e comunque fare delle cover,appena partiva un brano originale ecco che la gente non ballava,non beveva più,e loro perdevano gli ingaggi,nel documentario c'è una ragazza che racconta cose simili nell'Italia di oggi. Il primo singolo dei Motorhead su Bronze Recods nel lontano 1978 è Louie Louie,non propriamente un brano originale direi. Gli Stones furono forzati dal loro manager a scrivere brani originali,a loro bastava e avanzava di fare cover di Muddy Waters,Chuck Berry,Bo Diddley. Quì si potrebbe aprire un altro discorso in relazione al titolo del tuo articolo. Quand'è che la musica è arte? Dire che lo è solo quando chi la suona la ha anche composta significa semplificare un bel pò. Allora tutti i musicisti classici della Filarmonica Di Vienna,chini da tutta la vita su spartiti di Bach,Wagner,Mozart,Beethoven sono prostitute mentre Sergio Pagnacco è un artista integro e coerente,perchè è contento di suonare la "sua" musica di fronte a 5 persone. Questo atteggiamento tipo"non mi importa se quello che suono ti piace o no,la mia è Arte bello mio"è ambiguo e contraddittorio,perchè salgono su un palco ad esibirsi allora? Per molto tempo c'è stata una netta separazione tra compositori ed esecutori,Elvis non ha quasi mai scritto un brano per esempio,ma la sua voce e la sua interpretazione e anche il suo aspetto rimanevano insostituibili. Non tutti i musicisti sono bravi compositori,e se quello che fanno genera poco interesse non è certo colpa degli altri. Labyrinth,Extrema,Vanexa sono in giro da un bel pò,il pubblico metal sà chi sono ma non a tutti piacciono,anche su queste pagine,colpa delle tribute band? Un saluto a tutti
Raven
Lunedì 16 Gennaio 2012, 7.48.15
51
Infatti il problema è culturale. se tutti favorissero la musica originale, i padroni dei locali potrebbero pagare i loro fornitori con gli introiti delle band "normali", ma dipende dagli incassi, e quindi da quanto il pubblico è disposto a fare impegnando un po' il cervello, ma mi pare di averlo detto. Anche sulla coerenza ho speso due parole, ed anche sul discorso merce/musican sono d'accordo, e siamo sempre lì: dipende da noi dare valore aggiunto a questa merce, e/o non distruggere quello che contiene intrinsecamente. In ultimo: quei gruppi hanno INIZIATO facendo cover, e lo hanno fatto in un contesto storico in cui la cover aveva un valore tutto diverso. anche questo argomento da noi già affrontato in passato. Vietarlo per legge? giammai, per cultura. In tutto il mondo esistono le cover band, ma in nessuno come in italia, e gli stessi musicisti lo dicono nel documentario.
Tonythecat
Lunedì 16 Gennaio 2012, 0.24.35
50
Cari tutti,se da domani a chi fà cover o tributi vari fosse impedito di esibirsi per legge,avremmo parecchi disoccupati in più,cosa pericolosa di questi tempi,mentre le band metal italiane continuerebbero ad esibirsi per pochi intimi,a meno che non pensiate che un tributo a Ligabue o Vasco o ai Queen stia rubando pubblico alla piccola,rissosa e frazionata scena metal italiana. Quanto alla "coerenza"di alcuni intervistati che fanno musica "originale"avrei qualcosa da dire. Pino Scotto ha fatto cover per un sacco di tempo e ora chi lo fà è vittima del suo turpiloquio. Gli Extrema scopiazzano i Pantera da sempre,il cantante scimmiotta Anselmo nel canto,nel modo di vestire,di cantare,di fatto il suo è un tributo,forse inconsapevole. Non è affatto vero peraltro che è un "problema" solo Italiano,esistono cover band e tributi in tutto il mondo, provate a digitare su youtube Ac/Dc o Led Zeppelin o chivipare tribute band e date un occhiata a cosa salta fuori . A parte qualche convinto un pò esaurito,e cè ne qualcuno in questo documentario, chi suona cover lo fà semplicemente perchè in Italia è l'unico circuito che dà lavoro continuativo,e probabilmente preferisce stare su un palco a suonare,anche musica di altri,piuttosto che fare un altro lavoro,è una scelta legittima e personale che andrebbe rispettata e non ingiuriata soltanto perchè Pino Scotto lavorava in fabbrica(oltre a fare le cover),quindi non è una scelta dettata da viltà o comodità,come se la vita di un musicista fosse comoda in Italia,altro luogo comune. "riempirsi le tasche" facendo cover caro Raven è un inesattezza,facendo cover si tira a campà,meglio che a suonare metal sicuramente.ma nessuno gira in Bentley ,a meno che non sia ricco di famiglia, a suonare cover di Ligabue. Si potrebbe aprire un post solo per discernere su cosa è arte e cosa non lo è.ma una cosa mi preme dirla:tutta la musica che viene eseguita dal vivo e stampata per essere venduta è merce,quindi sottoposta ad impietose leggi di mercato e di soldi,altro che poesia...la realtà della musica è di piombo non di versetti e terzine(poetiche) ed è un business come tanti altri,un pò peggio forse,visto la presunzione di chi vuole vendere la sua magnifica "arte" spacciandosi per un musicista autentico e mai sceso a compromessi,altra fanfaluca ricorrente nelle chiacchere di tanti "artisti" originali. Certo che è meglio suonare musica originale,se qualcuno la apprezza soprattutto,altrimenti perchè tutti i gruppi sognano di fare concerti e dischi?se bastasse la sensazione di fare musica uno può semplicemente stare a suonare in camera sua comodamente. Chi ha un locale ha un'attività commerciale,sottoposta a partita IVA,scadenze e pagamenti ai fornitori vari,se le band originali che si lamentano li riempissero questi locali è probabile che via via tributi e cover scomparirebbero,altrimenti i gestori sceglieranno la via meno impervia che gli consentirà di stare a galla. Certo sarebbe bello se ci fosse un giro di locali e sopratutto di pubblico che permettesse ai gruppi validi di vivere della loro musica,ma di sogni non si campa signori. Conludo citando Blaze Bailey che giustamente fà notare che Beatles e Rolling Stones( e quì aggiungerei Led Zeppelin,Elvis Presleye milioni di altri...)hanno iniziato facendo cover,e per quanto mi riguarda se l'hanno fatto loro.... Un saluto a tutti.
TonyMetallo
Sabato 14 Gennaio 2012, 2.55.05
49
Bellissimo documentario , complimenti a Farina per la sua idea. Mi e' piaciuto l'intervento di Sergio Pagnacco (Vanexa- Labyrinth), e degli Extrema, sicuramente hanno reso molto bene l'idea. La musica e' arte non dobbiamo mai dimenticarlo.
Raven
Venerdì 13 Gennaio 2012, 14.24.26
48
quotone x forbiddenevil.
IlFantasmadelNatalePassato
Venerdì 13 Gennaio 2012, 13.42.28
47
Visto, condiviso e pubblicizzato (se lo merita). Documentario fatto molto bene, complimenti a Farina che ha fatto un lavoro splendido. Per quanto riguarda gli interventi, i più intelligenti sono quelli da cui mi aspettavo di più (Nesli e Mara Maionchi), ma ci aggiungo anche Blaze Bayley. Sull'argomento state dicendo tutto voi, io aggiungo che fare il musicista per lavoro è un'aspirazione fuorviante, perché ti porta a subordinare la creatività al mercato dell'intrattenimento. Evviva chi lo fa "per hobby", come il buon vecchio Scotto che se la mena giustamente per essersi spaccato il culo in fabbrica.
D.R.I.
Venerdì 13 Gennaio 2012, 12.34.23
46
Poi ci sono quelli come me che hanno suonato anche cover, perchè non trovavavano altre band in cui suonare, ma poi dopo un paio di anni hanno mandato tutto a cagare per ritornare a comporre e proporre propri brani. La libertà credo sia la cosa fondamentale in un artista e come vedete non sono l' unico a pensarla così per fortuna!
D.R.I.
Venerdì 13 Gennaio 2012, 12.34.13
45
Reinterpretare (per usare un eufemismo) ha sicuramente le sue difficoltà tecniche, però poi consente in chi ci riesce con una certa bravura di ottenere successo più velocemente, di suonare più spesso nei locali, di esibirsi magari davanti a un pubblico che mai ascolterebbe il proprio repertorio originale. Quindi credo che tutto ciò faccia scattare spesso, in quei musicisti che si pongono e non riescono a raggiungere questi obiettivi, un meccanismo mentale per cui con qualunque mezzo, anche l ' annullamento della propria personalità (nella vita pubblica e privata a volte), si devono raggiungere quei traguardi.
forbiddenevil
Venerdì 13 Gennaio 2012, 12.10.13
44
L'ho guardato ieri, molto interessante, premetto che a me sia le cover bands che le tribute bands non piacciono,non sono mai stato daccordo con il concetto di riproporre pari pari un'altro artista, che esso sia ancora in vita o no. Vedere i QUEENMANIA non è certo vedere Freddy Mercury, Brian May ecc. su un palco, oltre tutto sono terribili nella loro intervista, quando dicono che quello che la gente vuole è ascoltare quello che già conoscono.....LO TROVO TERRIFICANTE!! Sono 30 anni che ascolto musica e continuo a cercare, a scoprire bands emergenti........Copie, cloni, questo è quello che sono, spesso ottimi musicisti ma allora perchè? Perchè copiare, un conto secondo me è riproporre un paio di cover durante il proprio live set, magari rivisitate con il proprio stile, ma copiare spudoratamente lo trovo inaccetabile. Gli Asilo Republic sono patetici, il tipo che si sente Ligabue è atroce, oltre che cantare come lui lo scimmiotta anche nel parlato, senza parole. Sono daccordo con Sergio Pagnacco, Pino Scotto quando dice che può andare bene all'inizio del proprio percorso musicale, quando a 14/15 anni inizi con la prima band, e poi grandiosa l'idea degli Extrema, ovvero quella di coverizzare se stessi......aspetto la seconda parte. THRASH'TILL DEATH
D.R.I.
Venerdì 13 Gennaio 2012, 12.06.00
43
della serie rimaniamo con i piedi per terra!
D.R.I.
Venerdì 13 Gennaio 2012, 12.04.27
42
infatti
Raven
Venerdì 13 Gennaio 2012, 11.55.01
41
Le risposte di molti dei musicisti delle tribute band sono la parte più allucinante.
D.R.I.
Venerdì 13 Gennaio 2012, 11.16.37
40
molte risposte da parte dei membri delle tribute band mi sembrano veramente discutibili e a tratti risibili, ma contenti loro...per quanto riguarda gli altri intervistati, anche se non ho capito x factor cosa c' entri col rock ( non credo che qui si parli dell' album con Bayley alla voce), ognuno esprime la sua parte di verità in modo più o meno convincente..
Marco666
Venerdì 13 Gennaio 2012, 8.41.36
39
Sono daccordo con Sergio Pagnacco esprime il mio parere in pieno. Per fortuna esiste qualcuno che dice quello che pensa!
Raven
Venerdì 13 Gennaio 2012, 7.49.17
38
credo intendessero dire di persone che eseguono meccanicamente un lavoro, senza metterci nulla di proprio.
Lizard
Venerdì 13 Gennaio 2012, 7.18.57
37
Io invece la trovo del tutto fuori luogo e proporrei di sostituirla con "falsari".
Morganne91
Venerdì 13 Gennaio 2012, 0.45.56
36
Mi hanno colpito molto gli Extrema quando dicono che le tribute band sono gli operai della musica..... una bella frase per descrivere tutto
Morganne91
Giovedì 12 Gennaio 2012, 22.18.17
35
E' lungo, però l'ho ascoltato senza guardarlo x)
Raven
Giovedì 12 Gennaio 2012, 21.14.37
34
ragazzi, ma dopo oltre 30 commenti, nessuno che abbia dato un'occhiata al documentario?
nocturnal pulse
Giovedì 12 Gennaio 2012, 20.46.59
33
Le cover band son patetiche, al di là di quanto possano avvicinarsi all'originale sbagliano in pieno l'approccio al mondo musicale. Se togliamo l'esclusiva personalità che ognuno di noi può dare all'arte essa perde valore. Le band poi che ripropongono in massa le canzoni di quei due lì che è inutile continuare a nominare sono poi ancor più ridicole.
il vichingo
Giovedì 12 Gennaio 2012, 20.29.17
32
Per me Metal4ever90 ha centrato la questione: le cover band diventano un problema quando rubano la scena a band emergenti e meritevoli che suonano musica propria. In sincerità non me la sento di boicottare sempre e comunque le cover band come dice Undercover, poichè certe band ci mettono una grande carica ed energia quando suonano certi pezzi. Per esempio quest'estate una cover band dei Ramones ha suonato nella piazza del mio paese, e ho passato una serata davvero interessante divertendomi molto. Tutti ragazzi sui 20-25 davvero bravi ma il pezzo forte del concerto era il cantante che aveva davvero una gran voce e più di una volta a scatenato la folla con HEY HO ... LET'S GO!!
Metal4ever90
Giovedì 12 Gennaio 2012, 20.11.11
31
I primi live che ho visto erano fatti di cover bands e non mi vergogno di dire che nella maggior parte sono state delle serate divertenti. Il fatto è al giorno d'oggi ce ne sono veramente troppe! E il fatto che rubino spazio a bands che fanno musica propria è scandaloso. Però non generalizzerei troppo: ho visto alcune cover bands che hanno sfruttato l'occasione di presentare pezzi loro a fine concerto: e posso dire anche con buoni riscontri.
Undercover
Giovedì 12 Gennaio 2012, 20.06.51
30
Boicottare le cover band sempre e comunque, sono inutili e dannose dato che i proprietari dei locali spesso più inetti di questi soggetti, pur di non spendere due lire in più farebbero suonare anche "citofonisti corali", quindi un vaffa di cuore a cover e tribute... e un grosso in bocca al lupo a chi prova a dare voce alla propria personalità.
D.R.I.
Giovedì 12 Gennaio 2012, 19.28.34
29
pure Bayley non scherza troppo, ma poi chissene se hanno quelle voci
Ra
Giovedì 12 Gennaio 2012, 16.08.22
28
I direi che dopo essere visibilmente ingrassato a messo su ancora qualche kilo.
il vichingo
Giovedì 12 Gennaio 2012, 16.02.28
27
Mi sbaglio o Di Anno è visibilmente ingrassato
Raven
Giovedì 12 Gennaio 2012, 15.32.07
26
Anche il discorso relativo alle cover band di gruppi non più esistenti è affrontato nel documentario. Qui il discorso però è diverso, nel senso che a prescidenre da questo approccio e da quanto possa essere piacevole/divertente ascoltare qualcosa del genere una tantum, questi gruppi, di fatto, fanno terra bruciata per i gruppi che, bravi o meno che siano, cercano di fare qualcosa di proprio. E' anche vero che è bello suonare per qualcuno anzichè stare sempre in cantina, ma l'atteggiamento complessivo del sistema locali/pubblico, ha distorto questa realtà, facfendo in modo che in Italia, E SOLO IN ITALIA, le cover band abbiano qquesgto peso.Ma attenzione: anche il mettersi in gioco rischiando la brutta figura ha il suo peso, la mancanza di voglia di assumersi rischi, la capacità di scrivere, e questo è desolante, perchè risponde anche ad una richiesta del mercato/pubblico, che è nelle stesse condizioni, e se ne frega, si adagia, non vuole pensare in proprio. Per chi lo aveva chiesto: il documentario è liberamente visibile su youtube, e molto di quanto detto nei commenti fin qui postati, è detto anche dai partecipanti.
il vichingo
Giovedì 12 Gennaio 2012, 14.58.24
25
Non mi sono andate mai a genio le tribute band. Ovviamente faccio qualche eccezione per qualche band che ripropone in modo originale un pezzo, ma evito come la peste le band che si limitano a risuonare identico all'originale, senza apportare niente di innovativo. Perchè suonare in modo indentico sono capaci tutti, basta un po' di esercizio, ma apportare delle originali modifiche è cosa da pochi. PS: quoto Richard sul discorso Vasco e diritti d'autore.
pappo
Giovedì 12 Gennaio 2012, 14.57.55
24
meglio fare musica poco originale che coverizzare, c 'è una bella differenza, ma quanti sono musicisti e lo sanno?
Ra
Giovedì 12 Gennaio 2012, 14.55.20
23
Certo viste le foto, se fossi la moglie o il figlio di alcuni dei cantanti di queste bands sarei proccupato pereventuali sdoppiamenti di personalità. E comunque che differenza c'è tra il suonare in una tribute band canzoni scritte vent'anni fa da un cantante gay morto di hiv, con una voce spettacolare, e una presenza scenica indimenticabile, e chiamarsi Jason Newsted e suonare con i Metallica che neanchè ti chiedono se le canzoni che devi suonare la sera le conosci ???.
fabio II
Giovedì 12 Gennaio 2012, 14.46.59
22
Richard sono assolutamente d'accordo con te!!
Richard
Giovedì 12 Gennaio 2012, 14.39.12
21
Bands - "originali" - (quelle che poi ,volenti o nolenti , non fanno altro che rimasticare e ruminare, magari senza un briciolo di fantasia, tutto quello che hanno sentito dalle bands Fratelli Maggiori...) o Tribute Bands ??? Il solito gioco al massacro fra poveri... Intanto Vasco, Liga & C. se la ridono beffardamente con i diritti d'autore.
Ra
Giovedì 12 Gennaio 2012, 14.24.36
20
Sono d' accordo con quasi tutto. Darei qualche possibilità alle varie tribute band di gruppi ormai defunti (Beatles,Doors, Led Zeppelicn ecc) per i quali non si possono più vedere gli originali. Non sono però d'accordo sul fatto di gente abulica che vuole risentire, e che non vuole scoprire. Risentire vogliamo tutti, altrimenti non compreremmo i CD, e non sempre la sera ad un concerto vogliamo un comizio intelligente alla Public Enemy, a volte ci si vuole solo divertire e rilassarsi. Chiaramente eviterei le tribute band di Ligabue, Vasco, per i quali è ancora facile vedere gli originali. E per ultimo considererei anche il fatto che forse non tutti quelli che suonano, a volte anche molto bene, sanno anche comporre musica.
Giacomo
Giovedì 12 Gennaio 2012, 14.16.46
19
ma il docuementario dove si può vedere? è su youtube o va comprato?
fabio II
Giovedì 12 Gennaio 2012, 13.33.24
18
ok dal vivo le cover possono anche funzionare, bisogna sempre leggere il contesto; è su disco che spaccano i coglioni, che senso dovrebbero mai avere le 800 versioni di 'Can't Find My Way Home' o 'Gimme Some Lovin'?
LAMBRUSCORE
Giovedì 12 Gennaio 2012, 12.49.04
17
sinceramente anch'io preferisco gli originali, ma a volte mi è capitato di assistere a concerti di cover, non è che sono andato via indignato eh? però ricordo ancora una decina d'anni fa, era l'ultimo dell'anno, in un locale molto distante da casa mia, mi ha fatto picere un'oretta di cover motorhead, poi però 2 ore di cover manowar, nooooo....
BILLOROCK fci.
Giovedì 12 Gennaio 2012, 12.48.02
16
Lambruscore : Ruggeri !! ah ah ah sei troppo forte!! Grande jimi tg.. rock n roll.......
Jimi The Ghost
Giovedì 12 Gennaio 2012, 12.17.02
15
Sono d'accordo sulla tutta la linea di giudizio che apre la discussione sulle cover band e sulle tribute band. Lizard ha detto la sacro santa verità...come tutti voi ragazzi e nei vostri commenti, e in gran parte conosco la realtà sufficientemente bene...! E' anche vero che di tribute band "serie" e "competenti" personalmente ne ho viste pochino... Penso anche che per un gruppo essere nel contempo una "tribute band" significa anche riuscire a fare delle serate pagate onestamente e sopravvivere e vivere con ciò che si ama non è affatto male. Purché si provi sempre ad investire quei guadagni e quel tempo su altri progetti personali originali potrebbe essere un buon compromesso artistico! Certo sono odiose, fastidiose, è TUTTO VERO, ma è un buon sistema per mantenersi in allenamento, come anche suonare dal vivo e non in casa, e farsi vedere ad pubblico "chi si è" e "cosa si sa fare" per non rischiare di sparire ed essere fagocitati nel vuoto come tantissimi artisti. Suonare in un garage a 40 anni è sempre entusiasmante, certo, ma avere la possibilità ancora di suonare in un locale...bè è ancora certamente meraviglioso ragazzi! Andare a sentire la musica live, in un buco di locale anche di una band che coverizzano i brani di De Andrè, e ogni tanto inseriscono un loro brano originale...potrebbe far bene a tutti.....non credete?? Jimi TG
LAMBRUSCORE
Giovedì 12 Gennaio 2012, 11.37.28
14
grande enrico ruggeri, lui che si definisce GRANDE conoscitore di punk, chi si ricorda il suo hit mistero, pilìpilùpilòpilà.....
Elluis
Giovedì 12 Gennaio 2012, 11.36.14
13
@Raven molto bello quest'articolo: ora non ho il tempo, ma appena sono un po più tranquillo, andrò a vedermi anche il filmato che hai citato di Daniele Farina, che sinceramente non conoscevo per niente. Io ho conosciuto, e lavorato, per una cover-band professionista: questi di lavoro facevano i musicisti per questo gruppo. Riuscivano a mettere insieme 2, 3, 4 date alla setimana, nel nord Italia fino all'Emilia R., e anche nel nord-est, e si ritagliavano anche il tempo per andare in studio a provare i pezzi. La mia collaborazione con loro è stata brevissima, dato che a conti fatti, facevo un monte di ore (grandi nottate in bianco, tra smontaggio strumenti, e viaggi di ritorno) per 2 soldi, e dopo un po li ho mollati, però so che esistono ancora, hanno un sito web da far impallidire per quanto è "scintillante", e per quanto ne so continuano a suonare con la stessa continuità.
Cranium
Giovedì 12 Gennaio 2012, 10.58.31
12
Vasco chi? Ligabue chiii??
The Nightcomer
Giovedì 12 Gennaio 2012, 10.57.08
11
Condivido l'analisi di Lizard; non ho mai amato le cover bands, oltre che per i concetti espressi nell'articolo, anche a causa dell'inevitabile (e spesso impietoso) confronto con le versioni originali che è impossibile non fare assistendo ad un concerto di questo tipo. Temo però che i locali e le organizzazioni di certi eventi continueranno a proporre gruppi di questo tipo, visto che potenzialmente richiamano più pubblico rispetto a quelli che si espongono con materiale proprio (magari di buon valore, ma meno interessante perchè "non familiare"), rischiando di "bruciarsi". Manca coraggio da parte di chi ospita le bands (che preferisce andare sul sicuro con materiale collaudato) e da parte delle bands stesse, che pur di esibirsi dal vivo finiscono talvolta per adattarsi a queste realtà stagnanti, ripetitive e mortificanti. Il pubblico ha colpe fino ad un certo punto: a volte accade che la gente vada al moto raduno, ad una sagra o ad un altro tipo di evento senza pensare a chi suonerà e quale materiale proporrà (anche se lo si può facilmente immaginare), finendo poi per ritrovarsi i soliti cloni malriusciti di Led Zeppelin, Queen, Black Sabbath, Deep Purple, etc. etc. Che tristezza.
Bloody Karma
Giovedì 12 Gennaio 2012, 10.52.48
10
un argomento piuttosto complesso, e che come ha detto Raven, si innesta sul problema dei concerti live...personalmente non sono interessato alle cover bands, ma confesso che un paio di volte mi sono trovato ad un qualche concerto gratuito di cover bands, e la qualità ascoltata non è affatto bassa...il vero motivo è che ormai ce ne sono davvero troppe, e moliti locali con musica live ormai non passano altro...
D.R.I.
Giovedì 12 Gennaio 2012, 10.51.34
9
Avendo avuto molte esperienze in ambito musicale, non sempre piacevoli da ricordare, quoto Lizard in pieno! Se è giusto, soprattutto tra musicisti che si conoscono poco, cercare un certo affiatamento lavorando su brani delle bands che accomunano tutti i musicisti per gusti musicali, è anche vero che a un certo punto è bene iniziare a creare materiale proprio; quello è il vero banco di prova per sondare il proprio valore di musicisti. Se si auto- definiscono artisti dei semplici interpreti, allora come dovrebbe auto- definirsi quei musicisti che spremono i loro cervelli e il loro cuore per concepire qualcosa di inedito per il panorama musicale e che tentano magari di portare una ventata di aria fresca nello stesso.
fabio II
Giovedì 12 Gennaio 2012, 10.41.29
8
Perchè caro Raven l'emulazione è uno dei cardini portanti della società ( purtroppo! ); e non soltanto nella musica. Concedimi una battuta, le uniche cover band che hanno ragione d'esistere sono quelle di Ligabue, male che vada il cantante qualcosa in più dell'originale avrà.
Morganne91
Giovedì 12 Gennaio 2012, 10.38.41
7
errata corrige> raro xD
Morganne91
Giovedì 12 Gennaio 2012, 10.31.18
6
Avevo scritto 1 bellissimo commento ma il telefono me l'ha cancellato -.- comunque quoto Lizard su tutta la linea, e ribadisco: le cover band sono roba da 15enni, tranne nel caso (+ unico che rarò, ahimè) in cui riescono a rinnovare e migliorare 1 prodotto già esistente, e allora ben venga L'importante è non fossilizzarsi solo su quello, 1 volta raggiunta la visibilità....... Come diceva la buon'anima di mio nonno: "Ora caghi col culo mio, ma dopo dovrai cagare col culo tuo" xD
hm is the law
Giovedì 12 Gennaio 2012, 10.16.19
5
Odio le tribute band fine delle comuinicazioni
Raven
Giovedì 12 Gennaio 2012, 10.00.03
4
Il problema è che solo alcuni degli interessati se ne rendono conto. Alla fine però, come sempre, il coltello dalla parte del manico lo abbiamo noi, basta usarlo. Non andiamo a vedere questa gente, e di conseguenza sparirà. Semplice sulla carta, e allora perchè i locali sono pieni di cloni?
Wu
Giovedì 12 Gennaio 2012, 9.56.49
3
Salire su un palco e vedere il pubblico cantare assieme a noi le nostre canzoni e' una emozione che mai nessuna tribut band potra mai avere
Raven
Giovedì 12 Gennaio 2012, 9.56.35
2
Anche il concetto di fare cover per farsi le ossa è stato espresso nel documentario da Scotto, Pagnacco ed altri.
Lizard
Giovedì 12 Gennaio 2012, 9.52.38
1
Sinceramente concepisco il concetto di cover band solo per band di nuova formazione -e giovane età- che cercano di farsi le ossa, trovare equilibrio e motivazione etc praticamente tutti i gruppi esistenti si sono formati così. Quello che invece non concepisco proprio è il concetto di tribute band, cioè di band che nasce col preciso scopo di essere un clone dell'originale. Ecco questo penso sia una delle cose più terribili che il mondo della musica abbia prodotto. Anche perché il concetto di fondo è molto semplice: che si sia realmente fan di quella band o lo si faccia semplicemente per poter suonare, visto che pubblico e, di conseguenza, gestori, vogliono quello, in ogni caso è inconcepibile che un musicista degno di questo nome si senta realizzato nel NON essere se stesso. Mi spiace, non ci credo. Conosco bene la sensazione di suonare davanti ad un pubblico scatenato: non ha pari: per questo capisco che per molti, magari dopo anni passati a suonare davanti a quattro gatti, amici e parenti compresi, indipendemente dalla bravura (perché diciamolo, non è di quella che stiamo parlando), ad un certo punto scatti la molla per cui si dice "volete quello, allora vi dò quello. Almeno suono davanti a tanta gente e mi pagano, invece di dover litigare per 200€ coi soliti gestori che si lamentano che non gli hai portato -tu- la gente nel locale". Oh se la conosco, questa storia... Comunque non la accetto e concordo che questi fenomeni stiano uccidendo il mercato delle esibizioni live con un prodotto sterile. Cosa ancora più grave, che si convincano e vogliano convincere di essere "artisti". Fate il piacere e lasciate perdere. Al massimo "fotocopiatrici" che, in quanto tali, sono sempre una pallida copia dell'originale.
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