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HEADBANGERS PUB, VIA TITO LIVIO 33A - MILANO

FOLKSTONE + LOU QUINSE - Teatro Le Serre, Grugliasco (TO), 24/03/2012
03/04/2012 (3571 letture)
Sono tornato a casa alle 2 del mattino (accorgendomi che in realtà erano appena diventate le 3), devastato – ma appagato - dalla grande serata appena vissuta al Teatro Le Serre di Grugliasco (TO).
Non era la prima volta che mi godevo i Folkstone dal vivo ma era la prima in cui potevo assistere ad un loro set completo (dato che l'altro loro concerto a cui avevo assistito era quello del Maximum Rock Fest 2011 in cui i briganti bergamaschi avevano suonato per un'oretta scarsa).
Difficile descrivere l'atmosfera, l'ambiente e la genuinità che ci mettono dal vivo i Folkstone, credo siano uno dei gruppi più coinvolgenti ed alla mano che abbia mai avuto il piacere di vedere dal vivo, oltre che delle persone umili e simpatiche (come potrete leggere nell'intervista realizzata a Lore che uscirà tra qualche giorno).
Ma prima di iniziare a parlare della serata permettetemi una triste – ma necessaria – premessa: frequentando tutti i giorni l'università so bene quanti metallari ci siano a Torino, la mia domanda per voi è : "Dove (censura) eravate??"
No perché la scusa del domani si lavora non era utilizzabile dal momento che il concerto si è svolto di sabato sera, il concerto costava appena 12 euro (come 12 euro costavano i cd al banchetto della band), il posto era ampio, capiente e con una buona acustica, oltre che facilmente raggiungibile e con un grosso parcheggio nelle vicinanze (per chi proprio non ama i mezzi pubblici o viene da fuori come il sottoscritto).
Cioè ci lamentiamo che i grossi concerti da queste parti siano non rari ma comunque non moltissimi e che ogni santa volta ci sia bisogno di spendere 20 euro di treno per andare a Milano – o in posti simili - e poi quando arriva un gruppo italiano meritevole rimaniamo al pub a bere lamentandoci che non passa mai nessuno o peggio ancora andiamo in discoteca (perché lì almeno si rimorchia)?
Il Teatro le Serre non è il Live Club ma dubito che siano stati staccati più di 100 tagliandi... Comunque, pochi ma buoni (vedere genitori con bimba di 10 anni circa ballare forsennatamente e pogare – a gomiti rigorosamente bassi - come ossessi non ha prezzo, e il bello è che quella intraprendente era proprio la bambina!!). Passiamo ora al resoconto della serata:

LOU QUINSE
Mea Culpa, mea grandissima culpa, ho potuto assistere solo al soundcheck e all'ultima canzone del gruppo torinese (un brano scritto in Catalunya sotto la dittatura di Franco) perché ero impegnato ad intervistare Lore nel backstage, per cui mi scuso con la band e con i lettori per non potervi parlare più di tanto della loro esibizione.
Comunque avevo già avuto modo di vedere questi ragazzi durante un concerto al Taurus di Ciriè di supporto ai Furor Gallico e l'esibizione di questa sera mi pare sia stata assolutamente all'altezza dei loro standard (e questa volta il grande impianto non ha fatto altro che accrescere l'impatto sonoro).
Buona l'attitudine, buone le peculiarità (citatemi un altro gruppo che canta in provenzale e in growl) e tanta voglia di divertirsi grazie ad un mood scanzonato e irriverente; ragguardevole anche la verissima goffaggine del bassista Domenico Santoro (questo giusto per correggere il gravissimo errore commesso nel loro precedente report).

FOLKSTONE
Breve cambio palco, le luci si spengono e parte una piccola ed atmosferica introduzione, i nostri sono già sul palco, pronti a mettere a ferro e fuoco il locale.
Si parte subito con Il Confine, opener dell'omonimo terzo cd e subito i nostri si dimostrano carichi e pronti a trasmettere la loro voglia di divertirsi ai pochi accorsi. Che Lore sia in serata lo si capisce già dall'interpretazione del ritornello:

Sordi sospiri che d'improvviso affrontano
frastuono d'ipocrisia.
Lenta la mente, trama il declino dell'essere
deride, inganna la via


Non sarà un vero cantante – come del resto ha sempre affermato - ma il modo di porsi sul palco sopperisce di gran lunga alle carenza tecniche.
Si prosegue senza pause con le impegnate Grige Maree e Non Sarò Mai, sempre estratte da Il Confine (a cui è dedicato gran parte del concerto); lungi da me il voler affermare che i testi dei Folkstone prima fossero banali, ma è innegabile che in questo cd sia molto più cupo e intellettualmente impegnato dei suoi predecessori.
Siamo al quarto pezzo ed eccoci finalmente al primo salto nel passato con la scanzonatissima Alza il Corno, cantata a squarciagola dai presenti che stanno cominciando a svegliarsi e a far nascere i primi focolai di pogo, con correttissimi circle pit e wall of death in miniatura.
Si ritorna però immediatamente al nuovo cd ma questa volta Lore si prende il tempo di presentarci la figura di Simone Pianetti a cui la canzone successiva è stata dedicata: trattasi (come potrete leggere nell'intervista) di un personaggio della Val Brembana, emigrato negli USA, vessato dalla mafia e ritornato nelle sue valli con nuove idee (anarchiche nell'accezione che questo termine poteva avere nella prima metà del 900) e qui stroncato in tutte le sue attività – un mulino elettrico e una taverna – dal prete che predicava contro di lui perché ateo, situazione che l'ha portato prima sul lastrico e poi di conseguenza spinto a commettere una strage uccidendo prete, sindaco, vice-sindaco e altre persone, prima di rifugiarsi sulle montagne protetto dai pastori.
La canzone in sé è – almeno secondo il sottoscritto - una delle più belle ed intense del nuovo cd: bellissima l'intro delle cornamuse di Roby, Teo, Maurizio e Andreas e dell'arpa di Silvia, che si tramuta in un pezzo tirato ed emozionante con uno dei testi più belli mai scritti dai nostri.
Si passa poi alle intensissime Anime Dannate e Terra Santa estratte dal loro secondo disco Damnati ad Metalla: la prima permette di nuovo al pubblico di scatenarsi e di cantare il conosciutissimo testo, mentre la seconda viene come consuetudine dedicata "all'amico" Giovanardi, cortesemente invitato a recarsi lì su per quel cunicolo dove non batte il sole.
Dopo una simile accoppiata i nostri ci permettono un attimo di riposarci - relativamente almeno - con la soave Ombre di Silenzio, per poi passare alla scanzonatissima strumentale Anomalus (dove anche Lore imbraccia la cornamusa) e alla corale Omnia Fert Aetas.

Di questa canzone troverete anche il video su youtube, i canali più grandi ci han detto che eravamo fuori target.

Chiarissima la presentazione di Nebbie, seconda monolitica canzone de Il Confine, particolarmente solida e diretta come in buona tradizione Folkstone: assolutamente da rimarcare la prova della sezione ritmica guidata da un Edo Sala in grande spolvero, poco da aggiungere sulla sua prova, si tratta davvero di un drummer dotato di una tecnica sopraffina e di un tocco pesante ma preciso che regge l'impalcatura dei Folkstone insieme al lavoro di Federico alle quattro corde perfettamente coordinato con la cassa.
Non poteva poi mancare la classicissima Folkstone, e la commovente Frerì, dedicata ai piccoli minatori che perdevano la vita nelle miniere di ferro delle loro valli.
Nella successiva Frammenti è finalmente il basso a farla da padrone (specie all'inizio), e meno male dato che è stato lo strumento più penalizzato, anche se non si può pretendere di sentire tutto perfettamente considerando il numero di musicisti sul palco.
Avvicendamento al microfono tra Lore e una più timida Roby e si può partire con Un'Altra Volta Ancora, tra i pezzi da osteria migliori che i Folkstone abbiano mai scritto, la situazione sul palco degenera in senso buono, anche l'arpista Silvia lascia la sua postazione rialzata e si lascia andare ad un po' di sano headbanging.

A noi non frega niente di cantare in inglese, anzi un motivo ci sarà se non lo facciamo, ma per questa volta ci proviamo.

È più o meno così che Lore ci presenta la cover del tradizionale pezzo irlandese Whyskey in The Jar, interessantissima da sentire in questo buon arrangiamento in chiave Folkstone.
Si chiude prima con il pezzo in dialetto bergamasco Luna, scritto dal coro delle Due Valli con cui i nostri spesso collaborano (ricordiamo la versione per coro di Rocce Nere in Damnati ad Metalla), poi con la classicissima Con Passo Pesante.
I nostri non fanno in tempo ad uscire che già il pubblico li richiama per l'encore, che non tarda ad arrivare: i nostri sciorinano prima In Taberna (In Vino Veritas) cantata da tutto il pubblico all'unisono e poi la stupenda Rocce Nere, dedicata alle loro Orobie; Lore scende anche a cantare in mezzo al pubblico, complice l'assenza di transenne e grazie anche ad una sicurezza abbastanza tranquilla.
Così volge al termine un concerto intenso durato quasi due ore, che ha lasciato soddisfatti i presenti e che spero sinceramente faccia rimpiangere agli assenti il fatto di non essere venuti.
Ben poco da dire circa l'acustica del posto e circa il lavoro dei fonici: forse solo non sarebbe stato male un po' di basso in più e gli strumenti tradizionali nelle prime canzoni erano leggermente sacrificati in termini di volume, inconveniente corretto quasi subito dalla crew.
Che dire per chiudere?
Se passano dalle vostre parti non perdetevi i Folkstone per nulla al mondo, o manchereste un concerto tecnicamente ottimo, divertente e coinvolgente, messo in piedi da un gruppo di ragazzi umili e con una passione infinita per quello che fanno.

SETLIST FOLKSTONE
Il Confine
Grige Maree
Non Sarò Mai
Alza Il Corno
Simone Pianetti
Anime Dannate
Terra Santa
Ombre di Silenzio
Anomalus
Omnia Fert Aetas
Nebbie
Folkstone
Frerì
Frammenti
Un'Altra Volta Ancora
Whyskey in The Jar (Cover)
Luna
Con Passo Pesante
ENCORE
In Taberna (In Vino Veritas)
Rocce Nere


Foto a cura di Gianluca Leone "Room 101"



Metal4ever90
Sabato 21 Aprile 2012, 14.32.37
10
La mia preferita è Simone Pianetti. Quando l'hanno fatta ieri a Roma mi stava partendo la capoccia per il forsennato headbanging che stavo facendo!
gufo 87
Giovedì 5 Aprile 2012, 12.40.51
9
ombre di silenzio !
Theo
Mercoledì 4 Aprile 2012, 23.06.03
8
A me piacciono davvero tutte, nessuna esclusa... Fatico a trovare delle top songs
maurilio
Mercoledì 4 Aprile 2012, 20.26.21
7
Visto che commentate il cd dico che per me le migliori sono Simone Pianetti e Frammenti.
Michele
Mercoledì 4 Aprile 2012, 18.19.38
6
Molto compatto tutto il disco, anche a me piace un botto Omnia Fert Aetas
Benji
Mercoledì 4 Aprile 2012, 17.20.03
5
Luna lè la migliur insema a Omnia fert aetas
il vichingo
Mercoledì 4 Aprile 2012, 15.45.28
4
Mah per me le "top songs" de Il Confine sono Luna e Nebbie. De gustibus...
AL
Mercoledì 4 Aprile 2012, 10.26.31
3
Simone Pianetti e Omnia fert aetas sono i capolavori dell'ultimo album...
Flight 666
Mercoledì 4 Aprile 2012, 1.37.49
2
Mi hai convinto, al prossimo concerto ci sarò!
Metal4ever90
Mercoledì 4 Aprile 2012, 0.29.15
1
Bel report!!! Loro li vidi ad Ottobre e ne rimasi soddisfattissimo! Attendo pazientemente il 20 Aprile!!
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