In occasione dell'uscita del nuovissimo "Malae Artes" abbiamo colto l'occasione per fare due chiacchere con Fabrizio, batterista dei Macbeth.1. Volete brevemente presentarci il nuovo "Malae Artes"?
“Malae artes” è il nostro terzo album ed è sicuramente il più maturo e personale tra i nostri lavori. A giudicare da come stanno andando promozione e vendite è anche il più apprezzato ;)
Le musiche e i testi sono diretti così come la produzione che da all’album un sound moderno.
Il titolo è preso dalla tradizione latina, significa “arti infernali”; nessun significato occulto, semplicemente fa da filo conduttore, poiché il tema principale dell’album è quello del mentire…
I testi fanno riferimento alla vita quotidiana, sono reali.
La nostra etichetta ha già concesso licenze per la stampa in Taiwan e nell’ex unione sovietica e so che hanno appena ricevuto richieste da altri paesi.
Il disco è uscito da qualche giorno ma promette bene…
2. Che elementi nuovi hanno portato Max e Karl, non presenti in "Vanitas"?
Fondamentalmente un cambio di stile…niente di più. Max non ha nulla da invidiare e penso sia il miglior chitarrista con cui abbia mai lavorato. Inoltre si impegna anche per tutto ciò che ruota intorno alla band e in questo mi da un grosso supporto.
3. Anche tu ora risulti tra i compositori dei brani...come mai questo cambiamento?
Sono sempre stato tra i compositori fin dalla demotape dei MACBETH, semplicemente ora ho esteso la mia iscrizione SIAE come scrittore anche alla parte musicale. Nessun cambiamento ;)
4. Il disco sembra un po' piu' accessibile rispetto ai due lavori precedenti, con melodie piu' dirette rispetto al passato...siete d'accordo?
Come non esserlo…? Come ti dicevo i pezzi sono molto più diretti e anche i testi sono più semplici, non più banali ma più sintetici. Credo che sintesi significhi maturazione.
E’ stat un’evoluzione naturale, niente di deciso a priori. I MACBETH in questo momento sono ciò che suonano.
5. Cosa pensate dei paragoni con Evanescence, Lacuna Coil e Nightwish, band da piu' recensori citate nel parlare del vostro album?
Sono inevitabili, poiché i distributori chiedono alle case discografiche etichette e così la band è “bollata” da nomi diciamo utili al mercato.
Un ascoltatore attento noterebbe che il nostro sound non ha molto da condividere con le altre band…
Abbiamo un nostro sound.
6. A cosa e' dovuto il brusco decremento del minutaggio del disco (circa 42 minuti), rispetto a "Vanitas" (circa 61 minuti)?
La sintesi di cui si parlava…
Non vogliamo annoiare gli ascoltatori, i pezzi più contenuti non causano problemi di questo tipo.
Inoltre se non si vogliono fare pezzi stile “improvvisazione” ci sono strutture da rispettare per ottenere un buon risultato.
7. Mi sembra che le chitarre abbiano un sound molto piu' corposo e rivestano un ruolo piu' evidente rispetto al passato...anche secondo voi e' cosi'?
Si, abbiamo scelto di dare più importanza alle chitarre rispetto alla parte sinfonica per ottenere maggior incisività. Penso che questa direzione verrà ulteriormente accentuata in futuro.
8. Come si svolge un vostro concerto? Cercate di coinvolgere il pubblico anche visivamente, oppure puntate tutto "solamente" sulla musica?
Cerchiamo di coinvolgere il pubblico da ogni punto di vista. Con i nuovi pezzi è molto più semplice.
Non utilizziamo scenografie particolari, puntiamo sulla nostra presenza scenica e sul nostro sound che dal vivo è ancora più heavy. Se ti poni in un certo modo la gente si lascia trascinare.
9. Tutti i vostri album sono stati pubblicati da Dragonheart...immagino quindi che vi troviate bene con la vostra label?
Siamo cresciuti sotto Dragonheart records e l’etichetta è cresciuta insieme a noi. Nonostante siamo i darkettoni tra i power metallers l’etichetta ci riserva un trattamento particolare, che ci soddisfa.
10. Potete parlarci brevemente di Sarah Brightman, artista della quale avete coverizzato "How can heaven love me", dato che penso sia sconosciuta ai piu'?
E’ un’artista molto valida che vale la pena di ascoltare a meno che si prediliga l’ignoranza musicale…
“How can heaven love me” si avvicinava alle nuove sonorità dei MACBETH, così abbiamo scelto di riproporre una versione heavy del pezzo di Sarah Brightman.
Il pezzo si è rivelato un esperimento riuscito poiché molte radio europee la stanno già passando.
Mente aperta ;)
11. Per concludere un saluto ai lettori di Metallized.it.
Grazie ragazzi, non saremmo nulla senza di voi! Visitate il nostro sito:
www.macbeth.it