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NAPALM DEATH + ORANGE MAN THEORY + BOLOGNA VIOLENTA + GALERA - Gods of Grind, Traffic Club, Roma, 25/06/2012
15/07/2012 (2901 letture)
Ci eravamo lasciati alla prima delle tre serate della rassegna Gods of Grind di Roma, quella che ha visto protagonisti i Nasum coi Wormrot.
In ordine, dopo questa, c'è stata la serata degli Antropofagus, nella quale la band ha presentato il nuovo album Architecture of Lust uscito in questo 2012, che sancisce il ritorno della band genovese dopo tredici anni dal capolavoro del brutal death tricolore No Waste of Flesh; serata alla quale non ho potuto presenziare per motivi di turno serale a lavoro. Ma alla terza serata, quella del piatto forte di questa rassegna, quella con gli storici Napalm Death, non ho potuto non essere presente, senza esitazione di tornare nell'ancor più ardente Traffic per via della mole di gente decisamente maggiore rispetto ai concerti precedenti.

Purtroppo, il 25 giugno è stato per me un giorno abbastanza rocambolesco, il turno lavorativo si è concluso alle 15:00 e successivamente c'è stata una carrellata di commissioni le quali mi hanno portato via parecchio tempo della giornata, scissa in doveri e traffico romano: l'immancabile. Questi fattori mi hanno portato a ritardare un po' l'arrivo al locale, perdendo purtroppo i primi due gruppi Galera e Bologna Violenta, quindi il tempo di giungere poco prima dell'inizio degli Orange Man Theory, salutare vari amici e razziare a dovere i banchetti presenti, quelli della Despise The Sun Records e Planetaria Music-Store, per poi entrare.

ORANGE MAN THEORY
Anche gli Orange Man Theory, come gli Tsubo per la prima serata coi Nasum, tornano live dopo un po' di tempo: l'ultima volta che li vidi è stata al gran concerto dei Lock Up alla Locanda Atlantide, serata abbastanza incasinata per The Orange Man Theory a causa di problemi di tempistiche e/o forse anche incomprensioni; è quindi circa un anno che la band è lontana dai palchi romani. Tornano coi pezzi del nuovo album, on stage di fronte a una schiera di presenze relegate per lo più ad amici e conoscenti: in vista del massacro premeditato dei Napalm Death è anche plausibile, in fondo piuttosto che boccheggiare per diverso tempo e poi ritrovarsi in mezzo al pogo generato dal bulldozer inglese, è abbastanza comprensibile che molti abbiano preferito dosare le energie.
Tuttavia, le reazioni del pubblico sono più positive per loro che per gli stessi Wormrot, se vogliamo fare un paragone di pubblico ed anche il numero di presenze è maggiore rispetto alla performance dei grinders singaporiani; non me ne vogliate, ma il genere proposto è parecchio ostico per me, proprio non digerisco il deathcore e, seppur il gruppo sia formato da membri che conosco anche di persona, non posso evitare di dire questo; l'obiettività prima di tutto.
Il live comunque continua e aggrada abbastanza i presenti, i suoni sono buoni ed è anche giusto elogiare una certa destrezza d'esecuzione dei brani, il vocalist è parecchio in vena, si vede, facendo risultare quindi coinvolgente la sua prestazione; buono anche il lavoro alle corde di Gabbo e Cinghio, il tempo a loro dispozione è ben sfruttato nel proporre i pezzi dal nuovo disco.

NAPALM DEATH
Detto ciò, arriviamo all'headliner: un headliner che non ha bisogno di presentazioni, un nome pesante e storico che torna ad infarcire la Capitale di rabbia, attitudine ed impeto.
Anche i Napalm Death vengono da una nuova pubblicazione, quell’Utilitarian che li vede quasi ringiovaniti: questi ragazzi più passa il tempo e più tirano fuori cannonate di tutto rispetto. Non avrà lo stesso suono dei dischi che li hanno resi famosi, ma al giorno d'oggi è difficile mantenere una certa costanza; loro ci riescono.
Sin dal nostro arrivo, il quartetto inglese è decisamente cordiale, si aggirano tra la gente con assoluta tranquillità e quindi cogliamo subito l'occasione di scattare una foto con Shane Embury.
Il soundcheck porta qualche problema visto che le serate del Gods of Grind avevano degli orari ben precisi e ben rispettati. In questa occasione, le varie sistemazioni della batteria hanno fatto perdere un po' di tempo e ritardato l'inizio a mezzanotte passata, ma con l'intonazione dell'intro Circumspect tutto va a farsi benedire, il concerto sta iniziando e prepariamoci al preannunciato massacro. Sono molti i brani tratti dall'ultima fatica, pubblicata dalla Century Media negli ultimi giorni di febbraio, e live hanno una violenza incredibile; nonostante su disco suonino "puliti", Barney e soci mettono in campo un'eccezionale grinta che fa di questi delle vere mattonate sui denti: il pogo è incessante, continuerà e aumenterà con il proseguire della serata, tanto che si crea come sempre qualche situazione un po' discutibile -situazioni che mi hanno ricordato leggermente la serata degli Aura Noir al Circolo degli Artisti- ma nel complesso non è degenerata particolarmente.
È nutrita la mole di presenze (rispetto alle due precedenti serate), se ai Nasum trovare una bolla d'aria era un'impresa, qui è un miracolo, un miracolo che chiedono anche i Napalm Death stessi. Infatti, con il proseguire del live e con le crivellate delle varie Can't Play, Won't Pay, Fatalist, Quarantined, Analysis Paralysis e tante altre, i grinders di Birmingham chiedono un time-out. Sì, qualche minuto per riprendersi: è visibile il loro disagio per il caldo, Barney si può strizzare... Cosicché escono dal retro per qualche minuto, il tempo di riprendersi e poi ripiombare on stage e continuare il martirio sonoro. Un martirio che prosegue con le immancabili Dead e Deceiver, Dementia Access, When All Is Said and Done e quella che da me era attesa quasi quanto la famosa Suffer the Children: Unchallenged Hate, dal grandioso secondo album From Enslavement to Obliteration del 1988. Una perla.
Con gran frastuono viene accolta Suffer The Children, l'attesa dai più, e qui è veramente opprimente il pogo che si crea -non che prima fosse "leggero"-, stage diving continuo, piove letteralmente gente dal palco, contesto che mi ha ricordato un'altra piacevole serata, quella degli Entombed, nella medesima location del Traffic, svoltasi il 27 aprile.
Il concerto sta inesorabilmente volgendo al termine, infatti dopo l'immancabile e famosa cover di Nazi Punks Fuck Off dei Dead Kennedys, il gruppo esce nuovamente dal retro per il solito encore composto da un quartetto di brani tratti dallo storico debut album Scum del 1987, il quale attacca con quella gemma della titletrack, la quale porta il pubblico ancora più in estasi, proseguendo poi con Human Garbage, You Suffer e Instinct of Survival, un poker di grandi bastonate. I Napalm Death si confermano animali da palcoscenico, veloci, rabbiosi e di grande impatto, a 40 anni suonati ancora sono in grado di spingere come pochi. 'Sti ragazzi menano, c'è poco da fare.

Il concerto finisce in un bagno di sudore e lividi. Fuori il locale mi ritrovo con altri amici, commentiamo la gran serata ed andiamo ad aspettare i nostri al "backstage" del Traffic: i musicisti escono distrutti, ma loquaci e disponibili ad altre foto che prontamente ci scattiamo con Barney; peccato per Mitch Harris, ma era particolarmente preso d'assalto...
Con questo, ci avviamo verso le macchine e qui c'è la ciliegina sulla torta. Proprio davanti all'adiacente bar, esce il batterista Danny Herrera che, vedendoci, saluta prima che noi salutassimo lui. Anche queste so' soddisfazioni.

SETLIST NAPALM DEATH
1. Circumspect
2. Errors in the Signals
3. Everyday Pox
4. Can't Play, Won't Pay
5. Protection Racket
6. Silence Is Deafening
7. The Wolf I Feed
8. Fatalist
9. Practice What You Preach
10. Quarantined
11. Next of Kin to Chaos
12. Analysis Paralysis
13. Dead
14. Deceiver
15. Dementia Access
16. When All Is Said and Done
17. Unchallenged Hate
18. Nom de Guerre
19. Suffer the Children
20. Breed to Breathe
21. Nazi Punks Fuck Off (Dead Kennedys cover)

----Encore----

22. Scum
23. Human Garbage
24. You Suffer
25. Instinct of Survival



Bloody Karma
Lunedì 16 Luglio 2012, 9.32.37
8
grandi napalm ricordo ancora come se fosse ieri il concerto di qualche anno fa fatto al forte prenestino con ingresso a 5 euro...un massacro continuo, gente che volava dal palco, e soprattutto la grande umanità della band, che come ha evidenziato Simone ti ritrovi tranquillamente a passeggio e sempre disponibili a farsi due chiacchiere...grandi...
LAMBRUSCORE
Domenica 15 Luglio 2012, 12.15.09
7
Anche per me il grind è altro, però in quegli anni là qualsiasi cosa facesse la Earache veniva etichettata come grind o post grind, electro grind, death grind, ecc...però molte volte per me era una gran macinatura di maroni (vedi i Godflesh...)
Greatest_tiz
Domenica 15 Luglio 2012, 11.57.20
6
Ce ne vuole per definire i Cathedral una band grind.. Giusto perchè Lee Dorrian veniva dai Napalm Death.. Idem per i Confessor.
il vichingo
Domenica 15 Luglio 2012, 10.02.17
5
Vultumna ha ragione da vendere: il solito troll troglodita che per sentirsi realizzato scrive le prime boiate che gli passano per la testa. Ecco l'incoveniente del forum libero.
Vultumna
Domenica 15 Luglio 2012, 9.18.00
4
Ma niente... E' il solito perdigiorno italiota che deve trollare un gruppo per sentirsi phigo....
Er Trucido
Domenica 15 Luglio 2012, 9.13.40
3
Il Gods Of Grind è stato anche un tour organizzato con gruppi Earache nel 1992, gli stessi nomi citati da Lambru, immagino che l'organizzazione abbia voluto citare tale evento. Comunque, bestemmie a parte, vorrei capire cosa ti hanno fatto gli Antropofagus dato che nella notizia del Rock Hard Festival li hai definiti inutili
LAMBRUSCORE
Domenica 15 Luglio 2012, 8.35.51
2
Lucaslayer, c'è anche uno split che si chiama gods of grind, con Entombed, Carcass, Cathedral e Confessor, poi 15 / 20 anni fa anche Morbid Angel o Bolt Thrower, 2 esempi tra tantissimi, venivano definiti grind su tutte le riviste del settore, quindi secondo me ci possono stare anche loro, dai, non è una cosa così grave, hehe...
LucaSlayer
Domenica 15 Luglio 2012, 6.57.32
1
scusate ma,cazzo ce fanno sti antropofagus al GODS OF GRIND????sono tutto meno che grind
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La locandina del Gods of Grind 2012
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15/07/2012
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NAPALM DEATH + ORANGE MAN THEORY + BOLOGNA VIOLENTA + GALERA
Gods of Grind, Traffic Club, Roma, 25/06/2012
 
 
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