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DELIRIUM X TREMENS - Di Belluno, dell'Italia e... Di vichinghi!
30/07/2012 (2970 letture)
Dopo aver ascoltato con soddisfazione Belo Dunum, ultima fatica dei Delirium X Tremens, serbavo alcune curiosità riguardo la realizzazione dell'album e la svolta nel sound della band. L'esibizione dei bellunesi al Sun Valley Metal Fest è stata l'occasione propizia per scambiare alcune parole con i nostri, che hanno esaurito tutti i quesiti con disponibilità, ma soprattutto con molta simpatia!

GioMasteR: Bentornati su Metallized ragazzi!
Delirium X Tremens: Ciao!

GioMasteR: Partiamo subito con una domanda impegnativa: ci sono diverse realtà musicali italiane che stanno riscoprendo quelle che sono le radici storiche, culturali e folkloristiche del nostro popolo (mi vengono in mente gli Stormlord ad esempio, che hanno spinto sull'aspetto dell'eredità delle civiltà del Mediterraneo nel loro ultimo lavoro) tra cui voi Delirium X Tremens che in Belo Dunum avete mostrato un attaccamento alla vostra città natale di Belluno. Come è nata l'idea di staccarsi dal vostro passato legato a tematiche cyber per recuperare le vostre radici?
Ciardo: diciamo innanzitutto che vediamo Belo Dunum, sia per quanto riguarda le sonorità che le tematiche, come un'evoluzione di ciò che eravamo qualche anno fa. Negli album precedenti trattavamo temi come la tecnologia e lo scontro con questa, l'abuso delle sue potenzialità, la prevaricazione dell'uomo nei confronti della natura e cose del genere. Partendo da dei presupposti simili abbiamo deciso di scavare nelle nostre radici per vedere come vivevano i nostri nonni, gli avi e tutti coloro che sono passati per la nostra città prima di noi, scoprendo quante cose interessanti poteva offrire ciò che avevamo sotto gli occhi ogni giorno. Quindi a prima vista Belo Dunum e CreHated From No_Thing sembrano due lavori completamente diversi ma in realtà invece sono accomunati da un'ideologia simile, che poi è stata sviluppata secondo percorsi stilistici differenti.
La scelta di fare qualcosa legato alla nostra terra è nato innanzitutto dal fatto che ci siamo rotti i coglioni che queste Norvegia e Svezia siano gli unici punti di riferimento.
Pondro: Ma ditelo che ci siamo proprio rotti i coglioni!
Ciardo: Quindi abbiamo deciso di sviluppare questo concept in base alle leggende della nostra città, perché siamo tutti nati lì, lì siamo cresciuti ed è inutile che andiamo a cantare di vichinghi, celti e affini. Abbiamo una nostra storia ed era giusto fare un passo simile a livello compositivo, anche se la fase iniziale è stata quella più dura, dovuto al fatto che noi per primi necessitavamo di capire cosa volevamo davvero fare. Una volta ingranato con la prima canzone, inserendo fisarmoniche, cori e gli altri elementi estranei, poi la composizione è andata in modo automatico. Le sonorità sono cambiate di conseguenza, passando da timbri glaciali legati alla freddezza della tecnologia a suoni caldi che fanno percepire anche la nostra partecipazione.
Abbiamo scelto sia leggende che fatti realmente accaduti: quindi la tragedia del Vajont, la morte di papa Luciani, la guerra in montagna, comunque tutti fatti legati alla nostra terra.

GioMasteR: Ma secondo voi si sta muovendo qualcosa a livello patriottico nel nostro bel Paese, facendo sì che le persone si rendano conto che non esistono solo Svezia e Norvegia? Pensando agli ultimi anni, un numero crescente band ha preso in considerazione il patrimonio culturale/artistico del nostro paese e ha cercato di implementare il nostro bagaglio musicale e folkloristico, addirittura inserendo parti in italiano, sviluppando anche un modo di suonare che si stacca dal quel ripetere derivativo di una decina di anni fa...
Ciardo: Secondo me c'è una gran voglia di mandare avanti un movimento di questo tipo, anche se c'è molta paura. Molte delle band in circolazione fanno sempre thrash o death metal ma, lo dico senza presunzione, senza quel coraggio che porta a sperimentare qualcosa in più e dare freschezza alla propria musica. Però, tenendo in considerazione nomi come Fearbringer, Stormlord, Furor Gallico, gli Strix (un gruppo black della nostra zona che canta solo in italiano) ci sono molte band che hanno voglia di inserire parti in italiano, anche se l'esterofilia rimane un grosso problema. Tutti guardano all'estero: vedi anche il Gods Of Metal ed il suo bill, oppure stasera in cui siamo tutti gruppi italiani (salvo uno) eppure i conti li puoi fare da te... Manca secondo me anche la voglia di scoprire le proprie radici.
Thomas: Devo dire però che l'Italia è sempre stata vista, specie all'estero, come un paese di caciaroni e di affaroni, quindi gente poco affidabile. Questa è anche la visione di molte delle band italiane all'estero, ma ormai si tratta di un modo di pensare di vent'anni fa. Ora invece, anche oggi, ho visto band molto professionali a partire dall'underground, gente che si sbatte e si impegna tanto quanto un gruppo americano, uno olandese o ancora uno scandinavo. Quindi la gente si sta riappropriando della propria identità italiana anche per quanto riguarda dare un visione che non sia basata sul modello “dai che campiamo” come cinquant'anni fa, ma del tipo “dai che riusciamo anche noi a fare qualcosa di serio, per inserirci nel panorama europeo”.
Ciardo: Chiaramente non intendiamo screditare nessuno, anzi. Però c'è la sensazione che si potrebbe fare qualcosa di più, le basi ci sono.

GioMasteR: Chiaramente. In effetti se ci si sofferma ad analizzare il nostro retaggio storico, si vede che una figura come la contessa Bathory, inflazionatissima specie nei generi estremi, trova corrispondenza in Lucrezia Borgia e nella sua storia. Insomma il materiale non manca!
Ciardo: C’è tantissima storia che non ha nulla da invidiare al nord Europa, anzi. A dirla tutta l'impero romano duemila anni fa ha sbancato il mondo, hanno spaccato davvero tutto e conquistato l'intero Mediterraneo. E sti quattro cazzo di vichinghi cos'hanno fatto? Sono arrivati in Grecia a bere quattro birre?! (risate generali, ndr) Birre fatte con il latte di pecora?!
Pondro: E poi noi italiani ce la meneremo anche tanto, ma un'elevata percentuale dell'arte mondiale proviene dal nostro paese. Solo che siamo talmente poco furbi che non valorizziamo ciò che abbiamo, finendo quindi per invidiare l'estero quando non ci manca nulla.
Thomas: Non siamo bravi a venderci, è solo questo.

GioMasteR: Oltre al recupero delle storie della nostra tradizione, ho notato che avete anche cercato di far corrispondere questo nuovo approccio lirico ad una musicalità più sperimentale: inserti di strumenti tipici, il coro degli alpini e molto altro. Com'è nato l'inserimento degli strumenti extra metal? Avete deciso di lavorarci tutti assieme o l'idea è partita da qualcuno?
Ciardo: Le idee sono tutte state sviluppate e lavorate in sala prove. Io spesso proponevo qualcosa di nuovo e ho spinto su questo aspetto della nostra musica, per poterla caratterizzare maggiormente. Anche per quanto riguarda il coro degli alpini, abbiamo lavorato per far sì che l'arrangiamento fosse in funzione del coro ma anche viceversa, il coro che cadesse ad hoc in quel determinato brano. Questo naturalmente vale per i cori, per le fisarmoniche, il flauto e le chitarre acustiche. Come ti dicevo, l'inizio è stata la parte più difficoltosa dopo di che siamo andati avanti spontaneamente e senza sentire alcuna forzatura in quello che stavamo facendo. Eravamo convinti noi innanzitutto e la cosa ci ha spinto a lavorare sempre meglio. Certo è stato un rischio, alcuni fan avrebbero potuto tirare un po' l'orecchio e dire “non è proprio death metal trve, magari non mi piace” e sono poi gli stessi che ascoltano Christina Aguilera di nascosto... In fondo lo faccio anch'io! (risate generali, ndr)Però siamo rimasti entusiasti, non temevamo la risposta del pubblico perché noi per primi eravamo soddisfatti e convinti del nostro prodotto. Fortunatamente è andata bene e la cosa ci fa ancora più piacere, una vera e propria soddisfazione.
Thomas: Poi c'è da dire che noi siamo cresciuti con le sagre e la fisarmonica che suonava, certo non abbiamo vissuto gli anni '20 ma abbiamo fatto in tempo a vedere le feste di paese con flauti, fisarmoniche. Le feste paesane fatte in una certa maniera, senza tecnologia ma con gli strumenti di un tempo, hanno influenzato la nostra gioventù, quindi Ciardo ha cercato di ricreare questa atmosfera, lavorando per inserire questi strumenti nella nostra musica. Una volta, a fine giornata, i lavoratori si riunivano intorno al focolare e gli strumenti erano quelli: flauto, chitarrina, fisarmonica.
Ciardo: E il fiasco di vino! (risate generali, ndr)
Thomas: Esatto, passavano il tempo così. E quindi abbiamo cercato di ricreare anche quest'atmosfera nel disco.

GioMasteR: Questo è stato solo l'inizio. Ora, a distanza di un anno dall'uscita del disco, come vedete la strada davanti a voi? Avete già iniziato a lavorare a del materiale nuovo? Se sì, proseguirete su questa linea o vi spingerete oltre?
Med: Sicuramente la voglia di proseguire sulla strada che abbiamo intrapreso c'è, continueremo a trattare la storia del bellunese e intendiamo anche mantenere una componente del suono folkloristico, come fatto finora. I nuovi pezzi sono orientati su sonorità simili a Belo Dunum, anche se con qualche differenza, dal punto di vista artistico ed umano questa è la direzione che ci sentiamo di seguire ora. Vogliamo far conoscere al pubblico questa parte di cultura e di musica che è propria della nostra terra.
Ciardo: Sicuramente gli strumenti utilizzati finora non saranno abbandonati con il prossimo disco, stiamo cercando di inserirne anche degli altri e vogliamo comunque evolvere il nostro sound in modo da non riproporci tali e quali. Cureremo maggiormente gli arrangiamenti ed un brano sugli alpini sarà sicuramente presente anche nel prossimo full lenght, anche se non vi rivelo quale sarà la tematica precisa del pezzo. Mi preme dire che al giorno d'oggi tendiamo spesso a dimenticare le leggende, le storie e l'eredità delle nostre zone, perché stanno sparendo anche i nonni, coloro che quando eravamo piccoli ci tramandavano tutto questo bagaglio. Quindi è giusto avere anche la coscienza di portare avanti le storie di quando eravamo bambini, tramandando le storie e le leggende.

GioMasteR: Rimaniamo in tema. Voi dal vivo utilizzate dei costumi tipici, ho visto lo stendardo del comune di Belluno, la croce con il cappello degli alpini. Quanto conta per voi riuscire a riproporre l'aspetto culturale e “popolare” dal vivo?
Ciardo: Conta tantissimo! Pensando a Belo Dunum, noi lo consideriamo un disco non solamente da ascoltare, ma anche da leggere e guardare. Quindi non solo la musica è in primo piano, ma anche le storie stesse e le immagini. Pertanto è giusto cercare di riproporre tutte queste sfaccettature dal vivo, quindi la scenografia stessa ed i costumi che indossiamo servono a dare l'impressione che noi siamo dei personaggi usciti da queste vecchie storie che raccontiamo nelle nostre canzoni. In questo modo anche chi non ci conosce e non sa di cosa parliamo può comprendere il nostro approccio ed immedesimarsi meglio nel nostro spettacolo.
Vorremmo poter fare ancora di più, anche se non sempre la logistica o i tempi ristretti di cambio palco ce lo consentono, in ogni caso non mancherà mai nulla di tutto questo sul palco, è fondamentale.

GioMasteR: A proposito del disco: ricordo di aver visto il patrocinio della provincia di Belluno e la partecipazione di Mauro Corona. Ho notato che anche chi solitamente è estraneo alla dimensione della musica metal è stato coinvolto in questa produzione, mi raccontate come sono nate queste collaborazioni?
Pondro: Partendo dal patrocinio: la cosa è nata un po' per gioco, perché la ragazza che ha gestito la traduzione dei nostri testi al tempo era la segretaria del presidente della provincia quindi abbiamo avuto un canale preferenziale per riuscire a dialogare con le alte sfere della provincia, inoltre Ciardo aveva lavorato insieme al presidente qualche anno fa, quindi lo conosceva bene. Ci siamo detti: perché non tentare? Stiamo facendo qualcosa che meriterebbe una certa visibilità o un riconoscimento, tentiamo. Ci tengo a precisare che il tutto non è legato a ragioni economiche, tanto che non abbiamo chiesto un euro, ma il fatto di avere sul nostro disco il logo della provincia di Belluno è per noi fonte di orgoglio, qualcosa che è persino difficile da spiegare. Finalmente anche qualcuno di esterno al mondo metal ha riconosciuto il nostro lavoro in sala prove, non sono state ore buttate via, la cosa ci ha spinto ancora di più ad impegnarci per il nostro obiettivo.
Inoltre definirei la collaborazione con Mauro Corona come una cosa simpatica, siamo amici delle sue figlie da una vita, tanto che ci seguono anche spesso dal vivo.

GioMasteR: Anche lui vi segue?
Pondro: No, a lui facciamo sostanzialmente cagare!
Ciardo: Ma veramente!
Pondro: Ma gli è piaciuta molto l'idea. Tutto è nato da una telefonata, gli spiego cosa stavamo facendo e gli chiedo se aveva voglia di scriverci qualcosa.
Thomas: All'inizio volevamo il testo di una canzone.
Pondro: Anzi, prima ancora avevamo pensato ad una collaborazione con Marco Paolini (autore e attore di un celebre spettacolo in cui si parla della tragedia del Vajont) però non siamo riusciti a contattarlo, ma abbiamo comunque avuto occasione di toccare un personaggio importante come Mauro. Tornando alla telefonata, Mauro dice di aver capito di cosa avevamo bisogno ed insomma la questione muore lì. Io non ero convinto che avesse compreso cosa ci interessasse ma qualche mese dopo ho trovato una sua mail con cui mi inviava una poesia da lui scritta per l'occasione. Dopo averla letta sono rimasto pietrificato davanti al computer, era perfetta! È piaciuta subito a tutti e abbiamo deciso di includerla al centro del booklet di Belo Dunum. Ancora ora mi chiedo come Mauro sia riuscito a cogliere appieno l'obiettivo che neanche noi avevamo ancora ben chiaro all'epoca.

GioMasteR: Una domanda per Ciardo: io so che tu suoni anche la chitarra, tanto che hai registrato anche alcune parti del disco. Dal vivo invece ti limiti a cantare e con le chitarre vi aiuta Fabio dei Seven Dark Eyes, come mai questa scelta?
Thomas: A parte che non è capace di fare entrambe le cose... (risate generali, ndr)
Ciardo: Ci stavo arrivando! Non vorrei far sfigurare gli altri chitarristi però... Tornando seri: quando ci siamo trovati senza Lorenzo, il nostro ex chitarrista, le composizioni stavano comunque proseguendo e noi avevamo bisogno di una seconda chitarra. Per registrare ci siamo arrangiati io e Med ma dal vivo io ho sempre e solo cantato, per due ragioni: suonare e cantare non è per niente semplice, inoltre perderemmo una buona parte di presenza scenica, dato che normalmente sono libero andare in giro per il palco e curare l'aspetto visuale dello show. Alla fine dunque abbiamo deciso di registrare in quattro per rimanere tra noi, senza avere l'ingresso di un membro a ridosso delle registrazioni e con le conseguenti tempistiche per conoscersi e riuscire ad andare d'accordo. Dal vivo invece abbiamo bisogno della seconda chitarra, le linee che abbiamo composto spesso si armonizzano e s'intrecciano, tenerne una sola sarebbe impensabile! Dunque abbiamo deciso di avvalerci della collaborazione di Fabio Peruchini, che come hai detto suona già anche nei Seven Dark Eyes, che ci sta seguendo per i concerti.

GioMasteR: Per il futuro possiamo sperare di vederlo figurare in pianta stabile nella line up dei Delirium X Tremens?
Ciardo: Non lo so, credo che per un po' di tempo sarà solo un live sessionist. Non è per screditarlo, anzi hai visto anche tu quanto sia capace, ma abbiamo messo in chiaro fin dall'inizio che lui ha già molti impegni con la sua band e non se la sentirebbe di entrare in pianta stabile, ma per noi va bene che si occupi anche solo della parte concertistica e dunque ci siamo da subito trovati bene così.
Thomas: Per il momento insomma resta tutto così, per noi è l'ideale.
Ciardo: Almeno così restiamo amici...(risate generali, ndr)

GioMasteR: Prima di salutarci mi dite il nome di qualche realtà italiana secondo voi meritevole?
Pondro: Ci sono un sacco di gruppi validi in Italia, sono tantissimi ed è sempre complicato ricordarsi di tutti. Si finisce per nominarne uno invece di un altro, mentre invece sono davvero molti a meritare attenzione. Però per non dimenticare nessuno preferiamo non metterci ad elencare nomi.
Ciardo: Abbiamo condiviso il palco con così tante realtà italiane degne di nota che abbiamo perso il conto, c'è un livello tecnico, una voglia di sbattersi ed un impegno tali che nominarle tutte non sarebbe facile.

GioMasteR: Dato che, come avete detto, il numero di band ai giorni nostri è vastissimo e, tramite internet e la diffusione della tecnologie (vedi la possibilità di registrarsi tutto in casa), in continua crescita, non pensate che ci possa essere il rischio di una sovrappopolazione?
Thomas: Secondo me il fatto che escano un sacco di band è assolutamente positivo! Perché significa che la gente ha ancora voglia di fare e di impegnarsi. La band, per quanto l'impegno possa essere amatoriale, necessitano di dedizione e duro lavoro, quindi se ci sono ancora persone che vogliono credere in tutto questo è davvero un bene!
Pondro: Io però vorrei anche aggiungere una cosa: le band che durano cinque minuti si vedono, le distingui da quelle che durano una vita. Così come i prodotti registrati in casa, anche al meglio delle possibilità non rasentano i livelli di uno studio. Nessuno può venirmi a dire che adesso si riesce a registrare a casa un disco con la qualità dello studio, con una frazione della strumentazione che questo ha. Sono tutte puttanate! Il problema però non sta alla base, nelle band, è l'ascoltatore che ai giorni nostri fatica a discernere tra un prodotto di qualità, anche a causa degli mp3 scaricati da internet. La digitalizzazione appiattisce qualsiasi cosa, quindi che uno abbia speso venti euro oppure ventimila poi diventa insignificante. Il fiorire di un sacco di band è sicuramente un bene, ma attenzione che solo le band con un background e delle basi solide, basate su professionalità, serietà e un certo impegno sono quelle che rimangono, le altre durano il tempo di un demo o di un disco al massimo.
Thomas: Da parte nostra possiamo dire che non siamo tantissimo al passo coi tempi, seguiamo poco youtube, ma preferiamo concentrarci sugli aspetti fondamentali: fare dischi e concerti dando il massimo. Ricordiamoci che sono quelle le basi dell'attività di una band, non le centomila visualizzazioni su youtube.
Ciardo: Inoltre registrarsi a casa, almeno ora come ora, per noi è impensabile. Bisogna prendere tutta la strumentazione, lavorarci su e curare mille cose. Inoltre ti manca il supporto e la professionalità di una persona come il produttore: il musicista è meglio che continui ad essere musicista ed il produttore invece il produttore.
Pondro: Ogni tanto succede anche che il musicista è produttore, vedi Marino De Angeli del Majestic Studio dove abbiamo registrato, ma queste sono eccezioni!

GioMasteR: Tra l'altro saprete anche voi che ora il Majestic Studio è chiuso, voi dovreste essere stati uno degli ultimi nomi a passare di lì. Si chiude una fetta piuttosto importante del metal in veneto...
Ciardo: Questa è una notizia che ci ha lasciati amareggiati, conosciamo Marino da diversi anni e abbiamo lavorato insieme per più di un disco, sapere che non c'è più questa possibilità è davvero triste.
Thomas: Avevamo trovato un certo feeling con Marino, noi avevamo conosciuto lui ma lui soprattutto conosceva noi e sapeva come lavoriamo e cosa facciamo.
Ciardo: Infatti per la prossima produzione saremo costretti a cambiare, ma è ancora presto per stare a pensarci.

GioMasteR: Mi sembra che sia davvero tutto: volete lasciare un messaggio ai lettori di Metallized ed ai vostri fan?
Ciardo: Sicuramente consiglierei a tutti di dare un'occhiata alle nostre realtà, dato che potrebbero trovare anche qualcosa di interessante. Per cercare di portare avanti l'underground italiano bisogna anche sostenere i movimenti e insomma invece di stare a spendere per i preservativi dei Kiss, sarà meglio sostenere band in crescita che continuano a lavorare sodo! Ah vorrei aggiungere una cosa: i montanari sono più forti dei vichinghi!
Pondro: Dimostrato sul campo! Al Party San 2008!
Ciardo: Ho vinto due volte ad una sfida di forza a due mani contro il cantante dei Tyr! (risate generali, ndr)

GioMasteR: Bene ragazzi, con questa difendiamo l'orgoglio tricolore: alla prossima!
Delirium X Tremens: Ciao!



Red Roger
Martedì 31 Luglio 2012, 19.36.23
9
Intervista interessante...mi sa che andrò a dargli un ascolto(visto che siamo co-regionali...io di laguna però)..per quanto riguarda i vichinghi mi ricordo quando gli apolokia (abbruzesi) registrarono un demo cantato in norvegese...a mio avviso veneti che cantano di popolazioni celtiche (o galliche se preferite) ha un senso ed un riscontro storico, e poi mi chiedo con tutte le popolazioni barbare che attraversato il bel paese proprio di vichinghi bisogna cantare....e anche menarla troppo con Roma ha un pò rotto...gli Stormlord bastano e avanzano...
Ciardo DXT
Martedì 31 Luglio 2012, 18.20.29
8
Ciao ragazzi e grazie per l'intervista !! @ Flag , le frecciate ai vichinghi , giustamente come dice Khaine, erano delle battute ironiche , non una gara a chi ce l'ha più lungo ... sono delle simpatiche frecciatine che vanno a colpire tutta questa esterofilia dilagante , tutto qua ! Corna alte e saluti dalle Dolomiti !! Ciardo & DELIRIUM X TREMENS
Khaine
Martedì 31 Luglio 2012, 13.31.20
7
@ Flag: era una battuta in realtà
Flag Of Hate
Martedì 31 Luglio 2012, 12.22.20
6
Mi piace il discorso del riscoprire le nostre leggende e il nostro folklore, un pochino meno lo sminuire quelle degli altri paesi. La gara di chi ce l'abbia più lungo tra vichinghi e montanari non mi appassiona minimamente.
GioMasteR
Lunedì 30 Luglio 2012, 13.34.35
5
Grazie vichingo! Fare questo tipo di interviste è sempre un piacere!
Undercover
Lunedì 30 Luglio 2012, 12.23.12
4
Dai emergente no, è un po' che si sbattono i ragazzi e a dir la verità adesso che hanno trovato un'identità mi piacciono, in passato li ritenevo abbastanza bypassabili.
il vichingo
Lunedì 30 Luglio 2012, 12.07.42
3
Band sopra alla media che fa ben sperare per il futuro, visto l'ultimo (ottimo) disco. Pollice alto come sempre per le interviste di Giomaster, poche domande ma molto intelligenti e che mettono l'interlocutore nelle condizioni di fornire risposte ampie ed interessanti.
andrea - heidevolk fan club
Lunedì 30 Luglio 2012, 11.30.48
2
una grande realta emergente!
Bloody Karma
Lunedì 30 Luglio 2012, 11.17.20
1
davvero una grande band e composta da ottime persone...
IMMAGINI
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Frammento della cover di 'Belo Dunum, Echoes From The Past'
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