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HELLYEAH - Non c'è Justin Bieber che tenga!!!
04/09/2012 (2490 letture)
Niente da fare, le interviste tranquille a noi di Metallized non piacciono: inizialmente pronti ad accogliere sulle nostre pagine, in rappresentanza degli Hellyeah, nientemeno che Vinnie Paul, successivamente abbiamo visto sfumare il sogno di far due chiacchiere con l’ex batterista dei Pantera a vantaggio di Tom Maxwell, seconda ascia della band. Ma l’avventura non si è conclusa qui, dal momento che l’intervista è slittata di quasi un’ora rispetto all’orario previsto a causa di un ritardo aereo e successivamente la linea telefonica ha fatto più volte i capricci, accorciando ulteriormente il tempo per le domande, già compromesso dal ritardo aereo capitato ai nostri!


Barry: Ciao Tom, grazie della chiamata, è un piacere averti qui su Metallized: come vanno le cose?
Tom: Ciao! Al momento sono seduto in aeroporto dopo il ritardo del volo e sono circondato da persone che si scusano con la band per questo!

Barry: Ahah cose che capitano…direi a questo punto di iniziare subito con le domande visto che abbiamo meno di 15 minuti. Cominciamo dal nuovo album: l’artwork ed il titolo, Band of Brothers, simboleggiano chiaramente un’idea di fratellanza; volevo chiederti come mai questa precisa scelta?
Tom: Penso che i motivi principali siano stata la nostra intenzione di omaggiare la nostra unione come gruppo e l’intera comunità hard rock ed heavy metal; voglio dire, noi siamo un po’ degli underdogs (termine che indica coloro che sono dati per perdenti in partenza, ndr) ed è incredibile il punto dove siamo arrivati, è incredibile esser stati tanto fortunati da ricevere così tanti consensi; pertanto il titolo è al tempo stesso un qualcosa che da l’idea della nostra soddisfazione rispetto ai traguardi che abbiamo raggiunto – anche perché siamo molto orgogliosi di come è venuto l’album – ed un omaggio al percorso fatto assieme ai nostri fans, che ci han permesso tutto questo. Non c’è nulla al mondo che tenga, né la crisi economica, né voli notturni di 9 ore da un paese all’altro, né Justin Bieber…ci sentiamo un tutt’uno con la comunità hard rock ed heavy metal e, per l’appunto, una band di fratelli.

Barry: Beh dai è un bell’approccio, sono sicuro che i vostri fan apprezzeranno molto; sempre a proposito dell’album, l’impressione che ho avuto ascoltandolo è che il sound sia complessivamente più pesante rispetto ai due precedenti; è stata una scelta precisa o semplicemente vi è venuto naturale in fase di composizione?
Tom: Sì, è certamente un album più pesante; sai, per ciò che riguarda il nostro primo album, devo dire che lo facemmo in modo molto rapido: molti gruppi, specie per ciò che concerne il primo lavoro, spendono molto tempo per scrivere le canzoni, registrare le parti di chitarra…noi invece all’epoca facemmo questo esperimento di lavorare in maniera molto rapida, più rapida di quanto fatto da tutti noi in precedenza. Quanto al secondo album, ci siamo presi un po’ più di tempo dopo il tour ed abbiamo voluto sperimentare un diverso tipo di sound, di tempi ed anche un diverso tipo di canzoni, abbiamo curato maggiormente anche le partiture di basso rispetto a quanto eravamo abituati a fare. Quanto a questo lavoro, credo sia un sunto di tutto ciò che noi abbiamo fatto in precedenza, di tutto ciò che ci ha portati a dove siamo oggi; abbiamo lavorato unitamente come band come mai in precedenza e, per certi versi, potremmo quasi dire che sia questo il nostro primo, vero lavoro: ci ha richiesto molto tempo per esser sviluppato ed abbiamo voluto tornare alle nostre radici, al nostro passato di musicisti pesanti e penso che sia in qualche modo il nostro lavoro più onesto, più sincero.

Barry: Sostanzialmente dunque ritenete di aver trovato il vostro sound.
Tom: Esatto! Durante il suo sviluppo non abbiamo voluto fare alcun esperimento sonoro, nessuna concessione a momenti più commerciali, abbiamo semplicemente dato fondo alle nostre vere radici ed abbiamo tentato di comporre un lavoro il più onesto possibile. E’ un album heavy metal e niente più. (Qui la linea telefonica inizia a dar problemi e, poco dopo, il collegamento si interrompe per oltre un quarto d’ora. Solo dopo diversi tentativi torna stabile e l’intervista può riprendere, ndr)

Barry: Ok, ora ti sento bene, possiamo riprendere! Dunque, tu e i tuoi compagni di band provenite da scene musicali differenti, chi dal groove, chi dall’alternative; volevo chiederti come ti trovi a lavorare con persone dal background musicale differente dal tuo ed in che modo questo influenza il vostro modo di comporre musica per gli Hellyeah?
Tom: Beh, in band come i Mudvayne o i Nothingface era diverso soprattutto il ruolo di noi chitarristi, dal momento che dovevamo suonare delle partiture nel complesso più corpose, più lente, quasi strascicanti in certi casi. Qui invece suoniamo musica più heavy, con un tipo di groove del tutto diverso e componiamo in modo più collaborativo rispetto a quanto fatto da alcuni di noi in passato, c’è un tipo di approccio del tutto differente. Posso poi dirti che lavorare con musicisti dall’attitudine differente è stimolante, rappresenta un modo per aprire i propri orizzonti ed anche per imparare a comporre in modo diverso e più vario…ed oltretutto è una bella sfida, credo proprio che per restare a certi livelli dovrò trasformarmi in una specie di riffmaster! (Entrambi ci facciamo una risata, ma successivamente Tom ricomincia a parlare e, complice l’altoparlante dell’aeroporto in sottofondo, le sue successive parole sono totalmente incomprensibili. Fortunatamente si tratta di una decina di secondi e non più, ndr)

Barry: Ok, ora passiamo a te: se non sbaglio sei un endorser delle chitarre Dean: volevo chiederti come mai hai scelto questo particolare marchio e come ti trovi con questi strumenti?
Tom: Sai, sono divenuto endorser delle chitarre Dean durante le registrazioni del primo album, fino a quel momento avevo sempre suonato Les Paul e Gibson in generale; personalmente ho sempre preferito scegliere ed acquistare da me i miei strumenti, piuttosto che vedermeli recapitare gratis, quindi inizialmente, quando mi sono stati presentati rappresentanti della Dean, non ero molto convinto. Devo però dire che mi sono ricreduto presto, la qualità degli strumenti è molto buona, il suono è caldo e corposo come piace a me e, oltretutto, tutti i cambiamenti e le modifiche che ho richiesto alla fabbrica sono state prontamente esaudite. Pertanto oggi sono molto soddisfatto e felice di far parte della famiglia Dean.

Barry: Molto bene…ora una curiosità personale, cosa fate prima di salire on stage? Vi sparate qualche birretta per sciogliere la tensione?
Tom: Mah in realtà non facciamo nulla di particolare, ci comportiamo come si comportano un po’ tutte le band che devono salire sul palco, quindi proviamo un po’, sistemiamo i dettagli, ci prepariamo per il concerto…al massimo ci spariamo qualche cocktail o un paio di birre, ma quel che più ci interessa, fondamentalmente, è dare il meglio sul palco, quindi non esageriamo mai; i tempi degli eccessi e dell’alcool a fiumi ormai sono alle nostre spalle. (A questo punto il manager della band, in sottofondo, mi informa che a causa di tutte le difficoltà di cui avete letto ho tempo solamente per un’altra domanda, ndr)

Barry: Ok, visto che ho a disposizione una sola domanda voglio che sia una domanda classica: quali sono le tue principali influenze come chitarrista?
Tom: Wow, questa sì che è una bella domanda! Ho molti modelli come chitarrista, ma fra tutti penso che il numero 1 sia senza dubbio Jimmy Page, dei Led Zeppelin, un musicista straordinario…poi naturalmente anche Jimi Hendrix è un modello imprescindibile per me. Devo però dirti che, per quanto riguarda la composizione, un aiuto straordinario mi è venuto dall’aver imparato a suonare buona parte delle canzoni dei Beatles; sai, molta gente dice che i Beatles sapevano suonare solo roba alla Love Me Do, ma li sfido a realizzare canzoni con certe strutture, certi tempi e certe melodie dei Beatles! Non è facile affatto e ritengo sia John Lennon che George Harrison dei chitarristi fantastici.

Barry: Hai ragione, basti pensare ad un brano come While My Guitar Gently Weeps.
Tom: Assolutamente sì! La ritengo una delle migliori canzoni dei Beatles e per di più vi ha anche suonato un assolo Eric Clapton!

Barry: Verissimo; allora Tom, mi spiace che l’intervista finisca così presto, ma è stato comunque un piacere parlare con te nonostante i problemi di linea, grazie mille ed in bocca al lupo per il nuovo album!
Tom: E’ stato un piacere anche per me, grazie a te e stammi bene!



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Frammento dell'artwork di 'Band of Brothers'
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