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MARTY FRIEDMAN + YOSSI SASSI + STEPHAN FORTE - Circolo Kolony, Travagliato (BS), 25/10/2012
02/11/2012 (2074 letture)
PREMESSA
A cura di Nicola Strangis "Khaine"
Giovedì 25 ottobre. Mi addormento pensando: "Che figata, domattina l'ufficio è chiuso e posso dormire!"

Venerdì 26 ottobre.
Ore 08.38: vengo svegliato dalla telefonata del primo cliente.
Ore 10.30: vado a pagare l'ennesima multa.
Ore 12.30: appuntamento lavorativo, parto per Camposampiero (PD). + 55 Km.
Ore 16.00: appuntamento con vecchi amici, parto per Rosolina (RO). + 75 Km.
Ore 18.00: appuntamento per Metallized, parto per Travagliato (BS). + 220km.


Quando arrivo al Circolo Kolony di Travagliato sono da poco passate le otto. Dopo due ore trascorse a guidare nel buio più totale, sotto un temporale apparentemente infinito, ho la possibilità di mettere qualcosa sotto i denti, assaporando una birra fresca e gustandomi una serata di grande musica in compagnia di bella gente.
Nella zona in cui abito, Vicenza, sono purtroppo poche le occasioni per vedere questo tipo di artisti suonare dal vivo, quindi ho affrontato volentieri il viaggio, spinto non solo dalla "fame di musica" ma anche e soprattutto dalla voglia di vedere il concerto di Marty Friedman, un chitarrista che ho apprezzato come membro dei thrasher americani Megadeth, così come anima fondante dei virtuosi Cacophony ed in quanto musicista solista. Come da locandina, l'intervento del leggendario shredder statunitense viene preceduto dalle esibizioni dell'israeliano Yossi Sa'aron 'Sassi' (Orphaned Land) e del francese Stéphan Forté (Adagio); quella del 26 ottobre 2012 è infatti l'ultima data del Guitar Universe Tour, un evento quindi assolutamente imperdibile, anche perché forse irripetibile. Questo è il racconto di com'è andata: buona lettura!

STEPHAN FORTE
A cura di Gaia Stella Rotondi "Unknown Danger"
La serata si apre con l'esibizione di Stéphan Forté, chitarrista francese fondatore della progressive band Adagio. L'inizio del concerto è un po' timido, forse a causa di una scaletta che lascia i brani più coinvolgenti per ultimi; insomma, un po' del primo freddo di quest'anno sembra essersi insinuato oltre le porte del locale. Il gruppo riesce però a catturare la nostra attenzione, sciogliendosi e animando il Circolo Kolony canzone dopo canzone; l'esecuzione brillante di Spiritual Bliss e di Shadows Compendium segna la svolta e la serata si fa improvvisamente più interessante.
Ciò che mi colpisce di Stéphan Forté e dei musicisti che sono sul palco con lui è il loro grande affiatamento; comunicano tra loro con naturalezza e sembrano divertirsi molto insieme, qualità che non sono da disprezzare considerando che questa è l'ultima data del Guitar Universe Tour 2012. Forté, in particolare, non ostenta un atteggiamento da star dello show, cerca invece di lasciare spazio anche agli altri artisti. Arriva così il momento dell'assolo per il bassista Franck Hermanny; un intervento piacevole, che non si dilunga troppo. Si intromette Forté, coinvolgendo anche il pubblico e incitando l'amico (C'mon bitch!) ad eseguire degli arpeggi in sweep picking.
Da ricordare anche Prophecies Of Loki XXI, con le ampie parti eseguite dal tastierista Kevin Codfert.
Il concerto si conclude con I Think There's Someone In The Kitchen, durante la quale vediamo il tablet del tastierista cadere dal suo supporto; un piccolo incidente che dà la possibilità a Stéphan Forté e a Codfert di farci sorridere mentre lo raccolgono senza influenzare la qualità della musica che stanno suonando.
Nonostante i primi momenti, quindi, lo show è iniziato nel migliore dei modi. L'unico appunto si potrebbe fare proprio a Kevin Codfert, che prima di alcune canzoni, dopo aver impostato i suoni sulla sua tastiera, giocherellava sui tasti, forse per assicurarsi che fosse tutto a posto.

YOSSI SASSI
A cura di Gaia Stella Rotondi "Unknown Danger"
Dopo una breve pausa, accogliamo sul palco Yossi Sassi, chitarrista degli Orphaned Land che stasera ci presenta il suo album solista Melting Clocks. Sarà il sorriso con cui si rivolge a noi, sarà il suo simpatico modo di provare a parlare in italiano, o forse è solo merito della sua musica, più calda, ma l'atmosfera da questo momento cambia in maniera palpabile, diventando frizzante. Non è una di quelle esibizioni che ti lasciano modo di pensare con impazienza all'arrivo del gruppo o del musicista principale; anzi, Yossi Sassi si guadagna tutta la nostra attenzione.
Certamente complici Forté e i suoi musicisti, nonché i tecnici che hanno lavorato con loro durante questo tour; tutti insieme li ritroviamo tra il pubblico, che grazie anche alla loro presenza si anima un po'; oppure anche sul palco, a fare scherzi a Sassi e compagni.
Così, tra brani come Another Day In The Office, The Calling e Drive, abbiamo anche modo di ridere un po' guardando un tecnico biondino salire sul palco con una chitarra e del nastro nero isolante ad imitare la barba e le sopracciglia di Sassi; oppure vedendo comparire Forté con una birra (e, per inciso, anche una banana) per rifornire il batterista Shay Ifrah e il bassista Or Lubianiker.
Intorno a metà concerto Stéphan Forté e il suo tastierista si siedono su un lato seminascosto del palco ad ascoltare Yossi Sassi e la sua musica; per quanto possa sembrare poco professionale, fanno sentire anche noi tra il pubblico parte di quella che sembra una famiglia, in un clima rilassato, sicuramente più intimo di tanti altri concerti.
Yossi Sassi conclude con la canzone Simple Things e tanti, tantissimi ringraziamenti per chiunque. Ci lascia con un buon ricordo del suo album, di buon umore e pronti infine ad accogliere Marty Friedman.

MARTY FRIEDMAN
A cura di Nicola Strangis "Khaine"
All'inizio di quest'articolo ho sottolineato che attendevo con una certa urgenza di vedere l'esibizione di Friedman, in primis perché sono un estimatore del suo stile e delle innovazioni che ha portato nel modo di suonare il metal ma anche per il piacere personale di confrontare quest'esibizione con quelle che già avevo visto in passato. Nello specifico ricordo chiaramente una clinic tenuta a Montecchio Maggiore (VI) nei primi anni 2000 e lo show del Gods Of Metal 2009; nel primo caso mi sono trovato di fronte ad un artista che (come succede in tutti i seminari) rispondeva alle domande del pubblico e, per gran parte dell'esibizione, ha suonato su delle basi pre-registrate, nel secondo caso ho assistito ad un normale concerto, tenuto con una band vera e propria su di un palco vero e proprio. Questa volta, invece, ho vissuto un'esperienza ibrida, perché il buon Marty Friedman si è presentato al pubblico del Circolo Kolony da solo ed ha suonato per tutta la durata del concerto su basi pre-registrate, senza che ci fosse neanche l'ombra di un musicista "vero" ad accompagnarlo: in pratica una clinic senza le domande del pubblico!
Superato l'effetto-sorpresa iniziale -mi aspettavo un concerto nel senso più tradizionale del termine- mi troverò ad affrontare una serie di situazioni impreviste: l'imbarazzo di vedere un uomo di cinquant'anni dimenarsi come un pazzo su un palco in cui a suonare c'è solo lui; una setlist che ignorerà completamente la prima parte di carriera solista del nostro, se non per qualche motivo accennato qua e là (penso alle prime note della melodia elettrica di Namida (Tears), tratta dal debutto solista Dragon's Kiss, timidamente eseguite all'atto di salire onstage); alcune "chicche" (Marty le definisce pressapoco così) suonate per la prima volta o comunque molto di rado (Mata Kimi Ni Koishi Teru, dall'ultimo Tokio Jukebox 2, e Picture, dal precedente Bad D.N.A.); un pubblico numericamente inadeguato ad un nome di questa portata (non ho i dati in mano, ma non eravamo più di un centinaio di persone); l'atteggiamento immaturo e dequalificante di alcuni ragazzi presenti in sala, che non hanno smesso di bestemmiare neanche quando l'artista ha domandato di tradurre in inglese ciò che stavano dicendo (ovviamente nessuno ha avuto il coraggio di soddisfare questa richiesta).

Dal punto di vista tecnico nulla si può obiettare a Marty Friedman: i pezzi sono stati suonati bene, noi del pubblico ce li siamo gustati perché la qualità dei suoni era buona e, siccome il nostro è un animale da palco, ci siamo anche divertiti agitando i pugni, urlando "hey, hey!" a tempo di musica e facendo headbanging (qualcuno ha persino pogato!).
Peccato però che questo non fosse un concerto vero.
Peccato che non sia stato suonato praticamente nulla di ciò per cui Friedman sia veramente conosciuto ed apprezzato da tutti.
Peccato che si sia deciso di concludere in questo modo il Guitar Universe Tour. So che eravamo in pochi, ma eravamo tutti lì per quei tre chitarristi, soprattutto per Marty Friedman.
Mi sarei aspettato qualcosa in più.

CONCLUSIONE
A cura di Nicola Strangis "Khaine"
Tirando le somme posso comunque dirmi soddisfatto della serata: ho scoperto un buon locale, facilmente raggiungibile dall'autostrada ed a poco più di un'ora di macchina da casa mia. È vero che sono rimasto deluso da Friedman, ma è altrettanto vero che ho comunque goduto degli spettacoli realizzati da Forté e Sassi. Inoltre ero in compagnia di due amici ed ho anche fatto la piacevole conoscenza di un paio di persone nuove. Potendo tornare indietro nel tempo rifarei le stesse identiche scelte. Certamente il Circolo Kolony mi vedrà tornare: lo stesso, al momento, non mi sento di garantire al riccioluto chitarrista americano.
Alla prossima!



AL
Domenica 4 Novembre 2012, 15.23.41
4
peccato che non lo sapevo. altrimenti nn mancavo! grande marty!
kvmetternich
Sabato 3 Novembre 2012, 15.20.10
3
Marty è il mio musicista preferito e se mi fossi fatto le diverse centinai di chilometri per vederlo mi sarei incazzato di brutto davanti a uno spettacolo del genere. Per il resto che dire? E' a metà strada è vero....ma in Asia ha una carriera in continua ascesa da ormai 10 anni e la un musicista così carismatico ed esotico attira un sacco di attenzioni. Certo, per noi occidentali e memori del suo glorioso passato non ha tutto questo appeal e quindi viene anche un po snobbato (tranne dai musicisti!)
Lizard
Sabato 3 Novembre 2012, 14.19.03
2
Ho assistito anch'io all'esibizione del Gods 2009 di Friedman (mi sa che eravamo in parecchi ) e devo dire che pur portata avanti superprofessionalmente, si e' trattato forse dell'esibizione strumentale piu' noiosa a cui ho assistito. Friedman mi sembra rimasto a meta' del guado dopo l'esperienza coi Megadeth, come se anche lui non sapesse bene cosa fare di se stesso e del proprio talento, salvo giocare con la tradizione musicale giapponese. Esperimento interessante e meritorio senz'altro ma comunque piuttosto limitato e limitante.
HeroOfSand_14
Sabato 3 Novembre 2012, 13.35.43
1
Peccato per l'esiizione di Marty, dopo i video postati da voi di Metallized nel concerto di Parigi mi era sembrato un gran bel concerto (apparte il batterista che voleva disintegrare le povere pelli), dove la melodia ha fatto da padrone, unita ovviemente alla classe di Friedman. Il fatto di suonare senza una band d'accompagnamento mi avrebbe fatto desistere dal farmi un paio di km per ascoltarlo, ma vederlo è comunque un emozione immagino!
IMMAGINI
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La locandina del tour
ARTICOLI
02/11/2012
Live Report
MARTY FRIEDMAN + YOSSI SASSI + STEPHAN FORTE
Circolo Kolony, Travagliato (BS), 25/10/2012
 
 
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