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24/04/24
KARMA
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BLAZE OF SORROW - Mai visto un capotasto ad un concerto black!
19/01/2013 (2018 letture)
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Subito dopo l’esibizione al Frost Festival, ho avuto l’occasione di intrattenermi una decina di minuti con i membri di una delle realtà più promettenti della scena italiana, i Blaze Of Sorrow. Pur trattandosi di una breve conversazione, gli spunti desunti dall’incontro sono decisamente interessanti, anche per comprendere meglio e più approfonditamente il nuovo album Echi, uscito a pochi giorni di distanza dal concerto riminese.
Ahti: Allora ragazzi, presentatevi al pubblico di Metallized, che forse non vi conosce. Peter: Siamo i Blaze Of Sorrow, da Mantova, attivi da diversi anni, abbiamo composto diversi demo, tre album, l’ultimo in uscita per Sun&Moon a breve, fino al 2010 era un progetto solista, poi si è aggiunto a me N., alla batteria.
Ahti: Ah, quindi il vostro ultimo album non è quello con la copertina bianca? Peter: No, quello è il penultimo (anche N. conferma, ndr), l’ultimo ci arriverà a giorni, è stato spedito dall’etichetta…
Ahti: Quindi come influenze musicali possiamo citare i primi Ulver… Peter: Sicuramente i primi Ulver, il black metal dei primi anni novanta, insomma la scena norvegese, poi personalmente il movimento folk e la musica classica. Non è un caso che nei primi album ci siano parecchie chitarre acustiche e quel tipo di atmosfere.
Ahti: Credo, infatti, di non aver mai visto un capotasto ad un concerto black… Peter: Succede anche questo sì.(ride)
Ahti: Cosa cambia nel nuovo album? Peter: Nel nuovo album c’è una nuova qualità del suono, essendo stato masterizzato e mixato agli Elfo Studio a Vicenza, con Daniele Mandelli (Forgotten Tomb per citare un nome con cui ha collaborato ndr) ed in più nuove atmosfere, orientate verso quelle trasmesse da gruppi come per esempio Sol Invictus, Death In June…
Ahti: Quando mi hanno mandato il link ho subito pensato agli Agalloch… Peter: A dir la verità li ho seguiti fino al primo album.
Ahti: Usavi una drum-machine nei primi lavori? La domanda è d’obbligo (risata generale) Peter: No, no, suonavo io la batteria, mi occupavo infatti di tutti gli strumenti.
Ahti: E cos’è cambiato dall’ingresso di N. nella formazione? Peter: Le ritmiche… N.: Gli arrangiamenti sicuramente… Peter: Esattamente. Suonando tutti gli strumenti, e non avendo qualità specifiche, soprattutto alla batteria, gli arrangiamenti risultavano meno complessi, ora sono decisamente più vari!
Ahti: Sviluppi futuri? So che è presto parlarne, l’album è uscito da pochissimo. Peter: In effetti l’album è fuori da pochi giorni ma comunque in futuro resterà fissa una componente black metal da cui non ci discosteremo per un po’, arricchita da suoni atmosferici e da parti strumentali.
Ahti: Cosa mi dite della scena italiana? Discreta, scarsa, buona? Sono consapevole della spinosità della domanda… Peter: Ci sono alti e bassi come in tutte le scene mondiali. Ci sono buoni gruppi conosciuti, altri parecchio interessanti nell’underground. N: Forse è un po’ stagnante…
Ahti: Le vostre difficoltà specifiche? Credo non sia facile trovare posti dove suonare… Peter: No, non è semplice. Soprattutto è arduo trovare concerti che siano omogenei con il nostro genere musicale!
Ahti: Ma come funziona il suonare live? Come gestite la line-up? Peter: Registriamo le tracce e le mandiamo ai membri on stage che le imparano e suonano con noi alle prove.
Ahti: Mai pensato di far diventare i Blaze Of Sorrow una full-band? Peter: Sinceramente avendo avuto problemi con precedenti progetti, in quanto odio scendere a compromessi, preferisco fare tutto da solo finché posso, ovviamente con il suo aiuto (indica N. ndr), per la stesura delle tracce.
Ahti:Ti sei sempre dato al metal? Peter: Sì, anche se mi piace interpretare pure pezzi neo-folk.
Ahti: Immagino che oltre a chitarra-basso-batteria tu sia capace di suonare una lunga lista di strumenti… Peter: Mmh… Il pianoforte, ho cominciato con quello, ci sono stati tentativi con il violino, che poi ho abbandonato, ho un’inclinazione verso gli strumenti a corda. Cerco comunque di suonare più strumenti possibile!
Ahti: Concludendo: un gruppo che consigliereste? Peter: Domanda complessa! Credo i Tenhi. N.: Oppure gli Enslaved!
Ahti: Grazie ragazzi, per il vostro tempo. Peter: Grazie a te per l’intervista!
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Intervista un po' striminzita e a tratti banale. Meno male che c'è la loro eccellente musica musica a parlare per loro. Forse fanno parte della categoria di chi parla poco e fa molto e sopratutto lo fa benissimo. Manca la domandoasul perché il growl è in Italiano che effettivamente suona un po' strano, almeno a mio parere. Au revoir. |
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