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CADAVERIA - Alzare gli standard in anni di crisi
26/01/2013 (5835 letture)
Nelle ore che hanno preceduto la loro esibizione in quel di Catania in occasione della manifestazione Metal Maniacs dello scorso dicembre, abbiamo avvicinato i Cadaveria, rappresentati dalla stessa cantante e dal bassista KillerBob, per rivolgere loro alcune domande. Ecco il resoconto della nostra conversazione.

Francesco: Partiamo dall'ultimo disco? A me pare si possa parlare di lavoro di sintesi in confronto agli album precedenti relativamente al suono.
Cadaveria: Ogni disco che abbiamo realizzato ha una storia a sè, fotografa un momento particolare della band e ne segna l'evoluzione, sia musicale che come individui. Siamo insieme da undici anni ed abbiamo fatto un certo percorso insieme, sia individuale che artistico. Musicalmente parlando quest'album è il più cattivo, il più oscuro, il più marcio che abbiamo realizzato. Il sound ha subito un'evoluzione, anche perché dall'ultimo album In Your Blood ad Horror Metal sono passati cinque anni, durante i quali ci siamo dedicati ai live, per poi spostarci sull'attività di composizione integrando il nuovo chitarrista, il quale ha portato una ventata di aria fresca e di sua influenza nel suono. E' difficile però per me parlarti di come sia il nostro suono, lascio a voi che lo fate di mestiere l'onere di descriverlo e di dire se sia effettivamente un album di sintesi o meno. Posso dirti che dal punto di vista delle tematiche, non essendo un concept-album non posso parlarti di sintesi perché nulla ruota attorno ad un certo concetto, ma è anche vero che aver intitolato l'album Horror Metal sancisce il fatto che riconosciamo di avere un genere ed un sound che probabilmente può essere identificato soltanto con questa definizione che vuol dire tutto e niente, perché abbiamo un sound molto particolare che si ispira ed integra molti generi particolari e sempre estremi.

Francesco: Sempre relativamente al suono, la mia impressione è che vi siate molto spesi in sede di produzione. La voce per esempio, mi sembra molto più amalgamata col resto rispetto al passato. Chi si è occupato maggiormente dell'aspetto produttivo?
KillerBob: Intanto noi ci siamo sempre autoprodotti, quindi ci siamo sempre occupati da soli di queste cose. In quest'ultimo disco siamo maturati vista l'esperienza di questi anni, ci siamo di nuovo occupati noi di tutto, lavorando più a fondo e mettendoci più tempo per mixare proprio per curare ogni minimo dettaglio. Sicuramente il risultato è migliore rispetto agli altri, non c'è dubbio. Me ne sono occupato io in prima persona, ma con l'aiuto di tutti, specialmente di Cadaveria e del nuovo chitarrista, che è anche un fonico ed ha dato una mano a sistemare alcuni dettagli.

Francesco: Ancora relativamente alla voce, ho avuto l'impressione di un tentativo di colorare di più la prestazione.
Cadaveria: Si, cerco sempre di rendere al meglio i testi e di sottolinearne il significato. Questa volta anche influenzata dagli ascolti degli ultimi cinque anni, ho pensato di dedicarmi di più alla cura di sovraincisioni. La mia voce è di per sè settata sul growl, sullo screaming, ma anche sul pulito, però oltre queste tre tipologie ci sono molte finezze che si possono cogliere soprattutto se ascolti l'album in cuffia e sono frutto di una attenzione particolare che ho messo.

Francesco: Quest'ultima considerazione mi dà lo spunto per parlare di un'altra faccenda molto più ampia. Parlavi di ascolto in cuffia, quindi il lavoro in fase di produzione presuppone che poi ci sia un ascoltatore attento anche al modo in cui ascolta il disco. Purtroppo però, al giorno d'oggi non è molto comune trovare qualcuno che si riservi l'ascolto in cuffia con i giusti tempi, che colga certe sfumature.
Cadaveria: Probabilmente la nostra non è musica per tutti, ma non voglio dire che nasce per essere settoriale, vogliamo essere ascoltati dal maggior numero di persone possibile, ci mancherebbe altro. Però quando mi chiedono: "definisci la tua musica", penso: "spegni la luce, mettiti le cuffie ed ascolta".

Francesco: Bob, quando ti occupi della produzione pensi mai che il disco nel quale hai messo tanto impegno, poi verrà magari ascoltato in maniera distratta?
KillerBob: Tecnicamente -al di là dei Cadaveria- quando si lavora su produzioni di questo tipo, il disco deve suonare sempre bene su qualsiasi impianto, sia sullo stereo del cazzo in macchina che sul mega impianto a casa. Chiaramente preferirei che tutti lo ascoltassero come lo ascolto io, ma questo non è pensabile, quindi bisogna lavorare in modo che sia fruibile da chiunque in qualsiasi situazione, dalla discoteca alle cuffiette dell'mp3.

Francesco: E' anche che forse la gente un tempo si dedicava di più ad ascoltare in un certo modo.
Cadaveria: C'era anche molta offerta in meno, per cui avevi meno elementi per le mani e ti dedicavi meglio all'ascolto di certe cose perché quello era il range in cui potevi muoverti.
KillerBob: Adesso la musica si ascolta sull'autobus con l'mp3, piuttosto che a casa su Youtube. E' difficile ormai che qualcuno abbia a casa un impianto dedicato, l'Hi-Fi che si usava una volta dedicato all'ascolto in un certo modo. Bisogna tenerne conto nel momento in cui si produce un disco.
Cadaveria: C'è da dire che gli appassionati che ci seguono dagli esordi notano queste sfumature musicali, ma anche quelle dei testi e sono quegli stessi che acquistando il CD vanno a leggersi il booklet, cercano di interpretare ciò che hai detto e ti danno un feedback su quello che secondo loro è il significato, molto spesso azzeccandoci. Secondo me il testo può essere interpretato come meglio si crede, però quando ho un feedback puntuale e capisco che a quella persona ho trasmesso esattamente ciò che volevo dire è molto bello. Questo avvalora le tesi secondo cui di appassionati ce ne sono ancora, per cui non rinneghiamoli.

Francesco: Riguardo l'aspetto visuale, vorrei sapere quanto riuscite a portarvi appresso materiale come fondali, scenografie, etc.
Cadaveria: La possibilità di farlo è praticamente nulla, perché viviamo come musicisti questo periodo difficile della musica estrema, underground, quella che non viene trasmessa per radio. Fare date è sempre più difficile, essere corrisposti economicamente con un cachet che ti permetta di portarti scenografie di un certo tipo è impensabile. Questo si traspone anche su noi come individui, sul trucco che abbiamo adottato per le fotografie promozionali -una delle quali è poi diventata la copertina dell'album- visto che dovremmo viaggiare con una persona in più che si occupi del trucco, cosa non possibile sia quando viaggi in aereo nè quando ti muovi via terra. Noi siamo in cinque, quando riesci a limitare al massimo la strumentazione e stipare tutto su un'auto sola e partire va bene, portare un altro invece significherebbe prendere un altro mezzo per quella persona e diventa difficile. In questo siamo ancora in una situazione molto underground di cui da una parte vado anche fiera, ma dall'altra risponde alla tua domanda.

Francesco: Spesso all'esterno sfugge la componente teatrale di questo tipo di proposta musicale e si propaga un'immagine falsa di questo mondo, vi siete mai trovati a scontare questa situazione?
KillerBob: Non mi sono mai trovato in situazioni spiacevoli per questo motivo. Leggo, sento dire certe cose, ma personalmente non ho mai avuto alcun problema, per cui non ho niente da aggiungere a questo argomento.

Francesco: Avete già ripetutamente testato il disco sul fronte live. Con quali feedback?
Cadaveria: Estremamente positivi. Abbiamo suonato molto, erano anni che mancavamo dalle scene italiane. Non soltanto perché sono passati cinque anni dall'ultimo album, ma anche perché negli ultimi anni di promozione di In Your Blood abbiamo suonato principalmente all'estero. Senza fare grandi tour, perché purtroppo sono qualcosa che ancora non ci appartiene, però abbiamo toccato diversi paesi europei e del Sud America. Sostanzialmente era da fine 2009 che non tornavamo in Italia. Ora abbiamo finalmente occasione di risolcare i palchi Italiani, anche in locali che sono nati nel frattempo -perché la situazione locali nel frattempo è cambiata- per cui anche noi siamo dovuti rientrare in un meccanismo che negli ultimi due anni non c'era più appartenuto, con grande voglia ed entusiasmo, perché crediamo che questo sia un album che merita di essere promosso nel migliore dei modi. Ci siamo dati da fare e in autonomia, o con la collaborazione non esclusiva di alcune agenzie, siamo riusciti a fare una quindicina di date nel 2012, sostanzialmente da febbraio ad oggi.

Francesco: Come avete ritrovato la situazione Italiana dopo questo periodo di assenza?
KillerBob: E' peggiorato tutto, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. La crisi economica influisce in primo luogo sulle cose non essenziali per la vita, la musica, il divertimento, l'uscire la sera a bersi una birra. Sono spese che in un momento di ristrettezze la gente sacrifica, quindi ci troviamo con budget più limitati, meno pubblico, locali che chiudono perché non riescono ad andare avanti, è tutto più difficile. Però chi la dura la vince, siamo agguerriti e riusciamo comunque a mantenere un certo standard.

Ecco, forse l'ultima domanda e la relativa risposta, sono il punto essenziale da considerare per analizzare i tempi che stiamo vivendo. La musica come bene non essenziale da sacrificare sull'altare della crisi? In teoria non fa una piega, essendo davvero la musica tecnicamente non indispensabile per campare, ma è proprio questo il tipo di mondo in cui vogliamo vivere? E' davvero anche questo, la musica (cioè la cultura) ed i locali che ancora riescono a proporla ciò che dobbiamo ridurre per superare questo momento difficile? O non piuttosto cercare di mantenere un certo standard per andare avanti con dignità?

La vita dell'uomo colto dovrebbe alternarsi fra musica e non musica, come fra sonno e veglia.
(Novalis, Frammenti, 1795/1800)



Raven
Sabato 2 Febbraio 2013, 9.47.31
3
E' certamente così.
Arrraya
Sabato 2 Febbraio 2013, 2.00.17
2
Son sicuro che volesse dire che non è essenziale dal punto di vista fisiologico primario, ma è sicuramente determinante, quanto se ne sente la mancanza quando non c'è. non mi sento di dargli torto, dal momento che penso sia stata una considerazione amara.
Matteo Cagnola
Domenica 27 Gennaio 2013, 11.21.40
1
Da appassionato dico che la musica (e la cultura) sono il cibo per l'anima e la musica dei CADAVERIA è indispensabile per me (insieme a tanti altri gruppi thrash/death/black underground). Ascoltare "Horror Metal" (dal cd ORIGINALE)con l'impianto giusto comodamente a casa è il modo migliore, complimenti ragazzi è un grande disco . Il vostro live a Rozzano il 21 ottobre 2012 è stato FANTASTICO e spero di rivedervi ancora live in zona.
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