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ACCIAIO ITALIANO FESTIVAL - Exenzia Rock Club, Prato (PO) 23/02/2013
28/02/2013 (2384 letture)
Cosa c’è di meglio in un sabato sera di inverno, mentre l’Italia intera è sconvolta dalla morsa della neve (evento terribile e del tutto inaspettato in questa stagione), che andare di corsa in un bel locale a gustarsi un festival metal ad ingresso gratuito? Niente. Infatti, è proprio quello che abbiamo fatto. Così, mentre scende una sorta di pioggia ghiacciata che crea una pellicola scivolosa sull’asfalto, prendiamo la via per l’Exenzia Rock Club, locale di Prato ormai noto per i consumatori abituali di metal della zona. L’appuntamento è per l’edizione invernale dell’Acciaio Italiano Festival, nella speranza che il maltempo non abbia trattenuto i soliti a casa e che soprattutto non abbia causato problemi alle persone e alle band in viaggio per raggiungere la cittadina toscana. Vediamo assieme com’è andata.

PROLOGO
Deve esserci una sorta di piccola maledizione che mi lega all’Exenzia, dato che ogni volta che mi organizzo per andare a vedere un concerto lì, il maltempo ci mette lo zampino. Per fortuna, nonostante i bollettini meteo e le condizioni in Italia non promettessero niente di buono, la strada per arrivare al locale non presenta problemi. Non sarà così per tutti, anzi. All’arrivo, manca ancora qualche minuto alle nove di sera, troviamo il locale semideserto, mentre i Compagni di Baal stanno completando il soundcheck per il concerto che dovrebbe iniziare a pochi minuti. Evidentemente, il freddo ha tenuto molti a casa e la prospettiva di una serata disastrosa rischia davvero di concretizzarsi, alimentata dalle voci che vogliono i Revenge bloccati dal maltempo e in probabile forfait. Vedremo quanto in realtà le condizioni atmosferiche abbiano inciso su tutto lo svolgimento della serata. Per il momento, ci concentriamo sul banco della Jolly Roger Records, etichetta patrocinatrice della serata e, dopo qualche acquisto, ci dirigiamo al bar. Intanto, qualche altro sparuto gruppetto di temerari si affaccia all’ingresso e quando il gruppo inizia a suonare, ci ritroviamo in una trentina sotto il palco.

I COMPAGNI DI BAAL
Siamo carichi di aspettative per l’esibizione del gruppo marchigiano, dati gli ottimi riscontri ottenuti con il primo album autointitolato. Il gruppo poggia un candelabro a tre braccia davanti al palco, come unica scenografia tangibile e si appresta a scaldare il pubblico presente e quello che piano piano arriva, con il suo hard rock venato di doom e prog settantiano. L’emozione è sicuramente forte e anche il desiderio di lasciare una propria impronta nonostante la giovanissima età e bisogna riconoscere alla band una preparazione tecnica tutt’altro che secondaria. Tutti i musicisti, a partire da Daniele Carnali alla chitarra, per proseguire con Diego Brocani e Giorgio Pantaloni, rispettivamente basso e batteria, dimostrano di avere un bagaglio di strumentisti di buonissimo livello, così che le note suggestive e arcane della musica dei quattro godono di una esecuzione puntuale e validissima. Luca Finaurini cerca di instaurare un timido approccio col pubblico, concentrandosi più che altro sulla sua prestazione, che arriva in qualche frangente anche a lambire i territori di una sorta di growl ben amalgamato alle atmosfere gotiche e ossianiche della musica del quartetto, che rinuncia in questa esibizione all’intervento delle tastiere. Brani come L’Orrore Che Abita In Me, Oltre La Luna e Nell’Oscurità, mostrano un ottimo potenziale espressivo e anche una certa varietà nella scrittura, che testimoniano la personalità della band, la quale pur si muove in un territorio conosciuto e molto sfruttato, specialmente in Italia e specialmente proprio nella zona marchigiana. Probabilmente, non è un caso. La band per l’occasione presenta anche un nuovo brano, La Fiamma si è Spenta, molto interessante e dalla struttura a incastro particolare e originale, che richiama da un lato i Black Sabbath, dall’altro il prog anni 70. Chiude l’esibizione la validissima La Danza del Sangue, con la band che ci lascia con una sensazione positiva, seppur vada notato quanto ancora I Compagni Di Baal debbano crescere da un punto di vista di tenuta del palco e interazione con il pubblico. Probabilmente, anche il numero di presenze non esaltante e forse l’emozione per essere gli apripista della serata, hanno avuto il loro gioco, ma siamo di fronte a un gruppo di grosse potenzialità.

TIR
Mentre il rischio che l’esibizione dei Revenge salti del tutto diventa sempre più concreto, sul palco dopo un veloce cambio tocca ai romani TIR, band storica che già negli anni 80 lasciò traccia della sua presenza col brano Amsterdam, all’interno della raccolta Metallo Italia. In realtà, la storia ha poi voluto che il debutto della formazione arrivasse solo nel corso del 2011 e Heavy Metal ha così visto finalmente la luce. Al fianco dello storico duo Danilo Antonini e Sergio Bonelli, si sono affiancati due membri dei Rosae Crucis, Giuseppe Cialone alla voce e Piero Arioni alla batteria. Sfortunatamente, i romani sono anche le prime “vittime” degli inconvenienti causati dalla neve e stasera sono costretti ad esibirsi come quartetto, data l’assenza proprio di Danilo Antonini, che non è riuscito a raggiungere i compagni. Cialone, che dimostra qui di saper anche scherzare e interagire col pubblico, gioca un po’ sull’evento imprevisto, attirando le simpatie dei presenti verso il gruppo. A dire il vero, la buonissima prova di Dino Gubinelli al basso e di Arioni alla batteria, consente al gruppo di portare a casa una buona prova, anche con il solo Bonelli, che pur privo del gemello d’ascia dimostra di volerci dare dentro in tutti i modi. Nemmeno a dirlo, la musica proposta dai TIR è un puro ed incontaminato heavy metal di marca Judas Priest/Accept e i ritmi generalmente piuttosto sostenuti dei brani proposti, tutti così dannatamente marchiati anni 80, esaltano ovviamente la ritmica, gli assoli e lo screaming di Cialone. Sicuramente, la mancanza di Antonini influisce e non poco sulla resa finale dei pezzi, ma canzoni come Roma, Heavy Metal TIR dal break centrale simil-Sinner (Judas Priest) o, ancora, Nell’Anima, rendono comunque bene. Un piccolo intoppo all’inizio dello strumentale Fire Sword non fa che confermare la simpatia dei musicisti e i giusti applausi completano il quadro, con Shout e Satan’s Ride a chiudere un’esibizione dal buon tiro.

REVENGE
Quando tutti li davano ormai per persi, ecco invece che i marchigiani si presentano all’Exenzia e scusandosi con l’organizzazione quanto con le altre band per i disagi che il maltempo ha loro malgrado provocato (siamo infatti molto in ritardo rispetto ai tempi stabiliti dalla scaletta), si gettano in un veloce soundcheck direttamente sul palco. Non conoscevo affatto la musica dei Revenge e, visto l’orientamento della serata, non mi aspettavo davvero un così piacevole hard rock e devo dire che la band è stata senz’altro la vera sorpresa del Festival. Merito di canzoni ben costruite e dai refrain irresistibili, sorrette da riff riusciti e sostanziosi, ruffiane sì, ma con grinta e qualità da vendere. Discorso a parte per il leader riconosciuto, il mitico Red Crotalo, membro originale del gruppo assieme al cantante/chitarrista Fabrizio ‘Hell Throat’ Ugolini e al batterista Enrico ‘Eric Lumen’ Giampaoli, e vero fenomeno della chitarra dallo stile funambolico e torrenziale. Il salto di qualità è grosso, senza nulla togliere ai gruppi precedenti, tanto da un punto di vista strumentale che di pura qualità di scrittura dei brani e viene spontaneo e forte il rimpianto per l’unica testimonianza ufficiale lasciata dal gruppo in attività, il lontano Hotzone del 1985. Qualche problema con l’acustica (parecchi i larsen subiti nell’arco della loro esibizione e sarà solo l’inizio) e qualche inciampo di Red Crotalo nei rientri dopo i fiammeggianti assolo, non guastano assolutamente l’esibizione, che ci offre una band assolutamente in palla e dall’approccio ancora fecondo, seppur ampiamente riconducibile a sonorità ottantiane rimembranti tanto gli ovvi Van Halen, quanto altri esponenti del glam rock. Eppure, Girls Are Dancing, Hotzone, Rock You to the Top e le altre tracce funzionano ancora maledettamente bene e verrebbe davvero voglia di domandarsi perché un gruppo del genere non abbia ricevuto mai il giusto apprezzamento o, almeno, una seconda chance. Chissà che il nuovo album, il primo vero e proprio rilasciato dalla band dopo il best of Archives del 2008, non riesca in questo intento. La titletrack, Survival Instinct, presentata proprio stasera, sembra preludere a un disco leggermente diverso da quanto fatto in passato dalla band, pur mantenendo una connotazione ben precisa. Comunque, buonissima esibizione e pollice su per i ritrovati Revenge.

ROSAE CRUCIS
Commentando l’esibizione dei Rosae Crucis, non si può davvero non far menzione alla sfortuna occorsa alla band capitolina questa sera. Al di là di ogni considerazione, bisogna davvero riconoscere che per loro si è trattata di una serataccia e merito va loro riconosciuto per aver portato a termine l’esibizione cercando di fare del proprio meglio per dare al pubblico, comunque molto caloroso, il concerto che si aspettava. Va detto che probabilmente i ritardi accumulati non hanno permesso alla band di fare il miglior soundcheck e tutta l’esibizione sarà di conseguenza funestata da problemi di fischi continui e da volumi abbastanza rivedibili, con la voce di Cialone appena udibile nel primo brano, pur a fronte di un suono complessivo inspiegabilmente basso e confuso, che solo nei brani conclusivi del set troverà un suo equilibrio. A questo si aggiunga, come se non bastasse, il forfait del basso di Daniele Cerqua che subito dopo il brano di apertura smette completamente di funzionare, costringendo i tecnici di sala e di palco a salire sullo stage per capire cosa possa essere successo, con conseguente interruzione dell’appena iniziata esibizione per una buona decina di minuti. Il tutto, ovviamente, condito dalle chiare espressioni di delusione e rabbia della band e in particolare proprio di Cialone. Un po’ di ovvio imbarazzo per un evento comunque piuttosto comune, che viene infine risolto grazie a Dino Gubinelli degli amici TIR, il quale presta il proprio strumento a Cerqua, permettendo allo show di riprendere. Superata la momentanea defaillance (ma non i persistenti problemi di volume), il gruppo sembra per fortuna riprendere intensità e convinzione sciorinando i propri brani costantemente a cavallo tra epic, thrash e heavy, sorretto dal sostegno di un pubblico comunque ben disposto e comprensivo. La tenuta ultraborchiata di Cialone e le tuniche dei compagni ben si adattano all’immaginario della band che, con canzoni come Crociata e Anno Domini, cerca di ricostruire un immaginario medievale e oscuro, tormentato e violento, dominato da continue guerre e nel quale il gruppo dimostra di muoversi con una certa personalità. E’ da qui in poi che l’esibizione si incanala nella giusta e sperata direzione, garantendo un buon finale con la titletrack dell’ultimo album e la validissima resa del classico di Angelo Branduardi, Ballo In Fa# Minore, che suggella un’esibizione sulla quale c’è poco da aggiungere. Bravi i Rosae Crucis a chiudere una serata storta, bravo il pubblico che ha comunque continuato ad incitare la band romana.

SKANNERS
Con quasi un’ora di ritardo sulla tabella di marcia, arriviamo così alla esibizione più attesa della serata, quella dei grandi Skanners da Bolzano, band storica e mai doma dell’heavy italiano, tra i veri e propri portabandiera della scena nazionale. Anche in questo caso il cambio palco è abbastanza rapido e il gruppo sale sul palco già sulle note dell’intro, la dolce High Hopes di Frank Sinatra, canzone idilliaca, esageratamente positiva e piena di buoni sentimenti, che per contrasto ci prepara all’esplosione di Welcome to Hell, traccia tratta da The Serial Healer e adattissima a scatenare da subito il pubblico presente, che si aggira ormai attorno al centinaio di presenze, forse qualcosa di più. Anche in questo caso, il salto di qualità è evidente: gli Skanners sono un gruppo dalla grande esperienza, che ha una storia lunga alle spalle e ha macinato concerti su concerti, anche su palchi importanti e di spalla a grandi nomi, per tutta Europa. Si vede e si sente. Finalmente i presenti, continuamente chiamati e incitati da Claudio Pisoni si avvicinano al palco e finalmente si respira l’aria del grande concerto, quell’aria che finora era mancata. We Are the Night e We Rock the Nation sanciscono l’impatto micidiale che il gruppo assume dal vivo, una vera macchina da guerra. Impressiona in questo senso la sezione ritmica composta dal diciottenne Davide Odorizzi alla batteria e Tomas Valentini al basso: due musicisti dal grande talento e dalla grande energia, che insieme non fanno probabilmente gli anni di uno qualsiasi degli altri membri del gruppo, ma danno una forza e una carica clamorosa a tutti. Un discorso a parte merita Claudio Pisoni, frontman vero, che attira l’attenzione su di sé invitando continuamente e con una carica inesauribile il pubblico a cantare e a battere le mani, senza fermarsi un secondo e regalando sorrisi, smorfie, incitamento, confermandosi al tempo screamer di razza. L’heavy puro e adrenalinico del gruppo scorre a fiumi e senza un attimo di sosta e solo la più oscura Factory of Steel spezza per un attimo le continue bordate metalliche.Pisoni continua ad arringare il pubblico raccontando la storia del gruppo e invitando tutti a sentirsi parte di un qualcosa di più grande. La sequenza di brani che parte da qui è un salto nel passato e praticamente tutti i classici vengono sciorinati uno dopo l’altro e se Metal Party e Dirty Armada sono due grandi pezzi hard and heavy, Skanners e soprattutto Starlight sono due mazzate terrificanti. Nell’esecuzione di quest’ultima la band in fila si agita con le classiche mosse alla Judas Priest, mentre Odorizzi pesta come un dannato la sua batteria. Il finale è tutto di marca hard con Rock Rock City, Turn It Louder e la conclusiva Hard and Pure, preceduta dalla presentazione di Pisoni del resto della band, con la dedica a tutti i convenuti del brano.
Alla fine, l’unica verità è che se vuoi capire davvero il valore di una band la devi vedere su un palco e gli Skanners sono una grande band, con un grande frontman e con una formazione che mescola validamente la “vecchia” guardia con la nuova. Se vi capita, andate a vederli, il divertimento è assicurato.

SETLIST SKANNERS
1. Intro (High Hopes)
2. Welcome to Hell
3. We Are Night
4. We Rock the Nation
5. Blood In My Eyes
6. Iron Man
7. Factory of Steel
8. Metal Party
9. Dirty Armada
10. Skanners
11. Starlight
12. Rock City
13. Turn It Louder
14. Hard and Pure


METTIAMO INSIEME LE COSE
Dicevamo: cosa c’è di meglio che andare di corsa in un bel locale a gustarsi un festival metal ad ingresso gratuito (per i possessori di tessera ACSI. Per gli altri, il prezzo della tessera, 10€)? Niente. Così abbiamo fatto e così hanno fatto anche l’altro centinaio e oltre di persone che si sono ritrovate all’Exenzia per una serata di metal. Purtroppo, il tempo ci ha messo lo zampino, riducendo probabilmente il numero di presenti (anche se poi abbiamo sentito di persone provenienti da Bergamo, Roma, Pesaro etc.) e procurando diversi grattacapi tra cui l’assenza di Danilo Antonini dei TIR e il ritardo dei Revenge. A questo sommiamo qualche problema tecnico che ha funestato in particolare l’esibizione dei Rosae Crucis. Il bilancio complessivo è comunque positivo, vuoi per il discreto numero di persone presenti, vuoi per l’impegno e il sudore messo in campo dalle band, vuoi per qualche bella sorpresa come l’esibizione dei Revenge, vuoi per la ottima prova degli Skanners, vuoi per l’entusiasmo e le buone prospettive di una band come i I Compagni di Baal e l’affetto che il pubblico ha dimostrato nei confronti di TIR e Rosae Crucis. Insomma, nel complesso, anche se non tutto è andato come doveva e resta forte la sensazione di un festival che non ha dato tutto quello che poteva, la serata è stata più che positiva e il pensiero che un festival del genere si sia potuto organizzare in Italia fa piacere. A gratis, oltretutto. Quindi, un brindisi e un applauso all’Acciaio Italiano Festival, anche se la speranza è che occasioni del genere possano ripetersi con una frequenza maggiore, finché ci appaia del tutto normale che si possa andare ad un festival composto di sole band italiane per bersi una birra, parlare con gli amici e ascoltare tanta buona musica. Alla prossima.



ivancarli
Mercoledì 6 Marzo 2013, 15.05.23
13
grandissimo evento, non vedo l ora che ci sia il seguito, pur non entrando in merito alla polemica trovo anch io gli skanners molto sopravvalutati...nell underground italiano ci sono centinaia di gruppi migliori..i REVENGE sono migliori!!!
PODAROL85
Domenica 3 Marzo 2013, 23.11.20
12
No No non sono degli Skanners ma secondo il mio parere bisogna essere sicuri di quello che si dice prima di parlare comunque non voglio far polemica,non mi interessa per niente la cosa.Ciaooooo
Delirious Nomad
Domenica 3 Marzo 2013, 22.46.32
11
Se quest'ultimo commento é di uno degli skanners (non penso e spero di no hehe) allora manaroth85 ha tutte le ragioni del mondo!
PODAROL85
Domenica 3 Marzo 2013, 22.31.34
10
MANAROT85 E' SOLO INVIDIAAAAAAAA
LAMBRUSCORE
Sabato 2 Marzo 2013, 11.24.28
9
@Manaroth, ho capito adesso cosa intendevi, è chiaro che quando conosci le persone, poi magari le critichi se ti stan sul cazzo, anch'io lo faccio e seguendo il tuo discorso, ti dico che c'è parecchia gente che non sopporto, alcuni pseudo-musicisti che si danno tanta merda quanta farei mangiare io a loro (ma nel vero senso della parola), però permettimi di dire che solo per il fatto che non ti sono simpatici non si può tirar della merda (appunto) sulla qualità di un gruppo eh? i 3 da te citati alla fine del primo post, hanno stili differenti, non si possono paragonare tra loro, dai...
manaroth85
Sabato 2 Marzo 2013, 11.11.46
8
@LAMBRUSCORE io non critico mica il festival o che anzi vivo andando in giro x concerti, la mia critica era rivolta solamente verso gli skanners, li trovo veramente sopravvalutati, poi essendo del mio paese non immagini quanto se la tirano manco fossero i MAIDEN..magari ci fossero più festival cosi credimi...io criticavo esclusivamente loro..
troll in the dark
Sabato 2 Marzo 2013, 0.54.52
7
peccato che non sono potuto venire causa via crucis in via nazareth per la quaresima quella sera... sob sob
Sambalzalzal
Venerdì 1 Marzo 2013, 22.39.14
6
peccato non essere potuto andare e mi dispiace sentire dei problemi capitati ai Rosae Crucis. Sarebbe stata anche una buona occasione per vedere dal vivo i Compagni Di Baal...
THOR OF VALHALLA
Venerdì 1 Marzo 2013, 22.05.17
5
Bel report,grandi!!!Però mette veramente tristezza leggere che i concerti dei gruppi italiani per giunta gratuiti attirano poco pubblico poi non ci lamentiamo se i gruppi meritevoli fanno poche date e quei mafiosi fottuti della live possono permettersi di lucrare allegramente alla nostra faccia con i nomi famosi.Avevo una gran voglia di venire soprattutto per tornare a vedere i mitici Rosae crucis ma purtroppo fare più di 300 km e attraversare gli appennini con tutta quella cazzo di neve che è venuta giu sabato scorso era davvero dura,mi meraviglio invece dei metallari toscani ma dove cazzo eravate?????
jek
Venerdì 1 Marzo 2013, 20.55.22
4
Complimenti Lizard, report molto bello. I Revenge li avevo visti nei primi anni '80 ed ero andato al concerto per vedere il "mitico Red Crotalo"! Non sapevo fossero ancora in circolazione.
LAMBRUSCORE
Venerdì 1 Marzo 2013, 20.48.25
3
Infatti, Manaroth85, vuoi avere i tuoi gruppi preferiti GRATIS magari nel garage di casa tua? Mo lasa lè dai....
Lizard
Venerdì 1 Marzo 2013, 19.19.06
2
Mi sembrava troppo bello che ancora nessun troll avesse commentato.
manaroth85
Venerdì 1 Marzo 2013, 18.48.42
1
onestamente i skanners son degli esaltati, e i due giovani sono ridicoli..visti tante volte e li conosco..penso che in italia abbiamo gruppi molto migliori, che non fanno ste canzoncine da rit facili x ragazzine..gruppi come necrodeath, sadist, death ss, ecc sono avanti anni luce...
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