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MICK JAGGER - Gli eccessi, la pazzia, il genio
04/03/2013 (5681 letture)
Spiegare le ragioni dell'acquisto dell'ennesimo libro riguardante il mondo dei The Rolling Stones è un po' come spiegare le ragioni per cui questo libro è stato scritto e pubblicato, ed è un po' come spiegare le ragioni per cui, dal 1962 ad oggi, un numero sterminato di gente abbraccia e professa il culto della band londinese; fascino, attrazione viscerale, mito senza tempo: sono solo alcuni dei tratti principali che delineano il profilo di uno degli amori più burrascosi e nel contempo intensi dell'età contemporanea. L'argomento rockstar è stato tra quelli di cui indubbiamente si è detto, scritto e speculato enormemente dalla seconda metà del secolo scorso ad oggi, quindi perché avvicinarsi ancora all'ultimo libro-biografia di una infinita serie?
Intanto perché su personaggi di tale livello e complessità, per quanto si possa dire o scrivere, non si risulterà mai esaustivi abbastanza: l'essenza in loro insita sarà sempre capace di sfuggire dalla totale comprensione di chi si avvicinerà alla materia; motivo per cui varrà sempre la pena –in un modo o nell'altro– studiare ed approfondire l'argomento. Ciò indubbiamente è rivolto non solo agli appassionati più specifici e certosini, ma anche agli spettatori –per così dire– più generici, coloro i quali sono attirati dal magnetico fascino trasmessogli dalle generazioni che li hanno preceduti: determinate icone, e le epoche a loro indelebilmente legate, potranno sì risultare lontane da noi nel tempo, ma essere viceversa così maledettamente vicine ai nostri cuori.

IL LIBRO
"Se scrivessi quel che è veramente successo nella mia vita, nero su bianco, la gente rabbrividerebbe.
Il libro ripercorre idealmente, attraverso i suoi dieci capitoli, più di un secolo, partendo sì dal fatidico 26 luglio 1943 –giorno di nascita di Michael Phillip Jagger– ma spingendosi anche più indietro, sino alle più prossime origini famigliari di una delle figure più luminose del firmamento del ventesimo secolo, per arrivare, cronologicamente parlando, al significativo venerdì 12 dicembre 2003, giorno dell'investitura a baronetto della rockstar, fin verso la fine del decennio.
Uscito in occasione del mezzo secolo di storia della rock band inglese, la biografia ripercorre anno dopo anno gli eventi principali della vita del cantante e della leggenda di cui è frontman, ma anche i retroscena meno noti, mostrando una spiccata propensione al particolare e all'aneddoto; una completezza di informazioni nata dalle innumerevoli interviste ad amici, parenti, colleghi, collaboratori, mogli ed ovviamente amanti, in una carrellata di citazioni che, integrate a metà volume da numerose foto inedite, candidano a tutti gli effetti questo libro al ruolo di migliore fonte esistente sull'argomento.
Poi c'è l'autore, Christopher Peter Andersen (nato il 26 maggio 1949), a rappresentare una garanzia nel campo saggistico: giornalista e scrittore americano con all'attivo 32 libri, numerosi dei quali tradotti in più di 25 lingue e di cui ben 14 entrati nella classifica dei bestsellers del prestigioso New York Times; oltre a questa testata, altre e di alta popolarità hanno visto la sua collaborazione: Time Magazine, The New York Daily News, Life, Vanity Fair, che certamente vanno ad impreziosire un curriculum di tutto rispetto. Già nel 1993 Andersen ha avuto modo di misurarsi con un progetto molto simile a questo, Jagger Unauthorized, che vide il diretto interessato dichiarare in seguito: penso che la mia reputazione ne sia uscita immacolata. La vita dello scrittore e della band inglese si intersecarono molti anni prima in realtà, nel lontano 1969, quando quest'ultima si esibì allo storico Altamont Rock Festival, in California, durante il quale il primo era presente in veste di inviato del Times; da lì le due strade viaggiarono su linee differenti, ma parallele: iniziò un lungo percorso che vide lo statunitense raccogliere nel corso degli anni una considerevole quantità di materiale e testimonianze (all'inizio, il rocker arrivò addirittura a chiedere alle persone a lui più vicine di non parlare con lui, cosa che però servì, alla lunga, a ben poco) che confluirono nella sopraccitata pubblicazione del '93 e soprattutto nel qui presente libro, più completo ed esaustivo.

IL CONTENUTO
Come detto, questo volume parla dell'intera vita di Mick Jagger, dalla sua nascita e formazione nel sobborgo di Dartford sino alla ribalta mondiale che gli ha valso l'indicativo ed al contempo riduttivo status di icona della musica e dello spettacolo.
Ribelle, spregiudicato, eccessivo, beffardo, scandaloso, provocante e provocatore, drug e sex-addicted. Si potrebbe continuare su questi toni per molto ancora e non essere al contempo riusciti ad inquadrare la sua discussa, esplosiva e complessa personalità. E' questo il difficile scopo non dichiarato di Mick Jagger: gli eccessi, la pazzia, il genio, portare alla luce tutti i pezzi del puzzle e farne mostra con tutte le loro contraddizioni, con completezza di punti di vista.

Sono nato in mezzo ad un uragano di proiettili. (da Jumpin' Jack Flash)
A cominciare dall'infanzia: cresciuto in una famiglia borghese dal carattere severo, il piccolo Michael dimostrò sin dalla più tenera età un vivo interesse per la musica, insieme ad una propensione ancora più marcata a mettersi in mostra, centralizzando l'attenzione e tentando in ogni occasione possibile di compiacere –aspetti decisivi anche nel Mick rockstar. Altre peculiarità presenti sin dall'infanzia sono lo stile e le movenze (nate ascoltando artisti del calibro di Benny Goodman e Glenn Miller, non certo a ritmo dell'ancora non esistente rock 'n' roll). "Saltava a destra e a sinistra ruotando i fianchi come non avevo mai visto fare a nessuno" dichiarò in proposito la madre, "era come se dentro di lui la musica avesse attivato un interruttore" – e l'avvicinamento al primo e mai finito amore per l'R&B di artisti come Robert Johnson, Howlin' Wolf e Muddy Waters –"Quella è stata la prima volta che ho ascoltato la black music; il mio primo incontro col pensiero americano". Seguito inevitabilmente dal rock 'n' roll di Chuck Berry o Little Richard –musica "da savana", secondo il padre.

Per quel che ricordo dei vecchi tempi, diceva che ciò che più desiderava al mondo era diventare ricco. (Chris Jagger, il fratello)
Studente modello, la futura rockstar iniziò progressivamente a mostrare i primi segni di ribellione nell'adolescenza, culminati con l'abbandono della facoltà universitaria di economia, per abbracciare le proprie aspirazioni musicali. La sua prima esperienza fu in una band chiamata Little Boy Blue and the Blue Boys con l'amico Dick Taylor, col quale condivideva la grande passione per il rock, ma soprattutto per il blues: "Naturalmente tutti amavamo il rock, ma quello che dal mio punto di vista rendeva Mick interessante era la sua passione per il blues. In Inghilterra erano ben pochi che conoscevano questo genere di musica, ed ecco questo qui che sapeva tutto quel che c'era da sapere di Muddy Waters e Bo Diddley".
Ma fu un altro incontro, il terzo della loro vita in realtà, a dare una significativa sferzata agli eventi, contribuendo a scrivere la storia: l'incontro con Keith Richards. Quest'ultimo, chitarrista autodidatta e già amico di Dick, entrò nella giovane band come seconda chitarra; l'intesa fra i due fu subito chiara e non solo a livello musicale, tanto che amavano dire di sé di essere fratelli nati per sbaglio da genitori diversi. Il nuovo entrato fu conquistato dalla personalità del cantante, "attratto dalla sua intelligenza, dal suo atteggiamento teatrale e dalla sua ambizione", mentre quest'ultimo considerava Keith un po' quel che avrebbe sempre voluto essere, ovvero un ribelle solitario, un "delinquente incallito, vero teppista" come ricordò affettuosamente e con ammirazione l'amico Taylor: "una persona molto più libera di Mick". "A quel punto della loro carriera" ricorda Phil May, musicista che condivise lo stesso palco durante le prime esibizioni, "erano tutti ancora dilettanti, ma Mick aveva già allora qualcosa di unico: poteva entrare nello spirito di un testo blues e dargli espressività; invece di cantarlo e basta, riusciva ad interpretarlo immedesimandosi".
L'ultimo incontro ad avere contribuito a scrivere la storia avvenne una sera, quando i giovani assistettero alla performance di una band in cui militava un chitarrista slide di evidente personalità, "Elmo Lewis", alias Brian Jones. Fatta la sua conoscenza, venne deciso di unire le due band in un'unica e fu lo stesso Brian a prendere inizialmente in mano il progetto da leader, dando egli stesso il nome al nascente gruppo ispirandosi al brano Rollin' Stone di Muddy Waters; la band si esibì per la prima volta nello storico Marquee Club di Londra, il 12 luglio 1962: stiamo parlando, ovviamente, dei Rolling Stones.

Mick è sempre stato consapevole del posto che aveva nell'universo e di cosa significasse. Ha sempre visto se stesso come un simbolo e se poteva spingersi oltre lo faceva". (Phil May)
Da qui in avanti, la vita e la carriera di Mick Jagger, come dei Rolling Stones, prese sempre più l'affascinante quanto impervia strada del successo, ma di pari passo all'eccesso. A cominciare dalle droghe: il suo primo contatto risale al periodo universitario, nel quale però si distinse per un certo disinteresse e distacco; negli anni a venire, come inevitabile che potesse essere, anche lui iniziò ad avvicinarsi ad esse, con un uso regolare di spinelli, ad esempio: "Aveva paura di perdere il controllo" dichiarò Chrissie Shrimpton, sua storica fidanzata per tre anni, "è questa la cosa più importante per lui, più importante dell'amore o persino dei soldi: il controllo". Senza dubbio Brian o Keith si distinsero negli anni per farne un uso maggiore e massiccio (sin dagli anni '60 attorno al gruppo iniziarono, infatti, a girare quantità generose di marijuana, cocaina, LSD, anfetamine e persino morfina ed eroina) all'opposto di Watts e Wyman che mantennero a riguardo sempre un profilo piuttosto basso, mentre il cantante si può affermare che si trovasse in una via di mezzo, per quanto ben presto sarebbe passato dallo spinello a sostanze più pesanti, aspetto che, in realtà, iniziò a diventare una parte importante della sua vita, e tale sarebbe rimasta ancora per qualche decennio.
Ma la peculiarità che contraddistinse il tirannosauro del rock e col quale distaccò enormemente ogni altro membro degli Stones, fu senza ombra di dubbio il sesso: sesso che, confermato dalla massima da lui stesso pronunciata per cui "chiunque è fondamentalmente bisessuale, lo sanno tutti", non risparmiò nessuno, uomini e donne. Tra gli uomini troviamo persone note come il "Duca Bianco", David Bowie, e persone insospettabili, tra cui esperienze giovanili con alcuni compagni di band (...), il manager Andrew Oldham, il chitarrista Eric Clapton o persino il celebre ballerino Rudolf Nureyev; riguardo alla sua sessualità, una sua nota fiamma, Bebe Buell, rilasciò una significativa dichiarazione: "Non si può dire che sia omosessuale, neppure che sia bisessuale. Lui è al di là delle categorizzazioni. Mick Jagger è la personalità più pansessuale che io conosca. Tra le donne, però, ci fu il numero di "vittime" enormemente più alto: si parla addirittura di più di 4000 donne che inevitabilmente diedero più di un cavillo alle sue relazioni più "stabili" ed ufficiali, come i due matrimoni con Bianca De Macias e Jerry Hall, e al suo ruolo di padre. In proposito, quest'ultima ebbe a dire: "Mick: grand'uomo. Pessimo marito". "Funzionava spesso così" ha ricordato inoltre una guardia di sicurezza della parte europea dei tour, "Mick aveva donne che lo aspettavano ad ogni tappa del viaggio, alcune addirittura arrivavano da altre città".
La cosa iniziò ben presto e chiaramente ad assumere le sembianze di vera e propria patologia, tanto che l'amico Keith arrivò pubblicamente a dichiarare che Mick avrebbe dovuto "mettere la testa a posto. Sai, la storia dell'agenda con i numeri delle amanti, una volta arrivati ai cinquanta è un po' eccessiva, da malati. A volte capisco cosa desidera quel vecchio stronzo: vuole diventare un novello Casanova, o un altro Don Giovanni; ha in testa solo quello, il che è crudele nei confronti delle persone che ama, ma lui è sempre stato così". Ma il vero problema di un simile modo di vivere, secondo il chitarrista, stava nel fatto che "alla fine rimani da solo e, diciamocelo, è una cosa davvero patetica".
Nel 1999, il cantante accettò finalmente di chieder consulenza ad una terapista specializzata in problemi sessuali, la cui diagnosi fu: "Penso che lo si possa paragonare ad una sorta di vampiro sessuale. Trovarsi a contatto con tantissime persone diverse lo fa sentire giovane e gli regala un sacco di energia. Non riesce ad essere fedele ad una sola compagna, ma sente piuttosto il bisogno di trarre la soddisfazione sessuale andando a letto con tante donne contemporaneamente". Peccato però che la dottoressa finì per esser lei stessa vittima del predatore che aveva in cura: "Gli piaceva sculacciarmi, e io mi mettevo a ridere perché non avevo mai provato una cosa del genere". Un impietoso e comico epilogo, non c'è che dire.

"Ovviamente, non sono certo un modello di virtù". (Mick Jagger)
Dovunque i tour dei Rolling Stones facessero tappa, non fu raro, tra i '60 e i '70 soprattutto, registrare episodi di disordine pubblico, in alcuni casi di vera e propria guerriglia urbana, segno dell'aura di fascino e pazzia che aleggiava attorno al gruppo londinese, osannato ed idolatrato come pochi altri, che dava di frequente vita ad una sorta di isteria di massa spesso incontrollabile; come quella volta a San Francisco, all'Altamont Rock Festival, evento che vide la presenza del famigerato gruppo di biker degli Hell's Angel come addetti alla sicurezza (!): 400.000 dollari di danni e quattro vittime (una di queste per omicidio) furono l'impietoso bilancio, tanto per citare il caso di maggior risonanza storica.
Follia che nel tempo si tradusse anche in insensibilità, astuzia ed opportunismo: in occasione dei problemi di giustizia e successiva morte del difficile Brian Jones, ad esempio, o dell'allontanamento del benefattore e primo manager non ufficiale della band Giorgio Gomelski e del suo successore, nonché primo manager e produttore, Andrew Oldham, Mick mostrò ben poca sensibilità, apparendo ai più praticamente indifferente. E' chiaro come la buona salute della band e della sua carriera fossero al centro delle sue preoccupazioni, ed ogni cosa ostacolasse o rallentasse tutto ciò, finiva semplicemente per essere "non gradito": "Nella testa di Mick Jagger solo una cosa aveva la priorità assoluta: Mick Jagger" ebbe a dire in un'occasione Keith Altham, amico e addetto stampa di vecchia data. Da buon uomo d'affari, Jagger non esitava a decidere mosse e comportamenti, per sé e per gli altri componenti, da tenere in pubblico, come quando per esempio fece sforzi per diffondere nei primi anni di carriera l'immagine di "singles" –nonostante all'epoca uno Stones fosse già sposato, uno avesse già in programma di convolare a nozze e gli altri si barcamenassero tra decine di amanti; il tutto a favore di un'immagine più appetibile ad un pubblico sempre più consistente di adoranti fan.
Cinismo, egoismo, propensione agli affari, tradimenti, droghe ed in genere ogni sorta di cornice alla carriera dei Rolling Stones che, inutile dirlo, portò a grandi dissensi, divisioni, contrasti, spaccature, alcune mai fino in fondo guarite, in seno alla band, in seno alla stessa creatura che li forgiò e mise sul tetto del mondo.

"E' un piccolo, astuto figlio di puttana, glielo concedo". (Keith Richards)
Ma il libro, come giusto che sia, celebra anche il genio di questa multiforme personalità.
Non ci fu infatti solamente follia ed eccesso nella complessa vita del cantante inglese, ma anche astuzia ed intelligenza, che si traducevano in un notevole fiuto per gli affari: quella freddezza, distacco e controllo tipiche dei leader e che ha indubbiamente giocato un ruolo importantissimo, per sé come per la band che si ritrovò spesso e volentieri a gestire, oltre che a guidare sul palco. Oltre ad occuparsi egli stesso degli aspetti economici e di organizzazione, dimostrò a più riprese una personalità da manager piuttosto spiccata: fino all'ultimo A Bigger Bang Tour, infatti, fu il frontman stesso ad occuparsi personalmente degli aspetti gestionali riguardanti diritti televisivi, merchandising e scenografia, come fu lui in prima persona a discutere e siglare gli accordi multi-milionari che nel corso delle decadi videro la sua band legata alle maggiori case discografiche del mondo della musica.
Mondo della musica che non rappresentò il suo unico business: vicino sin dagli anni '70 al mondo cinematografico, fu protagonista di film (rivelatisi non di rado flop) come I Fratelli Kelly, Sadismo o Freejack, velleità ed interessi che progressivamente si trasferirono ad una dimensione meno protagonistica, inaugurando in età matura –con la sua Jagged Films– una interessante carriera di produttore.
Nonostante la sua immagine ribelle ed oltraggiosa e le idee anarchiche più volte dichiarate, Jagger amò da sempre la vita mondana e il fashion design, testimoniato dalle frequentazioni altolocate da sempre avute o dalla presenza fissa nel mondo della moda, spesso beccato in prima fila durante numerose sfilate tra Parigi, Milano, New York e Londra, al fianco di qualche bellissima donna.
Ma il genio di quest'uomo va inquadrato senza dubbio tra le luci e le ombre del palcoscenico: "Sapete qual è la cosa più brutta per me? Quello str...o è uno straordinario animale da palcoscenico" ebbe a dire Bill Graham, leggendario promoter rock, ed è solamente uno dei moltissimi apprezzamenti che l'ambiente e l'intera opinione pubblica ha da sempre riservato al frontman degli Stones, dalle abilità teatrali e di intrattenimento tali da esercitare un potentissimo ascendente per chiunque l'abbia ammirato dal vivo, tanto verso le donne quanto verso gli uomini, e figura che ha sempre fatto della propria ambiguità e magnetismo gli aspetti principali e di enorme impatto della propria personalità.
Ma nell'anno del suo settantesimo compleanno, Sir Jagger non pare volersi fermare. L'uomo che una volta dichiarò di preferire la morte piuttosto che ritrovarsi a cantare Satisfaction a quarantacinque anni, appena dieci anni fa prometteva invece di andare avanti a tempo indeterminato: "Scriverò canzoni, canterò e suonerò finché ne sarò in grado, spero persino a settant'anni". Dichiarazione che suona un po' come una minaccia per i ben pensanti, ma che rappresenta una sorta di soave ed accattivante melodia per chiunque mastichi di rock e storia della musica come tutti noi.

NON TUTTI SANNO CHE...
- Keith Richards fu vittima, durante l'infanzia, di dissacranti e quotidiani atti di bullismo, al contrario del futuro collega Mick –di corporatura più alta e solito a frequentare luoghi più "borghesi"; alcuni dei nomignoli più gettonati attribuiti al futuro chitarrista erano "scimmia", per via delle orecchie a sventola, e il poco lusinghiero "mammoletta".
- La prima tappa della propria vivacissima, ossessiva e promiscua attività sessuale per Mick avvenne all'età di 13 anni, con un ragazzo dello stesso sesso: "Ho avuto le mie prime esperienze con dei ragazzi a scuola, e credo che quasi tutti i ragazzi facciano la stessa cosa".
- Alle superiori, a seguito di uno scontro avvenuto ad una partita di basket, Mick perse e ingoiò accidentalmente, prima di rendersi conto di quanto successo, la punta della propria lingua; commentò così l'accaduto un amico di allora: "aveva un tono così strano; per la verità è il tono che ha adesso.Quell'incidente gli ha completamente cambiato la voce: staccarsi un pezzo di lingua è stata forse la cosa migliore che potesse capitargli nella vita.
- Un allora sconosciuto Jimi Hendrix, in arte Jimmy James, fece audizione nel 1964 per entrare a far parte degli Stones, ma venne scartato.
- Nel dicembre 1966, nella notte in cui Marianne Faithfull tentò il suicidio al culmine del tormentato fidanzamento col cantante degli Stones, Tara Browne, playboy erede della fortunata birreria Guinness ed amico di Jagger, morì in un incidente stradale ispirando poi il classico dei Beatles A Day In The Life.
- John Dunbar, ex marito della Faithfull e persona vicina alla coppia, possedeva una galleria d'arte molto in voga nella fine degli anni '60, l'Indica Gallery, il luogo dove –per una strana concatenazione del destino– si conobbero l'amico John Lennon e Yoko Ono.
- Il 22 novembre 1968, l'allora compagna di Mick, Marianne Faithfull, abortì al settimo mese di gravidanza; avvenimento che incredibilmente accadde anche alla compagna dell'amico John Lennon, Yoko Ono, nello stesso giorno.
- Il testo del famoso brano It's Only Rock'n'Roll (but I like it) fu la risposta dell'oltraggioso frontman alle richieste della prima moglie, la quale insisteva perché lui si dedicasse ad attività ed obiettivi più "adulti", come la recitazione o persino la politica.
- Il famoso epiteto di Glimmer Twins nacque durante una insospettabile crociera: mentre le due rockstar si scolavano un whisky dietro l'altro ad un bar, una donna in là con gli anni, che non riusciva ad identificare le loro facce, continuava a chiedere chi fosserò, dicendo "Avanti, chi siete? Non ci dareste un indizio?" ( "Won't you give us a glimmer?").
- Tra le oltre 4000 relazioni avute da Mick Jagger figurano anche Madonna, Carla Bruni, Uma Thurman, Angiolina Jolie e addirittura una first lady, la canadese Margaret Trudeau.

VALUTAZIONI
Come visto chiaramente dagli esempi, il libro di Andersen è costellato da numerosi aneddoti –spesso e volentieri supportati da citazioni e testimonianze dei diretti protagonisti– che rappresentano senza dubbio l'aspetto più prezioso di questo prodotto. La loro presenza, oltre che stimolare piacevolmente la lettura, contribuisce a delineare in maniera più definita il profilo di uno dei personaggi più importanti e complessi che la storia del rock ha avuto. I temi trattati sono molteplici e ben argomentati, senza tralasciare i rapporti complessi e complicati con l'amico/nemico Keith Richards, con le mogli ed in genere con le madri dei suoi figli, dando spazio inoltre all'inedita veste di padre, ignota ai più. Insomma, un tutto tondo particolarmente esaustivo, che saprà saziare senza alcun dubbio gli appetiti più voraci; la ricchezza dei contenuti del libro, grande punto di forza, potrà però al contempo rappresentarne il punto debole, data l'alta dovizia di particolari, soprattutto quando la lettura si addentra su questioni private piuttosto lontane dal mondo dei palcoscenici e della musica, al mondo insomma che senz'altro più affascina e attira di Sir Mick Jagger; colui che, a conti fatti, incarna in un'unica figura le luci e le ombre, gli aspetti più esaltanti e i più controversi, in cui sono confluiti ed allo stesso tempo sono nati iconografia, immagine, ambizione, identità ed anima, di un intero movimento. Il suo personaggio è il rock stesso: non nella sua accezione più crudemente formale e semantica, piuttosto in quella più concettuale e complessa, in quella vivida e trasudante di storia e misticismo, di realtà e leggenda. Anche parlare di "personaggio" appare come una mera convenzione: non esiste personaggio e non esiste persona, non un aspetto che travalichi l'altro o che se ne discosti, ma piuttosto un amalgama di entrambe le dimensioni. Nella dimensione in cui ci si muove la realtà non sarà altro che spettacolo, lo spettacolo nient'altro che la realtà medesima; non ci si ritroverà a muoversi su piani differenti, perciò, ma su piani complementari e contigui, divisi e legati da una sottile linea che scende sì verso la dannazione dell'eccesso, ma nel contempo è in grado di salire verso l'immortalità del genio.

"Sono una delle cose migliori che l'Inghilterra abbia prodotto. Io e la regina"

::: ::: ::: RIFERIMENTI ::: ::: :::
AUTORE: Christopher Andersen
TITOLO: Mick Jagger - Gli eccessi, la pazzia, il genio
EDITORE: Sperling & Kupfer
TRADUZIONE: Gabriella Ballarin
N° PAGINE:374
PREZZO: € 18,90



silvia
Martedì 4 Agosto 2015, 0.51.15
17
Questo libro mi ha fatto capire che uomo sia Mick Jagger. Per prima cosa ho notato che è un vero uomo d’affari e seconda ma purtroppo vera è che non è più lo stesso Mick di un tempo. Continua a partecipare a feste sfrenate ad andare a letto con ragazzine anni più piccole di lui ma non è più il Mick del 1963. Andava indistintamente a letto con uomini e donne, ha fatto grande abuso di droghe ed è finito in carcere per questo. Ma la cosa che più manca a me, ma sicuramente manca a tutti è l’amicizia fantastica ormai svanita dei glimmer twins . Non vedo più quell’affiatamento di un tempo, le intese che si lanciavano con un solo sguardo. Anche Keith ha notato il cambiamento di Mick e anche a lui manca il suo gemello. Sicuramente grazie a questa lettura ho qualche conoscenza su una parte della storia che ha influenzato intere generazioni e che continua a farlo.
Il Vero Macho
Martedì 16 Luglio 2013, 21.13.05
16
caro francesco, se leggi bene la spiegazione c'è subito dopo: sono brutti tempi di poca virilità... la televisione è piena di gay (senza offesa per la categoria e senza far polemiche...)
Francesco
Lunedì 15 Luglio 2013, 22.31.37
15
Il Vero Macho: perché questi sarebbero brutti tempi? Sentiamo
BILLOROCK fci.
Venerdì 8 Marzo 2013, 10.33.30
14
Bello questo articolo su Mick JAGGER, finalmente una rock star che non arriva dai sobborghi e non si dal al rock per ribellione. Per il resto che dire, rappresenta un pò la solita icona del genere, fuori di senno, sesso e droga a go-go, droga che nel 90% dei casi arriva dopo il successo e dalle brutte compagnie che gravitano con le band.
Sambalzalzal
Mercoledì 6 Marzo 2013, 14.24.23
13
Ahahahahahahah ma io credo che quell'affermazione fosse volutamente assurda x prendere per il culo la gente, ragazzi e specialmente gli omofobi! Questo da bisessuale s'è trombato tante di quelle fighe che non abbiamo idea, altro che!
xXx
Mercoledì 6 Marzo 2013, 14.10.54
12
ahahah...W LA GNOCCA!!! oltre a questo bell'articolo!
Lizard
Mercoledì 6 Marzo 2013, 13.59.04
11
Certo capisco che in confronto a Jerry Cala' e a "il mona", Mick Jagger impallidisce.
Metal Maniac
Mercoledì 6 Marzo 2013, 13.19.30
10
@tommi: in un film di jerry calà "il mona" era il marito cornuto di quella gran figa di sabrina salerno! ah ah ah!
Elluis
Martedì 5 Marzo 2013, 19.47.21
9
Mi unisco anch'io fieramente al grido di "W la foca, che Dio la benedoca" !! Detto questo, Jagger è un assoluto numero 1, un'icona assoluta del rock degli ultimi 50 anni (festeggiati l'anno scorso con i suoi Rolling). Dal vivo è un vero showman, con una forza e un vigore che nessuna rockstar sua coetanea si può sognare di avere; canta, balla e corre a destra e sinistra del palco (di solito gigantesco) come un ragazzino di 20 anni; averne di rockstar così nel metal............
tommi
Martedì 5 Marzo 2013, 18.44.11
8
la mona...aaaah...mi fai venire in mente alcuni film di jerry calà...
tommi
Martedì 5 Marzo 2013, 18.42.22
7
si davvero...che affermazione quella sui ragazzini...ridicolo...sarà anche una leggenda ma credo che musicalmente gli stones non siano poi così sublimi...
il vichingo
Martedì 5 Marzo 2013, 18.39.07
6
... e chi la dona!
il vichingo
Martedì 5 Marzo 2013, 18.38.35
5
Quoto i due commenti qui sotto! Come si dice dalle mie parti: VIVA LA MONA!!!
Radamanthis
Martedì 5 Marzo 2013, 17.00.42
4
Grazie ad Odino sono io il "diverso" secondo il metro di giudizio di Mick...W LA PATATINA SEMPRE!!!!
Il Vero Macho
Martedì 5 Marzo 2013, 15.01.09
3
"Ho avuto le mie prime esperienze con dei ragazzi a scuola, e credo che quasi tutti i ragazzi facciano la stessa cosa"... a' jagger, ma che stai a di'? queste cose le farai te e tutti quelli come te, a me non è mai capitato e non mi è neanche mai passato per la mente, e credo (spero) che la maggior parte degli uomini la pensi come me... dovesse avere ragione lui, cioè che quasi tutti come prime esperienze abbiano esperienze omosessuali, allora sono fiero di ritenermi io il "diverso" e di andare controcorrente... anche in questi brutti tempi di poca virilità, W LA PATATINA, ora e sempre.
Richard
Martedì 5 Marzo 2013, 13.49.05
2
.facciamo anche 60 anni ...che insieme a quella di Keith Richards fanno 120 di anni...!!!
Lizard
Martedì 5 Marzo 2013, 10.42.31
1
Una biografia di Mick Jagger... Praticamente come attraversare cinquant'anni di rock... Non male.
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La copertina del libro
ARTICOLI
04/03/2013
Articolo
MICK JAGGER
Gli eccessi, la pazzia, il genio
 
 
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