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COMA (ITA) - Revival thrash? Suoniamo quello che sentiamo!!
17/03/2013 (3019 letture)
Lizard: Ciao ragazzi, benvenuti su Metallized! La prima domanda è d’obbligo: volete presentare la band ai nostri lettori?
Antonio Sanna: Ciao a tutti e grazie mille per l’opportunità di poter scambiare quattro chiacchiere con voi. Per noi è un onore poter condividere la nostra seppur piccola esperienza, le nostre passioni e anche una parte della nostra vita con la vostra webzine ci riempie di orgoglio: alla fine non tutto è stato vano! La band, come già hai scritto sulla recensione, è nata nel 2001 quasi per gioco. Piano piano abbiamo cominciato a crederci davvero e questo è il risultato! Infatti non smetterò mai di ringraziare Davide, Emanuele e Fabio per l’impulso che hanno dato al gruppo in quella lontana notte di agosto di 12 anni fa! Eravamo quattro giovini metallari con la passione comune per il thrash metal anni ottanta, e ritrovarci in una sala per suonare quello che ci piaceva è stato un passaggio abbastanza naturale. Ora quello che ci unisce va ben oltre la passione per il thrash: è più un legame fraterno (vabbé, tra me e Michele è anche abbastanza facile!), una comunione di intenti, un voler raggiungere tutti lo stesso obiettivo! Ora nella band siamo sempre in quattro: io alla voce e chitarra, Fabio Sinibaldi (co-fondatore di questo progetto) al basso, Michele alla batteria e Daniele Manca, già negli Shardana e Rise After Defeat, all’altra chitarra.

Lizard: Sappiamo che la band ha preso il proprio nome dalla canzone omonima degli Overkill: che importanza ha avuto nella vostra formazione il periodo passato realizzando cover? Pensate sia un passaggio necessario per una band cominciare così?
Antonio: Innanzitutto c’è da dire che non abbiamo mai dedicato troppo tempo alle cover: ovvio che qualcosina di nuovo la provi sempre, magari anche come “riscaldamento” prima delle prove, anche per cambiare un po’ la routine, ma noi da subito ci siamo dedicati alla stesura di pezzi di nostra produzione. Certo che all’inizio è fondamentale incontrarsi con gli altri membri della band per provare un paio di brani, per vedere se scocca la scintilla, se la chimica è quella giusta! Il nome Coma deriva dal fatto che all’inizio Horrorscope era la colonna sonora giornaliera di tutti e quattro, e una delle prime canzoni provate era Infectious di quell’album!
Fabio: Al di là della storia dei Coma, che praticamente da subito si sono messi a scrivere canzoni proprie, io trovo che la preparazione delle cover e la scrittura di materiale proprio siano due strade che per un musicista vanno di pari passo. Se ascoltare musica gli è fondamentale (oltre che naturale) come per un scrittore leggere libri, preparare delle cover permette uno studio più approfondito del brano. Questo studio, oltre ad obbligare il musicista ad utilizzare la tecnica necessaria all'esecuzione, impone ai membri del gruppo di affrontare un arrangiamento così come pensato da altri. Oltre all'occasione di una valorizzazione del proprio sound, pone quindi un modo diverso di scrittura dei brani. Questo può essere sia uno spunto, che un occasione per contraddistinguersi.

Lizard: In questi anni la band ha subito molti cambi di formazione: avete trovato una vostra stabilità interna adesso?
Antonio: Direi di si! Diciamo che ci è andata molto bene. Infatti a marzo 2012 ci siamo trovati io e Michele da soli. Non esisteva una vera e propria band, o almeno, non come la intendiamo solitamente. Il dover partire in tour con i Master dopo meno di sei mesi, e dover registrare un disco in ancora meno tempo ci ha “costretti” a trovare dei nuovi innesti. Con Fabio è bastata una telefonata, mentre Dani è entrato a far parte del gruppo in corso d’opera: quello che doveva essere un aiuto per il tour si è trasformato in un ingresso in pianta stabile verso la fine di Settembre, giusto in tempo per il primo live.

Lizard: Arriviamo quindi al vostro debutto, l’ottimo Mindless: volete raccontarci qualcosa della sua realizzazione? In che periodo di tempo sono state scritte le canzoni e come nasce una canzone dei Coma?
Antonio: Alcune canzoni dell’album sono state scritte durante il primo periodo, quello con la formazione originale (Mindless, Full of Nothing e Old Man), mentre le altre sono state composte tutte negli ultimi cinque anni. Fa un po’ strano dire cinque anni, ma c’è da dire che il gruppo ha sempre subito alti e bassi, con forti accelerazioni e altrettanto brusche frenate. Pensa che per tre anni non abbiamo suonato perché io ero fuori a studiare, mentre comunque sia nell’ultimo periodo, a causa del lavoro, non è che abbia potuto dedicare tutto il giorno a fare solo questo! Fondamentalmente le ultime nate sono Again, My Venom Inside e Under Attack. Le nostre canzoni nascono quasi tutte allo stesso modo: tutto parte da un riff che mi frulla in testa, che solitamente associo ad un “tema” (che poi magari rimane chiaro solo a me), che piano piano si trasforma in un abbozzo di canzone; quando più o meno mi soddisfa prendo la chitarra e provo a buttar giù uno scheletro. Una volta fatto questo, la porto in sala e assieme agli altri la smontiamo e la rimontiamo, sin quando non suona come ci piace! Per quanto riguarda le linee vocali devo fare una confessione: le improvviso, più e più volte, sin quando non mi rimane in testa quella che, per forza di cose, deve essere quella giusta, perché deve essere cantabile e suonabile allo stesso tempo… mica sono Hetfield che fa quello che vuole! Per le liriche invece mi rifaccio al “tema”: tendenzialmente le scrivo io, ma alcuni testi sono in condivisione con Michele, che è molto più poeta di me. Ah ecco, scrivo direttamente in inglese.
Michele: Ovviamente prima della realizzazione del disco anche i pezzi vecchi hanno subito un restyling potente, con tagli e aggiunte a seconda delle necessità. Alcuni pezzi sono stati modificati durante le sessioni di registrazione. Effettivamente non abbiamo fatto una vera e propria pre-produzione; i pezzi sono stati stravolti più volte nel tempo. Molte idee, soprattutto per arrangiamenti vari, ci sono venute mentre Antonio registrava le ritmiche. Altre modifiche e aggiunte, come per la parte con archi, cori ecc al centro di Last Aim, ci sono venute (grazie soprattutto all’aiuto di Riccardo Atzeni che ha mixato l’album) in fase di mix.

Lizard: Come ho scritto nella recensione, si potrebbe pensare che il revival thrash non abbia in realtà niente da offrire, che sia una operazione tutto sommato sterile. Per voi cosa significa suonare questo genere nel 2013 e quali sono gli obbiettivi che vi prefissate musicalmente?
Antonio: Infatti leggendo la recensione per la prima volta, le prime dieci righe sarebbero state un buon motivo per lanciarmi dalla finestra! In realtà, per fortuna, poi non è stato necessario! Ti dirò: non lo vedo come revival thrash, lo abbiamo sempre fatto. Personalmente ho sempre ascoltato questo genere e continuo a farlo, quindi per me è naturale al 100% scrivere pezzi che poi possono essere etichettati come thrash. Che sia il 2013, il 2050 o (almeno fosse) il 1983 non ci sentiamo fuori luogo: non è un modo per andare controcorrente o per fare gli alternativi. Ci viene spontaneo così.
Michele: Sai, in realtà non credo che sia poi così strano suonare thrash nel 2013; nel senso, ognuno suona quello che si sente. Non credo che uno suoni in base alla “moda” del periodo. E’ una cosa che ti viene da dentro. Per noi questo è il modo giusto per divertirci e stare “bene”. Poi, come diceva Antonio, che sia il 2013 o il 1983, credo che importi poco. Non lo facciamo per la “voglia” di revival, è semplicemente il modo migliore che conosciamo per essere noi stessi, per farci conoscere e per far vedere chi e come siamo. Magari non lo facciamo meglio di altri, e come tu stesso hai detto, non siamo dei campioni, ma questo è quello che a noi viene naturale!
Antonio: E’ anche vero che sono rari i casi in cui trovi un album thrash all’altezza dei classici: giusto Dark Roots of Earth si avvicina all’ultimo (secondo me) grande album thrash: The Gathering (non mi piacciono i Testament… Ride). Quali siano i nostri obiettivi è una bella domandona. Sicuramente suonare il più possibile dal vivo, anche perché suonare in sala è come farsi una sega e chiedersi “ti è piaciuto?”. Scrivere nuovi pezzi, partorire nuovi dischi, fare altri tour, conoscere persone che ti possano davvero aprire gli occhi con le loro esperienze (per me GL Perotti e Paul Speckmann su tutti), vedere tanta gente che si sbatte sotto il palco, portare la musica ovunque (essere distribuiti anche negli Stati Uniti un po’ di brividi me li da…). Sarei ipocrita se negassi che vorrei vivere di musica, fare di una passione un vero lavoro, che come ogni lavoro richiede sacrificio e in cambio ha la remunerazione, ma non siamo più negli anni 80, quindi già questi obiettivi mi bastano!
Fabio: Ma alla fine ti è piaciuto? (Penso che l'intervista in questione sia già un buon indizio! NdA)

Lizard: L’album si segnala per un riuscito connubio tra impatto thrash vecchia scuola e strutture musicali complesse: siete soddisfatti di quanto realizzato con Mindless o questo è solo il punto di partenza per i Coma?
Antonio: Più che soddisfatti dell’impatto che ha avuto e sta avendo sul pubblico, di come suoni (ricordiamoci che l’abbiamo fatto quasi totalmente nel nostro home studio, escluse le voci che sono state acquisite al V-Studio di Villy Cocco, a Cagliari) e di come renda dal vivo. Avendo registrato con la nostra strumentazione personale posso dire che tutto quello che sentite sul disco è effettivamente quello che sentireste stando di fronte al palco. Per farti un esempio stupido, le chitarre che senti nel disco sono naturali, abbiamo preferito evitare di usare milioni di plug-in, o comunque creare un suono riproducibile solo su pc e magari simile a migliaia di altri suoni su migliaia di altri dischi. E’ lo stesso suono che ho stando di fronte al mio ampli. Poi, che sia un punto di partenza è fuor di dubbio: l’obiettivo è migliorarsi sempre e comunque. Cosa ne uscirà del prossimo album invece proprio non lo so… step by step vedremo il risultato.
Michele: Personalmente sono molto soddisfatto del prodotto finale! Non solo per quanto riguarda i pezzi, ma anche per la produzione in generale. Non volevamo avere il solito CD super perfetto che suonasse di plastica, con batteria triggerata, quantizzata, e con i suoni uguali a milioni di altri CD (d’altronde basta avere la libreria di suoni giusta su Cubase o Logic, e tutto suona bene). Abbiamo lasciato imprecisioni, accelerazioni varie ecc. Uno degli scopi era anche quello di avere sul disco almeno un po’ di quella “carica” che cerchiamo di avere anche live. Oltretutto ci piaceva l’idea di avere un disco effettivamente suonato da noi. Se programmi la batteria, comprimi all’eccesso le chitarre ecc, cosa rimane del musicista? Con questo non voglio dire che la tecnologia sia un male, anzi! E’ fondamentale, altrimenti non avremmo neanche potuto registrare il nostro album! Quello che personalmente non condivido è annullare la parte umana dei cd. Credo che siamo tutti d’accordo sul fatto che vogliamo che i nostri futuri album siano suonati da noi, anche con tutte le imprecisioni del caso! Il risultato è che quello che siamo, o che eravamo nel 2012. Essendo il nostro primo album, è ovviamente un punto di partenza!

Lizard: Volete raccontarci come siete arrivati al contratto con la Punishment 18 e che sensazioni vi ha dato registrare l’album a un livello praticamente professionale?
Antonio: Devo innanzitutto ringraziare due persone: la prima è Claudio dei Kernel, che è stato colui il quale mi ha passato il contatto di Corrado (Breno, master mind della Punishment 18), che è la seconda persona che devo ringraziare. Fondamentalmente conosco Claudio per aver ospitato lui e la sua band durante un festival organizzato da me e dai miei soci (l’Heavy Sands, con headliner i MNEMIC) nell’estate del 2009. Lo incontrai nuovamente durante un concerto a Lucca, nel Febbraio 2010 e mi disse che un suo amico (Corrado, appunto), dopo aver sentito i brani sul myspace, era interessato a parlare con me della band. Ovviamente chiamai Corrado in zero nanosecondi, e intavolammo un discorso. Lo incontrai personalmente durante il Metal Disorder del 2010, organizzato sempre dal buon Claudio e dalla sua associazione e buttammo giù due idee di massima. Poi noi abbiamo avuto un periodo di stop, sino a quando, nel marzo del 2012, non ci siamo decisi finalmente a registrare. A registrazioni quasi ultimate, resici conto che stamparlo per i cazzi nostri sarebbe costato troppo e comunque non avrebbe avuto un briciolo di distribuzione, lo ricontattai: quello che ho trovato è stato un professionista serio che crede in quello che fa e lo fa con passione. Una volta mandati due pezzi assolutamente “crudi” e senza voce, il più era fatto: abbiamo impiegato meno di cinque minuti per metterci d’accordo. La realtà è che abbiamo avuto fortuna! Non è facile trovare persone così disponibili come è stato Corrado con noi, e posso tranquillamente affermare che in ogni caso, anche senza l’intercessione di San Claudio dai Kernel, sarebbe stata proprio la Punishment 18 la prima etichetta che avrei cercato.

Lizard: In Again avete avuto l’opportunità di ospitare un grandissimo del thrash mondiale come Craig Locicero dei Forbidden. Com’è andata? Siete riusciti a incontrarlo o comunque a parlare con lui?
Michele: Purtroppo non ci siamo mai incontrati! Sono in contatto con lui da quando ho fatto le audizioni per i Forbidden, nel 2011. Dopo aver visionato i miei video, mi era stato chiesto di partire per la California per delle prove assieme al gruppo, ma purtroppo ho avuto dei problemi col passaporto e non sono potuto andare. Ad ogni modo ci sentiamo spesso via Facebook o via mail. L’idea di averlo come ospite sul disco ci è venuta proprio mentre registravamo le chitarre ritmiche di Again! E’ stato tutto molto semplice, grazie proprio al fatto che comunque capita spesso di sentirci su FB, ecc. Non ho dovuto contattare manager o che so io; gliel’ho proposto e lui si è detto felice di poter partecipare! E’ una persona disponibilissima, nonché un vero professionista!
Antonio: Dico solo: CHE CULO! La fortuna di avere un fratello/batterista cosi bravo che si fa le audizioni coi Forbidden, mica è da tutti. Certo che se fosse partito mi avrebbe lasciato in merda.

Lizard: La scena italiana si contraddistingue spesso, purtroppo, per le rivalità tra band o per la mancanza di professionalità o umiltà. Voi avete avuto delle esperienze di collaborazione con altri gruppi italiani, c’è qualche band che vi piace?
Antonio: Da questo punto di vista l’Italia è una merda. Ma anche qua a Cagliari, su scala locale, ci sono molte di queste faide. Noi abbiamo la fortuna di non aver mai avuto questioni con nessuno (intendo qui in Sardegna), anche perché trattiamo sempre tutti col massimo rispetto e lo riceviamo da tutti in cambio (più o meno). Abbiamo avuto invece scambi di opinioni un tantino accese con altre band in Italia, ma questa è un’altra storia. Siamo molto legati ai nostri amici Subhuman, che sono probabilmente la miglior band europea del momento. Abbiamo anche avuto la fortuna di suonare con loro proprio in quel di Lucca. Siamo in ottimi rapporti anche con le Merendine, i Vexillum, i Game Over e gli Alkoholizer (nostri fratellini del nord Sardegna) su tutti.
Michi: Tra le band con cui abbiamo avuto il piacere di suonare, anche per me ci sono assolutamente Subhuman e Merendine! Per quanto riguarda la scena italiana, i miei gruppi italiani preferiti sono assolutamente Destrage e gli stessi Subhuman! Nutro immensa stima nei confronti degli amici Vexillum e adoro il loro ultimo album, The Bivouac! Per non parlare poi di moltissimi gruppi sardi e anche di Cagliari, come gli Acts of Tragedy, Lie for a Secret, Rise After Defeat, Shardana, Terrorway, Lightless Moor e moltissimi altri. Purtroppo come abbiamo già detto, ci sono sempre band che fanno di tutto pur di non riconoscere anche il più piccolo merito, e anzi tendono a sminuire gli altri gruppi (per non dire “spalare fango addosso”). Penso che sia la stessa storia un po’ ovunque.

Lizard: Com’è la situazione concerti in Sardegna? Avete l’opportunità di suonare spesso, esiste il supporto dei fans o stiamo parlando di cose tutto sommato fuori dalla realtà dei fatti?
Antonio: Tragica rende l’idea? I posti sono pochi, male organizzati e la maggior parte delle volte i gestori sono delle teste di cazzo. E te lo dico per esperienza personale, visto che quando non suono lavoro da quel lato li. Per fortuna non tutti sono cosi. Abbiamo una splendida realtà che è la Cueva Rock, del grande Valerio Alias. Anni fa c’era un movimento diverso, quasi una fratellanza tra tutti i gruppi. Ci si muoveva tutti insieme per raggiungere determinati obiettivi (come un cachet minimo, per esempio), una sorta di “sindacato METAL”. Ora la situazione è un po’ cambiata perché ognuno ha le sue priorità, e visto il momento storico di crisi, ci sono cose più importanti a cui pensare. Mi fa strano pensare alla parola fans, direi più amici che ci seguono. Sì, sono tanti e sono il motivo principale che ci spinge a fare ciò che facciamo.

Lizard: So che avete avuto la possibilità di aprire per una delle leggende del death mondiale, i Master. Com’è andata? Avete qualche episodio divertente o particolare che ci volete raccontare?
Antonio: E’ stato il primo tour ed è stato clamorosamente figo. Due settimane in giro con una leggenda come Paul Speckmann, come te la posso raccontare in quattro righe? Ti allegherei una foto, perché mi viene la pelle d’oca al solo ricordo. Come dicevo prima, la parte più bella del tour era dopo il concerto, dopo aver ricaricato il tour-bus: stare nella zona lounge, a bere, chiacchierare e stare a sentire le storie che aveva da raccontarci. Brividi. Il lato umano del tour è stato fondamentale; abbiamo conosciuto persone fantastiche, qualche stronzo, ma in linea di massima è stato quasi perfetto. Quasi perché la perfezione non esiste. Episodi esilaranti… Penso che saprai già del tour-bus incagliato a Dresda che blocca per un’ora il traffico, con annessi ennemila euro di multa e come non citare la sorpresa di trovarci il nostro caro amico Raphael Saini a Berlino (sostituiva il drummer dei Master) che saltellava come un grillo. Ce ne sarebbero milioni!

Lizard: In passato, sulle nostre pagine, abbiamo a lungo discusso del Pay to Play, quella pratica che consiste nel pagare per aggregarsi a tour di band più o meno importanti sperando che questo possa in qualche modo dare un’opportunità alla band o comunque che si possa inserire l’esperienza nel curriculum. A voi sono capitate offerte del genere e cosa pensate di questo fenomeno?
Antonio: A dire il vero no. Non ci è mai stato chiesto di “comprare” uno slot per suonare. Quando siamo andati in tour con i Master ovviamente abbiamo dovuto partecipare alle spese del tour: autista, tour manager, affitto del bus, benzina, caselli autostradali etc etc sono costi vivi che in ogni caso avresti dovuto dividere, sia che parti con un F10, che con un tourbus, che con un furgone nove posti. C’è chi ci ha accusato di aver pagato per suonare, ma io non la vedo così. In ogni caso per noi è stato un investimento che sta dando i suoi frutti, anche perché mi ripeto, il lato umano del tour è stato come una folgorazione: arrivavi a fine serata (o inizio mattina, che rende di più l’idea) con la consapevolezza che quella vita fa per te, che la vuoi fare il più a lungo possibile.
Michele: Io credo che siano due cose ben diverse. Una cosa è pagare uno slot per suonare ad un festival, una cosa è partecipare alle spese del tour, come diceva giustamente Antonio. Il problema è quando le persone non si informano su certe cose e attaccano e offendono senza pensare e senza rendersi conto di apparire ridicoli. Siamo stati attaccati perché secondo alcuni i gruppi “come noi” stanno uccidendo la scena underground, ci è stato detto di vergognarci per aver pagato per andare in tour, stiamo stati accusati di non avere nessun talento e che la dimostrazione di questo fosse il fatto che stessimo pagando per suonare in giro per l’Europa. Oltretutto siamo stati accusati di questo dalle stesse persone che due anni prima ci videro suonare e dopo il concerto si avvicinarono per chiedere consigli, pareri ecc. La cosa che questi personaggi non capiscono, è che non si tratta di “pay to play” (una delle parole preferite degli ultimi anni), ma di condividere le spese. Se un gruppo underground organizza un tour self-made e chiede ad un altro gruppo underground di partire con loro, forse il secondo gruppo non paga niente? Ovviamente ci si dividono le spese! E’ la stessa cosa con un tour come quello che abbiamo fatto noi, solo ad un livello diciamo “superiore”. Per quale motivo un gruppo “grosso” o comunque con un nome dovrebbe partire in tour con un gruppo sconosciuto e rimetterci soldi? Il motivo per cui esistono i gruppi di supporto è proprio quello, poter dividere le spese tra le band. E’ un modo per non dissanguarsi da una parte, e per farsi conoscere e suonare in posti che altrimenti non avresti mai neanche immaginato, dall’altra. Allo stesso modo non si rendono conto della “comodità” di un tour ben organizzato, con un tour manager e un autista. Il fatto che ci fosse un bus driver, ci ha permesso di riposarci durante il tragitto tra una città e un’altra, rilassarci, bere, scherzare, senza la preoccupazione di chi debba guidare, fare i cambi, stare stretti e dormire sui sedili, senza contare che non abbiamo dovuto organizzare neanche una serata e, anzi, era sempre tutto già pronto. Non dico che questo sia l’unico modo, così come non dico che sia quello giusto. Ognuno fa quello che vuole e che può. Non sono d’accordo invece sul criticare e attaccare chi non la pensa come te. Se un gruppo non vuole condividere le spese con un gruppo più grande, faccia quello che vuole. Se preferisce farsi un tour self-made da headliner, faccia pure! Ma non tollero che mi si venga a dire che quello che faccio è sbagliato, o peggio che mi si venga a toccare la mia sfera personale. Solo noi sappiamo i sacrifici che abbiamo fatto e che stiamo ancora facendo. Mi disturba che arrivi un pincopallino qualsiasi (e non parlo solo dei 18enni che ovviamente non possono avere idea di come realmente funzionino le cose), che vive con la testa negli anni 80 e non si rende conto della realtà attuale, a giudicare e sputare sentenze. Il discorso è sempre che ad alcuni va bene rimanere chiusi in sala, e fare le star del quartiere. C’è a chi questo non interessa, e si vuole mettere in gioco. C’è chi crede nelle proprie potenzialità e insegue un sogno che, per quanto possa essere estremamente difficile da realizzare, porta comunque anche alle più piccole soddisfazioni.

Lizard: Dopo Craig Locicero, se vi chiedessero di scegliere cinque musicisti/band con i quali vorreste collaborare, chi scegliereste?
Antonio: Cinque a testa?? Se ti dicessi i Metallica quante risate ti faresti? Tralasciando idoli e persone inavvicinabili, c’è un artista che tra tutti quanti vorrei sul prossimo disco: Mark Tremonti. Ha un suono fondamentalmente INCREDIBILE e suona in maniera fantastica. Un altro chitarrista che adoro e con cui mi piacerebbe collaborare (che ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere) è Alex Skolnick. Avevamo anche un’intesa di massima con un altro grandissimo cantante, GL degli Extrema, al quale mi lega una sincera amicizia: magari in futuro riusciremo a concretizzare!
Michele: A me piacerebbe poter collaborare nuovamente con Craig Locicero per il prossimo album! Il suo solo su Again è uno dei miei preferiti in assoluto! Per me sarebbe un sogno poter avere come ospiti Jon Schaffer degli Iced Earth, magari Mikael Akerfeldt, Uli Kusch, Markus Grosskopf e, soprattutto, Michael Kiske!
Fabio: John Zorn si può??? (Ride)

Lizard: L’intervista è finita, grazie per il vostro tempo. Se volete aggiungere qualcosa o lasciare un messaggio ai nostri lettori, il campo è libero!
Michele: Grazie infinite per lo spazio e per averci dato la possibilità di condividere idee e esperienze!
Antonio: Ovviamente grazie mille per la disponibilità e per lo spazo concessoci, e anche grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere tutta l'intervista. Speriamo di risentirci presto con news appetitose!! Un saluto a tutti gli amici che con il loro supporto ci permettono di andare avanti. ROCK ON!



forbiddenevil
Venerdì 29 Marzo 2013, 10.40.10
44
Ho ascoltato qualcosa e devo dire che mi piacciono.....!!! quello che mi innervosisce è questo andare contro alle nuove bands THRASH che ci sono in circolazione,che esse siano italiane o inglesi o svedesi o thailandesi.....io non lo vedo come un revival, anzi...tutto questo accanimento, sempre col dire che copiano gli altri, e cosa cazzo ci si può "inventare" nel THRASH oggi? Come fai ad essere originale nelle composizioni quando prima di te ci sono migliaia di bands pazzesche, è forse una colpa arrivare a suonare THRASH nel nuovo millennio quando prima di te ci sono stati (e ci sono tutt'ora) gli OVERKILL, TESTAMENT, DEATH ANGEL, SACRED REICH, NUCLEAR ASSAULT,KREATOR, DESTRUCTION, FORBIDDEN, EXODUS,VIO-LENCE ecc. Tutti si sono rifatti a qualcosa che esisteva prima,vedi il punk per il THRASH,e oggi queste giovani bands vengono tacciati come cloni....e che cazzo, non è che gente come EVILE, SUICIDE ANGELS, HAVOK, MUNICIPAL WASTE o i torinesi ULTRA-VIOLENCE possano oggi inventare l'acqua calda, io ascolto THRASH METAL da 28 anni,e dico 28 anni!!! Continuo ad ascoltarlo, a scoprire bands nuove o vecchie bands che all'epoca mi sfuggirono però basta con questo attacco costante....ascoltatevi a ripetizione "Pleasure of the flesh" oppure "American Way" però non rompete con questi che copiano ecc. Tutto il rispetto per chi suona la musica che ama, poi una band può non piacermi, ma questo è un'altro discorso....THRASH'TIL DEATH!!
Flag Of Hate
Domenica 24 Marzo 2013, 16.11.17
43
Sono inutili tutte e due, dato che scopiazzano gli originali.
Schifeau
Domenica 24 Marzo 2013, 15.09.54
42
@MetalKing dispiaciuto nel sentire il tuo dilemma interiore, di certo ora sappiamo quale sia il commento più inutile.
MetalKing
Sabato 23 Marzo 2013, 20.03.44
41
Non so chi tra i Megahera e questi Coma sia la band più inutile.
Sambalzalzal
Sabato 23 Marzo 2013, 11.22.14
40
Quoto al 1000%!!!
Andy '71
Venerdì 22 Marzo 2013, 18.39.56
39
Concordo Samba@ a loro lascio la stoltaggine,io il R'n'R continuerò a vivermelo come sempre,anche perchè sono nato così,ed è l'unico modo di vivere che conosco!Fuck the rest!
Sambalzalzal
Venerdì 22 Marzo 2013, 18.16.58
38
Andy@ e infatti mi hai letto nel pensiero quando parlavo di cover bands! La dimensione migliore per i veri posers! Anche a me è capitato una volta di vedere sul palco gente con i tatuaggi all' hennè o come cavolo si chiama! un vero oltraggio! Li si arriva veramente alla parodia, alla caricatura. Ma d'altronde se alla gente piacciono queste cose c'è ben poco da fare. Sono del tuo stesso parere... magari avendo una certa età alcune cose uno le digerisce meno ma meglio così cmq. tante volte mi ci faccio una risata, tante altre mi faccio venire certi giramenti di palle che non hai idea ricordando le cose come erano qualche anno fa e come sono scadute ora. Poi vabè, magari facciamo la figura degli obsoleti, degli ottusi ma i fatti rimangono. Qualità agli esordi e decadimento oggi. sia a livello attitudinale che di proposta. Ne parlavo con Billorock@ nell'articolo sulle classifiche di Rolling Stone... oggi con tutto il malcontento che abbiamo ce ne sarebbe di materiale per suonare più "ispirati" ma ancora la gente non riesce a mandare a fare in culo come dovrebbe. Non riesce a sciogliersi da certi lacci.Mi tengo sul discorso musicale ma la cosa è facilmente estendibile anche al resto del vivere...
Deathrider
Venerdì 22 Marzo 2013, 16.00.41
37
Sinceramente trovo sterili la maggior parti delle polemiche qua sotto...quante sono le band tacciate di essere derivative al debutto? Grandssimi Coma, continuate così
Andy '71
Venerdì 22 Marzo 2013, 9.00.49
36
E' il compromesso di base che non ho mai tollerato e mai mi piacerà,forse perchè più invechio e più certe cose mi fanno incazzare......E ,secondo me,un pò incazzati ogni tanto fa pure bene,basta con tutto stò cazzo di buonismo,tutti bravi,tutti che piacciono a tutti e minchiate varie.....Suona!Punto.tutto il resto,non conta!Suonare non fare marchette!
Andy '71
Venerdì 22 Marzo 2013, 8.58.10
35
Eh si caro Samba,ne avevamo già parlato,concordo in tutto,però aggiungo CAZZI LORO che non sanno vivere la musica appieno,non sanno cosa si perdono....Alla fine sono,come dico io i rocker da poltrona,quelli che non si muovono,e quando lo fanno prima di salire sul palco si mettono stivali e bandana,salvo poi toglierli appena scendono,se no al lavoro gli danno le tò tò sul culetto,quanta pena mi fanno......E il top,è stato vedere una band,che suonava anche bene con tatuaggi finti.....Io ,non dico che ti debbano piacere per forza,io li adoro e li faccio da più di 20 anni e son cazzi miei,ma farli finti per suonare sei veramente tutto scemo.......Mah.....
Sambalzalzal
Venerdì 22 Marzo 2013, 8.18.46
34
Ah si Andy@ capisco perfettamente quello che vuoi dire! Io come band incapace intendo quella che appunto non è capace di fare musica, di creare nulla di buono nonostante la bravura sullo strumento.Poi se parliamo di Roma la caduta di qualità invece c'è stata eccome (ma proprio a livello di gente che ieri era al secondo giorno di sala prove e oggi entra in studio con l'etichetta alle spalle). Non c'è più la grettezza, l'attitudine "punk" di una volta, quella del "entriamo e spacchiamo tutto perchè ci stanno sul cazzo tutti" come dici tu. Se pensiamo al primo dei Guns n Roses abbiamo il quadro chiaro di come veniva vissuta la musica all'epoca... era gente ultrasbandata, che viveva di espedienti e che si massacrava di droghe ed alcohol continuamente, però era anche gente che aveva lo strumento in mano 24h al giorno e che ha creato pagine indelebili nella musica. Ho nominato loro ma così fu per la maggior parte delle bands ora famose. la stessa cosa succedeva nell'underground e fortunatamente ancora succede seppur in minima parte,ma di certo non è portata avanti dalle persone che hanno soldi per "tentare di venire fuori". Se uno ha i soldi non è incazzato, questo è il discorso. Certa musica, certi feelings vengono fuori solo se uno è in una certa condizione spirituale, non è che vengono fuori tentando di copiare cose fatte nel 1985. Pay to play e cover bands, i due cavalli da guerra della nostra Italia che sono le due facce della stessa medaglia ovvero del compromesso. Poi mi sembra ne avevamo parlato con te anche in altra sede... purtroppo la situazione è messa veramente male...
Andy '71
Giovedì 21 Marzo 2013, 14.25.38
33
Samba@Secondo me non è nemmeno che di band imbarazzanti ce ne siano una marea,paradossalmente secondo me ce ne sono meno che 20 anni fà,ora ci son ragazzini che suonano benissimo,le band si sono quintuplicate e tutte suonano decentemente,quello che manca totalmente,e lo vedo perchè da appassionato preferisco il club o lo squatt o il pub piuttosto che grandi live,è l'attitudine,quella cattiveria e violenza che deve esserci nella nostra musica!L'attitudine vera di vivere la musica quotidianamente come stile e filosofia di vita!Ci son troppe band che vestono i panni per il live,e poi?Non vivono totalmente la musica,come per esempio 20 o 25 anni fà,o purtroppo come tante band straniere,fortunatamente non sono tutte così,ci mancherebbe ci sono anche quelle che spaccano i culi,però è quello che vedo negli ultimi anni......Preferivo allora il gruppo di 20 anni fà che veramente non sapeva suonare un cazzo,ma aveva l'attitudine giusta e la musica la "viveva"e tirava fuori un live con le palle e ti divertivi,non so se riesco a rendere l'idea?Se poi aggiungi che molte suonano tutte uguali,e poi si comprano le date o i tour capisci che è la fine!
Sambalzalzal
Mercoledì 20 Marzo 2013, 7.59.34
32
Rebellion@si, sono d'accordo con te, su questo non ci piove sicuramente. La mia critica era rivolta non alle bands capaci che investono ma a quelle incapaci che però hanno soldi da spendere. Quindi in definitiva la colpa non è appunto neanche del figlio di papà che olia certe serrature per avere facile accesso ai palchi o alla produzione ma è di chi permette cose simili. Ne va a perdere tutta la scena, se capisci quello che voglio dire. Ci dovrebbe essere selezione. Se io fossi a capo di un'agenzia e mi vedessi recapitare un prodotto di merda di una band che vuole presenziare ad un evento con la dicitura "possiamo sostenere tutte le spese per conto nostro", io non li prenderei in considerazione. Se da una parte è vero che a me personalmente non recherebbero danno è anche vero che se di bands così in quell'evento ce ne sono 6 su 10 poi in futuro potrei scordarmi di ripetere la cosa perchè il pubblico volterebbe le spalle (ovviamente) a me come organizzatore.
Rebellion
Martedì 19 Marzo 2013, 20.06.18
31
Sambalzalzal@ non ti contesto su questo, quello che dico è che c'e' una bella differenza tra chi si assume rischi e/o va in perdita semplicemente per suonare in giro, perchè questa è la sua passione e chi paga il promotore di un concerto/festival per suonarci... insomma c'e' una differenza se l'evento X che sta nella citta Y mi chiede di partecipare (magari senza alcun rimborso spese) oppure se l'evento X mi chiede 1000 carte per suonare in apertura al gruppo Y, penso che su questo possiamo essere d'accordo
Flag Of Hate
Martedì 19 Marzo 2013, 19.15.19
30
In questo discorso, il commento di Salvo spiega il tutto esaustivamente.
Flag Of Hate
Martedì 19 Marzo 2013, 19.14.04
29
Scusate il cinismo, ma che futuro puoi pretendere, se suoni un genere, il thrash (il mio preferito, a scanso di equivoci), che ha già detto tutto il possibile anni fa? Perchè uno dovrebbe comprare questo disco se ci sono gli originali? Tra una copia e l'originale uno sceglie sempre il secondo, per quanto curata possa essere la prima.
Andy '71
Martedì 19 Marzo 2013, 18.40.21
28
Rebellion@Certo che sò com'è la situazione,ci vivo da anni,però come musicista fin dagli anni '80,io ho sempre deto NO!La musica è il mio sogno e nessuno me lo deve infrangere,o peggio rubare,facendo a chi ha più soldi!Non ci son mai stato e mai ci starò,certo è più dura,molto più difficile ma ti assicuro che ho sempre fatto dischi,nel mio piccolo usando i soldi della band,ho sempre fatto ottimi live solo ed esclusivamente con le capacità della band con la quale suonavo.Si sono avvicinati persone che volevano "vendermi"date,contratti discografici ecc......No grazie,non fà per me!l'amore per la musica e la voglia innata di essere libero in tuto quello che ho sempre fatto e faro,mi ha sempre fatto declinare tali proposte!Io ho sempre sostenuto,e sempre sosterrò che come in altre cose,anche nella musica si può cambiare,e noi possiamo e dobbiamo farlo,ridando dignità alla musica,facendola tornare ai fasti di un tempo.Se siamo in tanti a dire"No grazie!" tute queste pseudo agenzie di marketing musicale,tutti qursti pseudo promoter si troverebbero altro da fare......Se i dischi non si vendono più nel culo perchè devono prenderlo sempre e solo le band?non esiste!
Sambalzalzal
Martedì 19 Marzo 2013, 17.01.28
27
Rebellion@ non so dove vuoi onestamente arrivare e non so se rispondevi a me perchè l'hai presa molto in generale ma cmq ti dico una cosa che personalmente nessuno mi può constestare, nè qui nè altrove, nè tu e nè altri. Da almeno 10 anni la qualità delle bands che vedo suonare in giro si è abbassata a livelli imbarazzanti mentre il loro numero si è più che quintuplicato, se il fatto di pagare per avere accesso ai palchi non centra allora è inutile che stiamo qui a parlarne.
Rebellion
Martedì 19 Marzo 2013, 16.30.53
26
le band spendono sempre qualcosa quando fanno date, a volte le spese vengono interamente ricoperte dai rimborsi dei locali/promotori, a volte (spesso) non succede! Ora non so, ma qui mi pare che arriviamo a giudicare come "gente che paga per suonare" e quindi "gente da boicottare" ragazzi più o meno giovani che si caricano un furgone e si fanno kilometri per suonare, ridendoci su perchè non ci hanno guadagnato un cazzo! Allora vi dico che se volete ascoltare gente che ci guadagna potete andare nel disco-pub piu' vicino a casa vostra e ascoltare un dj che vi spara una playlist mixata con il mac a casa... a quello danno 200/300 euro... abita dietro al locale, in un mese si ripaga le spese del pc... in 2 va in guadagno... cazzo, è un grande!
PaulThrash
Martedì 19 Marzo 2013, 14.17.05
25
Bel disco, ottimi musicisti, brani magari poco originali ma che prendono, io non chiedo altro e mi ascolto sia i vecchi che i nuovi!!! per il discorso pay to play, direi che ognuno ha le proprie idee in merito, ma non credo che si possano additare malamente per 8 (dico, 8...) date, di cui 5 in Italia, che hanno voluto fare per uscirsene un po' dalla loro Sardegna! Personalmente NON lo farei, piuttosto me lo farei autogestito con meno date, però non credo ci spenderei dietro molti meno soldi, ad essere onesto
Salvo
Martedì 19 Marzo 2013, 12.44.17
24
Disco ben suonato, ben prodotto e decisamente per pubblicizzato dalla label...Purtroppo la band in questione non ha la più pallida idea di cosa voglia dire suonare musica propria, dato che all'interno di uno stesso brano possiamo facilmente trovare riff presi dai vari Overkill, Exodus, Testament e company...Gli Overkill vengono davvero saccheggiati. Allora mi domando e dico: che bisogno c'è di un'altra band così se in giro gli originali spaccano ancora i muri? Perchè una band al primo disco si limita ad emulare in toto gruppi famosi anzicchè cercare la propria strada forgiando la propria personalità? Di sicuro si arriva prima al traguardo rifacendo cose proposte decadi prima...Il disco l'ho ascoltato e devo dire che non mi è dispiaciuto, ma non mi ha lasciato assolutamente nulla, se non un senso di deja-vu continuo...Non mi è dispiaciuto perchè in fondo è la musica che amo, ma tanto vale ascoltare gli originali...
Sambalzalzal
Martedì 19 Marzo 2013, 11.17.09
23
*la piega*
Sambalzalzal
Martedì 19 Marzo 2013, 11.16.04
22
Ma Infatti io, rebellion@ appunto dico che la situazione a meno di un cambio di mentalità generale, un inversione di tendenza paurosa è difficile che cambi, anzi non farà altro che peggiorare. E' tutto il contesto, la prega che ha preso che ha portato alla crisi odierna della scena hard n heavy. In un periodo dove i soldi non girano e dove per assurdo l'unico modo per emergere sono i soldi allora che succede? A livello basso emergono tutti ma a livello alto nessuno. Poi in Italia siamo a cavallo anche per quanto riguarda strafottenza e nepotismo ed ecco che vengono fuori perle di saggezza tipo quella che uno non deve fossilizzarsi negli 80' a livello di mentalità. Io non so ma solitamente una persona per migliorare/migliorarsi prende dei buoni esempi, quindi quale esempio migliore di quegli anni li che tanto hanno dato per la scena? Vabè, cmq non so se anche tu avevi partecipato mesi fa alle discussioni su come sarebbe possibile cambiare le cose, ne erano uscite di interessanti di slanci che partivano da un punto comune, ovvero che nessuno è contento di come vanno le cose oggi. Locali, gestione dei festivals, dei concerti, della distribuzione, pay to play (appunto) ecc ecc. Io quindi ancora una volta ripeto che sarebbe meglio fossilizzarsi con la mente agli anni 80' che accettare passivamente la merda che ci viene propinata oggi (non intendo la musica dei Coma).
Lizard
Martedì 19 Marzo 2013, 11.04.57
21
In realtà, gli autoprodotti qui stanno in home almeno per una settimana e se ti sforzi di leggerli (capisco che non per tutti sia interessante) noterai che le recensioni sono curate e approfondite al pari delle altre. Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Poi sottoscrivo gran parte di quello che dici.
Rebellion
Martedì 19 Marzo 2013, 10.48.17
20
Posso essere d'accordo con te, ma i termini della questione vanno invertiti... case discografiche e quant'altro ora spesso chiedono investimenti da parte delle band che promuovono e questo perchè investire su una band emergente è un investimento perso, anche se il gruppo è validissimo! Vuoi un po' di pubblicità? Te la paghi... possiamo discutereper ore su quanto sia perversa questa cosa ma non ne caviamo un ragno d un buco, se hai un gruppo, fai un disco vuoi che qualcuno lo ascolti, allora qualcosa per promuoverlo lo spendi sempre... certo, possiamo osannare l'autoproduzione da buoni italiani, salvo scoprire che poi chi si autoproduce e non vuole etichette è regolarmente snobbato dal pubblico... basta vedere la disposizione delle recensioni in questa webzine, chi non ha etichetta sta la in fondo, su una striscetta... magari ci rimne per 2 giorni invece che per una settimana.... e non se lo caca nessuno! La situazione è paradossale, hai un'etichetta? Beh... sei una maerda, avrai pagato per avere il disco nel loro catalogo, non vali un cazzo! Sei senza etichetta? Chi cazzo me lo fa fare di perdere tempo sul tuo disco che neanche la più sfigata delle etichette ha avuto il coraggio di promuoverti...
Sambalzalzal
Martedì 19 Marzo 2013, 7.34.43
19
Rebellion@ è proprio perchè il mercato è così inflazionato e non entrano più soldi per nessuno in particolare che cose simili non accadono più. Eccolo quale è stato il regalo delle varie agenzie di promoting e labels a permettere a tutti quanti di suonare sganciando qualche dollaro in più! Ma poi cmq le cose così stanno e difficilmente si cambiano. Per questo me la sono presa con la frase della band sulla gente che vive con la testa negli anni 80'. Non conosco la loro età media ma non credo loro quegli anni se li siano vissuti e goduti come tante persone qui sul sito o musicisti in giro la fuori, quindi inutile anche fare paragoni di sorta. la situazione ora è di merda, c'è chi ci si trova bene e chi no, loro a quanto pare si.
Rebellion
Martedì 19 Marzo 2013, 2.51.37
18
caro andy 71: una volta si le etichette finanziavano i tour, una volta vendevano anche i dischi... vi siete chiesti perhè ora i tour sono dei minifestival ambulanti? Perchè chiaramente tutti si dividono la torata... DELLE SPESE! Veramente pensiamo che domani gli Overkill vanno in tour, si portano dietro questi, si caricano l'onere di pagargli viaggio, vitto e alloggio perchè sono tanto bravi o tanto simpatici? No, davver, lo pensate sul serio?
Marcio
Martedì 19 Marzo 2013, 1.47.39
17
Uailda è la migliore della band
Lizard
Lunedì 18 Marzo 2013, 20.54.16
16
Concordo.
Flag Of Hate
Lunedì 18 Marzo 2013, 20.49.16
15
E' un vero peccato che in questi commenti non si possa fare, come nel Forum, la faccina gialla che volge scoraggiata gli occhi al cielo. Direbbe più di mille parole.
Lizard
Lunedì 18 Marzo 2013, 20.41.52
14
Prendero' esempio da te, ok?
Flag Of Hate
Lunedì 18 Marzo 2013, 20.32.32
13
Sii meno supponente, con i tuoi interlocutori.
Lizard
Lunedì 18 Marzo 2013, 19.56.13
12
Io ho fatto una domanda e tu hai risposto. Tanto basta per farsi un'opinione.
Flag Of Hate
Lunedì 18 Marzo 2013, 18.58.21
11
Yawn... e cosa dovrei fare per dimostrarti il contrario? Dichiararmi pedissequamente concorde con il tuo entusiasmo? Far finta di non sentire evidenti richiami ai vecchi maestri?
Lizard
Lunedì 18 Marzo 2013, 18.44.27
10
Quindi in buona sostanza non hai ascoltato una sola nota di questo disco. Mi astengo da ulteriori e troppo facili commenti.
Flag Of Hate
Lunedì 18 Marzo 2013, 18.26.08
9
Il fatto è che di band come questa ce ne sono un fottìo, dalle proposte praticamente omologate ed equivalenti, tanto che raramente una riesce ad emergere sulle altre per motivi degni di nota. Bravura tecnica? Beh, non è una novità, lo sono loro così come gli inglesi Abadden o i danesi Essence... Gli unici motivi per preferire una band all'altra, in questo filone, sono sostanzialmente due: il gruppo storico al quale si ispirano (eufemismo per "scopiazzano") o il puro campanilismo.
Andy '71
Lunedì 18 Marzo 2013, 18.06.46
8
Ho ascoltato qualche brano ,non male,i ragazzi ci sanno fare,però non scatta quella scintilla......Il Vichingo@Hai ricordato una band totale ma persa nei meandri della memoria i Nuclear Symphony.....Pazzeschi!Io son sempre alla ricerca di roba nuova e nuove sensazioni,se ne trovano,però è dura competere col tempo che fù.,cmq guardo avanti,ma con un orecchio e la memoria di un tempo bella in vista.Se quello che dicono è vero,e non ho motivi per non credergli questo non è pay to play,ci può stare condividere le spese,ma purtroppo il dubbio è sempre più ampio,ora che un pò tutti hanno capito l'antifona,dicono che non pagano slot ec per suonare ma "Condividono"e io sò di band che per quanto mi riguarda,stan "condividendo" una paccata di soldi,come dire,ora si cambia vocabolo?Stà diventando un trend!Negli anni'80,ricordo era un altra cosa,pagavano le case discografiche,se qualcuno doveva investire e scommetterci erano poprio le etichette,e mi sembra sacrosanto,ora troppi polli si fan spennnare.E la musica ,inevitabilmente ,muore.
Sambalzalzal
Lunedì 18 Marzo 2013, 14.34.09
7
Lizard@ non ho comperato l'album ma l'ho ascoltato a casa di un mio amico e ripeto, non mi dispiacciono ma preferisco altre sonorità. La mia critica piùcchealtro era rivolta a certe dichiarazioni che secondo me non è che abbiano poi così tanto senso...
Rebellion
Lunedì 18 Marzo 2013, 14.34.07
6
vi adoro ragazzi, siete fantastici! Se questi "bambinetti" suonano Thrash sono dei bimbiminkia che riesumano qualche riff trito e ritrito sopiazzandolo male e non aggiungono niente di nuovo... se invece finiscono per fare il genere degli anni loro, metalcore o deathcore sarebbero degli stronzoni alternativi mal riusciti... Mi ricordo i piagnistei di molti di voi, qualche bell'anno fa, quando si faceva solo il nu metal e vi mancava d morire che suonava thrash e metal classico
Lizard
Lunedì 18 Marzo 2013, 14.24.10
5
Immagino quindi che il disco lo abbiate ascoltato prima di giudicare.
il vichingo
Lunedì 18 Marzo 2013, 13.49.44
4
Quoto Flag e Samba quando parlano di riscoprire alcune gemme nascoste del Thrash nostrano. Santissimo Cristo, Istinto e Rabbia è un disco da paura, e che dire dei Nuclear Simphony?
Sambalzalzal
Lunedì 18 Marzo 2013, 13.38.32
3
Beh effettivamente nell'intervista poi ci sono anche sparate molto opinabili... che significa per esempio "Mi disturba che arrivi un pincopallino qualsiasi (e non parlo solo dei 18enni che ovviamente non possono avere idea di come realmente funzionino le cose), che vive con la testa negli anni 80 e non si rende conto della realtà attuale, a giudicare e sputare sentenze"!?!?!? Il fatto è che proprio perchè la gente non vive più la musica come negli 80' sono successe determinate stupidaggini e si è preso un certo andazzo, altro che cazzate. Cmq, spero per loro che riescano ad arrivare dove vogliono. Ho ascoltato qualcosa qua e la e non mi dispiacciono ma bands come Broken Glazz e INSIDIA purtroppo è un bel pò che mancano dalla piazza italica...
Flag Of Hate
Lunedì 18 Marzo 2013, 13.14.25
2
Bah, piuttosto che perdere tempo dietro queste nuove leve che nulla hanno da dire, sarebbe molto più utile, per farsi una vera idea del thrash, riscoprire seriamente le gemme degli anni '80 purtroppo dimenticate. Di nomi ce ne sarebbero mille, letteralmente. Molto meglio che affezionarsi a gruppi di sterile revival autoreferenziale.
Folkemon
Lunedì 18 Marzo 2013, 11.05.07
1
Le parole di Michele sul discorso del "pay to play", sulla confusione che si fa oggi a riguardo e sulle mille polemiche sterili da parte di chi non sa niente di come funzionino le cose, sono VANGELO.
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17/03/2013
Intervista
COMA (ITA)
Revival thrash? Suoniamo quello che sentiamo!!
 
 
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