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PROMETHEUS - # 2 - Niccolò Paganini, il Patto col Diavolo
31/03/2013 (12915 letture)
Dopo esserci recentemente occupati di Mozart, ottenendo da parte vostra un certo interesse e svariate richieste di ulteriori approfondimenti, abbiamo deciso di continuare ad attenzionare il settore "musica classica", descrivendo la vita di alcuni dei personaggi chiave accostabili in qualche modo ad un certo spirito rock. La seconda puntata della serie si occupa di un nome arcinoto e, anche in questo caso, "maledetto". Signori, ecco la vita e le gesta di Niccolò Paganini.

IL DIAVOLO IN TOUR
"Paganini non ripete". E' un motto talmente noto da essere entrato ormai nel linguaggio corrente sotto forma di frase fatta per indicare un gesto, una dichiarazione che non si vuole o non si può replicare. Eppure -come vedremo- la sua genesi è diversa da come comunemente si immagina e si fonde con la storia e la vita di un compositore/esecutore talmente bravo, anche per cause prettamente fisiche, da alimentare (spesso deliberatamente) storie esoteriche circa un patto da lui stretto col Diavolo in persona. Nato a Genova nel 1782, al tramonto di una certa fase storica ed all'inizio di un'altra, viene avviato alla musica dal padre e già all'età di 12 anni, poco meno che autodidatta, si esibisce in pubblico. Trasferitosi a Parma viene colpito da polmonite, ma le cure in uso all'epoca non lo aiutano molto, costringendolo a continuo riposo. In tal modo ha il tempo di esercitarsi moltissimo, cominciando a formare il proprio stile "trillante" basato su suoni naturali. Ripresosi, si costruisce solida fama di concertista in tutto il Nord Italia. Dopo una pausa nella sua attività per dedicarsi alla terra (!), sviluppa una grande perizia esecutiva anche alla chitarra, riversandone poi la relativa tecnica anche sul violino. Poco tempo dopo lo troviamo primo violinista della Principessa Baciocchi, sorella di Napoleone, il tutto all'età di soli 22 anni e fino ai 27. Indi comincia quelli che oggi chiameremmo "tours", durante i quali si costruisce una fama sempre più elevata. Rinuncia ad andare all'estero per le condizioni di salute precarie (ne riparleremo) e ha un figlio dalla cantante Antonia Bianchi. Il legame con la donna -affetta da turbe nervose- non decolla, ma Paganini riconosce il figlio, andando incontro anche a sacrifici economici per ottenerne l'affidamento. Dal 1828 riesce ad andare in tour anche all'estero, con conseguente accrescimento della sua fama, ma anche delle polemiche circa la sua bravura, talvolta messa in dubbio.

UN SATANICO MALATO
Nel 1834 cominciano però a manifestarsi in maniera più evidente i sintomi di una malattia -la tubercolosi- che sempre più problemi respiratori gli porterà, accompagnati da una stanchezza continua che limiterà moltissimo le sue possibilità di esibirsi in concerto, all'epoca unico modo di ottenere visibilità, dato che la registrazione era di là da venire e Paganini, inoltre, non dava a terzi la possibilità di eseguire la propria musica. Come se ciò non bastasse la necrosi dell'osso mascellare lo rende in poco tempo praticamente muto, facendolo passare inutilmente di medico in medico ed affidandosi al figlio quale interprete verso il mondo esterno mediante lettura del labiale prima e con dei bigliettini scritti dopo. Muore a Nizza il 27 Maggio del 1840, il Vescovo gli nega sepoltura cristiana a causa del suo presunto patto col Diavolo e dei suoi sentimenti anticristiani evidenziati anche dal rifiuto dell'estrema unzione, facendolo seppellire in terra sconsacrata. Il corpo fu imbalsamato ed alla fine sepolto nel cimitero di Gaione per poi essere trasferito definitivamente a Parma. Fin qui le scarne note biografiche, ma c'è ovviamente dell'altro da aggiungere. Circa la tecnica esecutiva e le influenze su ciò che venne in seguito (legato, staccato), sarà il nostro Giomaster ad illuminarvi, mentre io cercherò di mettere in luce qualche altro aspetto peculiare delle sua persona e della sua personalità.

UN ANTICO, MODERNISSIMO SHREDDER
Paganini era (ed è) noto anche per le sue esecuzioni infarcite di passaggi ipertecnici in un certo qual modo simil-Malmsteen che lo rendevano una specie di shredder ante-litteram. Lontanissimo da certe esecuzioni e certe partiture compassate di musica da camera, egli cercava un coinvolgimento stupito del pubblico ed anche un certo rigetto da parte di una frangia dello stesso, in maniera non troppo dissimile da come accade oggi per i virtuosi. Il tutto però, dipendeva in modo essenziale da due fattori: il primo era relativo al carattere del nostro soggetto, in quanto Paganini era un ottimo manager di se stesso e l'introduzione di passaggi così complicati nella sua musica o il fatto che le partiture venivano consegnate all'orchestra solo nell'imminenza delle esecuzioni -senza quindi prove o quasi- dipendeva dal fatto che egli voleva risaltare quanto più possibile ripetto all'orchestra (come certi solisti di oggi che lavorano con turnisti che devono solo accompagnarli) ed essere il solo a poterla eseguire e goderne quindi i frutti economici. Credo che se Paganini vivesse al giorno d'oggi, sarebbe un fiero oppositore del download illegale e non concederebbe mai la propria musica a piattaforme gratuite o a basso costo per l'acquisto dei brani. Come dire: Paganini vicino ai Metallica. Inoltre, sempre in questa ottica, egli era anche un validissimo press-agent, se così si può dire, alimentando scientemente le voci circa un suo patto col Diavolo risalenti alla sua "resurrezione" dal sudario quando, all'età di sei anni, fu dichiarato morto per un attacco di morbillo, salvo appunto risorgere quando tutti lo davano per morto. In seguito il suo fisico scavato, emaciato, allampanato, col viso deturpato dagli effetti collaterali del mercurio usato per curare la tubercolosi, i suoi trilli ed i suoi stacchi di ottava al violino lo accostarono ancora ad una musica satanica, cosa che sfruttò ancora a suo favore, accrescendo poi la sua fama di maudit vestendo sempre di nero ed andando in giro con una carrozza trainata da cavalli neri. Da questo quadro emerge l'immagine di un uomo che potrebbe essere ancora accostato a certi personaggi che popolano la scena metal (ma non solo) e sfruttano una fama ed un look che li accostano più o meno goliardicamente al satanismo, anzi, direi che gli esempi in tal senso si potrebbero sprecare. Esistevano persino delle caramelle "Paganini" (Kiss e compagnia non hanno scoperto nulla di nuovo) e quello che oggi definiremmo un merchandise; insomma, una vera rockstar che dal vivo sabotava le corde del violino in modo che si spezzassero nei momenti di maggior pathos per scioccare il pubblico, preferibilmente durante Il Trillo del Diavolo e Streghe, per finire con una sola corda sulla quale eseguiva tutto ciò che mancava. Anche nei titoli delle sue opere, come vedete, si può parlare di metal ante-litteram, se vogliamo. I passaggi così difficili poi, se li poteva permettere in virtù di una grandissima tecnica di base, ma anche di una malattia che si risolse in un grosso vantaggio, ossia la sindrome marfanoide, che in parole povere provoca l'allungamento delle dita, cosa che ovviamente lo avvantaggiava moltissimo. Il famoso motto Paganini non ripete? Egli pronunciò effettivamente la frase in questione in occasione di un suo concerto del 1818 a Torino, come diniego ad una richiesta di bis di Carlo Felice, ma il rifiuto dipese dal fatto che improvvisando moltissimo in concerto, spesso si riduceva i polpastrelli in condizioni tali da impedirgli di andara avanti. Il Vicerè di Sardegna però non la prese bene e fece saltare il concerto successivo. Il violinista per rappresaglia annullò alcune esibizioni previste in Piemonte. Tornerà a suonarci solo nel 1836. Come vedete, anche secoli fa il rapporto tra arte e potere è sempre stato conflittuale, specie se questo rapporto riguarda politica e musica del Diavolo; vi ricorda niente?

Vi ho parlato fino ad ora più che altro della figura di Paganini come uomo e come personaggio pubblico, ma dobbiamo ancora un approfondire la sua tecnica, che è poi il motivo principale per cui il musicista è passato alla storia. Di questo aspetto si è occupato come di consueto il nostro Giovanni Perin "Giomaster".

BRAVO DA SVENIRE
Se da un lato è naturale paragonare l'approccio di Paganini a quello degli shredder, specie per quanto riguarda la serie dei Capricci, d'altra parte non si può neanche ridurre la portata del suo genio compositivo al mero sfoggio tecnico. Innanzitutto, l'attenzione che il maestro poneva nell'esecuzione, soprattutto nella dinamica, era tale da rendere le sue performance talmente uniche e passionalmente connotate che per Paganini stesso era difficile poterle replicare. Un secondo particolare, che certo ha contribuito alla crescita del suo mito fino a precorrere l'ideale di “bello e dannato”, erano gli svenimenti che l'enfasi della sua performance riusciva a causare. Le cascate di note struggenti e le forti contrapposizioni tra gruppi, spesso ottenute alternando sequenze di scale rapidissime a passaggi in staccato in modo da ottenere accenti forti, creano uno stile vivido ed emozionante, enfatizzato nei concerti per violino ed orchestra (il primo dei sei è sufficiente a farsi un'idea precisa) dal fine lavoro di accompagnamento dell'ensemble. Certamente in queste opere il violino rimane protagonista, facendo seguire scalate vertiginose di archetto a passaggi in cui la terra sembra mancare sotto i piedi, ma l'uso di un'ambientazione crea il colore necessario a far spiccare i virtuosismi, contrapponendosi a forti accenti. Visivamente l'effetto potrebbe essere paragonabile ad uno stroboscopico alternarsi di uno sfondo nero e bianco, in cui un personaggio dal colore rosso è sempre presente e si muove in continuazione.
Altra peculiarità dello stile di Paganini è riscontrabile nell'abbondante utilizzo di trilli giocati in rapide sequenze, come ne Il Trillo Del Diavolo per cui mai si saprà quanto il genovese si sia ispirato all'opera omonima di Giuseppe Tartini (va anche detto che all'epoca era normale introdurre variazioni nelle composizioni di altri autori e suonarle quindi come proprie); il largo uso di armonici, fondamentali per garantire di giungere a vertici sonori altrimenti vergini, è un altro segno distintivo della sua mano, così come la capacità di creare tensione ascendendo a note progressivamente più alte per mezzo di una scala. A queste tecniche va aggiunto l'uso di bicordi (a cui spesso il maestro abbinava lo staccato) per toccare tensioni armoniche in grado di emozionare il pubblico e giocare con veri e propri climax vertiginosi; infine gli arpeggi, l'unica soluzione che consente ad un violino di poter eseguire le note di un accordo (fisicamente non eseguibili all'unisono data la curvatura del ponte) in rapida sequenza, su cui Paganini amava soffermarsi con il proprio archetto, sviscerandoli nota dopo nota.

EREDITA' PER CHITARRISTI
Il lascito del maestro è ingente: oltre ad aver portato il proprio strumento ad apici tecnici inarrivabili, ad averlo reso l'arco solista per eccellenza ed ad aver ispirato numerosissimi successori, Paganini è tuttora considerato un punto di riferimento per la musica moderna. La conoscenza delle sue opere è fondamentale per chi voglia diventare violinista, tanto che fino a pochi anni fa era necessario presentare alcuni dei suoi capricci per potersi diplomare nello strumento, ma anche la sua stessa immagine ha contribuito non poco ad elevarlo tra gli immortali della musica classica. Tale era la sua abilità, da consentirgli di lavorare a capriccio (improvvisando) e di accompagnare le cantanti senza trascrivere nulla prima dell'esibizione stessa, suonando su poche corde, come nel caso della Sonata Napoleone, giocando sulla drammaticità (creata ad hoc) di trovarsi con lo strumento in panne e trasponendo le proprie composizioni sulla sola corda del sol, al punto da far svenire la stessa Elisa Bonaparte.
Nella musica moderna lo stile di Paganini ha influito sulla (ri)nascita del filone neoclassico, facendo da guida per alcuni dei chitarristi più celebri (Malmsteen e Jason Becker, ma anche Luca Turilli) e ispirando un uso della tecnica della mano destra non votato a semplice esecutore meccanico mentre la sinistra modula la sequenza di note, ma presente e fondamentale nel creare alternanze di gruppi di note. Certo è che, a distanza di un paio di secoli dalla sua vita, il Maestro continua ad incarnare l'ideale di musicista maledettamente abile ed al contempo teatrale, ispirando con la propria sinistra figura molti musicisti e performer.



Oudeis
Martedì 16 Aprile 2013, 15.14.38
21
Iniziative simili non possono che trovare apprezzamento (anche se quel “simil-Malmsteen” non se po’ vede’) . Un plauso anche al commento 15.
Rob
Venerdì 12 Aprile 2013, 12.29.14
20
Proseguite con questi articoli perchè sono fantastici e avvicinano i giovani alle radici del metal..
Sambalzalzal
Venerdì 12 Aprile 2013, 8.39.55
19
Ah si il "percussionista" russo!!!
nerkiopiteco
Giovedì 4 Aprile 2013, 12.47.53
18
Complimenti si, mai mi sarei aspettato così tante similitudini e poi dicono che la classica è roba da vecchi!! Samba dicono che Fedor Emelianenko sia stato uno bravo a percuotere (vattelo a cercà su youtube ). Ottimo spunto di riflessione quello di Jimi, a volte le c.d. "deformità" si tramutano in un vantaggio (anche il primo essere che è riuscito a respirare fuori dall'acqua può essere considerato un "deforme" )
Raven
Giovedì 4 Aprile 2013, 11.48.07
17
Ancora grazie a tutti per l'interesse ed i complimenti. La serie è destinata a proseguire
Sambalzalzal
Giovedì 4 Aprile 2013, 11.47.28
16
Jimi@ cazzo, bellissimo intervento! Sai che mi sono soffermato tantissime volte a pensare che in moltissimi casi lo strumento musicale è "l'arto mancante" di tantissime persone che purtroppo a causa di problematiche (o doni innati, dipende dai punti di vista) fisiche non riescono ad esprimere il proprio corpo in altro modo. per fortuna, aggiungo, perché se tutti quanti nei secoli fossero nati con un corpo adatto o al lavoro o alla guerra solamente, molto probabilmente l'arte non sarebbe potuta arrivare a certi livelli. In poche parole dico che tutti possono diventare musicisti ma solo alcuni riescono ad esserlo per predisposizione naturale. Anche a causa dell'attenzione che in passato si rivolgeva alle arti, proprio a livello di amore per il bello, abbiamo avuto la fortuna di avere tra i nostri simili personalità come quella di Paganini che ancora oggi ispirano tantissimi amanti della musica. Sarebbe bellissimo se si potesse tornare a quel tipo di concetto di "educazione". Una domanda adesso, se qualcuno è in grado di rispondere: ci si sofferma tantissimo ad esaminare violinisti, pianisti e cantanti... in passato è mai esistito qualcuno che può essere ritenuto un virtuoso delle percussioni?
Jimi The Ghost
Giovedì 4 Aprile 2013, 11.20.19
15
Credo che l'approfondimento di Raven e Gio meriti una lode. Da secoli esistono studi letterari, discordanti tra loro, proprio per ricercare la correlazione stilistica tra l'anatomia, le patologie, la medicina e la musica prodotta.Bach per esempio aveva un nervo cocleare maggiormente sviluppato che lo portò ad una rara sensibilità nel trovare quell'equilibrio tra il pianissimo al piano, apprezzabile nelle su composizioni. Così come tanti altri musicisti, come Paganini. ("Musica e medicina di grandi compositori" di John O'Shea). L'impatto di questo straordinario violinista fu straordinario. La mano sinistra fu oggetto di discussioni molto accese, come l'accordatura, la diteggiatura e l'impostazione tecnica. Francesco Benati, medico di Paganini, scrisse un lungo rapporto clinico descrivendo proprio il rapporto coesistente tra le mani e la postura del corpo. Il rapporto completo fu poi pubblicato nel 1831 sulla "Revue de Paris", nella quale, brevemente, viene sottolineato che la fisionomia unica e la sua genialità dovevamo essere gli elementi del suo lavoro stilistico. In realtà era molto diffuso, in particolare nei primi dell'ottocento, pensare che il talento fosse determinato soprattutto dalla fisionomia. Il dott. Sirus Pirondi, altro medico di Paganini, descrisse che le dita della mano sinistra fossero più lunghe di qualche centimetro di quelle della destra, come anche la disposizione dei muscoli della spalla destra, comprensibile dal fatto che Paganini appoggiasse l'archetto sulle corde solo dopo aver realizzato un ampio cerco con il braccio disteso. La flessibilità delle dite, ottenute da un esercizio smisurato, sono riportate da uno scritto di Matthaus De Ghetaldi, 1824, che descrive in maniera perfetta la postura e lo stile inconfondibile di questo straordinario artista. Ciò che più interessa e che Paganini influenzò tutta la musica del periodo fino ai giorni nostri. Alzò il livello della tecnica, dello stile e della qualità come oggi accade un pò anche tra i nostri chitarristi. Di fatto influenzò lui le tecniche pianistiche per scrollarsi quella "lentezza e monotonia" del 700. Liszt, come Chopin e Schumann, sentivano il problema del rapporto tra tradizione compositiva e musica del periodo. Proprio un pianista come Liszt, nel 1832 dopo aver ascoltato un violinista coma Paganini, decise di portare il "virtuosismo sui tasti" omaggiandolo con una "Grande Fantaisie de Bravoure su la Cloclette". Suoni che si succedono a intervalli di tempo inferiori a un dodicesimo di secondo ed eccitano il nervo acustico per un tempo superiore a quello della durata fisica, tanto che l'orecchio percepisce non più linee, ma filamenti di suono. Paganini ha rappresentato l'innovazione e la ricerca del periodo, influenzando le composizioni pianistiche e orchestrali. Paganini è l'essenza che racchiude la parola che molti non hanno mai compreso: Virtuosismo ovvero "Esplorare lo strumento nella sua profondità fino al limite del possibile o al confine dell'impossibile". Jimi TG
Le Marquis de Fremont
Martedì 2 Aprile 2013, 13.51.02
14
Bellissimo articolo, veramente. Complimenti, Monsieurs! Mio padre, sia nella casa di Amboise che a Parigi, mi aveva fatto una testa così con la classica e Paganini era spesso "on air". D'accordo con monsieur MrFreddy che i "Capricci" sono di difficile digestione e in genere preferisco molto di più il '700 e i clavicembali. Però il personaggio era (è) affascinante e questo articolo ne da un ritratto pungente. Bravissimi. Il metal del '800? Parbleau!
Sambalzalzal
Martedì 2 Aprile 2013, 9.48.49
13
Bellissimo articolo, ragazzi!!! Paganini è uno di quei personaggi che mi ha sempre affascinato! Sono anche io d'accordo con Cristiano@ un concerto di Paganini sicuramente era qualcosa di eccezionale ed appunto "irripetibile"!!! P.s. nel ritratto "inquietante" sembra Erik Danielsson dei Watain!!!
BILLOROCK fci
Martedì 2 Aprile 2013, 9.39.21
12
Patto con il diavolo un corno (riferito in generale eh), il fatto è che già era mezzo malato e poi questi grandi artisti sono un pò ecelttici e schizzati perciò è facile attribuirgli epiteti immeritati.
tommi
Lunedì 1 Aprile 2013, 18.34.46
11
@trucido mi pare fosse di un paesino poco distante da casa mia...
Cristiano
Lunedì 1 Aprile 2013, 14.16.07
10
Complimenti come al solito! Paganini è un personaggio davvero interessante, soprattutto perchè si possono fare parecchi collegamenti con il nostro mondo musicale. Sarebbe stato proprio figo vedere un concerto di Paganini, peccato che non si può...
Delirious Nomad
Lunedì 1 Aprile 2013, 14.11.20
9
Splendido articolo, bravissimi (anche il Maestro).
dario
Lunedì 1 Aprile 2013, 11.59.56
8
il metal nell'800.
Raven
Lunedì 1 Aprile 2013, 11.42.37
7
Grazie ragazzi, Tutto ciò ci conferma la bonta' della nostra scelta di portare avanti questa serie. Stay tuned
jek
Lunedì 1 Aprile 2013, 11.41.13
6
Bellissimo articolo.
quel mona che sbatte la porta
Lunedì 1 Aprile 2013, 11.39.40
5
guardatevi anche il delirante film che klaus kinski gli ha dedicato... sembra quasi lemmy!! XD
MrFreddy
Lunedì 1 Aprile 2013, 11.05.12
4
Articolo divino, davvero. Paganini è affascinante, tecnico all'inverosimile (forse troppo; trovo i Capricci piuttosto noiosi), carismatico e con uno stile unico. Continuate così ragazzi, è una fior di rubrica questa!
Sambalzalzal
Lunedì 1 Aprile 2013, 10.05.55
3
E daje!!!!! L'avete scritto finalmente!!!!! Appena ho tempo di leggerlo ritorno e commento!!!!
Er Trucido
Lunedì 1 Aprile 2013, 0.10.31
2
In effetti siamo di Genova entrambi
waste of air
Lunedì 1 Aprile 2013, 0.05.39
1
Terza foto a sinistra dall'alto al basso: è Er Trucido! ahahahahahahhahahahhahahha ora me lo leggo!
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