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THE GREAT MASS OVER EUROPE TOUR 2013 – SEPTICFLESH + FLESHGOD APOCALYPSE + CARACH ANGREN + DESCENDING - Fillmore, Cortemaggiore (PC), 06/05/2013
10/05/2013 (4610 letture)
Un paio di anni fa ho avuto la fortuna di poter assistere ad una performance dei Septicflesh, che accompagnavano in tour gli Amon Amarth (qui il resoconto). Sfortunatamente, la mezz'ora scarsa a disposizione della band in quell'occasione aveva lasciato affamati tutti i fan del combo greco, perciò, non appena è stato rivelato il tour europeo capitanato dal quartetto di Atene i dubbi sono stati dissipati ancor prima di nascere. Le band di apertura della serata non hanno fatto che rafforzare questa convinzione: l'occasione di assistere ad una serata con tre band che hanno fatto del lato sinfonico, ciascuna sviluppandolo a modo proprio, il cavallo di battaglia è più unica che rara, motivo in più per non lasciarsi scappare l'unica tappa italiana del The Great Mass Over Europe Tour.
Dopo essere giunti al Fillmore con un certo anticipo, le porte vengono finalmente aperte ed entriamo nel locale: un gigantesco ex cinema ristrutturato e trasformato in un locale che ospita concerti. Già vedendo le dimensioni del palco e dell'impianto le impressioni erano decisamente positive: ampio spazio sul palco (la backline dei Fleshgod Apocalypse, in comune alle prime tre band, non era ostacolata da quella degli headliner), una lunga serie di casse spia ed un impianto luci di tutto rispetto facevano il resto. Dopo aver apprezzato la logistica e l'organizzazione del locale, era finalmente il tempo di verificare se anche l'acustica fosse al livello delle aspettative...

DESCENDING
Sono le 19.30 spaccate quando gli ellenici Descending danno fuoco alle polveri, cominciando a riscaldare il pubblico che sta popolando il Fillmore. La band si presenta con una line-up leggermente riarrangiata per l'esibizione dal vivo: il cantante Jon Simvonis si occupa anche del basso e Panos Spanos (ex Suicidal Angels) sostituisce il chitarrista Constantine, mancante all'appello, tuttavia il combo non sembra risentire delle sostituzioni.
La parola d'ordine per la mezz'ora di esibizione del quartetto è groove: le ritmiche serrate ed i ritmi di batteria cadenzati insistono sui mid tempos e giocano stacchi ad effetto per scuotere la folla. Complice un lavoro di tutto rispetto al mixer, l'esibizione dei Descending è energica e valorizzata dai suoni, mostrando una band precisa e compatta sul palco.
Forse la proposta dei nostri non brillerà per originalità e l'attitudine sul palco si potrebbe migliorare, ma nulla impedisce ai trenta minuti di show degli di essere del tutto godibili ed ottimi per entrare nel mood della serata. Un paio di tracce particolarmente riuscite, The Energy e Suicide Promise, ed il carisma del frontman riescono a smuovere la platea in più di un'occasione.
Menzione particolare per il batterista Nick Vell e la sua ottima prova alle pelli, anche se tutta la band si è dimostrata all'altezza del posto che si è guadagnata in questo tour.

CARACH ANGREN
Il tempo di un veloce cambio palco e giunge l'ora dei fantasmi olandesi, al suono di An Ominous Recording salgono on stage i Carach Angren. Tra il pubblico si avverte una certa curiosità per la loro esibizione: i nostri infatti si presentano senza bassista (figura che manca da sempre alla band) e con la sola chitarra di Seregor, ma fortunatamente accompagnati dal violinista Nikos Mavridis. Uno scheletro attaccato allo stand delle tastiere di Ardek a mo' di polena e le tetre figure che popolano il palco fanno capire che l'olandese volante è pronto a salpare, il viaggio prende il via sulle note di Lingering In An Imprint Haunting, opener del recente Where The Corpses Sink Forever .
L'esibizione comincia con il suono della chitarra che emerge poco dall'insieme, complice il vuoto nelle basse frequenze non si avverte l'impatto che la band ha su disco, fortunatamente già al termine del primo brano l'economia acustica migliora e il lavoro di Seregor acquista il giusto posto nell'insieme. Il frontman è l'assoluto protagonista della scena, grazie alla teatralità e alla versatilità delle sue interpretazioni vocali i brani prendono vigore e l'esibizione trasfigura le storie spettrali oltre la dimensione della canzone, coinvolgendo il pubblico in una tragica rappresentazione.
La gestualità esasperata, gli atteggiamenti eccentrici e le espressioni del volto del singer accompagneranno ogni brano, divertendo il pubblico di fronte a questo moderno cantastorie con il facepainting. Tra le scene migliori, l'intermezzo struggente di The Funerary Dirge Of A Violinist, in cui Seregor si improvvisa direttore di un'orchestra che è il pubblico, supportato dal lavoro di tutta la band. Namtar è inarrestabile, la coppia Ardek/Mavridis sciorina una vena classica di gran gusto, una vera e propria colonna sonora dell'orrore.
Non sorprende la scelta di eseguire anche Spectral Infantry Battalions, monologo recitativo tratto dall'ultimo lavoro, per la quale il frontman si reca dietro le quinte ed esce indossando una maschera. Liberato dalla sua sette corde, il cantante può vagare per tutto il palco, incalzare il pubblico ed esprimere il suo talento recitativo appieno, creando un piacevole intermezzo.
Il tempo a disposizione dei Carach Angren si conclude con un paio di tracce estratte da Death Came Through A Phantom Ship, ancora una volta epicità e orrore vanno a braccetto sotto la guida di capitan Seregor e del suo fido vascello infernale, in un viaggio che sembra destinato a non concludersi stasera.
I tre quarti d'ora in compagnia dei Carach Angren sono stati assolutamente soddisfacenti, ma va detto che se solo gli olandesi curassero maggiormente la resa sonora dal vivo, ingaggiando un bassista e un'ascia addizionale, lo spettacolo sarebbe pressoché unico e ancor più godibile.
Ciò nonostante, promossi e plauso alla performance di Seregor.

SETLIST CARACH ANGREN:
01. An Ominous Recording
02. Lingering in an Imprint Haunting
03. Haunting Echoes From the Seventeenth Century
04. The Funerary Dirge of a Violinist
05. Spectral Infantry Battalions
06. Bitte Tötet Mich
07. The Sighting is a Portent of Doom
08. Bloodstains on the Captain's Log


FLESHGOD APOCALYPSE
Altro cambio palco e tocca ai nostrani Fleshgod Apocalypse tenere alti gli onori di casa. Qualche chiacchiera con Francesco Paoli ad inizio serata mi ha rivelato che dovremo ancora attendere per poter ascoltare qualche brano dal successore di Agony, ma che non per questo lo spettacolo di stasera sarà da meno.
All'intonare di Temptation la band si presenta sul palco, abbigliata come di consueto con frac sgualciti e le facce sporche, gli strumenti sono ricoperti di strati vernice bianca, il tastierista Francesco Ferrini siede al pianoforte verticale, dando le spalle al pubblico. Il crescendo dell'intro culmina e attacca The Hypocrisy, mostrando da subito una band compattissima sul palco e sincronizzata nei movimenti, frutto di un'intesa rodata del trittico di cantanti/axemen. Cristiano Trionfera, Tommaso Riccardi e Paolo Rossi sono infatti allineati dinnazi al pubblico e intrecciano le trame vocali così come quelle strumentali, creando enfasi nei passaggi chiave del testo.
Tommaso Riccardi è un frontman coinvolgente, aizza il pubblico a più riprese e introduce i brani con dei brevi passi recitati che ne illustrano il tema, collegando le riflessioni con aspetti esistenziali, come fatto per introdurre The Deceit. L'inganno è il tema del brano, il cui ritornello viene cantato con partecipazione dal pubblico:

You, mystificator
You, the one we despise
Falling egemony
You, the fallen empire!


A questo proposito va segnalato che le stridule linee vocali del bassista risultano molto meglio inserite nei brani quando sono riproposti dal vivo, forse perché leggermente più basse in fase di mix dei suoni.
Una coppia di celebri brani, The Violation e In Honor Of Reason, in cui la band spinge al limite delle proprie capacità, conduce verso la conclusione del concerto, scatenando il pogo sotto al palco con le proprie cascate di blast beat e gli assoli neoclassici di Cristiano Trionfera. Ancora una volta il quintetto è preciso, l'esecuzione impeccabile ed I suoni rendono giustizia agli sforzi compositivi di Paoli e soci. Il sipario cala sulle note di The Forsaking, drammatica ballata (concedetemi il termine) sulle note del pianoforte di Francesco Ferrini.
Diciamoci la verità: vedendo i Fleshgod Apocalypse sul palco si comprende che il livello di popolarità che hanno raggiunto è frutto di un duro lavoro e di una marea di ore dedicate al perfezionamento in sala prove, al fine di ottenere uno spettacolo che merita sotto tutti i punti di vista. Onore ai nostri connazionali, al di là dei gusti personali dovremmo solamente andar fieri di essere rappresentati nel mondo da band di questo calibro.

SETLIST FLESHGOD APOCALYPSE:
01. Temptation
02. The Hypocrisy
03. The Egoism
04. The Deceit
05. Requiem In Si Minore
06. The Violation
07. In Honor Of Our Reason
08. The Forsaking


SEPTICFLESH
Il palco si chiude, la gente esce a fumarsi una sigaretta, va bere un birra in compagnia e la platea si svuota. Dietro le quinte, un meccanismo di uomini e strumenti prende vita, compaiono i banner con le insegne dei Septicflesh, uno spiraglio tra il velluto rosso e gli animi si scaldano.
Squillino le trombe, si inizia con la dedica alla nascita del Salvatore (famoso fabbro della Guinea del sud) attraverso il verbo dei vampiri di Nazareth, i flash si consumano. La line-up che si intravede tra un bagliore, un fumogeno e poco più, è leggermente differente, si nota subito la mancanza di Sotiris. Per l’ascoltatore questo si tradurrà solamente nell'udire le clean vocals a click anziché un cantante in carne e ossa, ma in fin dei conti questa defezione non inficia particolarmente sul risultato finale, data la partecipazione marginale delle clean vocals nei brani scelti per la scaletta.
Cosa dovrei raccontarvi se non che le parole di lode potrebbero sprecarsi e gli incentivi a supportare questo gruppo sono superflui? La prestazione che i Septicflesh offrono è cristallina, molte delle canzoni proposte dall’ultima fatica (quel The Great Mass che spazza via ogni concorrente su tutti i fronti) prendono vita nuova, acquistando quel tocco in più di potenza, brutalità e velocità che non guasta mai. Gran parte della setlist pesca dagli ultimi 5 anni di vita del gruppo, dalla reunion in poi, quasi a confermare che il gruppo che esisteva sino al 2003 ora è morto e sepolto. Solo due infatti le canzoni del passato (Virtues Of The Beast e Unbeliever, entrambe da Sumerian Daemons), lasciando un po’ di amaro in bocca. Quelle canzoni spaccano ma all’epoca la volontà era assai distante dalla possibilità di raggiungere i fini prefissati. Fortunatamente le re-release che stanno succedendosi porteranno linfa nuova a piccole gemme come quelle.
I musicisti? Beh, una prestazione perfetta sotto diversi punti di vista: sono consapevoli di avere il pubblico nelle proprie mani e fanno di tutto per appagarlo, offrendo un saggio di perizia e virtuosismo concesso da madre natura a pochi sulla terra.
A fine concerto ho riscontrato solamente due tratti dolenti, a voler proprio essere pignoli. Il primo risiede nell'incapacità di Seth di stare fermo, lasciando il basso al vento, diciamo che avrà suonato metà delle note dei brani che eseguiva, ma a volte apparire è meglio ed in fin dei conti si può soprassedere a piccole carenze. Secondo dispiacere sta nel comprendere pienamente quanto i Septicflesh non siano nulla senza orchestrazioni, dal punto di vista musicale. Scontati sotto certi aspetti, tecnica al minimo indispensabile, un delizioso contorno alle magie create da Christos Antoniou con l’orchestra. Superabile anche questo? Ad ognuno la propria scelta.
In conclusione un concerto delizioso, piacevole e delicato, a tratti romantico, oserei dire. Sciocchezze, i Septicflesh hanno spaccato come ci si attendeva da loro, né più né meno. Si torna a casa soddisfatti, con la pancia piena e tanti sorrisi di circostanza. Da rivedere!

SETLIST SEPTICFLESH:
01. The Vampire from Nazareth
02. Communion
03. A Great Mass of Death
04. Virtues of the Beast
05. Unbeliever
06. Pyramid God
07. Lovecraft's Death
08. Oceans of Grey
09. We The Gods
10. Persepolis
11. Anubis
12. Five-Pointed Star


Non rimane molto da aggiungere a proposito della data di esordio del tour: un bill vario e in grado di accontentare molti fan dell'estremo, band in grado di offrire un ottimo spettacolo oltre alla resa live dei propri brani e musicisti molto ben disposti anche nei confronti dei fan, facendo foto e autografando dischi.
Una sola nota prima di concludere: onore al Fillmore, locale pensato, organizzato e gestito per far suonare musica dal vivo e rendere onore alle band che lo scelgono come venue. Puntualità negli orari di inizio (i Septicflesh hanno addirittura potuto iniziare un quarto d'ora in anticipo!), ottima acustica e cura dei suoni hanno fatto il resto, offrendo anche la possibilità di sedersi e godersi il concerto a chi lo desiderasse.
Una serata in cui, dall'inizio alla fine, non si poteva che sentirsi fieri di essere italiani.

Report di Descending, Carach Angren e Fleshgod Apocalypse, introduzione e conclusione, foto di Descending a cura di Giovanni Perin “GioMasteR”, report di Septicflesh e foto di Carach Angren, Fleshgod Apocalypse e Septicflesh a cura di Andrea Poletti”Ad Astra”.



AL
Mercoledì 15 Maggio 2013, 12.23.43
4
Communion e Anubis mi piaciono troppo. li ho visti al metal camp e sono stati formidabili. una band veramente potente!
Archon
Sabato 11 Maggio 2013, 15.42.25
3
C'ero, gran bel concerto! Unica band che davvero non mi ha convinto sono stati i C.Angren: ottimali su disco, al limite del ridicolo sul palco. Seregor approssimativo a livelli assurdi sulla chitarra (alchè viene da dubitare che siano direttamente registrate da lui in studio...), poco potente vocalmente e si, teatrale ma a volte in maniera "dozzinale". Ardek che invece di deliziarci con le bellissime trame pianistiche si limita a tenere tappetoni per tutto il tempo (sigh). Violinista bravissimo ma imbarazzante sul palco, con le spalle perennemente voltate al pubblico (quanto ci manchi, Martin della prima incarnazione dei MDB). Insomma, a mio avviso l'unico che ne esce a testa alta è Namtar. Per il resto: 20 € spesi benissimo, Fleshgod e Septic sugli scudi!!!
waste of air
Sabato 11 Maggio 2013, 13.18.44
2
Come diremmo qui in zona, i Fleshgod hanno trapanato i culi! Gran serata cmq!
MrFreddy
Sabato 11 Maggio 2013, 13.10.17
1
Quanto mi dispiace non aver presenziato. Eccellente report, spero che in futuro capiti una possibilità come questa di vedere i Septicflesh (e perché no, i Carach Angren)
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Locandina del tour
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10/05/2013
Live Report
THE GREAT MASS OVER EUROPE TOUR 2013 – SEPTICFLESH + FLESHGOD APOCALYPSE + CARACH ANGREN + DESCENDING
Fillmore, Cortemaggiore (PC), 06/05/2013
 
 
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