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NEBELKRAHE - La sottile linea tra innovazione e tradizione
11/07/2013 (1244 letture)
Quando si discorre di avantgarde, gli sguardi si rivolgono immediatamente al territorio transalpino, reputato, assolutamente non a torto, la culla delle innovazioni meno prevedibili nell’intera scena. Ma sarebbe un errore limitarsi a quest’idea: l’antico rivale al di là del Reno, offre almeno una risposta di enorme interesse…i Nebelkrahe

Ahti: Grazie per aver accettato l’intervista. Potresti introdurre ai nostri lettori i Nebelkrahe e approfondire la genesi della band? E’ nato tutto dall’esigenza di trasmettere un messaggio preciso oppure dal bisogno di esprimersi? Quando avete compreso che la musica avrebbe giocato un ruolo fondamentale nelle vostre vite?
Morg: Grazie a te per l’interesse dimostrato! Siamo i Nebelkrahe, da Monaco, Germania, e suoniamo un black metal innovativo! Abbiamo cominciato sei anni fa, come formazione focalizzata a suonare black metal tradizionale, coverizzando pezzi più o meno di successo, più o meno per divertimento. Con il tempo abbiamo scoperto un “nostro stile” che si è definito negli anni. Ora abbiamo raggiunto il traguardo dei due full-length pubblicati, Entrfremdet e Lebensweisen..., si potrebbe affermare che il nostro divertimento si è trasformato in qualcosa di serio…ma suppongo che sia alquanto normale quando si migliora nel suonare il proprio strumento e si affinano le capacità compositive…

Ahti: Passiamo al nostro nuovo album, Lebensweisen.... Prima di procedere, qual è il significato del titolo?
Morg: In tedesco è quasi un gioco di parole…può voler dire “canzone riguardante l’esistenza” oppure “modi di vivere”, ed entrambi i significati sono perfetti per il disco.

Ahti: Come avete scelto la cover e qual è la sua relazione con la musica?
Morg: Allora, devo premettere che l’artwork è frutto di una collaborazione tra noi e l’artista Jan Reiser. Insieme abbiamo lavorato per pervenire alla cover ed al resto delle grafiche presenti nel booklet. Quello che puoi vedere è un essere umano perso in un labirinto creato da un’impronta digitale, elemento, il labirinto, che è strettamente relazionato al disco, in quanto esso tratta proprio della difficoltà di trovare la propria strada attraverso l’esistenza per giungere alla tua vera identità.

Ahti: Ascoltando Lebensweisen... ho piacevolmente constatato il modo in cui la vostra proposta suoni fresca e dinamica senza abbandonare per questo la compatta ferocia del black metal. Come avete raggiunto questo sorprendente risultato?
Morg: Fa piacere sapere ti sia piaciuto. E’ stato un lungo lavoro infatti, questo posso dirtelo. Tuttavia non saprei indicarti qual è stata la chiave per l’ottenimento del sound finale. Abbiamo sperimentato parecchio, seguendo un processo centrato sul binomio classico tentativo-errore, che qualche volta si è rivelato frustrante. Inoltre, abbiamo registrato Lebensweisen... per conto nostro, occupandoci anche del missaggio, consegnando il cd ad uno studio professionale solo per il mastering. Quanto ne è scaturito era parecchio distante da quanto, invece, desideravamo, così siamo stati costretti a ricominciare tutto daccapo. Il nostro amico Vespasian degli Imperium Dekadenz ci ha dato preziosissimi consigli, come altrettanto fondamentale è stato il contatto con Christoph Brandes degli Iguana Studio. E questo rapporto poi si è dimostrato quello cruciale: Christoph ha svolto un lavoro magistrale sia a livello di mastering, sia nei re-missaggi. Quindi ciò che infili nel lettore è il frutto di un intenso, snervante, esigente, lavoro. Ma ogni volta che riascolto Lebensweisen... so che ne è valsa la pena.

Ahti: Qual è la differenza tra il vostro primo eEntrfremdet ed il suo successore?
Morg: Credo che sia sempre difficoltoso comparare due album, - a meno che non si parli dei Motorhead (ride)-. Lebensweisen... è un album più elaborato, essendo la band più esperta, più capace di dare una forma alle composizioni, di scrivere i testi (qui maggiormente profondi e ricchi), di scegliere i suoni adatti. Entrfremdet era il nostro esordio, di conseguenza ci siamo scontrati con problemi e situazioni nuovi e sconosciuti. Abbiamo pure commesso alcuni errori – ad esempio registrare gli orchestrali in un solo weekend-, ma ogni errore è diventato parte della nostra esperienza, e se Entrfremdet non suonasse come suona oggi o non fosse mai esistito, Lebensweisen... non sarebbe lo stesso album. Complessivamente è la stessa formazione quella che senti su entrambi i cd, anche se sembrano diversissimi, non lo sono in profondità. Forse l’esordio è più spontaneo, grezzo, purista (nel bene e nel male)di Lebensweisen..., che è strutturato ed attentamente cesellato. Nonostante ciò, i concetti alla base di entrambi gli album sono gli stessi e rappresentano i messaggi che vogliamo comunicare.

Ahti: In Lebensweisen... avete perfettamente bilanciato chitarre acustiche ed elettriche, plasmando un’atmosfera cangiante. Inoltre basso e pianoforte hanno un ruolo di rilievo. E’ strano, perché solitamente il quattro corde tende ad essere dimenticato…è qualcosa che avete coscientemente ricercato oppure è giunta a voi naturalmente?
Morg: E’ stata la logica conseguenza dello scrivere composizioni particolareggiate che poi tenti di arrangiare al massimo delle tue potenzialità. Certo, puoi registrare un album interessante semplicemente con un basso, due chitarre ed una batteria, ma perché mai non usare anche un basso fretless, un contrabbasso, un pianoforte, un violoncello, svariati strumenti a percussione, ed infine diverse chitarre, elettriche ed acustiche? Ogni volta che impieghi uno strumento particolare con uno scopo e riesci a mantenere l’equilibrio, i tuoi pezzi saranno per certo interessanti e stimolanti. Quando scrivi una canzone non metti assieme semplicemente un riff, ma hai sempre già un’idea di come dovrà suonare alla fine. Quindi devo scoprire lo strumento che si avvicina a quest’ultima tua intenzione. Capita che ciò sia chiaro fin dall’inizio del processo di scrittura, oppure devi sperimentare, in quanto, in fondo, c’è sempre uno strumento che si adatta perfettamente a quanto hai in testa. La sfida sta proprio nell’individuarlo.

Ahti: Qual è il vostro rapporto con il black metal tradizionale? Sembra che voi stiate tentando di unire elementi progressive e folkloristici ad una base di matrice norvegese…dico bene?
Morg: E’ veramente una sorpresa leggere questa tua impressione…perché non è poi così lontana dalla verità! (ride) Come dicevo prima, agli inizi ascoltavano e provavamo i pezzi di Gorgoth, Dissection, Naglfar, Mayhem…con il tempo abbiamo sviluppato il nostro gusto musicale, aprendoci anche a sottogeneri diversi ed a stili musicali differenti. Ma, anche se nel gruppo oramai solamente io ascolto ancora il black metal delle origini, sottoscrivo la tua ipotesi. E’ stata un grossa influenza mentre cercavamo la nostra via d’espressione. Nonostante oggi non sia più la nostra fonte principale, posso affermare che nelle vene dei Nebelkrahe, scorre sicuramente qualche goccia di true black metal blood!

Ahti: Quali sono le vostre influenze principali? In Lebensweisen... ho riscontrato correnti contrastanti, dal jazz, alla samba, fino alla musica tradizionale…
Morg: Citerei subito Dissection e Naglfar, non tanto sotto l’aspetto prettamente musicale, ma piuttosto a riguardo di come i loro pezzi sono scritti. I Dissection sono stati dei maestri nell’arrangiamento, e dai Naglfar abbiamo appreso che i testi non devono essere dell’addizioni alla musica, parole pronunciate sopra la musica, ma piuttosto parole che si integrano con la musica. Devi usare, per intenderci, la voce come fosse uno strumento, lavorarci sopra per adeguarla al riff portante. Se mentre componi, salti questo passaggio, avrai due parti distinte, voce e strumenti, che forse potrebbero risultare piacevoli se uniti, ma che non costituiranno mai qualcosa di unico. Per quanto concerne le influenze provenienti da altri generi, non posso indicarti cosa i miei compagni ascoltino in privato…ma non potrei immaginarmeli seduti a casa ad ascoltare samba! Alcuni membri suonano in gruppi rock-avantgarde o addirittura ska, e tutti abbiamo una mentalità piuttosto ricettiva ed aperta…tuttavia non è per via di qualche influenza che inseriamo un passaggio funk in un pezzo…semplicemente è quello di cui la traccia abbisogna in quel momento…seguiamo le nostre idee, come immagino tutte le band. Inoltre non ci chiediamo mai se sia opportuno registrare un determinato elemento in una composizione black metal…se reputiamo sia necessario, sia esso proveniente dall’ambient, dal doom, oppure sia un waltzer, non importa, lo inseriremo. Quindi, siete avvertiti!

Ahti: Quali sono i temi principali sviluppati nei vostri testi? Navigando ho letto che siete interessati alla filosofia…
Morg: “Filosofia” è un termine davvero ampio…senza una definizione propria. I nostri testi riguardano la vita quotidiana, i suoi problemi, il vivere in un mondo come il nostro, ma non li definirei filosofici solo perché puoi pensarci sopra molto più tempo di quello che ti occorre per leggerli (ride)! Entrfremdet parlava dei dubbi e dei problemi di una persona non soddisfatta della propria situazione, che vuole cambiare quest’ultima, ed in aggiunta proseguiva toccando il tema della ricerca dell’identità. Lebensweisen... tratta gli stessi temi, ma piuttosto fornisce risposte alle domande, infatti ogni testo racconta la storia di una persona che ha compiuto delle scelte e le conseguenze che derivano da queste strade intraprese. Così, è sempre qualcosa di correlato alla ricerca personale, però dalla prospettiva di 8 istantanee con la disillusione come sfondo…8 fotografie di persone diverse, mentre Entrfremdet aveva un solo protagonista, una sorta di concept-album raffigurante quest’individuo che affronta un duro viaggio verso un’esistenza soddisfacente.

Ahti: Perché avete scelto il tedesco come lingua dei testi? Solo perché è la vostra lingua madre oppure ci sono altre motivazioni?
Morg: A parte il fatto che il tedesco è un bellissimo idioma…credo suoni benissimo assieme al black metal…è sempre appagante scrivere nella propria lingua madre! Puoi imparare altre lingue quasi fino a parlarle come una madrelingua, ma non avrai mai la stessa facilità nell’esprimere i tuoi pensieri e le tue emozioni più recondite se non utilizzando la lingua natia. Ed ultimo ma non meno importante, non sarebbe estremamente noioso se tutti cantassero esclusivamente in inglese? Intendo, molte delle gesta dei più celebri personaggi dei leggendari pezzi black della prima ora traggono parte della loro magia dall’essere narrate in svedese o norvegese.

Ahti: Com’è un vostro tipico giorno “in studio”? Hai bisogno di comporre qualcosa di nuovo ogni giorno? Sovente vengo a conoscenza del comportamento di alcuni artisti, che non toccano lo strumento per mesi, prima di dedicarsi alla scrittura di un nuovo pezzo…
Morg: Come spiegavo prima, non abbiamo registrato in uno studio ma piuttosto in estenuanti sessioni che partivano nel tardo pomeriggio e terminavano la mattina seguente. E’ stato a tratti divertente, a tratti un obbligo da espletare…comunque se mantieni saldo il tuo obbiettivo in mente, è sempre un lavoro stimolante. Non sento il bisogno, parlando personalmente, di comporre ogni giorno. Certamente diventi uno strumentista migliore se ti eserciti parecchio e regolarmente. Purtroppo non ho davvero il tempo di dedicarmi alla chitarra per ore ogni giorno. Cechiamo di provare una volta a settimana, per essere pronti per i concerti, e se qualcuno ha un’idea vediamo di svilupparla per ottenere una nuova canzone, ma capita spesso che non tocchi lo strumento tra una sessione di prove e l’altra. Lo stesso passando al songwriting. Può accadere che un riff diventi un pezzo in poche ore, oppure che tu abbia quel determinato passaggio in testa per anni prima che si concretizzi. Possono trascorrere mesi prima che ci sia una partitura nuova. Ma non ne sono spaventato: è giusto lasciar passare del tempo tra un album ed il seguente.

Ahti: Come vedi l’underground in Germania? Vorresti indicare qualche progetto o band che meriterebbe più attenzione da parte della stampa e degli appassionati?
Morg: La scena in Germania oggi è fortissima…sia nel campo del black metal tradizionale, con band quali gli Imperium Dekadenz e i Secret Of The Moon, sia nel campo del sottogenere maggiormente progressivo, con, per esempio, i Todtgelichter. Ma anche nell’underground ci sono realtà da seguire: date un ascolto al side-project del nostro cantante umbrA, gli Atrorum, soprattutto se sei appassionato di sonorità avant-garde estremamente elaborato. Stanno registrando il loro terzo album e, credimi, sarà emozionate. Tenete gli occhi e le orecchie bene aperti!

Ahti: Cosa pensi dell’arte, parlando generalmente?
(La risposta non si può tradurre senza perdere la genialità della frase. Mi limito a riportarla in lingua originale, ndR)
Morg: The earth without art is just –e and –h.

Ahti: Come vi trovate con la vostra label, la Mighty Music, e come siete entrati in contatto con loro?
Morg: E’ una normale relazione label-band. Noi scriviamo la musica, loro si occupano della promozione. Li abbiamo incontrati allo stesso modo in cui abbiamo conosciuto le etichette che hanno rifiutato Lebensweisen..., reputandolo non buono od interessante abbastanza per il loto catalogo, o rispondendo che non è ciò che la gente vuol sentire oggigiorno…sai le harsh vocals sono così “2000”-, ossia via mail. L’unica differenza è che loro hanno accettato la nostra proposta ed hanno voluto fortemente firmarci. Buon per noi…e buon per loro!(ride)

Ahti: Bene, l’intervista è praticamente finita, c’è qualcosa che vorresti aggiungere ancora prima di salutarci?
Morg: Grazie per l’interessamento mostrato verso la nostra musica e per le domande altrettanto stimolanti. E’ stato un piacere rispondere ai tuoi quesiti, hai reso un viaggio in treno più sopportabile! Su Facebook puoi trovare alcuni pezzi e foto, (la nostra pagina è visibile anche a quelli che non hanno un account sul social network!), e se l’intervista ti ha incuriosito, sentiti più che invitato ad ascoltare Lebensweisen...! Spero tu possa goderti le nostre tracce!



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