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23/03/21
SWANS + NORMAN WESTBERG
ALCATRAZ - MILANO
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LEGENDS OF ROCK - # 26 - Gentle Giant, prima parte
24/07/2013 (5408 letture)
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I Gentle Giant rappresentano una delle migliori espressioni del rock progressivo britannico degli anni settanta avendo sviluppato una ricerca sonora complessa ed in minima parte associabile a quella dei conterranei King Crimson e Yes. La loro musica miscela in un mirabile caleidoscopio sonoro rock, jazz, psichedelia, atmosfere medioevali, folk celtico, classica e melodia; un crossover originale e di grande impatto. Da evidenziare il taglio culturale delle liriche considerati, ad esempio, i riferimenti letterari a Rabelais, Camus, Byron e Shakespeare.
La band si formò nel 1970 attorno ai fratelli Derek, Phil e Ray Shulman, originari di Glasgow e cresciuti a Portsmouth. Il padre era un trombettista jazz che li influenzò ad abbracciare la passione per la musica. L’abitazione dove vivevano era letteralmente invasa da strumenti di ogni sorta che impararono a suonare con bravura. Entrarono presto negli Howling Wolves, una formazione dedita al rhythm’n’blues. Successivamente il nome verrà modificato in The Road Runners e, infine, nel 1966 in Simon Dupree And The Big Sound sotto l’egida del produttore John King. La line up era così composta: Simon Dupree (altri non è che Derek Shulman) alla voce, Phil Shulman ai fiati, Ray Shulman alla chitarra, Eric Hine alle tastiere, Pete O’Flaherty al basso e Tony Ransley alla batteria. Il gruppo sottoscrisse un contratto discografico con la Parlophone Records e pubblicò alcuni singoli tra cui Kites/Like The Sun Like The Fire (1967) che raggiunse la nona posizione nelle charts britanniche e l’enigmatico As ‘The Moles’ (lato A: We Are The Moles, Part 1/lato B: We Are the Moles, Part 2), pubblicato nel 1968 stranamente sotto falso nome. L’unico album prodotto fu Without Reservation del 1969 registrato negli studi di Abbey Roads. Una curiosità che merita di essere menzionata riguarda la sostituzione per un breve periodo di tempo nel 1968 di Eric Hine con Reginald Dwight che in seguito diventerà famoso come Elton John. Il drummer Tony Ransley l’anno seguente abbandonò il progetto e al suo posto fu reclutato Martin Smith che ritroveremo nel prosieguo della nostra storia. Il genere proposto dai Simon Dupree And The Big Sound era piuttosto confuso ed abbracciava beat, psichedelia, soul, gospel e rhythm’n’blues. Gli Shulman non erano assolutamente soddisfatti dei risultati ottenuti e decisero così di fondare un’altra formazione che si ispirasse alla nuova direttrice disegnata dall’avveniristico In The Court Of The Crimson King dei King Crimson, il disco che nel 1969 cambiò il modo di interpretare il rock. Nel marzo del 1970 nacquero ufficialmente i Gentle Giant. Il monicker fu un’idea dell’amico e produttore Gerry Bron nell’intendimento di esaltare la fusione di due diverse tipologie di musica: da una lato quella potente ed elettrica e dall’altro quella più melodica e acustica. La formazione all’epoca della registrazione dell’omonimo debut album, avvenuta nel successivo mese di agosto ai Trident Studios di Londra, era la seguente (notate la pletora di strumenti utilizzati per la stesura del disco!): Gary Green (chitarra/cori), Kerry Minnear (pianoforte/organo/mellotron/basso/sintetizzatore/vibrafono/marimba/violoncello/percussioni/voce solista/cori), Derek Shulman (voce solista/cori/basso), Phil Shulman (sax alto e tenore/tromba/flauto dritto/voce solista/cori), Ray Shulman (basso/violino/chitarra/percussioni/cori) e Martin Smith (batteria/percussioni). L’opera, prodotta da Tony Visconti e pubblicata dalla casa discografica Vertigo il 27 novembre 1970, viene considerata una delle migliori nell’ambito del rock progressivo anglosassone. La sua durata complessiva è soli 36 minuti e 53 secondi, peculiarità che verrà conservata per tutta la carriera in contrasto con la megalomania posta in essere da altri complessi progressive. La famosissima cover fu disegnata da George Underwood e ritrae un gigante buono che nelle sue mani accoglie i sei membri della band. Gentle Giant dispone di un intreccio musicale superbo e raffinato. Notevole l’uso dei cori elemento distintivo dei Gentle Giant. Il full length non fu, però, apprezzato in madrepatria e la rivista specializzata Melody Maker lo definì severamente pretenzioso e stucchevole. Le composizioni hanno una struttura versatile e sono tra le più conosciute; spiccano la dinamica opener Giant -caratterizzata da una convincente parte strumentale centrale-, la ballata barocca Funny Ways -un must eseguito spesso nelle esibizioni live-, l’incantevole mini suite divisa in tre parti Nothing At All e la conclusiva The Queen -una personale rivisitazione dell’inno nazionale inglese. Nel 1971 il gruppo tenne alcuni concerti in Europa ed in Italia si esibirono la prima volta a Novara. Nello stesso anno sfornarono il secondo platter Acquiring The Taste registrato nei londinesi Advision Studios & A.I.R. Studios. Si tratta di un lavoro più sperimentale e scevro di qualsivoglia contaminazione commerciale, teso all’ambizioso obiettivo di oltrepassare le convenzionali barriere della musica rock. Lo scopo, peraltro, è esplicitamente dichiarato nelle note interne:
Il nostro obiettivo è di espandere le frontiere della popular music, a rischio di diventare molto impopolari. Abbiamo registrato ogni composizione con un solo pensiero: che sia unica, avventurosa ed affascinante.
In un certo qual modo si può affermare che quanto proposto in Gentle Giant viene reiterato in una visione più vasta, più dispersiva e pretenziosa; un’articolata alchimia di suoni, una vera e propria ginnastica per la mente! Tra i brani meritano una citazione quelli più lunghi: Pantagruel's Nativity che dispone di un’architettura fluida con in evidenza l’inconfondibile Moog e la chitarra elettrica (le liriche sono attinenti al contenuto del romanzo sulle vicende di due giganti Gargantua e Pantagruele di François Rabelais) e Plain Truth, che invece, ha un andamento più orientato al rock ed è contraddistinta da un superbo basso, il violino di Ray Shulman e la chitarra di Gary Green. Piccola chicca: nel pezzo estremamente elaborato Edge Of Twilight c’è un momento in cui vengono riprese le prime quattro note del già citato brano The Queen. L’ambigua cover sembra l’esaltazione di un cunnilingus, in realtà la lingua sta gustando un’albicocca e lo si scopre aprendo la gatefold sleeve. Il significato è metaforico: Phil Schulman ha, infatti, esplicitamente ammesso che Acquiring The Taste è dedicato all’assurda politica dell’industria musicale che bada ai proventi commerciali a scapito della qualità. La lingua della copertina, pertanto, appartiene a chi lecca il culo ai discografici accettando ogni sorta di compromesso per raggiungere il successo. Il 1972 sarà un anno fondamentale per la band grazie alla pubblicazione in regime di autoproduzione di due album brillanti tra gli apici dell’intera produzione dei Gentle Giant: Three Friends e Octopus. Il primo, con alle pelli la new entry Malcolm Mortimore, è un concept dedicato al tema dell’amicizia che, almeno in parte, tende ad allontanarsi dalle astrusità del predecessore in favore di una maggiore e più proficua immediatezza. Le vendite andarono decisamente bene anche per l’eccelso livello di canzoni come Peel The Paint, Mister Class and Quality? e la title track. Il secondo vede un ennesimo cambio alla batteria con l’innesto di John Weathers subentrato a seguito di un infortunio occorso a Mortimore. La cover europea disegnata da Roger Dean ritrae un enorme polpo, ma in realtà Octopus si riferisce alle otto opere musicali dell’album (dal latino octo opus). Il sound si distacca dalla pomposità sinfonica del passato abbracciando altri stili quali l’hard rock, sia pure velatamente, in The Advent of Panurge (traccia che riprende la tematica di Pantagruel's Nativity) e la musica antica in Raconteur Troubadour. Sugli scudi anche l’avvolgente ballata Think of Me With Kindness. Eccellenti le articolate linee vocali in Knots che si ispira all’omonima raccolta di poesie dello psicologo scozzese Ronald David Laing.
Il combo si è ormai affermato e lo dimostra il fatto che in quell’anno furono ingaggiati per aprire gli show dei Jethro Tull. Tra gennaio e febbraio suonarono in mezza Europa. Il 2 febbraio si esibirono a Bologna ed accadde l’inverosimile: finito il concerto furono acclamati dalla folla per un bis che fu esaudito. I fan, tuttavia, non erano contenti e volevano ancora la band sul palco per un nuovo bis. Troppo, davvero troppo per Ian Anderson che andò letteralmente su tutte le furie. Pretese, infatti, una modifica contrattuale che prevedeva l’impossibilità per i Gentle Giant di eseguire bis. Come si dice a Roma aveva rosicato de brutto! Quest’episodio è una testimonianza dell’enorme popolarità in Italia della band dei fratelli Shulmann: incredibile considerato il taglio artistico estremamente ricercato e colto della loro musica.
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Merci Monsieur Ayreon per l'ultimo post e sono assolutamente d'accordo con lei. I Gentle Giant vanno ascoltati con attenzione ad assimilati poco a poco. Forse sono meno emozionanti nel profondo dei Van Der Graaf Generator e la musica è in generale meno accattivante dei King Crimson. Ma hanno di pezzi di una bellezza minimale fatti da costruzioni complesse, piccole gemme incastonate tra di loro. Questa prima parte della discografia da avere assolutamente. Qualcuno ha detto Camel? Well, magari! Ma intanto tra Atra Vetosus e Summoning, ascoltiamo anche i Gentle Giant. A matter of Acquiring the Taste... |
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dal doppio antologico "Edge of twilight" ecco le parole conclusive scritte nel booklet : If you are new to GG,welcome ! you've never heard anything else like them before.As you listen,be patient;the music can be acquired taste.Don't expect to master th music in a single listening and walk away snapping your fingers.It may take several listenings for the full power and the glory of GG reaches you.But it will be time well spent.C'è da agiungere altro? non credo |
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Figuriamoci, sono il primo a cui serve questo approfondimento sui Gentle Giant.  |
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Ok soffermiamoci sui Gentle Giant adesso che c'e' molto da dire e da scoprire specie per i piu' giovani |
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i camel faranno un tour prima di fine anno visto che Latimer si è ripreso dai malanni,peccato che non passino di qui |
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Scusate il maiuscolo, ma un articolo su di loro sarebbe il massimo, anche perché sui Camel ci sono un'infinità di cose da scrivere, anche riguardo ai progetti di Bardens prima di entrare nel gruppo.  |
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CAMEL, ASSOULUTAMENTE!!! |
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@ ayreon: sto ancora pensando alla prossima puntata del legends of rock mmmmhhhh Camel chissà |
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chiedo scusa per quello che ho scritto sul boss,ma davanti ad un articolo sui GG mi sono trovato (cosi' come per i VAndergraaf) piacevolente lusingato.I giant cosi' come i Camel li conoscono davvero in pochi,ed è un peccato,detto questo mi scuso ancora. |
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Grazie a tutti in generale dei complimenti! @ Bloody Karma: non è uno gnomo è un gigante buono; @ Mitra65: hai centrato ewsattamente il problema, sono stato sottovalutati a fronte di una perizia tennica eccelsa; @ ayreon: grazie per l'intervento, ma la frecciatina su Springsteen te la potevi rispartmiare, oltretutto questo è il posto meno adatto se hai qualcoda da dirmi fallo sul report del'artista; @ Suilver: ti ha già risposto raven, metallari cha amano il prog ce ne sono a iosa fidati! |
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Uno dei gruppi più importanti ma snobbati da molti della storia del prog.......Immensi!Grazie Ayreon per la dritta! |
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a Veruno (borgomanero ) il 6 settembre Galahad, Soul secret, Mirrormaze e Neal Morse come headliner,7 settembre Haken,Elora flash,la coscienza di zeno e 3 friends (gentle giant )headliner. 8 settembre con Curved air,Moon sfari,Psycho praxis e Alan sorrenti da headliner.TUTTO GRATIS,diffondete ,dobbiamo essere in tanti |
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Credo che tu conosca pochi veri metallari.  |
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che figata siete i primi metallari che vedo apprezzare questo grandioso gruppo, normalmente quando dico che sono il mio gruppo prog dei 70 preferito partono le prese per il culo.... Seguite il consiglio di Luigi e guardatevi il concerto sulla tele tedesca, ho rimandato indietro un po' di volte per convincermi che Minnear stesse suonando effettivamente quello che sentivo. Sottovalutati e snobbati dalla massa ma IMMENSI grazie 100000000 ad Ayreon per l'info! ci vediamo all' arena di Veruno |
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Grandissimo gruppo della serie quando la musica e' arte pura |
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Consiglio a tutti di andare sul tubo e di cercare l'esibizione della band in una tv inglese se non sbaglio... una vera chicca!! |
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e se non sbaglio nel vinile di "giant for a day " l cover è una maschera che se viene ritagliata te la indossi |
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stupendi e la copertina con la faccia dello gnomo è una delle mie preferite... |
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dopo le sviolinate su springsteen,finalmente si parla di musica.Premesso che il primo sabato di settembre a Veruno (Borgomanero ) ci saranno gratis i Three friends (alcuni dei membri dei GG), i GG incarnarono al meglio la definizione di prog rock. Tutti grandi cantanti e polistrumentisti,canzoni articolate e complesse,multivocalità eccezionali,un patrimonio che fortunatamente negli anni 90 è stato ereditato da Echolyn e Spock's beard.Grazie per questa retrospettiva,i GG se la meritano tutta.Comunque su youtube ci sono dei bei live trasmessi dalla tv tedesca,anch'io ho il rammarico di non averli mai visti ,se non vado errato Derek Shulman come scopritore di talenti ha portato al successo gente come Dream theater e bonjovi |
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Grandi musicisti,ottimi e raffinati interpreti,inimitabili perchè unici nella loro originalità. Ingiustamente e incomprensibilmente sottovalutati nell'ottica del panorama progressive,di cui,a mio parere,rappresentano la porzione più fantasiosa e intrigante. Bell'articolo appassionante,attendo la seconda parte. Grazie Fabio  |
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Uno dei gruppi più forti della storia! La prima volta che vidi un loro video non ho toccato il basso per più di una settimana. La cosa strabiliante non è tanto la tecnica individuale, che già di per se è impressionante, ma la quantità di strumenti che suonavano e come cantavano tutti quanti... Il grosso rimpianto è non averli mai potuti vedere live |
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Li considero uno dei gruppi più importanti del rock progressivo, forse un po' sottovalutati. Bell'articolo. |
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