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DIABULA RASA - La musica e il mito
24/08/2013 (2514 letture)
Siamo a Russi, in occasione del piovosissimo e metallosissimo concerto del primo maggio. I Diabula Rasa sono appena scesi, grondanti d'acqua, dal palco sul quale si sono esibiti incuranti del maltempo, per l'entusiasmo del pubblico. Tempo di prendere una birra, e ci incontriamo con Luca ad un tavolino del bar del paese, dove ha inizio una delle più lunghe (ma interessanti) interviste che mi sia capitato di fare. Anche una delle più difficili da sbobinare, visto l'ubriaco del tavolo a fianco che, giusto per fare atmosfera, ha urlato e cantato ininterrottamente dall'inizio alla fine di quest'ora e mezza di chiacchierata. Ma niente paura, ce l'abbiamo fatta anche questa volta. Buona lettura!

Kara: Cominciamo parlando del nuovo disco Ars Medioheavy
Luca: Ok, allora iniziamo dalla fine e torniamo indietro! Diciamo che siamo arrivati dopo tredici anni di attività a trovare un'etichetta, dopo aver aspettato con calma di trovarne una che rispettasse quello che il gruppo vuole fare, cioè ricerca musicale. Io dò la priorità alla storicità della cosa, cerco manoscritti antichi, rispetto tutto quello che c'è di originale, cercando testi in lingue antiche e spartiti musciali che sono anche dei frammenti, delle volte. Poi aggiungo e compongo nello stile del periodo, perché io e la Daniela soprattutto (gli altri un po' meno) siamo nati dalla muscia antica. Siamo musicisti di musica medievale dagli anni novanta, da 23 anni! Conosciamo proprio bene tutto il repertorio duecentesco, trecentesco e quattrocentesco. Non ci siamo mai affidati fino ad adesso a nessuna etichetta, perché loro cercano solo il soldo. Trasformano il gruppo. Finalmente abbiamo trovato questi della Moonlight che ci hanno detto: fate quello che vi pare a noi va bene. Così abbiamo potuto permetterci di mantenere il nostro studio, diciamo. perché a noi non ce ne frega niente di fare dischi, di vendere. Noi vogliamo fare ricerca, e la Moonlight ci ha permesso di fare le cose così come le sappiamo fare. Prima vengono i manoscritti antichi, gli strumenti antichi, le lingue antiche, senza la minima ombra di "adesso va questo adesso va quello", anche perché quelli della Moonlight sono un gruppo di ragazzi che credono molto nei generi alternativi, sperimentano molto, dentro l'etichetta c'è tutto quello che c'è di estremo nel metal, black, death, stoner, tantissimo stoner, e si stanno ritagliando questa fetta di folk dove siamo caduti noi, i Vallorch... I Kalevala, che sono un'eccellenza per quello che riguarda il folk, così ci siamo inseriti anche noi, perfettamente.

Kara: Vi siete trovati bene, quindi...
Luca: Ci siamo trovati benissimo! Io devo sentirmi libero di fare il mio percorso, non posso... Io son vecchio: c'ho 44 anni quest'anno, non posso trovarmi lo stronzetto di 20 anni che mi dice "va questo"... Va questo dove? Ormai siamo abituati alla musica che va per un'estate e poi tanti saluti, ma in questi generi qui la cosa è molto più problematica. Si può veramente osare, nei sottogeneri, nella ricerca, perché c'è un pubblico molto più sensibile a queste cose, attento. Anzi: nel metal c'è la gente più acculturata musicalmente. È un genere di una difficoltà esagerata, da comprendere e suonare. Tutti i chitarristi, gli strumentisti, i compositori sono musicisti di livello accademico, non i ragazzotti... Adesso si mettono lì al computer fanno la musica con i cubetti. Guarda la Daniela: è stata concertista, pianista, fisarmonicista, artista e ha 10 anni di composizione alle spalle. Per cui le dici: "scrivimi una fuga a quattro voci" e lei ti scrive la partitura d'orchestra. Anche io ho studiato musica classica. Insomma, è diversa la cosa. Io spero che questa cosa venga trasmessa dalla nostra musica, che si capisca che c'è dietro del lavoro, non solo la baracca della festa. Che poi ai ragazzi la devi dare in questa maniera: non puoi dargli della musica medievale così com'è sennò al secondo pezzo ti mandano a 'fanculo. Anche perché è cambiato il modo di percepire la musica negli anni: ci sono centinaia di anni di divario, bisogna colmarli con qualcosa di diverso. E qui entra la filosofia. La Daniela è professoressa di filosofia al liceo e così abbiamo trovato questo filosofo tedesco, Gadamer, che ha fatto uno studio sulla percezione e ha trovato che è impossibile fare rievocazione, rievocare l'antico, perché mancano troppi parametri. C'è una distanza tra l'ascoltatore moderno e l'esecutore antico che non è possibile colmare. Noi cos'abbiamo come concetto di medioevo? Il medioevo fantastico, i film sul medioevo, il romanticiscmo dell'800, i Nibelunghi... Quindi la gente che ti parla rivive un medioevo fatto di sensazioni, non di storicità. E così noi abbiamo fatto uno studio su questa tesi filosofica, o meglio estetica, di Gedamer, che dice che per fare rivivere all'uomo l'antico bisogna dargli una ricostruzione dell'antico: a pelle tu senti il medioevo, ma non è veramente medioevo, è fantasy! Però è quello che percepisci l'importante. Non ha senso fare due maroni così alla gente con la rievocazione storica filologica, che alla gente non gliene frega un cazzo!

Kara: Eheh, capisco, noi siamo stati entrambi rievocatori...
Luca: Ecco, guarda. Io mi sono scontrato per anni e anni con il CERS... Le feste medievali le ho fatte tutte: Venzone, Valvasone, Gradisca, son stato a Prata di Pordenone, nell'abbazia a suonare musica antica proprio filogica, mi son fatto due maroni così, e alla gente non gliene frega un cazzo! Vanno lì a bere, si ubriacano come delle merde, di quelle sbornie! A Gemona alle 8 del mattino gli uomini portano le donne a messa e dopo 12 ore sono ancora là che girano. E così ho capito che c'è un confine tra la storia, la realtà e la percezione, e che per dare spettacolo bisogna usare la percezione per arrivare alla storicità: allora io ti faccio il pezzo del 1300 fatto in stile metal. Sarà poi il ragazzo intelligente a dire "mi vado a sentire com'è l'originale", ma per quelli a cui non gliene frega niente, è lo stesso. Gli hai dato un pezzo del 1300 e questi ballano, pogano su dei pezzi storici. Ma ti rendi conto? Che cosa meravigliosa che hai fatto? Non importa come l'hai fatta: l'hai fatta! Io sono arrivato li dove volevo: la gente ha ricominciato a apprezzare la musica del 1300. Mi dici "hai mentito." Ti dico: va bene, però al pubblico ho lasciato comunque una finestra aperta, perché poi gli racconto la storia che ci sta dietro, gli dico qual'è il pezzo originale, dov'è scritto...

Kara: E poi comunque la gente deve anche abituarsi, non è che da zero si mettono ad ascoltare musica antica...
Luca: Guarda, non è necessario che tutti diventino dei musicologi, dei professoroni. Ma che la cosa che noi abbiamo lì nei geni, da migliaia di anni. È sempre lì che va. Cambiano le ere ma l'uomo fa sempre gli stessi errori e ripercorre sempre le stesse strade. Quella musica lì ce l'abbiamo tutti dentro, bisogna fare della maieutica: Socrate direbbe "inizia a scavare sotto le foglie nel bosco, tira fuori quello che c'è la sotto". Tu piano piano iniza a scavare. E vedi come si sveglia la gente. È un'operazione molto sottile ma molto... furba. Non è che hai scoperto l'America: non hai fatto niente, gli hai dato quello che conoscono da migliaia di anni. Però sono migliaia di anni che nessuno glielo dà. perché non va, non fa figo, non se lo compra nessuno. Ma chi se ne frega! Se vuoi far apprezzare la cosa alle persone devi innanzitutto fare da ponte per tutto questo tempo che è passato e poi devi stare li a lavorarci, ma dal vivo. Perché adesso Youtube ti fotte! Il live in quanto tale è una cosa momentanea, è un'istante dove c'è un'energia, c'è una situazione, che può essere storica, politica... Dev'essere una cosa che hai visto lì! Non puoi andare a vedertela su Youtube, non ti dice niente! "Hai suonato di merda, non si sentiva un cazzo" sì, però hai visto la gente lì? Cosa gli hai trasmesso? Quello è quello che conta. Io oggi non ho nemmeno suonato stando sul palco (era in piedi sulle casse davanti al palco, N.d.R.) perché tanto non sentivo niente: ho detto, cosa sto qua come uno stronzo, che tanto i monitor non vanno, gli strumenti ne van la metà... Vado in mezzo a loro. Ho cercato di vivermi l'attimo. Ho chiamato su il Reverendo, che fa caciara. La gente si è divertita? Basta, il mio l'ho fatto. perché il live è quello, e quello è il medioevo: il giullare che arriva nella piazza, racconta delle storie e suona. Secondo me stasera ho vinto (ride, N.d.R), perché mi sembra che il pubblico abbia apprezzato ed è bene che abbia capito lo spirito. Non voleva essere un'esecuzione perfetta, voleva essere un messaggio, che è arrivato.

Kara: Bene... (dò un'occhiata ai miei appunti in cerca della prossima cosa da chiedere, N.d.R)
Luca: Se non hai altre domande vado avanti eh...

Kara: In realtà mentre parlavi me ne sono venute in mente altre quattro cinque che non avevo scritto!
Luca: Allora sei nella merda! perché qua facciam mattina... (risate, N.d.R)

Kara: Ok, allora: abbiam capito che comunque voi partite dalla musica antica, ma per la musica moderna, per la "parte moderna" diciamo, a chi vi ispirate?
Luca: La parte moderna purtroppo è quella che esce da noi...

Kara: Ma come influenze?
Luca: Io sono fanatico dei Rammstein, delle sonorità tedesche, della musica sì metal, ma dove c'è un senso ritmico forte, che è quello che ti riporta alla pulsazione universale di tutte le popolazioni del globo, che ballano su una pulsazione. Che siano sciamani, che siano africani, devi trovare la pulsazione ritmica dell'essere umano per farlo ballare. E in questo i tedeschi sono bravissimi, mentre noi siam dei neomelodici del cazzo, con le canzoni d'amore... No seriamente: ai tedeschi noi come "amore" gli facciamo un culo così. Quando c'è da mettere la lingua in bocca alle fighe arriviamo noi. Ma i tedeschi hanno questa cosa energetica, che è propria della loro lingua. Se tu vuoi capire la psicologia di un popolo, devi ascoltare la sua musica. Lou Reed diceva "la musica è la linfa vitale dei popoli" proprio perché è dentro a tutto. Un popolo è la sua musica. I tedeschi parlano come suonano. Con l'italiano arrivi solo fino lì. Mi spiace per i Folkstone, che insistono a cantare in italiano, ma la lingua italiana è un vincolo, devi apprezzarne i privilegi, ma riconoscerne i vincoli. I tedeschi non hanno problemi di questo tipo: "pam pam pam", cantano come riffano. E noi abbiamo fatto una scelta ancora diversa, che è usare le lingue morte, le lingue dell'europa medievale, cioè del mondo antico. perché nel quattrocento era quello il mondo, non c'era un cazzo oltre. E quindi, dalla Spagna ai Balcani, perché il Romano si è spinto fino a Budapest, dove c'è l'ultima porta dell'Impero Romano. Noi rispettiamo tutti i confini dell'europa medievale e studiamo tutta la musica delle lingue morte. Mittellalter Deutch, lingua d'Oil, lingua d'Oc, lingue maccheroniche italiane, volgare dantesco, tutta la nostra cultura volgare. Poi purtroppo, più indietro di tanto non riusciamo ad andare. Prima di Guido d'Arezzo, dei primi scrittori di musica non possiamo andare. Chi sa che c'era, più indietro. È questo il nostro vincolo, dal punto di vista compositivo e di ricerca. Però abbiamo un'altra direzione in cui andare: ricercare le origini del medioevo. Noi siamo tutti della zona di Ravenna, e il medioevo è nato li: Bisanzio e Ravenna capitali dell'est e dell'ovest, l'Impero Romano spaccato in due. È li che nasce la prima definizione di regno italico, con un imperatore che assume gli usi e costumi dei Romani ma è un barbaro... Adesso stiamo lavorando al prossimo disco che sarà un concept-album su Teodorico, e quindi sulle nostre origini barbariche. L'Italia nasce qui, noi siamo i discendenti dei barbari, cazzo! I Romani son andati a fare in culo con la loro lussuria, si sono autodistrutti. Adesso stiamo ricostruendo il mito di Teodorico, che non è quello storico, ma è quello che in Germania è fortissimo, in Germania hanno tutta una lettratura romantica su Teodorico e lo fanno incontrare con delle divintà nordiche che non c'entrano un cazzo ma loro hanno fatto tutto un.... DANIELA! (si gira, N.d.R.) VIENI UN SECONDO! STIAM PARLANDO DI TEODORICO!
(si rivolge di nuovo a noi, N.d.R.) Adesso vi chiamo la professoressa di storia e filosofia, altrimenti io vado in merda e vi dico delle cazzate! Lei vi potrà spiegare cose che neanche...
(arriva Daniela, N.d.R) Stiam facendo un'intervista, gli stavo cercando di spiegare il nostro prossimo lavoro su Teodorico, ma sul mito, non sulla storia che troviamo nei libri di scuola.
Per la ricerca, ci siamo spinti ai limiti della scrittura musicale, più indietro del Ludus Danielis. Siamo nell'anno mille, più indietro di li con la scrittura musicale non si va. Però ci si può andare con le origini del medioevo inteso come medioevo fantastico europeo, che è Teodorico, la figura mitologica universale.
Daniela: Praticamente si chiamava Dietrich von Bern, inizia così il mito. Abbiamo appena cominciato le ricerche, si tratta di testi medievali di tutta una saga, con storie appunto legate a tutta la mitologia nordica, che identificano la figura del Teodorico storico con un mito, con un personaggio che è durato secoli. Ora si tratta di capire se ci sono dei testi che potranno aiutarci, anche perché alcune sono cose che non sono mai state tradotte. Ora bisogna vedere cosa possiamo trovare. È un'idea, la dobbiamo sviluppare, però ci piacerebbe svilupparla partendo da Ravenna (dov'era la corte di Teodorico) e unirci il mito dei paesi nordici, che è andato avanti per molti secoli. Vedremo cosa viene fuori.

Kara: Per cui questo prossimo album si farà aspettare...
Luca: Noi non abbiamo fretta di sfornare delle cose, anche l'etichetta rispetta il fatto che vogliamo mantenere un profilo di ricerca. Loro hanno già i gruppi giovani da spremere che hanno il grasso...
Daniela: Sì, poi adesso siamo appena usciti...
Luca: anche perché noi di solito quando registriamo un disco vuol dire che l'abbiamo già suonato un anno o due dal vivo. Non ci crediamo nel registrare e poi suonare: l'esprerienza matura le cose. I nostri brani da quando li scriviamo a quando li eseguiamo mutano sempre perché stiamo molto attenti alla reazione del pubblico, così quando le registriamo hanno veramente una componente nostra.

Kara: Siete voi due che componete giusto?
Luca: Direi di sì. Noi due siamo i componenti originali delle formazioni di musica medievale, siamo due musicisti classici.
Daniela: E poi noi facciamo la ricerca, abbiamo la formazione per poterla fare.

Kara: Anche la parte moderna con le chitarre è opera vostra?
Daniela: Sì. Dopo magari vengono anche degli spunti dagli altri, però la base viene da noi.

Kara: Quanto ci mettete più o meno? Per esempio, per l'ultimo album, quando avete iniziato a lavorare sui pezzi?
Daniela: Per l'ultimo, circa due anni fa.
Luca: Ci sono due brani che abbiamo dovuto registrare senza aver potuto suonarli prima, perché ci hanno messo alle strette.
Daniela: Li abbiamo composti e poi registrati. Però erano due, appunto. Gli altri invece erano strati provati, riscritti, riprovati...
Luca: Ma avevamo bisogno di avere un'etichetta dietro, perché da soli, con due autoproduzioni dietro, più di tanto non ti cagano! Secondo te tre anni fa ci facevano recensioni senza aver nessuno dietro? Ma sei fuori...

Kara: Siccome avete riarrangiato questi brani e melodie storiche per invogliare i giovani ad ascoltare, mi chiedevo se il pubblico che avete è in effetti quello che vi sareste aspettati
Daniela: È anche di più a dir la verità, perché tante persone di una certa età magari ci apprezzano e sono fan.
Luca: Andiamo alle feste medievali e ci sono i bambini piccoli di tre anni sotto al palco e sono i primi che ballano, perché è una musica comunque universale, abbiamo poi unito i suoni per poterci affacciare alla discografia metal... Anche se non è folk il nostro, folk è un termine usato un po' impropriamente. A noi che siamo dei musicologi dà un po' fastidio sentirci dare questo titolo. "Folk" sarebbe la musica del popolo, ma il termine "folk" è un termine nato negli anni 50 quando tante culture, come gli irlandesi stessi, i francesi, non sapevano neanche più che musica si suonasse li in quelle zone, hanno ripreso musiche antiche e le hanno risuonate con strumenti moderni inventando un vero e proprio folk dal niente. La musica celtica che ascoltiamo adesso non esiste. Alle feste celtiche ci sono uomini vestiti da celti del quinto secolo avanti cristo con musica dell'ottocento o del noveceno, non c'entra un cazzo. Noi andiamo a prendere i brani più antichi che possiamo leggere, del 1100, 1200, almeno abbiamo una certa coerenza con quella che è la storia della musica antica in europa, più indietro non si può andare. Si può ritrovare la tradizione orale nelle culture meridionali, sentendo come suonano i vecchietti la tarantella, o nei paesi arabi dove suonano i strumenti di mille anni fa, ma la musica scritta è quella, punto e basta. Il termine folk fa un po' ridere, tanti gruppi "folk metal" fanno del metal pari pari con il ritornello con le cornamuse.

Kara: O il flautino...
Luca: Ma non c'è folk, quella è musica moderna, solo che invece delle tastiere usano una cornamusa. Noi cantiamo nelle lingue morte, salviamo tutto quello che si può del manoscritto medievale, poi integriamo. Delle volte sono solo frammenti. Un brano come Vermell, ad esempio: sono due brani di un manoscritto del 1300 che si chiama Llibre Vermell de Montserrat, attaccati tra loro, più delle parti che ho inventato. Io e lei ormai siamo talmente presi da 'sta musica che la possiamo scrivere. Dopo anni e anni che studi musica antica, puoi scrivere musica antica, non è difficile come linguaggio quando l'hai assimilato. Così nei nostri brani c'è comunque una coerenza. Mi dà un po' fastidio quando invece gruppi che non hanno niente di folk vengono etichettati come folk metal solo perché usano strmenti folk. Però devo dire un'altra cosa: siccome il pubblico, soprattutto in Italia, è talmente ristretto (noi metallari siamo quattro gatti), accorpare diversi generi in un festival è comunque un punto di forza, perché così lo stesso pubblico lo convogli ad ascoltare diversi generi, che poi impara ad apprezzare. In un festival come questo dove c'è glam, prog, Folkstone, Diabula, Speed Stroke, il pubblico che segue solo gli Speed Stroke stasera ha sentito i Diabula e sentirà anche i Folkstone, magari si appassiona a questi generi, e già che siam quattro gatti, facciamo bene a raggrupparci, cazzo. L'unione fa la forza. Per adesso ben venga, è sopravvivenza, siamo in una situazione in cui va solo la musica da discoteca e il festival di Sanremo. Ma vi rendete conto in che merda siamo? Siamo un paese comandato da novantenni dove il vaticano ha più forza che nel medioevo. La musica è solo quella di Sanremo, che per una stagione intera le radio passano solo quella merda là. Ma ben vengano questi piccoli festival, tra l'altro fatti da dei volontari che si fanno un buco del culo così, anche il Fosch Fest, che ci ha aperto la strada del metal... Noi prima suonavamo solo alle feste medievali.

Kara: Solo alle rievocazioni?
Luca: Assolutamente. Ma ben venga, cazzo. Io ringrazierò fino a che muoio i Folkstone e sta gente qui, perché han dato la possibilità al pubblico...
Daniela: Di conoscere...
Luca: Di ascoltare, la musica va ascoltata. Va capita, ma fino ad un certo punto. La prima componente è l'impatto, la musica deve prendere, punto e basta. Per quello dico, riallacciandomi al discorso di prima, che la rievocazione che facciamo non è storicizzata, è una rievocazione dei sensi. Rievochiamo la sensazione del medioevo!

Kara: Che ne pensate dei gruppi tedeschi che si ispirano al medioevo?
Luca: I tedeschi sono stati degli innovatori esagerati, son quelli che hanno osato, solo che poi son rimasti fermi. I Corvus Corax, con cui abbiamo suonato...
Daniela: Alla fine sono diventati ripetitivi, anche se negli anni 90 sono stati geniali...
Luca: In Extremo, Cultus Ferox, Corvus Corax, Saltatio Mortis, bla bla bla, sono vent'anni che fanno tutti dischi uguali. Questo lo sanno anche loro, ne parlavo proprio con Wim (Venustus Oleriasticus, N.d.R.) dei Corvus Corax... Adesso qui si apre una parentesi ancora più ampia. Quello che ha inventato la musica medievale in Europa è un personaggio che si chiama Marco Ambrosini e vive in Germania dagli anni 80. Gli In Extremo si rivolgevano a lui per chiedergli "ma questo brano qua come va?". Alla festa medievale di Brisighella, negli anni 80 c'era Marco Ambrosini, che è andato a vivere in Germania perché ha visto che la c'è un'apertura gigantesca per questo genere, mentre qua...

Kara: Come mai qua non attecchisce allo stesso modo, mi chiedo... Lì fanno queste grandi feste medievali con concerti la sera...
Luca: Già, come mai? Noi abbiamo l'80% del patrimonio archeologico mondiale e ammuffisce nei sotterranei nei musei.
Daniela: Io mi sono fatta un'idea: secondo me nell'arte, nella musica, gli italiani amano molto sentire quello che è già sentito, perché è molto più comodo. L'innovazione la snobbano a priori, perché è faticoso mentalmente. E poi seguono molto l'apparenza, per cui se un italiano lavora in Italia non lo ascoltano, ma se passa dall'estero in Italia allora è seguitissimo. Siamo il popolo esterofilo.
Luca: Noi italiani abbiamo il lampo di genio, siamo fulminei, ma dietro c'è bisogno di qualcuno che realizza la cosa. Ecco, i realizzatori sono i tedeschi. I tedeschi sono praticissimi, sono materiali. Loro mettono in pratica. Noi abbiamo il lampo e non facciamo un cazzo, ci perdiamo. I tedeschi invece realizzano.
Daniela: Secondo me da noi anche chi realizza fa fatica a trovare il seguito, perché io non mi sento una che non realizza, ma magari mi sento non ascoltata, perché le persone una cosa nuova non la vogliono sentire.
Luca: È un fattore educativo, perché dall'alto ci danno questi modelli. Guarda la tv: una volta era educativa, c'erano certe rasmissioni... Io mi ricordo delle videocassette registrate al betamax, quindi nell'82, '83, della storia dell'Italia. Una cosa meravigliosa, con Arnoldo Foà che narrava vestito in costume, e le cartine geografiche dietro con i barbari che scendevano in Italia. Mi dici in tv che cazzo c'è adesso? Io sono anni e anni che l'ho spenta, mi rifiuto. perché adesso, è il tempo di divide et impera. Altro errore che han fatto gli italiani nei secoli... Divide et impera. Se dai un'identità culturale forte a un popolo, col cazzo che glielo metti nel culo! Devi dargli del calcio, dello sport, della figa...
Daniela: Dei diversivi, così crei delle fazioni.
Luca: È una manovra politica, e le due cose, la cultura e il potere, non sono mai andate d'accordo. Adesso siamo in questa fase qui, speriamo che dopo aver toccato il fondo si risalga... A me piace molto rievocare il medioevo per far capire alla gente che adesso siamo nel periodo gotico più subdolo. Non c'è periodo peggiore di questo, ce lo stanno mettendo nel culo tutti.
Daniela: Alle persone viene detto cosa devono pensare, è difficile fare educazione che insegna alle persone a pensare. Insegnare alle persone a pensare liberamente vuol dire anche mettersi in discussione, prima di tutto da parte di chi guida, che sia l'insegnate o un leader.

Kara: E più faticoso perché bisogna accettare le opinioni degli altri
Daniela: Certo! Invece è più facile e comodo se le persone devono sempre pensare in maniera dogmatica.

Kara: Luca, tu fai il liutaio anche come professione?
Luca: L'ho fatto, adesso costruisco solo gli strumenti che mi interessano. Gli strumenti dei Diabula, la chitarra con le corna, ho fatto tutto io. Adesso sto costruendo una casa in stile gotico sul progetto di un organo a canne monumentale, a tre tastiere, da cattedrale e ci sto costruendo dentro.

Kara: L'organo è la casa?
Luca: L'organo è svuotato ma è la casa. Ci sono le stanze per i mantici, le canne... È una cosa molto malata... È uno dei miei progetti.

Kara: Prima che me lo dimentichi, volevo chiederti: siamo già stati a sentire i vostri concerti due volte e ogni volta c'era questo Reverendo....
Luca: Guarda, il Reverendo è una figura che abbiamo inventato proprio per dare una libertà totale di concezione per quanto riguarda il culto. Italo Calvino, in Le città invisibili dice "nuovi dei si sovrapporrano ai dei più antichi". Il diavolo, il forcone del diavolo, è il dio Nettuno. La Maddalena è una divinità che c'è sempre stata, il femminino sacro, Iside, Astarte, chiamala come cazzo vuoi. L'unico essere al mondo che può creare è la terra, è la vita. Qui c'è questa religione maschilista che impone il celibato, queste stronzate, ma se guardiamo le stratificazioni della cultura, se vai indietro i catari sono stati sterminati perché loro avevano la dualità in tutte le cose. La dualità è fondamentale nelle religioni orientali, lo yin e yang. Il diavolo non è cattivo, è la componente umana, è l'uomo, che contrasta la componente divina, cioè spirituale. Il corpo e la mente, c'è sempre un allacciamento. Il Reverendo è una figura che si trova in un poema barbarico, parliamo del quinto secolo, è un personaggio ambiguo perché lascia piena libertà all'ascoltatore...
Daniela: Di vedere quello che vuole, che alla fine non lo sa neanche lui stesso...

Kara: Mi sembra che una certa visione comune ce l'abbiano tutti, però (mi riferisco alle bestemmie che la gente inizia allegramente ad urlare ogni volta che il Reverendo sale sul palco, N.d.R.)
Luca: Questa è una cosa bella, però, sai? Secondo me in un concerto dove, non per il 90%, ma per il 100% dei brani cantiamo Ave Maria e Padre Nostro, due madonne non fanno male, perché riportano in equilibrio. Il ciellino nella nostra musica ci vede la vocazione, il pellegrinaggio, la misticità del brano. Il metallaro vede i teschi di caproni, i barbari che arrivano con le loro divinità ancestrali. Il capro è la divinità della madre terra. La capra ti dà il pelo per vestirti, la sacca per fare la cornamusa e suonare, la carne per mangiare, il teschio e le corna per fare il totem... È una divinità a tutti gli effetti. perché ognuno di noi non può vedere quello che vuole in totale libertà? 'Fanculo i patti lateranensi, noi vogliamo dare veramente uno stato laico a un pubblico laico, dove ben venga il bigotto che ascolta l'Ave Maria... È musica antica, è fatta apposta. Però il metallaro ci deve vedere quello che gli fa comodo. Io non mi voglio piegare a un dominio assoluto della chiesa che ti impone di dire "qui non si bestemmia". Chi l'ha detto? Faccio quello che mi pare, io prego e bestemmio allo stesso tempo. Poi sta a te rispettare la tua parte e anche l'altra, il rispetto non va dato alla maggioranza, va dato a tutti. Perché le minoranze devono sempre prendersela nel culo? L'inquisizione c'è ancora, non possiamo fare quello che ci pare, cazzo. Qua stasera il pubblico bestemmiava e io ho voluto dare un esempio: io non ho detto niente. Il pubblico mi è testimone. Ha fatto tutto il pubblico. È giusto così, ognuno deve avere la libertà di vedere quello che vuole. Io non ci vedo una cosa irrispettosa, è un punto di vista anche quello. Quante guerre sono state fatte nel nome della croce? E quante nel nome di Satana, invece? Zero. "Guerra santa", mi fa rabbrividire il solo pensiero. Come fai a mettere assieme le due parole? A me la figura di Gesù Cristo piace da morire, io sono un cristiano... Ma il cattolicesimo... Mi viene la pelle d'oca, come si fa a contemplare le due cose assieme? Cristo è una persona che noi... Cioè, chiunque ha i 10 comandamenti nel suo DNA, non fottere la moglie al tuo vicino... Queste sono regole preistoriche. Non deve venire uno vestito di bianco con la barba e i capelli lunghi a dirmelo, sono le regole di ogni comunità. Ma il cattolicesimo è un'altra cosa: è sottomissione, eccetera, a me non va bene questa cosa. Mi sta bene un'area di compromessi, però ognuno dev'essere libero di vedere quello che vuole, io mi lascio aperte tutte le porte. Suono musica sacra, il metallaro vede i teschi delle capre e il cattolico sente Ave Maria, ben vengano tutti e due. Io non sono qua a giudicare, sono qua a lasciare libera interpretazione, e il Reverendo è la figura che le becca tutte, perché lui è confuso: è vestito da frate però è stato truccato da barbaro.

Kara: Ti chiedo un'ultima cosa, che mi è venuta in mente prima. Avete molte donne nel gruppo....
Luca: Prima di tutto c'è un'aspetto fantastico e mitologico molto forte. Le donne delle comunità barbariche combattevano in prima linea, avevano un aspetto forte nell'antichità, pensa alle sacerdotesse, alle divinità. L'aver recluso la donna a determinati compiti, all'astenersi dalla cultura, all'astenersi dall'avere un'anima, ad allontanarsi quando aveva il mestruo, relegata in una casa in mezzo al bosco su una sedia su quattro mattoni perché non puoi toccare il suolo perché contamini... Alcuni in paesi dell'africa lo fanno ancora... Questa è una cosa che la nostra cara chiesa cattolica ha fatto per tanto tempo. Noi vogliamo dare spazio alle donne proprio per far capire che la parità dei sessi è un aspetto storico della cultura che noi abbiamo sempre avuto... Anzi. Se vai in Sardegna c'è un aspetto molto matriarcale della società, se vai in un villaggio a casa di qualcuno è l'anziana che ti deve accettare nella casa... Anche in Romagna la donna anziana è ancora rispettata, quasi come una matriarca, quindi è bello rivalutare questo aspetto della storia. Poi comunque (ridacchia, N.d.R.) al pubblico piace, e da lì il mio slogan, che dico sempre, "se non vi piace la musica, guardate le gnocche".

Kara: Avete mai suonato all'estero?
Luca: Con i Diabula no. Io ho suonato all'estero a delle rievocazioni storiche medievali. Siamo in contatto con Monaco, con il Theatron... Ci piacerebbe molto mettere piede in Germania.

Kara: Avete un "sogno" su un posto dove andare?
Luca: No, no, no, non ce ne frega niente. Il sogno è qua. Voglio dire... Siamo arrivati. Dove vuoi andare? Hai visto il pubblico stasera? Io faccio il musicista da 23 anni, dal 90. Per tutti gli anni novanta è andata non grassa, di più. Suonavo con 5 gruppi, facevo 80/90 date all'anno. Adesso basta, non si suona più, però io continuo a fare quello che so fare come mi pare e come lo so fare. Che cazzo vuoi che sogni di più? C'ho 44 anni, dove vuoi che vada? Io sono arrivato. Tutto quel che arriva ben venga.

Kara: Ok, grazie mille per il tempo che ci hai dedicato!
Luca: Grazie a voi, mi avete sopportato per un'ora, di più forse... Ma io lo so che son fatto così, quando arrivano le interviste, a me piace parlare. REVERENDO! REVERENDO VIENI QUA, VIENI QUA, VIENI QUA!!!
Reverendo: Sono il reverendo dei Diabula Rasa... (con voce MOLTO strascicata-ciancicata dall'alcool... N.d.R.)

Kara: Vuoi fare un saluto ai lettori?
Reverendo: Grazie a tutti i fans! Voi siete la parte che più ci sostiene e quindi noi siamo onorati, siamo onorati di essere da voi considerati un gruppo... un gruppo... come devo dire... in modo... eeeeh..... bello e divertente! Perché dal divertimento possono nascere tante cose. È bello essere considerati, grazie! Grazie!



MPostmortem
Venerdì 30 Agosto 2013, 23.16.08
8
Premetto che il genere musicale proposto qui mi mi fa storcere il naso e non solo quello, mio limite, non riesco ad assimilarlo ma....cazzo, a trovarne di gente così, di musicisti simili! Soprattutto nella povera Italia che, come Luca accenna, vive nella e della merda musicale. E anche nel metal (inteso nel senso stretto) io trovo un gran numero di realtà troppo sottovalutate a vantaggio di realtà affermate da vomito che vien da piangere! Non capirò mai il genere ma l'intervista mi ha regalato il desiderio di vederli dal vivo se e quando ne avrò occasione.
GioMasteR
Martedì 27 Agosto 2013, 9.52.48
7
Gran bella intervista! Ciò che fanno Luca e Daniela è molto nobile, mantenendo al tempo stesso accessibilità per chiunque voglia avvicinarsi alla loro proposta. Mi piace davvero molto la possibilità di offrire qualcosa su più livelli, in modo che chi desideri approfondire abbia la possibilità di farlo. Grandi persone, penso che mi avvicinerò con piacere alla loro musica.
xXx
Martedì 27 Agosto 2013, 8.54.08
6
che dire...figa, calcio e...metal!
freedom
Lunedì 26 Agosto 2013, 22.51.07
5
La figa a me, grazie.
Third Eye
Lunedì 26 Agosto 2013, 16.08.19
4
Ho trovato interessanti le considerazioni fatte da Luca, neanche io li conosco ma sapere che ci sono in giro persone che mettono tanto impegno nella musica (rifuggendo da mode e desideri di gloria) è comunque confortante. Su una cosa poi ha particolarmente ragione: agli italiani bisogna "dargli del calcio, dello sport, della figa...", nient'altro!
Raven
Domenica 25 Agosto 2013, 18.37.38
3
Anche a me piace molto ciò che ho letto. Noto inooltre ch molte delle loro dichiarazioni coincidono perfettamente con le tesi espresse dalla nostra testata su vari argomenti.
Cristiano
Domenica 25 Agosto 2013, 17.01.29
2
Bellissima intervista! Questi sì che sono veri musicisti
Lizard
Sabato 24 Agosto 2013, 23.20.03
1
Molto bello. Molto vero e puro. La musica è Storia, storia dei popoli e delle identità sedimentate e trasformate dal tempo. Riuscire a realizzare musica che sia al contempo valida e spendibile pur avendo una profonda base di ricerca è molto difficile. L'entusiasmo con cui loro ne parlano testimonia quanto credano in ciò che fanno e gli studi compiuti assieme agli anni maturati possono essere davvero un valore aggiunto. Non li conosco, ma mi piace molto quello che ho letto.
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24/08/2013
Intervista
DIABULA RASA
La musica e il mito
 
 
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