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AVATAR - Il valzer nero
05/01/2014 (2169 letture)
Si legge "melodic death metal" e si pensa di poter capire all'istante con cosa si ha a che fare. Così era capitato anche a me prima di approfondire sul serio il sound degli svedesi Avatar, ma fortunatamente mi sbagliavo. Loro sono una promessa ormai sicura della scena metal mondiale in toto, danno alle stampe album sempre più originali e le loro esibizioni sono degne di un vero spettacolo, che non va visto come una performance musicale fine a sé stessa. Andiamo alla scoperta di questa band con le parole del frontman Johannes Eckerström.

Flight 666: Ciao e benvenuto su Metallized.it! Innanzitutto, vuoi presentare la band ai nostri lettori dato che è la prima volta che abbiamo l'occasione di incontrarvi?
Johannes: Certo! Io sono Johannes, il cantante degli Avatar. Siamo una metal band svedese che è in giro da parecchi anni, com'era anche parecchio che non facevamo nulla qui in Italia. È bello essere tornati.

Flight 666: Cos'è cambiato dall'ultima volta che siete stati qui in Italia e come sta procedendo il tour con Five Finger Death Punch e Avenged Sevenfold?
Johannes: L'ultima volta che siamo stati qui mi pare sia stato quattro anni fa con gli Hardcore Superstar, da allora abbiamo pubblicato due dischi e l'ultimo è stato Black Waltz che è uscito due anni fa. All'epoca avevamo anche un altro chitarrista, Simon, che non è più con noi. Ora c'è Tim e quindi immagino che siano cambiate diverse cose (ride, ndr), per questo è così bello essere tornati, così possiamo mostrare agli italiani come siamo ora!

Flight 666: Il vostro stile musicale è difficile da riconoscere, più di tutti siete una band a cui piace spaziare attraverso stili molto differenti, non solamente all'interno del death melodico. Ma al di là delle normali classificazioni, come definireste la vostra musica a chi ancora non vi conosce?
Johannes: Allora, il fatto è che è difficile e così deve essere, perché abbiamo provato a fare qualcosa di nuovo, abbiamo provato a non seguire troppe regole e a crearcene di nostre per poi rompere anche quelle, specie quando arriviamo a decidere cosa e come scrivere. Quando abbiamo cominciato a suonare insieme le nostre radici comuni erano il technical death, roba anche più brutale e poi anche il melodic death; all'inizio quindi miscelavamo quelle, ma poi con gli anni suonando insieme e migliorando abbiamo cominciato ad interessarci al rock'n'roll più classico e in generale a cose più "groove oriented" e ora come ora facciamo una forma di musica heavy piuttosto estrema. Tra di noi parliamo un sacco del groove e del ritmo, non so... prendiamo ad esempio Iron Man dei Black Sabbath: se quella canzone fosse stata tutta così (si mette a canticchiare la melodia tenendo un ritmo abbastanza monotono, ndr) sarebbe stata una vera merda, invece ha il giusto groove, la giusta batteria (si rimette a canticchiare con enfasi sul ritmo tenuto dalla batteria). Questo è quello su cui ci stiamo concentrando in questi anni, ottenere il giusto groove e tirare fuori qualcosa che anche se fosse una canzone death brutale tutta growl e doppia cassa abbia ancora un buon groove, perché tutte le grandi band ce l'hanno e nessuna di queste andava in giro ad emulare gli altri. I Judas Priest non provavano a suonare come i Judas Priest, erano i Judas Priest e io non sono interessato a suonare in una heavy metal band come quelle dei miei eroi, capisci cosa intendo? Suoniamo un metal di qualche tipo, forse tra qualche anno le persone potranno dirci che tipo di metal sia, in fondo le prime band death metal non sapevano davvero di suonare death metal, non lo credo almeno, e di sicuro non lo sapeva la prima heavy metal band.

Flight 666: Il vostro ultimo album è stato pubblicato all'inizio del 2012, quasi due anni fa. State lavorando a del nuovo materiale? Potete dirci qualcosa in merito?
Johannes: È finito! Il nuovo disco è finito, siamo andati in Thailandia il mese scorso a registrarlo, uscirà il prossimo anno, penso tra marzo ed aprile, ma non lo sappiamo ancora. Le registrazioni però sono finite ed ora credo che sia in corso il mixaggio, comunque è pronto e non vediamo l'ora di pubblicarlo!

Flight 666: Come nasce una canzone degli Avatar? Solitamente prendete ispirazione da qualcosa in particolare oppure ogni luogo ed ogni situazione possono andar bene per comporre un pezzo?
Johannes: Direi l'ultima che hai detto. Quando componiamo un disco è davvero un lavoro di squadra, in questo che abbiamo registrato che uscirà il prossimo anno l'unico a non aver scritto nemmeno un riff è John, il nostro batterista, semplicemente perché non sa suonare la chitarra, tutti gli altri hanno portato almeno un riff. Per un paio di settimane o di mesi io scrivo lì, Johan là, Tim da un'altra parte ancora e ogni tanto ci troviamo assieme per sederci e scremare questa grossa borsa di idee, ovviamente ce ne sono sempre alcune che ci piacciono più di altre, a questo punto andiamo da qualche parte, affittiamo una casa o ce la facciamo prestare da qualche familiare e ci chiudiamo lì per un paio di settimane solo per lavorare a queste idee tutti insieme, questa cosa va un po' a periodi, a volte lavoriamo in maniera estremamente solitaria, altre tutti quanti insieme. Questo perché siamo tutti persone diverse ed il peso delle nostre influenze è diverso. Ad esempio: a me piacciono davvero tanto tanto tanto i Pantera, ma Tim, per dire, li ama proprio alla follia, lui si rifà molto più a loro; a lui non dispiacciono i Blind Guardian mentre io li idolatro, siamo tutti metallari, ci piacciono le stesse cose, ma ognuno di noi gli dà un peso diverso. C'è sempre un passaggio in cui cerchiamo di entrare nella testa dell'altro e di fare nostro cosa propone, tipo "mi piace quel tuo riff, dallo a me che ora ci lavoro sopra un po' io".

Flight 666: Riferendoci alle tematiche affrontate nei vostri album, partendo dal primo fino al più recente, c'è qualcosa in comune tra essi, un messaggio o un significato che possa legare insieme le vostre canzoni?
Johannes: Non ci sono concept album, il nostro primo album è uscito che avevamo 17/18 anni, chiaramente ci sono alcune tematiche su cui io in quanto autore dei testi ritorno ogni tanto, ma ogni volta con un'enfasi diversa, dipende ogni volta da che album. Ad esempio, quando uscì il primo, Thoughts of No Tomorrow, eravamo giovani e io credevo di aver capito tutto del mondo, per cui ho osato essere un po' troppo politico, non ero molto saggio all'epoca, era molto una cosa del tipo "tu hai torto, tu hai torto, anche tu hai torto e io ho ragione". Alla fine col tempo si matura, poi uscì Schlacht e io invecchiando mi sono liberato da tutte quelle stronzate, ora so molto di più a proposito della spiritualità e sono andato avanti in questo senso, ora penso di essere più saggio e di sapere qualcosa. Parlando di cose a cui ritorno spesso: c'è tutta l'idea del nome Avatar che è presa dall'induismo, significa quando un dio scende sulla Terra in forma umana come fosse un animale (probabilmente includendo anche gli essere umani, ndr). Tutta quest'idea di avere insita in noi questa potenza in quanto esseri umani è qualcosa in cui mi piace credere, anche se il problema è che stiamo usando questa potenza per creare armi di distruzione. Così l'ultimo disco riguardava questo, quando mi guardo indietro vedo che in Black Waltz era tutto a proposito del potere, dell'abuso di potere, il potere che prende il controllo sulle tue vite, mi ero molto interessato alle strutture di potere.

Flight 666: Però non è power metal!
Johannes: Beh, i testi erano power oriented, ma non mi sembra di aver detto "dragons" nemmeno una volta in tutto il disco (ride, ndr)!

Flight 666: Cosa ci dici riguardo al pezzo conclusivo di Black Waltz, Use Your Tongue, canzone così particolare e curiosa?
Johannes: È tutto cominciato quando Johan ha scritto quel riff, ci è piaciuto da subito e abbiamo provato a farne una canzone convenzionale, però proprio non funzionava, sentivamo il bisogno di improvvisarci e di jammarci sopra, sentivamo il bisogno di fare qualcosa di pazzo con quel pezzo, e così: un amico suona l'armonica, uno la chitarra, mettici l'atmosfera da "saloon" e tutte queste cose da pazzi; questo era quello di cui quella canzone aveva bisogno, il testo è astratto e perverso, quando mi piace qualcosa è come se premessero un bottone, mi metto subito a scriverci su come se fossi in trance, è più a proposito di come sento le cose piuttosto che di come sono per davvero, con quella canzone visito un posto veramente astratto, oscuro, frustrante e febbrile, è difficile da spiegare, ma è piuttosto misantropa come canzone...svegliarsi in un mondo che fa schifo, essenzialmente, qualche volta ci si sente così.

Flight 666: Solitamente quanto tempo vi tiene occupati la registrazione di un album e quanto incidono l'opinione e il lavoro del produttore per il risultato finale?
Johannes: Ora che abbiamo un grande produttore con cui amiamo lavorare gli diamo molto ascolto, è come fosse il sesto membro della band. Abbiamo fatto due dischi con Tobias Lindell, quello registrato adesso in Thailandia e Black Waltz, lui è davvero la persona di cui avevamo bisogno per tenerci tutti più calmi tra di noi. Le registrazioni sono durate un mese e la composizione è eterna, cominciano sempre pochi mesi dopo il disco precedente, poi ci si blocca e dopo due anni di dolore e miseria finalmente l'album e pronto e tu sei tipo: "Mmm, questa cosa non è affatto male anche se prima lo era" (ride, ndr). È molto difficile, è una sfida con se stessi, noi amiamo i Maiden ma gli Iron Maiden suonano come gli Iron Maiden e noi non ne abbiamo bisogno; sì, anche io li amo, tutti li amiamo, ma non mi piacciono le band che tentano di suonare come gli Iron Maiden, ci sono loro e non abbiamo bisogno di altri, per questo lavoriamo duro per essere i soli e gli unici Avatar, questo è quello che vogliamo raggiungere.

Flight 666: Nel Nord Europa sembra esserci una maggior considerazione per il lavoro del musicista inteso come un professionista. Avete mai incontrato delle difficoltà spostandovi nel resto dell'Europa? Per esempio in Italia...
Johannes: A dire la verità la mia ragazza è italiana e ne parliamo ogni tanto, da noi fare il musicista è qualcosa che viene considerato in maniera molto seria, specie in Scandinavia o in Finlandia, se invece vivi in Norvegia dove sono in ogni caso veramente ricchi per via del petrolio lo Stato addirittura per un tour come questo paga le tue spese, è davvero da pazzi. In Svezia non è così, ma le cose vanno bene, ma la Norvegia è veramente una cosa da pazzi e la Finlandia pure; diciamo che però queste tre nazioni, Norvegia, Finlandia e Svezia esportano tonnellate di musica, soprattutto la Svezia, è un grandissimo business, solo gli USA e il Regno Unito esportano più musica della Svezia. Conosci tutte le band metal che vengono dalla Svezia, tutta la scena di Gotheborg, gli Entombed, i Meshuggah, gli Opeth, ma abbiamo anche i dannatissimi ABBA, i Roxette, Avicii è svedese e RedOne è venuto in Svezia dal Marocco per diventare un produttore pop, il tizio che scriveva le canzoni ai Backstreet Boys e a Britney Spears negli anni 90 era svedese, la musica è supportata e negli anni, anche grazie al successo che hanno avuto gli ABBA e tutti gli altri, sono nate anche le infrastrutture e ci sono modelli a cui guardare, band che guardavamo da piccoli che sono diventate famose, che possono dirti: "Noi ce l'abbiamo fatta e potete farcela anche voi, venite dalla via accanto alla nostra, nella nostra stessa città", questo è più o meno quello che abbiamo fatto noi. Andando per piccoli club, ad Helsinki, ad esempio, ho visto delle band italiane che sono davvero molto ma molto valide, ma immagino che gli manchi il supporto, anche se incoraggio tutti quanti ad andare avanti e a non mollare, può ancora "accadere". Conosco i Rhapsody of Fire e i Lacuna Coil, quindi anche gli italiani possono farcela.

Flight 666: Però, ad esempio, gli stessi Rhapsody of Fire sono quasi più conosciuti ed apprezzati nel resto del mondo...
Johannes: Sì è vero, anche i Lacuna Coil sono più famosi in USA, abbiamo fatto un tour con loro questa primavera.

Flight 666: Tornando agli Avatar, qual è la differenza tra ascoltare un vostro album o vedervi dal vivo?
Johannes: Gli Avatar sono un progetto artistico dove tutto è connesso, però siamo molto più una live band, io amo scrivere musica, amo quella parte del processo, ma amo anche portarla sul palco, lì è il vero inferno. Quando proviamo per conto nostro è divertente, ma una mia canzone, che diventa poi dell'intero gruppo, provarla a volte è bello e altre volte molto difficile, quando però finalmente la portiamo sul palco è tutto fantastico, senza contare che portarla dal vivo fa evolvere le nostre canzoni, ci fa venire idee per dei nuovi arrangiamenti. Vogliamo fare musica da suonare davanti alla gente, nei dischi facciamo il massimo che possiamo, ma sono solo un passo verso l'esperienza live, è metal, e noi abbiamo anche una certa componente visiva, la musica è solo una parte del puzzle, ma lo è anche quello che vedi, che senti e che provi. Vederci dal vivo quindi vuol dire vederci nella nostra dimensione più completa.

Flight 666: Va bene, l'intervista è volta al termine. Vuoi lasciare un messaggio ai nostri lettori?
Johannes: Come vi ho detto, è molto bello essere tornati qui in Italia, soprattutto qui a Milano dove abbiamo già fatto due dei nostri migliori show; avevamo suonato in due diverse occasioni all'Alcatraz con gli Hardcore Superstar e i Buckcherry, mi ricorderò sempre ogni dettaglio di quegli show, come ogni altro aspetto riguardo l'accoglienza che abbiamo avuto in Italia che è sempre stata fantastica, ma batteremo quegli show questa sera!



HeavyLollo
Domenica 5 Gennaio 2014, 15.36.16
1
moooooolto bravi, quella sera li ho scoperti e credo proprio che continuerò a interessarmi a loro, tra l'altro sono anche simpatici
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