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LOUDER THAN HELL - La Recensione
06/03/2014 (2373 letture)
La storia orale del metal. Si fa presto a sprecare titoli altisonanti di fronte a un compito che, analizzato con un minimo di cognizione, sembra davvero improbo. Eppure, l'opera edita da Arcana Edizioni si propone un qualcosa di così grande e ambizioso che la curiosità non può non destarsi. Tentare la via di una vera e propria storia del genere è senz'altro un compito impervio e difatti non mancano le ragioni per una critica anche severa di quest'opera. Cerchiamo quindi di orientarci di fronte ad un'opera ambiziosa e che non manca di riservare gradite sorprese, come di offrire palesi motivi di riflessione critica.

LOUDER THEN HELL
Imbattersi in un tomo come Louder Than Hell - La Storia Orale Del Metal senza esserne attratti morbosamente è quasi impossibile per chi è appassionato di musica dura e libri a tema. Lasciarlo sullo scaffale potrebbe sembrare quasi sacrilego: il libro si presenta già nel titolo come un'opera esauriente e dal taglio imponente, impressione accentuata dalla consistenza cospicua del volume, caratterizzato da quasi seicento pagine, due ricchissimi inserti fotografici a colori e copertina robusta con titolone a caratteri cubitali. Al primo impatto, emerge naturale il fascino e la voglia di poter possedere, tramite esso, tutto lo scibile metallico di primo livello: lo scopo principale del lavoro, infatti, è quello di delineare la storia del genere e dei suoi molteplici sotto-settori attraverso le parole dei protagonisti, recuperate in oltre quattrocento interviste realizzate dagli autori in venticinque anni di carriera giornalistica. Jon Wiederhorn e Katherine Turman tentano dunque un'impresa monumentale, come viene descritta nella prima di copertina, riuscendoci con qualche riserva. La lacuna più clamorosa riguarda il power metal: di fatto questo genere viene ignorato in tutto e per tutto, come non fosse mai esistito. Neanche citato di striscio, nulla: di band come Helloween o Blind Guardian non vi è traccia, ma anche giganti americani come gli Iced Earth vengono insabbiati con inspiegabile facilità. Identico snobismo tocca pure al progressive e all'epic di matrice ottantiana, tanto quello coriaceo e tamarro quanto quello più raffinato e romantico: curioso appuntare tale mancanza, considerando che il titolo dell'opera è anche quello di un disco dei Manowar! Per il resto il libro è molto interessante e piacevole, anche se antepone aneddoti di vita vissuta -bagordi, eccessi, episodi raccoolti sul campo- piuttosto che dettagli prettamente tecnici o scelti per privilegiare l'aspetto musicale in sé e per sé.

I protagonisti raccontano la scena e descrivono le personalità dei vari individui che, volta per volta, costituiscono parte integrante della storia del metal: così vengono fuori tanti episodi curiosi o particolari, tutti da gustare. Di sicuro Louder Than Hell non annoia mai e riserva parecchie chicche non troppo trite e ritrite: da questo punto di vista rimane un tomo succulento e invitante, anche se non può vantare la presunzione di essere davvero esaustivo e completistico come inizialmente si potrebbe sperare. Non sarà il libro definitivo sulla storia del metal, dunque, ma ci va veramente vicino: i 35 euro sono spesi tutto sommato più che bene, anche se rimane forte il retrogusto d'amaro scaturito da quegli occhi chiusi sull'intero panorama epic/power, mancanza che -ovviamente- diventa ancora più dolorosa e inqualificabile presso gli appassionati più ferventi di tale settore. L'opera è strutturata in tredici capitoli principali, ma prevede anche una prefazione firmata da Scott Ian degli Anthrax, un breve capitolo con citazioni assortite su "che cos'è l'heavy metal" e una postfazione realizzata nientemeno che da Rob Halford, un po' banalotta per la verità. Nel primo capitolo del libro, Kick Out The Jams, si va a ritroso fino alla genesi dell'heavy metal, analizzando il periodo del proto-metal (1964-1970). Si passa poi a Masters Of Reality, capitolo che copre gli anni dal '70 al '79 con un sottotitolo eloquente: Sabbath, priest e oltre. La New Wave Of British Heavy Metal rivive i suoi anni aurei in British Steel, mentre Youth Gone Wild ci illumina sulle prime svolte mainstream del metal stesso e Caught In A Mosh, come prevedibile, ci porta nella pancia del nascente fenomeno thrash metal, enunciandone ascesa, gloria e declino (1981-1991). L'ibrido metal-hardcore ha avuto una sua precisa collocazione storica tra 1977 e 1992, rivissuta in Age Of Quarrel; Far Beyond Driven, invece, ci parla del thrash rivisto e rivisitato, conducendoci nelle striature groove degli anni novanta per poi lasciarci a High Tech Hate, capitolo incentrato sull'industrial e con radici risalenti addirittura al 1980. Inizia qui la parte del libro meno interessante per i puristi e gli amanti del classic metal, che in All For The Nookie si morderanno la lingua a suon di nu metal, andando a cozzare contro un movimento che viene qui ricondotto al lontano 1989. Nessuna paura: il decimo capitolo, Hammer Smashed Face, tratta la grandeur del death metal e viene seguito a ruota da In The Nightside Eclipse, dedicato alla truce epopea del black più puro. When Darkness Falls e New American Gospel, invece, vanno decisamente sul moderno, esponendoci le dinamiche relative al metalcore e alle nuove star del metal. Nelle pagine finali compare un elenco riassuntivo di tutti i personaggi, utile più che altro per rammentare ai lettori meno esperti il loro ruolo o la band di appartenenza.

In conclusione, come detto, l'impressione è più che positiva; ignorare però storie e uomini tanto importanti e fondamentali come quelli protagonisti della scena power metal tedesca o di quella epic è un delitto di lesa maestà, troppo grave per passare inosservato. Considerando che si tratta di un lavoro destinato soprattutto ad appassionati di metal tradizionale (difficile immaginarsi un fan accanito del numetal interessarsi più di tanto alle vicende del proto-metal o della NWOBHM) sarebbe stato più sensato offrire più spazio ad un Kai Hansen, un Eric Adams ed un David DeFeis. Acquisto dunque consigliato ma cognizione di causa: molte recensioni ne parlano con toni entusiastici omettendo queste carenze che, invece, vanno chiarite in sede primaria proprio per evitare che un appassionato di power, prog o epic spenda invano i propri soldi, ritrovandosi tra le mani un lavoro che snobba proprio i suoi interessi principali.

::: ::: ::: RIFERIMENTI ::: ::: :::
TITOLO: Louder Than Hell - La Storia Orale Del Metal
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2013
AUTORI: Wiederhorn Jon, Turman Katherine
EDITORE: Arcana
N° PAGINE: 576
PREZZO: 35,00€



Sambalzalzal
Domenica 9 Marzo 2014, 11.42.57
30
Secondo me qui ci sono tutti gli estremi per definire questa pubblicazione una bella truffa. Se devo dire il vero, se non avessi letto questa recensione di Rino@ ed avessi visto il libro incelofanato magari basandomi solo sulla descrizione sul retro (dove immagino ci sia scritto come al solito qualcosa tipo "the ultimate heavy metal history through the very true words of its most famous artists from the beginning blah blah and blah") sarei potuto anche cascarci come un pollo visto che sarei curioso di leggere una parte della storia del genere attraverso aneddoti in cui sono stati coinvolti proprio musicisti delle bands dei generi che qua non sono stati citati! L'avrei fatta piccola la cazzata
Lord Ancalagon
Domenica 9 Marzo 2014, 11.15.35
29
Effettivamente non hai tutti i torti Sambalzalzal: l'unico potenziale acquirente di quest'opera potrebbe essere il neofita attirato dal titolo altisonante. D'altro canto, a pensarci bene, la scelta di omettere come niente fosse generi come Doom e Power per lasciar spazio al Metalcore la dice lunga su quale sia il target di riferimento di questo "Louder than Hell".
manaroth85
Domenica 9 Marzo 2014, 7.10.27
28
comprato e devo dir l ho trovato un po' confuso, mi ha deluso, un po superficiale..bah..preferisco sicuramente lord of chaos o i tantissimi libri sui gruppi, slayer, motorhead in particolare
Sambalzalzal
Sabato 8 Marzo 2014, 16.35.32
27
Lord Ancalagon@ pseudometallari 15enni americani, mi pare chiaro!
Lord Ancalagon
Sabato 8 Marzo 2014, 15.43.18
26
Forse non ho ben compreso ma oltre a mancare Epic, Power e Progmetal non vi è neanche traccia del Doom? Proporre libri che hanno la pretesa di trattare la storia del Metal ed ignorando poi generi interi lo ritengo offensivo non solo nei confronti degli esponenti di suddetti generi ma anche di chi il libro lo compra aspettandosi un certo tipo di contenuti, a questo punto verrebbe da chiedersi chi può essere il fruitore medio di una simile opera ma soprassediamo. Ringrazio anch'io Rino per la recensione, dovessi trovarlo in qualche libreria lo eviterò come la peste nera.
Sambalzalzal
Venerdì 7 Marzo 2014, 21.08.24
25
Ah ecco quindi nemmeno il doom, alla grande proprio!
The Thrasher
Venerdì 7 Marzo 2014, 19.20.07
24
@spiderman: grazie mille dei complimenti, molto apprezzati!
spiderman
Venerdì 7 Marzo 2014, 19.15.07
23
Rino grazie della precisazione,che e' una conferma a cio' che sospettavo Se qesta e' la scaletta del libro allora e' secondo me gravemente deficitatario.Complimenti comunque per non esserti fermato alle apparenze, e come Ulisse dii non esserti fatto ammaliare dalle sirene delle altre recensioni ma ha iscavato a fondo come una trivella,e complimenti per la cultura storica del metal che dagli articoli che scrivi si capisce che e' molto alta.
The Thrasher
Venerdì 7 Marzo 2014, 18.57.32
22
@spiderman: tu citi lo sludge doom metal,il doom death methal,l'alternative metal o il post metal,o il punk metal e il simphonic power metal, ma per la cronaca non viene considerato neppure il doom metal in sè e per sè. Il libro segue l'evoluzione che ho indicato nell'articolo, quindi procede parallelamente per ''generi'' e anni; quindi per capirci nel capitolo sul proto metal si va dal '64 al '70, nel capitolo sui black sabbath dal '70 al '79 e via così...
spiderman
Venerdì 7 Marzo 2014, 18.38.34
21
Mah! a me i titoli altisonanti e troppo ambiziosi non mi tirano tanto.Dubito ad esempio che questo libro tratti generi come lo sludge doom metal,il doom death methal,l'alternative metal o il post metal,o il punk metal e il simphonic power metal,inoltre sicuramente non citera' novita' interessanti come il metal asiatico in particolare quello giapponese,visto che e' scritto da anglosassoni.inoltre come ha ben sottolineato Rino non citare il power/heavy tedesco e non approfondire il prog metal e il' epic e' grave sul serio.Poi altro appunto e altra perplessita' ce l'ho sulla impostazione,che taglio ha quest'opera?segue il modello stile "annale" storico(sommaria descrizione di eventi),oppure include anche retoscena ,antefatti,aneddoti sconosciuti,interviste inedite e fatti curiosi?Racchiudere l'intera storia metal (da piu spazio ai gruppi storici o ai nuovi?)e' impossibile,e ripeto il titolo per me e' troppo ambizioso,sara'sicuramente buono per chi e' neofita del metal,ma per chi lo e' da anni come e' stato gia ' detto sono meglio a mio avviso le monografie di" Genere" o le biografie accurate dal punto di vista storico.
Sambalzalzal
Venerdì 7 Marzo 2014, 14.06.24
20
Carlos Santana@ Guarda a me di come abbiano fatto a fare successo, se alla nuova (!?) o vecchia maniera non è che mi cambia tanto l'esistenza. Se si parla di metal a 360° delle citazioni è obbligatorio farle altrimenti non si parla di storia ma di punti di vista. Io non sono americano, non vivo in America e non acquisterò il libro. Proprio perché come dici tu la concezione cambia da una parte all'altra non saprei che farmene. I lamb of god, i mastodon e gli altri penso sappiano da dove vengono, la storia che c'è alla base del genere (almeno spero) ecc ecc. chi leggerà il libro, se parte da questo in particolare per saperne di più, non credo proprio e di certo non amplierà i propri orizzonti.
Carlos Satana
Venerdì 7 Marzo 2014, 13.49.56
19
Ma non è vero, prova ne sia il fatto che gruppi come Lamb Of God, Mastodon, Lesbian, Huntress, Skeletonwitch, Doomriders e molti altri si siano fatto il loro buon seguito alla vecchia maniera, ovvero suonando incessantemente in tutti gli anfratti del paese. I media generalisti di questi gruppi non parlano affatto, chi segue solo quelli (come qui) del metal non sa niente e se ne frega. Solo, la concezione di metal stesso cambia da un continente all'altro.
Sambalzalzal
Venerdì 7 Marzo 2014, 13.35.24
18
Carlos Satana@ "Al di fuori dell'Europa continentale, a nessuno frega una minchia degli Helloween e dei Manowar. Kai Hansen, Eric Adams o David De Feis sono nomi "cult", non certo di primo piano, su scala globale" Strano perché tutte le bands che hai citato per esempio in Giappone sono idolatrate, in Sud America lasciamo stare. ogni disco delle bands da te citate se parliamo del giappone per esempio, esce anche in 6 diverse edizioni. E' sempre successo dagli anni 80' e continua a succedere oggi con il mercato musicale in piena crisi, segno che quelle bands di cui pensi a nessuno freghi nulla al di fuori dell'europa un seguito forte ce l'hanno eccome. Ma il problema non è nemmeno questo, il discorso è che quando uno pubblica un libro con il prologo de "la storia orale del metal" si sarebbe portati a pensare che il volume tratti dell'argomento a tutto tondo non solo rivolgendosi ai gusti di una fetta dell'audience. perché non chiamarlo allora "la storia orale del metal all'americana"? E' assurdo. ma poi pensa un ragazzetto che si avvicina al metal prendendo per oro colato quello che c'è sul libro, si ritrova agli estremi, ha alcuni accenni sugli inizi e nel mezzo non trova nulla. E' proprio per questo che come dice The Thrasher le bands americane vedono non bene il loro pubblico, perché è un pubblico che nella maggior parte dei casi è ignorante. I media negli US non reinventano, direzionano solo l'attenzione delle persone a loro piacimento senza cognizione di causa. Il ragazzo che ascolta negli US metal oggi guarda all'hit sulla stazione radio più "figa" del momento, non va alla ricerca della qualità o delle bands che hanno fatto un genere, questo libro è stato formulato per soggetti simili.
The Thrasher
Venerdì 7 Marzo 2014, 13.22.20
17
Sì ovvio, ma solo perchè In America danno meno importanza a certi generi non si possono omettere del tutto e intitolare il libro ''storia orale del METAL'', perchè del metal ci fanno parte, eccome, anche quei generi.. è un errore loro e non è normale che abbiano più spazio certi generi, se si vuole fare un lavoro obbiettivo bisogna dare lo stesso peso a tutti i tasselli del mosaico. A me non piace il nu metal ma se scrivessi un libro sulla storia del metal non potrei far finta che non sia mai esistito...
Carlos Satana
Venerdì 7 Marzo 2014, 13.13.20
16
Dico solo che sono generi, al di fuori dell'Europa, di secondo piano. E' normale che abbiano più spazio thrash, post-thrash, metal estremo, oltre che i vari big. Questo indipendentemente dai gusti. Personalmente, io trovo positiva la continua reinvenzione che si fa in USA, ma questo è un altro discorso. Io volevo dire un'altra cosa, cioè non date per scontato che tutto il mondo sia uguale a casa vostra.
The Thrasher
Venerdì 7 Marzo 2014, 13.02.27
15
Quindi secondo il tuo punto di vista il power metal e l'epic metal non sarebbero rilevanti. Il punto è che in America non c'è una cultura classica e gli stessi musicisti (non solo i manowar ma anche un Chuck Schuldiner, per fare un esempio) ritengono il pubblico americano musicalmente ignorante, rpeferendo quello europeo dove il metal 'classico' è davvero apprezzato e compreso. In America si preferisce inseguire i trend, quindi ecco l'ampio spazio dedicato a industrial o nu-metal generi che, invece, da noi a molti non interessano. Dire che Manowar o Gamma Ray sono nomi cult e non di primo piano mi sembra ridicolo; chi sono allora i nomi di primo piano, gli slipknot? suvvia...
Carlos Satana
Venerdì 7 Marzo 2014, 12.51.51
14
Secondo me peccate di italocentrismo. Al di fuori dell'Europa continentale, a nessuno frega una minchia degli Helloween e dei Manowar. Kai Hansen, Eric Adams o David De Feis sono nomi "cult", non certo di primo piano, su scala globale.
The Thrasher
Giovedì 6 Marzo 2014, 19.06.16
13
Non fosse per quelle omissioni ci starebbero anche, ma così...
Sambalzalzal
Giovedì 6 Marzo 2014, 17.58.26
12
Ahahahahahahah effettivamente nemmeno un tomo della Treccani!
M0RPHE01978
Giovedì 6 Marzo 2014, 17.39.57
11
35 euro???????????????????????? ciao!
Sambalzalzal
Giovedì 6 Marzo 2014, 14.47.27
10
Ok grazie Elluis@ lo chiedevo perché allora è certo a quale tipo di mercato il prodotto è destinato... tu pensa per esempio in Germania che tipo di accoglienza il libro possa avere considerando certe omissioni....
Elluis
Giovedì 6 Marzo 2014, 14.22.54
9
@Samba Ian Christie credo sia inglese, perchè ha scritto per anni su Kerrang! Gli altri autori, per quanto ne so, sono tutti americani
Sambalzalzal
Giovedì 6 Marzo 2014, 14.11.56
8
Esatto, anche io sono per le autobiografie. E' impossibile scrivere un libro esauriente al 100% sul metal "in generale", ma come si fa? Già parlando di un solo genere si è costretti a lasciare fuori belle fette di storia, se uno vuole metterci tutto io penso che non arriva da nessuna parte alla fine, come in questo caso. Io molto onestamente se fossi un editore con un minimo di conoscenza del genere e mi proponessero un'opera simile mi metterei a ridere. per curiosità, chiedo, gli autori sono americani vero?
Elluis
Giovedì 6 Marzo 2014, 13.55.22
7
@Painkiller personalmente prediligo maggiormente le biografie scritte in prima persona dagli artisti, tipo "La sottile linea bianca" di Lemmy, "Io sono Ozzy", "The Dirt" dei Motley, "Heroin Diaries" di Nikki Sixx, In According to The Rolling Stones, Scar Tissue di Anthony Kiedis, Blitzkrieg Punk di Dee Dee Ramone scritto e finito poco prima della sua morte, le biografie di Slash, Bill Wyman e Keith Richards. Più in generale mi è molto piaciuto Lords of Chaos di Michael Moynihan, e non è male anche Sound of the Beast di Ian Christie, in cui racconta senza interviste dirette tutti i vari generi del metal: a me l'hanno regalato però è abbastanza ben fatto e dettagliato (sono quasi 400 pagg.) Ho anche qualche libro di Joel McIver, giornalista più che autorevole per carità, ma non so quanto ci ha messo del suo, e quanto dell'artista in questione. Non sono male i volumetti pubblicati dalla Giunti Editore sui vari generi del metal (i classici, i Moderni, Nu Metal ecc.) ma sono molto schematici, è giusto per farti un'idea su una band se proprio non la conosci. Se invece ti piacciono i libri solo fotografici ti consiglio "Iron Maiden" di Ross Halfin con foto stupende dagli esordi fino a Dance Of Death, "Blight at the end of the Funnel" di Edward Colver fotografo dedito più che altro all'hardcore punk, Rolling Stones 50 (sui 50 anni della band).
Third Eye
Giovedì 6 Marzo 2014, 13.21.08
6
Non sono particolarmente interessato ai libri che trattano dell’argomento metal e questo "Louder Than Hell" non mi farà certo cambiare idea; di storie o storielle raccontate dai protagonisti della scena non so che farmene e mi pare che il libro a questo miri, ad offrire cioè aneddoti e retroscena sulle vicissitudini degli artisti di maggior successo della scena. Poi che manchino o ci si dimentichi di generi o fenomeni importanti non mi meraviglio visto che si tende ovunque ad offrire una visione unidirezionale del genere. In ultimo dico anche che le biografie degli autori non sono poi così confortanti dal momento che Wiederhorn da quello che mi risulta ha lavorato fra gli altri per Rolling Stone ed MTV mentre la Turman si è occupata di programmi radiofonici e televisivi tra cui The Sharon Osbourne Show.
Painkiller73
Giovedì 6 Marzo 2014, 12.44.59
5
Elluis: mi dai qualche titolo che merita? Io ora ho tra le mani "Death by Metal" del nostro Rino, consiglio a tutti, davvero ben scritto e ricco di aneddoti. Escludo, purtroppo, di trovare nella mia piccola biblioteca questo "Louder than Hell" che mi attira parecchio nonostante le gravi omissioni su alcune bands seminali.
Elluis
Giovedì 6 Marzo 2014, 12.17.12
4
Nelle grandi librerie ci sono ormai molti libri che parlano di metal, in generale o biografie di artisti: ho riscontrato che ben pochi sono davvero belli e ben fatti, mentre molti di questi volumi sono poco interessanti, o perchè banali o perchè trattano solo certi certi stili e non altri, o perchè le biografie sono scritte da giornalisti che per avere informazioni intervistano il vicino di casa dell'artista in questione. Credo che questo libro faccia parte di questa categoria, il classico volume a cui magari si da uno sguardo lì in libreria, si guardano le foto, e poi per la maggior parte dei casi lo si ripone nello scaffale.
Lord Ancalagon
Giovedì 6 Marzo 2014, 12.07.44
3
Se per caso lo trovo nella mia biblioteca di fiducia proverò a darci uno sguardo tanto per curiosità, anche se effettivamente come scrive Sambalzalzal è piuttosto incomprensibile come scelta quella di non menzionare certe band e addirittura generi interi in un libro simile. Se poi si pensa che il titolo dell'opera è "Louder Than Hell", più che "incomprensibile" la cosa sembra quasi una burla.
AL
Giovedì 6 Marzo 2014, 10.02.12
2
l'ho visto in biblioteca.gli darò una lettura !
Sambalzalzal
Giovedì 6 Marzo 2014, 8.54.29
1
Grazie della segnalazione, Rino@! impossibile pubblicare e sperare di vendere un libro chiamato Louder Than Hell saltando a piè pari capitoli e personaggi che hanno fatto la storia del genere influenzando per altro tanti dei musicisti che poi penso di fatto sono finiti nel libello in questione. Non lo comprerò.
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ARTICOLI
06/03/2014
Articolo
LOUDER THAN HELL
La Recensione
 
 
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