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Progressive World live EXPERIMENT: GÖSTA BERLINGS SAGA + LA FONDERIA - Init Club Roma: 25/04/2014
30/04/2014 (2232 letture)
Il Progressive World live EXPERIMENT è il primo concerto organizzato dai nostri colleghi di Progressive World; pagina Facebook nata per condividere tra appassionati del genere conoscenze e impressioni. Questo evento è il primo, speriamo di una lunga serie, di concerti di questo genere che troppo spesso viene poco valorizzato. In questa prima edizione sono stati invitati due gruppi molto particolari, dediti ad un progressive strumentale molto lontano dai più rigidi canoni del genere. Entrambi i gruppi nascono dal’idea primordiale del prog, ossia sperimentazione ed evoluzione, adottando quindi un approccio che spesso rimane poco digeribile dal grande pubblico e spesso perfino dai fan del progressive più classico. La scelta del bill è stata quanto mai rischiosa: due band strumentali, con un approccio complesso da integrare e conosciute solamente a chi è molto addentro al settore. I possibili handicap derivanti dalla poca popolarità, dal’inizio del ponte del 25 Aprile e dalla partita della Roma sono stata colmati da una intensissima pubblicità dell’evento che ha permesso una partecipazione più che soddisfacente.
L’evento, originariamente, prevedeva un seminario tenuto da Sergio Lombardi (uno degli organizzatori) sulla scena progressive svedese e scandinava in genere, e lo sviluppo che ha avuto durante gli anni, a partire dalla nascita di gruppi comeAnekdoten e Änglagård ( di cui era presente in sala il batterista Mattias Olsson ) e tutto lo sviluppo avvenuto negli ultimi vent’anni. Purtroppo a causa di problemi tecnici il suondcheck è slittato di oltre due ore impedendo di fatto la tenuta del seminario.

LA FONDERIA
La Fonderia è il primo gruppo a salire sul palco ed è principalmente per merito loro se la sala dell’Init era quasi piena: difatti la band romana, attiva ormai da quasi vent’anni, ha accumulato negli anni un nutrito gruppo di fan ( io stesso li ho già visti diverse volte negli ultimi anni). Rispetto al passato la band perde un elemento fondamentale, il trombettista Luca Pietropaoli; mi farebbe molto piacere poter dire che la sua assenza non ha pesato, ma purtroppo alla loro performance sono mancati i temi e il sound della tromba che hanno da sempre caratterizzato il loro sound. La loro musica, per la maggior parte, dà l’impressione di essere una grande jam, dando quel senso di freschezza improvvisativa tipica dei derivati jazzistici. L’intenzione della band è sempre stata quella di creare qualcosa che non fosse etichettabile, aspirando alla dicitura, riservata solo alle band più audaci, di “inclassificabile”; possiamo senza remore dire che ci sono riusciti. Nelle loro composizioni sentiamo le più svariate influenze, dal rock al jazz passando per il blues e il funk, il tutto condito da un aura crimsoniana che lavora come un direttore d’orchestra. Durante il loro show ha avuto uno spazio anche il già citato Mattias Olsson, batterista poliedrico nonché produttore della band headliner. È proprio il pezzo suonato con quest’ultimo, che tra percussioni inventate sul momento (lo vediamo suonare anche quella che sembra essere una bombola d’ossigeno) e ritmi incredibili, riscuote più successo tra i presenti, donando qualcosa in più al già ottimo sound della band romana. Nel complesso una prestazione ampiamente godibile, impreziosita da una collaborazione di alta scuola.

GÖSTA BERLINGS SAGA
Dopo un non proprio velocissimo cambio palco, a causa anche della difficoltosa rimozione della “cabina” di tastiere usate dal tastierista Stefano Vicarelli , salgono sul palco gli svedesi Gösta Berlings Saga . Il quartetto svedese, che vanta già tre LP all’attivo, arriva per la prima volta su un palco italiano; anch’essi propongono un genere totalmente inclassificabile, certamente facente parte della scena progressive, ma che non si lega direttamente a nessun gruppo già esistente. Le influenze sono tante e si sentono tutte, ma il prodotto finale è senza dubbio qualcosa di originale. Anche loro, come i colleghi nostrani, hanno come linea direttrice una base fortemente crimsoniana, che però è vincolata all’approccio psicologico: né i ritmi né le armonie, di fatto, sono direttamente riconducibili al gruppo capitanato da Robert Fripp. Il suono che esce è nettamente vintage, come timbrica, per via soprattutto della scelta degli strumenti, ma non nell’approccio compositivo che è alquanto fresco e moderno. Avevo un vivido e piacevole ricordo di questa band, della quale ho avuto la possibilità di assistere uno show a Stoccolma nello scorso settembre, ma stavolta, se possibile, la riuscita è stata anche migliore. Questi quattro ragazzi riescono a sprigionare una potenza incredibile dal vivo, molto più di quanto è possibile percepire dal disco: senza particolari effetti e senza macchinazioni di sorta, essi riescono a creare un sound compatto e omogeneo che ha lasciato a bocca aperta i presenti. In una band, specialmente se strumentale, per una buona riuscita tutti devo essere musicisti di gran livello, ed è esattamente questo il caso dei Gösta Berlings Saga , in cui però spiccano due veri fuoriclasse: Alexander Skepp dietro le pelli, seppur non facendo nulla di eccessivamente vistoso riesce a suonare con una classe e una musicalità di altissima caratura; inoltre, il chitarrista Einar Baldursson è in grado di fare tutto uno show senza mai cambiare suono, riuscendo a far emergere i soli della propria semi acustica con un sound pulitissimo: qualunque chitarrista, ma non solo, saprà bene di cosa sto parlando. Il repertorio suonato lascia pochi dubbi di interpretazione della loro idea musicale: non è quel progressive che si attacca alle seimila note per colpire l’ascoltatore, bensì la band proviene da quella scuola che predica il minimalismo, l’uso coscienzioso e ragionato di ciò che si suona, senza dover per forza inserire variazioni forzate e dimostrare la propria tecnica individuale che, se presente, è chiaramente percepibile anche senza doverla per forza esternare ad ogni occasione.

Tirando le somme possiamo parlare di un evento perfettamente riuscito, specialmente considerando le avversità legate ai fatti di cui parlavamo in apertura. Una bella serata in compagnia di due band che hanno suonato grande musica e che nel 2014, nell’era della musica strutturata sull’ascoltatore, hanno la capacità e il coraggio di sperimentare e creare qualcosa che vada oltre gli standard del genere, ossia fare progressive, cosa che oramai è divenuta una vera rarità.



Hm is the law
Venerdì 2 Maggio 2014, 21.12.02
6
@ ayreon: pardon, hai ragione tu hanno realizzato anche album di inediti che non conoscevo l'ultimo e' il recente track from the al alps.
ayreon
Venerdì 2 Maggio 2014, 19.28.38
5
guarda che i the watch oltre che a fare cover ( e che cover,sottolineo) hanno fatto anche un bel po di dischi inediti ,l'ultimo non ricordo il titolo ma ha a che fare con le Alpi,sono una band che qui in italia non trova un posto per suonare ma riempie fino al sold out i luoghi di culto del prog in europa (zoetermeer,verviers, londra ),non spariamo sempre a zero sulle nostre band quando all'estero c'è anche di peggio
Hm is the law
Venerdì 2 Maggio 2014, 12.24.40
4
I The Watch sono una cover band e noi non trattiamo cocver band. Ottime le band recensite in questo live report, naturalmente devi amare un certo tipo di progressive altrimenti è inutile, Mi dispiace essermi perso il concerco per notivi personali avrei passato una bella serata con il mio amico e collega Francesco.
riddick83
Venerdì 2 Maggio 2014, 3.13.26
3
Concordo pienamente con il recensore! Ero presente e ho avuto l'opportunità di scambiare una chiacchiera con gli artisti che si sono rivelati belle persone(oltre che ottimi musicisti), dispobili a soddisfare ogni mia curiosità. E poi, per favore, non nominate più i "the watch", qui non si sta parlando di cover band.
ayreon
Giovedì 1 Maggio 2014, 8.19.23
2
ma i gosta berlin non avevano già suonato due anni fa a veruno festival,con headliner gli Iq ? ricordo di averli visti,band veramente scialba e noiosa,al loro posto avrei messo i nostrani The watch
Zess
Giovedì 1 Maggio 2014, 5.16.38
1
Vado completamente controcorrente: ero presente, essendo un appassionato del genere, ma i due gruppi mi hanno fatto dormire. Sperimentazione poi? Esistono altre duemila bands che suonano così. I Gösta hanno un bel batterista però, e anche il chitarrista non è affatto male. Spero in cambio di marcia per la data successiva ma, conoscendo i nomi che suoneranno, non ho dubbi sarà così.
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ARTICOLI
30/04/2014
Live Report
Progressive World live EXPERIMENT: GÖSTA BERLINGS SAGA + LA FONDERIA
Init Club Roma: 25/04/2014
 
 
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