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TOXIK + ENDOVEIN + GUESTS - White Lion, Leinì (TO), 04/05/2014
09/05/2014 (2684 letture)
Parlare di una band come i Toxik a un amante del thrash metal più tecnico, è come raccontare una leggenda, un mito a un bambino dalla sconfinata immaginazione: occhi spalancati, ricordi incredibili e tanta qualità da lasciare tutti a bocca aperta. Il quartetto capitanato dal grandioso shredder Josh Christian è stato uno dei migliori esponenti del technical thrash metal della seconda metà degli anni ottanta, pubblicando due dischi seminali prima dello sfortunato scioglimento che ha minato la loro possibile fama a livello mondiale (vedi Almost Famous per approfondire). Dopo ben venticinque anni dalla pubblicazione del loro secondo e ultimo disco Think This, i maestri americani tornano con una formazione per metà rimaneggiata e, finalmente, fanno la loro comparsa anche nel Bel Paese con ben tre date a supporto dell’In-Humanity European Tour. Difficile resistere al richiamo della storia, in particolare quando passa in una zona relativamente vicina a casa: l’aspettativa è tanta, così come il timore di non rimanere soddisfatti da una prestazione arrugginita, naturale conseguenza di pochi mesi di prove dopo una pausa ultra-decennale. Ovviamente, tutti questi timori si riveleranno infondati, visto che i Toxik (esaltati come sempre dall’accoppiata storica Sanders-Christian) sono sempre la stessa band schiacciasassi che negli anni ottanta ha rotto gli stilemi del thrash classico, tecnicizzandolo e creando un sottogenere tanto emulato e tanto amato dai metallari più intransigenti.

DEMOLITION SAINT
Arrivati al White Lion alle 19 in punto, come segnalato dalla locandina, possiamo tranquillamente fare l’immancabile tessera per accedere al locale e poi buttarci sul banchetto del merchandise, abbastanza ben fornito di magliette del tour e i due dischi dei Toxik già interamente autografati. Trascorriamo quindi una mezz’oretta tra i banchi di dischi e vinili, prima che il suono distorto di una chitarra ci richiami nella zona dei concerti: i Demolition Saint sono pronti ad aprire una serata che si preannuncia bollente, malgrado il numero degli astanti non sia esaltante e, soprattutto, non sia destinato a crescere più di tanto durante il corso del concerto. Proveniente da Modena e Ferrara, il quintetto sfodera il suo thrash violento e d’impatto, classicamente ispirato alla Bay Area e si dimostra una band discretamente affiatata e capace di coinvolgere la cinquantina di persone presenti, creando alcuni momenti di pogo divertente, malgrado alcuni incovenienti tecnici (che non saranno gli unici della serata) e un bilanciamento sonoro tutt’altro che esaltante cerchino in tutti i modi di compromettere il loro show. I pezzi, estratti dal loro primo EP Ignorance Is the Law, fungono da buon preludio e ci consegnano una band giovane con tanta voglia di fare e che sarà da tenere d’occhio negli anni a venire.

FINAL FRIGHT
Durante il cambio palco il locale si svuota completamente, finché rimaniamo in tre (e non è un numero buttato a caso, quanto effettivo) nella zona sotto al palco. Ne approfittiamo per prendere una birra, quindi i Final Fright fanno il loro ingresso e cominciano a suonare davanti a uno sparuto numero di astanti, destinato a crescere durante l’esibizione anche se, purtroppo, ben lontano da una presenza oltremodo soddisfacente. Provenienti da Trento, anche loro presentano il loro nuovo EP Wrapped in Chains e mettono in mostra sonorità tipiche degli eighties con alcune spruzzate del thrash più moderno, in un ibrido di buon effetto che esalta i presenti; l’impatto dei pezzi è buono, degno del genere e particolarmente efferato in alcune sfuriate ritmiche e soliste. Come per i Demolition Saint, il bilanciamento non è particolarmente definito ma non incide in modo sostanziale sull’energia e sul coinvolgimento della band, autrice di un concerto valido e impetuoso, come thrash comanda e che si sarebbe meritato un pubblico ben più numeroso.

NEFASTIS
Si ripete il cambio palco e si ripete l’incredibile svuotamento del locale, costringendo anche i Nefastis a cominciare con uno sparuto pubblico di fronte al palco. Per loro, provenienti da Milano, si tratta della seconda data a supporto dei Toxik, a presentazione del nuovo De Diebus Fastis Nefastis Infaustis. Grazie ad un miglioramento generale del bilanciamento sonoro, la prestazione del quartetto risulta coinvolgente e di ottimo livello. Il thrash/death offerto dai Nefastis è di buona qualità, con sezioni cattive e rapide alternate ad assoli maggiormente melodici nei quali le due chitarre la fanno da padrone con partiture soliste davvero interessanti. La sezione ritmica è potente, messa giustamente in risalto da un bilanciamento più appropriato e che permette di distinguere bene le tecniche linee di basso e il drumming compatto, sotto la fucina impetuosa di riff e assoli. Come per le band precedenti, anche loro avrebbero meritato un pubblico molto più numeroso, malgrado i presenti abbiano dimostrato un deciso apprezzamento riguardo la loro proposta; questa mezz’ora di concerto ha stimolato una grande curiosità per il loro disco e per le loro future proposte artistiche, facendo entrare di diritto i Nefastis tra le band più promettenti del panorama italiano. Bravi!

ENDOVEIN
Ennesimo cambio di palco e tocca agli Endovein, band che probabilmente paga più dazio ai Toxik per la loro influenza sul sound. Dopo aver ascoltato il loro ultimo album Supreme Insatiable Need, la curiosità verso un’esibizione live del quintetto torinese era molto alta e non siamo rimasti delusi. Mentre i membri della band si preparano sul palco, il locale inizia a riempirsi a sufficienza, fornendo loro un pubblico maggiormente soddisfacente dal punto di vista numerico; la zona attigua diventa una bolgia non appena la band torinese attacca con il suo energico thrash tecnico, scatenando collo e membra di decine di persone. L’energia del quintetto è tanta ed influenza un numeroso gruppo di sostenitori che sotto il palco si prodigano in moshpit divertenti e partecipano ai cori dei brani con intenso trasporto, affiancando l’acutissima voce di Alexx Panza. Gli estratti dal loro ultimo disco culminano con la bellissima Ignorance Grows Strong, probabilmente il pezzo più carico e coinvolgente dell’intero lotto. La grande emozione provata dalla possibilità di suonare prima dei propri idoli di sempre viene celata da un’intensa energia on stage con la quale snocciolano la loro setlist (evitando accuratamente le consuete cover proprio dei Toxik, per evitare di farsi surclassare, come detto dal frontman Alexx Panza). Alla fine dei tre quarti d’ora circa di concerto, anche gli Endovein escono promossi, fautori di una grande prova che rende giustizia all’ultima ottima prova in studio, aggiungendovi la carica e la sfrontatezza che solo un’energica esibizione live riesce ad apporre.

TOXIK
Pochi secondi dopo la fine del concerto degli Endovein, la zona sotto il palco si svuota nuovamente ma l’emozione diventa palpabile nell’atmosfera, proprio mentre fanno il loro ingresso nel locale Mike Sanders, Josh Christian, Bill Bodily e Jason Bittner sistemando la loro attrezzatura sul palco. Per una buona mezz’ora vi è un po’ di via vai con gli artisti che scambiano volentieri due parole con i presenti che li avvicinano; il più taciturno Bill Bodily si piazza con un largo anticipo rispetto agli altri membro, come se fosse pronto a suonare e attendesse solo l’arrivo dei suo compagni di band più “ritardatari” che, nel frattempo, continuavano a chiacchierare e a sistemare i propri strumenti. Il concerto inizia col botto grazie all’opener del disco d’esordio della band, Heart Attack: subito tutti e quattro i membri dimostrano di essere in piena forma, come se quel concerto fosse l’ennesima prova in una lunghissima carriera decennale mai interrotta. La voce di Mike Sanders è acuta, squillante e precisa a quella su disco, come se per lui questi decenni non fossero mai trascorsi, mantenendo l’incredibile forma di un adolescente; l’esuberanza, infatti, è la stessa: Mike salta sul palco, si muove, sprona il pubblico a fare ancora più rumore di quanto non stia già facendo, lascia cantare i refrain e sorride a tutti. Allo stesso modo, Josh Christian si offre al pubblico per simpatici scambi di battute, sguardi divertiti tra una ritmica e un assolo al fulmicotone, offrendo una qualità tecnico-melodica ineccepibile con una naturalezza disarmante: di quel giovane ragazzino che nel 1988 saltellava sul palco del Dynamo Open Air manca solamente la folta chioma; il resto è tutto invariato, come se il tempo non fosse mai trascorso. La scaletta alterna brani old-school, accolti con grandissimo calore da tutti i presenti, a nuovi estratti dal nuovo disco di prossima uscita In-Humanity; per quanto l’ambito live non sia il posto più adatto per valutare un pezzo mai ascoltato in studio, la qualità dei nuovi pezzi sembra decisamente alta e snocciola ritmiche e assoli all’altezza della doppietta ottantiana, con refrain carichi e adattissimi alla riproposizione in sede live (Too Late ne è l’esempio lampante). In una serata acusticamente non priva di problemi, accadono alcuni inconvenienti a Josh Christian che, dapprima su Greed quindi su Think This, si vede svanire il suono della propria chitarra durante gli assoli: un po’ di condivisibile stizza, quindi qualche frase col pubblico per stemperare il naturale nervoso che coglie quando si interrompe uno spettacolo di alto livello, salvo poi ripetere entrambe le riproduzioni con attacchi “in corsa” precisi al millesimo di secondo. Come se non bastasse, prima dell’encore che tutti aspettavano (World Circus), Josh rompe una corda ed è costretto a sostituire la chitarra. Divertente il suo commento conclusivo su una serata che ha fatto di tutto per andare storta ma che la passione condivisa con i meravigliosi presenti (classica frase da concerto che, tuttavia, ha un fondo di verità ben evidente per i presenti che cantavano a squarciagola sotto il palco) è riuscita a rendere il concerto un’esperienza davvero esaltante. Da segnalare le perfette esecuzioni della meravigliosa Spontaneous, della title-track Think This, delle roboanti Door to Hell e Social Overload, sino alla conclusiva World Circus che scotta ancora una volta tutti i presenti con il suo bruciante incedere assassino.

SETLIST TOXIK
1. Heart Attack
2. Greed
3. Too Late
4. Spontaneous
5. Door to Hell
6. No Rest
7. False Prophets
8. Crooked Crosses
9. Think This
10. Inhumanities
11. Social Overload
12. Breaking Class

---- ENCORE ----

12. World Circus



CONCLUSIONI
Malgrado tutti i piccoli problemi che hanno costellato l’intera serata, lo spettacolo è stato davvero grandioso e i Toxik non hanno deluso le aspettative. Le quattro ore abbondanti di concerto sono assolutamente valse il prezzo del biglietto (esiguo se paragonato alla storia musicale dell’headliner) e, credo, nessuno sia rimasto deluso da una serata davvero speciale. Tra le note positive “extra-band” è da annoverare il White Lion che, pur non essendo un locale particolarmente grande, è riuscito ad offrire una location interessante e piacevole, con prezzi abbordabili. Non è il primo locale che, negli ultimi anni, si sta facendo largo nella zona di Torino e sta proponendo numerosi concerti di una certa caratura, cosa che sino a qualche anno fa nella zona piemontese ci si poteva solamente sognare. Da questo dettaglio giunge la nota dolente della serata: la presenza del pubblico. Per quanto i presenti non si siano risparmiati e abbiano fornito un supporto caldo e sentito, per una band della caratura dei Toxik era lecito attendersi un pubblico più numeroso. Da spettatore, l’esaltazione per il grande concerto cui ho assistito ha colmato il dispiacere di vedere una cerchia abbastanza ristretta di partecipanti; tuttavia è lapalissiano che se la presenza di pubblico a grandi eventi come questo rimane così ristretto, di concerti ce ne saranno sempre meno e, giocoforza, a un prezzo sempre più elevato. Ancora una volta, è stato dimostrato che coloro che hanno avuto torto sono stati gli assenti ingiustificati; gli altri, invece, si sono goduti uno spettacolo grandioso, certo non esente da difetti e dal sound non impeccabile, ma il thrash è anche questo e la passione riversata dalle band e dal pubblico ha oscurato qualsiasi aspetto negativo della serata. Bentornati Toxik.



Monky
Domenica 11 Maggio 2014, 11.35.02
5
@brainfucker: che io sappia sì, è nella line-up. Resta da vedere se solo "in studio" o se anche nel tour che seguirà il nuovo album. In questo breve tour di reunion non era presente, ma sinceramente non si è sentita la mancanza di una seconda chitarra. Josh basta e avanza
brainfucker
Sabato 10 Maggio 2014, 23.36.56
4
ho un piccolo vuoti di memoria, ma non doveva esserci anche ralph santolla nella reunion dei toxik?
D A X
Sabato 10 Maggio 2014, 13.55.40
3
Una serata che rimarrà scolpita nel cuore. E come si suol dire, pochi ma buoni! Ovviamente chi non c'era non sa cosa si è perso
Forbiddenevil
Venerdì 9 Maggio 2014, 21.37.10
2
Grandissimo concerto, i TOXIK sono stati fenomenali. I vari problemi tecnici comunque non hanno minato l'elevata qualità della band.....degna di nota è stata la disponibilità della band con i presenti.....come ha giustamente rimarcato Davide "Monky" peccato per l'esiguo numero di presenti. Ma NOI ci siamo divertiti.....mi auguro di rivederli presto, magari in una location migliore e sopratutto con un'acustica degna del livello tecnico e storico dei TOXIK.
herr julius
Venerdì 9 Maggio 2014, 20.30.26
1
Bella recensione peccato per chi come me, che era loro fan negli anni d'oro, non c'era, troppo fuori mano. Comunque grande ritorno e grande band
IMMAGINI
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