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ELISA OVER - Acoustic or Thrash...why not both?
11/05/2014 (2467 letture)
Ha da poco pubblicato il suo esordio discografico acustico dal titolo Leaves and Blood ed è una delle protagoniste della scena heavy/thrash italiana. Stiamo parlando di Elisa Over, famosa per la sua collaborazione con i White Skull e, più recentemente, per aver fondato gli Spidkilz, thrash metal band torinese. Abbiamo avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con lei per ripercorrere alcuni dei momenti salienti della sua carriera e per scoprire qualcosa in più su questo suo nuovo progetto “low gain”.

Monky: Ciao Elisa, benvenuta su Metallized! Partiamo dalla fine e, in un certo senso, dall’inizio. In quale momento della tua carriera ti sei resa conto che era effettivamente necessario per te scrivere e pubblicare un album acustico?
Elisa: Salve ragazzi di Metallized! Grazie per l’opportunità di raccontare qualcosa di questa mia nuova avventura musicale. In verità erano circa 2 anni che fremevo all’idea di rispolverare la chitarra acustica, lasciata per qualche tempo indietro a causa principalmente delle troppe cose da fare e del poco tempo libero. Così è stato, mi ci sono rimessa e ho ricordato vecchie cose e messo su nuove idee, finchè un giorno Anthony Drago della L.A. Riot Survivor Records (già etichetta dei miei Spidkilz) mi disse che aveva sentito dei pezzi demo che avevo caricato su YouTube e che, se avessi registrato, mi avrebbe stampato il disco. Fu un momento fondamentale, il pulsante “ON” si accese e così dalle fantasticherie passai ai fatti e mi organizzai per registrare.

Monky: Leaves and Blood rappresenta a tutti gli effetti il tuo esordio discografico ufficiale come solista. Come mai hai scelto questa formula? Hai scartato l’idea di farti accompagnare da una vera e propria band?
Elisa: Dunque, prima di tutto vorrei precisare che come esordio solista ho volutamente evitato un'altra produzione heavy metal, per la qual cosa sono già pienamente appagata con gli Spidkilz, con cui compongo anche sia i riff portanti delle linee vocali, sia naturalmente testi e melodie. Per questo motivo non avrebbe avuto senso ripetermi da solista nel metal. Avevo invece questo repertorio che ormai sentivo l’esigenza di pubblicare e ho voluto mettermi alla prova, fare tutto con le mie sole forze, volevo che fosse una piccola soddisfazione personale e un ricordo tutto mio, nonostante i limiti che ci sono rispetto all’aver arruolato musicisti turnisti sicuramente più preparati e tecnici di me. Volevo solo che fosse espressione delle mie attuali capacità e possibilità, senza trucco e senza inganno.

Monky: Ascoltando Leaves and Blood ho notato numerose influenze degli anni settanta. Chi, tra le leggende di quel decennio, ha maggiormente plasmato il tuo rapporto con la chitarra e il songwriting?
Elisa: La mia infanzia e adolescenza si sono snocciolate a suon di Beatles, Simon & Garfunkel, Eagles, un po’ di country americano (Dolly Parton, John Denver, Kenny Rogers), per passare a gruppi come Supertramp e via via verso Led Zeppelin e l’hard rock anni ’70.. fino a sfociare naturalmente nel metal che mi accompagna tuttora. Onestamente non saprei dire a chi ho pensato, per comporre, forse a tutti e nessuno, anche perché non mi permetto di accostarmi ad alcuno di questi mostri della musica! Spesso poi le influenze musicali vengono fuori in maniera involontaria e inconsapevole, cosa che penso sia successa anche a me.

Monky: Qual è il brano del progetto acustico a cui sei più legata, se ce n’è uno, sia per l’ispirazione che per il periodo in cui è stato pensato/composto?
Elisa: Non è facilissimo risponderti perché mi sento legata ad ognuno per motivi diversi, ma ti direi comunque My Kingdom, scritto intorno al 1998 in un periodo molto particolare della mia vita, brano che ho ovviamente ripreso, riveduto e arrangiato ora “col senno di poi”. Cantarlo e ripensare al periodo mi dà sempre particolari brividi, a parte il fatto di aver reso in fantasia una situazione non così terribile com’è descritta nel testo (ride, ndr).

Monky: Quanto tempo hai dedicato alla scrittura dei brani e quanto per la registrazione dell’album?
Elisa: In realtà dal momento della decisione di registrare alla pratica non sono passati molti mesi. Era il release party degli Spidkilz quando parlai con Anthony e decisi di buttarmi, quindi versi fine Febbraio 2013 e ho inziato a registrare a fine Maggio. Qualche pezzo è nato mentre registravo gli altri, ultimissimo Ballad of Shadows, scritta a metà agosto e registrata i primi di settembre! Ma altri, come ho detto, li avevo già in mente da tempo e ho dovuto poi soltanto occuparmi di nuovi arrangiamenti. Le registrazioni poi si sono svolte per circa due domeniche al mese da fine maggio ai primi di settembre, mixaggio compreso. Più o meno, una giornata per brano o poco più. Volevo che fosse un lavoro il più spontaneo e naturale possibile, quindi niente mesi di ritocchi e ritocchini infiniti, ma quasi buona la prima e via.

Monky: Cosa ti ha spinta, da adolescente, a voler imparare a suonare la chitarra?
Elisa: Lo decisi un giorno, non so più se ci fu un motivo scatenante, a parte il fatto che già avevo capito che mi piaceva la musica e mi piaceva cantare. Avevo circa 16 anni ed ebbi la fortuna di avere una persona cara e amica che mi diede le prime lezioni. Capii subito che sarebbe stata la mia strada.

Monky: Facciamo un balzo verso i tuoi esordi nel mondo della musica metal. Ti va di raccontarci qualcosa dei tuoi primi anni nella musica underground?
Elisa: Ah certo, riguardando indietro mi rendo conto che gli anni passano e sono anche tanti (ride)! Il mio primo gruppo risale al 1993, i Gallows Pole che ricordo sempre con affetto; a dire il vero fui inserita amichevolmente come tastierista (prendevo lezioni di pianoforte privatamente, ma niente di eccezionale!) e si suonava il classico power metal helloweeniano dei primi anni ’90. La formazione poi si sciolse un annetto dopo e io stessa mi ero ormai stufata del genere, per convogliare verso il thrash metal americano (sempre nel mio cuore come allora) e militai in diversi gruppi come cantante, partendo da zero e man mano imparando, grazie anche a lezioni di canto (dal grande Piero Leporale, ben noto nella cerchia musicale torinese). Insomma non posso dire di non essermi fatta una bella e divertente gavetta, neanche faticosa, perché ero giovane (ride). Altro gruppo che mi piace ricordare sono le Brazen, formazione interamente femminile, in cui non cantavo ma suonavo la chitarra, si faceva un metal vagamente psichedelico, poi divergenze musicali successive mi hanno fatto cambiare strada, ma sono ancora amica con molte di loro. E infine i “miei” omonimi Over, in cui mi presi la grande soddisfazione di cantare e suonare la chitarra insieme, molto impegnativo per me, ammetto, ma molto, molto appagante. La scarsa voglia di continuare ha poi ucciso il gruppo, ma questa è la storia della maggior parte delle band heavy metal nel terribile periodo tra il 1998 e il 2010 circa. Nessuno (almeno a Torino) era più interessato al genere.

Monky: Come hai vissuto l’ingresso in un ambiente come quello dell’heavy/thrash metal? Ti sei mai posta il problema dell’essere accettata/apprezzata in un ambiente al più maschile?
Elisa: A dire il vero no. È cominciato tutto in maniera estremamente naturale da ragazzotta, sempre tra amici, coi quali si creava un simpatico cameratismo. Io poi, per mia natura, non mi sono mai posta come “femme fatale” del metal o dell’ambiente e andavo ben più d’accordo coi maschiacci che con le ragazze. Anche perché vi garantisco che a quel tempo ve n’erano ben poche che ascoltassero e amassero il metal! Se pensate che anche oggi sia così, siete troppo giovani per sapere com’era allora. Tremendo! Ah beh c’erano le groupies, ma non posso annoverarle tra le vere estimatrici della musica (ride).

Monky: È stato problematico, dal punto di vista organizzativo ed artistico, il passaggio dalle precedenti realtà underground torinesi all’ingresso nella line-up di una band storica come i White Skull?
Elisa: Dal punto di vista organizzativo direi non troppo, perché quando entrai io, nel 2007, dal piemonte arrivavano anche il bassista Steve (ora BadBones) e Danilo Bar ancora in formazione WS. Per cui in quel periodo la band era addirittura 3/5 piemontese! Si provava comunque pochissimo, ovviamente per la distanza e ci si preparava a casa individualmente; poi solo rare prove prima dei grandi concerti, il resto era palco. Dal punto di vista artistico certo mi hanno dato una visione più ampia del panorama musicale metal italiano e ho avuto l’occasione di suonare in grandi palchi a festival internazionali. Questo è stato senz’altro emozionante. Dal punto di vista musicale tuttavia non avevo tutta la libertà espressiva che avrei voluto, in quanto la band era ormai incanalata in una linea e un genere ben preciso, dal quale non ci si poteva scostare.

Monky: È cambiato qualcosa nella tua impostazione vocale dopo l’approdo in casa White Skull o tutto ciò che ti sei creata nell’underground, te lo sei portata dietro?
Elisa: Potrei dire nessuna delle due cose ed entrambe allo stesso tempo: da casa White Skull non ho tenuto molto, finchè ho dovuto interpretare i brani scritti dai precedenti cantanti, perché come sempre capita quando si cambia il vocalist, ognuno ha la sua timbrica e il suo stile e difficilmente ci si trova bene nelle vesti vocali di altri. Quando finalmente ho registrato e interpretato live i miei brani (dall’album Forever Fight) mi sono sentita più a mio agio. Ma tutta la gavetta degli anni è sempre presente e ogni esperienza ti aggiunge qualcosa, penso. Tuttora mi sento sempre in evoluzione e meno male se è così, perché non si smette mai di imparare e (si spera) migliorare! Ora posso dire comunque di aver trovato la mia attuale perfetta dimensione vocale (metal) con gli Spidkilz, che d’altronde ho “costruito” su misura per il mio stile.

Monky: Dopo la rottura dei rapporti con gli stessi White Skull, hai dato vita proprio a questo tuo altro progetto: gli Spidkilz. Com’è nata questa band? Hai scelto tu i membri del gruppo o ti sei trovata all’interno di una band già formata?
Elisa: Avevo già in mente di mettere su un gruppo heavy/thrash a Torino, ancora mentre militavo nei WS, per sfogare appunto la mia necessità di riff più thrash, ma il tempo era sempre poco. Così, subito dopo l’uscita dai WS non ho più avuto motivi di ritardare la cosa. Ho cercato io gli elementi adatti sia per gusti musicali sia per spessore umano e personale, mettendo subito in chiaro alcune linee della band, affinchè chi si unisse fosse totalmente d’accordo ed entusiasta della cosa, oppure che evitasse direttamente. Dopo il primo anno turbolento per la ricerca di un bassista, finalmente la formazione si è stabilizzata in maniera ottimale e così è tuttora. Spero che questi equilibri restino tali ancora per molto e molto, perché sono molto rari da trovare tra 5 teste (quadre, magari)!

Monky: State lavorando a nuovo materiale o vi state dedicando maggiormente alle proposte live?
Elisa: Effettivamente stiamo ancora militando live per promuovere il disco e farci conoscere, oltre che per fare un bel rodaggio e amalgamarci sempre più. L’idea è quella di iniziare prossimamente a comporre materiale nuovo, ma francamente non vogliamo fretta in una cosa che dovrebbe essere puro piacere e divertimento.

Monky: Ho visto che, di recente, avete suonato come opener per i grandissimi Onslaught, ti va di raccontarci qualcosa di quella serata?
Elisa: Beh è stata una bellissima opportunità, per cui ringrazio Diego Glaze, l’organizzatore non solo di quella ma della maggior parte degli eventi live metal torinesi da anni. Devo dire che conoscevo poco (ebbene sì) gli Onslaught, ma dal vivo sono stati davvero impressionanti e professionali e, allo stesso tempo, amichevoli e cordiali. Suonare coi grandi gruppi è sempre emozionante e inoltre ti permette di condividere palchi e service di un certo livello e raggiungere più pubblico. Qui aggiungo, purchè non si arrivi al “pay to play” dal quale ci dissociamo.

Monky: Tornando al tuo progetto acustico. Hai in mente di promuoverlo con date dal vivo?
Elisa: Sì, ho iniziato a preparare il set acustico accompagnata da un grande chitarrista torinese, Salvo Dell’Arte (militante negli anni ’80 nei NIB, ora riformatisi), con cui mi sono trovata subito in sintonia, mentre alle percussioni/batteria minimale ci sarà ancora Mattia Rubino, già mio compagno negli Spidkilz. Purtroppo un incidente sciistico ha da poco costretto Salvo a un intervento al braccio, perciò stiamo aspettando che si rimetta; considero perciò la possibilità di iniziare a suonare live dal prossimo autunno-inverno. Saremo certamente a Roma ospiti dei ragazzi dell’etichetta per un paio di sere live organizzate da loro, ma lo annunceremo appena ci saranno date certe...nel frattempo si studia!

Monky: Spesso, anzi spessissimo, in Italia ci si lamenta dei pochi locali che fanno suonare dal vivo e delle esigue possibilità di spiccare in un difficilissimo mercato discografico. Tu che, sin dal tuo esordio nell’underground, stai vivendo queste situazioni sulla tua pelle, quale credi siano le principali cause di questo fenomeno che continua a soffocare l’espressione della musica in Italia?
Elisa: Mamma mia, un sacco di ragioni intrecciate e non è da escludersi la cultura generale italiana, che vede la musica relegata all’ultimo posto della lista delle espressioni artistiche da supportare, quasi fosse un crimine (ah già, roba da drogati!), non parliamo poi se con musica intendiamo dal rock in su (o giù). Poi certo la crisi generale non aiuta, spostarsi è sempre più costoso sia per assistere ai concerti sia per andare col furgone o camper a suonare, quindi circolo vizioso. Devo anche fare un appunto alle band italiane che si spostano soltanto per i loro concerti senza andare ad assistere a quelli degli altri. Qui mi chiedo sempre quanto sia davvero passione per la musica o quanto piuttosto mero desiderio di apparire. Insomma tutte cose che non fanno bene alla vita live dei gruppi italiani.

Monky: Siamo ormai in dirittura d’arrivo ed è il momento per una domanda un po’ più personale sui tuoi gusti musicali. Se dovessi scegliere una band o un artista con cui condividere il palco, per chi opteresti?
Elisa: Non ho un attimo di esitazione: OVERKILL! A quel punto potrei quasi rischiare la scena muta per l’emozione (ride)!

Monky: Bene, allora ti auguro prima o poi di condividere il palco con Bobby e la sua band! L’intervista è giunta al termine. Grazie per il tempo concessoci! Se vuoi lasciare un messaggio ai nostri lettori, è questo il momento!
Elisa: Grazie ancora a voi per questo spazio e per il supporto e il lavoro che costantemente fate per la musica metal italiana, questo mi pare doveroso dirlo. Per il resto ringrazio di cuore anche chi ha avuto voglia di leggere questa parte di storia che mi riguarda, ricordando a tutti che la musica live non si nutre di se stessa, ha bisogno di supporto e anime curiose che presenzino ai concerti. Senza tutto ciò, sarà sempre peggio e rischieremo di limitarci tutti a postare foto del gruppo sui social network. Non facciamolo accadere! Ci vediamo quindi in battaglia!!



Metal Maniac
Lunedì 12 Maggio 2014, 19.14.07
8
no lambru, non sono della tua zona, ma quella frase mi piace talmente tanto che quando posso la rispolvero sempre! (sempre se mi dai tu il permesso di usarla...)
LAMBRUSCORE
Lunedì 12 Maggio 2014, 18.57.52
7
@Metal maniac, non so se sei delle mie parti, hai scritto quella frase lì nel mio dialetto, ahah, hai letto che chiude il Tempo rock??? Notizia sconvolgente, per chi è della mia zona....
Metal Maniac
Lunedì 12 Maggio 2014, 18.29.13
6
lambru, per riprendere un tuo vecchio adagio: "mo per piaser..."
LAMBRUSCORE
Lunedì 12 Maggio 2014, 18.15.20
5
Brava cantante e gran gnocca, nella foto del casolare....le farei vedere io il casolare, haha.....ah, è anche tra le mie amicizie su fb (vaaai Lambru, vantati anche ,semo....)
xSALx
Lunedì 12 Maggio 2014, 16.51.50
4
Una delle poche female singer di questo paese che è più sostanza che apparenza (poi per l'amor di dio, c'è anche quella e benvenga ) Possiedo il primo ep degli Spidkilz(molto bello) e son rimasto sorpreso in positivo di questo suo nuovo progetto, un in bocca al lupo per il futuro alla Over e le augurò di continuare così.
Galilee
Lunedì 12 Maggio 2014, 16.44.03
3
Assolutamente no, è passione pura, ed è palpabile la cosa.
jena
Lunedì 12 Maggio 2014, 16.16.03
2
mitica, e anche incredibilmente alla mano, ho visto in lei un interesse genuino nel Metal, non è artefatta.
Galilee
Lunedì 12 Maggio 2014, 11.29.34
1
Mitica Elisa, Yeah!
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