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EPICA - L'enigma svelato
31/05/2014 (2446 letture)
Il mondo ci è comprensibile soltanto quando lo guardiamo, ma la lente d'ingrandimento con cui lo osserviamo influenza inevitabilmente il nostro modo di concepirlo, questo è l'enigma che gli Epica con la loro ultima release hanno cercato di affrontare.
A rivelarci i segreti che si nascondono sotto
The Quantum Enigma è il mastermind della band, Mark Jansen con cui abbiamo avuto l'opportunità di fare una piacevole chiacchierata in cui l'artista ha spiegato la visione del mondo di cui il gruppo olandese si fa portavoce.

Arianrhod: Ciao Mark! Sono Giada di Metallized.it.
Mark Jansen: Piacere di conoscerti.

Arianrhod: Piacere mio, come stai?
Mark: È stata una settimana dura, alcuni parenti sono scomparsi e non è stato molto facile, ma ora va meglio.

Arianrhod: Allora cominciamo, com’è andato il release party di The Quantum Enigma?
Mark: È andato molto bene, abbiamo avuto il tutto esaurito con duemila persone all’evento. Ci siamo divertiti molto e le persone erano elettrizzate per le nuove canzoni. È stato davvero un successo e non ci potevamo aspettare di meglio.

Arianrhod: E per quanto riguarda le registrazioni per il nuovo album?
Mark : Cosa vuoi sapere di preciso? È una lunga storia.

Arianrhod: Allora, so che di solito lavorate a casa individualmente durante il processo di composizione, è vero che questa volta avete provato a lavorare di più insieme?
Mark: Sì, è vero. Scriviamo ancora le canzoni per nostro conto, ma il secondo passo è stato lavorare insieme sul sound delle canzoni. La ragione di questa scelta è che più di prima abbiamo voluto occuparci dei dettagli. Perché di solito andavamo nello studio e non lavoravamo molto l’uno sulle tracce dell’altro, registravamo soltanto quello che era stato scritto. Ora però pensiamo che migliorando fin da subito le varie tracce anche l’intero album può giovarne. Siamo molto soddisfatti di questo metodo perché così tutti i punti deboli delle canzoni possono essere perfezionati e in questo modo possiamo anche cambiarne la struttura così da far funzionare tutto nei dettagli, e che le parti di chitarra, batteria, basso si adattino a vicenda. Penso che nel complesso tutto ciò possa rendere le cose migliori.

Arianrhod: Ho notato che avete continuato con il concept di Kingdom Of Heaven, potresti dirmi qualcosa riguardo alle tematiche che si nascondono dietro i testi?
Mark: Sì, Kingdom Of Heaven ha presentato la tematica della fisica quantistica, che è il filo rosso dell’intero album. The Quantum Enigma significa che nel mondo dei quanti, quando noi osserviamo qualcosa, interpretiamo quello che stiamo guardando e perciò tutto quello che vediamo nella fisica quantistica è influenzato dalla nostra osservazione. Siccome noi siamo degli esseri viventi, tutto ciò che è a noi esterno è costruito da tantissime microscopiche particelle che si studiano nella fisica quantistica, noi esistiamo in quanto siamo composti da innumerevoli particelle e questo forse vuole anche dire che il mondo come noi lo conosciamo, ciò che ci sta intorno è qui solo perché noi lo percepiamo in questo modo. Quindi non potremmo conoscere com’è il mondo se non lo osservassimo. Questo è davvero un pensiero impressionante, mentre le altre canzoni parlano di sogni, anche della ragione stessa e dei pensieri, dei confini della nostra mente e di chi siamo, chi effettivamente siamo e che cosa è reale, cosa è fantasia e ciò che è un’illusione.

Arianrhod: Nel vostro sito avete scritto che la copertina riflette i testi, ma mi potresti dire qualcosa di più sul disegno?
Mark: Onestamente, non saprei dirtelo perché abbiamo dato tutte le canzoni al disegnatore senza dargli indicazioni e ha disegnato la copertina. Io non gli ho chiesto nessuna spiegazione riguardo a che cosa effettivamente l'artwork significasse, ho visto ciò che lui aveva creato e ho lasciato che la mia sola immaginazione mi portasse a pensare che cosa le mie canzoni e quelle di Simone lo hanno portato a questo risultato. Perciò puoi pensare cosa ha suscitato in te guardando la copertina e leggendo anche i testi, ma non è un qualcosa di pre-fissato, è più su un piano mistico e per ciò per me potrebbe significare qualcosa di diverso rispetto al significato che gli dai tu.

Arianrhod: Avete detto che considerate The Quantum Enigma un punto di svolta nella vostra carriera, l’album effettivamente risulta più duro, ma anche molto più epico rispetto al passato, perché avete sentito il bisogno di questo cambiamento?
Mark: Sì, prima di tutto avevamo avuto la sensazione di aver lavorato per un periodo di tempo molto lungo con Sascha Paeth, il nostro produttore precedente con cui abbiamo collaborato per praticamente dieci anni. Il rischio era, dopo così tanto tempo, di iniziare a fare le stesse cose, gli stessi motivi. Non è detto che questo sarebbe accaduto per forza, ma c'era comunque un rischio. Volevamo cambiare qualcosa per sembrare rinnovati e perciò anche se Sascha Paeth ha comunque avuto un ruolo chiave per le linee vocali, volevamo sapere che cosa avrebbe potuto apportare un nuovo produttore, nuove opportunità, nuove visioni, un nuovo sound. Quindi siamo ancora gli Epica, ci sono ancora tutti gli ingredienti tipici degli Epica, ma allo stesso tempo suona nuovo, rinnovato, perché abbiamo cambiato anche il nostro modo di lavorare, oltre che colui che si occupa del mixing. Penso che sia un po’ come quando vivi in una casa e rinnovi completamente l’arredamento, è sempre la stessa casa, ma appare comunque differente ed è proprio dove volevamo arrivare.

Arianrhod: Ho anche notato che per l’intermezzo The Fifth Guardian-Interlude avete inserito delle melodie dell’estremo oriente e alcuni elementi folk, sono un’innovazione nel vostro sound, vero?
Mark: Sì, è decisamente un’innovazione, quando avevamo quasi finito con l’album, non avevamo ancora l’interludio definitivo, così Coen ha suggerito di cambiare la melodia iniziale inserendo un tocco più asiatico, giapponese, abbiamo iniziato a lavorarci ed è cresciuto sempre di più e così è diventato di tre minuti, invece in partenza avrebbe dovuto essere di circa venti o trenta secondi. Ogni tanto queste cose possono capitare, di solito noi non abbiamo fin da principio un programma generale già costruito a priori, perché vogliamo restare sempre con la mente aperta per quello che potrebbe suggerirci il momento, come questo di Coen, e in questo modo si può arrivare a qualcosa di davvero sorprendente. Quando sento i fan che parlano proprio di quel pezzo e che piace loro così tanto sono davvero contento che l’abbiamo scritto.

Arianrhod: Sì, è piaciuto molto anche a me!
Mark: Fantastico! (ride)

Arianrhod: Quindi siete affascinati dalle culture orientali? Te lo chiedo perché avete intitolato due delle vostre intro Samadhi e Karma che sono decisamente due concetti derivanti dalla filosofia indiana.
Mark: Certo, noi tutti viaggiamo molto, vediamo molti paesi diversi e da ognuno puoi imparare qualcosa, ogni paese ha le proprie tradizioni e aspetti positivi, e ovviamente anche quelli negativi, ma noi ci focalizziamo sempre sugli elementi più grandiosi di una cultura. Anche per quanto riguarda la musica, ogni cultura ha la propria musica che è bella, perciò anche musicalmente cerchiamo di avere la mente aperta e quest’influenza etnica appare nelle nostre melodie. Nel passato questa suggestione proveniva dalla musica araba e ora da quella orientale. Chissà cosa ci porterà il futuro, noi viaggiamo sempre e tutto ciò che raggiunge la nostra mente e la nostra ispirazione può trovare uno spazio anche nella nostra musica.

Arianrhod: Ho notato anche che avete preso ispirazione dalla musica classica, mi riferisco in particolare all’iniziale passaggio di Chemical Insomnia dove si sente l’influenza del Peer Gynt di Grieg.
Mark: Ah, sì quella è una canzone di Isaac perciò non so da che cosa ha preso ispirazione per quel brano. Non lo so (ride), ma potrebbe essere, potrebbe essere.

Arianrhod: Ok, per The Quantum Enigma si è aggiunto un nuovo membro agli Epica, Rob ha cambiato qualcosa nell’approccio alle linee di basso rispetto a quello di Yves?
Mark: Sì, la cosa più rilevante è che Rob è davvero un bassista, perché molti chitarristi iniziano più tardi a suonare il basso, Rob invece ha sempre suonato il basso fin da quando era giovane, perciò è un tipico bassista e si può infatti sentire che è un vero professionista ed è stato molto capace nel fare il suo lavoro. Ovviamente non sto dicendo che Yves non fosse capace, ma si sentiva molto che era un chitarrista che suonava il basso e si può percepire notevolmente la differenza. Oltre che a lavorare sulle canzoni, Rob ha composto alcuni brani che sono diventati delle bonus track, avevamo così tanta scelta e come qualità erano molto alte, ma abbiamo dovuto fare una selezione dato che c’erano molte canzoni, in ogni caso era in forma per il nuovo album ed è ormai completamente inserito nella band come se lo fosse già da quattro o cinque anni.

Arianrhod: Con Retrospect gli Epica hanno raggiunto un grande obiettivo, mi potresti raccontare qualcosa riguardo al concerto? Mi riferisco al fatto di stare sul palco davanti a centinaia di persone che aspettano di vederti suonare e com’è lavorare insieme ad un’orchestra così grande?
Mark: È stato letteralmente la realizzazione di un sogno, avevamo già suonato una volta con questa orchestra in Ungheria e abbiamo realizzato un album con questo esperimento, ma non avevamo mai avuto l’opportunità di registrare un dvd e ora dopo dieci anni di attività abbiamo potuto portare l’intera orchestra e coro in Olanda ed ecco realizzato il dvd che noi e anche i nostri fan aspettavano da tanto tempo. Insomma è stata la vera e propria realizzazione di un sogno soprattutto perché nel dvd si è raccolto tutto ciò per cui abbiamo lavorato in questi dieci anni, abbiamo suonato canzoni da ogni album pubblicato, ci siamo esibiti con tutti i membri che gli Epica hanno avuto nel corso degli anni. È stato davvero il miglior modo per festeggiare il decimo anniversario degli Epica, non potevo immaginare che qualcosa andasse diversamente.

Arianrhod: Per curiosità, avete qualche rito prima di salire sul palco?
Mark: Nessun in particolare, abbiamo i soliti rituali che tutti gli altri musicisti hanno, per esempio suonare un po’ per riscaldarci, facciamo stretching soprattutto per il collo perché facendo molto head banging, se non lo facciamo poi fa molto male, insieme alla band come rituale ci diamo il cinque e ci auguriamo buona fortuna a vicenda, sono gli unici riti che abbiamo; oltre a sperare di fare un bel concerto non ho particolari credenze, insomma non vedo l’ora che inizi lo spettacolo.

Arianrhod: Quando hai iniziato con gli Epica, avresti mai immaginato che sareste riusciti a raggiungere questi traguardi nella vostra carriera? E come ti senti a sapere che siete dei modelli per moltissime giovani band nel mondo?
Mark: Per quanto riguarda la tua prima domanda, ovviamente non ci si aspetta mai che tutto ciò potrebbe accadere. Ciò che abbiamo fatto è stato lavorare duramente e sperare per quello, era il nostro obiettivo di raggiungere questo livello, ma puoi avere sia la buona che la cattiva sorte, in ogni caso non si può mai sapere, ogni volta abbiamo cercato di superare i momenti difficili andando sempre avanti e penso che questo abbia la band ancora più forte, però non potevamo immaginare qualche anno fa di essere ancora oggi in giro, ma lo siamo. Dire che siamo un modello per molti gruppi è un grande complimento e sono davvero contento che noi possiamo adempiere a questo ruolo, soprattutto perché non facciamo uso di droghe e penso che questo sia un esempio importante che possiamo dare dato che in passato circolava molta droga e sono successi molti disastri, alcune persone sono morte per questo, alcuni sono completamente andati fuori di testa a causa di ciò arrivando a commettere dei crimini. Posso vedere quello che è successo ad altre band e non è per niente bello, è davvero molto triste veder prendere delle droghe e diventarne completamente dipendenti. Perciò il miglior esempio che possiamo dare è proprio quello di essere in un gruppo senza avere il bisogno di assumere sostanze stupefacenti.

Arianrhod: E personalmente hai un musicista o un gruppo preferiti?
Mark: Sì, fin da quando ero molto giovane, mi è sempre piaciuto Slash dei Guns N’ Roses, lui è stato uno dei principali motivi per cui ho cominciato a suonare la chitarra, un altro musicista che ammiro molto è Arjen Lucassen che è stato nei Vengeance e ora è impegnato con il suo progetto Ayreon, penso che sia un artista fantastico con molta ispirazione, sa creare delle melodie e canzoni molto belle, mi sono sempre piaciuti i suoi successi in musica.

Arianrhod: Quando hai iniziato a suonare sei partito con la chitarra classica oppure direttamente da quella elettrica?
Mark: Sono partito subito con la chitarra elettrica, so che molti chitarristi iniziano con quella classica o acustica, ma non mi è mai piaciuta molto la chitarra acustica, ho fin da subito voluto iniziare con quella elettrica, ho preso qualche lezione con un insegnante, ma mi faceva suonare delle canzoni che odiavo così gli chiesi di suonare canzoni degli Iron Maiden perché era quello che mi piaceva e lui mi diceva “no, no devi suonare prima delle altre canzoni!” come quelle di Lionel Ritchie e così ho smesso di prendere altre lezioni.

Arianrhod: Dato che ormai praticamente vivi in Italia, conosci alcune band del panorama metal italiano?
Mark: Sì, certamente conosco i Lacuna Coil e anche altri gruppi più piccoli della Sicilia visto che ci vivo, tutto sommato penso che sia un buon panorama musicale quello italiano, però penso che in Italia sia molto difficile raggiungere livelli importanti e riuscire a conquistare il successo internazionale.

Arianrhod: Ancora un’ultima domanda, avete annunciato le date del tour degli Epica, ma ci sono delle novità per quanto riguarda una data in Italia con i Mayan?
Mark: Ah, sarà di sicuro un anno molto occupato con gli Epica, non credo che ci sarà il tempo per un tour con i Mayan, ma se mai ci fosse l’opportunità per un tour in Europa, coglieremmo al volo questa possibilità, ci potrebbe anche essere l'occasione di fare un tour insieme agli Epica, ma lo svantaggio è che sarebbe molto impegnativo ed è meglio concentrarsi solo su un progetto che essere sul palco per due volte nella stessa serata: tre membri degli Epica suonerebbero prima con i Mayan e sarebbe difficile conciliare tutto anche con gli Epica. Perciò per quando ci sarà la possibilità di un momento più libero programmeremo il tour per i Mayan.

Arianrhod: Perfetto, la nostra intervista è arrivata al termine.
Mark: Voglio ringraziarti per avermi intervistato.

Arianrhod: Grazie a te, mi spiace per la tua dura settimana ma coraggio!
Mark: Grazie, so che purtroppo è parte della vita, ci sono i bei momenti e altri più tristi.

Arianrhod: Ancora grazie per l’intervista e a presto!
Mark: Certo a presto! Ci sarai a qualche nostra data in Italia?

Arianrhod: Sì, penso proprio di sì a Milano!
Mark: Allora ci rivedremo lì! Buona serata!
Arianrhod: Buona serata anche a te!



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