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4TH DIMENSION - Oltre il Velo delle Illusioni
12/06/2014 (1533 letture)
Torniamo ad intervistare i nostrani 4th Dimension freschi di pubblicazione di un nuovo album dal Dispelling the Veil of llusions, i quali ci parlano dei loro progetti e della difficile condizione di suonare heavy metal nella nostra Penisola, buona lettura!

My Refuge: Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metallized! Presentateci brevemente il vostro nuovo album Dispelling the Veil of Illusions e raccontateci il significato del titolo.
Talete: Ciao Mauro!!! Il nuovo album è alquanto diretto ed orecchiabile. E' una ricerca verso un nuovo sound, che esca un po' dai soliti canoni classici del power metal. Il titolo rispecchia bene il concept del disco. si tratta di superare i soliti schemi e di fare un passo oltre all'apparenza di tutti i giorni cercando una propria consapevolezza.
Andrea: Con questo secondo capitolo abbiamo cercato di far tesoro delle esperienze degli ultimi 3 anni, delle critiche e degli apprezzamenti ricevuti e va detto che il songwriting di Dispelling non ha avuto luogo subito all’indomani della pubblicazione di The White Path to Rebirth perché, senza in realtà pianificare nulla, ci siamo all’epoca presi una lunga pausa compositiva che è servita, a posteriori possiamo dirlo, a farci riorganizzare idee e pensieri traducendoli in energia positiva e in una maggiore unità di intenti.

My Refuge: Il nuovo disco è molto improntato sul sound delle tastiere, lasciando la chitarra forse in secondo piano, spiegaci il perché di questa scelta.
Talete: Diciamo che più che una scelta è stata una cosa spontanea a seconda di come si sviluppava il songwriting nelle varie tappe. L'introduzione di un po' di elettronica è la cosa che forse ha più inciso sul fatto che le chitarre siano passate un po' in secondo piano.
Andrea: Va detto che molto dipende, ovviamente, da chi scrive i brani. Talete e Stefano, il nostro bassista, hanno un approccio pianistico mentre io e Michele, il chitarrista, scriviamo con la chitarra. Tuttavia anche pezzi come White Logic, A Circle in the Ice o The Watchtower, nati e costruiti a partire da riff di chitarra, sono stati impreziositi dall’arrangiamento di fino della tastiera, l’uso di arpeggiatori etc. Nel complesso credo comunque che, seppur presente in modo meno evidente rispetto ai synth, la chitarra emerga dove serve con alcuni riff davvero pregevoli.

My Refuge: Quali sono le evoluzioni che avete riscontrato rispetto al primo disco? Quali avvenimenti hanno segnato la maturazione del vostro sound e quali sono le nuove ispirazioni?
Andrea: Come ha detto prima Talete, abbiamo puntato a comporre materiale che fosse, mediamente, più diretto rispetto a quanto avevamo fatto nel primo album, dove non mancavano invece passaggi prolissi o esasperati. La cosa che mi stupisce però è che critica e fans siano divisi fra chi sostiene che Dispelling sia più intuitivo e immediato e chi lo reputa invece più ostico del precedente: forse questo è dovuto alla grande cura che abbiamo posto negli arrangiamenti che, paradossalmente, ha reso all’apparenza complessi pezzi invece relativamente semplici.
Talete: Ci sono state delle evoluzioni sia a livello compositivo sia come tempo di lavoro sui pezzi. L'esperienza del primo disco e del tour europeo con cui l’abbiamo promozionato ha dato i suoi ottimi frutti in diversi frangenti rendendo più facile e fluida la composizione delle nuove canzoni. Poi ti dirò che, a livello di tastiera, metà delle parti, se non di più, sono state ideate al momento e in modo diverso da quanto preventivato in pre-produzione. Credo che, col massimo impegno, il prossimo disco riserverà grosse sorprese!
Andrea: A livello di ispirazione, gran parte delle band cui veniamo paragonati o che vengono citate parlando del nostro sound sono totalmente estranee in realtà alle nostre preferenze. Ci siamo affrancati non poco nell’ultimo triennio, anche a livello di ascolti, dal power metal classico sviluppando invece interesse per altre sonorità. Non mi stupirei se il prossimo disco fosse al contempo molto più cattivo, melodico ed moderno. Abbiamo gusti e background anche radicalmente diversi l’uno dall’altro all’interno della band ma quel che ne può derivare è molto, molto interessante.

My Refuge: Tre anni di distanza rispetto al precedente album sono un periodo di tempo relativamente lungo: quanto tempo avete dedicato alla fase di scrittura dei brani e quanto tempo invece avete impiegato per la registrazione effettiva del disco?
Andrea: Tre anni sì, ma pensa che Dispelling era già pronto a marzo 2013 ed è stato pubblicato soltanto a marzo 2014, esattamente un anno dopo. Tanto c’è voluto infatti per poter accasarci presso una nuova label. I pezzi sono stati composti in circa un anno, mentre la registrazione si è svolta al Greenriver Studio di Tancredi Barbuscia fra ottobre 2012 e febbraio 2013. Il cambio di studio e di produttore hanno sicuramente giovato alla maturazione e all’ammodernamento del sound. Tancredi non ha seguito schemi classici lavorando sui nostri pezzi. Anche in fase di mixaggio ha cercato di evitare “il solito sound” per conferire un quid di personalità extra al disco. Quando ascolto pezzi come White Logic o The Watchtower non posso fare a meno di pensare che alcune sue intuizioni sono state davvero toste. A livello vocale poi un enorme contributo è venuto da Olly Riva dei The Fire che mi ha seguito passo passo in studio e con cui mi sono trovato benissimo. L’evidente miglioramento della mia voce fra primo e secondo disco e le novità a livello di arrangiamento vocale sono anche merito suo!

My Refuge: Raccontateci il lavoro in studio di registrazione, il sound è molto moderno, vi siete affidati molto alla tecnologia o avete preferito un approccio classico senza uso troppo del digitale?
Talete: Come detto prima l'uso dell'elettronica è stata una cosa che si è voluta provare e credo abbia dato un buon risultato. Il digitale è un buon mezzo per creare nuove sonorità se usato con gusto ed intelligenza.
Andrea: A livello vocale, invece, con Olly e Tancredi si è optato per non esasperare la voce usando troppi effetti, come era invece successo in passato. Non solo, abbiamo lavorato in un’ottica molto retrò, registrando e ri-registrando le linee fino a che non eravamo soddisfatti di tutti gli aspetti connessi: intonazione, intenzione, pronuncia etc. In un’epoca in cui Auto-Tune è lo strumento più usato dai cantanti, posso dire tranquillamente che su Dispelling quella che sentite è finalmente la mia voce.

My Refuge: Vi siete posti degli obiettivi in termine di vendita e diffusione di questo album o siete solo interessati alla vostra crescita come musicisti e compositori e il resto riveste un’importanza secondaria?
Talete: Ognuno ha le proprie motivazioni per suonare e/o comporre. Al giorno d'oggi credo sia più importante la voglia di suonare, divertirsi ed esprimersi che non il riscontro materiale, che oltretutto è diventato qualcosa di dubbia natura. Il messaggio che si vuole mandare a chi ascolta credo resti la cosa più bella ed importante.
Andrea: L’aver impiegato molto tempo nella ricerca della nuova label è in parte dovuto alla voglia di aumentare il reach della nostra proposta. Non tanto le vendite, che sono relative e fanno ridere se confrontate ai numeri del music business che conta, quanto proprio la diffusione della musica. Quello con cui band come noi si scontrano è la difficoltà di essere anche solo recensiti o considerati dai media, soprattutto all’estero. I fondi necessari per una promozione a tappeto non sono alla nostra portata ma si fa il possibile per non essere ignorati. Quello che conta, parallelamente, è che Dispelling non è la copia di The White Path e il suo successore non sarà la copia di Dispelling, per cui avrà senso farlo ascoltare a più persone possibile.

My Refuge: Pensate che il power metal abbia ancora dei margini di evoluzione come genere o in generale il meglio che si può fare è seguire il percorso già dettato e farlo al meglio delle proprie possibilità?
Andrea: Secondo me il problema sta nelle etichette, ma anche nella cultura delle persone che ascoltano, che spesso è limitatissima. Io non mi considero cantante di una band power e se domani mi venisse voglia di proporre un pezzo cattivissimo e pieno di growl, o di puro hard rock se è per quello, non avrei problemi a farlo, come non credo Talete avrebbe problemi a proporre un brano dance. Onestamente, non vedo come si possa affermare che tutti i pezzi dei nostri dischi sono 100% power metal ad esempio. Altrimenti cosa si dovrebbe dire di band che scrivono da 15 anni (o 30) la stessa canzone?
Talete: Io penso che ci sia bisogno di qualcosa di nuovo. Ed è quello che stiamo cercando di fare. Sicuramente il trampolino di lancio arriva dal power, ma sono convinto si possa fare veramente qualcosa di bello e, speriamo, innovativo.

My Refuge: Suonare power metal in Italia nel 2014 non è certo facile, riuscite a proporvi live in modo costante? Difficoltà e riscontri di pubblico?
Talete: Ci si esibisce poco e in modo incostante. E l'Italia è comunque un paese alquanto freddo e poco interessato alla musica, soprattutto quella live. Almeno questo è quello che vedo, dal piccolo pub fino ad arrivare ai grandi palchi, dove i numeri si sono drasticamente ridotti negli ultimi anni.
Andrea: Oltretutto ci arrangiamo senza l’ausilio di agenzie o altro per cui è ancora più difficile. Ma ad essere cambiata è la mentalità della gente. I ragazzi che non hanno vissuto almeno in parte gli anni ‘90 non possono sapere cosa intendo ahah

My Refuge: Avete avuto il piacere di supportare nientemeno che i Sonata Arctica in alcune date del loro tour di The Days of Gray, pensate che esperienze del genere possano aiutare effettivamente una band a crescere o senza una effettiva continuità alla fine resta solo un bel ricordo e poco altro?
Andrea: Servono. Almeno, a noi sono servite TANTISSIMO per capire cosa funzionava e cosa no nei pezzi dal vivo. Se Dispelling è quel che è, lo si deve anche a quell’esperienza e canzoni come Kingdom of Thyne Illusions o ExtraWorld hanno un tiro dal vivo che nessun brano del primo disco aveva, ad esempio. Poi è ovvio, d’altro canto, che per prendersi un posto solido, a livello almeno europeo, nel marasma della proposta metal attuale servirebbe un tour a supporto di ciascun disco. Ma in pochi possono permettersi simili investimenti.

My Refuge: Guardando i cartelloni dei festival europei, non capita spesso di imbattersi in band italiane e sovente sono relegate in orari improbabili. Cosa manca ai gruppi italiani a vostro avviso? Credibilità? Una buona distribuzione all’estero? Qualcos’altro?
Talete: L'Italia ha grandissime potenzialità a livello musicale, ci sono dei gruppi veramente stratosferici secondo me. Se fossero all'estero sarebbe tutta un'altra storia. Resta il fatto che i tempi stanno cambiando alla velocità della luce e sinceramente non so dove si andrà a parare.
Andrea: Credo che tu abbia citato tutti gli ingredienti, Mauro. Del resto però fin tanto che anche qui in Italia qualunque disco di band affermate viene celebrato dalla gente anche se fa schifo e qualunque bel disco di ben emergente non viene supportato a sufficienza come si può sperare in un cambiamento? E’ un problema generalizzato, forse è un problema che esiste da sempre, ma è e rimane un problema. Ci vorrebbe una buona dose di obiettività da parte di tutti. Creare degli idoli e volerli mantenere tali nel tempo a prescindere dalla qualità della loro proposta è qualcosa che non capisco. Poi ok, mettete in mano a Nuclear Blast una qualunque band presa a caso e vedrete che dopo un anno sarà nei palchi più prestigiosi del mondo o sulle copertine delle riviste più IN. Ma questo è marketing, non musica.

My Refuge: Due domande cattive, la prima riguarda il pay to play di cui si parla molto ultimamente, cose ne pensate? E’ un opportunità per fare esperienza e crescere o a conti fatti è fine a se stesso?
Talete: Credo dipenda sempre da come un gruppo vede e imposta il proprio percorso. La motivazione è il punto principale... per il resto c'è mastercard!!!
Andrea: ahah vero! Sembra una battuta ma alla fine viene spontaneo chiedersi se c’è ancora qualcuno, nel mondo del music biz, a cui importa della musica o se l’unico, reale parametro, è il denaro. Per tornare brevemente a quanto si diceva prima relativamente ai tour, ormai il pay to play è l’unica realtà esistente. Che piaccia o meno, se vuoi avere visibilità devi fare così. Un tour come ti dicevo fa crescere e ti dà una visibilità che nessuna recensione o sito web può darti. Poi parliamoci chiaro, se uno si fa due conti capisce che gran parte dei soldi richiesti per i tour sono spese di trasporto, ma è evidente che per quanto poco c’è sempre chi mangia su di te, come in ogni cosa. Take it or leave it, una band piccola che fa da spalla a un "big" non è lì per grazia ricevuta.

My Refuge: Seconda domanda cattiva: due nomi nel campo power metal che secondo voi sono del tutto sopravvalutati.
Talete: Dragonforce... per l'altro lascio parola ad Andrea!!!!
Andrea: Dovrei citarne troppi, finlandesi, tedeschi. Diciamo i Freedom Call?

My Refuge: Siamo in chiusura, grazie del vostro tempo. Volete aggiungere un messaggio ai vostri fans ed ai lettori di Metallized?
Andrea: Grazie mille a te e a Metallized, che come sempre non ci fa mancare il suo supporto concreto! Ai lettori dico: comprate musica originale, sempre e comunque. 10 euro sono una spesa relativamente piccola, ma pensate che per una band emergente un piccolo gesto tangibile da parte di molte persone sarebbe il mezzo per poter avere più possibilità di promozione e quindi più visibilità! Se vi piace un disco, dopo averlo scaricato compratelo, meglio ancora se direttamente dalla band! E fate un po’ di share su facebook del nostro video Kingdom of Thyne Illusions che è tanto caruccio (ride) Vi aspettiamo ai concerti! Ciao!



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