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TRAFFIC CLUB, VIA PRENESTINA 738 - ROMA

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TRAFFIC CLUB - ROMA

DARK LUNACY - Giorni di Vittoria
20/06/2014 (2135 letture)
MrFreddy: Ciao Mike, siamo onorati di poterti ospitare nuovamente sulle pagine di Metallized! Parliamo un po' del nuovo album, The Day of Victory. Il disco è davvero grande e sta ricevendo recensioni positive un po' ovunque (compresa la nostra webzine, naturalmente). Cosa ne pensi della reazione della stampa e delle impressioni di chi ha acquistato il CD negli ultimi giorni?
Mike: ciao e un caro saluto a te e a tutti i vostri lettori. Siamo davvero soddisfatti nell’apprendere, giorno dopo giorno, di come sia stato accolto The Day of Victory. Senza usare falsa retorica, noi stessi non ci aspettavamo un entusiasmo così grande da parte della critica: questo ovviamente ci riempie d’orgoglio e ci dimostra – dati alla mano – quanto è stato importante lavorare in un certo modo, con la giusta pazienza e senza lasciare nulla al caso. Oggi, il mondo è quanto mai invaso da musica e generi che arrivano da ogni parte. Sentire, leggere e percepire che siamo in presenza di un album ancora in grado di emozionare, ci onora.

MrFreddy: The Day of Victory è realmente una summa del sound tipicamente Dark Lunacy, quasi il contrario del precedente Weaver of Forgotten, che taluni hanno recepito come un disco di rottura dovuto al rinnovamento della line up. Cosa ti senti di dire riguardo al rapporto tra i vostri due album più recenti?
Mike: penso che la risposta sia già stata pienamente analizzata dalla domanda stessa. Weaver of Forgotten segna un nuovo inizio: una rinascita. La band, completante rinnovata, si trovò a doversi reinventare quasi da zero, portandosi in eredità solo il nome. Sono ben consapevole che tanti fan siano rimasti inizialmente spiazzati da Weaver of Forgotten, ma questo era previsto. Tuttavia credo che la forza di Weaver risieda principalmente nel fatto di essere riusciti a mantenere in equilibrio le difficoltà fisiologiche di una band formata da persone che (fatta eccezione di Dan e Alex) non avevano mai lavorato insieme, con la voglia di essere un gruppo, guardare al futuro e riportare in alto il nome dei Dark Lunacy. Non a caso, oggi, The Day of Victory richiama alle atmosfere che un tempo resero unica questa band e lo fa con una personalità tutta sua, dettata in primo luogo dalla maturità che gli stessi musicisti hanno potuto sviluppare in questi anni, conoscendosi e trovando l’armonia necessaria per lavorare insieme.

MrFreddy: Il concept di The Day of Victory è molto curato, sotto diversi aspetti. La passione per la cultura russa è sempre stata presente nei Dark Lunacy: potresti dirci quando è nato questo tuo interesse e quando hai capito di volerlo correlare ad un progetto musicale? Per quanto riguarda invece il nuovo album più nello specifico, come è nata l'idea di un concept sul Giorno della Vittoria?
Mike: la passione per la cultura Russa è un qualcosa che mi porto dentro ancor prima della nascita dei Dark Lunacy essendo appassionato di letteratura classica scrittori come Puškin, Turgenev e Dostoevskij, fino ad arrivare a Bulgakov, hanno inevitabilmente contribuito ad individuare in questo grande paese il fulcro dei miei interessi: cosicché, nel corso degli anni, questa passione, unita ad una buona dose di curiosità, mi spinse ad intraprendere diversi viaggi in quelle terre. In uno di questi, più precisamente a San Pietroburgo, vidi le cicatrici ancora ben visibili dell’assedio che la città (l'allora Leningrado) dovette subire e fronteggiare tra il 1941 ed il 1944: fu quella la prima volta che incontrai la storia dei 900 giorni di Leningrado, un’epopea che attraverso le testimonianze tenute in vita ancora oggi dagli stessi Leningradesi e per mezzo di monumenti, obelischi e musei della memoria, ci raccontano con inaudita potenza le sofferenze e al contempo la gloria di un popolo che non volle arrendersi. Questo fu il motivo per cui fu scritto The Diarist. Successivamente, i miei studi e la mia continua ricerca dedita a scoprire i dettagli su cosa accadde in Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale, mi hanno motivato a raccontare attraverso un concept, non solo l’epopea di una città, ma di una patria intera: ecco quindi The Day of Victory, il giorno della vittoria ossia la ricorrenza Russa che cade ogni 9 maggio e che viene onorata dal 1945. In quel giorno, si celebra la vittoria sull’invasore e si ricordano i dieci milioni di morti che sono caduti per difendere la propria patria a dimostrazione che l’orgoglio di un popolo va aldilà di ogni fede politica.

MrFreddy: Parlando del lato più strettamente musicale del disco, c'è una traccia di cui andate particolarmente orgogliosi? Se sì, quale e perché?
Dan: personalmente mi piace moltissimo The Decemberists per la sua marzialità, le sue struggenti melodie, il suo interludio chitarristico e le sue linee vocali. Dimostra come la velocità non sia essenziale per risultare monumentali e che anzi, un mid-tempo può fare sfaceli. Adoro come il coro dell'Armata Rossa e il riffing si combinino, e la chiusura con la voce femminile la trovo di un'austerità unica. Faccio probabilmente un torto ad altri pezzi del disco, ma di getto ho pensato a questo brano proprio perché in un mercato autistico dove si fa a gara a chi preme di più sull'acceleratore, abbiamo fatto un grande centro con qualcosa che dosa il freno.

MrFreddy: Questa risposta mi porta alla prossima domanda. Ho notato che in alcune canzoni, proprio come The Decemberists, la costruzione dei riff va a ricalcare i cori dell'Armata Rossa (il cui utilizzo è davvero una grande trovata): avete utilizzato i cori come base di partenza per il riffing oppure avete avuto l'idea di arricchire quest'ultimo inserendo la parte corale in un secondo momento?
Dan: i cori sono stati il punto di partenza per tutti i riff portanti. Ho giocato con l'armonia per renderli minori anche quando si basavano su arie tipicamente maggiori, mantenendo però la linea melodica. In questo modo abbiamo avuto una spinta creativa davvero nuova e per certi versi inaspettata. Il risultato finale, tu mi confermi, è che non si capisce bene se sia nato prima l'uovo o la gallina. Ottimo segno, significa che l'integrazione tra musica e cori è avvenuta in maniera perfetta. In altri pezzi, come ad esempio Sacred War, sebbene il coro entri per pochi secondi, l'effetto è davvero dirompente. Se devo indicare l'elemento che fa di The Day of Victory un disco a suo modo unico, non posso che pensare proprio alla dialettica tra riffing e cori.

MrFreddy: La formazione della band è ormai ben consolidata, con Jacopo perfettamente integrato nel gruppo. Com'è stato registrare in studio con questa formazione? C'è stato qualcosa di diverso rispetto alle registrazioni di Weaver oppure no?
Alex: Per questo disco ci siamo avvalsi del Plaster Recording Studio, nelle Marche. Tutte le registrazioni e il missaggio sono stati fatti lì, prendendoci, come sempre, il tempo che serviva per limare la pre-produzione, scegliere e suonare le parti migliori per ogni canzone. La differenza col predecessore è che stavolta si è resa necessaria una cura maggiore in tutte le fasi di produzione. Operazione che io e Dan abbiamo seguito personalmente. Aggiungo che (cosa non di poco conto) durante la lavorazione del disco, l'atmosfera è stata molto rilassata. Lo studio è immerso nella natura, circondato da ciliegi e ulivi, attrezzato non solo di apparecchiature d’avanguardia ma anche dei migliori comfort. Lavorare in condizioni ideali, aiuta a produrre meglio.

MrFreddy: Verso il finire dello scorso anno ci eravamo lasciati con l'uscita del vostro Live in Mexico City. Ad oggi, quanto ritieni che l'esperienza sia stata preziosa per i Dark Lunacy e quali sono stati i riscontri globali del live?
Mike: realizzare un DVD di grande qualità e caratura artistica è stato importante soprattutto a livello di curriculum, sono poche infatti le band Italiane che possono vantare di avere in commercio un prodotto simile. Questo, oltre a consentirci di avere grandissima visibilità, è la testimonianza tangibile di quanto all’estero i Dark Lunacy sono seguiti ed apprezzati. Parlo di testimonianza tangibile perché, in questi anni, il sistema musica si è arenato in acque assolutamente torbide. Provo a darti la mia visione della questione: per mezzo del digitale abbiamo assistito alla caduta delle label, le quali un tempo facevano da filtro e regolavano il mercato distribuendo a giuste dosi la quantità e la qualità di musica che il mercato stesso poteva sostenere. Oggi, senza più un moderatore attivo, tutti hanno la possibilità di fare dischi e, a seconda del proprio budget, comprarsi quanto più spazio è possibile. Accade quindi che band senza esperienza o (purtroppo) senza capacità, possano vantare produzioni straordinarie che vanno a completarsi con tour esteri rigorosamente autofinanziati. Il risultato sfocia in due problematiche ben precise e pericolose: la prima è far passare il messaggio che non va avanti il musicista ma il programmatore, la seconda (e la peggiore) è che si va a gonfiare un mercato già debordante e saturo. Ecco dunque che l’immeritevole spendaccione, oltre ad ingrassare le tasche delle booking agency nate a questo scopo, divora l’occasione di colui che invece ne avrebbe autentico diritto poiché figlio di un percorso di crescita. Tuttavia, c’è ancora una cosa che l’immeritevole non può fare: comprare l’affetto del pubblico. Per questo – e concludo – realizzare un DVD davanti a tremila persone che scandiscono all’unisono il nome dei Dark Lunacy, ci conferma che avere una label autentica (in questo caso la Fuel Records) che crede nelle tue qualità ed avere un vero management (nello specifico la nostra madame Pateaux) è ancora l’unico modo per arrivare “realmente” ad un pubblico e poterti giocare le tue carte. Bravo sarà colui in grado di farsi amare per quello che è… e non per quello che spende. Sicuramente questo discorso darà fastidio a qualcuno, ma poco importa, ho troppe battaglie sulle spalle per temere il giudizio altrui. Ciò che invece coltivo, è la speranza di aver lanciato un messaggio a tutte quelle valorose band che, spinte dal miraggio di un facile carriera, si fanno prendere dalla fretta, saltando quelle tappe che per una band sono fondamentali. Delusioni comprese. Ho visto tanti, troppi ragazzi bruciarsi in partenza e buttando al vento il proprio talento.

MrFreddy: Avete mai avuto l'idea di registrare un CD/DVD live di un concerto ambientato proprio in Russia, magari per qualche occasione speciale? Sono convinto che potrebbe essere davvero fantastico! Più in generale, ritieni che vi cimenterete ancora nella registrazione di dischi dal vivo?
Mike: il discorso di un evento importante in Russia è in fase di studio proprio in questi giorni. Sono già tante le richieste che ci sono giunte a questo scopo. Per il momento ci concentreremo sulle attività live per presentare al meglio The Day of Victory. Il prossimo passo sarà appunto uno show degno di nota. Tuttavia – come dicevo – è un discorso che affronteremo a fine tour, quindi per il prossimo anno.

MrFreddy: Tra gli ospiti di rilievo presenti in The Day of Victory a parer mio spicca per performance Paolo Ojetti, ormai ex cantante degli Infernal Poetry. Lo scioglimento recente di questa band è stato a parer mio un duro colpo per il metal italiano e ciò ci porta allo spinoso argomento di come sia complicato continuare a suonare musica metal nel nostro paese. Quindi, al di là della situazione generale della scena italiana (sulla quale già l'ultima volta ci è stata fornita un'illuminante panoramica), vi sentite di dare dei consigli a quelle band che faticano a "restare a galla" e sono sul punto di dover porre un freno alla propria passione?
Alex: sia io che Daniele abbiamo militato negli Infernal Poetry; ecco spiegata la presenza di Paolo come ospite nell'album. Non solo, Paolo è stato il nostro fonico per il live a Città del Messico e Dark Lunacy e Infernal Poetry hanno pubblicato in passato uno split CD (Twice). I destini di queste band sono quindi intrecciati. Per quanto riguarda lo scioglimento degli Infernal Poetry, non so se sia stato un duro colpo per il metal italiano, anche perché altrimenti, dopo 17 anni e 6 album, avremmo goduto di più attenzione su tutti i fronti. Quindi forse non siamo stati così "rilevanti". Ma io credo che quello che abbiamo detto musicalmente in tutto questo tempo rimarrà. Non mi sento in grado di dare consigli agli altri. Dico solo che ognuno deve saper inquadrare i propri obiettivi e seguirli, siano essi passione, ambizione, spirito di rivalsa, o semplice e puro divertimento.

MrFreddy: Ora che il nuovo album è uscito, cosa bolle in pentola per i Dark Lunacy? Puoi svelarci qualcosa riguardo i vostri prossimi progetti?
Mike: come ti accennavo poc’anzi, per ora ci concentreremo sugli spettacoli dal vivo. Il resto verrà da se. Realizzare The Day of Victory è stato un lavoro carico di soddisfazioni, ma anche molto impegnativo. Credo sia giusto fermarsi un attimo e respirare. Se ci mettessimo a combattere su più fronti, senza concederci un po’ di riposo, rischieremmo di disperdere inutilmente le forze. Oggi ci concentriamo sull’obiettivo live e raggiunto questo intento ci concentreremo su altri traguardi.

MrFreddy: Grazie mille della tua disponibilità e cortesia, come sempre. È stato un piacere averti qui su Metallized. Approfitta pure di questo spazio conclusivo per rivolgere un saluto ai nostri lettori ed ai vostri fan.
Mike: è stata un’intervista intensa e coinvolgente. Grazie di cuore per l’attenzione che ci hai dedicato e che hai dedicato a The Day of Victory e come dico spesso nelle mie interviste, chi ascolta e chi ascolterà Dark Lunacy, lo faccia con il cuore… la musica farà il resto.
Mike Lunacy.



Le Marquis de Fremont
Sabato 21 Giugno 2014, 12.58.48
6
Grandissima band che fa ottima musica. L'ultimo disco sta crescendo ad ogni ascolto e The Diarist rimane una perla assoluta. Au revoir.
Fox
Sabato 21 Giugno 2014, 11.37.38
5
Grande stima per tutte le metal band italiane che nonostante debbano lottare ogni giorno contro il music business per poter stare a galla, sono ancora li a portare avanti la loro passione
Ad Astra
Venerdì 20 Giugno 2014, 17.38.48
4
ottimo gruppo, bisogna vantarsi che siano italiani!... purtroppo spesso e volentieri dimenticati in patria. solo complimenti nei loro confronti e come parla mike si sente la passione che mette nel comporre....e bravo fede!!!!...
spiderman
Venerdì 20 Giugno 2014, 17.10.09
3
Un intervista davvero ben fatta ,per un gruppo italiano che amo particolarmente.Speriamo che abbiano maggiore considerazione e la consacrazione del successo definitivo,lo meritano.
AL
Venerdì 20 Giugno 2014, 16.06.59
2
bella intervista. band ottima!
Jukka
Venerdì 20 Giugno 2014, 10.45.27
1
Un grande leader per una grandissima band
IMMAGINI
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Copertina dell'Intervista
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