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FATAL PORTRAIT - # 7 - Motorhead
22/08/2014 (4286 letture)
Sarà la più sporca rock'n'roll band del mondo. Se ci trasferissimo accanto a casa vostra l'erba del giardino morirebbe.

Con queste altisonanti parole rilasciate alla rivista Sounds, Ian "Lemmy" Kilmister lanciava nel 1975 la sua nuova band, i Motorhead, inconsapevole dell'apporto che i suddetti avrebbero dato allo sviluppo della musica dura.
La storia la sappiamo un po' tutti: all'indomani dalla sua cacciata dagli Hawkwind, Lemmy decide di mettere in piedi una sua band. Il primo nome pensato è Bastard, ma il manager dell'epoca gli suggerisce di lasciar perdere perché sarebbe difficile andare a Top Of The Pops con un monicker del genere, quindi la scelta ricade su Motorhead, termine che equivale a speedfreak, ossia colui che fa uso smodato di anfetamine. Cosa che si addiceva molto al nostro Lemmy.
Da lì l'inizio di un'avventura lunghissima che ancora oggi prosegue dopo quasi quarant'anni, nonostante cambi di line-up, problemi con le etichette e di salute. Basso distorto, voce ruvida macinata dalla sigarette, giri di chitarra rock'n'roll e blues, batteria a ruota libera: ecco gli ingredienti di una discografia sterminata e a suo modo coerente, cosa che per alcuni è sinonimo di "lavori tutti uguali". Riassumere una carriera del genere e ventuno dischi in studio in una manciata di canzoni è un compito assai difficile ma l'idea è il cercare di essere il più rappresentativi possibile indicando i numerosi punti di svolta di una storia che non sempre è stata in discesa.

1. Motorhead. Come poteva il vecchio Lemmy non cominciare da dove aveva interrotto? Motorhead fu infatti l'ultima canzone che scrisse per gli Hawkwind e diventò la prima nella tracklist sia di On Parole (pubblicato quattro anni dopo la registrazione, nel 1979) che dell'omonimo esordio del 1977. Il testo non lascia dubbi sul significato del brano e sulla stile di vita di mister Kilmister: L’alba, il lato sbagliato del giorno, euforico e distante seimila miglia, non so per quanto sono rimasto sveglio, ho raggiunto una condizione meravigliosa, e non ne ho abbastanza, sai che è la roba giusta, sale come i prezzi a Natale, Motörhead, puoi chiamarmi Motörhead, va bene?. Si parla di anfetamine, la droga sbagliata secondo il nucleo decisionale degli Hawkwind che non vedevano di buon occhio la passione di Lemmy, preferendo invece "viaggiare" con gli acidi. Tutto molto paradossale a dire il vero.
Il primo omonimo disco dei Motorhead non è certamente ricordato come uno dei loro migliori, ma si intravedono le potenzialità del gruppo grazie a pezzi come Iron Horse/Born To Loose e all'ingresso di Eddie "Fast" Clarke alla chitarra, cementando il trio completato da Phil "Philty" Animal alla batteria. E il glorioso Snaggletooth creato da Joe Petagno fa la sua prima comparsa, diventando il simbolo di questa strana band che fa uno sporco ibrido tra blues, rock e punk.

2. Overkill A Port Vale costruimmo tutto il palco solo con gli amplificatori. Mentre stavamo facendo il soundcheck ci chiamò un tizio che viveva a più di quattro miglia di distanza e ci disse che non riusciva a sentire la televisione.
L'insperata pubblicazione del primo disco non portò dei riscontri immediati in termini di popolarità, tuttavia la Bronze Records di Gerry Bron si dimostrò interessata a questo folle gruppo, facendogli prima incidere un singolo e poi accordandosi per la pubblicazione del secondo full length, Overkill appunto, e fece la cosa giusta. Il gruppo si era affiatato e registrò in una sola notte i brani che compongono quello che è uno dei dischi più influenti dei Motorhead. La titletrack apre le danze con la doppia cassa di Taylor, le plettrate del basso di Lemmy lo seguono a ruota e la chitarra di Clarke chiude il trittico. Il testo esplicita la propensione rumoristica dei Motorhead che per un certo periodo detennero anche il record di decibel in un concerto: L’unico modo per vivere il rumore è quando è buono e forte. La parte finale con le molteplici chiusure e gli assoli invasati di Clarke che finiscono e ricominciano di continuo sono storia e anche se vedendolo con gli occhi oggi tutto pare meno stupefacente bisogna ricordarsi che era il 1979 e che questa traccia diventerà uno dei cavalli di battaglia imprescindibili da vivo, oltretutto velocizzata e dilatata ancora di più nel finale. E non dimentichiamo le cover realizzate da Overkill e Metallica, gruppi che negli anni successivi resero ancora più anfetaminica ed estrema la proposta del power trio britannico.

3. Capricorn Nato prematuro di cinque settimane alla vigilia di Natale del 1945, Lemmy è un capricorno come segno zodiacale ed è sempre stato fiero nel rimarcarlo. La quinta traccia di Overkill è uno dei suoi tanti inni al suo modo di vivere, mai raccomandato ad altri: Ho sempre saputo, che l’unico modo, è vivere senza pensare a domani mi hanno dato ragione, mi hanno dato torto, ma non avrebbero potuto resistere tanto a lungo, la mia vita, il mio cuore, notte nera, stella cupa, Capricorno. Il pezzo è cadenzato e pur non essendo uno dei più indiavolati diventa subito un classico grazie alla simbiosi con l'autore, paroliere d'eccezione. Da notare poi l'assolo registrato in maniera involontaria mentre Eddie Clarke accordava la chitarra. Anche questo fa parte dello spirito dei Motorhead, che con questo disco pieno zeppo di pezzi da novanta (No Class, Stay Clean, Metropolis Damage Case) daranno una netta accellerata alla loro carriera, fino a quel momento non propriamente da sogno. Ancora il loro suono doveva diventare terremotante su disco, ma le idee erano già chiare e dal vivo quei brani suonano ancora più duri.

4. Dead Men Tell No Tales La mia ragazza morì nel 1973 per colpa dell'eroina. Ma non sono comunque mai stato dell'idea di provarla, perché ho visto persone strisciare come cani per via di quella roba. So che sembra strano ma Lemmy è contro l'eroina e questa sua dichiarazione riassume in pieno le brutte esperienze viste da esterno e il brano di apertura di Bomber è una esplicita affermazione contro quella droga: Farsi in continuazione, un po’ di coraggio è tutto ciò che ti manca, sei lontano dall’uscirne, ci sei già caduto altre volte. Ironia della sorte, l'album che contiene la sua prima invettiva contro l'eroina fu prodotto da un eroinomane, anche se il pezzo non si riferisce a lui. E forse non aver fatto il passo decisivo verso il mondo degli aghi è il motivo per cui Lemmy ad oggi è ancora tra noi nonostante gli eccessi di una vita (che oggi si fanno sentire) a base di alcool, speed, anfetamine, acidi eccetera. Bomber segnò comunque un nuovo passo in avanti nello sviluppo dei Motorhead in cui il concetto di blues a duecento allora divenne ancora più palpabile ad esempio nella traccia analizzata qui oppure nella titletrack. Inoltre, in occasione del tour a supporto dell'album, fece la prima apparizione il "Bomber", l'impianto luci semovente a forma di bombardiere, uno degli elementi caratteristici della formazione britannica.

5. Ace Of Spades Una delle grandi passioni mai nascoste di Lemmy (oltre alle oramai conosciute attività ricreative sesso, droga e rock'n'roll) è sempre stato il gioco d'azzardo, in particolare le slot machine. Con la titletrack di Ace Of Spades, mister Kilmister volle un po' giocare nel 1980 con i termini specifici dei dadi e delle carte in particolar modo (effettivamente più affascinanti di ciliegie e jackpot) infarcendo di citazioni il testo di quello che diventerà uno dei pezzi simbolo ed archetipo di tutta la carriera dei Motorhead. L'attacco di basso distorto ha tormentato i sonni di migliaia di ascoltatori e sono in tanti i musicisti influenzati (qualcuno ha detto Tom "Angelripper"?) da quello che è ormai uno dei marchi di fabbrica consolidati di Lemmy. E il break centrale che lancia l'assolo entrò direttamente negli annali della storia del rock duro: Sai che sono nato per perdere, e il gioco d’azzardo è per i pazzi, ma è così che mi piace, tesoro, non voglio vivere in eterno. Ma tutto il disco è di ottima fattura, universalmente riconosciuto come il più bello dei Motorhead, con l'asso di picche piazzato in copertina ad esorcizzare la malasorte assieme ai tre musicisti ritratti come banditi del vecchio west, nel punto più alto della loro carriera.

6. (We Are) The Roadcrew Un tizio della nostra road crew pianse la prima volta che suonammo quella canzone dedicata a loro. Li radunammo un giorno tutti nello studio e suonammo la traccia per loro. Per quanto gli ultimi tre dischi avessero mostrato un progressivo miglioramento, era la dimensione live la vera forza dei Motorhead ed il 1981 non poteva che essere l'anno migliore per pubblicare un live album. Registrato in varie location (ma non all'Hammersmith di Londra, un'altra delle cose paradossali della loro carriera) No Sleep ’til Hammersmith è la migliore fotografia di quel periodo, con una band in palla che dal vivo non faceva letteralmente prigionieri. (We Are) The Roadcrew è il brano che rappresenta di più la vita on the road, dedicato da Lemmy ai roadie che fanno di tutto per far sì che lo show possa avvenire. Una vita dura e lontana dai riflettori di cui il nostro baffuto bassista ha conoscenza diretta avendo ricoperto tale ruolo per Jimi Hendrix, un semplice e giusto tributo romantico (scritto in dieci minuti) introdotto dal vivo da un mostruoso urlo: Un’altra città che mi sono lasciato alle spalle, un altro drink tutto d’un fiato, un altro hotel che non riesco a trovare, un altro pass per il backstage, un altro tubetto di super colla, un altro confine da attraversare. Questo, oltre ad essere il primo disco dal vivo dei Motorhead, fu anche il primo ed unico lavoro ad arrivare al numero uno nella classifica delle vendite, esordendo direttamente in quella posizione.

7. (Don’t need) Religion Ma eravamo fatti così, eravamo arroganti. È così che succede quando hai successo, pensi che durerà per sempre. Arrivare da una serie di successi è sempre difficile ed il rischio è quello di lasciarsi andare nell'autoindulgenza. Cosa che effettivamente successe con Iron Fist, punto di non ritorno della line-up classica per una serie di motivi ed uno dei dischi meno ispirati della carriera dei Motorhead. Al suo interno però troviamo anche la traccia in questione, nella quale (oltre ad un giro iniziale che pare ispirato da Cat Scratch Fever di Ted Nugent, anni dopo coverizzata) Lemmy spiega il suo punto di vista sulla religione: Non hai bisogno di un credo cieco non hai bisogno di comici sollievi non hai bisogno di vedere le cicatrici non hai bisogno di Jesus Christ Superstar non hai bisogno di trasmissioni della domenica puoi scommetterci la vita che non hai bisogno di religione. Una visione parecchio chiara e che difficilmente potrebbe essere diversa, dato che il padre di Lemmy era un cappellano della R.A.F. che lo abbandonò dopo soli tre mesi dalla nascita. A livello di vendite Iron Fist non fu un flop ed alcuni pezzi rimangono validi (su tutte la titletrack) ed altri sono dei poderosi filler, ma ricevette critiche contrastanti che misero a nudo una serie di problemi all'interno della band. Nel successivo tour si tentò di portare in giro un nuovo show con una scenografia rinnovata (un pugno appeso che si apriva come impianto luci) che funzionò solo in parte e il punto di rottura si raggiunse con le registrazioni dell'EP Stand By Your Man con Wendy O' Williams, quando Eddie "Fast" Clarke lasciò i Motorhead dopo una serie di futili litigi, ponendo fine ad un fruttuoso idillio e creando il primo grosso scossone in seno al gruppo.

8. Back At The Funny Farm Penso che Brian cambierà i Motorhead, ma in certi punti dovrà andarci giù pesante, cosa che è perfettamente in grado di fare. La spina dorsale rimarrà la stessa, ma la ciliegina sulla torta sarà diversa. Il posto lasciato vacante da Clarke venne preso da Brian Robertson, talentuoso ex-chitarrista dei Thin Lizzy conosciuto da Lemmy sotto il tavolo di un bar durante una rissa. Inizialmente le cose parevano andare bene durante le date live ma le stravaganze di Robertson non passarono inosservate, per quanto sopportate. Nonostante tutto si arrivò alle registrazioni di Another Perfect Day e il risultato mostrò un gruppo rinnovato non solo nella line-up ma anche nei suoni e nello stile, grazie all'apporto determinante di Robertson che qui si prende più spazio negli assoli. Ovviamente certi trademark vennero mantenuti e il basso distorto dell'iniziale Back At The Funny Farm rassicura l'ascoltatore ricordandoci con chi abbiamo a che fare: Resta calmo, non essere allarmato, è solo una vacanza Ritorno al manicomio. Oggi Another Perfect Day rappresenta uno dei lavori migliori e più vari dei Motorhead, ma nel 1983 l'accoglienza non fu delle più entusiasmanti anche per colpa dell'atteggiamento di Robertson che si rifiutava di suonare i classici e si riteneva un "guest". Durante il tour di supporto all'album la situazione divenne insostenibile, portando all'allontanamento del chitarrista e lasciando i Motorhead con un buco in formazione, che questa volta avrebbe dovuto essere riempito da uno sconosciuto, parola di Lemmy.

9. Killed By Death Quando Phil Taylor se ne andò fu come perdere una parte della mia famiglia. Per una o due ore mi sono chiesto se fosse davvero il caso di abbandonare tutto. Numerose furono le candidature per il posto di chitarrista ma alla fine solo due persone parevano adatti al ruolo, Phil Campbell dei Persian Risk e Mick "Wurzel" Burston. Ma prima ancora di prendere una decisione un'altra grana era in vista: Phil Taylor avrebbe lasciato la band e (paradossalmente) in seguito si sarebbe unito a Brian Robertson. Così per alcune ore i Motorhead furono formati dal solo Lemmy, il quale, con la determinazione di cui è emblema, decise di andare avanti e superare il momento più difficile della sua carriera prendendo entrambi i chitarristi, mentre alla batteria entrò l'ex-Saxon Pete Gill. Line-up rinnovata e nuova energia potevano voler dire una ripartenza fulminea, ma la Bronze non voleva puntare più su quel cavallo e mostrò la propria riluttanza proponendo al gruppo la pubblicazione di una raccolta, come se volesse scrivere l'epitaffio del gruppo in anticipo. Lemmy accettò la pubblicazione di No Remorse alle sue condizioni, mettendo bocca sulla scelta dei pezzi e aggiungendo quattro inediti che presentavano i nuovi Motorhead, di cui uno diventerà subito un classico della band, esplicitando ancora una volta la filosofia di vita del leader: L’unico momento in cui sarò semplice sarà quando sarò ucciso dalla morte. L'avvicinamento a territori più duri è evidente dato anche il background dei nuovi, il pezzo è roccioso con un ritornello semplice ed efficace, mentre gli assoli a ruota libera degli ultimi arrivati si ritagliano un loro spazio senza essere invadenti. Del brano verrà anche girato un video censurato da MTV per una mano di Lemmy che sale dalla coscia di una ragazza e la raccolta venderà discretamente dimostrando che il gruppo non era finito. Nonostante questo la Bronze non credeva più nei Motorhead e le strade tra la label e la band si separarono, il tutto a complicare le cose date le beghe legali che già coinvolgevano Gill con i Saxon e Campbell con i Persian Risk, rendendo impossibile pubblicare un album nell'immediato e costringendo la band a passare il tempo on the road per non rimanere con le mani in mano. In occasione del decimo anniversario dalla fondazione verranno organizzati due concerti all'Hammersmith Odeon (questa volta sì) al quale interverranno tutti gli ex-membri, con in più ospiti speciali come Wendy O' Williams e Phil Lynott, il tutto immortalato nel video The Birthday Party.

10. Orgasmatron Line-up rinnovata e nuovo contratto con la GWR: i Motorhead erano di nuovo in pista pronti a ripartire in quarta, ma non sempre le cose vanno come si spera. Le registrazioni andarono bene fino al momento del mixaggio, quando il suono scontentò in maniera palese Lemmy, che provò ad aggiustarlo senza però riuscirci. Il risultato fu Orgasmatron, un ottimo ritorno discografico a tre anni dall'ultimo album di inediti, penalizzato da una produzione che faceva perdere un po' di potenza. Ma i problemi non furono solo questi, dato che la GWR non era altro che l'etichetta del manager della band Douglas Smith, il che fu un grosso errore dal momento che veniva dato troppo potere a quest'ultimo. La carriera dei Motorhead è costellata di questi errori, per questo ci ritroviamo una marea di raccolte, live ed altro materiale inutile a loro nome. Nell'immediato tutto questo si tradusse nella scarsa reperibilità di Orgasmatron, cosa che per un lavoro ottimo come questo fu un vero peccato. La manciata di canzoni che lo compongono sono infatti la degna prosecuzione degli inediti di No Remorse, veloci, duri ed in pieno stile Motorhead a dimostrare che nonostante cambino i musicisti è Lemmy a fare da garante sull'integrità musicale della band. A chiudere l'album l'ennesimo classico a firma Kilmister, il poderoso mid-tempo della titletrack, sinistro, inesorabile ed ossessivo nel suo incedere e con uno dei migliori testi scritti: Distorco la verità, governo il mondo, la mia corona si chiama inganno, sono l’imperatore della menzogna tu strisci ai miei piedi, ti derubo, ti massacro, la tua rovina è la mia ascesa, e tu continui a calunniarmi e ti esponi al tuo dolore, e tutte le mie promesse sono menzogne e tutto il mio amore è odio, sono il politico, e decido il tuo destino. Il tour di supporto al disco porterà una novità, ossia un treno semovente sul palco che però funzionò ancora peggio del pugno e che venne presto abbandonato. Nel frattempo Pete Gill cominciava a dare problemi che presto portarono al suo siluramento, avvenuto durante le riprese del film Eat The Rich, nel quale Lemmy fece un cameo e la cui colonna sonora fu curata dai Motorhead. Anche la band ad un certo punto compare nella pellicola, ma alla batteria c'era il figliol prodigo Phil Taylor, rientrato alla base la mattina stessa delle riprese dopo il licenziamento di Gill.

11. 1916 Un ragazzino mi scrisse dicendo che l'aveva fatta sentire a suo nonno, che era stato lì, e il vecchio aveva pianto per tutto il tempo. Al rientro di Taylor seguì uno disco mediocre come Rock And Roll ed il live No Sleep At All, entrambi non prodotti benissimo. Questi misero anche fine alla collaborazione con la GWR e Douglas Smith che non facevano più gli interessi della band. Altro cambio di etichetta quindi e i Motorhead si accasarono presso la WTG, succursale della Sony, nonostante i problemi di management. Sembrava che fosse finalmente arrivato il momento di ottenere visibilità dopo anni di problemi di varia natura invece stiamo parlando dei Motorhead e niente è scontato. Quella che pareva un'occasione da prendere al volo si rivelò infatti una trappola tra gli sporchi giochi del music business, con i Motorhead a districarsi tra mille problemi nonostante quello che avevano in mano fosse uno dei loro migliori e più vari dischi. La label mise le mani anche sulla cover proponendo prima cinque bozze inguardabili scartate da Lemmy e arrivando alla copertina definitiva... facendo ovviamente un casino anche lì, dato che 1916 prende spunto dalla battaglia di Somme in Francia e la bandiera francese manca tra quelle disegnate. Il disco come detto era ottimo e al suo interno spaziava molto utilizzando in diversi casi anche le tastiere (e pure i fiati in Angel City), tra il rock'n'roll indiavolato di Going To Brazil e la power ballad Love Me Forever, arrivando a momenti particolari come Nightmare/The Dreamtime e la titletrack, un pezzo di una intensità incredibile e che mostra un lato inedito dei Motorhead: Eravamo tutti volontari, scrivemmo tutti i nostri nomi e aggiungemmo due anni alle nostre età desiderosi di vita e in anticipo sui tempi pronti per entrare nelle pagine della storia e combattemmo, ci scontrammo e distruggemmo fino alla fine eravamo diecimila, spalla a spalla volevamo combattere i tedeschi, ma eravamo solo cibo per le armi… Ecco cosa si è quando si è soldati. Mai suonata dal vivo per varie questioni, la titletrack è uno di quegli esempi da partare a chi ritiene i Motorhead un gruppo di casinisti senza arte nè parte. La band arrivò persino vicino a vincere un Grammy, senza nessun appoggio dell'etichetta che registrò anche un video dal vivo in Germania cercando di accreditare le spese al gruppo, questo per dire come erano interessati a Lemmy e compagni.
Forse dopo gli ottimi responsi della critica la Sony si sarebbe convinta della validità dei suoi (poco) protetti.

12. I Ain't No Nice Guy Le case discografiche sono un ostacolo per i rock'n'roll, non un aiuto. Riescono a ridurre ai minimi termini anche le proposte più valide. La tranquillità non è certamente una delle cose che hanno accompagnato i Motorhead nel corso della loro carriera ed anche nel 1992 la situazione non era diversa. La prima grana da affrontare era Phil Taylor, il cui rientro non era stato dei più positivi. Le sue parti su Rock And Roll suonavano "spompe" rispetto ad Orgasmatron ed aveva delle difficoltà a tenere il tempo. Il culmine lo raggiunse quando si presentò alle prove senza aver studiato i pezzi nuovi tirando fuori scuse improbabili. L'unica soluzione fu, purtroppo per lui, la chiusura del rapporto lasciando come eredità I Ain't No Nice Guy, l'ultimo brano registrato da lui. Il resto di March ör Die fu registrato da Tommy Aldridge, eccezion fatto per la canzone Hellraiser in cui il nuovo arrivato Mikkey Dee si presentava. Problemi dicevamo, dai più curiosi come il trovarsi a registrare nel bel mezzo della Rivolta di Los Angeles, all'ostruzionismo della Sony che toglieva fondi alla WTG sull'orlo del fallimento mentre March ör Die era in uscita. Il top venne raggiunto quando, con un pezzo radiofonicamente forte come I Ain't No Nice Guy (in cui erano anche presente due loro artisti come Ozzy e Slash), evitarono in tutti i modi di spingerlo facendo ostruzionismo anche al video girato con i soldi del gruppo, impiegando tre settimane a firmare la liberatoria per la messa in onda. Il brano era una power ballad con un testo malinconico che avrebbe potuto scalare le classifiche, scritta ed interpretata da due cattivi ragazzi (e non un chierichetto come afferma Lemmy nel film Airhead): In tutti gli anni che passi fra la tua nascita e la tua morte Ti accorgi che ci sono molti momenti in cui avresti dovuto risparmiare il fiato Ed è abbastanza scioccante quando quel viaggio porta ad una caduta. Il periodo era certamente propizio dato il successo di un certo rock duro da classifica negli USA, ma evidentemente alla Sony interessava più far fallire la WTG per qualche strano gioco affaristico, anche se quei due dischi che hanno a catalogo ad oggi gli vengono bene, data la quantità di ristampe e raccolte basate solo su quelli. I Motorhead furono alla fine scaricati e da un certo punto di vista si può dire che gli fecero quasi un favore.

13. Don't Let Daddy Kiss Me La lunga e tortuosa storia dei contratti discografici dei Motorhead arriva nel 1993 ad un nuovo capitolo con la firma con l'etichetta (prevalentemente dance) tedesca Zyx, scelta guidata dalla vantaggiosa offerta economica contemporanea alle indigenze del momento. Se per una volta non si segnalano problemi in fase di lavorazione, furono la promozione di Bastards (primo album della band a non avere il titolo di un brano) a causare qualche intoppo, data la poca esperienza nel campo rock della label ed anche la distribuzione, mercato tedesco escluso. L'album si avvale del contributo di Mikkey Dee per la prima volta nella sua interezza ed è la marcia in più del lavoro, basta ascoltare la furia speed metal di Burner o i suoi colpi pesanti in Death Or Glory per capire che l'innesto fu di valore assoluto. Contrariamente ai due precedenti qui non ci sono strani esperimenti, ma Lemmy torna su lidi più intimisti con una delle perle della sua carriera, Don't Let Daddy Kiss Me, brano che parla dell'abuso di minori, bellissimo ed al contempo terribile: La bambina giace accanto al padre, e ascolta il suo respiro, sa che c’è qualcosa di terribilmente sbagliato, che lei è troppo giovane per comprendere, e sa che non può dirlo a nessuno, e si sente piena di vergogna e colpa, e se lo dicesse resterebbe sola Le porterebbero via il suo papà e le porterebbero via la sua casa, E non è così male quando papà la lascia sola, a pregare un Dio con il cuore di pietra. La traccia era scritta da tempo e venne offerta a Joan Jett e Lita Ford, senza che però se ne facesse niente, così Lemmy decise di cantarla, lasciando ai posteri una delle sue interpretazioni più toccanti in questa ballad.
Nonostante l'ennesimo disco ispirato, i Motorhead si trovarono ancora una volta a lasciare una label che effettivamente non era funzionale per loro. L'unica cosa certa erano i concerti che continuavano alla grande, vero e proprio punto di forza della band.

14. Sacrifice Altro album altra etichetta, ma questa volta il sodalizio con la SPV sarà il più duraturo dai tempi della Bronze. Sacrifice segnerà però un'epoca anche in negativo, essendo l'ultimo album con la formazione a quattro a causa del successivo abbandono di Wurzel. I motivi di questa separazione pare siano imputabili alle ingerenze della moglie che voleva un posto più di rilievo per il marito, pur essendo il gruppo di Lemmy. Leggenda vuole che la goccia che fece traboccare il vaso fu l'apparizione di quest'ultimo ad un programma televisivo, cosa che a quanto pare non andò bene alla signora. Il malcontento di Wurzel non influì però sulla qualità del disco, nel quale la titletrack piazzata subito all'inizio mette in mostra il drumming di Mikkey Dee che negli anni a seguire userà questo brano per il suo assolo di batteria dal vivo: Il dolore ti pervade ora non pensare di fuggire corrompendo, In te il veleno procrea, strisciando con il marchio di Caino, e nessuno dovrà liberarti, Ancora una volta. L'idea iniziale per sopperire all'abbandono di Wurzel era reclutare un nuovo chitarrista, ma Phil Campbell chiese di provare con la formazione a tre, i cui risultati sono ancora sotto gli occhi di tutti.
Il 1995 fu anche un traguardo per Lemmy, che festeggiò i cinquantanni con una festa alla quale intervennero i Metallica suonando brani dei Motorhead travestiti come il protagonista della festa con lo pseudonimo di The Lemmys. Le prove effettuate per questa esibizione vennero registrate e diventarono b-side per il singolo Hero Of The Day, poi incluse in Garage Inc..

15. We Are Motorhead Questa band non ha una strategia precisa. Non ne abbiamo mai avuta una. È per questo che siamo in giro da così tanto. Le strategie ti sfuggono sempre di mano. Io credo nella spontaneità, quella è una cosa che abbiamo di sicuro. Facciamo un salto di cinque anni ed arriviamo al nuovo millennio, raggiunto incredibilmente senza scossoni in line-up e senza cambi di label, pubblicando due buoni dischi come Overnight Sensation e Snake Bite Love, più il terremotante doppio live Everything Louder than Everyone Else registrato ad Amburgo e con una tracklist infarcita di classici. Nel periodo in cui senza un Dj in formazione non hai possibilità di finire in classifica, i Motorhead vanno avanti per la loro strada con un titolo che suona come una dichiarazione d'intenti: Noi siamo quelli che ami oppure odi Noi siamo quelli sempre in anticipo oppure in ritardo Siamo i primi e potremmo anche essere gli ultimi siamo i Motörhead - nati per prendervi a calci in culo. Pezzo breve, diretto e semplice messo in chiusura con le inconfondibili plettrate di basso iniziali a rassicurare tutti. In occasione del venticinquesimo anniversario la band terrà un concerto alla Brixton Accademy, immortalato nel DVD 25 & Alive - Boneshaker e nel doppio CD Live At Brixton Academy, durante il quale farà il suo ritorno on stage Eddie "Fast" Clarke per un paio di brani, oltre agli ospiti Brian May, Doro Pesch e Whitfield Crane.

16. In The Name Of Tragedy o Whorehouse Blues Dopo un discreto album come Hammered nel 2002, Lemmy e soci tornano in pista nel 2004 con Inferno, lavoro ispirato (che si avvale di un ospite di eccezione come Steve Vai in un paio di tracce) che a tutt'ora viene considerato uno dei migliori di quest'ultima parte di carriera dei Motorhead, diventati oramai uno dei gruppi simbolo del metal pur mantenendo l'impronta rock'n'roll nella loro musica. Questa "ambiguità" si riflette anche nei due pezzi citati, dove l'ampio spettro dello proposta è evidente, passando dal duro e veloce metal di In The Name Of Tragedy allo scarno blues chitarra, armonica e voce di Whorehouse Blues, così distanti uno dall'altro ma entrambi incredibilmente rappresentativi della band. Perché siamo andati di città in città E abbiamo girato tutto il mondo Sì, siamo andati di città in città E abbiamo girato tutto il mondo Sai che non ci è mai sembrato abbastanza, tesoro Nemmeno dopo trent’anni.. Testimonianza live del tour sarà Better Motorhead Than Dead - Live at Hammersmith dove questi brani verranno suonati.

17. I Know How To Die o Coup De Grace Il palco sarebbe un bel posto dove morire. Anche perché che alternative avrei? Morire vecchio e malato in un letto? Arriviamo ai giorni nostri con la pubblicazione di lavori altalenanti ma comunque piacevoli come Kiss Of Death (l'ultimo a potersi avvalere di una copertina di Joe Petagno, col quale si chiude in malo modo un prolifico sodalizio trentennale), Motorizer, The World Is Yours ed Aftershock, gli ultimi due con la nuova etichetta UDR. Nonostante riescano a pubblicare dischi con cadenza più o meno regolare, il tempo e gli eccessi si fanno sentire nel fisico di Lemmy. Nell'ultimo anno il signor Kilmister ha dovuto fronteggiare un piccolo intervento al cuore e le conseguenze di una caduta dalle scale, il tutto condito dal suo diabete, che alla fine ha portato alla cancellazione di diverse date europee e all'interruzione dell'esibizione al Wacken Open Air. Nonostante i problemi e la necessità di fermarsi, Lemmy ha ancora voglia di fare dell'autoironia e dell'umorismo su se stesso, magari cercando di esorcizzare la morte che purtroppo si è presa Wurzel (per lungo tempo il migliore amico di Lemmy dentro la band) nel luglio del 2011: apre i concerti con I Know How To Die e scrive pezzi con titoli come Coup De Grace, Heartbreaker e End Of Time. Se avessi potuto trovare la cura non avrei dovuto piangere conosco la legge so come morire. Quest'anno c'è stato il ritorno on stage dei Motorhead con un Lemmy comunque provato ma che comunque vuole andare avanti come l'icona che è (con film celebrativo annesso) e che è oramai entrata nell'immaginario collettivo. Fino a quando? Una domanda che uno che Vive senza pensare al domani non si pone.

Una volta che hai fatto questo lavoro per tre anni, ti entra nel sangue. Non puoi fare nient'altro.



Diego
Giovedì 24 Agosto 2017, 18.03.20
18
Ricambio saluto e stretta di mano
Fabio Rasta
Giovedì 24 Agosto 2017, 16.55.41
17
P.S. Da notare che scrisse MOTÖRHEAD correttamente, cioè con l'umlaut! Saluto a Diego e stretta di mano!!!
Fabio Rasta
Giovedì 24 Agosto 2017, 16.55.41
16
P.S. Da notare che scrisse MOTÖRHEAD correttamente, cioè con l'umlaut! Saluto a Diego e stretta di mano!!!
Fabio Rasta
Giovedì 24 Agosto 2017, 16.23.57
15
X Diego: Punk, Metal e Rockers!. All'epoca mettevano tutti daccordo. Non ricordo nessuno che si sognasse nemmeno di criticare LEMMY e soci x nessun motivo. No, Lisablack, che adesso è anche diventata "famigerata" (commento 43 The Others #4), non può essere la stessa. La crescita sarebbe troppo esponenziale. Nonostante tutto Lisa Santini era adorabile. X qualcuno no, ma x me si. Un tocco naif, in risposta a tanti che si prendono troppo sul serio. Questo commento qui sotto è esilarante. X tanti era solo un troll. Io non lo so.
Diego
Giovedì 24 Agosto 2017, 16.01.03
14
Grandi Motohead, uno dei pochi gruppi che sono riusciti a far coesistere punk e metallari negli anni 80 @Fabio cè una lisablack attiva sul sito, magari è lei. Lisa se ci sei batti un colpo!!!
Fabio Rasta
Giovedì 24 Agosto 2017, 15.45.40
13
Bellissimo articolo che fino a oggi mi era sfuggito. Ricalco in toto il commento 6 di Nerchiopiteco (?!!!). Due cose: il tanto vituperato LP Rock'n'Roll contiene forse la + bella dichiarazione d'amore fatta dal Nostro alla sua Musica/(Stiledivita) preferita. Quando questo articolo è stato pubblicato LEMMY era ancora vivo; di tutti i superlativi commenti di Lisa Santini, questo, riletto oggi, mi fa una tenerezza infinita. Anche lei ha smesso di scrivere. Spero stia bene. E che non fumi!
ObscureSolstice
Venerdì 29 Agosto 2014, 19.32.01
12
Lemmy è l'Elvis Presley dei nostri tempi. Dopo Elvis.. dopo Jimi Hendrix...lui
Lisa Santini metallara forever
Sabato 23 Agosto 2014, 19.02.19
11
Al di là di tutto questo il cantante dei Motörhead non può smetterla di fumare? Il fumo fa molto male alla salute, sia ai polmoni... La recensione e' bella
Er Trucido
Sabato 23 Agosto 2014, 13.14.04
10
Grazie dei complimenti, anche se l'idea di questo "format" è dell'amico Rino Gissi che ha curato i precedenti, io ho solo preso l'idea e adattata ad una storia lunga come quella dei Motorhead
Radamanthis
Venerdì 22 Agosto 2014, 22.04.35
9
Non sono per nulla un fan dei Motorhead e tanto meno della voce di lemmy ma volevo fare i miei complimenti a Er Trucido per il bellissimo articolo e per aver raccontato la band attraverso i testi! Complimenti!
HeroOfSand_14
Venerdì 22 Agosto 2014, 21.04.04
8
Bell'articolo Diego, pur non essendo un fan particolarmente affezionato ai Motorhead, ammiro molto lo stile di chitarra di Eddie Clarke e Wurzel, ed ogni volta che ascolto l'intro di Killed By Death è pura adrenalina, il suono di quelle chitarre mi fa impazzire! Carriera incontestabile, qualche sbandamento e album poco ispirati, ma se a 70 anni lui è ancora su un palco vuol dire che qualcosa ha lasciato alla gente..
spiderman
Venerdì 22 Agosto 2014, 18.10.50
7
@ Er Trucido complimenti vivissimi per questo articolo e alla trovata stupenda di raccontare i Motorhead attraverso i teasti e cio' che contengono, e credo non a caso visto (spero di non sbagliarmi), che furono tra i primi ad avvicinare levtematiche delle composizioni alla vita e alla realta' quotidiana, e cio' che ognuno di noi puo' incontrare di bello o di brutto nel tram tram di ogni giorno, daltronde lomstesso Lemmy quelloche scrive lo pensa e spesso lo fa realmente lui medesimo, e tutto questo lomfanno mescolando di tutto e di piu', dal punk, al blues al rock 'n' roll , all'hard rock e all' heavy metal, gia' per questo sono passati alla storia proprio per questo stle inimitabile, e credo tra i primina spingere questa mescola al massimo sul pedale dell' acceleratore, proprio questo hard e heavy veloce e rumoroso ispiro' i metallica e i famosi tappeti sonori assordanti del trash. Ringrazio Trucido ancora per aver citato 1916, e qui veramente mi commuovo sul serio, gia' proprio nel 1916 mori' il fratello del mio bisnonno nella Grande Guerra, e ogni volta che l'ascolto mi viene la pelle d'oca per quanto e' bella e commovente, un vero capolavoro.Io avrei anche citato per Bomber,la seconda traccia Lawman, che e' contro e contesta le leggi iniqueve ingiuste "Lowman, I think you're  a poor man", poi la traccia Poison, che e' un po il sunto anche del suo rapporto conflittuale personale con suo padre, e' una tematica al vetriolo contro tutti i predicatori che chiama avvelenatori cioe' "poisoned" che accecano chiunque con le loro fasita' "My father, he used to be a preacher......., I'll make him wish he'd never been born, He was Poison,Guess he poisoned my life, he was Poison, I wish my mother was't his wife, no!. Amero' sempre qesta band tra le piu' prolifiche e longeve e spaccaossa che la storia dell' hard rock e dell'heavy abbia mai prodotto.Grazie di nuovo per questo articolo.
Nerchiopiteco
Venerdì 22 Agosto 2014, 16.22.46
6
Non solo esaustivo ma anche originale, raccontare i Motorhead con i soliti aneddoti su Lemmy l'hanno fatto un po' tutti, attraverso la musica pure, attraverso i testi, invece, no!!!
Er Trucido
Venerdì 22 Agosto 2014, 16.05.41
5
Grazie per i complimenti. @therox: nessuna antipatia, era una cosa che mi sono dimenticato di verificare/correggere, provvedo subito a togliere, grazie. @Nerchio: vero si poteva scrivere tanto altro ma già così spero di essere stato esaustivo. Di March Or Die ho preferito mettere il pezzo simbolo dell'ostruzionismo della Sony e ho dovuto per forza di cose darmi un limite altrimenti ne venivano 30 di pezzi . Non credo di essere in grado di scrivere un libro però, comunque grazie
Nerchiopiteco
Venerdì 22 Agosto 2014, 15.51.10
4
il significato di "overkill" lo dovreste trovare sul retro dell'album Feel the Fire degli Overkill complimenti Er Trucido, con pochi passi sei riuscito a cogliere il meglio di una lunghissima carriera, mancava solo March or Die, la preferita di Lemmy!! tanto altro si sarebbe potuto scrivere, ma a quel punto ne uscirebbe un libro, ci potresti quasi pensare....
therox68
Venerdì 22 Agosto 2014, 15.41.41
3
Er trucido: spero che non te la prenda ma Overkill non significa 'sovraccarico' che in inglese si dice 'Overload' anche riferito all'elettricità. Resomi antipatico devo però dire che hai scritto un bell'articolo.
jek
Venerdì 22 Agosto 2014, 14.10.55
2
Bella Trucido, ottimo articolo e ottima scelta dei pezzi. L'unica canzone dei Motorhead che non mi è mai piaciuta molto è Capricorn, per il resto rock'n'roll.
Zagor
Venerdì 22 Agosto 2014, 13.52.01
1
che spettacolo signori! la storia!!!!!!!........siamo stati e lo siamo tutt'ora spettatori di una delle piu' incredibili band del rock! se muoio domani al padreterno o al diavolo potro' dire di aver visto e ascoltato i motorhead!...e chiedergli loro dov'erano!!!
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