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SINE QUA NON - # 6 - ‘Restless and Wild’ e ‘Heavy Metal Maniac'
10/10/2014 (3167 letture)
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Per inquadrare correttamente il perché questi due dischi, pur con le differenze che li dividono, sono particolarmente importanti per gli sviluppi della musica heavy, inserendo sulla scena una nota di velocità e violenza con pochi termini di paragone, bisogna ancora una volta considerare gli anni d’uscita dei vinili: 1982 per il primo e 1983 per il secondo. Ma andiamo a vedere come i due album in questione impattarono su una scena in forte evoluzione ed ancora magmatica e senza la presenza dei mille ed uno stili che oggi conosciamo.
ACCEPT: RESTLESS AND WILD Nel 1982, pur non avendo ancora raggiunto il suo apice di popolarità, era ancora la N.W.O.B.H.M. a dettare legge in termini di presenze numeriche sul mercato. Confrontando le sue sonorità con quelle della musica normalmente diffusa dalle radio e popolare presso il grande pubblico, certamente la sua durezza era già rimarchevole, ma quando uscì Restless and Wild le cose cambiarono. Una volta posto il disco sul piatto ed avviata la riproduzione, dopo i primi attimi di smarrimento causati dall’ascolto dalle note gracchianti di un vecchio motivetto popolare tedesco ripreso negli anni 30 anche dalla propaganda di regime ed il conseguente senso di smarrimento che ne derivava, ad irrompere letteralmente era quella Fast As a Shark che al momento della sua uscita era semplicemente una delle canzoni più violente mai registrate. Non che prima di allora non fossero usciti pezzi ed interi album connotati da elementi oltranzisti molto marcati -basti pensare ad Ace of Spades dei Motorhead od a svariati dischi hardcore punk, tanto per dire due cose- ma nessuno aveva ancora coniugato così bene l’estremo con la modernità. Ritmiche “a mitraglia” (all’epoca erano loro stessi a definirle così) e soprattutto la vocalità da uomo sull’orlo di una crisi di nervi di Udo, conferivano al pezzo un quid di assoluta violenza, una carica di pathos malato che prima non si era mai registrata. L’intero album comunque, ed a prescindere dal pezzo fondamentale che lo apriva, contribuiva in maniera netta sia a rimodellare il confine dell’estremo che quella di un certo speed/power centro-europeo con le palle -se mi passate la definizione- molto lontano da quello che dopo non troppi anni avrebbe caratterizzato la scena a base di tastierine Mattel ed arrangiamenti da metal neo-melodico. Non che la melodia sia qui assente o messa in disparte, anzi, ma quella evidenziata in Restless and Wild, Shake Your Heads, Demon’s Night e Flash Rockin’ Man, per fare qualche esempio, è legata in parte al passato, ma annuncia ancora quel power cazzuto e fiero che caratterizzerà la Germania del periodo, mettendo in evidenza anche come il punto di forza della band fosse da ricercare nell’amalgama strumentale, come dimostra la loro attuale carriera ancora ad alto livello nonostante il distacco dal loro cantante dell’epoca sia ormai vecchio di lustri. Un grande album connotato da un brano realmente storico.
EXCITER: HEAVY METAL MANIAC Cambio di scena: lato opposto dell’oceano, un solo anno di distanza dal disco prima analizzato, ma suoni completamente diversi e confine dello speed metal spostato ancora più in avanti. Tre autentici tizzoni d’inferno messi assieme in nome del metal. Un bassista roccioso, un chitarrista come John Ricci con la capacità innata di assemblare riff pesantissimi con grande naturalezza ed un batterista schiacciasassi il quale, tanto per aggiungere pepe alla proposta, era anche un aggressivo ed efficace cantante, et voilà: quella misteriosa, indescrivibile alchimia che di tanto in tanto produce la pietra filosofal-musicale che tutti cercano senza nemmeno sapere come è fatta e cosa porterà è servita. Una copertina che colpisce subito, un semplice film protettivo trasparente a proteggere il vinile (almeno nell’edizione originale su Shrapnel) e poi solo la musica. Heavy Metal Maniac era, è, e rimarrà una vera mazzata, stupefacente al tempo della sua uscita, dannatamente catchy e pesante ancora oggi. Che si tratti della schiumante rabbia di Holocaust, Stand Up and Fight, Mistress of Evil, Under Attack o della fiera, roboante Iron Dogs, il verbo era e resta lo stesso: metal al parossismo. Ed ancora una volta, se consideriamo l’anno di uscita di questo vinile (il 1983, lo ricordo), la sua modernità risulta ancora incredibile. Gli assoli di Ricci hanno ancora qualcosa da insegnare, soprattutto in termini di “giustezza” ed al contrario di molti che nel settore estremo li buttano lì infarcendoli di effetti, ma senza troppi contenuti e la macchina batti-pelli Dan Beehler dimostra come si possa percuotere il drum-kit senza fare prigionieri e contemporaneamente risultare un cantante non solo credibile, ma pienamente dentro al malefico mood delle canzoni per confezionare un risultato incendiario e devastante. Sono passati oltre trent’anni dall’uscita di Heavy Metal Maniac (e se vogliamo anche trenta tondi dal pressoché altrettanto riuscito successore Violence & Force), ma come scritto nella recensione, “questo vinile infligge parecchi punti di distacco alla gran parte delle uscite contemporanee del settore”. Non sono molte le realizzazioni in grado di potersi vantare di tanto.
VINILI CONSUMATI E VUOTI DA RIEMPIRE La gran parte delle volte, per rendere giustizia a certe uscite ormai lontane nel tempo valutando correttamente la loro effettiva importanza, è necessario contestualizzarle rispetto alla scena di riferimento, all’anno in cui videro la luce ed a vari altri parametri, ma in questo caso -per quanto l’atteggiamento appena descritto sia sempre e comunque consigliabile- è quasi superfluo, tanto tutto è palese ancora oggi al semplice ascolto. Guardo ancora spesso i due vinili (sì, guardo e basta per non rovinarli troppo, anche se sono comunque molto consunti a causa dei massicci ascolti giovanili) e tanto basta a ricordare lo stupore dei primi ascolti durante i pomeriggi trascorsi in camera agli albori degli anni 80, quando da condividere con i coetanei c’era davvero poco, ma in compagnia di certi dischi/compagni che indicavano inequivocabilmente quale via era da percorrere, perché le altre strade erano piene di vuoto, ci si sentiva in grado di andare comunque lontano.
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Non tocchiamo il tasto fronde ad ogni modo credo di preferire anch'io HMM |
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Che accoppiata. Restless and wild è da paura, l'avevo duplicato quindi non mi ricordo la cover, ma ricordo la prima volta che ho sentito Fast As a Shark con l'intro, ma ancora di più ricordo Heavy metal maniac (questo in vinile) tra i due preferisco lo speed degli exciter troppi bei ricordi nei " pomeriggi trascorsi in camera agli albori degli anni 80" a sbattere il capoccione allora frondoso |
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ho dato un'occhiata su wikipedia e a quanto pare quella con le chitarre e per il mercato tedesco e questa che hai messo tu e' la versione alternativa....almeno su wikipedia versione inglese io ho capito questo......poi fa lo stesso il disco i o cd chessia quello e'!.....comunque quella con le chitarre infuocate e' piu' ganza! hi! hi! ;D |
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il mio vinile originale recava la foto con le chitarre!!! ...e adesso? raven sei tu l'autore dell'articolo vedi di risolvere la faccenda |
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Il mio vinile originale dell'82 reca quella in foto. |
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comunque la cover piu' bella di restless... e credo sia l'originale, e' quella con le 2 chitarre a freccia che bruciano e il retro con le chitarre bruciate...... |
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Bell'articolo, complimenti a Raven. Due album stupendi, personalmente do un punticino in più a Restless.....quoto @ASHER sul "men che meno mp3 (orrore)" |
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Sicuramente fondamentali entrambi, ma "Heavy Metal Maniac" è quello che preferisco tra i due. Exciter unici nel loro stile. |
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@Raven degli Accept hai giustamente magnificato la gloria, però mi fa soprattutto piacere che hai ridato luce ai fondamentali Exciter, perchè quando si parla di attitudine metal loro erano veramente una spanna sopra. Disco, e ripeto disco non cd e men che meno mp3 (orrore), da avere assolutamente |
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sono entrambi inclusi con onore neila mia cdteca! non potrebbe essere diversamente! |
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Due album spettacolari....poco da dire...dice tutto Raven...Heavy metal manic e' pura adrenalina...Gli Exciter dei primi due spaccherebbero i culi ancora oggi...Gli Accept con Udo semplicemente unici" |
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era anche la mia preferita |
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Accept senza alcun dubbio fondamentali, Restless and Wild è un capolavoro, ma... ben pochi dischi hanno l'ignoranza di Heavy Metal Maniac. Travolgente in tutta la sua durata, anche nelle parti lente. Iron Dogs canzone della vita. |
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a e poi ricordo pure il progetto THRASHER con dan alla batteria e voce come ospite. abbastanza recentemente avevo anche ascoltato il nuovo gruppo di dan i beehler, era roba grezza e valida per chi vuole speed metal. |
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ci ero andato sotto di brutto con gli exciter , ma comunque è un gruppo a cui ancora tengo, comprai pure i loro lavori più recenti come thrash speed burn e Death machine poi il loro disco considerato un po' più morbido (ma poi morbido un par de palle, na bella mazzata metal cazzo!) unveling the wicked e poi pure la raccolta con le riregistrazioni new testament oltre ovviamente long live the loud ,violence and force e heavy metal maniac. se facessero un nuovo disco lo terrei sotto d'occhio sicuramente. |
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