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PAATOS - Parlano Peter Nylander e Petronella Nettermalm
10/06/2006 (3128 letture)
Peter Nylander e Petronella Nettermalm

Come ho scritto trattando la recensione di “Silence of another kind”, i Paatos sicuramente sono poco adatti agli “estremisti musicali”, ma se avete la mente aperta ed apprezzate la musica ben suonata con una impostazione prog di fondo, allora questo gruppo fa per voi. I Paatos presentano poi una caratteristica che secondo me dovrebbe essere resa obbligatoria per legge per tutte le bands che operano in questa porzione di universo: un loro membro parla un ottimo Italiano, eliminando così i problemi di traduzione. Ecco il resoconto della nostra chiacchierata:

1 – Ciao e grazie per l’intervista, volete intanto presentarci la band?
Ciao! Sono il chitarrista, Peter. Ti parlo io perchè sono l’unico che parla italiano. La spiegazione è che sono cresciuto a Roma. I Paatos sono Petronella Nettermalm (canto, violoncello), Peter Nylander (chitarre), Johan Wallén (tastiere, mellotron, pianoforte), Stefan Dimle (basso) e Huxflux Nettermalm (batteria, percussioni e altri suoni).

2 – Tutti voi avete una solida base di musicisti, volete descriverci le vostre esperienze precedenti?
Veniamo tutti da direzioni e esperienze diverse. Stefan viene dai Landberk e Morte Macabre, Johan e Huxflux dagli Ägg. Io ho lavorato come chitarrista in molte situazioni diverse, parecchio nel mondo jazz moderno. Io e Huxflux siamo musicisti di professione oltre ai Paatos.

3 – Prog è un’etichetta riduttiva per la vostra musica, nella mia recensione ho citato K. Crimson, Bjork, Portishead, il Jazz, il Folk, sei d’accordo?
Sono d’accordo. Prog vuol dire tante cose, secondo me. Piú che altro vuol dire poter essere liberi di creare musica senza confini di stile. Sono molti nel mondo del prog che parlano una lingua di puritani. Questo è un peccato. Se qualcosa è progressivo per me vuol dire che si cercano confini nuovi. In questo senso Björk, Crimson, Sigur Ros sono tutti progressivi. Il Jazz deve essere progressivo per essere interessante, anche il Folk. Pensa un attimo a Joni Mitchel che si è sempre creata una atmosfera di armonie non ortodosse.

4 – Da TIMELOSS, a KALLOCAIN, (che se non sbaglio è il titolo di un romanzo), a SILENCE OF…, mi sembra che il suono sia diventato un po’ più deciso, è vero?
Si. C’è la voglia di essere piú diretti, e anche un po piú duri. Questo è il risultato di suonare dal vivo. L’importante in questo disco era di portare questo attitudine con noi nello studio. Volevamo fare un disco con i nervi della musica “live”. Ieri sera abbiamo fatto un concerto a Stoccolma per festeggiare l’uscita del disco, e la musica è un piacere da suonare dal vivo. Sono venuti molti amici, (Opeth, Katatonia) e sembra anche molta gente nuova che hanno scoperto il gruppo nell’ultimo anno. Non vediamo l’ora di suonarla in giro.

5 – Il disco mi è sembrato raffinato e malinconico, mi è piaciuto anche l’artwork di Hans Arnold, siete soddisfatti?
Si. Siamo molto soddisfatti. Hans Arnold è una leggenda con un tocco di sogno e malinconia che a noi sta benissimo.

6 – Cosa significa “Silence of another kind”?
É una frase che vuol dire tante cose diverse, ma piú che altro è uno stato psicologico dove il silenzio non é uno stato di calma. Un silenzio all’ orlo dell’esasperazione che ha una certa fratellanza con l’urlo d’angoscia.

7 – Come è stato accolto SOAK in Italia? Ci sono date previste?
Speriamo di fare un giro con i Porcupine Tree in autunno. Se va tutto come previsto suoneremo a Roma e Milano. Piú tardi in autunno vogliamo fare un giro nostro e speriamo di poter venire in Italia.

8 – Parlami dei vostri testi.
I testi li scriviamo piú o meno tutti. Questo album ha dei testi quasi politici e altri di carattere psicologico. Ma quando scriviamo testi che sembrano neri e negativi cerchiamo sempre di trovare speranza. Bisogna essere ottimisti in un mondo con tante cose orribili, ma allo stesso tempo non si puó chiudere gli occhi.

9 – Penso che la musica nordica sia spesso elegantemente rarefatta come attitudine, è una scelta o una condizione naturale?
È una cosa naturale. Una cultura si porta dentro se stessa. La nostra musica e il miscuglio di 5 persone con esperienze diverse. La musica del nord secondo me lavora in un modo molto impressionistico. Si creano ambienti sonori con molto spazio. La Svezia è un paese di ca. 9 milioni di abitanti , ma misura 1,5 volte l’Italia. Qui c’è molto spazio e questo cambia la musica e il modo di vivere.

Qualche domanda per Petronella, di carattere un po’ più personale:
10 – Cosa ascolti la mattina quando ti alzi?

Petronella: Ascolto soltanto i miei figli. Non c’è tempo di ascoltare musica la mattina quando si ha figli. (dovevo ricordarmelo –NdA).

11 – Suoni il violoncello, e a me sembra che tu usi anche la tua voce come un violoncello; che ne dici?
Petronella: grazie del complimento. Non ci ho mai pensato, ma forse è una cosa subconscia.

12 – So che tu ed Hux siete sposati ed avete due figli piccoli, (congratulazioni), come è fare musica e famiglia con la stessa persona? La cosa si riflette nelle vostre canzoni?
Petronella: funziona benissimo. Direi che nel nostro caso è una cosa molto positiva. Quando si ama è bello poter essere creativi insieme. La musica non riflette questo peró. Noi scriviamo tutti insieme e la musica è l’unione di cinque individui.

13 – Quale è il primo disco che farai ascoltare ai tuoi bambini?
Petronella: Linda Perhacs-Parallelograms (Rientra Peter):

15 – In passato siete stati in Sicilia, dove? (Io vivo sull’isola).
Io sono stato in Sicilia parecchie volte. Ho anche suonato a Trapani e a Palermo a un festival sul Monte S. Pellegrino.

16 – Chi è Turid? (Il nucleo dei Patos si è unito in origine per suonare con lei – NdA)
Peter: Turid è una cantante Svedese che era molto attiva negli anni 70 quando la musica era piú politicizzata. Diciamo che lei viene un pó dalla direzione rock folcloristica.

17 – Conoscete un vecchio gruppo chiamato BALLETTO DI BRONZO? Forse Hux si. Ed in generale conoscete gruppi italiani?
Io personalmente non li conosco. Abbiamo diviso delle sere con The Watch.

18 – In passato avete scritto anche una colonna sonora, che esperienza è stata? E che rapporto avete con il cinema?
Abbiamo fatto una colonna sonora suonata dal vivo per il film Nosferatu (quello vecchio originale). Un’ esperienza incredibile che abbiamo molta voglia di ripetere.

19 – Ci sono trascorsi romani per te, e mi sembra che l’Italia non vi dispiaccia affatto .
Siamo tutti amanti dell’Ítalia. Io specialmente avendo vissuto a Roma. Ma anche gli altri. Abbiamo suonato con i Gathering in Italia e prevediamo di tornare in un futuro molto prossimo. Non con i Gathering peró.

20 – Interessi: “cose buone da mangiare e da bere”. Hux:”vino”; ma anche tu parli di cibo sul vostro sito. Perché non vi trasferite da noi? Vi divertireste.
Magari! Quanto costa una casa in Sicilia? (Bisognerebbe poter fare il paragone con i prezzi Svedesi – NdA)

21 – Una buona ragione per comprare “Silence…”.
Abbiamo messo molta anima e amore in questo disco. E’ nato in un modo molto naturale; quasi tutto suonato insieme dal vivo. Cerchiamo di fare musica che parla a molta gente diversa. Noi cinque veniamo da direzioni diverse e questo cambia la nostra musica. Speriamo che ad ascoltatori di Metal, Progressivo, Post-Rock, e tutti gli altri che possiedono una mente aperta piaccia la nostra musica. Noi ascoltiamo di tutto. La musica è la musica. Non c’è tempo nella vita di separare tutto. Una mente aperta si gode la vita di piú secondo noi.

Grazie di tutto.



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10/06/2006
Intervista
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Parlano Peter Nylander e Petronella Nettermalm
 
 
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