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BLIND GUARDIAN - Lo studio report
16/06/2006 (6531 letture)
Oggi, ai Jungle Sound Studio di Milano, abbiamo avuto l'onore di ascoltare in anteprima "A Twist In The Myth", nuovo album dei Blind Guardian, la cui uscita nei negozi é prevista per la fine dell’estate.
Purtroppo abbiamo potuto ascoltare i brani una sola volta per cui é impossibile pretendere di fare una vera e propria recensione... L'idea generale é comunque di un album come al solito di ottima qualità, che presenta chiari riferimenti al passato ma anche elementi di novità per la band; le chitarre sono più in rilievo e più aggressive, così come le linee ritmiche del nuovo batterista Frederik Ehmke; la voce di Hansi come al solito ha un ruolo molto importante ed in molti ritornelli e cori si percepisce il gusto dei nostri per l'epica.
Inoltre i detrattori di "A Night At The Opera" saranno contenti di sapere che quest'album ha in gran parte abbandonato la "pomposità" del precedente...

01. This Will Never End (05.07)
Il ruolo di opener di "A Twist In The Myth" é affidato ad un pezzo in classico stile Blind Guardian; si tratta di un brano lungo e ben strutturato, veloce, con un coro bello potente e le chitarre in evidenza.

02. Otherland (05.14)
Tra i pezzi più innovativi dell'album, con dei riff di chitarra quasi progressive ed un ritornello di quelli che si imprimono subito nella mente dell'ascoltatore.

03. Turn The Page (04.16)
Canzone epic veloce, con un finale a tratti folk... Sarebbe potuta essere inserita tranquillamente in "Nightfall In Middle Earth" e sicuramente piacerà molto ai fans di vecchia data...

04. Fly (05.43)
La versione dell'album è la stessa uscita come singolo.

05. Carry The Blessed Home (04.03)
Gran bel pezzo e, se mi concedete il termine, rilassato, con la presenza della cornamusa, di una chitarra acustica, cori e momenti di grande intensità.

06. Another Stranger Me (04.36)
Il pezzo scelto come secondo singolo estratto dall'album é uno dei meno "facili". Inizia con la voce di Hansi in un sussurro quasi malefico per poi tuffarsi in un hard rock energico unito alle armonie tipiche dei Blind Guardian, tra cui elementi di musica celtica.

07. Straight Through The Mirror (05.48)
Brano veloce e dinamico, tra quelli in cui si sente di più l’impronta classica dei Blind, dal quale emergono le doti di Frederik Ehmke...

08. Lionheart (04.15)
Canzone dalle atmosfere orientali, a tratti ricorda "Precious Jerusalem", con un ritornello solenne... Anche qui la presenza di Frederik Ehmke si fa notare...

09. Skalds And Shadows (03.13)
A mio parere la canzone più bella ed intensa dell’album, una sorta di “The Bard’s Song” che non vedo l’ora di sentire live, con tutto il pubblico partecipe. La versione definitiva non differisce molto da quella contenuta nel singolo di “Fly”, vi è solo l’aggiunta di archi e percussioni che danno solennità al brano.

10. The Edge (04.27)
Brano bello pesante dalle sonorità heavy che sfociano nel thrash...

11. The New Order (04.29)
Pezzo cadenzato con evidenti richiami al passato del gruppo, tra cui un ritornello maestoso ed un bell'assolo di Andrè Olbrich.

12. Dead Sound Of Misery
Questa canzone sarà probabilmente inserita solo nella versione digipack dell'album, é la versione oscura di "Fly" e presenta delle differenze oltre che per il testo anche per gli arrangiamenti che la rendono meno violenta rispetto a "Fly", e con la voce di Hansi che viene lasciata sola con la parte ritmica.

Al termine dell'ascolto si é svolta una conferenza stampa con Hansi Kursch (voce) e André Olbrich (chitarra)...

- So che molti si erano lamentati riguardo al vostro precedente album “A Night At The Opera” perché lo consideravano meno heavy metal rispetto agli altri. Dopo un primo ascolto di “A Twist In The Myth” sembra che abbiate provato a fare un passo oltre certe soluzioni… Per me la prima impressione è stata buona, ma volete presentarci voi il vostro nuovo album?
HANSI: Ok, inizio con “A Night At The Opera”... Penso che le lamentele provenissero da una minoranza, anche se da una minoranza rumorosa… Abbiamo ricevuto anche molti giudizi positivi ma le critiche fanno sempre più rumore… Certo, ad alcuni non è piaciuto, ma molti altri lo hanno apprezzato… Alcune canzoni, come “And Then There Was Silence”, “Battlefields” o “Punishment Divine” sono addirittura considerate tra le più belle che abbiamo mai scritto; parlando in termini di complessità quell'album ha rappresentato una sfida sia per noi musicisti che per gli ascoltatori, perché era necessario ascoltarlo con molta attenzione per capirlo bene... Secondo me é valsa la pena di farlo e credo ne avessimo bisogno per distaccarci da "Nightfall In Middle Earth" che é stato, dal mio punto di vista, il nostro album perfetto, usando un tipo di concetto diverso; certamente "A Night At The Opera" non é un punto di arrivo: é ovvio che per fare un buon album abbiamo cercato di migliorare la qualità del songwriting, questo l'avevamo chiaro sin dall'inizio, ma da una parte forse abbiam commesso un errore: quello di tenere tutti gli strumenti e la voce sullo stesso piano...
Questa volta abbiam deciso sin dall'inizio della scrittura dei brani che la voce avrebbe avuto il ruolo principale. Dal mio punto di vista abbiam cercato di portare tutta la qualità di ogni album dei Blind Guardian aggiungendo alcuni elementi nuovi; il nostro obiettivo é di esplorare ed inventare cose nuove, non abbiamo intenzione di copiare noi stessi e questo per noi è molto importante...
Abbiamo introdotto nuovi aspetti, ma qualsiasi cosa facciamo calza nel contesto dei Blind Guardian.
ANDRE’: Abbiamo avuto la sensazione che "And Then There Was Silence" rappresentasse in assoluto il meglio che potessimo fare dal punto di vista epico, abbiamo voluto cambiare il concept perché ci sembrava di aver composto troppe canzoni di quel genere. Abbiam cercato di tornare alle nostre origini scrivendo canzoni più dirette, riducendo alcuni elementi come le orchestrazioni di chitarra ed i cori, così sono venute fuori canzoni più essenziali, con un ritorno a chitarra, basso, batteria e voce.

- Avete realizzato che per molti siete molto più che una band? Che sono cresciuti con voi e che siete diventati parte delle loro vite? Cosa ne pensate? Questo vi influenza quando componete le canzoni?
HANSI: L’abbiamo realizzato ed è un grande onore per noi ed allo stesso tempo anche una cosa molto sorprendente.
Penso che l’obiettivo principale di ogni artista, specialmente dei musicisti, sia quello di toccare la gente e riuscirci, dal mio punto di vista, prova che quello che stai facendo è giusto, specialmente il fatto che ci siano persone che sono cresciute con noi dimostra che non abbiamo mai negato noi stessi, e questa è una gran bella soddisfazione…
ANDRE’: Sapere che possiamo trasmettere delle sensazioni portando le persone dentro alle storie delle varie canzoni, sentire durante i concerti che altri provano le stesse emozioni che abbiamo provato noi scrivendole è stupefacente.
HANSI: Parlando del nuovo album, ad esempio, "Fly" é la canzone perfetta per descrivere ciò: sono stato ispirato da qualcosa per scrivere il testo di questa canzone e ora quello che è stato d'ispirazione per noi può ispirare altre persone. E' grandioso poter ispirare altri con quello che facciamo e penso che questo sia uno dei motivi per cui si compone musica...

- Continuando a parlare di "Fly": perché hai scelto di scrivere una canzone su Peter Pan?
HANSI: perché l' ho trovato adatto, stavo cercando qualcosa di positivo e mi è sembrato appropriato.
Mi piace perché è un tema positivo ma è anche collegato alla morte, infatti Peter Pan va a prendere dei bambini che stanno per morire; inoltre penso che sia un personaggio in un certo senso anarchico ed anche la canzone, come musica, è molto "individualista"; è una specie di “ribellione” da parte nostra perché non è certamente quello che la gente si sarebbe aspettata che facessimo, soprattutto come singolo, perché è molto diversa dalle altre canzoni dell'album; ma per noi è una "dichiarazione d'intenti", non solo per quanto riguarda il testo ma soprattutto per la musica.
Esiste anche una versione triste di "Fly" che si chiama "Dead Sound Of Misery" e probabilmente sarà inserita come bonus track nella versione digipack; ho trovato molto interessante lavorare su due lati completamente opposti della stessa canzone: uno luminoso e l'altro oscuro, disperato, quasi apocalittico...

- Ci sono altre canzoni in quest'album ispirate ad altri temi?
HANSI: Sì, ad esempio "This Will Never End" è ispirata alla storia di un autore tedesco, qui probabilmente sconosciuta: racconta la storia del pittore francese Gustav Thorez che in uno dei suoi sogni incontra la Morte che gli annuncia che sta per morire e allora lui cerca una via d'uscita... Sono venuto fuori con una storia molto contorta e da qui è uscito il concetto di "A Twist In The Myth", perché tutto va in una certa direzione ma poi cambia, per cui leggendo i testi o ascoltando la musica si può arrivare a delle conclusioni sbagliate...

- Quanto é stato influente per l'album il nuovo batterista?
HANSI: E' molto difficile da dire perché quando é arrivato l'album era già stato scritto quasi tutto... Io e André avevamo programmato alcune parti di batteria, poi lui le ha potenziate. Quando é stato preso ci ha raggiunti in studio, ha ascoltato quello che avevamo fatto e ci ha dato alcuni suggerimenti e nuove idee, ne abbiamo parlato insieme ed abbiam cercato di ottenere uno stile più moderno, ma allo stesso tempo legato alla qualità dei Blind Guardian... Frederik é molto progressive ma assomiglia molto anche a Thomen come attitudine e questa é una cosa che volevamo mantenere nella nostra musica. Le cose che ha apportato sono le percussioni, il flauto e la cornamusa che ha anche suonato lui stesso... Probabilmente avete riconosciuto la cornamusa in "Carry The Blessed Home"...

- Quanto forte pensate sarà la sua influenza sui pezzi vecchi?
ANDRE': L'abbiamo sentito durante le prove e ti assicuro che ha catturato lo spirito originario delle canzoni che, a parte ovviamente qualche piccola differenza, rimane praticamente uguale... Alla fine non ci si accorge nemmeno che c'é un nuovo batterista!
HANSI: E' sempre stato un nostro fan per cui quando é entrato nella band aveva già familiarità con i pezzi e questo é uno dei motivi per cui l'abbiamo preso... Si é presentato suonando "Time Stands Still", "And Then There Was Silence" e "Journey Through The Dark" e guardarlo, ma soprattutto sentirlo suonare, é stato veramente impressionante, sembrava proprio Thomen!

- A proposito di Thomen: cosa ne pensate del progetto Savage Circus?
HANSI: Thomen aveva già iniziato a lavorare a quel progetto prima di lasciare la band, quindi non ha niente a che vedere con la sua uscita dai Blind Guardian... Ad esser onesti non ce ne siamo interessati molto, abbiam ascoltato solamente un paio di demo, erano ben fatte ma niente di speciale...

. Molti di quelli che l' hanno ascoltato hanno detto che era molto simile ai Blind Guardian... (risate, n. d. a.)
ANDRE': Io penso che se una band vuole avere successo per molto tempo ed avere il rispetto della gente deve cercare di essere originale, trovare il proprio stile, creare la propria musica...
HANSI: Sì, e comunque non spetta a noi giudicare...

- Secondo me siete l'unica band che prova davvero ad andare avanti, evolvendo la propria musica album dopo album ed andando oltre il concetto stesso di heavy metal; credo però che, in generale, non sia un bel momento per il genere, soprattutto per quanto riguarda il songwriting... Voi come vedete il futuro?
HANSI: Noi siamo ancora fans di questo genere, ma devo ammettere che molti gruppi non sono per niente innovativi, continuano ad utilizzare le stesse soluzioni musicali degli anni Ottanta, cercando di riutilizzarle all'infinito, album dopo album.
Noi, e anche qualche altro gruppo, crediamo che non ci sia nulla di male nell'assorbire varie influenze, anche da cose che non c'entrano niente con l'heavy metal ma che si possono adattare. Ci sono sempre discussioni in proposito, sia tra fans che tra musicisti ma credo che se vuoi mettere cose celtiche o progressive, come abbiamo fatto noi in "Fly" o "Another Stranger Me", non c'è problema, perché quello che fai è comunque heavy metal. Bisogna continuare ad introdurre elementi nuovi nella propria musica, senza rinnegare se stessi e soprattutto adattandoli alla propria musica.
ANDRE': Comunque il tempo trascorre, hai bisogno di evolverti, di cercare di afferrarne lo spirito... Tutto quello che ti circonda cambia ogni giorno e va avanti, dopo cinque anni non puoi fare ancora le stesse cose...
I tuoi gusti e le tue sensazioni cambiano e ovviamente anche la musica che suoni cambierà, automaticamente.
Se cerchi di essere autentico e di vivere nel tuo tempo, devi esprimere come sei in questo momento, rendere il tuo sound moderno, al passo coi tempi. Se invece il tuo unico obiettivo é di essere come nel passato e che il tuo sound assomigli a quello degli anni Ottanta, sei davvero sulla strada sbagliata...
HANSI: Credo che i fans si aspettino che facciamo così. Non credo proprio che vogliano che rifacciamo "Imaginations From The Other Side", è un grande album, probabilmente il nostro miglior album di sempre, ma se lo rifacessimo avremmo fatto una copia perfetta di noi stessi e sarebbe completamente sbagliato.
ANDRE': Siamo nella posizione di poter costruire sulle idee che abbiamo creato in passato ma facendo dei passi avanti, prendendo il tipo di stile che abbiamo creato ed aggiungendo nuovi elementi...

-Avete mai sentito pressioni nel vostro lavoro? Oppure avete mai avuto paura di non soddisfare pienamente le aspettative?
HANSI: Ad essere sinceri non abbiamo mai cercato di essere alla moda, penso che per apprezzare appieno la nostra musica ci voglia una grande apertura mentale, comprensione e concentrazione, non è certo musica per tutti... Non abbiam mai cercato di essere alla moda, un gruppo che vende milioni di album... Abbiam sempre cercato di essere noi stessi e di non ascoltare troppo quello che gli altri dicono, perché se provi a replicare a tutto quello che la gente dice, alle loro lamentele, hai già perso in partenza! Non abbiamo mai subito pressioni, abbiam sempre avuto un certo modo di comporre ed abbiam sempre necessitato di molto tempo per realizzare un album nuovo, anche per “A Twist In The Myth” ci siamo presi tutto il tempo necessario...
ANDRE': Normalmente quando terminiamo un mix siamo sempre soddisfatti del processo creativo e non abbiamo rimpianti.

- In futuro registrerete un album orchestrale, potete parlarcene?
HANSI: Certo, si tratta probabilmente della musica più ambiziosa che abbiamo mai composto, ma non è ancora finito. E' musica dei Blind Guardian unita a musica classica suonata dall'orchestra (è stata scritta appositamente per essa), le vocals sono nello stile delle opere rock...
Ci stiamo ancora lavorando, credo che avremo bisogno di altri diciotto mesi prima di terminarlo. Il songwriting é quasi completo...
ANDRE': Siamo circa al 90% del lavoro...
HANSI: E' una specie di successore di "Nightfall In Middle Earth", per l'aspetto celtico e l'aspetto orchestrale del suono, ma le nuove canzoni sono molto meno pesanti.
ANDRE': E' un tipo di musica che trasporta nel mondo di Tolkien, è basata totalmente sul fantasy ed è davvero fantastica, la migliore che abbiamo mai scritto.
HANSI: E ci lavoriamo da otto anni...

- Avete appena cambiato casa discografica: quali sono i motivi che vi hanno portato a questa decisione? E' stato difficile dopo tutti questi anni con la Virgin?
HANSI: La decisione è stata presa a causa dei problemi avuti con il dvd. Non volevamo andare sotto un'altra major, allora abbiamo messo a confronto tutte le più grandi etichette indipendenti in Germania ed alla fine abbiamo scelto la Nuclear Blast. E' stata la scelta migliore perché sono molto ambiziosi, inoltre sono totalmente devoti all'heavy metal e pare capiscano esattamente cosa vogliamo ottenere come artisti con la nostra musica, non è solo una questione di vendite ma anche di qualità.

- Cos'è successo con il dvd?
HANSI: E' successo che il giorno in cui avevamo fissato l'uscita del dvd in Germania, che normalmente per una band heavy metal è il giorno più importante per le vendite, non era nei negozi!
Hanno avuto dei problemi di fabbricazione, ma la cosa grave è che non hanno trovato una soluzione e soprattutto non sono riusciti ad avvisare il pubblico e a dare una spiegazione.
Per fortuna é successo per un live, ma se fosse accaduto per un album nuovo, su cui si investono anni della propria vita e molti soldi... Così gli abbiam detto di trovare un’altra soluzione o avremmo concluso il contratto, perché non avremmo accettato un altro incidente simile e loro ci hanno lasciati liberi di andarcene...
ANDRE': Quella del dvd non é stata l'unica cosa negativa ma, sommata alle altre, ci ha dato un valido motivo per andarcene.

- Scrivendo l'album nuovo, vi siete preoccupati della resa live delle canzoni?
HANSI: Soltanto in alcuni momenti... Ultimamente non ci pensiamo più, anche perché con "A Night At The Opera" eravamo davvero andati oltre e ovviamente non potevamo avere un muro di chitarre e di cori... Comunque credo che il 70-80% delle canzoni nuove non sarà difficile da suonare dal vivo, credo che nel prossimo tour proporremo almeno cinque...
ANDRE': Le nuove canzoni sono molto più essenziali, dirette e rockeggianti e, di conseguenza, anche più semplici da suonare dal vivo! Abbiamo già provato "Fly", che forse é la più difficile da suonare live, ad Istanbul e Mosca ed é andata molto bene, é stata la prima volta che presentando una canzone dal vivo in anteprima siamo riusciti a coinvolgere pienamente il pubblico... Di solito quando suoni una canzone live per la prima volta, ad esempio come avevamo fatto noi con "Imaginations From The Other Side" o "Nightfall" la gente é molto più calma, invece quando abbiamo suonato "Fly" la gente si é scatenata ed é stato molto bello!

- Farete un'altra edizione del Blind Guardian Open Air?
HANSI: Sì, ma è una cosa per la quale ci vorrà ancora un bel po' di tempo... Non è usuale per un gruppo esser impegnato in prima persona con l'aspetto organizzativo di questo lavoro... Avendo l'esperienza del primo Blind Guardian Festival ora sappiamo che è molto difficile preparare tutto, abbiamo bisogno di qualcosa di davvero speciale per fare una seconda edizione… L'uscita dell'album con l'orchestra credo potrebbe essere l'occasione giusta per farla e sarebbe forse l'unica volta in cui riusciremmo a portare sul palco l'intero album...

- Hansi, una cosa che mi ha sempre impressionato del tuo modo di scrivere è la tua capacità di scrivere cose di grande valore utilizzando temi comunque classici... Come ci riesci?
HANSI: E' molto difficile da spiegare, è una cosa a cui sono arrivato a poco a poco: all'inizio cercavo di essere complicato e di scrivere cose sofisticate ma è stato un fallimento, forse anche perché ero affascinato da troppe storie ed ero troppo vicino ad esse... Poi ho iniziato a leggere poemi ed è stata una rivelazione per come riescono a spiegare cose semplici con poche parole forti ma allo stesso tempo semplici, ed ho cercato di portare questo elemento stilistico nella mia scrittura... E' stato comunque un processo lungo...

- Oltre a libri e film, quali sono le altre tue fonti d'ispirazione nella scrittura dei testi?
HANSI: L'ispirazione é un qualcosa di veramente difficile da spiegare, a volte sono ispirato da cose anche molto piccole, ad esempio a volte anche mio figlio mi ispira, anche se ciò non vuol dire che io scriva una canzone su di lui, a volte mi ispirano anche le piccole cose a cui si inizia a pensare quando si diventa padre... Ad esempio un pezzo che ho scritto per i Demons And Wizards è nato dopo aver incontrato al supermercato un vecchio amico... Non lo incontravo da anni ed aveva con sé un bambino... Mi ha chiesto se avrei scritto una canzone su di lui e alla fine l'ho fatto davvero!

- Potete parlarci del nuovo artwork?
HANSI: Per quanto riguarda la copertina se n'è occupato Anthony Clarkson influenzato da Andreas Marshall, é un meraviglioso scenario con draghi ed altre cose... E' bellissima ed ha uno stile comunque differente da Andreas Marshall, unico abbastanza da attrarre davvero le persone… Del libretto se n’è occupato Nikolay Simkin che ha fatto un lavoro veramente eccezionale.

- Avete mai pensato di registrare un album acustico?
ANDRE': Sì, ci avevamo pensato nel 1998, quando abbiamo fatto un tour acustico in Sud America, ma poi abbiam deciso che non era il caso perché in quel periodo tutti i gruppi uscivano con album acustici, per cui abbiam detto "ok, non faremo quello che fanno tutti gli altri!".
HANSI: Forse potremmo farlo ma in quel caso sarà come per il disco con l'orchestra, cioè tutta la musica sarà composta per essere suonata solo con strumenti acustici.

- André, non ti ho mai sentito parlare delle tue influenze come chitarrista, quali sono?
ANDRE': In realtà non ho mai pensato di esser stato influenzato molto da altri chitarristi perché quando suono mi focalizzo solo sulla musica dei Blind Guardian. Quando ho iniziato ad ascoltare musica metal, agli inizi degli anni Ottanta, il primo ad avermi impressionato è stato Michael Schenker, poi Eddie Van Halen... Poi è arrivata gente come Marty Friedman, Steve Vai, Ritchie Blackmore e Brian May che è uno dei migliori... Tutti quelli che ho detto hanno stili del tutto differenti uno dall'altro, per cui non si può dire che ci sia un certo modo di suonare che preferisco... Sono semplicemente tutti ottimi musicisti che mi piacciono...

- Suoni con un'accordatura standard o sei più basso?
ANDRE': Suono un semitono sotto.

- Ci sarà un altro singolo dopo "Fly"?
HANSI: Sì, sarà "Another Stranger Me". L'abbiamo scelta perché è una canzone diretta, molto rockeggiante, pensiamo che andrà molto bene come singolo. Il testo parla di un ragazzo schizofrenico che si accorge di avere degli occhi dentro di sé e cerca di eliminarli, di metterli a tacere, ma non ci riesce perché sono violenti e sempre vigili... Penso che riusciremo anche a farne un bel video... Inoltre inseriremo un'altra cover, "Dream A Little Dream Of Me", una canzone di fine anni Sessanta di "The Mamas And The Papas" e alcune bonus track per il mercato giapponese...

P.s.: finita la conferenza stampa Hansi e André si sono concessi per foto e autografi… Io ne ho approfittato per fare quattro chiacchiere con Hansi e fargli un paio di domande che mi frullavano per la testa: gli ho chiesto se ha mai pensato di cantare “Harvest Of Sorrow” in italiano durante uno dei concerti nel nostro Paese ma lui, dopo aver detto “Ah, “Frutto del buio”!” con la sua particolarissima pronuncia, purtroppo ha reso vana ogni mia speranza dicendo che sarebbe bello ma che per lui sarebbe troppo difficile… Poi gli ho chiesto se avessero mai pensato di scrivere qualche testo in tedesco ma ha risposto di no perché non lo trova adatto al loro tipo di musica e preferisce lingue come l’inglese, l’italiano e lo spagnolo… Io allora ho tirato fuori i Rammstein e lui ha concordato con me sul fatto che per gruppi come loro e come Subway To Sally ed In Extremo il cantato in tedesco si presta molto bene ma per i Blind Guardian no.



Paola
Mercoledì 18 Ottobre 2006, 14.07.05
2
e a coronare qs attesissimo album, un tour stupendo: finalmente li ho visti!!! un'ora e mezza di pura estasi; non mi sono neanche accorta di essere 'pressata' da cinquemila persone! UP THE BLIND!
Marco
Domenica 20 Agosto 2006, 2.52.14
1
Davvero una bella intervista. Mesi e mesi ad attendere uscite, scoprire gruppi, discuterne; ma è per pochi che stai in fibrillazione, che percepisci l'evento come intimamente epocale. C'è molto di affettivo in tutto questo; è per pochissimi gruppi, a questi pochissimi si lega l'esistenza. L'hai tradotto bene riportando Hansi ed il suo onore-stupore.
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