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26/04/24
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BLOOM, VIA EUGENIO CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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L‘ARCHIVIO DELLA ‘ZINE - # 16 - Place Vendome, Stryper, Helstar, Shrapnel, Solefald e..
27/12/2014 (3596 letture)
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Nonostante nessuno dei lettori abbia pensato di inviare in redazione qualche segno tangibile di amicizia quale un panettone, un pandoro, una decina di casse di Weiss o roba simile, noi non serbiamo rancore e continuiamo a lavorare come colleghi di Fantozzi durante l'ora di pausa caffè. Anche tra un cotechino con le lenticchie (per i nordici) ed un vassoio di "mustazzola" e cannoli per gli abitanti dell'estremo Sud, il verbo è uno solo: pubblicare. Eccovi quindi l'ultima tornata di recensioni inserite in data base senza il normale passaggio in home page e portate alla conoscenza di voi lettori mediante questa rubrica. Buona lettura.
SUDDIVISIONI E SUGGERIMENTI DI LETTURA IN RELAX La suddivisione di questa puntata numero 16 de L'Archivio della 'Zine è anche stavolta molto semplice, come tradizione della serie. Le recensioni che vi proponiamo sono infatti divise in tre gruppi principali (AOR/Rock, Hard Rock e Thrash/Heavy/Power) che raccolgono la gran parte della scaletta della puntata, più due piccoli sottogruppi (Death/Brutal/Core ed Avantgarde/Folk Rock) che si occupano di raggruppare il resto. Posate allora il panettone che state divorando in solitudine e quella bottiglia di spumante millesimato destinata a zio Ruperto che avete sgraffignato sotto l'albero e che avete poi inavvertitamente aperto con il collo all'ingiù (e siete stati costretti quindi a bere per evitare che si macchiasse la moquette di zia Eupremia) e cominciate a leggere. Panettone e spumante vi aspetteranno e mangiarli con il sottofondo musicale suggerito dalle nostre recensioni ve li farà apparire più gustosi. Partiamo allora con il blocco dedicato all'AOR-Rock
Mark Free - Long Way From Love Riesce quasi impossibile scegliere quale sia il pezzo migliore dell'album, semplicemente perché sono tutti egualmente strepitosi. Se volete mettervi ad ascoltare l'intero platter, beh state certi che verrete trasportati in una altra dimensione, una sorta di giardino dell'Eden fatto a musica. Long Way From Love rappresenta l'A.O.R. in tutto il suo splendore, esso ha tutto ciò che questo genere può offrire.
Royal Hunt - A Life to Die For Conferma ottenuta quindi? Assolutamente sì. Se Show Me How To Live era un disco splendido, A Life To Die For è sicuramente ottimo; la lieve differenza è data solamente da quei pochi momenti "di stanca" che avrebbero potuto essere ridotti o eliminati per rendere ancora più fruibile l'ascolto anche a chi per la prima volta approccia la musica del gruppo danese. Ma si tratta di piccolezze, a fronte di un album che la gran parte dei gruppi concorrenti si può sognare di comporre, nel 2013.
Place Vendome - Thunder in the Distance Hard rock melodico che più non si può con qualche piccola divagazione nel metal, ritornelli azzeccati, melodie catchy ed un paio di ballad, tutto suonato da professionisti e prodotto con tutti i crismi del caso. Ovviamente cantato in modo divino da uno dei migliori cantanti che il rock abbia mai partorito: il disco si può riassumere così, ma quello che manca sono dei pezzi da novanta come Cross the Line, I Will Be Waiting o l’omonima Place Vendome, contenute nel debut.
Sammy Hagar - Sammy Hagar & Friends È sicuramente un bel momento per Sammy Hagar: dopo diversi progetti, tra cui gli apprezzatissimi Chickenfoot, il simpatico Red Rocker torna alla produzione solista con questo disco che sembra più un divertissement, una vera e propria festa tra amici, cosa che a tutti gli effetti è. Tantissimi gli ospiti presenti, molti dei quali sono già stati compagni di band del Nostro, come Michael Anthony (con lui in passato anche nei Van Halen) e Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers.
Fergie Frederiksen - Any Given Moment Molto spesso si sentono dire frasi quali “non ha mai ottenuto il successo che avrebbe dovuto” oppure “si meritava di più”, ma se in alcuni casi posso essere d’accordo, parlando di Fergie Frederiksen devo dissentire. È vero che, al di là della brevissima parentesi coi Toto, non ha mai avuto i riflettori puntati addosso, ma se la sua carriera si è protratta dal 1978 al 2013, con una sola pausa significativa all’inizio degli anni ’90 in cui si era dedicato al ristorante di famiglia, vuol dire che il cantante di origini danesi ha sempre trovato un buon responso da parte del pubblico.
Esaurito il blocco AOR-Rock, passiamo a quello naturalmente più vicino, ossia quello dell'Hard Rock che vede la trattazione di una quaterna di sicuro interesse per gli appassionati.
Y&T - In Rock We Trust Quando si parla degli Y&T è probabilmente fin troppo scontato parlare di gruppo che ha raccolto meno di quanto meritasse, ma in questo caso è semplicemente proprio ciò che è accaduto loro. Autori di almeno tre o quattro album di eccellente livello e altrettanti discreti e di mestiere, i ragazzi di Dave Meniketti non hanno però mai realmente sfondato. Il loro sesto album, uscito sotto A&M Records con la produzione di Tom Allom,si colloca in una posizione piuttosto alta nel range della loro discografia, risultando a posteriori come uno dei più godibili e, se vogliamo, longevi.
Stryper - No More Hell to Pay Album bellissimi e significativi quali The Yellow And Black Attack, Soldiers Under Command e To Hell With The Devil parlano da se, con la fama, la gloria e le heavy rotation dei loro video su Mtv. Una situazione molto americana, non c’è dubbio, il quartetto ha sempre goduto di seguito e credito negli Usa, un po’ meno nella vecchia Europa, forse intimorita o poco propensa a farsi inzuppare la barba dal sapone propagandistico del gruppo cristiano
Ted Nugent - Ultralive Ballisticrock Il viziaccio -si fa per dire- di pubblicare centinaia di live sta diventando sempre più diffuso, così ci ritroviamo a prendere in esame moltissime pubblicazioni di stesse band (spesso anche più di una all’anno) di cui non sempre tutto risulta essere valido. Ecco, anche il buon Ted Nugent non fa eccezione, arrivando con questo nuovo Ultralive Ballisticrock a quota otto. Nonostante ciò, gli va riconosciuto come grinta e potenza caratterizzino ogni suo lavoro facendo risultare tutto in maniera uniformemente interessante.
Harem Scarem - Hope Cosa ha fatto degli Harem Scarem una tra le più grandi hard rock band di sempre, a discapito del mancato successo? La risposta potrebbe essere semplicissima: musica di qualità superiore. Ma scendere un po’ più nel dettaglio in questo caso risulta davvero necessario. Innanzitutto, gli Harem Scarem possono essere considerati una versione moderna e leggermente più aggressiva del classico AOR ottantiano. Da buoni canadesi, infatti, i nostri hanno sempre avuto un grande amore per la melodia
Chiusa anche questa parentesi, affrontiamo il settore riguardante thrash, power ed il buon, caro, vecchio heavy con altre cinque recensioni appartenenti a queste aree.
Masterplan - Novum Initium Pubblicato come sempre sotto l’egida dell’etichetta teutonica AFM Records, l’ultimo disco della band originaria di Amburgo (ma ormai divenuta per forza di cose internazionale visto che è composta da cinque membri di quattro nazionalità diverse) è un lavoro che non rivoluzionerà il nostro modo di intendere il power metal, ma che come ci si potrebbe facilmente immaginare, non farà altro che confermare un monicker che a dispetto dei tanti scombussolamenti interni resta fortemente ancorato ad un sound classico e poco avvezzo a innovazioni.
Shrapnel - The Virus Conspires Gli Shrapnel sono una band d’assalto, una di quelle nate per aggredire e per esprimere rabbia e violenza in musica. Il loro approccio è calato in atmosfere cupe, con una produzione che regala alla performance dei musicisti i suoni giusti per esaltare le composizioni. Eppure non bisogna cadere nell’errore di etichettarli come l’ennesima band che scimmiotta i maestri del genere e che sa picchiare soltanto, in primis perché non risponde al vero, e poi perché significherebbe sminuire un lavoro compositivo che, a questo livello, oggigiorno è difficile sentire anche da chi il genere ha contribuito a codificarlo negli anni Ottanta.
Helstar - This Wicked Nest Dopo quattro anni dal potente Glory of Chaos, tornano gli Helstar, granitica formazione americana capace di sfornare dischi sempre validi, potenti e assolutamente ben suonati di ottimo heavy/power con influenze thrash. Il qui presente This Wicked Nest prosegue il cammino intrapreso più di trenta anni fa dalla band, riavvicinandosi forse alle prime produzioni ma con un suono decisamente moderno.
Benedictum - Obey Che piacciano o meno una cosa è certa: non sono moltissimi i gruppi che suscitano tante discussioni prima ancora di aver dato uno sguardo ai contenuti musicali che propongono come i Benedictum. La ragione di quanto sopra è ovviamente legata alla presenza in formazione di una cantante la quale, a prescindere dalle sue doti vocali, viene quasi sempre identificata con una fisicità che si può definire come appariscente e che la stessa del resto non fa nulla per sminuire.
Magnus Karlsson`s Free Fall - Magnus Karlsson`s Free Fall Magnus Karlsson non ha certo bisogno di presentazioni. Il chitarrista svedese è uno dei compositori più prolifici della scena melodic metal/hard rock contemporanea, nonché uno degli axemen più richiesti in assoluto dai top vocalists del medesimo filone. Con all'attivo decine di collaborazioni di spicco (tra cui vanno ricordate almeno: Allen/Lande, Kiske/Somerville, Bob Catley, Ralf Scheepers), l'attuale chitarrista dei Primal Fear è riuscito ad assemblare un cast di stelle per il proprio esordio da solista, riproponendo l'ormai collaudata formula introdotta sul mercato da acts come Avantasia e Ayreon.
Ed eccoci infine ai due mini gruppi che completano la nostra proposta di Dicembre riguardante L'Archivio della 'Zine, ossia Death/Brutal/Core e Avantgarde/Folk Rock, cominciando ovviamente dal primo.
Hideous Divinity - Obeisance Rising è il settore del death, nello specifico di quel death con una certa componente tecnica, che ad oggi si riesce finalmente a risollevare la nostra patria dal magma primordiale della mediocrità. Gli Hideous Divinity non sono gli ultimi arrivati in questo campo e vanno a rinvigorire ancora di più quella fauna che annovera tra le sue file band del calibro di Fleshgod Apocalypse, Hour of Penance, Septycal Gorge, Antropofagus (ora redivivi) e anche Vomit the Soul (invece tristemente sciolti), giusto per citarne qualcuno
Winds of Plague - Resistance i Winds of Plague non si assumono troppi rischi e preferiscono camminare sui sentieri sicuri delle composizioni con poca identità che si confondono nel grande pentolone death. Questa insufficiente definizione di originalità nell’album non incide però sulla tela ben congegnata del lavoro: non ci troviamo di fronte a un lavoro pastoso e melmoso, nel quale sono difficilmente distinguibili anche solo i riff. Tutt’altro.
E proseguiamo (e finiamo) col secondo.
Solefald - Norrøn Livskunst Il pregio di questi arcaici oggetti chiamati CD è che, spesso e volentieri, racchiudono al loro interno delle perle e delle chiavi di lettura altrimenti impossibili da immaginare limitandosi ad un "semplice" ascolto di file virtuali. Leggere e comprendere queste parole, scritte dai musicisti stessi, aiuta a comprendere molto, se non tutto, del processo creativo che risiede alla base di Norrøn Livskunst. Volenti o nolenti, questa è la dura realtà, a meno che non vi accontentiate di Wikipedia e delle sue informazioni abbozzate (perlomeno in questo campo).
Blackmore`s Night - Dancer and the Moon A distanza di tre anni dall’ultimo prodotto in studio, il discreto ma non eccezionale Autumn Sky, tornano a farsi sentire i Blackmore’s Night, creatura folk rock messa in piedi dal leggendario ex-chitarrista dei Deep Purple, Ritchie Blackmore, unitamente alla moglie Candice Night. Chi conosce la storia di questo intrigante duo sa perfettamente cosa aspettarsi: la voce della biondissima cantante non è mai stata dotata di grande potenza, ma è ciò nonostante sempre stata in grado di trasmettere emozioni grazie alla sua tonalità dolce ed accogliente; il marito, viceversa, non ha perso il suo invidiabile tocco.
CD DA ACQUISTARE ED ALTA FINANZA Ecco, anche stavolta ciò è quanto. Se i vostri zietti dei quali al primo paragrafo non vi hanno ancora scoperto, potete riprendere in mano panettone e spumante mentre leggete le nostre recensioni e far loro onore. Occhio a non spendere tutti i soldini racimolati a Natale però, potreste averne bisogno per comprare qualcuno dei CD recensiti con questo gruppo di scritti che magari vi erano sfuggiti durante l'anno e probabilmente decidere di diventare azionisti della Vivid Entertainment proprio adesso potrebbe non essere una buona idea, né per le vostre finanze, né per la vostra vista. Noi torneremo a Marzo per una nuova puntata di questa rubrica, ma intanto, se permettete, andiamo a bere qualcosa anche noi. O pensavate di trangugiare tutto da soli?
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Grande radamanthis, mi hai fatto morire dalle risate ahahha |
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Io?! Ma gli zii sono di voi lettori |
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Zio Ruperto e zia Eupremia. Ma che razza di parenti hai Raven . A parte tutto altre ottime letture. @Rada sei riuscito a fare peggio di me |
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Come ogni volta sottolineo che in questo caso, al di là di quelle che portano la mia firma, sono solo il curatore di una rubrica che si basa sul lavoro collettivo di tutti i colleghi coinvolti nella pianificazione e nella scrittura delle recensioni presenti in questo articolo. |
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Grande articolo! Concordo pienamente con quanto scritto dal mitico Raven per gli Y&T... hanno raccolto veramente poco mentre meritavano ben altra sorte. Gli Stryper li ho sempre considerati una band da "baraccone americano" e quindi accantonati in partenza. Ma quanto scritto mi stuzzica non poco e chissà che con il "mulo" non possa decidermi finalmente a dargli un ascolto... |
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Non male questo archivio delle zinne! Vedo che Raven ultimamente è parecchio ispirato anche da questo punto di vista! Si scherza, ovviamente! Cmq non conosco nessuno o quasi di questi gruppi trattati, magari approfondirò! |
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Ok, dopo anni e anni di metallized ho capito come funziona l'archivio della zin!!!!!!!!!!! X favore, rimuovete il mio post uno perchè sennò do la conferma di essere scemo!!!!!!! |
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Le recensioni ci sono, le quattro righe sono brevi estratti da esse. Per leggere intere basta cliccare sul collegamento ipertestuale nel titolo del disco |
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Un saluto al lavoratore Raven che anche durante le vacanze pubblica x la nostra gioia! Un solo appunto: vista la qualità di due dichi qui sopra riportati (Masterplan e Place Vendome) mi sarei aspettato per i loro Novum initium e Thunder in the distance vere e proprie recensioni piuttosto che le fatidiche 4 righe (comunque ben accette) dell'archivio...Ho avuto modo di leggere di dischi di dubbio valore e dubbia qualità a volte osannati a volte incensati a volte distrutti (giustamente) o viceversa o con moniteck tutt'altro che conosciuti o per lo più sconosciuti che per due band di tale caratura mi sarei appunto aspettato la recensione vera e propria. |
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