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ALCHEMICA MUSIC CLUB, VIA DEI LAPIDARI 8B - BOLOGNA

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VIPER THEATRE, VIA PISTOIESE 309/4 - FIRENZE

TSUNAMI EDIZIONI - Qualità al servizio dell'heavy metal
09/01/2015 (2723 letture)
Partiti fra mille, facilmente immaginabili difficoltà, Eugenio Monti e Max Baroni, i fondatori della Tsunami Edizioni, sono oggi divenuti i principali punti di riferimento per l’editoria metal nel nostro Paese. Si tratta di un risultato eccezionale, che li ha visti sfornare decine di libri interessanti ed in grado di soddisfare la curiosità di molti appassionati, altrimenti orfani di informazioni che non provengano da Internet. In occasione della Fiera del Libro di Roma, in un freddo 8 dicembre, abbiamo raggiunto i due mastermind per un’interessante chiacchierata. Buona lettura!

Barry: Buongiorno e grazie di averci concesso questa possibilità! Iniziamo dalle origini: come nasce la Tsunami Edizioni?
Eugenio: Grazie a voi per l’ospitalità! La Tsunami Edizioni nasce da un’idea nata quasi per caso: io e Max lavoravamo già assieme ad altri progetti, sempre in ambito editoriale e, in un pomeriggio di pioggia invernale, per dirla poeticamente, ci siamo detti: Perché non mettere assieme le nostre competenze e la nostra comune passione per il metal per dar vita ad un progetto editoriale, visto che pubblicazioni legate alle frange più estreme del rock praticamente non esistono? All’inizio sembrava qualcosa di irrealizzabile, poi invece…beh, si è realizzata! Il primo passo è stato scegliere il nome: volevamo un nome che desse immediatamente un’idea di potenza incontrollata ed incontrollabile, come la musica che ascoltiamo.
Max: All’epoca noi compravamo i libri direttamente in inglese: se volevamo leggere un libro sui Metallica, sul black metal, eravamo costretti a comprarli in Inghilterra, quindi ci siamo detti: Perché non li portiamo qua? Come dice Eugenio, la scelta del nome è stata difficile, immagina di dover fondare un gruppo e trovare un nome adatto! Abbiamo fatto liste per giorni, poi il nome tsunami è venuto fuori quasi da solo e ci è piaciuto immediatamente.

Barry: Anche le collane editoriali trasmettono questa idea di potenza, peraltro.
Eugenio: Sì, è vero! Una volta trovato il nome principale, poi gli altri sono nati tutti di conseguenza. Abbiamo battezzato cicloni, tempeste, uragani, monsoni…dovessimo aprire oggi una nuova collana, sinceramente credo che ci troveremmo in difficoltà!
Max: L’ultima è stata quella dei monsoni, che è dedicata alla “letteratura di viaggio”, sempre ovviamente con qualche collegamento musicale: abbiamo infatti pubblicato la guida sul come sopravvivere a Wacken ed il libro di Neil Peart, Il viaggiatore fantasma.

Barry: Quindi i monsoni sono dedicati alla letteratura di viaggio…e le altre collane, invece? In base a cosa accoppiate le varie collane ai libri che ne fanno parte?
Max: Gli uragani riguardano i gruppi, i cicloni i singoli artisti, le tempeste i movimenti musicali, i monsoni appunto la letteratura di viaggio, i tifoni le raccolte dei migliori dischi o musicisti, le tempeste invece non hanno un’identità così definita.
Eugenio: Le tempeste erano nate inizialmente come collana per raccogliere narrativa rock; dopo il primo libro, però, abbiamo deciso che non era il nostro mestiere, perché quando parli di narrativa vai a scontrarti con un mercato sterminato e diventa molto difficile farti notare, anche con una pubblicazione di ottima qualità. Abbiamo quindi riconvertito la collana, pubblicando sotto la sua etichetta libri dedicati ad esempio all’interpretazione dei testi o a qualche storia particolare: l’ultimo che abbiamo pubblicato, Led Zeppelin ’71 – La notte del Vigorelli, non era ben inquadrabile in nessun altra collana, motivo per cui alla fine è uscito sotto l’egida delle tempeste.

Barry: Immagino quindi che ormai vi vengano sottoposte moltissime proposte editoriali; in base a che criteri scegliete poi di dar seguito alla proposta e farvi carico della pubblicazione di un libro?
Max: Tante idee fortunatamente vengono a noi e questo già è positivo, perché siamo noi per primi a contattare gli autori che riteniamo più adatti a sviluppare un’idea. Come hai detto, ci arrivano tantissime proposte, sia per mail sia di persona, quando capita che ci incontrino agli stand. Il criterio numero uno, tristemente, è la fattibilità: se ci viene proposta la biografia di un gruppo black metal di nicchia, che conoscono trenta persone, a noi magari l’idea piace molto, ma il libro non venderebbe abbastanza copie da tenere in piedi la struttura. E’ castrante dirlo, lo sappiamo, ma noi ormai siamo entrati in un circolo virtuoso per cui dobbiamo rimanere in piedi; ciò non toglie che a volte siamo i primi a fregarcene del rischio, perché il progetto ci piace talmente tanto che non ci interessa andarci a scontrare con una supernicchia o un argomento noto a pochi intimi. Alla fine il motore principale che ha animato ed anima tutto è la passione! Il secondo criterio è l’interesse: se riguarda un gruppo su cui già si è scritto tanto, deve trattarsi logicamente di qualcosa di diverso; per farti un esempio, abbiamo deciso che non pubblicheremo mai una biografia dei The Doors, ce ne sono cinquemila in giro, così come non faremo mai una biografia sui Led Zeppelin. Sui Led Zeppelin, in compenso, abbiamo fatto due libri, ma si tratta appunto di due libri particolari.
Eugenio: I libri ci devono piacere, devono essere ben scritti, interessanti, ben studiati ed articolati.
Max: Sì, è vero, in realtà è forse questo il criterio numero uno: se a noi per primi, in quanto appassionati, il libro non piace, non lo pubblichiamo.

Barry: E che tipo di risposte avete avuto dal pubblico? Quali dei vostri libri hanno appassionato più lettori?
Eugenio: Sicuramente quelli più estremi, quelli sul black metal o sul death, perché non esiste una letteratura italiana che li riguardi; poi, ovviamente, quelli dei gruppi più famosi, ad esempio The Dirt dei Motley Crue è andato molto bene, così come i libri di Zakk Wylde e Paul Stanley, che è appena uscito e si sta muovendo bene. Abbiamo avuto poi qualche soddisfazione inaspettata, come ad esempio il libro di Neil Peart di cui ti parlavamo prima, che ha avuto un buon successo.
Max: Anche la biografia dei Death in June ha avuto un successo inaspettato, ma molto gratificante: si è appunto trattato di un libro su una band di supernicchia, che abbiamo pubblicato per semplice passione e che invece è andato veramente bene. Devo comunque dire che, bene o male, al di là del singolo libro che può spiccare per vendite e successo, non c’è una vera e propria tipologia di scritti che abbia più successo di un’altra.
Eugenio: Sì, è vero: non c’è una formula per capire ab origine se un libro possa avere successo o meno. A volte fai dei libri che sulla carta dovrebbero esser dei best-seller ed invece vendono poco e nulla, altre volte invece fai dei libri da cui ti aspetti poco ed invece vendono molto bene. Ovviamente, quando diciamo molto bene, intendiamo sempre nei limiti della nostra nicchia, questo è un lavoro che si fa per passione e non certo per arricchirsi! Riceviamo in tal senso più soddisfazioni da quanti si complimentano con noi per la qualità dei libri che pubblichiamo, perché, come appunto ti dicevamo prima, su certi aspetti non transigiamo: i nostri libri devono esser ben scritti o ben tradotti, devono esser stampati su una bella carta, avere una bella grafica, una bella copertina ed esser privi il più possibile di refusi, insomma devono trattarsi di bei prodotti editoriali; molti lettori ci riconoscono questo ed a noi fa un immenso piacere, ovviamente.

Barry: La qualità paga sempre, insomma. Ricordo in particolare un vostro libro, quello sui 100 più grandi chitarristi di metal, di Joel McIver…che mi dite di quel libro? Forse è in assoluto quello che ha dato vita alle discussioni più accese.
Max: Quello ad esempio è andato abbastanza bene come vendite: lo abbiamo preso come una scommessa, c’erano altissimi rischi che i lettori non comprendessero il criterio della classifica fatta da Joel e ci ricoprissero di insulti! Invece, al contrario, è piaciuto e, appunto, ha ingenerato tante discussioni, cosa che è piaciuta sia a noi, sia allo stesso Joel; il suo obiettivo, del resto, era proprio quello di far discutere ed ha perfettamente raggiunto il suo scopo! Anche noi non siamo d’accordo con alcune sue scelte e gliel’abbiamo detto di persona, ma lui era contento proprio per questo motivo.

Barry: Ricordo poi, cosa che peraltro si può dire di un po’ tutti i libri di quel tipo, che mi è stato di grande aiuto per scoprire nuovi gruppi e musicisti che magari prima ignoravo. E’ il segno che i vostri libri, oltre a rivolgersi agli appassionati di un determinato artista, possono anche invogliare un ascoltatore a scoprire qualcosa di nuovo.
Max: Questo è esattamente lo scopo che intendiamo perseguire tramite la collana dei tifoni ed uno degli aspetti che maggiormente amiamo del nostro lavoro: se proponiamo al lettore una classifica dei 100 dischi più importanti di un genere, delle 100 canzoni più belle e cose di questo tipo, oltre a dargli la possibilità di proporre la propria classifica…
Eugenio:…e di ricoprirci di insulti…
Max: Quello succede sempre, ma fa parte del gioco! Però, al tempo stesso, se il libro capita in mano ad un lettore che magari è un semplice appassionato, non un esperto, gli diamo l’occasione di scoprire nuovi brani, nuovi artisti e musica che può piacergli. La tua testimonianza è la prova che la strategia funziona!

Barry: Direi di sì, ho scoperto un mare di grandi chitarristi e di grandi band grazie a quel libro. Sempre parlando di quella pubblicazione, immagino che il numero uno scelto da McIver, il buon Dave Mustaine, abbia fatto discutere più di tutto il resto…
Max: Il numero uno ha fatto discutere tantissimo, ma, se ci pensi veramente bene, è difficile dar torto a Joel. Del Mustaine personaggio si può dire e pensare ciò che si vuole, ma credo che nessuno possa negare che sia un fenomeno. In America, adesso, è uscita l’autobiografia di Scott Ian degli Anthrax -che stiamo cercando di portare in Italia- ed è lui stesso a dire che, se i Metallica sono stati in grado di cambiare la storia del metal tanti anni fa, buona parte del merito va ascritta proprio a Dave Mustaine ed alla sua eredità musicale, anche dopo la sua separazione dalla band.
Eugenio: Ricordo che, quando abbiamo chiesto a Joel dell’accoglienza ricevuta in Inghilterra dalle sue scelte, lui ci ha risposto che molte persone del pubblico gli hanno mosso delle critiche, in particolar modo per la top ten ed ovviamente per Mustaine al numero uno; al tempo stesso, ci ha detto che quasi tutti i musicisti con cui aveva parlato, quindi persone in grado di capire aspetti più difficili da comprendere per un semplice ascoltatore, erano d’accordo con lui. E di questo lui era oltremodo contento.

Barry: Io certamente non faccio parte dei musicisti, anche se mi piacerebbe…voi invece? Immagino che condurre un’attività di questo tipo non lasci molto tempo per fare altro.
Eugenio: E’ vero, nessuno di noi due suona, ma proprio perché non abbiamo veramente tempo: lavorare in questo modo significa essere impegnati dodici-tredici ore al giorno tutti i giorni ed avere davvero poco spazio da dedicare a qualunque altra attività. Diciamo che il nostro contributo alla causa, oltre che con la Tsunami Edizioni, lo diamo comprando i dischi ed andando ai concerti. Molto spesso, poi andiamo ai concerti direttamente con i nostri libri, ci presentiamo con il nostro stand e vendiamo direttamente sul campo. Questa, se vogliamo, è un’altra caratteristica che ci ha resi un po’ diversi da altri editori che si occupano di musica e che ci ha aiutati molto a farci conoscere ed apprezzare.


Barry: Direi che non è cosa da poco, specie se consideriamo che molto spesso, a parole, tutti si riempiono la bocca parlando di supporto, per poi muoversi solo per i grandi nomi.
Max: Se posso trasportare questa tua considerazione nella nostra esperienza di editori musicali, prima del nostro arrivo il commento dominante era: Ma qui non c’è mai un cazzo di niente. Adesso siamo passati al Eh, però ne escono troppi! e, magari, quando smetteremo, il commento sarà Però si stava meglio prima. E’sempre così per tutto, bisogna farci l’abitudine, stare con chi supporta sul serio il metal underground e lasciar parlare gli altri. Ognuno, alla fine, è chiaramente libero di dire e fare quel che vuole.
Eugenio: Noi ascoltiamo e leggiamo tutto ciò che ci vien detto o scritto, tanto i complimenti quanto le critiche: alla fine, però, facciamo le nostre scelte autonomamente. Non ci si può far condizionare più di tanto, perché rischia di essere controproducente.

Barry: Tirate avanti per la vostra strada, insomma. A maggior ragione considerando che avete avuto già esperienze editoriali prima di questa, come vedete la situazione dell’editoria nel nostro Paese?
Max: Non è una domanda cui si possa dare una risposta facile o a senso unico…diciamo che sicuramente sono cambiate le cose: qualcuno, magari, ti direbbe anche che sono cambiate in meglio, chi si occupa ad esempio di pubblicazioni in digitale può finalmente ritagliarsi una sua fetta di mercato; chi fa libri fisici, come noi, è contento fino ad un certo punto, ma il vero problema è che la gente nel complesso legge meno. Internet è una grandissima risorsa, per noi è un aiuto, ma ha impigrito le persone: oggi chi cerca un’informazione apre il telefonino e digita quel che gli serve, si è persa la cultura del libro, della ricerca in biblioteca…e questo ha portato l’editoria a doversi arrabattare per stare in piedi, con risultati non sempre felici.
Eugenio: Diciamo che internet ha tolto un po’ il piacere della scoperta. Una volta, quando cercavi qualcosa, te la dovevi conquistare, mentre oggi ti basta appunto aprire il cellulare e trovi tutto…che poi, attenzione, non sempre è vero, perché capita spesso di prender per vere cose che invece sono cazzate! Perfino wikipedia, per molte cose, non è una fonte attendibile, per il semplice fatto che, essendo un’enciclopedia libera, chiunque può andar là e scrivere quel che gli passa per la testa. Quel che ci si aspetta da un libro, invece, o comunque da un qualcosa che presuppone una accurata documentazione, è proprio l’affidabilità, il piacere di scoprire informazioni pagina per pagina. E’ lo stesso spirito di conoscenza che dovrebbe animare l’acquisto di un CD: il piacere sta proprio nel comprarlo, nel metterlo dentro al lettore e nell’ascoltare brano per brano, scoprendo chi ci suona, ammirando la grafica. Oggi, invece, scarichi un pezzo da internet e magari manco sai chi è a suonarlo.
Max: Io, personalmente, ho un rituale: quando compro l’ultimo disco degli Iron Maiden -sì, sono uno dei pazzi che ancora lo fanno- fin da quando avevo tredici anni, aspetto la notte o comunque un momento in cui non ho nulla da fare e posso stare in pace…tiro fuori il libretto, leggo tutti i testi, ascolto il disco due volte e poi lo ripongo. Piuttosto che pensare al giorno in cui, uscito l’ultimo disco degli Iron Maiden, andrò sul computer a scaricare gli mp3, per poi leggere i testi online, preferisco buttar via il pc.

Barry: E’ vero, si è persa molto la cultura del libretto, anche da parte di parecchie band, che lo trascurano perché sanno che tanto la loro musica verrà scaricata. Tornando più prettamente alla Tsunami Edizioni, di recente il vostro ufficio stampa è divenuto appannaggio di Alex Pietrogiacomi, che vanta una grande esperienza in diversi settori dell’editoria e non solo. Che benefici vi ha arrecato la collaborazione con lui?
Max: Abbiamo sempre avuto buoni uffici stampa, ma con Alex abbiamo fatto un salto di qualità; è davvero agguerrito, fa questo mestiere da tanto tempo e conosce molta gente, quindi ci sta facendo arrivare in posti che prima sognavamo. Per dirti, il libro di Neil Peart è stato recensito più da riviste di motociclisti che da riviste musicali, segno che siamo andati ben oltre quella che normalmente è la nostra nicchia di pubblico.

Barry: Il che, direi, non è male. Domanda a bruciapelo, ora: una storia del metal in generale la prendereste in considerazione?
Max: Ti dirò la verità: a parte l’esistenza del libro di Ian Christie, The Sound of the Beast, che quindi renderebbe superflua la pubblicazione di un’ulteriore storia, personalmente sono allergico ai libri un po’ troppo generalisti. Sono un tipo pignolo e, se prendessi in mano un libro di questa tipologia, sicuramente mi arrabbierei perché magari il black metal viene liquidato in maniera troppo sbrigativa, o perché nel death manca questo o quel gruppo. Meglio prendere magari le singole biografie dei gruppi: alla fine, se leggi la storia di Iron Maiden, Saxon, Black Sabbath e Judas Priest, ti puoi fare un’idea di cos’era la scena NWOBHM ed heavy metal in generale in quel periodo. Secondo me le storie troppo lunghe e complicate finiscono poi per essere troppo diluite e non così ficcanti come un buon libro dovrebbe essere.
Eugenio: Magari si tratterebbe di un bignami interessante per parecchi lettori, ma è una cosa che preferiamo lasciare ad editori più generalisti.

Barry: Dunque non vi ispira più di tanto. Per concludere, quali sono i vostri progetti futuri, immediati o più lontani? Oltre alla traduzione dell’autobiografia di Scott Ian, di cui avete davanti a voi un acquirente.
Max: Nell’immediato abbiamo in programma due libri sul prog italiano: uno è la biografia ufficiale di Jacula ed Antonius Rex, che hanno peraltro influenzato in maniera molto forte il metal italiano, l’altro riguarda il prog minore, quindi tutti quegli artisti che magari non sono andati più in là del 45 giri, ma che hanno prodotto dei 45 giri pazzeschi, prima di scomparire nel limbo. Abbiamo incontrato i due ragazzi che ci hanno proposto questa idea, due veri detective che hanno scovato ed intervistato ogni singolo gruppo di cui trattano nel libro. Un’opera del genere sarà un po’ il sogno bagnato di tutti i fanatici del prog nostrano.
Eugenio: Quanto alle traduzioni, prossimamente porteremo in Italia la biografia dei Rage Against the Machine e Peter Steele, l’autobiografia di Max Cavalera e, come detto, speriamo di riuscire a portare l’autobiografia di Scott Ian. Un altro libro originale che abbiamo in programma è sui Venom del periodo d’oro, in particolare su Black Metal. Siamo poi in trattativa per alcune cose, diciamo che abbiamo almeno una decina di progetti che bollono in pentola, anche se alcuni sono ad uno stato puramente embrionale.

Barry: Speriamo che tutto vada bene, allora. D’accordo, ragazzi, direi che può bastare. Grazie mille per questa interessante intervista!
Max: Grazie a te ed a Metallized per l’ospitalità!
Eugenio: Grazie mille e speriamo che fra i lettori di questa intervista ci siano uno o più futuri membri della famiglia Tsunami!



Belial
Lunedì 19 Gennaio 2015, 17.06.42
9
Io della Tsunami possiedo Come lupi tra le pecore, Lords of chaos, Swedish death metal, Choosing death e non mi sembra che l'impaginazione sia basilare. Fortuna che ci sono loro, altrimenti questi generi chi li avrebbe mai cagati?
HeroOfSand_14
Sabato 10 Gennaio 2015, 13.02.39
8
Forse ė proprio il costo eccessivo che non fa esplodere questa casa editrice. Capisco che la traduzione comporta molto lavoro e molte persone impegnate, ma in effetti i loro libri costano parecchio. Ho preso anni fa un volume che spiega la creazione di Rust In Peace a 14 euro e mi sono trovato a casa un miniilibro in bianco e nero di poche pagine. Hanno un catalogo molto vario e bello comunque, molto interessante. Per quanto riguarda l impaginazione forse ė basilare ma va bene così, per fortuna esiste una casa editrice catalizzata sulla buona musica anche nel nostro paese, quindi, sperando che i prezzi vengano ritoccati, non c ė molto da lamentarsi.
Riccardo
Sabato 10 Gennaio 2015, 11.13.03
7
Ho 8 libri editi da Tsunami. Valeva la spesa per tutti quanti. Fra l'altro ho avuto modo di interagire con loro per problemi su un ordine e li ho trovati molto professionali e cortesi.
Carmine
Sabato 10 Gennaio 2015, 10.07.25
6
Sinceramente c'è di meglio, molti libri della Tsunami sono di mediocre qualità e pessima impaginazione. Arcana edizioni dspone di un prifilo nettamente superiore in fatto di pubblicazioni di argomenti musicali.
Vor V Zakone
Venerdì 9 Gennaio 2015, 22.47.55
5
Sicuramente due capostipiti e arditi in questo panorama. Ne possiedo davvero tanti,purtroppo non si trovano mai sotto i 20 euro e questo un pò fa arrabiare visto che alcuni,senza offesa, non se li meritano proprio. Continuate così!
jek
Venerdì 9 Gennaio 2015, 20.53.12
4
Ho letto parecchi libri Tsunami e continuerò a leggere libri Tsunami per cui lunga vita alla Tsunami e lunga vita al rock'n'roll.
Galilee
Venerdì 9 Gennaio 2015, 17.30.03
3
Grazie di esistere. In questo momento sto leggendo tutt'altro , ma ci sono almeno 5/6 libri della Tsunami che mi interessano moltissimo e non ho ancora avuto l'occasione di prenderli.
Delirious Nomad
Venerdì 9 Gennaio 2015, 16.22.48
2
P.S.: I libri Tsunami hanno un buon profumo, e chi legge molto sa che è una qualitá non da poco
Delirious Nomad
Venerdì 9 Gennaio 2015, 16.19.37
1
Persone molto acute! Mi trovo d'accordo in larga maggioranza (specie sui libri generalisti) e sono veramente grato per il lavoro che fanno. Ho comprato diversi dei libri Tsunami, li reputo di qualitá anche dal semplice punto di vista fisico ed estetico, come su Prog Metal il richiamo in copertina allo stile di Away! Continuate così!
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