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LEGENDS OF ROCK - # 35 - Scorpions, parte prima
10/02/2015 (3378 letture)
50 anni e non sentirli, o almeno, sentirli poco ed essere sempre al massimo per quel che riguarda il lato squisitamente qualitativo della propria produzione. 50 anni di carriera sono un vanto che poche, pochissime band possono dire di avere, gli Scorpions sì. Diciassette album in studio, una serie di live e greatest hits e solo un paio di dischi sottotono, più che altro usciti al momento sbagliato, che hanno oscurato la fama di una band che è giustamente entrata a far parte delle leggende. Due brani che chiunque, anche al di fuori del mondo del rock conosce: Still Loving You, ma soprattutto Wind of Change, diventati talmente un tormentone da odiarli, ma, innegabile, capolavori. Hard rock duro, tosto, heavy quando ancora l’heavy metal era un genere appenna abbozzato, gli Scorpions macinavano riff di chitarra e calcavano palchi quanto i successivi dei del metal andavano alle elementari o stavano ancora nelle proprie camerette ad abbozzare le prime idee. Tour d’addio, annunci di scioglimento, per poi annunciare nuovi tour e nuovi dischi, ma gli Scorpioni tedeschi sono ancora qui, pronti a stupire con un nuovo disco in uscita e ancora in perfetta forma per dimostrare che chi la storia l’ha scritta è in grado ancora oggi di scrivere capitoli interessanti, e di fermarsi, nonostante tutto, non ne ha proprio voglia.

Gli esordi (1965-1972)
Gli Scorpions sono una delle band più longeve della storia della musica, fondati nell’ormai lontanissimo 1965 in quel di Hannover da un ragazzino tedesco di nome Rudolf Schenker. Qualcuno potrebbe obiettare sulla data di fondazione: i primi anni della band non sono molto significativi e del tutto improduttivi, non vengono pubblicati né singoli né effettuati concerti ed il concetto di band sta più che altro nelle idee del giovane Rudolf, tant’è che devono passare ancora alcuni anni prima di riuscire a completare una line up efficace. Rudolf ha un fratello minore, Michael, che seguendo le sue orme imbraccia la chitarra e si dimostra un fenomeno della sei corde. La formazione si completa con Klaus Meine alla voce, Lothar Heimberg al basso e Wolfgang Dziony alla batteria. L’esordio discografico è rappresentato dall’acerbo Lonesome Crow del 1972, album non memorabile, in cui lo stile della band non emerge ancora, gli Scorpions sono molto più influenzati dal rock di stampo inglese e dalla musica psichedelica che vede la sua massima espressione nella lunghissima titletrack, brano di oltre 13 minuti, che rappresenta anche il brano più lungo mai pubblicato dalla band. Lonesome Crow è comunque fondamentale per la band per immettersi sul mercato e partire in un tour di supporto agli Ufo, band inglese che godeva di una buona fetta di fans proprio in Germania, e che era anche fonte di ispirazione per gli Scorpions. Gli Ufo rimasero colpiti dalla band, soprattutto dal talento dell’allora neanche ventenne Michael Schenker, tanto da proporgli la classica offerta che non si può rifiutare e invitarlo ad unirsi a loro per sostituire Mick Bolton. Micheal accetterà, lasciando gli Scorpions a cercare un sostituto per il ruolo di chitarrista solista.

L’ingresso di Uli John Roth (1973-1974)
Dopo una selezione nemmeno troppo lunga Ulrich John Roth, meglio conosciuto come Uli John Roth subentra al giovane Schenker dando un personale contributo sia in fase di songwriting che di stile chitarristico al secondo album della band: Il chitarrista ha una forte personalità e il suo modo di suonare si può considerare come precursore di un certo tipo di shred. Il suo stile era influenzato molto da Jimi Hendrix e da Ritchie Blackmore, ed a sua volta sarà di ispirazione per chitarristi famosissimi come Randy Rhoads e Eddie Van Halen. Uli è anche un prolifico compositore ed il suo apporto sarà fondamentale in questa fase della carriera della band, il suo stile e le sue composizioni porteranno inoltre ad un appesantimento del sound, con non poche similitudini ad una sorta di heavy metal che fino ad allora era stato solo accennato da qualcuno (basti pensare che i Judas Priest non esistevano ancora). Fly To The Rainbow vede la luce nel 1974, e oltre a Roth vede l’ingresso in formazione di Jurgen Rosenthal alla batteria ma soprattutto di Francis Buchholz al basso, che resterà nella band per quasi vent’anni. Fly To The Rainbow è ancora lontano dallo stile tipicamente Scorpions ma contiene brani come Speedy’s Coming o la title track che verranno inseriti nella scaletta della band fino agli anni 80. L’influenza psichedelica è ancora presente, oltre ad una copertina di dubbio gusto (copertine discutibili diventeranno parte integrante e fondamentale nella carriera degli Scorpions) ma si intravede qualcosa nelle loro canzoni, quel qualcosa che hanno pochi, destinati a diventare leggenda…

Primi successi (1975-1978)
Siamo nel 1975, il panorama hard rock europeo e mondiale comincia ad essere in fermento: gli Scorpions tuttavia sono ancora un fenomeno locale tedesco, e nonostante in patria incomincino a mietere successo il mondo sembra ancora ignorarli. Nel 1975 la band pubblica In Trance, il primo disco che inizia a definire il classico stile della band ed attira l’attenzione di massa verso la band. Musicalmente la band vira verso l’hard rock che sarà il proprio marchio di fabbrica, la voce di Meine è più matura e diverrà uno degli elementi caratteristici della band, senza troppi giri di parole unica, inimitabile e riconoscibile tra mille. La band sforna un album riuscito e contenente classici come Dark Lady e Robot Man ma soprattutto la title-track: In Trance diviene singolo trainante e primo di una lunghissima serie di classici di successo. La band riesce anche ad espatriare ottenendo successo oltre che in patria anche in Francia, in Inghilterra ed in Giappone. In Trance segna anche l’inizio di una serie di copertine del tutto discutibili, con allusione sessuali non troppo velate e che spesso saranno censurate in molti paesi. La copertina ritrae una giovane ragazza bionda che dall’espressione prova un orgasmo sopra ad una chitarra. Nel caso specifico la copertina oggi fa sorridere ma nel 1975 l’opinione pubblica non era così aperta e permissiva, anche in un paese aperto ed avanti di mentalità come la Germania.
Solo un anno dopo In Trance la band pubblica Virgin Killer. Il successo della band continua a crescere, il disco vende sempre di più, in Europa ed in Giappone la band ottiene risultati inaspettati ma del tutto meritati, brani come Catch Your Train, Pictured Life, Crying Days e la stessa Virgin Killer sono pezzi da novanta e dimostrano le indubbie capacità compositive di Meine, Roth e Schenker. Alla batteria troviamo Rudy Lenners a reggere una sezione ritmica validissima ma sono ovviamente i sopracitati Meine ed i due chitarristi i principali protagonisti. Se da una parte il disco è inattaccabile dal punto di vista musicale dal punto di vista grafico la band esagera. La copertina è sicuramente la più criticata della band ed una delle più discusse in ambito heavy rock. La cover ritrae una ragazzina poco più che bambina completamente nuda con un piccolo effetto grafico stile vetro rotto a coprirne le parti intime. Inutile dire che sarà censurata in molti paesi e sostituita con una raffazzonata che ritrae la band, difficile dire quale delle due sia la peggiore…La copertina tuttavia non è censurata a priori e tutt’oggi si può reperire il disco con la cover originale. La band disse che la scelta non fu loro, ma della casa discografica che voleva a tutti i costi un'immagine forte, con cui scioccare critica e pubblico, ma non c’era nessuna allusione sessuale nel testo della canzone, che trattava invece dello scorrere del tempo. Uli John Roth in tempi recenti ha detto che rivederla ora lo disgusta, che fu una scelta sciocca e stupida, e che doveva fare di più allora per evitare che fosse pubblicata. Meno drastico Rudolf Schenker, che disse che fu una scelta promozionale, che la ragazza fotografata, anni dopo divenuta donna, disse di essere molto felice di aver posato per quella foto e non la riteneva una scelta sbagliata.
Passa un altro anno e la band affronta l’ennesimo cambio di line up; per problemi personali e di salute Rudy Lenners è costretto a mollare la band in favore di Herman Rarebell, che accompagnerà gli Scorpions fino al loro periodo di maggior successo e che arricchirà il sound della band con il suo stile. Prende vita Taken by Force, la fama ed il successo della band cresce ancora in maniera esponenziale e finalmente la casa discografica riesce ad appoggiarsi alla RCA statunitense per pubblicare la band anche in America. Il disco è trainato dal singolo Steamrock Fever ma contiene classici come He’s a Woman, She’s a Man o Sails of Charon; altro brano di altissimo livello è We’ll Burn the Sky, il cui testo è scritto da Monika Dannerman, ultima fidanzata di Jimi Hendrix, a cui il brano è dedicato, ed allora compagna di Uli John Roth. Anche per questo disco, come per il precedente Virgin Killer, ci furono polemiche riguardo la copertina, che ritraeva dei bambini giocare alla guerra in un cimitero militare in Francia, e che fu censurata praticamente ovunque tranne che in Giappone. Venne sostituita da una copertina (pessima) che ritraeva in cinque componenti in foto singole su uno sfondo nero. Il disco ottiene il maggior successo di critica e pubblico mai ottenuto fino ad allora e porta la band ad esibirsi in Sol Levante, dove poteva contare su un numero elevatissimo di fans. Durante le date dei concerti al Sun Plaza Hall di Tokyo, a cui parteciparono più di 100.000 persone il gruppo registrò il loro primo live album ufficiale, intitolato Tokyo Tapes, prodotto ancora una volta da Dieter Dierks, produttore anche dei precedenti dischi e co-responsabile del crescente successo della band. Tokyo Tapes contiene estratti da tutti i dischi pubblicati fino ad allora dalla band, ma contiene anche l’inedito All Night Long, pubblicato poi come singolo, l’inno tradizionale giapponese Kojo No Tsuki, per tributare l’incredibile successo della band in Giappone, e due cover: Long Tally Sally di Little Richard e Hound Dog di Elvis Presley. Inutile dire che anche Tokyo Tapes fu un successo senza precedenti, arrivando al numero uno della classifica francese ed entrando nella top ten di molti paesi europei.

L’abbandono di Uli John Roth e l’ingresso di Mathias Jabs
Nonostante il crescente successo della band Uli John Roth non era soddisfatto, egli riteneva infatti che la compagnia discografica non li supportasse abbastanza, questo unito ad un ego decisamente ingombrante portò il virtuoso chitarrista ad andare in disaccordo con i membri della band e abbandonò la band per formare un nuovo progetto, gli Electric Sun. Gli Scorpions nonostante la perdita piuttosto significativa non si persero d’animo ed iniziò la ricerca del sostituto alla chitarra solista. La band fece parecchie audizioni ma uno de nomi che aveva notato fu quello di Mathias Jabs, validissimo chitarrista di una band di Hannover di nome Lady. Senza far trapelare nulla sulle vere intenzioni la band invitò Jabs a fare una jam session, dopo la quale gli proposero di entrare a far parte ufficialmente del gruppo. La line up che si andrà a comporre sarà quella più conosciuta e più di successo, con i pilastri fondatori Schenker e Meine, il neo arrivato Mathias Jabs e la sezione ritmica formata da Bucholz e Rarebell. La stabilità non sarà però immediata, infatti appena dopo l’assunzione di Jabs ci fu il rientro temporaneo e brevissimo di Michael Schenker, che a causa di abusi di droga ed alcool fu allontanato dagli Ufo, portando al licenziamento di Jabs, subito riassunto perché il rientro di Schenker fu brevissimo e si concretizzò nella collaborazione di tre soli di chitarra suonati nei brani Another Piece of Meat, Coast to Coast e Lovedrive pubblicati nell’album Lovedrive.
Siamo nel 1979, la band pubblica appunto il nuovo album intitolato Lovedrive: la band vuole imporsi sul mercato dato il momento favorevole di popolarità crescente e cercando di approfittare del passaggio sotto il colosso discografico EMI mentre alla consolle troviamo ancora il fido produttore Dieter Dierks. Il sound di Lovedrive è più heavy dei dischi precedenti, ma nonostante questo il disco ha un appeal più melodico e commerciale, il guitar work di Jabs è totalmente differente da quello di Roth ma si sposa alla perfezione con le nuove composizioni, insomma la formula è quella giusta e la band segna un altro colpo vincente. Lovedrive, piace, vende, spopola, diventa disco d’oro negli Stati Uniti, riesce ad avere ancora più successo di Highway to Hell degli AC/DC, anch’essi in incredibile ascesa. Non c’è un solo brano che non sia diventato un classico, la track list parla chiaro, siamo di fronte all’ennesimo ottimo disco ed al primo capolavoro con brani indimenticabili: Loving You Sunday Morning, Another Piece of Meat, Alway somewhere, Is there anybody there; troviamo poi la strumentale Coast to Coast che vede Meine alle prese con la chitarra ritmica, ma soprattutto quello che diverrà un classico, la ballad Holiday. Oltre a questo la band torna a far parlare di sé per la copertina. Ormai è chiaro che anche da questo punto di vista la band vuole attirare l’attenzione dei media. La cover in oggetto ritrae un uomo ed una donna dallo sguardo spento seduti sul sedile posteriore di un'auto, lei a seno nudo e l’uomo con una sorta di chewingum attaccato alla mano che tira dallo stesso seno. La cover non venne propriamente censurata, ma il disco venne venduto con una copertura di carta e in molte edizioni sostituita da una semplice copertina con sfondo nero ed uno scorpione blu disegnato.
La band non si ferma un attimo e nel dicembre del 1979 rientra in studio per registrare il successore di Lovedrive, intitolato Animal Magnetism. Mathias Jabs si integra perfettamente e l’ombra di Roth non preoccupa più nessuno, anche perché il suo virtuosismo non è per nulla inferiore, semmai differente nello stile, molto più heavy e moderno. L’album è una naturale evoluzione, ma forse proprio a causa dell’eccessiva fretta con cui viene composto e registrato non è esente da qualche critica, non certo a livello di sound o di esecuzione, ma sono i brani stessi a non colpire, non del tutto almeno. Troviamo lo stesso pezzi da novanta destinati a divenire dei classici, come Make it real, Don't Make No Promises, The Zoo o Lady Starlight, ma il livello qualitativo è leggermente inferiore all’incredibile Lovedrive. Il successo in termini di vendite non manca, ma il pubblico accoglie il disco in maniera meno entusiastica di quanto fatto finora. Come ormai per tradizione la cover del disco crea ancora scandalo. Questa volta quello che viene ritratto è una ragazza inginocchiata con sguardo malizioso verso l’alto con la non troppo immaginaria intenzione di iniziare un rapporto orale all’uomo di fronte a lei, che appare di spalle e tiene una mano nella tasca posteriore dei pantaloni. Di fianco a loro un cane che fissa la scena. Ironicamente nel retro di copertina la testa del cane sparisce davanti all’uomo come se fosse l’animale intento nel rapporto.

I problemi di salute di Klaus Meine
I problemi per gli Scorpions però non furono tanto legati a Animal Magnetism, quanto ai problemi di salute che colpirono Klaus Meine. Il talentuoso cantante perse infatti la voce, la diagnosi che ne seguì fu drammatica e drastica: Klaus non avrebbe mai più potuto cantare, e non sarebbe nemmeno più riuscito a parlare correttamente. Klaus si sottopose a delle cure e a degli interventi chirurgici per salvare quanto fosse possibile ma la conseguenza inevitabile fu quella di lasciare la band e permettere ai restanti membri di proseguire per la propria strada. Rudolf e compagni non volevano separarsi dal cantante, che ormai era diventato un icona caratteristica della band difficile da sostituire, supportarono e sostennero l’amico nonché compagno di band, ma inevitabilmente si misero al lavoro sul nuovo materiale senza di lui. Un cantante americano dal talento straordinario si era avvicinato agli Scorpions, con cui avevano stretto una buona amicizia oltre che una buona collaborazione. Don Dokken fu infatti scelto per sostituire Meine e con lui iniziarono a lavorare al successore di Animal Magnetism, tuttavia come spesso succede è nei momenti più duri che nascono e si creano le cose migliori, ed anche se il momento sembrava difficile, il meglio per gli Scorpions doveva ancora venire…



Pankiller
Mercoledì 11 Febbraio 2015, 23.46.18
12
Conosciuti fortunatamente prima del successo di Wind of change, li ho sempre amati ms purtroppo msi visti. Quest'anno cercherò di rimediare. Bell'articolo, attendo con ansia la seconda parte
dimebag89
Mercoledì 11 Febbraio 2015, 21.49.14
11
Che grandissima band! Immensi
alessandra
Mercoledì 11 Febbraio 2015, 11.50.03
10
Sono contenta di vedere e sentire persone che... Ancora di rock ai vecchi stili sia ancora apprezzato !!! Grazie a chi ora ha creato questo Delizioso blog... Wwww gli Scorpions!!! )))
Gokronikos
Mercoledì 11 Febbraio 2015, 10.12.03
9
Bene bene, vedo con piacere che avete corretto gli errori! Bravissimi/o! Può capitare a tutti di sbagliare, per fortuna internet non è la carta e si può correggere!
Mauro Paietta "My Refuge"
Martedì 10 Febbraio 2015, 22.33.46
8
Pazientate qualche giorno che arriva anche la 2° parte @Godronikos hai ragione ho fatto confusione coi titoli ma mi sono fatto una mega overdose di brani e titoli per scrivere l'articolo! Sorry!
Look at the sky
Martedì 10 Febbraio 2015, 22.19.37
7
Bell articolo, grande band. Attendo la 2a parte.
jek
Martedì 10 Febbraio 2015, 21.00.42
6
Come @Rada sono più legato alla seconda parte della storia esattamente dopo Animal Magnetism Come cultura generale la lettura è stata interessante come la storia sulla salute di Meine che non conoscevo
Gokronikos
Martedì 10 Febbraio 2015, 18.29.15
5
La canzone di 13 minuti, non è In Search Of the Peace of Mind, che dura 4.59 minuti, ma Lonesome Crow, che ne dura appunto 13.29. Anche il titolo nell'articolo è sbagliato, se possibile correggere, grazie.
Galilee
Martedì 10 Febbraio 2015, 16.13.36
4
Band che ho conosciuto nel suo momento peggiore, cioè da Crazy world in poi. Odiavo le lente di quel disco e considero tutt'oggi wind of change una canzone tremenda. Come sempre però non mi faccio mai trarre in inganno dalla prima impressione. Difatti comprai Tokyo tape che è ancora tutt'oggi il mio live preferito e poi di seguito quasi tutta la discografia. I Migliori dischi comunque sono quelli che precedono love at first sting, compreso ovviamente. Più sting in the tail. Buon articolo.
Galilee
Martedì 10 Febbraio 2015, 16.13.35
3
Band che ho conosciuto nel suo momento peggiore, cioè da Crazy world in poi. Odiavo le lente di quel disco e considero tutt'oggi wind of change una canzone tremenda. Come sempre però non mi faccio mai trarre in inganno dalla prima impressione. Difatti comprai Tokyo tape che è ancora tutt'oggi il mio live preferito e poi di seguito quasi tutta la discografia. I Migliori dischi comunque sono quelli che precedono love at first sting, compreso ovviamente. Più sting in the tail. Buon articolo.
Radamanthis
Martedì 10 Febbraio 2015, 15.03.18
2
Che band leggendaria...sono più legato alla seconda parte della loro carriera avendola vissuta "real time" ma......che band! Immensi, storici!
agnostico
Martedì 10 Febbraio 2015, 9.12.33
1
Che band straordinaria,adesso però aspetto la seconda parte...
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