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23/03/21
SWANS + NORMAN WESTBERG
ALCATRAZ - MILANO
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FATAL PORTRAIT - # 11 - Scorpions
23/02/2015 (2813 letture)
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Gli Scorpions sono spesso stati considerati una band da ballad. Aver scalato le classifiche di tutto il mondo con brani quali Still Loving You o Wind Of Change ha creato intorno ai tedeschi la reputazione di gruppo poco heavy. Ricordo ancora il mio “incontro” con la band, avevo tredici anni ed era appena uscito Face The Heat, il primo singolo era Alien Nation, che girava anche per radio commerciali come Radio DeeJay -impensabile al giorno d’oggi- ed è tuttora uno dei brani più pesanti e potenti del combo. Ero entusiasta nel fare ascoltare quel brano ad amici dicendo che fossero proprio quelli di Wind Of Change e vederli stupiti e increduli constatare che anche loro potessero fare heavy metal! Scegliere 15 brani dalla loro lunghissima carriera non è certo facile, impensabile non lasciare fuori qualche brano importante o significativo, ci proviamo, sapendo di lasciare insoddisfatto qualche fan della band. L’idea è sempre quella di fare la classica “cassettina” in voga negli anni 90 per l’amico cercando di fargli scoprire la carriera di un gruppo storico.
1. In Trance Gli Scorpions sono al terzo disco, dopo due album buoni ma ancora acerbi e un po’ lontani dal proprio stile. In Trance comincia a fissare le coordinate stilistiche di quella che sarà la loro scalata al successo ed alle luci della ribalta. Siamo nel 1975, la title track è una ballad di quasi cinque minuti, gli autori sono i due leader Meine e Schenker ed il brano è destinato a riscuotere grande successo in numerosi paesi europei, oltre che in Giappone, dove il gruppo godeva già di un grande numero di fan. Musicalmente abbiamo una ballad dal sapore malinconico, differente da alcuni lenti che caratterizzeranno la carriera dei nostri. Anche il testo non è propriamente una canzone d’amore: il narratore si sveglia nel proprio letto con la sua ragazza e dice di non poterne più di questa vita, di essere in uno stato ipnotico (In Trance appunto), di voler smettere, di aver esagerato il sabato sera, e che è la musica a farlo star bene. Quello che potrebbe essere inteso come una confessione di eccessi in realtà è solo una storia, e probabilmente il racconto generico del disagio della vita di tutti i giorni rispetto a quello di vivere di musica, in quanto gli Scorpions, almeno nelle figure di Meine e Schenker, sono sempre stati lontani da eccessi e vizi.
2.Virgin Killer Virgin Killer è la title track del quarto disco della band, pubblicato nel 1976. La musica venne composta dall’allora chitarrista solista del gruppo, Uli Jon Roth; si tratta di un brano hard rock piuttosto sostenuto e che divenne presto un classico della band. Il singolo venne pubblicato in Giappone ed ottenne un grandissimo successo commerciale. Il disco fece parlare molto di sé per la scandalosa copertina, che ritraeva una ragazzina completamente nuda con un effetto di vetro rotto a coprirne le parti intime. Il testo della canzone però, come la band ha sempre sostenuto, non ha alcun riferimento sessuale. Il Virgin Killer è il tempo che passa, un bambino viene al mondo puro, poi con il tempo ed affrontando il percorso della vita viene inevitabilmente a contatto con problemi e spesso guai. La song nacque per caso, la band improvvisando e giocando a fare un’imitazione di Paul Stanley dei Kiss uscì con questa frase: cause he's a virgin killer!; da lì i musicisti svilupparono la canzone.
3. Another Piece Of Meat Brano potente, veloce e molto ritmato, uno dei singoli trainanti del capolavoro Lovedrive, album che vede il debutto del nuovo chitarrista solista Mathias Jabs, che resterà nella band fino ai giorni odierni, diventando un pilastro fondamentale al pari di Meine e Schenker. L’assolo di chitarra è però suonato da Michael Schenker, fratello di Rudolf, che in quell’anno vede un breve ritorno nella band dopo essere stato licenziato dagli UFO. Il brano è un ottimo esempio di come la band potesse alternare riuscite ballad come Always Somewhere a pezzi tipicamente heavy metal. Il testo è diretto e senza una ricerca particolare di significato, due amanti che si dicono reciprocamente di essere soltanto Un altro pezzo di carne, nel più puro stile hard rock. Da notare che il brano è uno dei primi in cui collabora come compositore anche il batterista Herman Rarebell.
4. Holiday Sempre tratto dal masterpiece Lovedrive, Holiday rappresenta il lato più sensibile e delicato del disco. Il brano è infatti una ispirata ballad destinata a diventare un classico della band, che da allora sarà praticamente sempre inclusa nel repertorio della band e nelle varie raccolte. Scritta dalla coppia Meine -Schenker il pezzo non brilla per varietà ma è una dolce e riflessiva ballad, il tema musicale è decisamente malinconico. Solo verso la metà il brano ha una svolta elettrica con un ritmo spezzato e sincopato. Divenuto celebre l’episodio narrato da Klaus Meine avvenuto durante il Peace Music Festival di Mosca del 1989, in cui il singer disse di aver visto i soldati dell’armata rossa mettersi a piangere durante l’esecuzione del brano. Il testo effettivamente potrebbe strappare qualche emozione, figuriamoci a chi ha sempre vissuto sotto il rigido regime che vigeva in Russia fino al crosso del comunismo di quegli anni. Viene il dubbio se i soldati capissero le parole del testo, cantato ovviamente in inglese, la musica spesso, come sappiamo, riesce ad abbattere anche questi limiti di comprensione.
Lascia che ti porti via Ti piacerebbe una vacanza Scambiare i giorni freddi per il sole Un buon momento per divertirsi Scambia i problemi con un po’ di amore Dovunque tu sia, lascia che ti porti via, ti piacerà una vacanza Bramando per il sole, verrai In un'isola senza nome Lontano da qui…
5. The Zoo Altro brano destinato a diventare un classico della band. The Zoo è uno dei singoli e pezzo trainante di Animal Magnetism, pubblicato nel 1980 e successore del fortunatissimo Loverdrive. La traccia va segnalata senza alcun dubbio per lo stile particolare, che mischia il classico hard rock delle chitarre elettriche ad un andamento shuffle tipico del blues. Il cantato delle strofe è molto basso, quasi sussurrato, per poi esplodere in un ritornello di presa e coinvolgente. Particolare anche il solo di chitarra, che vede Mathias Jabs avvalersi dell’uso di un talk box, da notare che si tratta di uno dei primi brani hard rock in cui tale effetto è utilizzato. Tutto il disco fu scritto in tour, soprattutto quando la band si trovava negli Stati Uniti, il testo si riferisce in parte ad una strada di New York soprannominata proprio lo Zoo
Il lavoro è finito ed esco Un altro giorno noioso Mi lascio tutto dietro ora Così tanti mondi lontani Incontro la mia ragazza, è vestita da sera E tutto ciò che facciamo È andare in giro per afferrare il brivido su strade che chiamiamo lo Zoo Mangiamo la notte, beviamo il tempo Rendiamo reali i nostri sogni Ed occhi affamati attraversano Le strade che chiamiamo lo Zoo
6. Blackout Blackout fu un album importantissimo per la band, segnò il ritorno in salute di Meine dopo i gravi problemi riscontrati alle corde vocali, che potevano precludergli la carriera, e dopo il buon ma non eccezionale Animal Magnetism un ritorno discografico con un LP che non trovava alcun punto debole in nessuno dei nove pezzi presenti. La title track è un roccioso heavy hard rock con riff potenti ed assoli calibrati tra tecnica e gusto. La prestazione di Meine eccezionale, difficile pensare che avesse da pochissimo affrontato gravi problemi alle corde vocali. Il ritornello è di impatto immediato, mentre il testo parla di un blackout mentale, non elettrico. Narrato in prima persona, parla proprio di una crisi di nervi, di una persona che in preda ad un crisi vuole solo fuggire lontano.
7. Can’t Live Without you Cant’ Live Without you è la seconda traccia dell’album, il ritmo è meno sostenuto dell’opener ma comunque si mantiene su ritmi sostenuti da headbanging. Il testo è più semplice ed immediato, dedicato ai propri fans, senza cui la band non può vivere senza.
Alzate al cielo le vostre mani per farmi vedere che siete qua voglio vedere brillare tutte le vostre luci voglio che vi alziate e ballate non voglio lasciarvi il tempo di respirare tra una canzone e l’altra Non posso vivere, non posso vivere senza voi
8. Rock You Like An Hurricane Senza ombra di dubbio Rock You Like An Hurricane è uno dei brani più famosi della band e conosciuta anche da chi l’hard rock lo mastica poco e nemmeno sa chi siano gli Scorpions. La band è stata infatti utilizzata in diversi videogiochi come Grand Theft Auto, Guitar Hero e The Simpsons Game, o in un serie di film tra i quali: Il gigante di ferro, Blades of Glory - Due pattini per la gloria, Innocenti bugie, Rock of Ages, Killer Elite, Molto incinta e Little Nicky ed utilizzata anche per la pubblicità della birra Becks. La canzone è un potente heavy rock con ritmiche in prima linea ed un ritornello d’impatto. Significativo anche il supporto della sezione ritmica, in particolare di Rarebell alla batteria, soprattutto per il contrasto piano / forte. La strofa inizia con un cantato sussurrato, per poi andare in crescendo nel bridge e salire in modo impetuoso nel ritornello. Il testo riprende il classico concetto sesso e rock and roll senza troppa poesia o ricercatezza di significato, si fa dritti all’obiettivo, scuotere, o sbattere, come un uragano.
l mio corpo sta bruciando Sta cominciando ad urlare Il desiderio sta salendo Sta esplodendo Il piacere è in gabbia Fino a quando la tempesta lo libererà Lo devo fare Con qualcuno che sceglierò La notte sta chiamando Devo andare Il lupo è affamato Farà spettacolo Si sta leccando i baffi È pronto per vincere A caccia stanotte Per un amore a prima vista Sono qui, ti scuoto come un uragano
9. Still Loving You Tutti possono scrivere o hanno scritto una canzone intitolata ti amo, o ti amo ancora, pochi o pochissimi hanno scritto una canzone come Still Loving You. La canzone, dopo Wind Of Change è il brano più famoso e conosciuto della band, singolo trainante di Love At First Sting e tra gli esempi del rock romantico degli anni 80. Per quanto si tratti di una ballad e di una canzone d’amore l’arpeggio ed il solo di chitarra introduttivi hanno un’atmosfera cupa e triste, quasi sinistra, su cui poi si poggia il cantato sussurrato di Meine. L’interpretazione è molto sentita e veicolare, cercando e riuscendo a trasmettere il significato sofferto del testo, che parla di una storia d’amore finita ma in cui si crede ancora, e a cui si chiede una seconda possibilità per rimediare agli errori commessi. Banale? Forse sì, ma il risultato è innegabile, riuscito perfettamente, il brano colpisce nel segno, emoziona, anche grazie all’intenso solo di chitarra, che grazie al suo stile ormai consolidato trasuda emozioni. Quanti di noi l’hanno dedicata, anche solo virtualmente o col pensiero ad una persona amata e persa? Nella sua semplicità il testo esprime quello che qualunque persona almeno una volta ha pensato, dedicato, sentito.
Tempo, ci vuole tempo per meritare ancora il tuo amore Io ci sarò, io ci sarò L’amore, solo l’amore potrà riportarmi il tuo amore, un giorno Io ci sarò, io ci sarò Combatterò, io combatterò per meritare ancora il tuo amore Io ci sarò, io ci sarò L’amore, solo l’amore potrà abbattere il muro, prima o poi Io ci sarò, io ci sarò Se faremo ancora tutta la strada dall’inizio io proverò a cambiare le cose che hanno ucciso il nostro amore Il tuo orgoglio ha costruito un muro, così forte che io non posso attraversarlo non c’è nessuna possibilità di ricominciare ancora Io ti amo
10.Wind Of Change Wind of Change è una delle canzoni più famose al mondo. Wind of Change è uno dei singoli più venduti al mondo. Wind of Change è il singolo più venduto di tutti i tempi in Germania. Wind of Change è diventato disco d’oro pure in Italia. Wind of Change è stata inserita in innumerevoli film, telefilm, spot e videogiochi. Wind of Change è stata re interpretata anche da Mina e –purtroppo- ne esiste anche una versione in italiano cantata da Fiorello. Amata o odiata, chi non ha mai sentito Wind of Change? Chi non conosce l’inconfondibile fischio iniziale? La canzone fu composta da Klaus Meine in seguito ai grandissimi cambiamenti che stavano avvenendo alla fine degli anni 80 nell’Europa dell’est, in particolare per la caduta del regime nell’allora U.R.S.S. e soprattutto per la caduta del muro di Berlino e la conseguente riunificazione della Germania. Il brano contenuto nell’album Crazy World consacrò la band al successo planetario, e da allora è presente in qualsiasi loro esibizione live e contenuto in tutti i best of e pubblicazioni dal vivo. La canzone fu tradotta e pubblicata anche in russo ed eseguita davanti all’allora segretario del partito comunista Mikhail Gorbachev. L’ispirazione per il brano avvenne proprio durante la permanenza della band in Russia nel 1989. Meine dichiarò che gli eventi politici facevano nascere una grande speranza ed energia nei giovani sovietici, che volevano essere parte del mondo che fino ad allora era stato precluso, altro fatto, citato più volte da Meine fu l’episodio in cui vide i soldati dell’Armata Rossa piangere durante l’esecuzione di Holiday al Peace Music Festival tenutosi nel 1989 allo Stadio Lenin di Mosca. Musicalmente il brano si distingue per il fischio iniziale di Meine e per il lungo ritornello, il brano inoltre è uno dei pochi in cui l’assolo di chitarra è eseguito da Rudolf Schenker e non da Mathias Jabs. I primi versi della canzone non sono chiarissimi per chi non conosce la zona di Mosca
Ho seguito il Moskva Giù al Gorky Park Sentendo il vento del cambiamento
Moskva non è la città di Mosca, ma il fiume che attraversa la città, e il Gorky Park è un parco divertimenti di Mosca. Il ritornello si riferisce chiaramente al fatto di lasciarsi alle spalle il passato di guerra e guardare ad un futuro migliore
Portami alla magia di un momento in una notte gloriosa dove i bambini di domani sognano nel vento del cambiamento Camminando per la strada ricordi lontani sono sepolti nel passato per sempre
11. Alien Nation Dopo Crazy World è l’incredibile successo di Wind Of Change gli Scorpions capiscono che è meglio cambiare il tiro per non essere cloni di se stessi ed essere etichettati come band da ballad, infatti l’altro brano trainante del precedente lavoro era Send me an Angel, anch’essa una ballad. Face The Heat è un album potente e ben più heavy del precedente, anche se non mancheranno le ballate come Under the Same Sun o Woman. La opener Alien Nation è però un vero manifesto heavy metal che non sfigurerebbe in un disco dei Judas Priest. Il riffing iniziale è oscuro e graffiante e l’ingresso di basso e batteria sono potenti ed imperiosi. La band confeziona uno dei brani più heavy della propria carriera, a voler dimostrare che se vuole può essere ben più pesante di quello che il grande pubblico ha ascoltato con Wind of Change. La sezione ritmica è fondamentale nello scandire un ritmo marziale e sostenuto. Il cantato di Meine è perfetto come al solito, ma si fa più graffiante ed aggressivo. Il resto del disco è meno heavy ma bilanciato tra brani di buon hard rock ed una manciata di lenti d’effetto. Anche il testo è rabbioso e contro una potenza aliena, ovviamente portatrice di odio e violenza.
Nella città degli angeli la morte è vicina Nella città degli angeli Il tuo futuro non vedrà la luce del giorno Attento alla nazione aliena Attento alla verità che loro cercano Pregano per la loro salvezza eterna Pregano per prendere la tua anima Alla vigilia della distruzione il terrore regna sulle strade Quando le teste iniziano a ballare il diavolo viene a farle sanguinare Attraversa la città degli alieni cammina fino alla tua meta Nessuna paura della nazione aliena nessuna paura dell’odio che predicano Non fuggire, non c’è posto dove nascondersi Oggi o domani ti prenderanno Non ti muovere, il coltello è già alla tua gola E qualunque cosa tu faccia, non c’è scampo quando il velo scenderà su questo luogo per seppellirci vivi sapremo che è venuto il tempo di affrontare la fiamma
12. Eye II Eye Innegabile che il disco Eye II Eye rappresenti il punto più basso della carriera degli Scorpions; il disco fu un fiasco a livello commerciale e qualitativamente si salva poco, on tanto per l’innovazione sonora tentata dalla band per seguire alcuni trend commerciali, quanto per una certa mancanza di ispirazione, che già caratterizzava lo scialbo Pure Instinct di alcuni anni prima. Perché inserire allora un brano di Eye II Eye tra i 15 più significativi della band? Perché testimonia il periodo storico della band dopo l’ottimo Face the Heat (1993) fino all’altrettanto ottimo Unbreakable (2004). La title track si salva comunque per l’emozione che trasuda e per il significato del testo. Il brano è una ballad dal tiro molto commerciale, con arpeggi piacevoli e la voce suadente di Meine a farla da padrone assoluto. Il testo è dedicato ai padri di Meine e di Schenker, scomparsi poco prima l’uscita del disco ed il testo inequivocabilmente racconta della perdita di una persona cara, a cui non si è mai pronti, da cui non vorremo mai staccarci. Il testo è semplice, banale, come tutte le cose più semplici spesso sono quelle più belle.
Una vita inizia, un'altra finisce Come un altro giorno inizia La vita scorre, un cerchio che invecchia, accade a me, accade a te Credo che tu si ancora accanto a me, in ogni istante E non ho dubbi che un giorno in paradiso Ti vedrò ancora Spezza il pane, bevi il vino Nel mio cuore vivrai per sempre Il momento di andarsene non è mai quello giusto Mentre siamo qui non dovremmo mai sprecare un solo giorno senza dire “ti amo” E ora che lo vorrei tantissimo vederti Occhi negli occhi
Una piccola citazione nella seconda strofa evidenzia ancora gli ideali di Meine e della band totalmente contro la guerra, emersa già in molti altri brani della band
Quando tornasti a casa la Guerra era finita Molti anni prima del mio tempo E sono stato così fiero quando mi hai raccontato Di non aver mai fatto del male a nessuno
13. Deep and Dark Dopo i deludenti Pure Instinct e Eye II Eye la band torna ai fasti del passato con Unbreakable, nel 2004; Deep and Dark è il terzo brano dell’album ed è rappresentativo di quanto contenuto nel full length. Hard rock onesto ed ispirato, paragonabile a quanto di buono fatto dalla band negli anni 80. Il brano inizia con un arpeggio che muta presto in un riffing distorto da headbanging, la strofa è più soft, con il cantato sussurrato di Meine che ricorda vagamente quello della prima strofa di Rock You Like an Hurricane, per poi sfociare direttamente nel ritornello. Il solo di chitarra è melodico ma decisamente sanguigno e diretto. Il brano, così come tutto l’album tornano ad un approccio decisamente rock, senza nessuna influenza pop dei dischi precedenti. Il testo parla ancora di un amore finito, ricordando quanto affrontato con Still Loving You.
Giù, io sono a terra, triste e stanco Sono giù, adesso è finita Sì, sono giù, dovrebbe piacermi? È profondo e scuro nel fondo del mio cuore È profondo e scuro Da quando ci siamo separati È questo amore che arriva che mi porta così in alto? perchè voglio provare l’amore ancora una volta
14. Hour I/Humanity Inizio e fine di Humanity, Hour 1, nonché i brani che danno titolo al disco. Hour 1 presenta elementi nuovi e moderni nel sound degli Scorpions, ma questi ultimi non commettono l’errore di snaturare il classico suono come inEye II Eye, che rimane ben riconoscibile. Alla chitarra troviamo John 5, famoso per i suoi lavori con Marylin Manson e Rob Zombie, ma l’apporto che dà ben si miscela con il guitar work classico di Schenker, arricchendo il brano senza essere una presenza ingombrante ed invadente. Il riffing iniziale è grosso e potente, con una accordatura abbassata di due toni. Tutto il tema del disco è pessimista ma purtroppo anche terribilmente attuale. La band torna a parlare di guerra e rischio di estinzione, il brano in questione parla esplicitamente di questo, della prima ora dopo l’inizio di una stupida guerra, in cui non resta altro che nascondersi e scappare.
La natura umana è la ragione della nostra rovina e noi meritiamo di giocare a fare Dio con le nostre macchine. Le nostre religioni sono una prigione questo è il nostro errore fatale le bombe stanno volando mentre noi stiamo dormendo con il nemico
Bimbo stai giù, stai giù è meglio andare nei sotterranei coperti Bimbo stai giù, stai giù è meglio tener la bocca chiusa e non far rumore Guarda fisso me quando ti dico di stare giù vieni e corri da me ti supplico di star giù e di aggrapparti a me disperatamente tutto quello che devi fare è stare giù fai attenzione, figlio mio, stai giù
Humanity chiude il disco ed è stato anche il primo singolo estratto dall’album. Si tratta di una ballata malinconica e tragica nel testo, che racconta l’inevitabile epilogo dopo una guerra causata dalla natura insensata dell’uomo nel lottare e uccidere.
Umanità Arrivederci È tempo di dirci addio la festa è finita mentre le risate si spengono un angelo piange Umanità È un addio alla tua follia hai venduto la tua anima per nutrire la tua vanità le tue fantasie e le bugie Sei una goccia nella pioggia Solo un numero non un nome E non te ne accorgi E te ne rendi conto Alla fine del giorno Sei un ago nel pagliaio Lo hai scritto e firmato E adesso lo devi affrontare Umanità Addio Segui la tua strada Addio amico c’è un prezzo da pagare Per tutti i giochi egoistici che hai giocato Il mondo che hai creato è finito Niente può cambiarci Niente può salvarci da noi stessi
15. Sting In the Tail Sting In The Tail è stato l’ultimo album pubblicato dalla band prima di Return To Forever. Il disco doveva essere l’ultimo lavoro prima dello scioglimento della band, e anche questa volta gli scorpioni tedeschi non si smentiscono, pubblicando un album che trasuda hard rock sanguigno e genuino. Vengono lasciati da parte sia i modernismi sonori di Humanity che le tematiche oscure e drammatiche del disco precedente. Sting in the Tail è hard rock, a volte più raffinato a volte decisamente diretto e sanguigno. Per rappresentare questo lavoro ero combattuto se scegliere la opener Raised to Rock o la title track. Ho optato per la seconda proprio per l’immediatezza del brano e la genuinità e anche semplicità del pezzo, che rappresenta lo spirito di sempre dei brani degli Scorpions e ne poteva rappresentare un epilogo che fortunatamente non è arrivato.
Riff di chitarra e poi via tutti insieme con un groove hard rock, strofa melodica, bridge e ritornello immediato
acclama un pungiglione nella coda
come dire acclama lo scorpione, acclama gli Scorpions, perché siamo ancora qui!
Penso che sto per diventare un rockstar Le ragazze diventeranno pazze, gli darò tutte quello che posso se avessi una chitarra a buon mercato e uno sporco riff devo andare ecco che arriva un altro show Acclama, acclama un pungiglione nella coda
E’ solo rock and roll, e ci piace… tutto il disco non stupisce, come poteva in parte fare Humanity, Sting In the Tail è solo un disco di hard rock, il classico disco degli Scorpions ben fatto, ben suonato, ben prodotto, con buoni brani dai ritornelli cantabili dopo il primo ascolto ed una manciata di ballad riuscite. Cosa vorreste di più da una band con 50 anni di carriera? Cosa pretendere di meglio da una band che ha pubblicato dischi come Blackout, Loverdrive e Love at first Sting. Tutti potevano scrivere Ti Amo Ancora o Vento di Cambiamento, tanti l’hanno fatto, ma loro l’hanno fatto prima o meglio di tutti…Cosa pretendere ancora se non buoni brani di onesto hard rock? Niente, va bene così…
Come possiamo invecchiare quando la colonna sonora della nostra vita è il rock and roll? E il meglio deve ancora venire…
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...con "senza senso", volevo dire che viene a mancare quel particolare significato che gli Scorpions volevano dare alla canzone... |
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@Mauro Paietta "My Refuge", "He's a Woman, She's a Man" NON "She's a Woman, He's A Man", altrimenti va a farsi benedire il senso e l'ironia della canzone. (è, poi , se fosse "He's a man, She's a Woman", l'"abbinamento" sarebbe scontato e senza senso...) |
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a grandi linee sono d'accordo con la scelta dei brani, anche se devo ammettere che con loro parto da lovedrive, quelli prima non li ho mai approfonditi. Avrei citato sicuramente loving you sunday morning, dynamite e al posto di alien nation (mai piaciuta) avrei messo la bellissima under the same sun. L'ultimo disco invece per me è ottimo, live ancora meglio. Loro sono i pooh del metal, immortali, ora con mikkey dee poi sono ancora più fighi, anche se kottak era comunque un ottimo performer. |
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Io adoro nella sua semplicità Believe in Love... comunque quoto chi ha detto che con loro c'e' l'imbarazzo della scelta. |
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a mio parere la canzone piu' bella degli SCORPIONS in assoluto e' we'll burn the sky!!!!.....fatta con la filarmonica di berlino poi fa quasi piangere da quanto e' emozionante!!!....ma bellissime anche in trance e no one like you....comunque penso che poche altre bands abbiano saputo fare cosi' tanti pezzi belli....tra le band attuali ricordo solo i GOTTHARD!!!! |
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E' bello vedere citati pezzi diciamo "meno" famosi... So che poter scegliere solo 15 brani per una band che ha pubblicato 19 album (Con Comeblack) è difficilissimo... Ma almeno un pezzo preso da "Taken By Force" dovevi metterlo (We´ll burn the sky oppure The sails of Charon)... Poi un altro pezzo favoloso è "Catch Your Train", ma anche "No One Like You" o "Big City Nights" ,"Rhythm Of Love", "The Good Die Young"... |
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@Gokronikos: ho corretto, grazie. Mi spiace per l'errore. |
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In trance non dura 8 minuti, ma bensì 4 minuti e 42 secondi. Non so dove le prendiate queste durate assurde! Correggete grazie. |
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Mah. Qui c'è proprio l'imbarazzo della scelta. Bastano le ballads per fare una top ten! |
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A me del periodo anni ´70 piace tantissimo We´ll burn the sky e di quello anni ´80 secondo me qui mancano le bellissime Big city nights e Bad boys running wild. Ma, come avete detto anche voi, con 15 canzoni é difficile fare una scelta. |
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@Painkiller come dici tu è davvero difficile scegliere i brani da inserire, soprattutto quelli relativi ai primi anni, anche Speedy's Coming o Lonesome Crow avrebbero avuto senso. Poi She's a Woman, He's A Man, Dynamite, Comin' Home come giustamente dici, o Big City Nights, No One Like You... quelli da te citati meriterebbeo di sicuro ma è impossibile non lasciare fuori qualche brano significativo scegliendo su 15  |
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Come sempre è difficile scegliere 15 brani di una band storica per rappresentarla. Però vorrei che Mauro mi togliesse qualche curiosità. Se chiudo gli occhi e penso alla loro carriera e cerco "i magnifici 15" i primi che mi vengono in mente sono, partendo dall' "era Roth": The sails of Charon: mi sembra il più rappresentativo dello stile chitarristico di Uli ed è uno dei più coverizzati di quell'epoca, lo trovo decisamente più rappresentativo di In trance e soprattutto di Virgin Killer, come mai non l'hai scelto? Se penso agli anni '80 ci sono sicuramente due brani che dal vivo non sono mai mancati, rock you like a hurricane e comin' home, questa seconda era l'opener dinamitarda usata in tutti i concerti, era il loro manifesto live. Anche in questo caso trovo che lasciarla fuori sia un delitto, è per me più rappresentativa di altre, in particolare appunto per quella che era la loro dimensione live pre-wind of change. Ciao e grazie |
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