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SENZA RIMORSI - Memorie Rock & Roll
18/05/2015 (3113 letture)
Se la vostra visione di biografia è asseribile alla comune riproduzione minuziosa degli eventi che hanno composto la vita di un determinato artista, elencati seguendo un ordine, un filo logico e temporale ben preciso, beh vi sconsiglio vivamente l’approccio alla biografia di quell’uomo che sembra davvero venuto dallo spazio, direttamente da una galassia lontana, il signor Paul Daniel Frehley.
L’approccio utilizzato dal vecchio Ace, infatti, non è dei più consoni, sicuramente non si può definire canonico; l’analisi fatta somiglia più a un grande flusso di coscienza, una fiumana di informazioni, fatti, aneddoti, riflessioni che vanno a travolgere l’autore facendo capire con vigore ancora maggiore chi è Ace Frehley, ovvero un ragazzo del Bronx con tanto talento che ha vissuto sempre rincorrendo quel sogno fatto di Rock ‘N’ Roll, indipendenza, libertà e musica, senza arrendersi mai; raggiungendolo ed estremizzandolo in tante, troppe, occasioni, rischiando più volte di cadere da quel bordo su cui si ritrovava perennemente a camminare. Il libro in questione prende in esame soprattutto gli anni che vanno dall’infanzia di Ace sino al 1975, anno di pubblicazione di Alive!, album che ha completamente consacrato i KISS nell’olimpo del rock, dando il via a quella febbricitante mania che li ha accompagnati fino alla fine del 1979. In questa prima parte che analizza tale periodo, e che occupa più della metà del libro –che in totale conta 254 pagine-, veniamo a conoscenza dell’infanzia di Paul e della difficoltà di vivere nel Bronx, in un periodo in cui l’unica cosa a portata di mano sembra essere la malavita. Gran parte dei fan dei KISS sono a conoscenza dei trascorsi del chitarrista con queste gang di strada, ma mai si era analizzato in maniera così approfondita e sostanzialmente seria tale rapporto. Ace cominciò a frequentare queste compagnie in giovanissima età, -tra i 13/14 anni- riuscendo ad uscire dal giro poco prima che tale situazione prendesse risvolti molto più seri e gravi di quanto si potesse immaginare. Come in molti altri casi fu il rock a salvare il giovane ragazzo in questione. All’età di 13 anni Ace ricevette la sua prima chitarra elettrica -che divenne anche la distrazione salvatrice dalle suddette gang- ma fu tre anni più tardi che ebbe la vera folgorazione, precisamente tra il 25 marzo e il 2 aprile del 1967. In quel periodo Murray the K, famosissimo Dj degli anni 50/60/70 presentava dei concerti tenuti all’RKO di Manhattan, sulla 58esima strada. Tra gli artisti in scaletta comparivano i nomi di Simon & Garfunkel, The Young Rascals, Blue Project ed infine i due gruppi che quel giovane ragazzo del Bronx aspettava con maggiore fibrillazione: gli Who ed i Cream. Inutile specificare che durante i set delle due band Ace rimase folgorato per sempre, forse anche più della celebre volta a Lakeland da dove trasse ispirazione per la celeberrima Shock Me. Il destino di Paul Daniel Frehley era stato scritto in quei giorni del 1967, quando decise seriamente che il suo futuro doveva essere differente, doveva diventare una rockstar. Da qui in poi la strada risultò in discesa e ci viene raccontato di come Ace si addentrò sempre di più in questo suo nuovo mondo, arrivando a puntare il tutto per tutto in ciò che riteneva sarebbe stato il suo futuro: la musica. I primi tempi furono abbastanza difficili, le band andavano e venivano, costringendo il futuro Spaceman a suonare con gruppi che non condivideva appieno, pur di riuscire ad arrivare ad un contratto discografico.

Finalmente la grande opportunità si presentò nel 1972, sottoforma di un “normale” annuncio sul Village Voice -uno dei più vecchi tabloid degli Stati Uniti, che trattava anche di musica, pubblicando oltretutto inserzioni- che recitava: “Cercasi chitarrista solista. Abile e veloce. Album in uscita a breve. Astenersi perditempo” firmato da un certo Paul. E fu così che vennero i KISS -che in verità, come Ace sospettava, non avevano proprio nulla in uscita- dopo il primo celeberrimo provino che il chitarrista racconta per filo e per segno. Arrivarono così i primi indimenticabili anni: la frenesia, il cameratismo e la complicità di quei tempi che purtroppo risulteranno irripetibili; la scoperta di nuovi modi per arrivare all’obbiettivo che accomunava questi quattro ragazzi così diversi tra loro, voler entrare a far parte della musica rock, senza se e senza ma.. Sono questi gli anni che Ace ricorda come più cari e belli, quelli in cui le incomprensioni ancora non si facevano sentire -così come le sue dipendenze, almeno nel primissimo periodo-, in cui tutti erano membri alla pari. Ecco, parallelamente a ciò ci viene illustrata la vena distruttiva dello Spaceman, imboccata sempre più vorticosamente e senza preoccupazioni. Nella biografia ci viene spiegato come l’incontro con l’alcool di Ace sia stato estremamente precoce. Quando, appena undicenne, provò la sua prima birra un mondo nuovo si aprì agli occhi di un ragazzo eccessivamente giovane per delle strade sicuramente troppo adulte. E così l’alcool divenne il migliore e peggiore amico di Paul, facendolo sentire forte da un lato, distruggendolo a livello psicofisico dall’altro. Questo dualismo verrà portato avanti con un’amara vena di rimpianto per tutto lo scritto, sottolineando come tale vizio ed eccesso abbia sempre maggiormente influenzato la vita ed i rapporti di quest’uomo. Insieme a ciò va unito il consumo di varie droghe, che, se nel principio potevano classificarsi come “leggere”, più la notorietà e il successo cresceva, più si facevano “pesanti”. In questo Ace risulta estremamente onesto: non si fa scudo dietro a scuse poco plausibili per giustificare un atteggiamento autodistruttivo di tale portata. Ammette con amara ilarità tutti i suoi errori e fallimenti, senza girarci troppo intorno e senza aggiungere fronzoli di nessun genere. I fatti sono diretti, schietti, sinceri, così come sono stati vissuti, per la maggior parte delle volte senza riflettere. Insieme a ciò ci viene illustrato come i rapporti si siano deteriorati all’intero dei KISS a causa di incomprensioni, dell’assenza dello stesso Frehley in diversi occasioni nel ’76 -salvo poi riprendersi tra il 78/79 e l’80, con l’apporto dato in Dinasty ed Unmasked- e di come le cose fossero destinate a crollare.
Con la fine del rapporto con i KISS Ace, a detta sua, volle cercare di porre un freno a quello stile sregolato e frenetico che sicuramente l’avrebbe ucciso in poco tempo. Nonostante ciò è palese come dopo questo evento il tempo diventi più contorto per il chitarrista, più offuscato e con una tendenza sempre maggiore ad accavallarsi. Il libro, come già detto, è un getto continuo di informazioni e di aneddoti che da qui in poi tendono, però, a spostarsi avanti ed indietro nel tempo, proprio come riaffiorano alla mente allo stesso Ace, senza un ordine ben preciso. Paradossalmente sarà proprio il periodo vicino e successivo alla rottura con la band il più caotico e problematico, in cui avverranno i più rocamboleschi episodi immaginabili, come la fuga con la Delorean e mille altri folli avvenimenti. Salvo poi fare un grande passo indietro in età avanzata e rendersi conto che della vita che si sta vivendo, se continuata a tali ritmi, non rimarrà nulla.

Questo libro è una grandissima presa di coscienza: una biografia che cerca di mettere completamente a nudo quelli che sono i ricordi più belli, legati ai primi anni, ad un tutto ancora da scoprire; e quelli peggiori, della dipendenza più nera che ha fatto conoscere il baratro più volte al nostro uomo venuto dallo spazio. Ace risulta schietto e sincero, non gira troppo intorno all’argomento, cerca di affrontarlo di petto trovandone il lato divertente, cercando di non cadere nelle banali frasi fatte quali: “Se tornassi indietro non lo rifarei”. Frehley probabilmente rifarebbe molto, più responsabilmente, ma sicuramente non rinnega il proprio turbolento passato, né tantomeno lo nasconde. Ripete più volte di avere tanto per cui ringraziare, di avere un qualcuno che corre in suo aiuto nei momenti più bui e complessi. Proprio in nei punti dove tende a sottolineare ciò comprendiamo come Ace Frehley sia anche questo, un uomo spirituale per certi aspetti, a cui, effettivamente, sono state tante possibilità di ricominciare da capo. Sostanzialmente è orgoglioso di ciò che ha fatto, anche se traspare un velo di tristezza avrebbe per ciò che avrebbe voluto fare e, per quanto dica, anche un attaccamento ancora presente verso i vecchi compagni, che nonostante i tanti sbagli -Gene è colui che viene maggiormente attaccato- risultano essere una colonna portante degli anni più belli della vita di questo musicista. Quella di Paul Daniel Frehley è una vita vissuta senza rimpianti, con il piede perennemente schiacciato contro l’acceleratore. Sono state molte le sbandate ed altrettanti gli incidenti, ma il chitarrista di New York ha sempre avuto la grande forza di rimettersi in carreggiata e ricominciare, aiutato anche da amici e familiari che hanno contribuito molto in entrambi i casi. Lo Spaceman ora è sobrio e pulito, gode di questo stato e ne è uscito rinvigorito di un estro musicale non indifferente.

La trasposizione italiana della biografia è sostanzialmente buona, nonostante ci siano delle sbavature nella traduzione e nella resa letterale italiana (come qualche tempo mozzato di troppo, o discorsi tagliati e ripresi in modo non lineare anche quando risultano esserlo), ma ha comunque il grande merito di fornirci per la prima volta questa biografia datata 2011 che tutti i fan italiani dello Spaceman e dei KISS aspettavano impazientemente.

Alla fine è come cantava nel 1987, in Rock Soldier, direttamente dal primo album dei Frehley’s Comet:

Ace is back and he told you so!

::: RIFERIMENTI :::
Autore: Ace Frehley con Joe Layden e John Ostrosky
Titolo: Senza Rimorsi – Memorie Rock & Roll
Editore: Chinaski Edizioni
Uscita: Gennaio 2015
Dettagli: 254 pg.
Prezzo: 17 €



michelle
Domenica 14 Giugno 2015, 19.53.04
4
non c'e' niente da fare Ace e' sempre stato il piu' affascinante della band...e quest'alternanza di genio e sregolatezza che lo caratterizza lo ha portato a creare riff e assoli unici oltre che con i kiss anche nei suoi progetti solisti (spesso ingiustamente sottovalutati!!!)...inoltre per quanto autodistruttivo e biasimevole, il suo modo di vivere si lega indissolubilmente a quella che era l'immagine di eccessi che gli stessi Kiss propugnavano con i loro testi goderecci (e pecorecci...) forse essere rimasto fedele a se stesso e a quegl'intenti iniziali lo ha progressivamente allontanato dagli altri sempre piu' presi dallo show biz e lo porta oggi ad intitolare "senza rimorsi"la sua bio...
Galilee
Lunedì 18 Maggio 2015, 9.23.07
3
Fantastico, prima o poi dovrò prenderlo. Il personaggio è fenomenale.
Enrico
Lunedì 18 Maggio 2015, 8.55.13
2
Era il mio preferito dei Kiss e mi è sempre rimasto il rammarico di cosa sarebbe successo se fosse riuscito a mantenere un equilibrio con gli altri del gruppo, è sempre stato meno profilico di Gene e Paul ma quando ha scritto qualcosa ha sempre lasciato il segno
Pink
Lunedì 18 Maggio 2015, 7.58.16
1
Bellissima recensione, ottimo lavoro
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18/05/2015
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