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PFM + LOSCOMOBILE - Nuvolari Libera Tribù, Cuneo (CN), 31/07/15
04/08/2015 (2582 letture)
UNA PAUSA DALLA CALURA ESTIVA
Per un intollerante al caldo come il sottoscritto, il bel venticello fresco, i nuvoloni carichi d’acqua e quel grigiore sparso in tutto il cielo, sancivano le perfette premesse per una giornata meravigliosa. Ebbene, nonostante due notti consecutive a lavoro, le pochissime ore di sonno e la prospettiva di farsi un bel po’ di chilometri il giorno seguente per vedere gli Agalloch al Circolo Colony, non potevamo farci mancare un concerto della storica PFM a poco più di venti minuti da casa. La location è, come sempre, uno spettacolo, aperta nel parco della gioventù di Cuneo, in mezzo ad una bella macchia di verde e sufficientemente ariosa. Il Nuvolari Libera Tribù, come fa ormai da moltissimi anni nel capoluogo della Provincia Granda, è una di quelle location che riesce ad attirare pubblico di qualsiasi genere, di qualsiasi appartenenza musicale e, soprattutto in questo specifico caso, di qualsiasi età.

LOSCOMOBILE
Vista l’enorme vastità della strumentazione della PFM, il palco su cui si dovranno esibire i monregalesi Loscomobile è stato posto lateralmente, al di fuori della zona coperta del Nuvolari. Sono passate da poco le 21 quando i quattro musicisti salgono sul loro piccolo palcoscenico e danno il via al loro spettacolo, degna apertura per una band che ha segnato gli stessi Loscomobile con la loro visionaria qualità espressiva nei decenni passati. Nata a Mondovì nel 1985, la band riprovone i brani che li hanno portati ormai parecchi anni fa ad avere un’intensa attività di concerto in Italia e non solo. La formazione, ormai al trentennale di carriera, comprende Guido Costamagna alla voce, Francesco Bertone al basso, Renzo Coniglio alla batteria e Alfredo Piscitelli alla chitarra. Il genere proposto è un misto tra pop-rock italiano, funky, blues e qualche richiamo alle storiche band inglesi degli anni settanta, soprattutto per quanto riguarda il sound della chitarra. Nella mezz’ora a loro disposizione hanno saputo intrattenere un nutrito pubblico, che ha già riempito più di metà del Nuvolari ed assiste alla loro esibizione con interesse. Trascinante la prestazione vocale di Guido Costamagna, che duetta con la chitarra di Alfredo Piscitelli -il quale, oltre ad aver fatto parte dei Lou Dalfin, è stato anche responsabile della vendita del primo album metal acquistato dal sottoscritto, al suo negozio di dischi, ormai quasi quindici anni fa. La sezione ritmica ha saputo sostenere con solidità voce e chitarra, grazie ad una prestazione pressoché perfetta di Francesco Bertone e di Renzo Coniglio dietro le pelli. Insomma, nonostante il palco piccolo, nonostante la minaccia di pioggia da un momento all’altro e nonostante il poco tempo a disposizione, i Loscomobile hanno saputo intrattenere il pubblico ed a far valere questa reunion che, ormai, è giunta al trentennale di carriera. Il tutto, prima di una band della caratura della PFM, cosa non da poco.

PFM
Passa poco tempo tra l’esibizione di una band e l’altra, complice anche l’assenza di un vero e proprio cambio palco. Una volta preso posto tra le prime file, sul lato sinistro dello stage, ci guardiamo indietro e notiamo con soddisfazione che il Nuvolari è pressoché pieno, per quanto ci è dato di vedere dalla nostra posizione. Come prevedibile, si nota più di un capello grigio tra il pubblico, ma è comunque soddisfacente anche il numero di giovani ragazzi presenti. La strumentazione sul palco è spettacolare: due postazioni con tastiere e chitarre acustiche, dedicate rispettivamente a Alessandro Scaglione e Alberto Bravin; una postazione con violino, tastiera, e chitarra acustica per il polistrumentista Lucio Fabbri; una doppia batteria per Franz Di Cioccio e Roberto Gualdi e le due postazioni, un po’ più contenute a livello di strumenti, di Marco Sfogli e Patrick Djivas. Quando l’intera band sale sul palco, viene salutata da un boato ed ecco che Franz attacca subito con il brano d’apertura di Serendipity, La Rivoluzione, capace subito di scaldare il pubblico cuneese. La band è in forma strepitosa e lo si nota sin da subito: dopo l’uscita di Franco Mussida, il timone è stretto tra le mani di Franz Di Cioccio che si dimostra un intrattenitore con i fiocchi, con gran voce ed attitudine da vendere. Scherza, salta, si muove in continuazione, andando a fare da elemento complementare a Marco Sfogli e Patrick Djivas, più statici ma davvero strabilianti a livello tecnico ed esecutivo. Oltretutto, l’ex bassista degli Area è stato capace di fornire una prestazione spaventosa pur essendo ancora in convalescenza per un intervento chirurgico alla mano. Sul chitarrista napoletano, invece, c’è poco da aggiungere: esecuzioni pulite, perfette e mai esagerate nonostante le sue doti da shredder che lo innalzano ad un livello difficilmente raggiungibile. Come anticipato dagli artisti, il concerto di questa sera è una sorta di riassunto della storia della PFM, un "All the Best" che parte con una lunga parentesi dedicata allo storico Storia di un Minuto, passando per i classici di De André e per i pezzi degli altri album più famosi come Photos of Ghosts e L’Isola di Niente, sino a brani tratti dall’ultimo album PFM in Classic. Ci troviamo di fronte quindi ad una setlist stratosferica che comprende È Festa, La Carrozza di Hans, Il Banchetto, La Luna Nuova, Il Pescatore sulla quale ogni musicista interagisce con il compagno di band, creando un’interpretazione unica del brano stesso. Alessandro Scaglione e Alberto Bravin si dimostrano due musicisti estremamente preparati, capaci di far rendere al massimo il sound complessivo dei brani con gli arrangiamenti di tastiere e di chitarra acustica, lavoro tutt’altro che semplice. Roberto Gualdi si è confermato un batterista coi fiocchi, capace di sostenere l’intera ritmica in solitaria o, quando il frontman sembra ricordarsi di essere anch’egli un drummer di alto livello, in coppia con Di Cioccio, per alcune sezioni davvero straordinarie. Menzione d’onore anche per Lucio Fabbri, incredibile con le sue partiture di violino che donano al sound complessivo quel quid in più. Su Djivas e Di Cioccio c’è poco da dire: due pilastri della musica progressive italiana, consacrati da anni ed anni di carriera, da una preparazione strabiliante e da una capacità esecutiva che rasenta la più rosea perfezione. Infine, manca ancora un elemento: Marco Sfogli. Infatti, sebbene molto probabilmente più di una persona non conoscesse le doti del chitarrista napoletano, ha saputo fornire una prestazione meravigliosa, suggestiva e mai troppo invadente, riuscendo appieno nel difficilissimo compito di non far rimpiangere un certo Franco Mussida, pur senza snaturarsi in una copia senza anima del chitarrista milanese. Tra la sua fidata Ibanez, l’acustica solid body Rash e l’acustica a dodici corde, Marco si è districato con classe, senza mai esagerare con le sue doti da shredder ed amalgamandosi perfettamente al sound della band, come solo i grandi artisti sanno fare in un lasso di tempo così ristretto (ricordiamo che è entrato nella band da pochi mesi). In ogni caso, per farsi conoscere sono bastati alcuni secondi nei brani tratti da PFM in Classic, dove l’artista napoletano si è sciolto brevemente ed ha dato dimostrazione a tutti di possedere delle dita capaci di muoversi alla velocità della luce. Tra una cosa e l’altra, lo show è durato ben due ore, con il suo culmine emozionale in Impressioni di Settembre, la cui esecuzione è stata veramente da pelle d’oca. Dopo il bis, nessuno poteva più chiedere nulla. La PFM ha dato il cento per cento.

CONCLUSIONI
Una volta concluso il concerto, ci apprestiamo ad attendere la band al di fuori del backstage, vicino alle transenne. Con grande ammirazione, notiamo di come la crew del gruppo abbia acconsentito a far entrare i fan (una trentina in tutto) che erano in attesa di una fotografia o di un autografo. Ecco, quindi che, a coppie, ci è stato permesso di entrare nel backstage per incontrare gli artisti, tanto disponibili quanto talentuosi. Franz di Cioccio si dimostra una personalità esuberante anche fuori dal palco, nonostante l’avessimo beccato in piena fase di cambiamento di abiti post-concerto. Simpaticamente, ci ha fatto reggere la maglietta indossata durante il concerto, zuppa di sudore e dal peso tutt’altro che contenuto. Una volta fattogli notare che il sudore versato sul palco è "tutto onore", lui ci ha risposto con ironia, virando il discorso più sull’odore che sull’onore. Nell’attesa che il frontman si cambiasse, abbiamo colto l’occasione per fare qualche foto con Patrick Djivas e per scambiare due chiacchiere con il simpaticissimo Marco Sfogli che, nonostante il mio iniziale scetticismo, è stato ben contento di farmi controllare le sue mani. Confermo a tutti gli amici chitarristi che se lo saranno chiesto, che anche le sue mani sono dotate solo di cinque dita ciascuna, come ogni essere umano. Una volta espletate fotografie ed autografi, lasciamo lo spazio alle altre persone in attesa e ci avviamo alla macchina. Questa volta il viaggio per arrivare a casa è abbastanza breve, per cui il sorriso che abbiamo sulle labbra non viene minimamente intaccato dal tragitto di ritorno. Siamo davvero felici. Perché, ancora una volta, la storia della musica italiana si è fatta giustizia da sola ed ha gridato alle nuove generazioni la sua immanente presenza: come sempre, tocca a noi non farla ottenebrare dalla desolazione delle moderne produzioni.

Continuate a lungo, ragazzi, perché qui c’è sempre bisogno di una bella infornata alla Premiata Forneria Marconi.



AL
Martedì 25 Agosto 2015, 14.25.32
4
di questo tour ho assistito al concerto di Cassano (MI) e sono rimasto veramente colpito dalla PFM. non li avevo mai visti dal vivo ed è stato un concertone. esecuzioni e suoni perfetti, location stupenda nel parco di una villa. la sezione dedicata a De Andrè è stata da leggenda.
Ivo
Mercoledì 5 Agosto 2015, 17.07.16
3
Grazie mille!
Monky
Mercoledì 5 Agosto 2015, 16.34.39
2
Grazie Ivo! Ti dirò, io il concerto l'ho seguito dalle prime file non proprio in posizione centrale, dove in teoria l'acustica è meno bilanciata rispetto alle postazioni vicino al mixer ma sono stato soddisfatto dei suoni. Il bilanciamento era buono, gli strumenti li sentivo tutti quanti più che bene. Non so se -paradossalmente- più indietro i suoni fossero peggiori, ma definirli deludenti mi sembra fuori luogo. Per quello che hanno sentito le mie orecchie, il lavoro dei fonici è stato all'altezza.
Ivo
Mercoledì 5 Agosto 2015, 15.32.09
1
Bel report Davide. Una curiosità: io purtroppo non ho potuto partecipare al concerto, alcuni mi hanno riferito di suoni deludenti. Confermi anche tu o no? Grazie e ancora complimenti!
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PFM + LOSCOMOBILE
Nuvolari Libera Tribù, Cuneo (CN), 31/07/15
 
 
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