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THE MODERN AGE SLAVERY + PATH OF SORROW - Angelo Azzurro Club, Genova (GE) , 26/09/2015
01/10/2015 (1632 letture)
Ad una settimana di distanza dal concerto degli Abysmal Grief, un'altra serata di musica live mi aspetta all'Angelo Azzurro Club di Genova, anche se di tenore molto diverso.
Il protagonista questa volta è infatti il death metal, con gli emiliani The Modern Age Slavery a tenere banco. Per la formazione reggiana si tratta in realtà di un recupero, dato che la band avrebbe già dovuto suonare nel locale genovese lo scorso anno, ma per motivi di salute fu costretta ad annullare all'ultimo minuto, con gli Amassado a sostituirli.

PATH OF SORROW
A mantenere una sorta di continuità con la data di maggio 2014 poi cambiata, i Path Of Sorrow sono chiamati ad aprire le danze della serata, come fu appunto allora. Di acqua sotto i ponti in questo anno e mezzo ne è passata però, dato che in tutto questo tempo la band genovese ha vissuto un triplice cambio in line-up che ha portato ad una crescita, come abbiamo potuto notare in occasione delle date di quest'anno con Epitaph e Necrodeath. Questa sera il quintetto si presenta on stage con una piccola novità a livello scenico, ovvero due striscioni verticali illuminati alla base con dei led rossi nei quali è disegnato il loro logo ed il loro simbolo. Certamente non una cosa enorme, ma un piccolo passo verso un certo tipo di professionalità e riconoscibilità che non può che fare bene come presentazione.
La scaletta è oramai abbastanza consolidata per chi come me ha già avuto occasione di vederli e, a quelli che oramai possono essere considerati dei loro "classici", viene affiancato un brano nuovo dalla struttura più complessa e la versione ri-arrangiata di Survive The Dead, uno dei primi pezzi scritti dalla band. La prestazione è vigorosa ed immancabili sono i pogatori sotto il palco, ai quali spesso si aggiunge il cantante; i suoni sono buoni, per quanto il basso, quasi "sferragliante" in certi frangenti, sia a volte più alto rispetto al resto. L'unico appunto che mi sento di fare a questi ragazzi sono le pause un po' troppo lunghe tra un pezzo e l'altro per la presentazione delle canzoni, cosa che in un contesto casalingo come questo (con gli amici pronti a sostenerti) non rappresenta un grosso problema, mentre con una platea composta da sconosciuti potrebbe risultare meno efficace, facendo perdere tensione allo show.
Alla fine del loro set i Path Of Sorrow lasciano in ogni caso la sensazione di un gruppo in costante miglioramento che sta gradualmente inserendo idee e spunti nel proprio contesto, provandoli in saletta e suonandoli dal vivo, senza aver la fretta di dover pubblicare subito qualcosa per far notare la propria esistenza.

THE MODERN AGE SLAVERY
C'è voluto più di un anno per vederli dal vivo, ma alla fine i The Modern Age Slavery si presentano a Genova con il loro tellurico show. C'è da dire che pure stavolta avrebbero potuto esserci problemi, in quanto il chitarrista Luca Cocconi (come scopriremo a fine serata) si è presentato on stage con trentotto di febbre, ma tutto questo non inficia la resa del gruppo, che sin dalle prime battute appare devastante come impatto, attaccando subito Requiem For Us All al breve intro. Il quintetto è molto abile a mischiare parti veloci da pogo a breakdown spezza-collo che scatenano numerosi headbanging tra i presenti, con il bassista Mirko Bennati ed il chitarrista Simone Bertozzi molto mobili sul palco, intenti a scambiarsi le posizioni ai due estremi e ad aiutare il cantante Giovanni Berselli nei cori. Il muro sonoro che investe il pubblico è impressionante e diventa fin troppo esagerato in occasione del brano The Silent Death of Cain, quando entrano anche le basi che rendono il tutto un po' confusionario e saturo. Ma, a parte questo episodio, la resa dei brani è eccellente ed il gruppo li sfodera uno dopo l'altro, quasi senza interruzione, toccando anche il disco esordio con Vile Mother Earth e la titletrack Damned to Blindness, prima della quale accade un piccolo imprevisto. L'amplificatore del chitarrista Luca Cocconi improvvisamente sembra, infatti, non volerne più sapere di funzionare ed immediatamente si cerca di intervenire per sistemare il problema, mentre nel frattempo Simone Bertozzi ed il batterista Filippo de Pietri (l'ultimo arrivato in formazione) improvvisano Raining Blood. Fortunatamente l'inconveniente viene risolto abbastanza velocemente, in modo tale da riprendere il concerto da dove si era interrotto. Siamo alle battute finali e la cover di Arise dei Sepultura ed il singolo Icons Of A Dead World sono i picchi di una esibizione breve ma intensa, che lascia i presenti ancora vogliosi di musica, chiedendo a gran voce The Modern Age Slavery come bis. Purtroppo con il nuovo entrato Filippo de Pietri non è stata preparata, quindi il gruppo per accontentare il pubblico ri-suona il pezzo di apertura, durante il quale questa volta il bassista Mirko Bennati ed il chitarrista Luca Cocconi scendono dal palco e vanno in giro per il locale mentre suonano. Il primo dirigendosi verso il bancone del bar, il secondo facendosi addirittura aprire la porta ed uscendo fuori in strada a suonare, una scena a cui già lo scorso anno abbiamo assistito quando vennero con gli Amassado e che comunque è sempre divertente da vedere.

È l'una passata quando tutto finisce, tra saluti e pacche sulle spalle. I The Modern Age Slavery hanno saldato alla grande l'impegno purtroppo saltato lo scorso anno, investendo il pubblico genovese con il loro death macchiato di deathcore. Come detto, il set non è stato molto lungo ma sicuramente di qualità e d'altra parte, ad esser sinceri, questo genere di assalto sonoro si riesce ad apprezzare di più quando risulta breve e compatto, come in questo caso.
Alla fine possiamo dire che la serata sia andata bene: entrambi i gruppi si sono fatti valere e le presenze sono state numericamente buone, anche se inferiori a quelle del sabato prima. Certo, a ben vedere siamo sempre gli stessi a questi eventi e le facce conosciute si alternano sopra e sotto il palco, ma anche questa è Genova, con i suoi pregi ed i suoi difetti.



IMMAGINI
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locandina del concerto
ARTICOLI
01/10/2015
Live Report
THE MODERN AGE SLAVERY + PATH OF SORROW
Angelo Azzurro Club, Genova (GE) , 26/09/2015
 
 
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