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RISE AGAINST + RAISED FIST - Estragon, Bologna (BO), 02/10/2015
07/10/2015 (2306 letture)
Dopo le due date di Milano e Roma presso l’Alcatraz e l’Orion Club dei giorni scorsi, i Rise Against terminano le tappe prefissate sul suolo italico con l’appuntamento all’Estragon di Bologna di Venerdì 2 Ottobre; queste sono le prime date in Italia dopo l’uscita di The Black Market, pubblicato lo scorso anno per Interscope Records/Universal e la sostanziosa presenza di pubblico di tutti e tre gli spettacoli, è stato un chiaro segnale di quanto fossero attesi nel nostro paese.

RAISED FIST
L’ultima volta che vidi gli headliner esibirsi dal vivo fu a Luglio al Volt Festival in Ungheria, ho quindi avuto occasione di assistere e vivere due esperienze distinte dal momento che quest’Estate la location era all’aperto, di giorno, con un palco immenso e con tutta la ressa tipica dei festival che confina ad una certa distanza, se non si è in vena di lottare per stare più vicino possibile alla band; tutto l’opposto dì venerdì a Bologna, dove al chiuso, durante una serata piovosa, ci siamo concessi la frenesia del pogo e della calca fin da subito sotto palco.

Un clima vagamente simile a quello degli opener in Ungheria, ovvero i punk rockers Ignite, viene riproposto con molta più durezza dagli svedesi Raised Fist, che puntualissimi sull’orario di inizio del concerto, caricano l’Estragon con sonorità hardcore punk sporcate a tratti da un più recente metalcore; questo tour è per loro l’occasione di promuovere il nuovo lavoro intitolato From The North, ed è stata la prima occasione di vederli dal vivo dopo avere ascoltato a suo tempo qualche estratto dal precedente album Veil of Ignorance del 2009. inutile dire di quanto non si siano trattenuti per un istante sul palco nostrano: salti, headbang, calci volanti e corse da una parte all’altra dello stage per portare agli spettatori più carica possibile; inizialmente intimorito, il grosso del pubblico si lascia poco a poco andare formando i primi poghi, mentre una minoranza distribuita qua e là, canta a pugno alzato i ritornelli della band, segno di come una parte degli spettatori, certamente più navigata nell’ambiente, già conoscesse ed apprezzasse il quintetto svedese, in realtà sulla scena da ben più tempo degli stessi headliner; memorabile il momento in cui un brano particolarmente violento viene presentato dal frontman come una canzone d’amore!
Dopo una mezz’ora abbondante di carica esplosiva più che approvata, lo show dei Raised Fist volge al termine tra gli applausi, dimostrando una certa capacità di coinvolgere anche un pubblico più giovane che con tutta probabilità non lì conosceva nemmeno di nome; il cantante Alex Hagman dopo i saluti con i compagni salta letteralmente giù dal palco per ringraziare tutta la prima fila e quelli delle file posteriori che riescono ad allungare la mano, dimostrando la tipica vicinanza delle band hardcore per il proprio pubblico. Speriamo di avere altre occasioni per gustarci la grande presenza scenica e l’impatto sonoro esibiti, magari in un club più ridotto e con un clima più intimo, sicuramente promossi.

RISE AGAINST
Un cambio di palco forse leggermente troppo lungo svela la scenografia con i quattro caratteri cubitali RISE tra amplificatori e batteria, dando così finalmente il benvenuto agli statunitensi Rise Against tra il clamore degli spettatori; la prima cosa che notiamo è la fasciatura alla mano sinistra del cantante Tim Mcllrath il quale, vittima di una frattura recente, presta la chitarra all’amico Neil Hennessy dei Lawrence Arms, presentando così un’insolita formazione da cinque elementi. Dopo un breve saluto la band parte in quarta con l’accoppiata The Great Die-Off e The Good Left Undone ed è subito bolgia, con un pit esteso fin a quasi metà della location, ormai gremita fino al fondo, dove più e meno giovani non perdono l’occasione di cantare a squarciagola, in un caldo infernale, con la seguente adrenalinica Satellite; già qui posso notare che la resa acustica non è delle migliori in quanto la voce è a tratti coperta dal resto degli strumenti, mentre in altri momenti li sovrasta con un dualismo fastidioso, co, una qualità acustica minore rispetto dal festival estivo dove i volumi sono rimasti stabili e ben equilibrati; ma a proposito di volume generale, l’impatto della venue al chiuso è arrivato alle nostre orecchie molto più violentemente, facendoci scatenare a perdifiato e facendoci tornare ragazzini circondati da altri ragazzini.
Apertura a parte, durante la variegata scaletta l’unica traccia del nuovo album proposta è stata I Don't Want to Be Here Anymore, con un certo disappunto di una fetta di pubblico, che durante un tour promozionale, si aspettava per la serata qualche altro estratto da The Black Market; al contrario alcuni amanti della vecchia scuola hanno gradito l’inclusione di una chicca del secondo album Revolution For Minute del 2003, ovvero Black Masks And Gasoline che ci rimanda la periodo in cui la band era più vicina ad un melodic hardcore più puro, diversamente dal punk rock / punk revival degli album più recenti.
Immancabili le più celebri hit Survive, Collapse (Post-Amerika) e Prayer of the Refugee, che scatenano il pubblico dalle prime alle ultime note ed anche oltre, facendoci quasi capitolare a terra.
Terminata una Ready To Fall insolitamente allungata verso l’ultimo ritornello, giusto per farci cantare qualche minuto di più, i nostri si ritirano dietro le quinte per uscirne dopo una breve pausa; ora il vocalist Tim è accompagnato da una chitarra acustica ed una elettrica, per esibirsi in una riuscita Hero of War e concedendosi poi, di suonare da solo la chitarra acustica nella seguente Swing Life Away; forse la frattura non è così grave quanto lasciato presagire in precedenza, ma evidentemente non abbastanza in sesto per un intero live. Qui non si può ignorare una netta differenza con la data ungherese perché, in quel momento, reputai controproducente la scelta di spezzare un concerto punk con due canzoni in acustico, quasi una noia per quanto siano state comunque ben fatte; ma all’Estragon, dopo essere stati fin dal principio nel pogo, in compagnia di cattivoni grossi e sudati, wall of death compresi, una pausa per recuperare il fiato è stata più che gradita, forse anche per la band stessa.

Nuovamente ritiratisi dietro le quinte, forse per un poco di più rispetto a prima, i Rise Against tornano sul palco al completo per un secondo encore da un paio di pezzi: Dancing For Rain, accolta leggermente con meno entusiasmo rispetto le precedenti, dato che la platea forse si aspettava qualcosa di diverso a fine concerto e la conclusiva Savior, che cogliamo unanimemente al volo come ultima occasione di lasciarci andare nel pit o per cantare, come fossimo tutti amici di vecchia data, arrivando poi quasi in prima fila per la consueta lotta all’ultimo plettro, bacchetta o scaletta lanciata dalla band.
È da poco passata la mezzanotte quando gli headliner salutano e ringraziano il pubblico presente, prima di ritirarsi un’ultima volta dietro le quinte; la scaletta è stata modificata solo marginalmente rispetto a quest’estate, ma questa volta ci siamo divertiti di più lasciandoci trasportare e non preoccupandoci troppo dei suoni, sebbene leggermente peggiori. Per quanto riguarda la prova strumentale, notiamo che la voce in sé è quasi migliorata rispetto agli ultimi tempi, dove Tim sembrava aver perso qualche colpo, ottima prestazione invece per la sezione ritmica e nessun errore evidente per le chitarre.
Alla fine dei conti I Rise Against hanno saputo davvero coinvolgere mostrando una grande interazione coi fan, che ormai sono un tutt’uno con la band; con una risposta di pubblico del genere, non dubitiamo del fatto che torneranno a trovarci presto, magari con del nuovo materiale, sperando tra me e me che questo somigli ai primi, più rabbiosi, lavori della band.

SCALETTA RISE AGAINST
1. The Great Die-Off
2. The Good Left Undone
3. Satellite
4. Give It All
5. The Dirt Whispered
6. Re-Education (Through Labor)
7. Survive
8. I Don't Want to Be Here Anymore
9. Collapse (Post-Amerika)
10. Make It Stop (September's Children)
11. Prayer of the Refugee
12. Help Is on the Way
13. Black Masks & Gasoline
14. Ready to Fall

---- Encore 1 ----
15. Hero of War
16. Swing Life Away

---- Encore 2 ----
17. Dancing for Rain
18. Savior



annie
Giovedì 8 Ottobre 2015, 10.54.29
1
Bel live report, complimenti! Il fatto che i Rise Against abbiano scelto una sola canzone dall'ultimo The Black Market ha lasciato perplessa anche me, ma una scaletta del genere, con moltissimi brani carichi e validi, non è comunque da bocciare. Spero di riuscire ad assistere ad un loro concerto, prima o poi.
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Poster del tour
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07/10/2015
Live Report
RISE AGAINST + RAISED FIST
Estragon, Bologna (BO), 02/10/2015
 
 
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