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AXEL RUDI PELL - La magia è nell'aria
21/12/2015 (1999 letture)
Il Mago Tedesco della Chitarra è tornato con il nuovo album, che ormai è quasi un appuntamento fisso fra la fine di un anno e l’inizio di quello successivo. Lo abbiamo nuovamente raggiunto per un’intervista, gradevole ed interessante come sempre, che è la quinta da lui rilasciata al nostro sito ed addirittura la terza consecutiva realizzata dal sottoscritto. Ormai, si può dire, siamo vecchi amici...

Barry: Ciao Axel e bentornato su Metallized! Sai che questa è la terza intervista che facciamo assieme?
Axel: Oh mio Dio, come passa il tempo!

Barry: Ahah pare proprio di sì! Direi quindi di non farne passare ancora e di iniziare subito. Questi ultimi due anni sono stati davvero impegnativi per te, ma anche ricchi di soddisfazioni: hai pubblicato Into the Storm, poi hai rilasciato il live dello show per il tuo venticinquesimo anniversario e, adesso, stai per pubblicare il nuovo lavoro in studio. Possiamo dire, parafrasando il titolo del live, che questo è il tuo momento magico?
Axel: Assolutamente sì! Questo è il mio momento magico e…beh, direi che siamo anche vicini a Natale, quindi la magia è nell’aria! Ahah!

Barry: Mi pare giusto! Sempre a proposito del live del venticinquennale, ti va di dirci qualcosa di più? Che sensazioni hai provato nel ritrovarti sul palco con tanti tuoi ex compagni di avventure?
Axel: E’ stato molto interessante ed anche molto divertente. Pensa, ad esempio, che con gli Steeler non avevo suonato per ben ventisei anni, ci siamo visti solo due volte prima dello show nella mia città, per provare un po’ assieme, eppure poi abbiamo suonato come se ci fossimo separati soltanto da un paio di anni! E’ sembrato impossibile che fra la nostra ultima esibizione assieme e quella dello show del venticinquennale fossero passati così tanti anni, ci è parso tutto estremamente naturale. La stessa cosa vale per gli altri ragazzi che hanno preso parte allo spettacolo: c’erano così tanti vecchi amici sul palco ed anche con loro avevamo sì e no tenuto una sessione di prove assieme, eppure il risultato è stato fantastico, tutti si sono divertiti e sono stati felicissimi. E’ stato come un grande Ehilà! Benvenuto in famiglia!

Barry: Una grande famiglia, indubbiamente. Come ultima domanda sul “passato”, vorrei chiederti se ti piacerebbe poter cambiare qualcosa del tuo penultimo lavoro, Into the Storm.
Axel: Sì! Mi piacerebbe poter modificare il suono della batteria, perché a mente fredda mi sono reso conto che era troppo basso nel mix, per i miei gusti. Bobby naturalmente aveva fatto un lavoro egregio, così come lo ha fatto sul nuovo Game of Sins, ma durante le registrazioni di quest’ultimo ho espressamente detto al nostro ingegnere del suono che volevo una batteria più “pompata”, un po’ come sui nostri album di otto-nove anni fa. Potendo, sarebbe in effetti l’unica cosa che cambierei davvero, mentre il resto mi soddisfa pienamente ancora oggi, a distanza di un paio di anni.

Barry: Molto bene, allora passiamo al nuovo album: in tutta onestà, l’ho apprezzato di più rispetto ad Into the Storm e penso sia uno dei vostri migliori lavori degli ultimi anni; credo che ciò sia dovuto anche al fatto che la vostra formazione sembra più solida e compatta rispetto al precedente lavoro. Che ne pensi?
Axel: Penso che anche Into the Storm fosse un ottimo album, ma indubbiamente su questo nuovo album ci conoscevamo tutti meglio: all’epoca di Into the Storm, Bobby era entrato nella band poco prima delle registrazioni e, praticamente, non aveva mai visto e conosciuto nessuno degli altri ragazzi, tranne il sottoscritto. Stavolta, invece, la line-up era sicuramente più solida e Bobby, così come tutti noi, sapeva esattamente cosa e come fare.

Barry: Non ne dubito e, senza nulla togliere a Mike Terrana o agli altri tuoi precedenti musicisti, credo che la vostra line-up con Bobby Rondinelli sia la migliore che abbiate mai avuto.
Axel: Penso che tu abbia ragione. Mike è ovviamente un eccellente batterista ed un vero professionista, ma fra di loro c’è una differenza fondamentale: Mike ha suonato e suona in molte band dallo stile completamente differente, quindi, al momento di registrare, se gli chiedevo Ok, dobbiamo registrare la batteria per questo pezzo, cosa ti senti di suonare? spesso mi rispondeva: Dipende, dimmi cosa hai in mente. Bobby, invece, sin dalla prima volta in cui è venuto in studio, ha ascoltato i riff di chitarra ed ha detto: Ok, so esattamente cosa vuoi che io suoni, perché questo è lo stesso tipo di musica che “respiro” anche io. E’ un tipo di sonorità che lui ha nel sangue, non so se mi spiego, il che ne fa il batterista perfetto per noi.

Barry: Perfetto. Game of Sins sembra essere una sorta di concept album sull’azzardo e, ovviamente, sul peccato. Che tipo di concetti volevi comunicare con questo lavoro?
Axel: Il concept alla base di Game of Sins è che, in fondo, anche la vita è una sorta di gioco d’azzardo e, come tale, è ricca di occasioni che conducono l’uomo alla tentazione ed al peccato. Non intendevo parlare di un peccato preciso, come il demone del gioco o cose di questo tipo, avevo più interesse a parlare del peccato rapportato alla vita di tutti i giorni: ad eccezione della title-track, che è effettivamente una traccia dove si prende ad esame un vizio specifico, l’album è più che altro incentrato sulle scelte che la vita ci pone davanti tutti i giorni, su quello che puoi o non puoi fare di volta in volta.

Barry: E come hai scelto questa intrigante cover con la raffigurazione di una sorta di Joker folle?
Axel: Ho visto un’immagine simile su internet e, anche se la cover che poi abbiamo apposto sull’album è piuttosto diversa da quell’immagine originaria, è da quest’ultima che ho preso ispirazione. Mi piaceva l’idea di questo teschio –immancabile su un artowrk dei miei album- con indosso quel cappello, magari circondato da una carta e qualche fiamma! Ho quindi proposto questa idea al mio grafico di fiducia, un ragazzo britannico davvero in gamba, che ha concordato sul fatto che fosse un’idea ottima; il risultato finale, come ti dicevo prima, è un po’ differente rispetto all’immagine originaria, ma è venuta anche meglio e ne sono davvero felice!

Barry: Il teschio non può mancare mai! Come hai lavorato per comporre musica e testi? Hai adottato un approccio differente rispetto al tuo stile di songwriting consolidato?
Axel: No, ho proceduto come ormai è mio solito fare: scrivo musica costantemente, ogni volta che prendo in mano la chitarra anche solo per delle prove; se mi viene in mente un riff interessante, se c’è quella famosa magia nell’aria di cui abbiamo parlato all’inizio, lo catturo sul registratore del mio telefono, poi lo passo sul computer e lo conservo. Successivamente, quando ritengo di aver avuto sufficienti idee, le riprendo in mano e passo a comporre la vera e propria canzone. Anche Game of Sins è nato in questa maniera.

Barry: Nel corso di queste interviste, effettivamente, ho maturato l’idea che la composizione, per te, non sia un lavoro, quanto una sorta di “gioco”, come se tu non ne avvertissi praticamente mai la pressione.
Axel: Esatto! E’ proprio questo il segreto, è questa la fiamma che alimenta tutto. Non potrei mai sedermi in uno studio con un tizio che mi dice: Ok, adesso devi scrivere dieci canzoni per il nuovo album! Sarebbe profondamente noioso! Voglio dire, potrei anche farlo, ma non mi apparterrebbe e non penso lo farò mai. Anche perché sono sicuro che ne verrebbe fuori una cosa del tipo: Ok, questa fa schifo, questa pure, questa idem, questo tizio è uno stronzo! Ahah! Come ti dicevo, io scrivo sempre piccoli frammenti che poi andranno a comporre brani, non c’è un momento preciso in cui scrivo, una mia canzone può nascere in qualunque momento e da qualunque fonte di ispirazione.

Barry: Meglio così, almeno non ti annoi! Del nuovo album ho apprezzato molto Sons of the Night -che, correggimi se sbaglio, è un tuo tributo alla serie TV Sons of Anarchy. Ti va di dirmi qualcosa in più su questo brano?
Axel: Sì, Sons of the Night è effettivamente un tributo a quella serie TV. E’ una tipica canzone da biker, con testi da biker sulla fratellanza, sui legami di sangue e cose di questo tipo. Fin dalla prima volta in cui ho visto Sons of Anarchy ne sono rimasto profondamente colpito, posso dire di esser davvero fissato, ahah! Durante un episodio mi son detto: Mmm, penso proprio che ci scriverò una canzone, sì sì! ed ecco qua!

Barry: Ricordo che anche su Into the Storm c’era un brano –la cover di Hey Hey My My- che avevi scelto proprio in omaggio a questa serie TV! E, a proposito di cover, anche su Game of Sins ne abbiamo una, per la precisione All Along the Watchtower, qui in una versione piuttosto epica ed atmosferica. Come mai questo brano in particolare?
Axel: Innanzitutto, molto semplicemente, perché l’ho sempre adorato! Fin dalla prima volta in cui mi capitò di sentirla –mi riferisco alla versione incisa da Jimi Hendrix- ho pensato che fosse un brano splendido ed ho quindi deciso di farne una cover su questo nuovo album; un altro dei motivi per cui la mia scelta è ricaduta su All Along the Watchtower è che è un brano tutto sommato molto semplice, basato su una progressione di soli tre accordi. Poiché, quando decido di registrare una cover, non voglio mai riproporre per filo e per segno l’andamento dell’originale, bensì voglio sempre farne una versione personale, scelgo sempre brani che non siano particolarmente complessi, proprio per potermi sbizzarrire il più possibile nel processo di “conversione”. Abbiamo quindi aggiunto questa intro, come dici tu, più atmosferica e melodica, quasi da ballad, per poi dare vita ad un pezzo che è pienamente nel nostro stile. Quando attacca il riff principale, non a caso, le cose si fanno serie!

Barry: Sì, effettivamente scegliete quasi sempre brani che non siano metal per una cover, in fondo sarebbe fin troppo facile farlo, mentre mi pare che vi piacciano le sfide!
Axel: Esatto! Ci sono in giro già tantissime cover di brani metal, quindi, in sostanza, che bisogno ci sarebbe di aggiungere un’altra alla lista? Preferisco quindi scegliere canzoni che non c’entrino nulla o quasi con l’heavy metal, brani di tutt’altro genere e farne una versione metal in pieno stile ARP. E’ capitato anche che facessimo cover di brani metal, come ad esempio Holy Diver dei Dio, ma in quel caso abbiamo adottato un procedimento inverso, facendone una versione ballad, proprio perché totalmente differente rispetto all’originale! Non farei mai e poi una copia carbone del brano che intendo coverizzare.

Barry: Mi pare giusto, altrimenti sarebbe una copia e basta. Abbiamo avuto modo di parlare del tuo amore per le serie TV…magari anche il titolo stesso dell’album, Game of Sins, è una sorta di omaggio al Trono di Spade (Game of Thrones in lingua originale)?
Axel: Probabilmente sì! Ovviamente non sono solo fan di Sons of Anarchy, amo molto anche il Trono di Spade e può darsi che, al momento della scelta del titolo, il mio amore per la serie sia sbocciato fuori. Non è stata una cosa consapevole, però, è venuta in automatico!

Barry: Inconscio da serie TV! Una domanda che non ti ho mai fatto nel corso di queste interviste…che tipo di chitarra preferisci usare?
Axel: La stessa che uso da quando ho iniziato, cioè, uhm…sedicimila anni fa? Ahah! La mia devozione va da sempre alla Fender Stratocaster, che amo follemente sin da quando vidi per la prima volta in TV Ritchie Blackmore che la suonava, negli anni 70. Pensai da subito che fosse una grande chitarra ed il fascino che ebbe su di me aumentò quando, naturalmente, la vidi in mano anche a Jimi Hendrix! Ovviamente mi piace anche il sound di altri tipi di chitarra, come la classica Les Paul o la Gibson SG che suonano Tony Iommi ed Angus Young, mi piace anche il loro design…ma non fanno per me, non so se mi spiego! Ho come bisogno di suonare la Fender Stratocaster, ce l’avrò nel sangue ahah!

Barry: E’ possibile, ahah! Ora avrei un’altra delle mie domande “nostalgiche”: sono trascorsi quasi cinque anni dalla pubblicazione di The Ballads IV; avremo presto un The Ballads V?
Axel: Sissignore, signore! (con tono militaresco) Abbiamo in programma di registrare The Ballads V all’inizio nel 2017 e di pubblicarlo prima dell’estate, per promuoverlo con qualche show dal vivo. Non possiamo farlo prima del 2017 proprio perché il prossimo anno saremo in tour per promuovere Game of Sins, quindi ci vorranno tempo e pazienza per la scelta dei brani, ma il 2017 è un anno plausibile per la sua uscita.

Barry: E’ ormai una tradizione per voi e, fra l’altro, penso che uno dei motivi del tuo successo sia il fatto che i tuoi fan, nel bene e nel male, sanno sempre cosa aspettarsi da te!
Axel: Assolutamente sì! Sai, ci sono alcuni fan che, ogni volta che pubblichiamo un nuovo lavoro, dicono: Ah, il nuovo album è uguale all’ultimo, l’ultimo al penultimo e così via; hanno ragione, ma non penso sia un male! Voglio dire, questo è il nostro stile, non credo che qualcuno vada ad ascoltare dal vivo gli AC/DC pensando che quella sera propongano qualcosa di diverso dalla loro musica abituale! In sostanza, il nostro stile ormai è consolidato e non lo cambieremo mai.

Barry: Anche perché, magari, i fan che si lamentano sarebbero i primi a criticare un cambio di sonorità…
Axel: Esatto, la penso così anche io, ahah!

Barry: Immaginavo, ahah! Visto che abbiamo palato del vostro tour del 2016, mi riallaccio a questo perché, finalmente, dopo tanti anni, avremo la possibilità di rivederti in Italia! Hai qualcosa di speciale in programma per i tuoi fan italiani, visto che ti hanno atteso tanto a lungo?
Axel: Esatto, finalmente torniamo in Italia! Non so dirti se i fan vedranno qualcosa di speciale, ma posso assicurare a te ed a chiunque intenda partecipare che offriremo uno spettacolo al 100% rock! Diamo sempre il massimo nei nostri show e siamo tutti eccitatissimi all’idea di fare finalmente ritorno, non solo io, ma anche Johnny e Bobby, che hanno origini italiane! Saremmo voluti tornare già da anni, ma solo quest’anno si è finalmente presentata la giusta combinazione di fattori, al che ho subito detto al mio promoter: Fallo! Fallo! Facci suonare in Italia!

Barry: Era ora, eheh! Per curiosità: con alle spalle ben sedici album pubblicati, come scegli la scaletta per i tuoi concerti?
Axel: Non ho una regola, ad essere onesti. Spesso mi chiedono, prima di un tour, che brani suoneremo, ma la mia risposta è sempre la stessa: Non lo so! Ahah! Come hai detto, abbiamo tantissimi album da cui attingere, quindi la scelta non è facile. Poi ci sono anche brani che non possiamo non fare: se non suonassimo The Masquerade Ball, i fan direbbero: Ah! Ma quello è un classico! Perché non l’hai fatta, razza di idiota? Inoltre, se suoni sono brani vecchi, qualcuno dirà: Ah, basta con questo vecchiume, facci qualcosa di nuovo! Se suoni solo brani più recenti, qualcun altro dirà: Facci i classici e lascia perdere le nuove cose, brutto stronzo! E’ impossibile accontentare tutti, perché ognuno ha le sue preferenze. Per questo tour in particolare, penso che faremo tre o quattro pezzi dal nuovo album e poi faremo un mix di tutti gli album che abbiamo pubblicato in passato. E’ molto difficile fare una setlist, con alle spalle più di 150 brani! Per farli tutti dovremmo suonare una settimana intera, ahah!

Barry: Beh, non sarebbe male, ahah! Ok, direi che la nostra intervista può concludersi qui. Ti ringrazio molto, è stata come sempre una chiacchierata molto divertente ed interessante! Ci vediamo nel 2016, allora!
Axel: Assolutamente sì! Ed era anche ora! Grazie a tutti i nostri fan italiani, ai vostri lettori ed anche a te, per esserti preso la briga di intervistare per la terza volta questo vecchio squalo del rock! A presto!



Mic
Martedì 22 Dicembre 2015, 12.26.38
4
C'è chi si lamenta anche dei motorehead in realtà. Per quanto mi riguarda dopo motorizer ho smesso
yog
Lunedì 21 Dicembre 2015, 21.38.09
3
"di certo sa come si scrive sempre lo stesso disco"......come fanno i motorhead da secoli ma nessuno se ne lamenta mi pare...
mic
Lunedì 21 Dicembre 2015, 20.49.00
2
di certo sa come si scrive sempre lo stesso disco
Beastman
Lunedì 21 Dicembre 2015, 18.59.00
1
Sempre un bravo ragazzo il buon Axel. Forse non troverà il trono tra gli sperimentatori, ma finché lo regge l'ispirazione, sa ancora come si scrive un disco.
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