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ENSHINE - Melodic control
02/01/2016 (1360 letture)
In occasione di uno degli album più interessanti del 2015, non potevamo certo lasciarci sfuggire l’occasione di porgere una serie di domande a Jari Lindholm, chitarrista, maghetto della consolle, nonché mente del progetto Enshine insieme a Sebastién Pierre. Eccovi parole di Mr. Lindholm…

Michele: Ciao Jari, benvenuto su Metallized. Innanzitutto ti va di fare una breve presentazione del progetto Enshine ai nostri lettori?
Jari Lindholm: Certamente! Gli Enshine sono un progetto mio e del cantante e co-scrittore Sebastién Pierre. La nostra musica può essere descritta come atmosferica, melodica e pesante con frammenti di death metal, doom metal, rock e anche con una buona dose di inserzioni elettroniche.

Michele: Singularity, così come il vostro debutto Origin, è stato accolto in maniera positiva dalla quasi unanimità degli addetti ai lavori, così come dagli ascoltatori. Recentemente ho notato che nel vostro Bandcamp avete fatto sold out di entrambi gli album, ti aspettavi un'accoglienza del genere considerando il supporto di una piccola etichetta e senza il classico tour a seguito dell'uscita dell'album?
Jari: Beh, sia il supporto, che il responso sono stati finora sicuramente grandiosi, seppure la disponibilità sul nostro Bandcamp rappresenti solamente la nostra quantità di copie a disposizione per la vendita, mentre solitamente i nostri dischi sono sempre disponibili nello shop della nostra label. Attualmente, tuttavia, sembra che la versione digipack di Singularity sia esaurita. Entrambi gli album sono stati stampati in un’edizione limitata (200 copie) e sembra che anche la seconda ristampa di Origin andrà molto presto andrà sold out anche nello shop della Naturmacht . Penso che il feedback che abbiamo ricevuto sia davvero molto vicino a come lo idealizzavo nei miei pensieri più ottimistici, che tra l’altro sono anche frutto dai presupposti generati dell’album precedente, dai commenti positivi che si muovevano attraverso i social media…

Michele: Da quello che posso capire sei una persona che ama monitorare a 360° ogni parametro della creazione dell'album, sia esso di natura compositiva ma anche produttiva, pensi che questo aspetto sia fondamentale per mantenere integro ciò che proponi oppure sei aperto a nuove soluzioni?
Jari: Hai perfettamente ragione, sono abitualmente parte integrante di tutti processi che partono dalla scrittura fino alla produzione, mixaggio e mastering. Tuttavia in questo album, ad esempio, non ero presente durante le registrazioni delle parti di batteria perché Fredrik ha gestito questa fase in completa autonomia. Quindi diciamo che non c’è una regola fissa, ma in generale voglio essere sicuro che tutti gli strumenti siano registrati in maniera appropriata, cosicché non si verifichino grosse problematiche da sbrogliare durante la fase di mixaggio. Con così tanti livelli di tracce da processare, non è mai stato finanziariamente saggio lasciare il mixaggio a qualcun altro, perché necessita veramente parecchio tempo lavorarci su.

Michele: Secondo te il fatto di appartenere ad una piccola o grossa label può inficiare sul processo compositivo? Avete avuto proposte da altre etichette al di fuori della Rain Without End Records ?
Jari: Si, perché abbiamo completa libertà creativa. Poi probabilmente ci sarebbero label più grosse che ci offrirebbero comunque carta bianca, ma mi ritornano in mente alcune esperienze, tra cui una in particolare (senza fare nomi), che si è rivelata essere l'esatto contrario e che è stata tale da mettermi alla larga dal circuito delle grosse label per un po’ di tempo!

Michele: Se ci sono delle caratteristiche che adoro sia di Origin che di Singularity sono le tue parti soliste e il tuo spiccato gusto per la melodia, penso che dietro la semplicità di certe scelte ci sia un lavoro di ricerca non indifferente, puoi farci un breve cenno su come lavori alla stesura e all'arrangiamento dei pezzi?
Jari: Generalmente tutto parte da un riff poi aggiungo alcune armonie o idee da altri strumenti. Quindi quando sei felice del tuo risultato, arriva il momento di capire di che parte si tratta, ad esempio è un intro, un ritornello o qualcos’altro? Quindi si prosegue addizionando all’idea iniziale delle parti aggiuntive facendo in modo che siano coerenti con la direzione che vuoi far intraprendere nella costruzione del pezzo e su che cosa vuoi che giri attorno. Qualche volta mi capita di mischiare alcune idee, o rimpiazzarne e rimuoverne altre fino a quando sento che gli arrangiamenti divengono solidi. In alcune rare occasioni il processo può essere diverso, come un’idea completa di una canzone che mi salta in mente e ho solo bisogno quindi di annotarmela.

Michele: Se ti dovessi fermare un attimo e riflettere su quali chitarristi e quali bands abbiano influenzato il tuo stile che nomi salterebbero fuori?
Jari: Mi verrebbe da pensare a band come Novembre, Katatonia, Tiamat, Pink Floyd giusto per citarne alcuni…

Michele: Personalmente considero Singularity uno dei migliori album del 2015 ma penso anche che tu e Sebastién siete rimasti volutamente un duo non facendo il passo definitivo vale a dire quello di diventare una vera band. Per farti un esempio in Origin, ho apprezzato la creatività dei pattern di basso e di batteria di Siavosh e Oscar e questa caratteristica non è invece stata ben sviluppata nell’ultimo album Singularity. Come consideri questo aspetto del tuo progetto? Tu e Sebastién avete dei piani futuri in questo senso al fine di stabilizzare la line-up o anche al fine di pianificare qualche data speciale per dare l’opportunità ai vostri fan di apprezzare dal vivo i pezzi degli Enshine ?
Jari: Non è qualcosa che abbiamo programmato con esattezza, piuttosto penso che sarà più probabile che decideremo di trovare qualche musicista aggiuntivo per qualche evento live, circostanza che mi auguro accada. Ma formare una “vera” band non credo sarà un evento realizzabile in tempi brevi, per via del fatto che dovremmo lavorare per forza separatamente a distanza. Forse potrei considerare l’idea solo avendo la possibilità concreta che l’intera band si possa riunire almeno una, due volte l’anno o giù di lì…

Michele: Domandona: ipotizziamo che tutto fili liscio e qualche data salti fuori, suoneresti anche qualche pezzo degli Slumber o lo consideri poco opportuno?
Jari: Non credo, a questo punto sarebbe come ri-addentrarsi in qualcosa che appartiene al mio passato. Potrei forse prendere in considerazione l’idea di suonare i pezzi degli Slumber con i miei vecchi compagni di band, così come abbiamo fatto nel 2012, ma credo sarà molto improbabile.

Michele: Nei vostri testi è sempre ricorrente il tema del sogno, relazionato al fatto che una parte della nostra percezione è spenta, ma che esista la speranza di ricollegarci all'energia primordiale che muove l'Universo, poiché siamo costituiti della sua stessa materia. Ho sentito una qualche influenza di Castaneda in tutto ciò, conosci per caso a quali letture si ispira Sebastién nella stesura testi?
Jari: Non conosco purtroppo a quali specifici scrittori si ispiri, so però che Sebastién ha un grande interesse nella scienza e nel suo lavoro, tra i vari incarichi, si è occupato nella visualizzazione di varie teorie scientifiche.

Michele: Puoi dirci a cosa stai lavorando recentemente? Ci sono novità ad esempio sul fronte Exgenesis?
Jari: Stiamo pianificando un album con gli Exgenesis, anche se attualmente è tutto in fase embrionale. In questo momento sono molto occupato con i Seas of Years (un altro progetto di Jari, N.d.R.), mixando alcune nuove canzoni che ho registrato recentemente e preparando tutto il setup necessario per suonare dal vivo in alcune prossime date.

Michele: La nostra intervista sta volgendo a termine. Vuoi aggiungere qualcosa da dire ai nostri lettori italiani?
Jari: Beh, questa è la fine dell’intervista, quindi congratulazioni per essere stato un lettore tanto scrupoloso da leggere tutto fin quaggiù! Ciao e mille grazie!



gamba.
Domenica 3 Gennaio 2016, 0.58.50
1
complimenti per l'intervista, ascoltavo proprio in questi giorni singularity, album piacevolissimo
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