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VOX CLUB, VIA VITTORIO VENETO 13 - NONANTOLA (MO)

IVAN GRAZIANI - Il primo cantautore rock
30/01/2016 (2718 letture)
In realtà, questa non è la prima volta che la nostra testata vi propone il nome di Ivan Graziani. Abbiamo infatti già incontrato l'artista, seppure assolutamente di sfuggita, nella terza puntata di una vecchia mini-serie riguardate la Storia del Prog Rock Italiano. A dirla tutta, la relazione tra lui ed il progressive non è stata continuativa e, come vedremo, non poteva esserlo, anche se leggendo il libro viene fuori un particolare assolutamente interessante in proposito. Tuttavia, già in occasione della pubblicazione di quel pezzo, tra i commenti si lessero alcuni complimenti per Ivan, a conferma sia del fatto che il suo particolarissimo "cantaurock" è apprezzato da molti rockers avvezzi a suoni di norma ben più pesanti dei suoi, che del fatto che i nostri lettori sono proprio del tipo che abbiamo sempre saputo.

LA PREFAZIONE? DIO CE NE SCANZI
Scritto da Paolo Talanca, blogger, critico musicale, scrittore, saggista ed articolista de Il Fatto Quotidiano, nonché direttore di redazione del Premio Lunezia e membro della giuria che assegna le Targhe Tenco, Ivan Graziani. Il primo Cantautore Rock gode anche di una breve, ma centrata prefazione a firma di Andrea Scanzi. Dal punto di vista editoriale si tratta di un'edizione molto semplice, presentata da una copertina che ritrae Ivan alle prese con il "ferro del mestiere", mentre all'interno le foto sono tutte in bianco e nero. Le novanta pagine complessive comprendono prefazione, note tecniche, materiale fotografico, indici e fogli bianchi. Ne consegue che la lettura dell'opera, da considerare più un pamphlet, è molto veloce e per nulla affaticante. Quello che è importante segnalare è che Ivan Graziani. Il primo Cantautore Rock, non è una biografia, scelta che avrebbe letteralmente imposto una lunghezza dello scritto molto diversa. Ma di cosa si tratta, allora?

TEMPI COMPOSTI, TEMPI ROCK
L'opera di Talanca, pur affrontando le varie fasi dell'esistenza del protagonista, non intende fornire una cronaca differita di ogni momento più o meno topico della vita e della carriera dell'artista, bensì cercare di mettere in chiaro quanto e perché Ivan Graziani sia stato e sia ancora importante per la musica italiana tutta -particolarmente per il rock ed anche come session-man, oltre che per il modo di scrivere i testi- e quanto, di converso, sia stato e sia ancora maledettamente sottovalutato e poco conosciuto. Specialmente in rapporto a quanto dato nella sua breve permanenza su questa terra. Partendo dalle sue origini e dall'importanza che la provincia, nel bene e nel male, ha avuto nel determinare un certo suo atteggiamento, Talanca, toccando gli snodi fondamentali della sua parabola di uomo e di artista, arriva al momento topico, ossia quello in cui si determina e si sviluppa la poetica chitarristica e testuale di Ivan. Figura scomodissima durante gli anni 70, la sua, anche per quanto riguarda le liriche, affrontate con approccio, per così dire, privatistico/sociale e lontano dalla formula "il personale è politico" che, in tempi dei quali abbiamo ripetutamente parlato, imponeva di inquadrare tutto all'interno di una precisa ottica. Ivan Graziani, pur avendo contribuito in maniera forse determinante a portare l'Italia su un determinato percorso, non era inquadrabile in schemi standard e quindi veniva spesso emarginato, dato che:

Ivan vuole fare il cantautore
partendo da virtuoso dello strumento, senza
snobbare il rock ‘n’ roll (anzi!), senza sentirsi in dovere
di parlare di politica (semmai di sociale), senza voler
apparire intellettuale, esistenzialista e polveroso. Lo
farà in maniera naturale, attraverso quella proficua
strada che porterà il rock ‘n’ roll fino al progressive,
con caratteristiche più coscientemente artistiche, di ruvidezza
e di rottura, che si chiamerà semplicemente
‘rock’.


o prima ancora:

"Ho in mente un genere nuovo. […]
Vorrei fare pezzi molto melodici
che poi sfociano all’improvviso in tempi
composti".
Era il 1969 e Ivan stava prefigurando il
progressive all’italiana.
.

UN PIGRO TRA I LUPI
Nell'opera vengono ovviamente citate le canzoni più conosciute di Graziani, Agnese, Lugano Addio, Firenze (canzone triste), ma l'autore si focalizza maggiormente sull'importanza di episodi quali Pigro o Fuoco sulla Collina e sull'equilibrio trovato nella sua maturità artistica -almeno, su quella evidenziata prima della sua scomparsa, dato che molta altra strada avrebbe certamente percorso se fosse rimasto in vita- e sulla fusione tra la parola e la musica. Un lavoro di cesello, che vedeva le sue doti di chitarrista notevole sempre al servizio del corretto bilanciamento della proposta, andando oltre il cantautorato, ed arrivando a produrre veri dipinti musicali. Un uomo ed un musicista spinto da una visione dannunziana dell'arte (era anche ottimo disegnatore, come testimoniano alcuni lavori presenti nei suoi dischi e molto altro), ancora praticamente tutto da scoprire e storicizzare come merita. L'opera di Talanca, dunque, cerca di destare interesse su una figura di autore estremamente originale, sempre in anticipo sui tempi e costantemente alla ricerca di uno stile proprio e lo fa con uno scritto breve, agile, da leggere tutto d'un fiato. Soluzione che può fungere da stimolo per chi volesse approfondire o conoscere Ivan Graziani in maniera più ampia e con la poetica dell'artista come filo conduttore.

Graziani è stato,-tra le molte cose- un dannunziano rivoluzionario.
Era guidato da un moto perpetuo che lo portava avanti rispetto al tempo in cui viveva.
La sua discografia è intrisa di trame cinematografiche, aperture visionarie, ritatti immortali e “capelli fermi come il lago”…quanta bellezza in cinque parole…

Andrea Scanzi

N.B. Tutte le foto a corredo dell'articolo sono tratte dal libro.

::: ::: ::: RIFERIMENTI ::: ::: :::
AUTORE: PAOLO TALANCA
TITOLO: IVAN GRAZIANI, IL PRIMO CANTAUTORE ROCK
EDITORE: CRAC
PAGINE: 90
PREZZO: € 12,00
ISBN: 978-88-97389-27-9



jek
Mercoledì 3 Febbraio 2016, 20.30.14
15
@Galilee Sugo e Diesel di Finardi sono due dischi della madonna. Finardi meriterebbe un articolo senza aspettare la sua dipartita.
Galilee
Martedì 2 Febbraio 2016, 11.27.42
14
Sono un amante del cantautorato rock all'italiana e anche Graziani non mi dispiace, però sinceramente l'uso della voce mi ha sempre lasciato un pò li. Per dire, Finardi lo preferisco alla grande, anche perchè vocalmente era tutt'altra cosa. Comunque un grande.
sicomeno
Lunedì 1 Febbraio 2016, 19.31.56
13
grandissimooooo...la canzone "Un Uomo" mi convertì al rock
ayreon
Sabato 30 Gennaio 2016, 20.02.57
12
tu classifichi i dischi in maniera esemplare,poi dici siamo liberi,nessuno deve giudicare.grande
R
Sabato 30 Gennaio 2016, 18.11.34
11
Gallina ti ho mai detto che sei un "grande" ? Quasi un Tacchino...anzi no...di più...quasi uno Struzzo...!!! Grazie , a presto
gianmarco
Sabato 30 Gennaio 2016, 17.57.13
10
un grande , la sposa bambina e maledette malelingue sono tra le sue canzoni che preferisco .
klostridiumtetani
Sabato 30 Gennaio 2016, 17.39.15
9
E' vero sembra Phil Collins!!!
Elluis
Sabato 30 Gennaio 2016, 17.15.08
8
P.S. nella seconda foto in alto a sx, più che AC/DC style, sembra più un giovanissimo Phil Collins.
Elluis
Sabato 30 Gennaio 2016, 17.13.29
7
Ben detto, praticamente dimenticato: io stesso l'ho sempre sentito nominare da più parti, ma ad essere sincero musicalmente non lo conosco per niente, non penso di aver mai sentito nulla di suo, e non sapevo nemmeno che fosse morto da quasi 20 anni (cioè sapevo che era morto, ma non da così tanto tempo).
klostridiumtetani
Sabato 30 Gennaio 2016, 16.17.39
6
Un grande, quasi dimenticato. Ben vengano articoli come questo che cercano di non far perdere la memoria di artista che secondo me non ha raccolto quanto meritava. Magari anche la recensione di qualche suo disco. I primi tre ad esempio, secondo me, sono esemplificativi del suo genio.
Raven
Sabato 30 Gennaio 2016, 16.04.30
5
Vedo con piacere che il nome di Graziani è bene accetto dai lettori. Ne ero certo
jo-lunch
Sabato 30 Gennaio 2016, 14.47.23
4
Hai ragione Raven. Vale proprio la pena approfondire il cantautore Ivan Graziani. Personalmente ho un ottimo ricordo di lui e della sua musica all'epoca ritenuta innovativa. Grandissimo chitarrista, spesso e volentieri sottovalutato dalla critica che a quei tempi osannava altri personaggi di cui si sono perse le tracce. Per me è sempre un piacere ascoltarlo e qualche sua canzone mi mette un po' di malinconia. Se n'è andato troppo presto, avrebbe avuto modo di dare di più se il tempo glielo avesse concesso.
Kuix79
Sabato 30 Gennaio 2016, 14.33.14
3
...il più dimenticato tra i grandi cantautori. Invito ad ascoltare le sue meravigliose canzoni. Complimenti alla redazione per aver dedicato spazio ad Ivan.
Raven
Sabato 30 Gennaio 2016, 13.29.54
2
redo che, più che altro, il libro serva da primo step per entrare in contatto con Graziani e capire quanto valga la pena approfondirlo.
jek
Sabato 30 Gennaio 2016, 11.31.40
1
Interessante. 12 eurini si possono spendere per approfondire il personaggio Graziani. A me piaceva molto sia come testi ma specialmente come chitarrista. Molto snobbato forse perché cresciuto musicalmente in un periodo dove se eri un cantautore non inquadrabile politicamente era difficile sfondare.
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IVAN GRAZIANI
Il primo cantautore rock
 
 
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