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SINE QUA NON - # 13 - 'Morbid Tales' e 'Sign of the Hammer'
06/04/2016 (2800 letture)
Dopo la sbornia di suoni settantiani della scorsa volta, imprimiamo adesso una accelerazione secca al ritmo dei bpm. I due dischi in focus per la puntata numero 13 sono, ognuno a loro modo, dei punti fermi di due scene ben diverse tra loro, ma che possono contare su una foltissima schiera di supporter. Morbid Tales dei Celtic Frost è infatti considerato quasi un punto zero per lo sviluppo del genere estremo nelle sue varie facce, mentre Sign of the Hammer ha rappresentato il consolidamento definitivo di un certo Epic metal, tracotante e magniloquente, così come i Manowar.

CELTIC FROST: MORBID TALES
Non sono molti i precedenti riguardanti un gruppo ed un disco così importanti, tanto ferocemente osteggiati al loro apparire sulla scena. Dopo l'esperienza Hellhammer, non per nulla bastonati anche più dei Celtic Frost, Warrior ed Ain si ritrovarono a gestire il gelido disprezzo albionico indirizzato verso gli Hellhammer anche con la nuova band. A questo proposito va detto che le vicende riguardanti la critica nei confronti dei Celtic Frost sono tutt'altro che edificanti per gli sprezzanti giornalisti musicali d'oltremanica e che questo ha un peso specifico enorme. Non dimentichiamo, infatti, che negli anni ai quali ci riferiamo, l'Inghilterra era il metal e tutto ciò che veniva suonato e/o detto oltre Calais, era accettato supinamente quasi da tutti. Essere stroncati pressoché unanimemente a quelle latitudini, era pertanto equiparabile alla morte civile. I Celtic Frost erano la naturale conseguenza degli Hellhammer con obiettivi chiari, miglioramenti sensibili in tutti i reparti, ma con lo stesso approccio furente lontanissimo sia dalla N.W.O.B.H.M. che aveva fatto la fortuna di molti di quei giornalisti, che dal punk tradizionale. Il tutto costituiva una minaccia per una categoria che -letteralmente- mangiava col metal di inizio anni 80 e una sfida troppo grande per le capacità di analisi di molti. Nonostante in tanti reputino To Mega Therion migliore (cosa probabilmente vera dal punto di vista strettamente musicale), l'importanza storica di Morbid Tales è superiore. Questo considerando il disco come anello di congiunzione tra Hellhammer e vicenda successiva dei Celtic Frost, ma soprattutto come primo lavoro organicamente contenente tutti quegli spunti che, anni più tardi, sarebbero stati considerati basilari per la definizione di un numero molto elevato di stili, da un certo thrash a vari settori dell'estremo, iconografia compresa. Pur non essendo certo nati per partenogenesi e, quindi, presentanti soluzioni che derivavano da alcune già note (echi di Motorhead, Venom, Sabbath, etc.), i Celtic Frost erano comunque qualcosa di sostanzialmente nuovo. Tanto nuovo, da non essere nemmeno riconosciuto come musica da alcuni e, a dirla tutta, non solo dai giornalisti. Influenzati da band estreme dell'area HC/punk (e non il contrario se non di ritorno, vista la temporalità delle uscite), col mini Morbid Tales i Celtic Frost misero a fuoco gli Hellhammer, se così si può dire, per poi avviare tante storie estreme con To Mega Therion. Recensire "in diretta" è molto più difficile che farlo ex post, questo è ovvio, ma la spocchia e la superficialità con cui vennero liquidati questi ragazzi, riesce ancora a spiazzare al giorno d'oggi.

Gli esecrabili Hellhammer possono anche essere diventati i Celtic Frost, ma fanno ancora cagare!
Kerrang!

La prestigiosa (?) rivista si riferiva a To Mega Therion, ma quanto sopra serve a chiarire il clima del tempo.

MANOWAR: SIGN OF THE HAMMER
I Manowar di oggi suscitano spesso commenti profondamente ambivalenti. Se da un lato c'è sempre una più che folta schiera di fan pronti ad osannare qualsiasi uscita firmata DeMaio & C. anche se contiene la 1.200esima versione dei loro classici live, dall'altra è certamente cresciuta notevolmente la fetta di pubblico che non li sopporta o, al più, li trova ridicoli. Nel 1984, però, i Manowar mettevano d'accordo quasi tutti e Sign Of The Hammer fu il disco col quale misero il sigillo sulla paternità dell'Epic metal più tracotante e barbaro. Molto lontani dalle scelte stilistiche di band quali Cirith Ungol o Dark Quarterer, l'arroganza metallica dei Manowar trovava qui la prima, vera quadratura del suo cerchio, colpendo nel segno molto più di quanto non avessero fatto i già più che positivi Battle Hymns e Into Glory Ride. Per valutare correttamente il disco, bisogna però calarsi con la mente al tempo della sua uscita. Un tempo in cui il metal era ancora giovane (mi riferisco ovviamente al metal nella sua forma moderna, post N.W.O.B.H.M.) e quasi tutto era nuovo o vissuto come tale. Un'epoca in cui anche indossare mutandoni pelosi, abbigliamento fatto perfino di striminziti slip in pelle, narrare sempre e solo di certe tematiche e di farlo suonando in maniera potentissima sia in studio che dal vivo, poteva avere una forza letteralmente dirompente. Era proprio giocando sulla potenza della musica, degli atteggiamenti e delle parole in senso lato ed in senso concreto ("Death to false Metal", il primato come Loudest band in the world, etc.), che i Manowar incarnavano, qui meglio che mai, lo spirito più basico, più elementare, incolto e genuino del metal, riscattandolo, elevandolo al rango di nobiltà assoluta oltre le mode e le pose, mediante un'elegia di note e parole intrinsecamente pesanti e fiere. Proprio quello che aspettavano milioni di ragazzi messi nell'angolo per il loro modo di sentire la vita. All Men Play on 10, Animals, Thor (The Powerhead), Mountains e via fino a Guyana (Cult Of The Damned). Non un momento di cedimento al nemico, ma un'inesorabile macchina da guerra che si nutriva del gusto stesso della battaglia contro il resto del mondo quale elisir di invincibilità. Proprio questo concetto trasmisero all'epoca i Manowar: lo scontro "reietti del metal" vs. "rest of the world" poteva essere vinto. Morire in battaglia, comunque, dava il massimo onore possibile.

THE MORBID HAMMER
Dischi e gruppi diversissimi per suono, atteggiamento, produzione, look, stile e quant'altro, qui accomunati forse solo dall'anno d'uscita dei due album trattati, ma ugualmente rilevanti. Morbid Tales fece da spartiacque tra un momento musicale ed un altro, introducendo tutti quegli elementi che poi saranno sviluppati con To Mega Therion, ma soprattutto daranno la stura alla fondazione di una miriade di band affascinate da questo o dall'altro spunto contenuto nell'opera, avviando altre rivoluzioni nell'estremo. Una diga, questa, che aspettava solo di essere abbattuta per riversare a valle tutta la sua potenza distruttiva, fin lì a fatica contenuta. I Manowar, invece, riuscirono a dare dignità a chi dal metal si aspettava solo un certo spirito, una grande fierezza e non voleva farci sopra troppi ricami musicali e/o mentali. Solo musica sparata al massimo volume, storie di battaglie e guerre epiche che in fondo, non erano che la metafora di quella che si sentivano di combattere schiere di ragazzi che la società faceva sentire solo dei disadattati o dei poco di buono. Niente programmi di recupero per loro, ma il coraggio e l'orgoglio di restare come si era ed anzi, di rivendicare la propria condizione con alterigia. Questo diedero i Manowar a chi li ascoltava e questo generò nei loro ammiratori quella devozione assoluta che, ancora oggi, li contraddistingue.



daniele
Domenica 17 Aprile 2016, 18.36.27
26
sign of the hammer disco incredibile mountains e guyana opere d arte musicali da insegnare a scuola
mario
Lunedì 11 Aprile 2016, 20.30.54
25
Io di Sign of The Hammer ma anche di Hail to England ho il vinile, lascito di mio zio, mi piacerebbe sapere se qualcuno ha anche il cd, poichè avendoli tutti e due potrebbe farci sapere se ci sono differenze sonore e se eventualmente si equivalgono o se una è migliore dell'altra.Comunque Adams è una bomba di voce.
Doomale
Lunedì 11 Aprile 2016, 17.45.51
24
A proposito di Sign of the Hammer...io ho la versione in cd..penso la prima stampa fatta su questo supporto dalla 10records...molto scarna ed essenziale, senza ne testi ne foto e credits...solo i titoli delle canzoni con le firme. Qualcuno sa dirmi se sono io che ho una versione minimale (magari una ristampa fatta da chissa' chi) o anche le altre erano cosi?grazie😉
Vitadathrasher
Lunedì 11 Aprile 2016, 17.14.17
23
.....era una provocazione, comunque in alcuni pezzi si sente la mancanza di un "vero" basso
Sambalzalzal
Lunedì 11 Aprile 2016, 15.03.58
22
Non che abbiano più bisogno di provare qualcosa ma vitadathrasher@ se si sono tenuti JDM (tenuti poi... il gruppo è il suo) nei momenti apice di carriera mandarlo via a questo punto dopo 30 anni non penso farebbe una qualche differenza Adams la voce ce l'ha ancora considerando pure l'età, DeMaio ha sempre suonato così, Logan anche non è l'ultimo dei chitarristi, quello che è venuto meno è stata l'ispirazione purtroppo
Doomale
Lunedì 11 Aprile 2016, 14.42.20
21
..e va be'! Ma dopo allora potrebbero pure cambiar nome pero'😁..uno dei tratti principali e distintivi e' proprio il modo di suonare quel basso
Vitadathrasher
Lunedì 11 Aprile 2016, 14.23.03
20
Gli assoli di ross mi piacciono un casino, ecco perché ascolto i Manowar, il resto.... Senza stare a parlare del lato scenico, che a me interessa ben poco, molti pezzi non riesco a digerirli a livello compositivo. Passano da cose egregie a robe da skippare. Se poi prendo FTW lo skipperei tutto. Inoltre, secondo me dovrebbero trovare un "bassista", che gli dia un po di corpo a quei pezzi e la smettessero di suonare con una chitarra e mezzo.
Galilee
Lunedì 11 Aprile 2016, 12.51.43
19
Si beh poi son gusti. I Manowar nel loro genere han fatto sicuramente molti pezzi validi, ma è un genere che io non digerisco. Dei Celtic invece mi piace tutto, un pò come per il maiale. Diciamo che into the pandemonium è uno dei miei dischi da isola deserta.
LAMBRUSCORE
Lunedì 11 Aprile 2016, 12.01.28
18
@Galilee, sono d'accordo, anche se dei C.F. preferisco la prima parte di carriera. Per i Manowar, per me ci sono dei pezzi molto validi, carichissimi, tipo Power, Fighting the world, King, Hail and kill, Wheels of fire, Black wind, fire and steel...e tanti altri, certo che è meglio per me se faccio finta di non capire i testi, in quel caso lì mi si ammoscia tutto, ahah....
Galilee
Lunedì 11 Aprile 2016, 11.52.10
17
Da un parte i Celtic Frost, il metal estremo, l'avanguardia, la sperimentazione l'apertura mentale, il non politically correct....... dall' altra i Manowar.. Cioè l'essenza di tutto ciò che non mi piace di questo genere, anche se dopo 25 anni di metal nelle orecchie me li sono fatti quasi piacere, come una sigla di cartoni animati d'altri tempi.
Sambalzalzal
Lunedì 11 Aprile 2016, 9.01.40
16
E' vero a pochi mesi di distanza i Manowar misero a segno due botte ancora oggi incredibili! Tornando propriamente all'articolo, disconi entrambi anche se dovessi scegliere ovviamente il premio lo vincerebbe Sign!
Cristiano Elros
Domenica 10 Aprile 2016, 22.45.05
15
Sign Of The Hammer... Che album pazzesco! Epico, evocativo, potente e prepotente! E pensare che nello stesso anno i Manowar fecero uscire anche Hail To England, che tempi!
HeroOfSand_14
Domenica 10 Aprile 2016, 11.13.02
14
Sign of the hammer, disco pazzesco. Senza analizzare ogni singolo brano che ha fatto storia, dico solamente che i primi due pezzi sono totalmente estranei al resto del disco, quasi fossero stati messi lì a caso. Successivamente proseguì con l ascolto e trovi perle di rara bellezza, su tutte cito la spettacolare Guyana, che tra un testo bellissimo e una musica da brividi emoziona ogni volta e ricorda cosa successe in quello sperduto staterello grazie al plagio mentale del reverendo Jim.
Arrraya
Domenica 10 Aprile 2016, 1.44.13
13
Che dire? il mio preferito dei Manowar e il primo album ascoltato dei Celtic Frost, appena uscito. Vinile spesso, tipico di alcune label, foto di Tom Warrior & C. in pieno Heavy Metal style, il delirio della Danza Macabra, riff semplici ma efficaci, un' atmosfera a metà tra un'acciaieria e una cripta di un culto non meglio identificato. Nessuno era cosi audace (per l'epoca) in campo Heavy. Morbid Tales aveva tutte le caratteristiche che facevano impazzire gli appassionati. Per quanto riguarda Sign of the Hammer, è stato (parer personale) il loro miglior album, il più equilibrato, il più tipicamente Heavy (per quanto Kings of Metal lo adori). Personalmente all' epoca , ovviamente non me ne accorgevo, ma a pensarci ora erano anni veramente incredibile, il top dell' H/M, dove tutte le band principali sfornarono i loro capolavori a ripetizione.
terzo menati
Sabato 9 Aprile 2016, 21.38.41
12
Si ma il suono dei celtic Frost, il riff, e' unico, un marchio di fabbrica
mario
Sabato 9 Aprile 2016, 20.44.57
11
Beh ci andrei coi piedi di piombo col dire che i Celtic Frost abbiano inventato la chitarra con il tipico tono e suono(regolabile sul tipo distorsivo voluto) crunch, già nel blues in embrione si usava il distorto crunch sound, poi rock hard rock, poi metal, nel thrash la usavano anche i Metallica, Possessed, Venom, Exodus ecc. , diciamo che i Celtic frost hanno crunchizzato a modo loro con loro tocco di personalità'.
terzo menati
Sabato 9 Aprile 2016, 20.17.15
10
Diciamo anche che i celtic hanno inventato un suono unico...all'epoca le chiamavano le crunch guitars, poi prese come ispirazione devota da grandi band come obituary, satyricon (fuel for hatred) e soprattutto darkthrone. Seminale senza dubbio
Raven
Sabato 9 Aprile 2016, 18.01.15
9
Approfitto per puntalizzare che il fine di questa rubrica non è quello di precisare quali siano i dischi migliori in assoluto all'interno di una certa discografia (anche se, talvolta, le cose coincidono), ma indicare degli snodi fondamentali a livello storico. Anche per i CD quasi tutti indicano TMT come lavoro migliore, ma lo snodo storicamente più importante è quello dell'articolo.
Doomale
Sabato 9 Aprile 2016, 17.57.58
8
@Psychosis, penso Raven abbia inserito Sign of the Hammer perche' la comparazione e' fatta sul 1984 anno di uscita di entrambi gli album😉..Addirittura i Manowar quell'anno fecero uscire anche Hail to England (che preferisco x un paio di pezzi assurdi)...Ma la scelta su Sign penso sia più giusta per quanto espresso precisamente dal Corvo!😉
Psychosis
Sabato 9 Aprile 2016, 17.07.42
7
Mi sarei aspettato di vedere Battle Hymn o Into Glory Ride quando ho letto Manowar. Per quanto riguarda i Celtic Frost, Morbid Tales resta uno dei 10 dischi thrash piú importanti di sempre
mario
Sabato 9 Aprile 2016, 15.32.10
6
Ulvez@, non credo che i Celtic Frost oggi siano cosi' osannati forse come credi, i loro album con la loro musica non sono cosi' facili e immediati da capire, sembrano un coacervo confusionato di note assemblate a caso, ma il metal tutto è cosi' credo, non va tanto cercato di essere capito, deve entrarti dentro senza tanti filosofeggiamenti, allora non furono capiti e oggi si rivalutano?. I dischi dei Celtic, sono fatti in quel modo, prendere o lasciare, cosi' come i Mnowar, prendere o lasciare questione di feeling, di cantonate ne prendevano olte, cosi' è , troncarono alcune riviste anche i Running Wild e i Grave Digger, grandi gruppi metal, il che è tutto dire, e a tuttoggi quei gruppi non è che siano strafamosi, alcuni giovani neanche li conoscono.
rik bay area thrash
Sabato 9 Aprile 2016, 14.49.18
5
Con tutto il rispetto per le persone che ascoltano i manowar e a cui piacciono, mi escludo dal commentare il suddetto album (è un genere musicale che non capisco). Per quanto concerne invece i celtic Frost, beh qui le cose si complicano. Tutto vero quello scritto dal recensore a riguardo la critica d' oltremanica. Quando uscì Into The pandemoniun, su metal forces, gli diedero come voto 0 (zero); considerate che il voto massimo era 100 (cento). Questo per farvi capire l' ostracismo che c 'era nei loro confronti. Ho tutti i vinili originali fino a to mega therion, e per me sono tutti grandi album. A me questo mix doom e thrash piace e visto che di recente si è presentata l' occasione, ho acquistato il doppio cd degli hellhammer, demon entrails, dove sono racchiusi i primi tre demotape da loro pubblicati. ( sono rimasterizzati ma mantengono integra l'essenza del suono old school). È vero, adesso è più facile commentare, ma a me gli hellhammer piacciono e molto. La critica sarà anche colta, sarò io fatto male, ma per me gli hellhammer 'spaccavano' alla grande. Erano già più avanti, se mi consentite di usare questo termine. Dal vivo dovevano essere devastanti, sia gli hellhammer che i celtic frost .....
mario
Sabato 9 Aprile 2016, 14.47.10
4
I Manowar sono dei pilastri imprenscindibili dell'heavy metal, Sign of The Hammer è oro puro, una bomba a grappolo micidiale, quelle shegge sonore impazzite ti si conficcano dentro e non ti lasciano più, spero che non ci mettano mano con riregistrazione a questa perla di disco, ora sono in una fase stagnante, a corte di idee e ispirazione e con poca vena creativa, ma sono un gruppo, uno dei pochissimi, capace di fare filotto, con una sequenza di album uno migliore dell'altro, con sezioni ritmiche micidiali, un sound furioso, e pur avendo sempre avuto una sola chitarra veramente penetrante, tanto da meritarsi l'appellattivo di band più rumorosa in assoluto, il tutto unito a una epicità senza spazio e senza tempo eppur da sebrare anche attuale, molto bello per me anche warriors of the world, insomma epici e poderosamente marziali. unici.Spero si riprendano in idee e creatività al prossimo con produzioni assennate.I Celtic Frost?. Poco da dire, Morbid, Tales ha spalancato un portone, un disco cosi' pazzamente sufureo solo loro potevano farlo, entrambi gruppi storici leggendari, pur nella diversità, hanno segnato indelebilmente la storia del metal, i Manowar ancora operano, e questi citati album sono li a testimoniarlo.2 grandi album.
Ulvez
Sabato 9 Aprile 2016, 10.30.44
3
è strano vedere come i Celtic Frost fossero tanto bistrattati allora come sono osannati oggi... direi che alla fine l'ultima parola l'hanno avuta loro
Doomale
Sabato 9 Aprile 2016, 9.30.43
2
Due grandi album per due grandi band..indubbiamente opposte. Gli album neanche li commento dato che da tempo sono consegnati alla storia...I Celtic purtroppo hanno risentito di varie problematiche che li ha portato all'instabilita' e poi alla fine, i Manowar invece "grazie" alla loro forza e arroganza hanno macinato fino alla fine. Di sicuro faccio parte di quelli che gli ha adorati (tutt'ora) almeno fino a quel discone di Gods of War. Anche se i capolavori si fermano a Triumph of Steel x me. L'ultimo e le due versioni di kings e Battle neanche li calcolo. Ottimo articolo come sempre che catapulta il lettore in quei favolosi anni che x motivi anagrafici magari non sono stati gustati fino in fondo, almeno x il sottoscritto. Grande
Metal Shock
Sabato 9 Aprile 2016, 3.22.34
1
Due band all`opposto per me. I Manowar musicalmente parlando, fino a Triumph of steel, sono stati una grande band, che hanno fatto grandi album (Into glory ride, Sign of the hammer, Hail to england), ma come gruppo umano per me sono stati sempre meno di zero, in particolare DiMaio e Adams li ho sempre considerati due merde un po` come Simmons e Stanley dei Kiss. Mai sopportato i loro discorsi del cazzo e il loro maschilismo. Invece i Celtic Frost sono stati una delle band piu` geniali ed influenti di sempre. Morbid tales e` solo l`inzio di una carriera foriera di grandissimi album, To mega therion su tutti. Per me, a parte quella pircheria di Cold lake, tutti i loro album non valgono meno di 85 come voto. Peccato che la nuova band di Tom non riesco a digerirla, e peccato che nella loro vita non abbiano mai avuto il successo che meritavano
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