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KATATONIA - Siamo più forti che mai
16/05/2016 (2269 letture)
Mancano oramai solamente pochi giorni all'attesa release date dell’ultima fatica a marchio Katatonia, intitolata The Fall of Hearts, e in molti si chiedono quale sarà l’essenza di questo nuovo capitolo nella discografia dei proficui svedesi. In un nevoso pomeriggio dello scorso aprile, Anders Nyström, fondatore del combo scandinavo insieme al frontman Jonas, ci racconta qualche ulteriore dettaglio, spiegandoci quale sia stato il percorso che ha portato la band alla creazione di The Fall of Hearts, nonché quale sia l’atmosfera in casa degli svedesi, dopo i recenti cambiamenti nella loro formazione…

Akaah: Ciao Anders, benvenuto su Metallized! Iniziamo ovviamente parlando del vostro nuovo album, The Fall of Hearts: che tipo di sound si devono aspettare i vostri fan? Simile alle vostre ultime uscite o, piuttosto, differente, considerando che avete dichiarato come questa release sia “quanto avevate inconsciamente sempre sognato di produrre”? Come ritieni che la band abbia progredito in questi ultimi anni?
Anders Ritengo che i Katatonia siano giunti ad un punto in cui non rappresentino più solo una parte dello spettro musicale. Non siamo più solo ‘soft' o solo ‘heavy', possiamo combinare e bilanciare questi due aspetti contemporaneamente, e ciò è culminato in maniera ottimale nel nuovo album. Certamente è qualcosa che abbiamo già tentato in passato, ma mai come in questo nuovo disco, che penso sia il più variegato che abbiamo mai portato alle stampe. È il full-length più lungo della nostra carriera, contiene brani tra i più lunghi, è qualcosa di nuovo, ma è anche il risultato della progressione già iniziata all’interno delle nostre ultime produzioni: Dead End Kings rimane infatti il marchio di fabbrica di riferimento per la parte ‘heavy’, mentre Dethroned & Uncrowned, che era esso stesso un esperimento, rappresenta il lato ‘soft’. Abbiamo praticamente unito questi due album, creando The Fall of Hearts.

Akaah: Il video del singolo uscito per promuovere il vostro nuovo album, Old Heart Falls, vede come protagonista una macchina da scrivere. Ci spieghi il perché di questa scelta? È una sorta di tributo ai vostri albori, o c’è dell’altro?
Anders Innanzitutto, eravamo stanchi di questi classici lyric video, perché si somigliano un po’ tutti, con quella sorta di “Babele di caratteri” che per un po’ può risultare interessante, ma che in breve rende noioso e stancante guardare videoclip simili, visto che davvero tante band li producono allo stesso modo. Tuttavia, visto che la nostra etichetta ha insistito affinché ne producessimo uno, ci siamo detti, va bene, ne faremo uno, ma in maniera davvero differente. Abbiamo pensato al passato e a come un tempo si scriveva, e mi è tornato in mente come agli inizi scrivessi tutto a mano oppure usando una macchina da scrivere. Essa è un elemento che si adatta bene ai Katatonia, è un mezzo di comunicazione dimenticato, nostalgico, analogico. Sono molto contento del risultato, penso che abbia addirittura superato le nostre aspettative iniziali.

Akaah: Come sono andate le registrazioni per questa nuova release? E, considerando che tu e Jonas producete voi stessi gli album della band, avete mai considerato la possibilità di produrre o collaborare nella registrazione di un full-length di un altro gruppo?
Anders Sono andate bene! Ogni volta che iniziamo a scrivere e a registrare un nuovo lavoro cerchiamo di concentrarci solo su quello e blocchiamo ogni interazione con il mondo esterno, seguendo questo metodo fino a quando non abbiamo completato il tutto. Lo facciamo in quanto non vogliamo scendere a compromessi, quanto alla visione che già abbiamo per l’album. Per il resto sì, diversi gruppi ci hanno contattato chiedendoci se eravamo interessati a produrli, aiutarli nelle registrazioni o anche ad apparire come ospiti nei loro dischi, ma siamo piuttosto selettivi da questo punto di vista: siamo sempre molto indaffarati e preferiamo innanzitutto mantenere il nostro livello ed occuparci di quanto necessario con i Katatonia, ma se ci sarà il tempo e la band o l’artista ci piaceranno in maniera particolare, la vedo sicuramente come una possibilità per il futuro.

Akaah: Ancora una volta, il vostro artwork è stato curato dell’illustratore statunitense Travis Smith: come vi siete trovati, a lavorare con lui per così tanto tempo? E, più in generale, come viene creata una copertina per una release a marchio Katatonia? Fate ascoltare a Travis la vostra nuova musica, permettendogli così di utilizzarla come fonte d’ispirazione, o piuttosto vi rivolgete a lui quando avete già qualcosa in mentre?
Anders Sì, abbiamo lavorato con lui per davvero molto tempo, ricordo come la prima volta che mi rivolsi a lui fu alla fine del lontano 1998, sono trascorsi davvero molti anni! La nostra collaborazione è davvero fruttuosa, non penso di aver mai scambiato così tante mail con nessun altro, che non faccia parte della band! La nostra è una bella amicizia e un’ottima collaborazione professionale. Normalmente, tutto parte da me e Jonas, dato che solitamente abbiamo una visione piuttosto chiara e solida sia del colore che l’album avrà, nonché di cosa vogliamo vedere sulla sua copertina. Come punto di partenza gli inviamo quindi la nostra idea descritta o a parole o attraverso uno schizzo, a volte realizzato da me con Photoshop, e da lì continuiamo, aggiungendo o togliendo elementi fino a quando non riteniamo entrambi che l’artwork sia perfetto. Una volta completi, di solito gli invio anche tutti i nostri testi, a cui Travis si ispira per realizzare le immagini che andranno nel booklet, basandole sulle lyrics. È dunque un processo variegato.

Akaah: The Fall of Hearts è inoltre il primo album in cui il vostro nuovo chitarrista Roger Öjersson è, anche se in minima parte, protagonista. Come vi siete trovati finora a lavorare con lui? E, considerati il suo talento e la sua esperienza, conoscevate già Roger, oppure è entrato anch’egli a far parte del processo di selezione, come i tanti che hanno risposto al vostro ‘bando’?
Anders Sì, Roger è entrato a far parte della band quando il nostro nuovo album era quasi concluso, senza quindi prendere parte alla sua scrittura o elaborazione. Tuttavia, dopo averlo annunciato come nostro nuovo chitarrista, ho deciso che avrebbe dovuto anch’egli lasciarvici il segno. Abbiamo quindi utilizzato il poco tempo a disposizione per inserirvici alcuni dei suoi assoli e ha funzionato alla grande, anche se per l’appunto essi rappresentano il suo unico input a The Fall of Hearts. Sicuramente in futuro riuscirà a farsi maggiormente notare, è un gran musicista e sono certo che contribuirà molto nel processo creativo della band. Intanto, potrete certamente notarlo in sede live, dove svolge egregiamente il suo lavoro, meglio di tutti gli altri chitarristi che abbiamo avuto in passato, ed è anche un ottimo cantante, pertanto coprirà molti dei backing vocals e rappresenta infine anche un ottima mia personale controparte, quindi al momento siamo più forti che mai.
Tornando alla tua domanda, no, non lo conoscevamo. Ovviamente conosco i Tiamat, ma onestamente non sapevo militasse con loro, è stata una sorpresa per me scoprirlo! Negli ultimi mesi abbiamo imparato a conoscerlo e abbiamo provato molto assieme a lui, capendo come lui sia davvero entusiasta di far parte dei Katatonia e di aver iniziato quest’avventura con noi.

Akaah: Rimanendo sempre in tema di line-up, com’è stato sostituire con il vostro nuovo batterista Daniel Moilanen un altro Daniel (Liljekvist, NdR), che è stato con voi per oltre 15 anni? Come si è svolta la transizione? Siete soddisfatti di averlo con voi?
Anders Finora tutto quanto ha riguardato il nuovo Daniel è filato liscio come l’olio. Lui ha fatto parte della band come session per non so quanto tempo dal vivo, e anche quando abbiamo deciso di prendere lui come membro ufficiale della band, pur dovendo discutere assieme molti dettagli, ci ha aperto un mondo di possibilità. Il ‘vecchio’ Daniel è stato una gran persona e un ottimo batterista, ma anche il nuovo Daniel lo è, pertanto non c’è stata alcuna vera lacuna da riempire, abbiamo potuto semplicemente continuare esattamente dove eravamo rimasti. Inoltre, la sua presenza ci ha permesso di sollevare l’asticella, di elevare i nostri standard: Daniel Moilanen è infatti il batterista più complesso e tecnico con cui abbiamo mai lavorato ed è sempre stato in grado di soddisfare ogni nostra richiesta senza dover farci scendere a compromessi. Sono davvero contento di averlo con noi!

Akaah: Ricordando le parole del vostro ex batterista al momento dell’addio, sembra che molti musicisti al momento trovino difficile conciliare la vita da musicista (e tutto ciò che essa implica, incluso il basso rendimento economico) con quella di persona comune con una famiglia ed un lavoro ordinario. Essendo tu stesso un musicista di lunga data, quali sono le tue opinioni al riguardo?
Anders Ritengo che lo stato dell’industria musicale, non solo metal, sia molto cambiato. Ci sono stati molti cambiamenti ed è tutto ancora piuttosto confuso, visto che al giorno d’oggi la vendita di dischi non genera pressoché alcun profitto, aspetto che spinge molti gruppi ad essere più attivi dal vivo, ma maggiore è il numero di band che si esibisce live, maggiore è anche la competizione che si ha e ciò fa sì che i supporter stessi, alla fine, non abbiano sufficienti fondi per prendere parte a tutti gli spettacoli a cui vorrebbero assistere. È una situazione piuttosto frustrante, perché in tanti pensano che se sei in una band da molto tempo, specialmente se si tratta di un nome noto, vivi la vita della rockstar, hai un sacco di soldi e tutto è splendido. Niente di più lontano dalla realtà. Noi stessi facciamo davvero molta fatica, ed è per questo che Daniel, dopo oltre 15 anni, ha deciso di mollare, in quanto tutto questo non aveva più senso per lui. È molto triste pensare che, se le cose fossero finanziariamente diverse, forse egli sarebbe ancora parte dei Katatonia. È molto triste pensare che, in fin dei conti, siamo costretti a fare dei sacrifici per motivi come questo. Tuttavia, preferisco non lamentarmi, visto che siamo in molti in questa stessa situazione, bensì spero che in futuro le cose migliorino, sia per i musicisti che per i fan, in modo che la musica possa ancora essere apprezzata e che si possa evitare che gli ammiratori vengano delusi da una formazione che smetta improvvisamente di suonare esclusivamente per questi motivi.

Akaah: Oltre al tour europeo che vi vedrà impegnati nel prossimo autunno, avete annunciato altri due show particolari, celebrativi dei vostri 25 anni di carriera: uno a Londra e uno nel teatro romano di Plovdiv in Bulgaria, accompagnati in quest’ultima occasione da un’orchestra, proprio come di recentemente fatto dai Paradise Lost (Greg Mackintosh è per altro ospite del nuovo album, NdR). In entrambi i casi, avete deciso di suonare The Great Cold Distance nella sua interezza. Che cosa si possono aspettare i fan che vi prenderanno parte? E, chiaramente, ci sono per caso dei piani per una nuova release live?
Anders L’idea dello show in Bulgaria è nata tutta dal nostro management, che condividiamo proprio con i Paradise Lost, gli Anathema e gli Opeth, tutte band che hanno già suonato proprio in quel teatro romano. All’inizio, ti dirò, non ne ero molto entusiasta, perché non volevo ripetere quanto già fatto da altri, visto che i Katatonia si sono sempre impegnati nel fare qualcosa di proprio e differente, e in maniera autonoma. Poi ne abbiamo discusso all’interno del gruppo e abbiamo considerato come rifiutare un invito unico come questo poteva rappresentare qualcosa di cui ci saremmo pentiti in futuro. Per me infatti rimane sempre un gran bel obbiettivo, quello di suonare un intero album dal vivo, supportati da un’orchestra, non l’abbiamo mai fatto. Pertanto, siamo contenti di farlo e chissà, magari da quest’esperienza potremo riuscire a creare qualcosa di interessante come un album o un DVD live. Infatti, bisogna considerare che questo, assieme allo show di Londra, sono solo due concerti, ai quali moltissimi fan da tutto il mondo non potranno partecipare. Ritengo quindi sarebbe un piccolo regalo per loro, il pubblicare un album live estratto da questo spettacolo. Sicuramente giudico questa decisione in maniera molto più positiva che agli inizi.

Akaah: Rimanendo in tema di esibizioni peculiari, com’è stato suonare alla Union Chapel di Londra, dove avete registrato il vostro DVD Sanctitude? Ritieni ci siano ulteriori chance per i Katatonia di esplorare il loro lato acustico?
Anders Considero quel tour e quella data in particolare come il mio momento finora preferito dell’intera carriera live con i Katatonia. È stato molto differente, davvero speciale, mi è quasi difficile spiegare esattamente come, ma l’atmosfera quella sera era davvero particolare. Non si è trattato infatti affatto di un classico show metal, solamente il fatto di essere seduti e suonare dentro una cattedrale ha già rappresentato una grande differenza, qualcosa che merita di essere vissuto in prima persona. Si è trattato della prima volta in cui abbiamo suonato da seduti sul palco, così come seduto era anche il pubblico di fronte a noi, ed è stato un bel momento di celebrazione delle nostre canzoni, con la musica ad essere la vera protagonista. Se potessi scegliere, farei sicuramente altri di questi spettacoli, magari in altre parti del mondo. La considero una possibilità per il futuro.

Akaah: Parlando invece di te e Jonas, c’è qualcosa che vi manca o che siete contenti di esservi lasciati alle spalle, relativamente ai vostri inizi nelle fila della band? Sei soddisfatto della tua lunga carriera finora?
Anders Sono molto soddisfatto dei risultati che abbiamo finora ottenuto e sono personalmente davvero contento di essere ancora qui, 25 anni dopo, invece di dividerci tanto tempo fa. Jonas ed io abbiamo sempre cercato di mantenere un buon rapporto tra di noi, che è rimasto molto stabile nel tempo e penso che la visione che attualmente abbiamo per il gruppo sia pressoché la stessa che avevamo quando abbiamo iniziato da ragazzini. Le cose sono certo cambiate, la line-up non è più la stessa al 100%, siamo cresciuti e ci siamo evoluti sia come persone che come musicisti, ma si tratta pur sempre degli stessi due ragazzi che hanno formato i Katatonia, che hanno semplicemente fatto molti passi avanti, e pertanto credo non ci fermeremo a breve.

Akaah: Quanto ai vostri side-project, ci sono novità sul fronte Bloodbath? Ed è vero che in ogni album è presente una canzone che contiene un riff che omaggia la saga di Star Wars e il tema musicale dell’Imperial March, come ad esempio in Cancer of the Soul?
Anders Quest’anno abbiamo optato per essere piuttosto selettivi quanto a concerti con i Bloodbath, visto che siamo così impegnati con i Katatonia al momento, ma sono certo che il prossimo anno faremo molti più spettacoli ed è mia intenzione cercare di capire se possiamo portare alle stampe un EP. La discografia dei Bloodbath è caratterizzata dalla presenza di EP tra un full-length e l’altro, e penso possa essere una buona e realizzabile idea per l’anno prossimo, anche se non so se abbiamo o avremo in futuro sufficienti idee per un album intero. Ne discuterò a breve con gli altri ragazzi, pertanto il 2017 potrebbe diventare un anno davvero interessante per i fan della band.
E sì, quanto hai detto è assolutamente corretto e complimenti per averlo individuato in quella traccia! Ogni album che abbiamo finora prodotto contiene un elemento influenzato dall’Imperial March, anche se così su due piedi non ti posso fare una lista completa di tutte le altre canzoni in cui tale riff è contenuto (ride, NdR), ma spero che i nostri supporter le sappiano individuare, visto che io posso farlo! (ride, NdR) Se sono dei fan dei Bloodbath e di Star Wars, sono certo ce la faranno!

Akaah: La nostra intervista si chiude qui, ti ringrazio per il tuo tempo. C’è qualcosa che vuoi aggiungere per i nostri lettori e per i fan che vi verranno a vedere a Milano quest’autunno?
Anders Sì, vorrei dire ai nostri fan italiani che sono sempre stati davvero calorosi nei nostri confronti, ogni volta che ci siamo esibiti nel vostro paese è stato fantastico! Alcuni dei miei show preferiti si sono svolti proprio in Italia, grazie al contributo del pubblico, uno dei più entusiasti del mondo intero. Pertanto spero che continuino così, tenendo alta la fama che si sono costruiti come ottima audience, e spero di vederne quanti più possibile durante il tour!



Arrraya
Giovedì 19 Maggio 2016, 19.50.46
2
Grande band, ottima intervista.
ocram
Lunedì 16 Maggio 2016, 9.56.43
1
....e menomale che non hanno rifiutato di suonare a Plovdiv, Universal degli Anathema è qualcosa di trascendentale, di una intensità fortissima, uno dei miglior dvd live in assoluto. Anche Symphony of the Lost dei PL è piuttosto bello, anche se non condivido, come peraltro faranno i Katatonia, di suonare metà setlist con orchestra e l'altra senza. Comunque mi auguro uscirà un blu ray-cd sul concerto a plovdidv, perchè in quell'anfitetaro l'atmosfera è davvero fantastica. Sarà durà però superare l'immenso Sanctitude.....vedremo!
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